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Maria Lucia Riccioli

~ La Bellezza salverà il mondo (F. Dostoevskij).

Maria Lucia Riccioli

Archivi Mensili: novembre 2015

Inchiostro e anima: il mio racconto contro la violenza sulle donne al MOON

28 sabato Nov 2015

Posted by mlriccioli in Eventi culturali, Letteratura, Musica

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#arteria, #casamastra, #Hdemia, #inchiostroeanima, #iocimettolaparola, #lacarovanadegliartisti, #poetaretusei432, #prospektmira, Aldo Di Carlo, Anna Patrizia Caminati, Cetta Lentinello, Concorso internazionale Inchiostro e anima, Corrada Spataro, Fimmina, Franca Viola, Francesca De Michele, Francesco Cusumano, Gianluca Pipitò, Giulio Cusumano, Giusy Cancemi Di Maria, I Policandri. maria-lucia-riccioli, La carovana degli artisti, Maddalena, Maria Caudarella, Maria Vittoria Cerami, Mariannina Coffa, Nicola Manzani, Nunzio Cartalemi, Palermo, Pamela Li Manni, Piero Romano, Portopalo di Capo Passero, Radioquatzarts, Raffaella Mauceri, Roberto Formentini, Rosalba Di Vona, Salvatore Randazzo, Santa Privitera, Sebastiano Diamante, Serafina Ignoto, Teatro Chrystal, Teresa Nicastro, Terrarsa

Parolieri, poeti, artisti e amanti della vita, della bellezza e della Poesia, uniti nell’amore e per l’amore, la loro Parola per dire no alla violenza!
I ragazzi di Hdemia con i monologhi di Sebastiano Patanè, tratti da Donne antiche di oggi
La Carovana degli Artisti con le Stagioni dell’amore e le poesie di Inchiostro e Anima contro la violenza
Salvatore Randazzo e i Poetaretusei432
Nunzio Cartalemi Prospekt mira
Arteria d’amuri e d’autri peni
Ospite d’onore, Anna Patrizia Caminati con Maddalena

Intervento dell’avvocato Teresa Nicastro.

#prospektmira
#poetaretusei432
#inchiostroeanima
#Hdemia
#casamastra
#lacarovanadegliartisti
#arteria

Domenica 29 novembre dalle 19 alle 22 presso il MOON di via Roma a Siracusa.

Comunicazione a tutti gli autori di Inchiostro e Anima:
In prossimità dell’evento ‪#‎iocimettolaparola‬ che si terrà in Ortigia presso il Moon, saranno divulgate tutte le opere partecipanti nella Seconda Edizione contro il femminicidio.
Foto e dettagli saranno pubblicati durante la settimana seguente all’evento di Domenica 29 Novembre.

La Carovana degli Artisti è un’associazione che dedica da tre anni un concorso letterario – “Inchiostro e anima” – a figure della storia e dell’arte siciliana.

La seconda edizione è stata dedicata a Franca Viola, che osò ribellarsi al suo violentatore e fece puntare i riflettori sull’infamia dei matrimonio riparatore. Un esempio di voce che si alza contro la prepotenza e la sopraffazione, specie sulle donne.

http://it.wikipedia.org/wiki/Franca_Viola

Ho avuto l’onore di ottenere il terzo posto con uno dei miei racconti… che poi è stato letto qui:

https://www.radionomy.com/en/radio/radioquatzarts

Ringrazio anche i giurati che puntualmente citiamo durante le serate dedicate a Inchiostro e Anima: Giulio Cusumano, Maria Vittoria Cerami, Rosalba Di Vona, Sebastiano Diamante Teresa Nicastro Francesca De Michele, Aldo Di Carlo, Santa Privitera e il nostro amico, dal grande cuore e dalla nobiltà d’animo non indifferente, Francesco Cusumano.

Sono stata lieta di partecipare a questo concorso, sia per il tema, sia per la figura di Franca Viola, sia per il fine meritorio della vendita delle antologie del concorso.

Ringrazio Elena Rizza di EMA 365 Artist (Beauty Concept store – Hair & Beauty – Make-up artist – Video/Photo Production – Models Management – Art direction – Event – Fashion – Art) per le splendide foto scattate durante la serata di premiazione del concorso INCHIOSTRO E ANIMA, tenutasi il 22 novembre a Palermo nella cornice del Teatro Chrystal.

Il 25 novembre scorso, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il mio racconto è stato letto a Noto da Miriam Scala in occasione della presentazione dell’antologia INCHIOSTRO E ANIMA (ringrazio ancora una volta sia l’assessora Cettina Raudino che gli amici del concorso), il tutto nella Sala di Lettura della Biblioteca comunale Principe di Villadorata.

Vi ricordo che scrivendo a Giusy Cancemi Di Maria potrete richiedere il libro.

Inchiostro e anima 2014

UN PAIO DI SCARPE ROSSE

Io e mia sorella viviamo in una grande casa.

La nostra stanza è piccola ma confortevole e abbiamo tante amiche con cui vivere e giocare insieme quando la nostra padrona dorme.

Noi scarpe siamo fatte così: sorelline nate assieme, a passeggio al lavoro nella scarpiera, sempre insieme.

La nostra felicità è farci scegliere da una vetrina – prendi noi, prendi noi! Riuscite a sentirci quando lo diciamo? –, stare ai piedi della nostra padrona, farla camminare comoda, renderla più elegante e bella. Perché no? Farla felice.

La nostra padrona si chiama Lidia. Ci tratta benissimo: ci spolvera, ci pulisce, ci spazzola. Non ci tira mai per aria quando torna a casa, neanche quando è stanca morta o quando è arrabbiata. O triste.

Come ieri.

Ma cominciamo dalla punta. Perché se fosse per mia sorella inizieremmo dal tacco.

Allora. Noi scarpe nasciamo in coppia, invece le donne il compagno se lo devono cercare. O è lui che cerca loro.

Lidia un giorno è tornata contenta come un’infradito il primo giorno di mare: aveva conosciuto un uomo affascinante e gentile.

Per uscire la prima sera con lui ha scelto proprio noi, che emozione!

Quando è tornata a casa insieme a lui siamo tornate nella scarpiera come sempre, ma eravamo fiere di noi stesse: Lidia quella sera era bellissima anche grazie a noi…

Per un po’ di tempo è filato tutto liscio.

Poi sono iniziate le discussioni, le urla, i pianti.

Una sera addirittura lui ci ha fatte volare per aria:

˗ Perché ti metti ’ste scarpe? Sembri una puttana, sembri… le metti perché stasera viene anche lui?

E giù schiaffi.

È andata sempre peggio, da allora.

˗ Me ne vado.

Finalmente Lidia ha trovato il coraggio di dirglielo.

Lui ha pregato, supplicato. Poi ha minacciato.

Ma lei niente. La valigia era pronta, gli scatoloni pure. C’eravamo anche noi, fasciate nella carta velina.

Mia sorella adesso vorrebbe arrivare al tacco. Sinceramente anche io.

Ma non sappiamo come sia finita.

Noi siamo ancora nella carta velina. Vuote.

E la nostra padrona ancora non è tornata.

Ringrazio ancora La Carovana degli artisti, un pugno di giovani entusiasti e convinti che la poesia e il racconto siano armi pacifiche per risvegliare e sensibilizzare le coscienze…

Giusy Cancemi Di Maria, Cetta Lentinello, Gianluca Pipitò, Pamela Li Manni che ha dato voce alle mie parole… grazie!

http://www.ragusatg.it/2014/10/07/inchiostro-e-anima-il-22-novembre-la-finale-del-concorso-letterario/

NOI SIAMO DESDEMONA a Scordia, a Valverde e a Siracusa…

28 sabato Nov 2015

Posted by mlriccioli in Eventi culturali, Letteratura

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25 novembre, Algra Editore, Anna Maria Rizzo, antologia, Casa del Libro Rosario Mascali, Clara Pennisi, femminicidio, Franco Tambone, Incontri in Biblioteca, Lei, Loro, Lui, Maria Lucia Riccioli, Maria Rita Pennisi, Mavie Parisi, Noi siamo Desdemona, Nunzio Lizzio, Orazio Caruso, Rocco Sapuppo, Sarzana, Scordia, Valverde, violenza di genere

Passato il 25 novembre, dedicato alla memoria di tutte le donne vittime di violenza di genere. Ma non l’impegno contro i femminicidi e tutti gli abusi perpetrati contro le donne.

Giorno 25 NOI SIAMO DESDEMONA – l’antologia di Algra editore contro il femminicidio – è stata proposta a Scordia (CT).

Il sindaco di Scordia Franco Tambone e la curatrice del volume Maria Rita Pennisi… — presso Biblioteca comunale di Scordia.


Soffitto…
— presso Biblioteca comunale di Scordia.


Particolare…
— presso Biblioteca comunale di Scordia.


Mavie Mavì Carolina Parisi legge LEI.
 

Franco Tambone, Maria Rita Pennisi, Orazio Caruso e Mavì Carolina Parisi.

Orazio Caruso legge LUI. 


LUI.
 


Anna Maria Rizzo parla dell’attività del centro antiviolenza Oikia.

Maria Rita Pennisi legge un brano del suo racconto.


Lo stemma dei Branciforte.
— presso Biblioteca comunale di Scordia.

Franco Tambone, Mavì Carolina Parisi, Maria Rita Pennisi, Rocco Sapuppo, il bibliotecario che ringraziamo per la squisita accoglienza, io e Anna Maria Rizzo. — con Rocco Sapuppo e Anna Maria Rizzo presso Biblioteca comunale di Scordia.

Afffresco… e porta.

LA SICILIA, 25 NOVEMBRE 2015.

Il tour delle presentazioni non finisce…

Domenica 29 novembre NOI SIAMO DESDEMONA sarà ospitato all’interno della rassegna degli Incontri in Biblioteca a cura di Clara Pennisi e Nunzio Lizzio presso la Biblioteca Giuseppe Fava di Valverde (CT).

E infine… a Siracusa!

Il primo dicembre alle 17.30 ci sarà la presentazione del volume antologico “Noi siamo Desdemona”, raccolta di racconti di autrici varie contro la violenza sulle donne. Presenta e coordina la professoressa Maria Lucia Riccioli; saranno presenti alcune delle autrici.

DSC06176

Immagine tratta dalla presentazione presso LA CASA DEL LIBRO Rosario Mascali.

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Ecco la copertina del volume con i nomi delle autrici…

L’evento è stato pubblicato da http://www.ortigia.it, che ringrazio.

 

L’antologia NOI SIAMO DESDEMONA (Algra Editore), il cui “tour” non si ferma – ah come vorremmo che si arrestasse insieme a ciò che condanna! – contiene un mio racconto scritto a quattro mani con Mavie Parisi.

Eccolo…

LORO

 

LEI

Lontana. Credevo di essere molto lontana, tanto lontana da cogliere in un’unica occhiata fatti, cause, natura dei sentimenti e fondamenti delle azioni.

Come una fotografa che tenti di abbracciare tutta la scena e inghiottirla dentro il suo obiettivo, faccio un passo indietro per indovinare anche il contesto.

Non mi accorgo che invece mi sto avvicinando, sono praticamente dentro, granello di polvere tra un pixel e l’altro.

Non vedo più nulla, tutto si sfoca nel mio perduto potere di risoluzione.

Niente che possa essere toccato da dita che non sento più.

Una confusione sensoriale, veli di vento sulla pelle nuda.

Una prospettiva strana, un punto di osservazione bizzarro, o quantomeno sconosciuto, che distorce tutto e dissolve i dettagli.

Sarà per questo che mi importa uno zero di tutto quello che è successo.

Abito al piano terra di un piccolo condominio, un appartamento di tre vani, regalo dei miei genitori per il mio ventiseiesimo compleanno.

Un regalo grosso, impegnativo, ma poca roba se si pensa che sono la loro unica figlia e per me darebbero la vita, come si dice.

Sul mio stesso pianerottolo c’è un appartamento gemello che, nel periodo in cui venni ad abitare il mio, era vuoto.

I due piccoli giardini sui quali si affacciano le cucine sono confinanti e ho dovuto piantare un lungo filare di bambù per nascondere il lerciume di un posto abbandonato da troppi anni.

Bella sorpresa, una domenica mattina, essere svegliata dal chiasso e dalle chiacchiere di due giardinieri che pulivano, rastrellavano, piantavano siepi, rendevano insomma abitabile quello che era stato solo un nido di topi.

Sia lodato il cielo, pensai, o meglio sia lodato l’amministratore che ha finalmente ascoltato le mie preghiere.

Esco dunque in giardino con il pigiama, le ciabatte, una tazza d’orzo in mano e una magnifica disposizione d’animo.

Buongiorno, mi dice, e non potevano essere i giardinieri, a meno che ce ne fosse un terzo che non riuscivo a vedere.

Risposi comunque al saluto mentre ricevevo la seconda sorpresa di quella singolare mattina: l’appartamento a fianco aveva finalmente un proprietario.

Si trattava di un uomo di una quarantina d’anni, forse (seppi in seguito che erano cinquanta ben portati).

Quel giorno, di lui mi colpì l’abbigliamento. Mi sarei aspettata una tenuta comoda, per un trasloco, invece notai che indossava la giacca e la cravatta, e dalla mia prospettiva, e con la siepe di bambù che ne nascondeva la parte inferiore, mi sembrò uno speaker di telegiornale.

La situazione era così surreale, con me in pigiama e i giardinieri, lui in giacca e cravatta e tutto il resto, che mi venne da ridere.

E così mi sentii in obbligo di spiegare il motivo di quella risata.

Rimediai un noioso racconto su un anniversario di matrimonio e sugli intricati legami di parentela che lo legavano agli sposi che oggi avrebbero rinnovato in chiesa le loro promesse.

In compenso guadagnai l’amicizia di un vicino di casa.

Da quel giorno e per tutte le domeniche d’estate ci sporgemmo dai rispettivi giardini per fare quattro chiacchiere.

Decidemmo anche di tagliare qualche piede di bambù, in modo da rendere più agevole la cosa.

Per il resto, ognuno faceva la sua vita.

Intanto l’estate stava per finire, e nessuno di noi si era chiesto, o quantomeno non me l’ero chiesto io, cosa avremmo fatto in caso di pioggia.

Non ebbi il tempo di pormi il problema, non mi ero nemmeno accorta che piovesse, quando sentii il campanello.

Era lui che mi invitava a prendere un caffè in casa sua.

Accettai con piacere e non solo quella volta, ma per molte volte ancora.

Nei giorni non lavorativi sapevo che a una certa ora del mattino avrei sentito un din don che mi annunciava che la colazione era pronta.

Ce ne stavamo nella sua cucina e passavamo la successiva oretta a chiacchierare mangiando il ben di Dio di cornetti e ciambelle che lui stesso preparava o acquistava in pasticceria.

Il caffè si trasformò presto in pranzo, qualche volta in cena.

Non si arrivò alla fine dell’inverno che qualcosa, nel suo atteggiamento, cambiò.

Non saprei raccontare fatti precisi.

Non fu compiuta alcuna azione dai contorni e obiettivi definiti, né articolata frase speciale.

Fu una sorta di aumento della confidenza, una trasformazione di quella piacevole complicità che ci eravamo costruiti.

Mentirei se dicessi di non aver considerato la possibilità che ciò accadesse, ma avevo allontanato il pensiero con un gesto leggero e vago, come si fa con un moscerino immaginario.

Provai un fastidio non intenso, ma molesto. Settimana dopo settimana, però, sentii nascere l’antipatia che crebbe in avversione.

Era di nuovo estate quando mi trovai a inventare una scusa ogni domenica, proprio mentre lui si faceva più pressante.

Cominciò a cercarmi a ogni ora del giorno, di ogni giorno.

Il suono del campanello ormai mi dava nausea, come un cibo mangiato in quantità eccessiva.

Facevo finta di non essere in casa, ma era inutile, perché, a quel punto, mi aspettava fuori dalla porta.

Mi era impossibile uscire in giardino perché lui faceva altrettanto, così mi industriai a stendere i panni dentro il bagno.

Scoprii che spiava le mie uscite. La mia vita si trasformò in un incubo.

Decisi di confidarmi con qualcuno, forse mi avrebbe tranquillizzata, riportandomi su una strada che io pensavo di avere smarrito.

Ne parlai con una cara amica, che sfortunatamente alimentò il fuoco delle mie paure consigliandomi di cambiare casa.

Era una cosa non facile che mi sembrava pure inutile, e poi cosa avrei detto ai miei genitori? Li avrei messi in allarme per qualcosa che assomigliava tanto a una sciocchezza.

Non rimaneva che affrontarlo. Gli avrei parlato chiaramente, con garbo certo, ma anche con determinazione.

Gli ultimi accadimenti non dovevano farmi dimenticare che si trattava pur sempre del mio simpatico vicino di casa, magari si era rivelato un po’ invadente ma ero sicura che sarebbe bastato farglielo notare.

Fu così che una domenica mattina, era appena trascorso l’anniversario della nostra conoscenza, accettai il suo ennesimo invito, telefonico stavolta.

Presi qualche minuto per vestirmi, infilai la chiave dentro la tasca dei jeans, e andai.

L’atmosfera mi imbarazzò da subito.

Mi guardava dritto negli occhi, con intenzione, pensai. Il suo sguardo percorse tutti i miei contorni come fosse la punta di una matita che dovesse ricalcarmi su un foglio.

Con pazienza, provai molte volte a imbastire le parole che mi ero portata dietro per dirgli che doveva smetterla, ma ogni volta che iniziavo a parlare lui mi faceva un complimento, mi offriva qualche cosa o provava a farmi una carezza.

La mia pazienza si esaurì quando infine mi trovai le sue mani addosso, a quel punto il discorso preparato rotolò velocemente e non ci fu più tempo per la delicatezza, ma più parlavo e più mi si avvinghiava.

Mi ritrovai stretta a lui, farfugliava qualcosa che aveva a che fare con il desiderio, ma le frasi non erano chiare, era più un mugolio appiccicoso.

Sentivo la sua saliva che diventava fredda sulla mia pelle, niente mi aveva mai fatto tanto schifo.

Con tutta la forza che potei racimolare, tentai di scostarlo.

Non c’era gioco, il suo metro e ottanta abbondante e le sue braccia forti avevano la meglio.

Fu quando mi sbottonò la camicetta che presi a lottare come una dannata tempestandolo di pugni.

Dapprima rise, tenendomi le mani.

Sembrava un gioco, ma poi mi picchiò forte, fortissimo.

Caddi a terra ma lui non si fermava, anzi mi prese il viso con una sola mano, era così grande che quasi soffocavo, sicuramente non vedevo bene, un dito mi premeva sull’occhio sinistro. Cominciò a sbattermi la testa sui mattoni.

Questi sono i fatti, per il resto sono solo sensazioni e ricordi di vaghe emozioni.

Il dolore al capo, il calore del sangue sulla mano, il suo colore sfocato, la mancanza di respiro, il girotondo della stanza, lo sfregare della schiena sul pavimento mentre mi riporta a casa mezza morta, il rumore della porta chiusa alle sue spalle, la perdita di contatti con il mondo, la paura che l’avrebbe fatta franca, un accenno di rabbia l’immagine dello strazio negli occhi di mia madre.

Eppure adesso tutto questo mi è proprio indifferente, in questo luogo sorprendente, durante un tempo che non so, in uno spazio che non è uno spazio, granello di polvere tra un pixel e l’altro.

Sono morta. Ammazzata.

 

LUI

Credevo di essere lontano, molto lontano da cose come queste.

Voglio dire, è una cosa che non prevedi. Neanche negli incubi più brutti, che ti svegli sudato e ringrazi chissacchì perché non è vero.

Stavolta invece sono sudato lo stesso ma l’incubo non finisce.

È incominciato e non finirà.

Questo solo, riesco a pensare.

C’era una vita prima di questo sangue, prima di questo schifo che a quanto pare ho fatto io, di questo lamento che sta per finire – ma quando, quando? – e questa vita è finita. Quella di questa ragazza che non mi pare più manco la mia vicina. Una bambola rotta mi pare, e l’ho rotta io.

Ma anche io mi sento rotto. Sono stanco, stanco morto, come quando corro troppo alla pista ciclabile per sembrare più giovane, per piacere di più a questa bambola rotta che non mi vuole. Che non mi può volere più.

Sono morto pure io, allora.

Il lamento manco si sente più. Quasi.

Sarò l’assassino, il mostro. L’ammazzatore di donne, lo stalker che prima fa amicizia con una donna e poi va a finire così, una domenica che poteva essere diversa e no, ora è questo bordello di camicetta sbottonata e sangue, di occhi spalancati che mi guardano e non mi vedono. Non mi vedono più.

Quando alla televisione sentivo di donne ammazzate cambiavo canale. Pure ’sta parola nuova, “femminicidio”, mi faceva antipatia.

Uno pensa Che c’entro io con queste cose, m’avete pure rotto, con le scarpe rosse i posti vuoti a teatro e dagli al maschio maniaco assassino.

E invece sono qua, col telefono in mano, il numero già composto.

Uno. Uno. Tre. 113.

Il simbolo verde con la cornetta da premere.

E il sangue rosso di lei sui polpastrelli, sul dorso delle mani, sulla maglietta. E LEI qui, e la striscia rossa che va da casa mia alla sua.

Frugare nelle tasche dei suoi jeans – le cosce ancora calde –, prendere le chiavi, aprire, trascinarla nel suo appartamento.

Credevo di essere lontano, molto lontano da cose come queste.

Eppure quello con il telefono e il sangue di lei addosso sono io.

Mi punteranno a dito, mi accuseranno. Era la sua vicina, capita, no? Male, male ha fatto, s’è fidata dell’uomo sbagliato, quello della porta accanto, che t’aggiusta la serranda e poi si mette in testa chissà che cosa.

La mia vicina.

Ama il prossimo tuo. Io non so se l’amavo, però mi ha fatto sangue subito – fa senso pensarlo adesso. Mi è piaciuta, mi è piaciuta subito – con le sue camicette aderenti, la voce fresca come l’erba del giardino appena tagliata.

Che male c’è? Si comincia così, no?

Una presentazione un po’ imbarazzata ma cordiale, quattro chiacchiere in giardino con la mente alla pentola sul fuoco, al computer acceso e la voglia di restare lì.

Il caffè. Il primo, che ha un sapore tutto particolare.

Una fetta di ciambella.

Un pranzo, una cena, quel dire e non dire di cui sono così esperte le donne.

Pensavo non dico di piacerle, ma almeno una simpatia un interesse qualcosa… non avevo capito niente. Non ho capito niente.

Mi hai frainteso, mi ha detto, Non avevo capito che tu avessi altre intenzioni.

Rabbia, umiliazione… tutte quelle belle parole in giardino e davanti a un piatto di pasta o un caffè sono state solo chiacchiere inutili tra buoni vicini?

Vicini.

Le facevo la posta, è vero.

Non si fa, non si dovrebbe fare. Le donne si mettono in sospetto e ti chiudono la porta in faccia, si negano, non si fanno trovare a casa o fanno finta. Non si fa.

Ma mi mancava la sua voce. E la sua biancheria – le calze, le mutandine che adesso stendeva in casa, perché forse per lei il fatto che io le vedessi era prendermi… com’è che aveva detto? troppa confidenza.

E non sta bene, prima il caffè colazione pranzo cena e poi niente. Troppa confidenza non va bene.

Non sono bravo a capire cosa vogliono veramente le donne. Sfido qualcuno a capirle. Sì no no sì non lo so non credo. Le parole le usano come il trucco, ogni frase è uno sbaffo di rossetto, una passata di cipria. E non sai più se stai parlando con una donna o con una bambola che ti risponde come viene. Come viene.

Credevo di essere lontano, molto lontano da cose come queste.

Sbottonarle la camicetta. Ridere dei suoi tentativi di sfuggire alle mie carezze. Picchiarla perché urlava il suo disprezzo verso quello che provavo – che provo? Ancora?

Non si lamenta più. Il telefono mi scotta fra le dita, sono così stanco che premere il tasto verde mi sembra un’impresa. Farei di tutto per te, di tutto. E tu ridevi. E ora non si muove più, ora che lo sa che ho fatto molto più di tutto.

Sono confuso, niente ha più senso. la stanza i jeans il sangue. Sono in un film che non capisco. Tutto mi pare sfuocato. Sono qui ma mi sento da un’altra parte.

Mi sento così lontano da cose come queste.

Sono ancora qui.

LEI è ancora qui. La mia vicina. Vicinissima. E già così lontana.

 

LEI, Mavie Parisi

LUI, Maria Lucia Riccioli

Ringraziamo per la disponibilità librerie, associazioni, centri culturali, biblioteche…

Le altre autrici: Maria Attanasio, Angela Bonanno, Marinella Fiume, Lia Levi, Simona Lo Iacono, Anna Pavone, Maria Rita Pennisi – curatrice del volume e della collana FIORI BLU di Algra nella quale è inserito il volume ed anche il mio libro di cunti in dialetto siciliano QUANNU ‘U SIGNURI PASSAVA P’ ‘O MUNNU -, Tea Ranno, Maria Grazia Sclafani, Elvira Seminara.

DSC05321 (l’articolo uscito su LA CIVETTA DI MINERVA in occasione del convegno siracusano dedicato alla tematica del femminicidio)

NOI SIAMO DESDEMONA - Acicastello (l’articolo sulla presentazione di Aci Castello)

https://www.youtube.com/watch?v=o_QI4xDh1M0 Il booktrailer

https://www.youtube.com/watch?v=IAqmldU7VvY Il convegno FILDIS sul femminicidio (Siracusa, 3 maggio 2014)

I recenti fatti di cronaca mostrano che i femminicidi anziché diminuire continuano a dilagare.
Il nostro libro è una goccia nel mare ma la consapevolezza di un fenomeno è il presupposto per poter eventualmente fare qualcosa per prevenirlo e curare le ferite che esso provoca.

Ho voluto postare questa foto per testimoniare l’impegno di tante amministrazioni per la sensibilizzazione su questo tema.

 

 

 

 

UN PAIO DI SCARPE ROSSE a Petralia Soprana

28 sabato Nov 2015

Posted by mlriccioli in Eventi culturali, Letteratura, Musica

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"Mai più scarpe senza Donne", #arteria, #casamastra, #Hdemia, #inchiostroeanima, #iocimettolaparola, #lacarovanadegliartisti, #poetaretusei432, #prospektmira, Aldo Di Carlo, Amedeo Federico, Anna Patrizia Caminati, Cetta Lentinello, Cittadinanza attiva, Ciudad Juárez, Comune di Petralia Soprana, Concorso internazionale Inchiostro e anima, Corrada Spataro, Elina Chauvet, femminicidio, FIDAPA della sezione di Gangi, Franca Viola, Francesca De Michele, Francesco Cusumano, Gangi, Gero Cordaro, Gianluca Pipitò, Giulio Cusumano, Giusy Cancemi Di Maria, I Policandri. maria-lucia-riccioli, La carovana degli artisti, life onlus "Centro aiuto alla vita", Maddalena, Maria Caudarella, Maria Vittoria Cerami, Mariannina Coffa, Messico, Nel cuore delle Madonie, Nicola Manzani, Nunzio Cartalemi, Olga Mangiapane, Palermo, Pamela Li Manni, Parco delle Madonie, Ponti e Arcobaleni Onlus, Portopalo di Capo Passero, Pro -Loco Petralia Soprana, Radioquatzarts, Raffaella Mauceri, Roberto Formentini, Rosalba Di Vona, Salvatore Randazzo, Santa Privitera, Sebastiano Diamante, Serafina Ignoto, sportello Antiviolenza Diana, Teatro Chrystal, Teresa Nicastro, Termini Imerese, Terrarsa, Zapatos Rojos

Lo sportello Antiviolenza Diana di Termini Imerese e lo Sportello Antiviolenza Diana di Gangi, con il patrocinio del Parco delle Madonie, del Comune di Petralia Soprana, del Comune di Gangi, dell’associazione Onlus Nel cuore delle Madonie, di Cittadinanza attiva Petralia Soprana , di Ponti e Arcobaleni Onlus, di life onlus “Centro aiuto alla vita” , Pro -LocoPetralia Soprana, FIDAPA della sezione di Gangi, hanno invitato tutti a Petralia Soprana, Piazza Duomo, ore diciotto, alla manifestazione “mai più scarpe senza Donne”.

“Scarpe rosse, una storia che viene da lontano.
È stata l’artista messicana Elina Chauvet a raccontare per prima,
attraverso un’invasione di calzature rosse, il fenomeno del femminicidio. Il suo progetto “Zapatos Rojos” fu realizzato per la prima volta nel 2009 a Ciudad Juárez, la città di frontiera nel nord del Messico dove è nato il termine “femminicidio” (là, infatti, a partire dal 1993, centinaia di donne vengono rapite, stuprate e uccise con totale impunità per gli assassini). ” l’evento si ispira proprio all’idea di Elina Chauvet, la quale ha autorizzato lo stesso.
le scarpe sono state fornite da Olga Mangiapane
All’interno della manifestazione, sono state lette anche delle poesie sulla violenza di genere
Ph e grafica Gero Cordaro

 

Ringrazio Maria Vittoria Cerami per l’onore che mi fa per la seconda volta: ha letto il mio racconto UN PAIO DI SCARPE ROSSE.

Questa è una storia che parte da lontano…

 

La Carovana degli Artisti è un’associazione che dedica da tre anni un concorso letterario – “Inchiostro e anima” – a figure della storia e dell’arte siciliana.

La seconda edizione è stata dedicata a Franca Viola, che osò ribellarsi al suo violentatore e fece puntare i riflettori sull’infamia dei matrimonio riparatore. Un esempio di voce che si alza contro la prepotenza e la sopraffazione, specie sulle donne.

http://it.wikipedia.org/wiki/Franca_Viola

Ho avuto l’onore di ottenere il terzo posto con uno dei miei racconti… che poi è stato letto qui:

https://www.radionomy.com/en/radio/radioquatzarts

ed è stato anche letto da Maria Vittoria Cerami, che si batte da anni con passione e competenza contro il femminicidio e la violenza di genere sia professionalmente che dal punto di vista della sensibilizzazione culturale sul tema, in una scuola di Petralia Soprana (PA).

Sono stata lieta di partecipare a questo concorso, sia per il tema, sia per la figura di Franca Viola, sia per il fine meritorio della vendita delle antologie del concorso.

Il 25 novembre scorso, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il mio racconto è stato letto a Noto da Miriam Scala in occasione della presentazione dell’antologia INCHIOSTRO E ANIMA (ringrazio ancora una volta sia l’assessora Cettina Raudino che gli amici del concorso), il tutto nella Sala di Lettura della Biblioteca comunale Principe di Villadorata.

Vi ricordo che scrivendo a Giusy Cancemi Di Maria potrete richiedere il libro.

Inchiostro e anima 2014

UN PAIO DI SCARPE ROSSE

Io e mia sorella viviamo in una grande casa.

La nostra stanza è piccola ma confortevole e abbiamo tante amiche con cui vivere e giocare insieme quando la nostra padrona dorme.

Noi scarpe siamo fatte così: sorelline nate assieme, a passeggio al lavoro nella scarpiera, sempre insieme.

La nostra felicità è farci scegliere da una vetrina – prendi noi, prendi noi! Riuscite a sentirci quando lo diciamo? –, stare ai piedi della nostra padrona, farla camminare comoda, renderla più elegante e bella. Perché no? Farla felice.

La nostra padrona si chiama Lidia. Ci tratta benissimo: ci spolvera, ci pulisce, ci spazzola. Non ci tira mai per aria quando torna a casa, neanche quando è stanca morta o quando è arrabbiata. O triste.

Come ieri.

Ma cominciamo dalla punta. Perché se fosse per mia sorella inizieremmo dal tacco.

Allora. Noi scarpe nasciamo in coppia, invece le donne il compagno se lo devono cercare. O è lui che cerca loro.

Lidia un giorno è tornata contenta come un’infradito il primo giorno di mare: aveva conosciuto un uomo affascinante e gentile.

Per uscire la prima sera con lui ha scelto proprio noi, che emozione!

Quando è tornata a casa insieme a lui siamo tornate nella scarpiera come sempre, ma eravamo fiere di noi stesse: Lidia quella sera era bellissima anche grazie a noi…

Per un po’ di tempo è filato tutto liscio.

Poi sono iniziate le discussioni, le urla, i pianti.

Una sera addirittura lui ci ha fatte volare per aria:

˗ Perché ti metti ’ste scarpe? Sembri una puttana, sembri… le metti perché stasera viene anche lui?

E giù schiaffi.

È andata sempre peggio, da allora.

˗ Me ne vado.

Finalmente Lidia ha trovato il coraggio di dirglielo.

Lui ha pregato, supplicato. Poi ha minacciato.

Ma lei niente. La valigia era pronta, gli scatoloni pure. C’eravamo anche noi, fasciate nella carta velina.

Mia sorella adesso vorrebbe arrivare al tacco. Sinceramente anche io.

Ma non sappiamo come sia finita.

Noi siamo ancora nella carta velina. Vuote.

E la nostra padrona ancora non è tornata.

Ecco qualche foto…

Da notare… l’antologia INCHIOSTRO E ANIMA!

Il minuto di silenzio, suonato magistralmente con la tromba da Amedeo Federico per ricordare le 152 vittime dello scorso anno, ha aperto un pomeriggio di condivisione, con riflessioni, poesie, intenti e programmi, chiuso dalla domanda di un bambino” io vorrei sapere perche gli uomini uccidono le donne e le donne non uccidono gli uomini .

Nana su Letteratitudine per Giovanissima letteratura!

23 lunedì Nov 2015

Posted by mlriccioli in Eventi culturali, Letteratura

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http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2015/11/23/la-bananottera-di-maria-lucia-riccioli/

Ringrazio l’amico blogger e scrittore Massimo Maugeri per aver inserito la mia dolce bananottera gialla Nana nello spazio GIOVANISSIMA LETTERATURA del suo litblog Letteratitudine…

Nell’ambito di “GIOVANISSIMA LETTERATURA“, lo spazio di Letteratitudine interamente dedicato alla cosiddetta “letteratura per ragazzi” e alla “letteratura per l’infanzia“,Maria Lucia Riccioli ci racconta la sua fiaba intolata “La bananottera” (VerbaVolant, 2015): la storia di una balena particolare chiamata Nana (illustrazioni di Monica Saladino).

A seguire, qualche estratto del libro.

* * *

LA BANANOTTERA

di Maria Lucia Riccioli

“La bananottera” (VerbaVolant edizioni, Siracusa 2015) è una fiaba scritta grazie ad un’ispirazione lieve e giocosa: posso dire che è il più sereno e felice dei miei libri, frutto com’è dei giochi di parole che io e mia sorella Manuela amiamo particolarmente: “bananottera” è infatti quello che i francesi chiamerebbero “mot valise”, cioè parole macedonia. Se date un’occhiata alla copertina di Monica Saladino – che ha illustrato il libro con i suoi lavori materici, coloratissimi, fatti di perline e stoffe, ritagli di giornali che rivivono in collage personalissimi – potrete vedere questa “addizione” di parole e concetti resa visivamente: banana + balenottera = bananottera.
A parte i dovuti ringraziamenti a Fausta Di Falco, giovane ma determinata editrice siracusana che si sta ritagliando uno spazio importante nel mondo delle pubblicazioni per bambini e non solo – mi permetto di ricordare i Libri da parati, albi illustrati e poster d’autore insieme, storie che diventano complementi d’arredo –, che ha creduto in questo progetto, mi corre l’obbligo di ringraziare Annamaria Piccione, che io amo chiamare la “decana” siracusana della letteratura per bambini per via della sua competenza ed esperienza – e ovviamente Monica Saladino: un incontro che non definirei casuale – nulla lo è, quando si tratta di letteratura – ha fatto sì che Nana, la mia bananottera gialla, trovasse posto sugli scaffali e on line.
Nana ha esordito “nuotando” al Salone internazionale del Libro di Torino 2015: è stata infatti presentata in anteprima presso il Bookstock Village al Laboratorio Scienza e Saperi, con lettura animata e laboratorio per i bambini, poi ha iniziato un viaggio quasi come quelli delle balene vere! Penso a Palermo (presso la Libreria Un mare di libri), a Siracusa (presso la Casa del Libro Rosario Mascali), alla fiera “Una marina di libri” di nuovo a Palermo (presentazione e laboratorio), a Ragusa (A tutto volume) alla Libreria dei Ragazzi di Siracusa (a proposito, le labomerende sono un’idea VerbaVolant: si ascoltano e leggono storie, si pasticcia con i colori e tanti altri materiali e… si fa merenda!), alla fiera letteraria “Gufi e melone” di Joppolo Giancaxio (AG), alla spiaggetta del Castello Maniace (che fa parte dell’area marina protetta del Plemmirio di Siracusa) per “C’era un mare da favola…”.
E ancora: alla manifestazione “Il risveglio di Siracusa” organizzata da “Archimede in movimento”, al Buk Catania, al Museo del mare di Siracusa, ad “È Bio” e a La Città del Sole a Palermo, al Book b@ng di Messina,  a Ragusa presso “Le Fate”.
Ehi! È ancora un segreto… ma Nana forse nuoterà fino alla Fiera Più Libri Più Liberi di Roma!
Tra gli altri, ne hanno parlato Rosalia Messina, Costanza Lindi, Salvo Zappulla e Daniela Tralongo… e poi che sorpresa ritrovare Nana che sguazza tra le pagine di Casa Facile e Vanity Fair!

Copertinabananottera 300x300 La BananotteraChe dire degli incontri con i bambini? Una presentazione è un qualcosa di completamente differente… qui invece devi metterti in gioco – letteralmente! – raccontando, leggendo, cercando di creare una sorta di atmosfera magica. E poi si colora si ritaglia si inventa… In quest’alchimia crediamo di dover recitare la parte principale, ma in realtà i protagonisti veri sono i bambini, con i loro sorrisi i loro commenti le loro creazioni… mi hanno stupita fin dal primo laboratorio e continuano a farlo oggi, che sia in un’aula o in un cortile scolastico o in un chiostro, in una libreria o in una biblioteca.
Ma… aspettate! Qualcuno mi sta prendendo a colpi di pinne… è Nana! Non vi ho ancora presentati, scusatemi!
Nana è una bananottera, cioè una balenottera giallo banana. Sì, perché la sua nascita è legata ad una splendida notte di luna piena… gialla anche lei!
Non è cosa che si veda tutti i giorni, una cucciola di balena di questo colore così originale… l’iniziale diffidenza delle altre creature nei confronti di Nana si scioglierà come ghiaccio al sole. Beh, c’è pure un iceberg in questa storia, un capitano, suo figlio Zefirino, delfini, tartarughe marine, gabbiani seppie… vabbè, non vi rovino la sorpresa.
Alla fine del libro, una filastrocca con il decalogo di Legambiente per rispettare e amare sempre di più il mare e le sue creature. E non è finita qui: nel sito della casa editrice troverete un pdf con storie e personaggi legati al mare – dalla Bibbia a Pinocchio, da Moby Dick a Ulisse… –, giochi di parole, schede sugli animali marini e perfino ricette!

Primo sbuffo

Sulla terra ora si direbbe “C’era una volta” e la storia sarebbe divisa in capitoli.
In fondo al mare però è diverso: le storie sono divise in sbuffi e ogni creatura
le inizia a modo suo.
La piovra gigante comincia così: – Quando i miei tentacoli erano piccini…
Il corallo, attaccato alla scogliera, parla poco e ogni parola è tonda come
una bolla di sapone che dal fondo viene a galla. Lui invece dice: – Quando
ero un bastoncino rosa…
Poi arriva il delfino Fino, con il dorso lucido grazie alle carezze della schiuma di mare, e inizia:
– Quando la mia mamma mi portava nella pancia, anche la mamma di Nana la portava nella sua…
Proprio così: Delfia, la mamma di Fino e Lena, la mamma di Nana, aspettavano
i rispettivi cuccioli nello stesso periodo.
La differenza era che Delfia era una delfina che saltava nell’acqua come le acrobate del circo, mentre Lena era una balena, l’animale più grande dell’oceano.

Secondo sbuffo

Il piccolo delfino Fino e la sua mamma Delfia a volte danzavano sulle onde
per farsi applaudire dai marinai, ma non si avvicinavano mai troppo alle
navi. Sapevano che l’uomo è un animale capriccioso che un giorno ti prende
in simpatia e l’altro ti fa finire in una scatoletta, come capita ai tonni e
alle aringhe.
Ai pesciolini più piccoli tremavano le branchie solo al sentirlo nominare.
– L’uomo? Fuori dalle pinne!
Lena, la mamma di Nana, invece non aveva paura degli uomini e si divertiva
a seguire le navi da pesca e i transatlantici zeppi di turisti.
– Non hai paura delle baleniere che possono acchiapparti? – le chiedevano
in tanti.
Gli umani infatti catturano le grandi balene per farne grasso, olio e cibo.
La grande balena però rideva come solo le balene sanno fare.
– L’uomo capace di acchiapparmi deve ancora nascere! Mi fanno ridere i
loro rampini: sembrano ami per pescare lucci e trote. Per un cetaceo come
me ci vuole altro! Io sono la regina del mare e di fronte a me l’uomo è solo
una formichina che naviga in un guscio di noce!
La mamma di Nana nuotava lenta e maestosa, sembrava proprio una regina
nel suo palazzo. E la spuma dietro di lei ricordava uno strascico d’argento.

Terzo sbuffo

Un bel giorno Lena incontrò Fanone, un immenso re elegante e gentile, e
lo sposò in una notte di luna piena.
La grande palla dorata splendeva nel buio come neppure il sole aveva mai
fatto nelle giornate serene, e la grossa balena ne rimase incantata.
Forse fu quella luce luminosa la causa di tutto e qualche mese dopo nacque
Nana, che già da neonata era robusta e forte, ma con una caratteristica
molto speciale.
Va infatti detto che il giorno della sua nascita l’intero oceano rimase a bocca
aperta per lo stupore a guardarla.
– Ma l’avete vista? – gridarono i coralli, quasi staccandosi dal fondo.
– Ma l’avete vista? – esclamarono i tonni con le pinne paralizzate.
Anche mamma delfina e il piccolo Fino smisero di saltare e rimasero imbambolati.
– Ma l’avete vista? – proferirono infine.
Certo, Nana era una balenottera bellissima, questo sì.
Solo che… era tutta gialla.
Gialla.

(Riproduzione riservata)

© Letteratitudine

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Tags: La bananottera, maria lucia riccioli, VerbaVolant

Scritto Monday, 23 November 2015 alle 15:30 nella categoria GIOVANISSIMA LETTERATURA. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. I commenti sono momentaneamente chiusi, puoi comunque fare un trackback dal tuo sito.

 

L’11 maggio è stata pubblicata per i tipi di VerbaVolant edizioni la mia fiaba “La bananottera” (con illustrazioni di Monica Saladino), presentata in anteprima al Salone Internazionale del Libro di Torino il 17 maggio presso il Bookstock Village al Laboratorio Scienza e Saperi, con lettura animata e laboratorio per i bambini.

La fiaba è stata poi presentata a Palermo presso la Libreria Un mare di libri, a Siracusa presso la Casa del Libro Rosario Mascali il 30 maggio, alla fiera “Una marina di libri” di Palermo il 5 e 6 giugno (presentazione e laboratorio), il 14 giugno a Ragusa (A tutto volume) con un laboratorio, il 20 giugno presso la Libreria dei Ragazzi di Siracusa con una labomerenda.

Dal 31 luglio al 2 agosto 2015 “La bananottera” è stata ospite della fiera letteraria “Gufi e melone” di Joppolo Giancaxio (AG), patrocinata dal Comune e dalla Biblioteca comunale.

Il 28 agosto, presso la spiaggetta del Castello Maniace ( che fa parte dell’area marina protetta del Plemmirio di Siracusa), la mia fiaba è stata ospite di “C’era un mare da favola…”.

Il 13 settembre ho tenuto una lettura de “La bananottera” in Piazza Leonardo da Vinci a Siracusa nell’ambito della manifestazione “Il risveglio di Siracusa” organizzata da “Archimede in movimento”.

Il 18, 19 e 20 settembre ho preso parte al Catania Book Festival presso il Cortile Platamone.

Il 3 ottobre, con “La bananottera”, sono stata ospite della manifestazione “Il mare al museo” presso il Museo del mare di Siracusa, mentre a Palermo la fiaba è stata protagonista di un laboratorio presso “È Bio”.

Il 25 ottobre “La bananottera” è stata tra i libri VerbaVolant in mostra al Book b@ng di Messina ed è stata presentata a Palermo presso La Città del Sole, il 31 ottobre è stata presentata a Ragusa presso “Le Fate” e il 15 novembre è stata ospite di “Archimede in movimento” a Siracusa. Dal 4 all’8 dicembre 2015 sarà ospite di “Più Libri Più Liberi”, la fiera della piccola e media editoria che si svolgerà a Roma presso il Palazzo delle Esposizioni dell’EUR.

 

Ricordo ai lettori che su Letteratitudine sono stati recensiti e presentati anche i miei libri precedenti… addirittura al mio primo romanzo è stato dedicato addirittura un post, dato che FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA narra la storia di una poetessa e patriota risorgimentale e nel blog si parlava del centocinquantesimo dell’Unità d’Italia…

https://letteratitudinenews.wordpress.com/2014/10/23/quannu-u-signuri-passava-p-o-munnu-di-maria-lucia-riccioli-la-prefazione-del-libro/ (il post su QUANNU ‘U SIGNURI PASSAVA P’ ‘O MUNNU, il mio libro di cunti in dialetto siciliano)

https://letteratitudinenews.wordpress.com/?s=ferita+all%27ala+un%27allodola (il link al post sul mio romanzo ispirato a Mariannina Coffa)

 

 

NOI SIAMO DESDEMONA a Scordia e a Siracusa…

23 lunedì Nov 2015

Posted by mlriccioli in Eventi culturali, Letteratura

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Angela Bonanno, Anna Maria Rizza, Anna Pavone, Associazione Oikìa donna, Biblioteca comunale, Comune di Scordia, Elvira Seminara, Franco Tambone, G. Barchitta, Lia Levi, Maria Attanasio, Maria Grazia Sclafani, Maria Lucia Riccioli, Maria Rita Pennisi, Marinella Fiume, Mavie Parisi, Simona Lo Iacono, Tea Ranno

Si avvicina il 25 novembre, dedicato alla memoria di tutte le donne vittime di violenza di genere.

Ecco la locandina della presentazione di NOI SIAMO DESDEMONA, l’antologia contro il femminicidio dove è presente un mio racconto scritto a quattro mani con Mavie Parisi.

La presentazione si terrà proprio il 25 novembre 2015 alle ore 18 presso la sala lettura della Biblioteca comunale “G. Barchitta”.

Presentazione del libro “Noi siamo Desdemona”

L’antologia Noi siamo Desdemona è nata da un’idea di Maria Rita Pennisi. I dolorosi fatti di cronaca degli ultimi anni hanno messo in luce una realtà terribile in cui alcuni uomini, non accettando l’abbandono da parte delle donne o il loro desiderio di emancipazione, ne rivendicano il possesso attraverso la violenza o addirittura l’omicidio, negando a se stessi e alle loro vittime la possibilità di un’esistenza serena. I racconti trattano questa tematica e la sofferenza di una società in crisi di transizione.

Racconti di Maria Attanasio, Angela Bonanno, Marinella Fiume, Lia Levi, Simona Lo Iacono, Mavie Parisi, Anna Pavone, Maria Rita Pennisi, Tea Ranno, Maria Lucia Riccioli, Maria Grazia Sclafani, Elvira Seminara.

Il tour di NOI SIAMO DESDEMONA non si è mai interrotto dalla sua pubblicazione nel 2014.

Continuerà infatti toccando di nuovo Siracusa il 1 dicembre 2015.

Il primo dicembre alle 17.30 ci sarà la presentazione del volume antologico “Noi siamo Desdemona”, raccolta di racconti di autrici varie contro la violenza sulle donne. Presenta e coordina la professoressa Maria Lucia Riccioli; saranno presenti alcune delle autrici.

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Immagine tratta dalla presentazione presso LA CASA DEL LIBRO Rosario Mascali.

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Ecco la copertina del volume con i nomi delle autrici…

L’evento è stato pubblicato da http://www.ortigia.it, che ringrazio.

 

 

Ecco il mio racconto.

LORO

 

LEI

Lontana. Credevo di essere molto lontana, tanto lontana da cogliere in un’unica occhiata fatti, cause, natura dei sentimenti e fondamenti delle azioni.

Come una fotografa che tenti di abbracciare tutta la scena e inghiottirla dentro il suo obiettivo, faccio un passo indietro per indovinare anche il contesto.

Non mi accorgo che invece mi sto avvicinando, sono praticamente dentro, granello di polvere tra un pixel e l’altro.

Non vedo più nulla, tutto si sfoca nel mio perduto potere di risoluzione.

Niente che possa essere toccato da dita che non sento più.

Una confusione sensoriale, veli di vento sulla pelle nuda.

Una prospettiva strana, un punto di osservazione bizzarro, o quantomeno sconosciuto, che distorce tutto e dissolve i dettagli.

Sarà per questo che mi importa uno zero di tutto quello che è successo.

Abito al piano terra di un piccolo condominio, un appartamento di tre vani, regalo dei miei genitori per il mio ventiseiesimo compleanno.

Un regalo grosso, impegnativo, ma poca roba se si pensa che sono la loro unica figlia e per me darebbero la vita, come si dice.

Sul mio stesso pianerottolo c’è un appartamento gemello che, nel periodo in cui venni ad abitare il mio, era vuoto.

I due piccoli giardini sui quali si affacciano le cucine sono confinanti e ho dovuto piantare un lungo filare di bambù per nascondere il lerciume di un posto abbandonato da troppi anni.

Bella sorpresa, una domenica mattina, essere svegliata dal chiasso e dalle chiacchiere di due giardinieri che pulivano, rastrellavano, piantavano siepi, rendevano insomma abitabile quello che era stato solo un nido di topi.

Sia lodato il cielo, pensai, o meglio sia lodato l’amministratore che ha finalmente ascoltato le mie preghiere.

Esco dunque in giardino con il pigiama, le ciabatte, una tazza d’orzo in mano e una magnifica disposizione d’animo.

Buongiorno, mi dice, e non potevano essere i giardinieri, a meno che ce ne fosse un terzo che non riuscivo a vedere.

Risposi comunque al saluto mentre ricevevo la seconda sorpresa di quella singolare mattina: l’appartamento a fianco aveva finalmente un proprietario.

Si trattava di un uomo di una quarantina d’anni, forse (seppi in seguito che erano cinquanta ben portati).

Quel giorno, di lui mi colpì l’abbigliamento. Mi sarei aspettata una tenuta comoda, per un trasloco, invece notai che indossava la giacca e la cravatta, e dalla mia prospettiva, e con la siepe di bambù che ne nascondeva la parte inferiore, mi sembrò uno speaker di telegiornale.

La situazione era così surreale, con me in pigiama e i giardinieri, lui in giacca e cravatta e tutto il resto, che mi venne da ridere.

E così mi sentii in obbligo di spiegare il motivo di quella risata.

Rimediai un noioso racconto su un anniversario di matrimonio e sugli intricati legami di parentela che lo legavano agli sposi che oggi avrebbero rinnovato in chiesa le loro promesse.

In compenso guadagnai l’amicizia di un vicino di casa.

Da quel giorno e per tutte le domeniche d’estate ci sporgemmo dai rispettivi giardini per fare quattro chiacchiere.

Decidemmo anche di tagliare qualche piede di bambù, in modo da rendere più agevole la cosa.

Per il resto, ognuno faceva la sua vita.

Intanto l’estate stava per finire, e nessuno di noi si era chiesto, o quantomeno non me l’ero chiesto io, cosa avremmo fatto in caso di pioggia.

Non ebbi il tempo di pormi il problema, non mi ero nemmeno accorta che piovesse, quando sentii il campanello.

Era lui che mi invitava a prendere un caffè in casa sua.

Accettai con piacere e non solo quella volta, ma per molte volte ancora.

Nei giorni non lavorativi sapevo che a una certa ora del mattino avrei sentito un din don che mi annunciava che la colazione era pronta.

Ce ne stavamo nella sua cucina e passavamo la successiva oretta a chiacchierare mangiando il ben di Dio di cornetti e ciambelle che lui stesso preparava o acquistava in pasticceria.

Il caffè si trasformò presto in pranzo, qualche volta in cena.

Non si arrivò alla fine dell’inverno che qualcosa, nel suo atteggiamento, cambiò.

Non saprei raccontare fatti precisi.

Non fu compiuta alcuna azione dai contorni e obiettivi definiti, né articolata frase speciale.

Fu una sorta di aumento della confidenza, una trasformazione di quella piacevole complicità che ci eravamo costruiti.

Mentirei se dicessi di non aver considerato la possibilità che ciò accadesse, ma avevo allontanato il pensiero con un gesto leggero e vago, come si fa con un moscerino immaginario.

Provai un fastidio non intenso, ma molesto. Settimana dopo settimana, però, sentii nascere l’antipatia che crebbe in avversione.

Era di nuovo estate quando mi trovai a inventare una scusa ogni domenica, proprio mentre lui si faceva più pressante.

Cominciò a cercarmi a ogni ora del giorno, di ogni giorno.

Il suono del campanello ormai mi dava nausea, come un cibo mangiato in quantità eccessiva.

Facevo finta di non essere in casa, ma era inutile, perché, a quel punto, mi aspettava fuori dalla porta.

Mi era impossibile uscire in giardino perché lui faceva altrettanto, così mi industriai a stendere i panni dentro il bagno.

Scoprii che spiava le mie uscite. La mia vita si trasformò in un incubo.

Decisi di confidarmi con qualcuno, forse mi avrebbe tranquillizzata, riportandomi su una strada che io pensavo di avere smarrito.

Ne parlai con una cara amica, che sfortunatamente alimentò il fuoco delle mie paure consigliandomi di cambiare casa.

Era una cosa non facile che mi sembrava pure inutile, e poi cosa avrei detto ai miei genitori? Li avrei messi in allarme per qualcosa che assomigliava tanto a una sciocchezza.

Non rimaneva che affrontarlo. Gli avrei parlato chiaramente, con garbo certo, ma anche con determinazione.

Gli ultimi accadimenti non dovevano farmi dimenticare che si trattava pur sempre del mio simpatico vicino di casa, magari si era rivelato un po’ invadente ma ero sicura che sarebbe bastato farglielo notare.

Fu così che una domenica mattina, era appena trascorso l’anniversario della nostra conoscenza, accettai il suo ennesimo invito, telefonico stavolta.

Presi qualche minuto per vestirmi, infilai la chiave dentro la tasca dei jeans, e andai.

L’atmosfera mi imbarazzò da subito.

Mi guardava dritto negli occhi, con intenzione, pensai. Il suo sguardo percorse tutti i miei contorni come fosse la punta di una matita che dovesse ricalcarmi su un foglio.

Con pazienza, provai molte volte a imbastire le parole che mi ero portata dietro per dirgli che doveva smetterla, ma ogni volta che iniziavo a parlare lui mi faceva un complimento, mi offriva qualche cosa o provava a farmi una carezza.

La mia pazienza si esaurì quando infine mi trovai le sue mani addosso, a quel punto il discorso preparato rotolò velocemente e non ci fu più tempo per la delicatezza, ma più parlavo e più mi si avvinghiava.

Mi ritrovai stretta a lui, farfugliava qualcosa che aveva a che fare con il desiderio, ma le frasi non erano chiare, era più un mugolio appiccicoso.

Sentivo la sua saliva che diventava fredda sulla mia pelle, niente mi aveva mai fatto tanto schifo.

Con tutta la forza che potei racimolare, tentai di scostarlo.

Non c’era gioco, il suo metro e ottanta abbondante e le sue braccia forti avevano la meglio.

Fu quando mi sbottonò la camicetta che presi a lottare come una dannata tempestandolo di pugni.

Dapprima rise, tenendomi le mani.

Sembrava un gioco, ma poi mi picchiò forte, fortissimo.

Caddi a terra ma lui non si fermava, anzi mi prese il viso con una sola mano, era così grande che quasi soffocavo, sicuramente non vedevo bene, un dito mi premeva sull’occhio sinistro. Cominciò a sbattermi la testa sui mattoni.

Questi sono i fatti, per il resto sono solo sensazioni e ricordi di vaghe emozioni.

Il dolore al capo, il calore del sangue sulla mano, il suo colore sfocato, la mancanza di respiro, il girotondo della stanza, lo sfregare della schiena sul pavimento mentre mi riporta a casa mezza morta, il rumore della porta chiusa alle sue spalle, la perdita di contatti con il mondo, la paura che l’avrebbe fatta franca, un accenno di rabbia l’immagine dello strazio negli occhi di mia madre.

Eppure adesso tutto questo mi è proprio indifferente, in questo luogo sorprendente, durante un tempo che non so, in uno spazio che non è uno spazio, granello di polvere tra un pixel e l’altro.

Sono morta. Ammazzata.

 

LUI

Credevo di essere lontano, molto lontano da cose come queste.

Voglio dire, è una cosa che non prevedi. Neanche negli incubi più brutti, che ti svegli sudato e ringrazi chissacchì perché non è vero.

Stavolta invece sono sudato lo stesso ma l’incubo non finisce.

È incominciato e non finirà.

Questo solo, riesco a pensare.

C’era una vita prima di questo sangue, prima di questo schifo che a quanto pare ho fatto io, di questo lamento che sta per finire – ma quando, quando? – e questa vita è finita. Quella di questa ragazza che non mi pare più manco la mia vicina. Una bambola rotta mi pare, e l’ho rotta io.

Ma anche io mi sento rotto. Sono stanco, stanco morto, come quando corro troppo alla pista ciclabile per sembrare più giovane, per piacere di più a questa bambola rotta che non mi vuole. Che non mi può volere più.

Sono morto pure io, allora.

Il lamento manco si sente più. Quasi.

Sarò l’assassino, il mostro. L’ammazzatore di donne, lo stalker che prima fa amicizia con una donna e poi va a finire così, una domenica che poteva essere diversa e no, ora è questo bordello di camicetta sbottonata e sangue, di occhi spalancati che mi guardano e non mi vedono. Non mi vedono più.

Quando alla televisione sentivo di donne ammazzate cambiavo canale. Pure ’sta parola nuova, “femminicidio”, mi faceva antipatia.

Uno pensa Che c’entro io con queste cose, m’avete pure rotto, con le scarpe rosse i posti vuoti a teatro e dagli al maschio maniaco assassino.

E invece sono qua, col telefono in mano, il numero già composto.

Uno. Uno. Tre. 113.

Il simbolo verde con la cornetta da premere.

E il sangue rosso di lei sui polpastrelli, sul dorso delle mani, sulla maglietta. E LEI qui, e la striscia rossa che va da casa mia alla sua.

Frugare nelle tasche dei suoi jeans – le cosce ancora calde –, prendere le chiavi, aprire, trascinarla nel suo appartamento.

Credevo di essere lontano, molto lontano da cose come queste.

Eppure quello con il telefono e il sangue di lei addosso sono io.

Mi punteranno a dito, mi accuseranno. Era la sua vicina, capita, no? Male, male ha fatto, s’è fidata dell’uomo sbagliato, quello della porta accanto, che t’aggiusta la serranda e poi si mette in testa chissà che cosa.

La mia vicina.

Ama il prossimo tuo. Io non so se l’amavo, però mi ha fatto sangue subito – fa senso pensarlo adesso. Mi è piaciuta, mi è piaciuta subito – con le sue camicette aderenti, la voce fresca come l’erba del giardino appena tagliata.

Che male c’è? Si comincia così, no?

Una presentazione un po’ imbarazzata ma cordiale, quattro chiacchiere in giardino con la mente alla pentola sul fuoco, al computer acceso e la voglia di restare lì.

Il caffè. Il primo, che ha un sapore tutto particolare.

Una fetta di ciambella.

Un pranzo, una cena, quel dire e non dire di cui sono così esperte le donne.

Pensavo non dico di piacerle, ma almeno una simpatia un interesse qualcosa… non avevo capito niente. Non ho capito niente.

Mi hai frainteso, mi ha detto, Non avevo capito che tu avessi altre intenzioni.

Rabbia, umiliazione… tutte quelle belle parole in giardino e davanti a un piatto di pasta o un caffè sono state solo chiacchiere inutili tra buoni vicini?

Vicini.

Le facevo la posta, è vero.

Non si fa, non si dovrebbe fare. Le donne si mettono in sospetto e ti chiudono la porta in faccia, si negano, non si fanno trovare a casa o fanno finta. Non si fa.

Ma mi mancava la sua voce. E la sua biancheria – le calze, le mutandine che adesso stendeva in casa, perché forse per lei il fatto che io le vedessi era prendermi… com’è che aveva detto? troppa confidenza.

E non sta bene, prima il caffè colazione pranzo cena e poi niente. Troppa confidenza non va bene.

Non sono bravo a capire cosa vogliono veramente le donne. Sfido qualcuno a capirle. Sì no no sì non lo so non credo. Le parole le usano come il trucco, ogni frase è uno sbaffo di rossetto, una passata di cipria. E non sai più se stai parlando con una donna o con una bambola che ti risponde come viene. Come viene.

Credevo di essere lontano, molto lontano da cose come queste.

Sbottonarle la camicetta. Ridere dei suoi tentativi di sfuggire alle mie carezze. Picchiarla perché urlava il suo disprezzo verso quello che provavo – che provo? Ancora?

Non si lamenta più. Il telefono mi scotta fra le dita, sono così stanco che premere il tasto verde mi sembra un’impresa. Farei di tutto per te, di tutto. E tu ridevi. E ora non si muove più, ora che lo sa che ho fatto molto più di tutto.

Sono confuso, niente ha più senso. la stanza i jeans il sangue. Sono in un film che non capisco. Tutto mi pare sfuocato. Sono qui ma mi sento da un’altra parte.

Mi sento così lontano da cose come queste.

Sono ancora qui.

LEI è ancora qui. La mia vicina. Vicinissima. E già così lontana.

 

LEI, Mavie Parisi

LUI, Maria Lucia Riccioli

Ringraziamo per la disponibilità librerie, associazioni, centri culturali, biblioteche…

Le altre autrici: Maria Attanasio, Angela Bonanno, Marinella Fiume, Lia Levi, Simona Lo Iacono, Anna Pavone, Maria Rita Pennisi – curatrice del volume e della collana FIORI BLU di Algra nella quale è inserito il volume ed anche il mio libro di cunti in dialetto siciliano QUANNU ‘U SIGNURI PASSAVA P’ ‘O MUNNU -, Tea Ranno, Maria Grazia Sclafani, Elvira Seminara.

DSC05321 (l’articolo uscito su LA CIVETTA DI MINERVA in occasione del convegno siracusano dedicato alla tematica del femminicidio)

NOI SIAMO DESDEMONA - Acicastello (l’articolo sulla presentazione di Aci Castello)

https://www.youtube.com/watch?v=o_QI4xDh1M0 Il booktrailer

https://www.youtube.com/watch?v=IAqmldU7VvY Il convegno FILDIS sul femminicidio (Siracusa, 3 maggio 2014)

I recenti fatti di cronaca mostrano che i femminicidi anziché diminuire continuano a dilagare.
Il nostro libro è una goccia nel mare ma la consapevolezza di un fenomeno è il presupposto per poter eventualmente fare qualcosa per prevenirlo e curare le ferite che esso provoca.

 

 

 

Nana ospite di Arte insieme di Renzo Montagnoli!

23 lunedì Nov 2015

Posted by mlriccioli in Eventi culturali, Letteratura

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A tutto volume, Alina Catrinoiu, Archimede in movimento, Arciragazzi, area marina protetta, Arte insieme, È Bio, Book b@ng, Bookb@ng, Bookstock Village, Buk festival, Casa del Libro Rosario Mascali, Casa Facile, Castello Maniace, Catania, C’era un mare da favola…, Città del Sole, Città giocosa, Cortile Platamone, Costanza Lindi, dadasicily, Festival delle espressioni letterarie, Giuditta e Filippo Pecoraino, Gufi e melone, Il bosco delle storie, Il mare al museo, Il risveglio di Siracusa, Isola Nera, Joppolo Giancaxio, La bananottera, Laboratorio Scienza e Saperi, Le Fate, Lia Messina, Libreria dei ragazzi, Libreria Un mare di libri, Libreriamo, Libriamoci, Libriamoci 2015, Mammechefatica, Maria Lucia Riccioli, Museo del mare, Nana, Pentelite, Plemmirio, Prospektiva, Renzo Montagnoli, Salone Internazionale del Libro di Torino, Salvo Zappulla, Vanity Fair, Verbavolant edizioni, Writers Magazine Italia e Carmina

Nana sta nuotando nei cuori di tante persone… qualcuna di loro scrive anche delle recensioni!

http://www.lavocedellisola.it/2015/10/11/maria-luisa-riccioli-e-la-sua-bella-fiaba-la-bananottera/

la bananottera

Ringrazio davvero Salvo Zappulla per la sua generosa disponibilità: oltre a scrivere, Zappulla è l’anima del concorso letterario Pentelite e dell’omonima rivista-antologia; recensisce libri su Notabilis e vari periodici on line, legge e fiuta talenti con disinteresse e passione.

Sorpresa!

La recensione di Salvo Zappulla è uscita anche su Arte insieme, il blog di Renzo Montagnoli, che ringrazio per la sua disponibilità e per l’accoglienza nel suo spazio telematico…

(Qualche notizia su Renzo Montagnoli… nasce a Mantova l’8 maggio 1947. Laureato in economia e commercio, dopo aver lavorato per lungo tempo presso un’azienda di credito ora è in pensione e vive con la moglie Svetlana a Borgo Virgilio (MN).

Suoi racconti e poesie sono pubblicati sulle riviste letterarie Isola Nera, Prospektiva,Writers Magazine Italia e Carmina.

E’ il dominus del sito culturale Arteinsieme

(www.arteinsieme.net).

Blog: http://larmoniadelleparole.blogspot.it/).

La bananottera. Maria Lucia Riccioli – Verbavolant . Pagg. 48 – ISBN9788889122839 – € 8,00

Ma che bella questa fiaba di Maria Lucia Riccioli! Nel giro di qualche minuto mi sono ritrovato dentro un mare colorato e variopinto, frenetico, palpitante di vita; circondato da balene e balenottere, anzi bananottere  parlanti e vocianti, che ridono, soffrono, gioiscono, saltellano.  E delfini, tonni, pinguini, stelle marine, alghe. Tutti a fare gruppo e a lottare per una giusta causa. E brava Maria Lucia! Una bella sorpresa. La immaginavo chiusa dentro biblioteche impolverate a documentarsi sulla vita di Mariannina Coffa e invece ha tirato fuori dal cilindro questa fiaba deliziosa. A dimostrazione che uno scrittore non ha limiti, basta inserirlo dentro una centrifuga, strapazzarlo un po’, strizzarlo per bene,  lasciare che liberi la fantasia e… voilà… il piatto è servito!

Cosa c’è di più bello che scrivere per i bambini? Insegnare loro il rispetto per l’ambiente? Far capire  che ogni creatura di questa terra appartiene a nostro Signore? L’uomo troppo spesso agisce con crudeltà nei confronti degli animali e sta alle persone sensibili cercare di arginare il  triste fenomeno. Questa storia mi ha fatto bene, da oggi divento vegano, e le banane… le banane… le sbuccerò prima di mangiarle.  E anche i fichidindia.

Maria Lucia, come nasce questa fiaba?

 

Caro Salvo, è un vero piacere per me rispondere alla tue domande. Un libro nasce sempre da un felice incontro fra caso è destino… che poi forse sono la stessa cosa. Io e mia sorella Manuela amiamo molto i giochi di parole e una volta venne fuori proprio “bananottera“. Fu poi mia sorella ad insistere perché ne tirassi fuori una storia. Chi è la bananottera? Cosa le regala la banana che è in lei? Il colore! E così è nato il più sereno e piacevole da scrivere dei miei libri. Per inciso “bananottera” è quello che i francesi chiamano “mot valise”, parola macedonia… nel pdf che si può scaricare gratuitamente dal sito di VerbaVolant edizioni bimbi, genitori e insegnanti potranno trovare molti spunti per giocare con le parole, leggere le più importanti storie sul mare, crearne di nuove, oltre che conoscere meglio flora e fauna marina e i problemi ambientali.

Parlaci dell’editore, facciamo conoscere i nostri bravi editori siciliani, in tempi di grandi fusioni editoriali che rischiano di strangolare il mercato.

Hai ragione, Salvo. Per usare una parola macedonia è nata di recente la Rizzolidori oMondazzoli che dir si voglia… Ma torniamo a VerbaVolant edizioni… Fausta Di Falco è una giovane editrice, molto tenace e determinata nella sua passione, che è quella di pubblicare storie per bambini e ragazzi, settore nel quale ha raggiunto un elevato livello qualitativo, narrativa per adulti, graphic novel… da segnalare i libri da parati, una loro esclusiva: storie illustrate su un foglio 70×100 che diventa un elemento d’arredo. Per citare alcuni dei suoi autori, Annamaria Piccione e Giovanni Marchese. Non dimentichiamo la meritoria iniziativa di ripubblicare i libri della scrittrice canicattinese Laura Di Falco, che negli anni Cinquanta conquistò un posto di rilievo nella ribalta letteraria nazionale.

E ora parlaci della tua illustratrice, facciamo conoscere anche lei, per la par condicio

L’illustratrice de “La bananottera” è la palermitana Monica Saladino… lavora in maniera molto moderna e materica, quindi le sue sono più opere che semplici illustrazioni. Ha anche illustrato “Il ritorno di Cappuccetto rosso”, libro da parati di Annamaria Piccione. Per una felice coincidenza ci siamo incontrate io, Monica, Alessandra e Fausta a Palermo e così è nato il progetto che ha permesso a Nana di nuotare nelle librerie e sugli scaffali…

Che differenza c’è tra scrivere una fiaba e un romanzo storico?

Ho esordito con “Ferita all’ala un’allodola”, romanzo storico sulla poetessa e patriota netina Mariannina Coffa. Intanto un romanzo di questo tipo esige studio e ricerca preparatori o comunque paralleli alla stesura… scrivere una fiaba invece vuol dire avvicinarsi in punta di piedi al fantastico e delicato mondo dei bambini, tornare alla propria infanzia, giocare con la fantasia e le parole. Per la Coffa ho fatto una full immersion nell’Ottocento – musica, storia, letteratura… Per la mia dolce Nana, la bananottera gialla, ho scritto una storia che da bambina mi sarebbe piaciuto ascoltare o leggere.

Cos’ hai in cantiere per il futuro?

Ho già in mente un’altra storia per bambini… e sto comunque lavorando su altri due romanzi storici. Senza dimenticare la mia vena dialettale.  Insomma… staremo a vedere. Ringrazio gli editori i recensori i presentatori e i lettori che hanno avuto fiducia in me.

Pensi si dovrebbe fare di più nelle scuole per stimolare i bambini a leggere?

Non servono soltanto i pur meritori progetti lettura… occorre che l’abitudine alla lettura venga coltivata a casa oltre che a scuola. Anche i media e la società tutta dovrebbero trasmettere il messaggio che la lettura e la cultura sono pilastri fondamentali della vita di noi tutti. Ma tutto parte sempre – come è accaduto per me – da un adulto che legge e racconta.

Salvo Zappulla

 

Ecco le altre recensioni finora uscite su LA BANANOTTERA…

Per me e Nana è una grande gioia essere citate dal blog Mammechefatica…

Ecco il post: http://www.mammechefatica.it/2015/09/04/banana-o-balenottera/#comment-774

Banana o balenottera?

Posted on venerdì, 4 settembre, 2015 by mammechefatica

libroA dire il vero si tratta di una “Bananottera”! Stiamo parlando del nuovo libro  di Maria Lucia Riccioli (Verba Volant, pag 48, €8).

Di cosa si tratta? Di uno strano pescione giallo, di nome Nana, nato in una notte di luna piena. Per il suo aspetto un po’ inconsueto viene presa in giro dagli altri pesci dell’oceano, ma scoprirà di avere un cuore grande e diventerà un’ eroina.

Perchè ci piace? Un libro semplice, per bambini piccoli, che spiega con le giuste parole cosa significhi sentirsi diverso, preso in giro, insicuro. Il tema del bullismo e dell’emarginazione deve essere affrontato già in tenera età, con i termini e i modi appropriati perchè solo così si fa vera prevenzione.

MammeCheFatica lo consiglia perchè: Innanzitutto perchè è una storia a lieto fine in cui a vincere è il fatto di credere in se stessi e nel proprio valore, inoltre contiene una serie di regole per chi sta in mare ed infine è un libro pubblicato da una piccola casa editrice indipendente siciliana a cui va tutta la nostra stima!

Ringrazio ancora il blog… e vi posto altre due recensioni che mi sono molto care:

http://www.libreriamo.it/a/12735/conversazione-con-maria-lucia-riccioli-sulla-favola-la-bananottera-leggere-e-scrivere-ci-trasforma.aspx

Ringrazio l’amica blogger e scrittrice Rosalia Messina per questa recensione-intervista su Libreriamo…

E qui trovate la recensione della blogger e poetessa Costanza Lindi…

https://clindi.wordpress.com/2015/07/02/la-bananottera-di-maria-lucia-riccioli/

Arrivederci al prossimo sbuffo!

E naturalmente grazie a Casa Facile che nel numero di agosto ha ospitato me e Nana!

L’11 maggio è stata pubblicata per i tipi di VerbaVolant edizioni la mia fiaba “La bananottera” (con illustrazioni di Monica Saladino), presentata in anteprima al Salone Internazionale del Libro di Torino il 17 maggio presso il Bookstock Village al Laboratorio Scienza e Saperi, con lettura animata e laboratorio per i bambini.

La fiaba è stata poi presentata a Palermo presso la Libreria Un mare di libri, a Siracusa presso la Casa del Libro Rosario Mascali il 30 maggio, alla fiera “Una marina di libri” di Palermo il 5 e 6 giugno (presentazione e laboratorio), il 14 giugno a Ragusa (A tutto volume) con un laboratorio, il 20 giugno presso la Libreria dei Ragazzi di Siracusa con una labomerenda.

Dal 31 luglio al 2 agosto 2015 “La bananottera” è stata ospite della fiera letteraria “Gufi e melone” di Joppolo Giancaxio (AG), patrocinata dal Comune e dalla Biblioteca comunale.

Il 28 agosto, presso la spiaggetta del Castello Maniace ( che fa parte dell’area marina protetta del Plemmirio di Siracusa), la mia fiaba è stata ospite di “C’era un mare da favola…”.

Il 13 settembre ho tenuto una lettura de “La bananottera” in Piazza Leonardo da Vinci a Siracusa nell’ambito della manifestazione “Il risveglio di Siracusa” organizzata da “Archimede in movimento”.

Il 18, 19 e 20 settembre ho preso parte al Catania Book Festival presso il Cortile Platamone.

Il 3 ottobre, con “La bananottera”, sono stata ospite della manifestazione “Il mare al museo” presso il Museo del mare di Siracusa, mentre a Palermo la fiaba è stata protagonista di un laboratorio presso “È Bio”.

Il 25 ottobre “La bananottera” è stata tra i libri VerbaVolant in mostra al Book b@ng di Messina ed è stata presentata a Palermo presso La Città del Sole, il 31 ottobre è stata presentata a Ragusa presso “Le Fate” e il 15 novembre è stata ospite di “Archimede in movimento” a Siracusa. Dal 4 all’8 dicembre 2015 sarà ospite di “Più Libri Più Liberi”, la fiera della piccola e media editoria che si svolgerà a Roma presso il Palazzo delle Esposizioni dell’EUR.

E su Vanity Fair del 2 settembre scorso!

 

 

Nana ospite di “Archimede in movimento”… domenica 15!

15 domenica Nov 2015

Posted by mlriccioli in Eventi culturali, Letteratura

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A tutto volume, Alina Catrinoiu, Archimede in movimento, Arciragazzi, area marina protetta, È Bio, Book b@ng, Bookb@ng, Bookstock Village, Buk festival, Casa del Libro Rosario Mascali, Casa Facile, Castello Maniace, Catania, C’era un mare da favola…, Città del Sole, Città giocosa, Cortile Platamone, Costanza Lindi, dadasicily, Festival delle espressioni letterarie, Giuditta e Filippo Pecoraino, Gufi e melone, Il bosco delle storie, Il mare al museo, Il risveglio di Siracusa, Joppolo Giancaxio, La bananottera, Laboratorio Scienza e Saperi, Le Fate, Lia Messina, Libreria dei ragazzi, Libreria Un mare di libri, Libreriamo, Libriamoci, Libriamoci 2015, Mammechefatica, Maria Lucia Riccioli, Museo del mare, Nana, Pentelite, Plemmirio, Salone Internazionale del Libro di Torino, Salvo Zappulla, Vanity Fair, Verbavolant edizioni

Nana and me!

Volevo ringraziare tutti gli intervenuti… Specie genitori e bimbi che hanno ascoltato la mia narrazione… Come dice la mia cara amica Lucia Corsale, giornalista e scrittrice, Nana ha nuotato fino al Porto Piccolo… Ed ha incontrato tanti bimbi!

Archimede in Movimento 3° edizione
presso la circoscrizione Santa Lucia. L’evento si è svolto domenica 15 novembre 2015, dalle 10:00 alle 22:00.

Tutto giallo come Nana!

La mia dolce bananottera gialla Nana non smette di nuotare, anzi!

Dopo aver sguazzato e sbuffato per le scuole, dopo aver salutato LE FATE di Ragusa, adesso torna a Siracusa ospite di Archimede in movimento…

Fausta Di Falco, l’editrice di VerbaVolant edizioni, sarà insieme a me e Nana per raccontare la sua storia bananotterosa!

Il parco dei Marinaretti di Viale Regina Margherita…

Grazie per l’ospitalità a Pino e Luca… nel Bosco delle Storie!

E un doveroso omaggio alle vittime di Parigi. 😦

Che bello il teatrino delle marionette!

Nana and friends…

Dai, vi aspetto numerosi con la mia penna gialla e le unghie color banana per autografare libri e regalarvi i segnalibri di Nana!

Ora vi posto anche altro materiale.

La mia dolce bananottera gialla, Nana sta nuotando nei cuori di tante persone… qualcuna di loro scrive anche delle recensioni!

http://www.lavocedellisola.it/2015/10/11/maria-luisa-riccioli-e-la-sua-bella-fiaba-la-bananottera/

la bananottera

Ringrazio davvero Salvo Zappulla per la sua generosa disponibilità: oltre a scrivere, Zappulla è l’anima del concorso letterario Pentelite e dell’omonima rivista-antologia; recensisce libri su Notabilis e vari periodici on line, legge e fiuta talenti con disinteresse e passione.

Ecco le altre recensioni finora uscite su LA BANANOTTERA…

Per me e Nana è una grande gioia essere citate dal blog Mammechefatica…

Ecco il post: http://www.mammechefatica.it/2015/09/04/banana-o-balenottera/#comment-774

Banana o balenottera?

Posted on venerdì, 4 settembre, 2015 by mammechefatica

libroA dire il vero si tratta di una “Bananottera”! Stiamo parlando del nuovo libro  di Maria Lucia Riccioli (Verba Volant, pag 48, €8).

Di cosa si tratta? Di uno strano pescione giallo, di nome Nana, nato in una notte di luna piena. Per il suo aspetto un po’ inconsueto viene presa in giro dagli altri pesci dell’oceano, ma scoprirà di avere un cuore grande e diventerà un’ eroina.

Perchè ci piace? Un libro semplice, per bambini piccoli, che spiega con le giuste parole cosa significhi sentirsi diverso, preso in giro, insicuro. Il tema del bullismo e dell’emarginazione deve essere affrontato già in tenera età, con i termini e i modi appropriati perchè solo così si fa vera prevenzione.

MammeCheFatica lo consiglia perchè: Innanzitutto perchè è una storia a lieto fine in cui a vincere è il fatto di credere in se stessi e nel proprio valore, inoltre contiene una serie di regole per chi sta in mare ed infine è un libro pubblicato da una piccola casa editrice indipendente siciliana a cui va tutta la nostra stima!

Ringrazio ancora il blog… e vi posto altre due recensioni che mi sono molto care:

http://www.libreriamo.it/a/12735/conversazione-con-maria-lucia-riccioli-sulla-favola-la-bananottera-leggere-e-scrivere-ci-trasforma.aspx

Ringrazio l’amica blogger e scrittrice Rosalia Messina per questa recensione-intervista su Libreriamo…

E qui trovate la recensione della blogger e poetessa Costanza Lindi…

https://clindi.wordpress.com/2015/07/02/la-bananottera-di-maria-lucia-riccioli/

Arrivederci al prossimo sbuffo!

E naturalmente grazie a Casa Facile che nel numero di agosto ha ospitato me e Nana!

L’11 maggio è stata pubblicata per i tipi di VerbaVolant edizioni la mia fiaba “La bananottera” (con illustrazioni di Monica Saladino), presentata in anteprima al Salone Internazionale del Libro di Torino il 17 maggio presso il Bookstock Village al Laboratorio Scienza e Saperi, con lettura animata e laboratorio per i bambini.

La fiaba è stata poi presentata a Palermo presso la Libreria Un mare di libri, a Siracusa presso la Casa del Libro Rosario Mascali il 30 maggio, alla fiera “Una marina di libri” di Palermo il 5 e 6 giugno (presentazione e laboratorio), il 14 giugno a Ragusa (A tutto volume) con un laboratorio, il 20 giugno presso la Libreria dei Ragazzi di Siracusa con una labomerenda.

Dal 31 luglio al 2 agosto 2015 “La bananottera” è stata ospite della fiera letteraria “Gufi e melone” di Joppolo Giancaxio (AG), patrocinata dal Comune e dalla Biblioteca comunale.

Il 28 agosto, presso la spiaggetta del Castello Maniace ( che fa parte dell’area marina protetta del Plemmirio di Siracusa), la mia fiaba è stata ospite di “C’era un mare da favola…”.

Il 13 settembre ho tenuto una lettura de “La bananottera” in Piazza Leonardo da Vinci a Siracusa nell’ambito della manifestazione “Il risveglio di Siracusa” organizzata da “Archimede in movimento”.

Il 18, 19 e 20 settembre ho preso parte al Catania Book Festival presso il Cortile Platamone.

Il 3 ottobre, con “La bananottera”, sono stata ospite della manifestazione “Il mare al museo” presso il Museo del mare di Siracusa, mentre a Palermo la fiaba è stata protagonista di un laboratorio presso “È Bio”.

Il 25 ottobre “La bananottera” è stata tra i libri VerbaVolant in mostra al Book b@ng di Messina ed è stata presentata a Palermo presso La Città del Sole, il 31 ottobre è stata presentata a Ragusa presso “Le Fate” e il 15 novembre è stata ospite di “Archimede in movimento” a Siracusa.

E su Vanity Fair del 2 settembre scorso!

 

 

Nana nuota… nelle scuole!

13 venerdì Nov 2015

Posted by mlriccioli in Eventi culturali, Letteratura

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A tutto volume, Alina Catrinoiu, Anna Rallo, Archimede in movimento, area marina protetta, È Bio, Book b@ng, Bookb@ng, Bookstock Village, Buk festival, Casa del Libro Rosario Mascali, Castello Maniace, Catania, C’era un mare da favola…, Città del Sole, Cortile Platamone, dadasicily, Festival delle espressioni letterarie, Giuditta e Filippo Pecoraino, Gufi e melone, Il mare al museo, Il risveglio di Siracusa, Instagram, Joppolo Giancaxio, La bananottera, Laboratorio Scienza e Saperi, Le Fate, Libreria dei ragazzi, Libreria Un mare di libri, Libriamoci, Libriamoci 2015, Maria Lucia Riccioli, Museo del mare, Nana, Plemmirio, Salone Internazionale del Libro di Torino, Santa Lucia, Verbavolant edizioni, websta

Tanti splendidi incontri con l’autore, in occasione di #libriamoci2015 e oltre…

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L’11 maggio è stata pubblicata per i tipi di VerbaVolant edizioni la mia fiaba “La bananottera” (con illustrazioni di Monica Saladino), presentata in anteprima al Salone Internazionale del Libro di Torino il 17 maggio presso il Bookstock Village al Laboratorio Scienza e Saperi, con lettura animata e laboratorio per i bambini.

La fiaba è stata poi presentata a Palermo presso la Libreria Un mare di libri, a Siracusa presso la Casa del Libro Rosario Mascali il 30 maggio, alla fiera “Una marina di libri” di Palermo il 5 e 6 giugno (presentazione e laboratorio), il 14 giugno a Ragusa (A tutto volume) con un laboratorio, il 20 giugno presso la Libreria dei Ragazzi di Siracusa con una labomerenda.

Dal 31 luglio al 2 agosto 2015 “La bananottera” è stata ospite della fiera letteraria “Gufi e melone” di Joppolo Giancaxio (AG), patrocinata dal Comune e dalla Biblioteca comunale.

Il 28 agosto, presso la spiaggetta del Castello Maniace ( che fa parte dell’area marina protetta del Plemmirio di Siracusa), la mia fiaba è stata ospite di “C’era un mare da favola…”.

Il 13 settembre ho tenuto una lettura de “La bananottera” in Piazza Leonardo da Vinci a Siracusa nell’ambito della manifestazione “Il risveglio di Siracusa” organizzata da “Archimede in movimento”.

Il 18, 19 e 20 settembre ho preso parte al Catania Book Festival presso il Cortile Platamone.

Il 3 ottobre, con “La bananottera”, sono stata ospite della manifestazione “Il mare al museo” presso il Museo del mare di Siracusa, mentre a Palermo la fiaba è stata protagonista di un laboratorio presso “È Bio”.

Il 25 ottobre “La bananottera” è stata tra i libri VerbaVolant in mostra al Book b@ng di Messina ed è stata presentata a Palermo presso La Città del Sole, mentre il 31 ottobre è stata presentata a Ragusa presso “Le Fate”. Il 15 novembre il libro sarà ospite della nuova edizione di “Archimede in movimento”.

Tante piccole Nane di cartoncino! Grazie Anna Rallo! Oggi alla sede di via Torino della scuola Wojtyla. — con Monica Saladino, Elio Cannizzaro e Maria Lucia Riccioli.

Colgo l’occasione per ringraziare l’amica – che non conosco ma è come se lo fosse perché ha postato e scritto con simpatia materiale sul mio libro – di questo link:

http://websta.me/p/1049947937797051250_1745085771

image: https://marialuciariccioli.files.wordpress.com/2015/11/9f780-12132914_186388471694993_1218825676_a.jpg

lalla79_xoxo Li scoviamo tutti noi!! Oggi leggiamo la storia della balena nata gialla come le banane!!! #libriperbambini #animalistrani #sempremarinipero‘#bananottera #libreriastrapiena 3mon
Read more at http://websta.me/p/1049947937797051250_1745085771#6MGykfFkJobsLk9o.99

Semplicemente fantastica!

LA CIVETTA DI MINERVA… nuovo numero in edicola venerdì 13!

13 venerdì Nov 2015

Posted by mlriccioli in Eventi culturali, Letteratura, Musica

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Carmelinda Gentile, Eschilo, Euripide, Federico Tiezzi, Ifigenia in Aulide, Inda, La Civetta di Minerva, Le Supplici, Lorenzo Falletti, Maria Lucia Riccioli, Mario Incudine, Medea, Moni Ovadia, Paolo Magelli, Rita Abela, Sebastiano Lo Monaco, Seneca, Siracusa, Spettacoli classici, Teatro greco, tragedie, Valentina Banci

 

Ecco l’ultimo numero de LA CIVETTA DI MINERVA…

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=1046%3Ala-civetta-di-minerva-in-edicola-il-nuovo-numero-del-13-novembre-2015&catid=15%3Aattualita&Itemid=139

LA CIVETTA esce ogni due venerdì e poi molti articoli confluiscono nel sito, dove troverete anche aggiornamenti e novità.

Buona lettura!

 

Nana nuota… per ARCHIMEDE IN MOVIMENTO!

12 giovedì Nov 2015

Posted by mlriccioli in Eventi culturali, Letteratura

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A tutto volume, Alina Catrinoiu, Archimede in movimento, area marina protetta, È Bio, Book b@ng, Bookb@ng, Bookstock Village, Buk festival, Casa del Libro Rosario Mascali, Castello Maniace, Catania, C’era un mare da favola…, Città del Sole, Cortile Platamone, dadasicily, Festival delle espressioni letterarie, Giuditta e Filippo Pecoraino, Gufi e melone, Il mare al museo, Il risveglio di Siracusa, Joppolo Giancaxio, La bananottera, Laboratorio Scienza e Saperi, Le Fate, Libreria dei ragazzi, Libreria Un mare di libri, Libriamoci, Libriamoci 2015, Maria Lucia Riccioli, Marinaretti, Museo del mare, Nana, Plemmirio, Salone Internazionale del Libro di Torino, Santa Lucia, Verbavolant edizioni

Ecco la novità… la mia dolce bananottera gialla, ovvero Nana, nuoterà fino a Siracusa ai Marinaretti per ARCHIMEDE IN MOVIMENTO.

Archimede in Movimento 3° edizione.
Questa volta troveremo ospitalità presso la circoscrizione Santa Lucia. L’evento si svolgerà domenica 15 novembre 2015, dalle 10:00 alle 22:00.
E’ un contenitore socio culturale non politico.

Giornata dedicata alle attività produttive, alle artisticità e alla musica aretusee, terza edizione.
Se vuoi partecipare, gratuitamente, contattaci immediatamente:
Salvo 3471097484
Giuseppe 3480665107
email archimedeinmovimento@gmail.com

https://www.facebook.com/faustadifalco/posts/10206565325785023?comment_id=10206565365066005&notif_t=mentions_comment (il link all’evento Facebook)

L’11 maggio è stata pubblicata per i tipi di VerbaVolant edizioni la mia fiaba “La bananottera” (con illustrazioni di Monica Saladino), presentata in anteprima al Salone Internazionale del Libro di Torino il 17 maggio presso il Bookstock Village al Laboratorio Scienza e Saperi, con lettura animata e laboratorio per i bambini.

La fiaba è stata poi presentata a Palermo presso la Libreria Un mare di libri, a Siracusa presso la Casa del Libro Rosario Mascali il 30 maggio, alla fiera “Una marina di libri” di Palermo il 5 e 6 giugno (presentazione e laboratorio), il 14 giugno a Ragusa (A tutto volume) con un laboratorio, il 20 giugno presso la Libreria dei Ragazzi di Siracusa con una labomerenda.

Dal 31 luglio al 2 agosto 2015 “La bananottera” è stata ospite della fiera letteraria “Gufi e melone” di Joppolo Giancaxio (AG), patrocinata dal Comune e dalla Biblioteca comunale.

Il 28 agosto, presso la spiaggetta del Castello Maniace ( che fa parte dell’area marina protetta del Plemmirio di Siracusa), la mia fiaba è stata ospite di “C’era un mare da favola…”.

Il 13 settembre ho tenuto una lettura de “La bananottera” in Piazza Leonardo da Vinci a Siracusa nell’ambito della manifestazione “Il risveglio di Siracusa” organizzata da “Archimede in movimento”.

Il 18, 19 e 20 settembre ho preso parte al Catania Book Festival presso il Cortile Platamone.

Il 3 ottobre, con “La bananottera”, sono stata ospite della manifestazione “Il mare al museo” presso il Museo del mare di Siracusa, mentre a Palermo la fiaba è stata protagonista di un laboratorio presso “È Bio”.

Il 25 ottobre “La bananottera” è stata tra i libri VerbaVolant in mostra al Book b@ng di Messina ed è stata presentata a Palermo presso La Città del Sole, mentre il 31 ottobre è stata presentata a Ragusa presso “Le Fate”.

 

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