Rise up, follow me
Come away, is the call
With the love in yourheart
As the only song
There is no such beauty
As where you belong
Rise up, follow me
I will lead you home
(Alzati e seguimi/ Vieni via, è il richiamo/ Con l’amore in cuore/ Come solo canto/ E non c’è Bellezza/ Se non da dove vieni/ Alzati e seguimi/ Ti porterò a Casa)
Michael Dennis Browne, The Road Home, traduzione di Maria Lucia Riccioli
Salutiamo questa nuova pubblicazione di don Raffaele Aprile.
Dopo, infatti, “Innamorato del Cielo” e “Fratelli di Cielo”, sempre per i tipi di Bonfirraro editore, recensiti su varie pubblicazioni ecclesiastiche e non, ecco “Vocazione all’Amore”, raccolta di prose e versi come il primo volume del presbitero siracusano, ma anche di testimonianze, com’è avvenuto nel secondo.
Don Aprile alterna il fluire della prosa allo scorrere di versi caratterizzati da anafore (vedi il verbo “ha” ripetuto ad inizio verso nel paragrafo Evangelizzare la gioia come pure la poesia-preghiera O Gesù), ripetizioni, parallelismi, com’è consuetudine stilistica delle preghiere, familiari naturalmente insieme alle Scritture al nostro autore.
Similitudini e metafore attingono alla tradizione poetica e scritturale, oltre che alla scrittura religiosa di ogni tempo, senza complicazioni intellettualistiche ma con grande semplicità, forse anche perché il libro è rivolto ad un pubblico ampio che preferisce una teologia incarnata in uno stile accessibile e facilmente fruibile: ne è esempio La legna dell’amore, come pure Anima orante (con il suo paragone incenso-preghiera).
Già nelle raccolte precedenti si notava l’interesse peculiare della poetica di don Aprile verso la contemplazione della Natura, sia per tendenza personale che probabilmente anche sulla scia dell’enciclica di papa Francesco “Laudato si’”. Ad esempio, leggiamo Ti ho cercato o la Poesia al creato:
Primavera in core/ fa fiorire speranza/ ossigena l’aria/ e nell’azzurro cielo/ volan felici cinguettando/ stormi di uccelli. / Manca il candore/ delle stelle alpine/ a chi senza pudore/ sguazza nel lurido pantano/ di vizi osceni. / Prendi in mano la tua vita/ anima bella/ lasciati plasmare dalla grazia. / Hai ali per volare/ vola felice, / è primavera
È evidente l’associazione tra atteggiamenti positivi ed elementi naturali portatori di serenità e gioia, anima serena e primavera dello spirito e stagione del volo e del rinnovamento delle energie naturali, negatività e fango. È proprio il cuore il “fertile terreno” da dissodare, coltivare e curare perché fruttifichi nell’amore per Dio e il prossimo (vedi i versi che seguono la riflessione Cos’è la vita?).
Non mancano riferimenti all’attualità: “il virus avanza”, anche se poi “Dio si fa vicino/ il sole risplende/ l’ombra sparisce/ di un male scampato” (Scelgo l’amore); in un mondo/ aggredito dal virus/ nemico della vita/ veicolo di morte (Anima orante); “Serve l’amore/ vaccino necessario” (Libertà negata).
Spesso la poesia si alterna alla prosa, ma talora è dalla riflessione, dalla meditazione sulla Scrittura, sui fatti della vita o sulle verità di fede che poi sgorgano i versi, come se fossero l’effusione del cuore, l’effluvio dell’anima che si è colmata di pensiero, di adorazione, di contemplazione ed ha come il bisogno naturale di far scaturire da tutto ciò un frutto di parole, di espressività: l’alleluia/ diamanti preziosi/ della gioia (Bellezza).
Le riflessioni e i versi di Don Aprile indagano la solitudine (Solo ma non solo), la sequela (Segui la croce), il mettersi in ascolto per trovare il senso dell’esistenza e la propria vocazione all’amore (La voce del cuore), il soffio del vento dello Spirito (Fruscio, dove troviamo la consueta similitudine tra il soffio dell’amore divino e lo spirare dell’aria), l’abbandono gioioso alla volontà divina, il riposo e il senso di fiducia provati quando si incontra l’Oggetto della propria ricerca, che il realtà è stato il primo a cercare l’io poetico e ognuno di noi: in queste pagine troviamo insomma gran parte dei sentimenti e delle emozioni umane connesse al percorso di fede, allo scavo dentro se stessi, alla ricerca della felicità e alla gioia di averla trovata in braccio a Dio.
La seconda parte del libro è dedicata alle testimonianze vocazionali dello stesso don Raffaele Aprile, di don Giovanni Carnio, di don Andrea Geria, di Stefano Lafranconi, di Riccardo Gelsemio, di don Francesco Venuto, di Tommaso Mazza, di Ernesto Piraino, di suor Vincenzina Botindari, di don Giuseppe Calimera, di Onofrio Farinola e di Mauro Midolo.
Non dobbiamo aspettarci storie straordinarie colme di effetti speciali, ma di resoconti molto semplici di vite quotidiane, ordinarie, in cui l’apparente “banalità” viene riscattata dalla ricerca di senso, dal nostro immedesimarci in percorsi di vita che potrebbero benissimo essere i nostri: il dolore, la malattia, i problemi dell’infanzia, dell’adolescenza, i conflitti e le gioie familiari, l’affanno esistenziale per discernere quale sia il posto nel mondo, da cristiani, da atei, da agnostici, da giovani in ricerca, da adulti in crisi… ecco cosa troverete nelle testimonianze di questi fratelli e sorelle di fede, in cammino verso la verità che si incarna in Gesù Cristo Via Verità e Vita.
Auguriamo a questa pubblicazione di farsi strada nei cuori dei lettori perché faccia riflettere e sentire, e magari possa essere di aiuto per scoprire la propria originale, personalissima, unica vocazione all’Amore.
Lucia Corsale, giornalista e scrittrice, rappresenta una delle voci letterarie dell’area aretusea: autrice di racconti (ricordiamo “Il Plasma di Ciccio”, illustrato da Francesco Nania e distribuito dall’Avis comunale nel 2007, “Il brillante di Turi”, che ha vinto nello stesso anno il III premio al concorso letterario “La Mongolfiera”, la raccolta “Le cravatte di Corpaci” per l’editore Emanuele Romeo, “Il canto del gallo”, “Il compleanno” e altri, presenti in diverse antologie tra cui quelle curate da Algra Editore), ha pubblicato il romanzo “Don Antonio” (per i tipi del compianto Arnaldo Lombardi, cui è intitolato il premio per l’editoria indipendente nell’ambito del Premio Vittorini); con il racconto dalla forte vena teatrale “Rosamunda” si è aggiudicata il Premio intitolato a Mario Re nell’ambito del Contest Sicilia Dime Novels 2021 ed è anche attenta e appassionata lettrice, specie in dialetto (pensiamo alle collaborazioni con il Centro Studi di tradizioni popolari intitolato a Turiddu Bella), oltre che intervistatrice e presentatrice (ricordiamo la coordinazione di diversi incontri letterari e la trasmissione condotta e ideata per TRIS ”Segnalibro”).
Con “Rosetta”, il cui contesto retrogrado costituisce un’allegorica trasposizione dell’ipocrisia coniugale, Lucia Corsale si è aggiudicata, assieme ad altri ventiquattro autori provenienti da tutta Italia, il “Premio letterario Racconti nella Rete 2022”, organizzato nell’ambito della ventottesima edizione del Festival LuccAutori, svoltosi dal 24 settembre al 2 ottobre a Villa Bottini.
Il racconto, pubblicato nell’omonima antologia curata da Demetrio Brandi, prefata da Michele Cecchini, edita da Castelvecchi ed il cui disegno di copertina è stato realizzato da Miko Dalla Battista, nella sua veste corale e polifonica si dipana con un registro linguistico a slalom tra l’italiano standard e il dialetto siciliano, duettando, a tratti, con l’italiano regionale e quello popolare.
In un luogo immaginario, che inconsapevolmente Lucia Corsale fa coincidere con la sua città natia, Rosetta, “le cui carni, prima rosa di pesca e levigate nella pietra, hanno il colore della carta pecora, avvizzite dall’alcol e dai troppo strapazzi”, percorre le desolate lande coniugali, dove la simulazione da concettuale si fa paradossale. Rosetta, additata quale profanatrice del talamo nuziale e sovvertitrice dell’ordine morale, soddisfa, invece, la voglia di tenerezza col beneplacito della Chiesa e la benedizione, forse, di Gesù Nostro Signore. Sotto la vestina del malaffare, l’amore non è venduto, dunque, ma donato, cancellando nel corpo l’ombra di ogni peccato. Patri, Figghiu e Spiritu Santu.
Ricordiamo che il Festival, organizzato dall’associazione culturale LuccAutori, con la direzione artistica di Demetrio Brandi, e patrocinato, tra gli altri, dalla Regione Toscana e da Rai5 (una troupe del programma “Save the date” ha documentato la manifestazione), ha contemplato una girandola di incontri con uomini dello spettacolo ed esponenti di spicco del panorama culturale nazionale. Grazie alla capacità interpretativa e all’estro degli studenti del “Liceo artistico Passaglia” di Lucca, infine, è stata allestita una mostra iconografica dei lavori che hanno illustrato i racconti di Alberto Bassetto, Lucia Corsale, Miriam De Marco, Gabriella Gera, Maria Luisa La Rosa, Alessio Manfredi Selvaggi – premio AIDR (premio Italian Digital Revolution per il più giovane autore), Marco Ruggiero, Stefania Salvi, Irene Schiesaro, Riccardo Scafati, Federica Codebò, Oscar Tison, Arianna Lumare.
(Per chi volesse seguire in differita l’evento: https://www.youtube.com/watch?v=RYR5Xp8YYRk)
