Quando la scrittura si unisce all’imprenditoria legata alla nostra tradizione agricola… ecco accadere una Favola!
Giorno 27 ottobre, venerdì, presso l’Azienda agricola Oliva a Solarino (SR), le note del quartetto Cesar Franck ci porteranno alla scoperta dei luoghi di produzione delle eccellenze di Sicilia: grano, olio e vino!
C’è tempo fino a mercoledì per prenotare gli ultimi posti.
Vi ricordiamo che la singola partecipazione va richiesta inviando un’email all’indirizzo info@agricolaoliva.it
GRAZIE!
INEDITO SICILIANO
Inedito Siciliano è un concetto nuovo, è la mini rassegna culturale della stagione di transito. L’autunno è arrivato: grano, olive e uva – maturati pazientemente al sole – vengono immediatamente processati per subire una lenta metamorfosi e portare con sé il ricordo del tepore estivo.
Per rendere dolce questo graduale intorpidimento, i nostri sensi verranno cullati dalle note musicali e dal gusto intenso dei prodotti della nostra terra.
Il primo evento, che si terrà l’8 ottobre presso l’Agriturismo Stallaini, è stato ideato per godere a pieno del sole e dei profumi mattutini che solo le campagne siciliane sanno offrirci nelle prime domeniche ottobrine. Una degustazione di prodotti a km0 con particolare attenzione ai grani antichi siciliani, sarà preceduta da una passeggiata nella natura e dal concerto del Quartetto César Franck che eseguirà le “Sonate a quattro” di Gioacchino Rossini.
Come in ogni metamorfosi, l’evento-fase successivo si concentrerà sulla trasformazione. Il 27 ottobre l’Azienda Oliva ospiterà il Quartetto César Franck che questa volta eseguirà, nell’insolita venue dell’ambiente industriale di produzione ed elaborazione dei prodotti oleari, le musiche del compositore boemo Antonín Dvořák. Avvolti dai profumi delle olive appena molite, il pubblico sarà accolto con una degustazione a base di olio extra vergine d’oliva della nuova stagione.
Siamo in autunno inoltrato, i ribollenti mosti hanno già subito la prima trasformazione: è ora di rallegrarci e risvegliare in noi il ricordo di un lontano tepore estivo! Quale modo più idoneo per festeggiare, se non con i vini offerti, appositamente per la rassegna, dalle Cantine Pupillo?
Inedito Siciliano, un “trittico di delizie” della nostra terra da non lasciarsi sfuggire!
Favole extravergine… sigillate a mano.
La Sicilia al femminile: Decisa, Amara, Piccante, Sensuale…
Piccoli indizi per un progetto creativo molto originale… il resto a venerdì!
Formatosi nel 2013 dall’incontro di quattro giovani strumentisti catanesi accomunati dalla passione per lo studio del grande repertorio quartettistico. I suoi membri hanno tutti alle spalle importanti percorsi di formazione individuale e cameristica, avendo studiato con docenti di spessore Internazionale e collaborato in numerose occasioni con artisti di grande fama.
Si è da subito segnalato come una delle realtà cameristiche siciliane di maggior rilievo. Selezionato da Simone Gramaglia (Quartetto di Cremona) per prendere parte al progetto “Le Dimore del Quartetto” insieme ai più importanti quartetti giovanili italiani, si perfeziona regolarmente con M. Kopelman, storico primo violino del Quartetto Borodin.
Il Quartetto Cesar Franck ha già al suo attivo numerosi concerti per importanti stagioni concertistiche italiane.
Nel settembre 2015 è stato ammesso al corso di Alto Perfezionamento presso l’accademia W. Stauffer tenuto dal Quartetto Di Cremona. Vincitori della borsa di studio offerta da Terna nell’ambito del progetto Dimore del Quartetto. Nell’ottobre 2016 il quartetto debutta per la Società Del Quartetto di Milano e con grande successo si afferma come una delle formazione cameristiche emergenti in Italia.
Suonano un quartetto d’archi costruito dal liutaio Torinese Paolo Rabino concesso in affidamento da Giovanni Accornero.
Ecco il nuovo numero del giornale bisettimanale LA CIVETTA DI MINERVA!
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Ecco il link ai miei ultimi articoli usciti sul cartaceo e poi confluiti nel sito…
Nel suo nuovo libro, ha musicato i versi immortali di Leopardi, Pascoli e Quasimodo. Il personaggio non è nuovo a queste contaminazioni: ha già collaborato con Salvatore Fiume, col tenore Di Stefano, con i registi Garay e Grimaldi, con Camilleri e Ada Merini
La Civetta di Minerva, 6 ottobre 2017
“L’essenza della musica è di svegliare in noi quel fondo misterioso della nostra anima, che comincia là dove il finito e tutte le arti che hanno per oggetto il finito si fermano, là dove la scienza si ferma, e che si può perciò chiamare religioso”: così Marcel Proust nella “Lettera alla figlia di Madeleine Lemaire” citata da Alessandro Quasimodo nella prefazione al nuovo lavoro di Aurelio Caliri, che ha unito musica e poesia nel volume “Canti – Poesie di Giacomo Leopardi, Giovanni Pascoli, Salvatore Quasimodo”, rivestendo di note i versi immortali di tre fra i nostri più importanti poeti.
Il volume, nel quale è possibile trovare gli spartiti delle composizioni di Caliri dedicate a Salvatore Quasimodo, Giacomo Leopardi e Giovanni Pascoli, è impreziosito da chine rappresentanti i luoghi del cuore di ogni poeta: la torre del borgo antico e Casa Leopardi, i luoghi di San Mauro cari a Pascoli, la casa natale e San Giorgio a Modica.
Tra malinconia e struggimento, nostalgia e contemplazione, le note di Caliri si intrecciano alle parole – vaghe, indefinite e musicali esse stesse, oppure nette e coloristiche, ritmo e melodia di sillabe – di tre poeti che ben conoscevano il rapporto tra musica e poesia (citiamo a memoria “la grave / conchiglia soffiata dai pastori siciliani”, “amore di suoni”, la “cantilena di remi e di cordami”, “le voci dei fiumi e delle rocce” e l’oboe “sommerso” di Quasimodo, il “chiù” e le altre onomatopee di Pascoli, attentissimo e sensibile alle armonie più profonde di ogni singolo suono della natura e della propria interiorità oltre che dei fonemi, per non parlare di Leopardi, che non a caso diede il nome di “Canti” alla raccolta di liriche che ha traghettato la poesia italiana nella modernità).
Non a caso crediamo che Caliri abbia scelto, nella sterminata produzione poetica di Leopardi, Pascoli e Quasimodo, testi che alla musica o comunque a voci, suoni, rumori e silenzi fanno riferiment oscoperto o velato e che sembrano essere contrappunto l’uno dell’altro: un esempio tra tutti, il “telaio” che “batteva nel cortile” di Quasimodo, così leopardiano nel suo ricordarci Silvia, la sua tela e il “perpetuo canto” che riecheggiava nelle stanze da poco restaurate e restituite alla fruizione del pubblico.
Caliri non è nuovo alle contaminazioni artistiche fra musica, poesia e arte. Ricordiamo le prestigiose collaborazioni con il pittore e poeta Salvatore Fiume, coll’indimenticato tenore Giuseppe Di Stefano, con i registi Roberto Garay e Aurelio Grimaldi, col pianista Bruno Canino nel cd “La voce del vento” e, sempre per restare in ambito poetico, con il poeta Salvatore Camilleri e Alda Merini, la poetessa dei Navigli della quale Caliri ha musicato tredici composizioni interpretate da Gabriella Rolandi in “Canto alla luna”.
Il Rettore del Santuario, don Aurelio Russo, ha già scritto al Pontefice. Bergoglio divenne sacerdote nel giorno di santa Lucia ed è devotissimo alla Madonna. Due buoni motivi per essere qui l’anno prossimo
La Civetta di Minerva, 22 settembre 2017
Si sono da poco concluse le celebrazioni per il sessantaquattresimo anniversario della Lacrimazione del quadretto di gesso (29 agosto – 1 settembre 1953) raffigurante il Cuore immacolato e addolorato di Maria: il miracolo di via degli Orti di San Giorgio a Siracusa, commentato da Pio XII che si domandava quale fosse “l’arcano significato” di quelle lacrime e se gli uomini fossero capaci di comprenderlo, in sei decenni e rotti ha dato vita ad un flusso costante di pellegrini, alle missioni del Reliquiario (ultima ma non ultima quella a Castellammare di Stabia, che ha visto la partecipazione di più di tremila persone), al progetto – travagliato e poi finalmente realizzato – del Santuario, poi elevato alla dignità di Basilica mariana, ad una corrente di devozione incessante.
Secondo le parole di Anna Gioia, responsabile del gruppo mariano Apostoli del Cuore addolorato e immacolato di Maria, che ha ringraziato in particolare don Raffaele Aprile per l’accoglienza e la guida storico-culturale e spirituale dei pellegrini (non sempre in passato è stato così e non comunque con queste modalità: per usare ancora le parole dei pellegrini: “disponibilità”, “simpatia”, “entusiasmo”, “fede e devozione” traspaiono da chi, facendo da “cicerone”, attrae tanti smarriti di cuore), qualcuno ha visto la costruzione “come un’enorme lacrima discesa dal Cielo… mi piace pensare che sia proprio così: Il Cielo piange per questa umanità sofferente e sull’orlo del precipizio”.
Le celebrazioni dell’anniversario del 2017 sono state arricchite di una novità significativa nel senso dell’inclusione e della solidarietà: una rampa lignea ha permesso sia ai diversamente abili con difficoltà di deambulazione che agli altri fedeli e pellegrini di fissare lo sguardo in quello della Madonnina delle Lacrime contemplandola a una distanza e un’altezza ravvicinate, esperienza toccante – come testimoniato dal numeroso e composto cordone di folla che tra la fine di agosto e l’inizio di settembre ha visitato la Basilica.
Il cardinale Beniamino Stella, prefetto della Congregazione per il clero, oltre ad aver composto un’orazione per la Madonna delle Lacrime, ha chiuso i festeggiamenti il primo settembre ricordando il “genio tutto al femminile» delle donne sotto la croce, quella di Cristo e dei sofferenti di ogni tempo, bagnata da lacrime di dolore, di gioia e di attesa”.
Il rettore della Basilica-Santuario della Madonna delle Lacrime, don Aurelio Russo, con devozione e semplicità ha rinnovato il proprio invito al Santo Padre Francesco perché venga a Siracusa in occasione del sessantacinquesimo anniversario della Lacrimazione: scherzando, si è autodefinito uno “stalker” del Santo Pontefice, sia nel corso degli incontri personali che anche grazie alla cordiale intermediazione del cardinale Stella: ricordiamo anche che Jorge Mario Bergoglio è diventato sacerdote il 13 dicembre del 1969, quindi in occasione della festa di Santa Lucia. Un doppio legame spirituale con Siracusa, dunque, quello di Francesco: Maria – la devozione del papa, grazie anche a Nostra Signora di Bonaria o Madonna di Bonaria, cui è legata la fondazione di Buenos Aires, è ben nota – e Lucia, le “due donne che parlano con gli occhi”, aspettano il Santo Padre.
Ed eccone un altro (categoria Cultura, mentre il primo che ho postato appartiene alla rubrica Chiesa e dintorni).
Emanuele Lelli, docente de “La Sapienza” di Roma, è l’alfiere di una nuova disciplina, la demofilologia, che tenta di lumeggiare la letteratura greca e latina alla luce di ciò che resta dell’immenso patrimonio immateriale nella zona euromediterranea
La Civetta di Minerva, 30 giugno 2017
I confini tra le discipline sono fortunatamente labili, perché è proprio dalla contaminazione dei saperi e delle competenze che nascono nuove ipotesi di ricerca e si spalancano nuovi campi aperti alla sperimentazione. Spesso la specializzazione settoriale – seppur fondamentale – fa perdere di vista i fil rouge che ci sono tra i diversi ambiti della conoscenza; non solo: spesso il mondo accademico ha guardato con sospetto allo “sporcarsi le mani” con la cultura popolare, l’etnologia, la demopsicologia, quando invece tante pagine della letteratura latina e greca – a torto quasi “imbalsamate”, fossilizzate, come se non fossero nate da sudore sangue lacrime, da una cultura che non conosceva barriere rigide tra “alto” e “basso” ma che anzi nasceva da un sostrato agropastorale con tutto il suo corollario di modi di dire, superstizioni, riti… – si spiegano aprendo gli occhi sulle persistenze, su quanto della cultura “bassa”, contadina, pastorale, popolare rimane oggi, a dispetto delle seduzioni del presente, dei nuovi media, dei nuovi riti della socialità, di una lingua imbastardita con l’inglese, della digitalizzazione a volte spersonalizzante.
Emanuele Lelli, docente de “La Sapienza” di Roma, è l’alfiere di una nuova disciplina, la demofilologia, che tenta di leggere le pagine del mondo antico alla luce di quanto rimane dell’immenso patrimonio di cultura popolare nella zona euromediterranea, particolarmente conservativa da questo punto di vista: Calabria, Basilicata, Molise, Abruzzo, Lazio, Campania, Puglia, Sicilia, Sardegna sono state e sono il campo etnografico del professor Lelli: tramite interviste e domande mirate (un questionario etnografico in cui nulla è lasciato al caso) il docente ha indagato sulle analogie e identità tra quanto letto nei classici greci e latini (alcuni molto studiati e noti, altri meno, specie i testi non letterari), spaziando dalle superstizioni alla farmacopea, convinto che tutto quanto è liquidato come “folklore” sia utile non solo per leggere gli antichi.
Facciamo qualche esempio: il fatto che il tonno sia considerato il maiale del mare è cosa perfettamente nota da millenni nel nostro Sud, eppure generazioni di studiosi si sono scervellati nel cercare di capire a quale misterioso animale si riferissero le fonti antiche. O ancora: pensiamo alla persistenza di pratiche desacralizzate ma ripetute, come l’abitudine di porre nelle tasche dei defunti del denaro: come non pensare all’obolo per Caronte del mondo pagano, alla pratica del refrigerium, ‘u rifriscu siciliano, all’attraversamento del fiume Giordano e all’offerta a San Pietro dello stesso mondo, cristianizzato ma in cui la nuova religione rappresenta un innesto, un nuovo strato che si aggiunge a millenni di pratiche religiose?
La cultura e la scuola hanno spesso fornito una lettura classicistica degli antichi, all’interno della quale un testo è già connotato come classico, quindi canonico, quasi immobile e marmorizzato.
Il professor Lelli è stato recentemente ospitato dal Liceo Classico “Tommaso Gargallo” di Siracusa, insieme alla nota studiosa Eva Cantarella. La conferenza, introdotta dalla dirigente scolastica Maria Grazia Ficara, ha dato modo al docente di parlare delle tematiche confluite nei suoi testi come “Sud antico – Diario di una ricerca tra filologia ed etnologia” (Bompiani) e “Folklore antico e moderno. Una proposta di ricerca sulla cultura popolare greca e romana” (Fabrizio Serra editore): da Filita di Kos a Plinio il Vecchio, da Varrone a Petronio, da Omero ad Eschilo, Sofocle, Euripide, Catullo, Aristofane, Marziale, passando per i grandi pionieri dell’etnoantropologia come il medico siciliano Giuseppe Pitrè, Raffaele Lombardi Satriano, Gennaro Finamone (che studiarono le tradizioni popolari siciliane, calabresi, abruzzesi), Lelli ha letto e commentato testi, anche tramite l’aiuto di slide e video della sua esperienza sul campo. L’incontro è stato fortemente voluto dal Centrum Latinitatis Europaenella persona della professoressa Lidia Pizzo, presidentessa della sezione siracusana dell’associazione.
Luogo e metafora della diversità a condizioni politiche ingiuste. “L’altro sé – Opposizioni letterarie dal Sud (Silone, Levi, Brancati, Pasolini, Sciascia)”
La Civetta di Minerva, 16 giugno 2017
Crisi come destabilizzazione e crisi come cambiamento. Identità e alterità. Sistema e opposizione ad esso. Visione ideologica del mondo e relativismo. Queste e molte altre le coppie oppositive di concetti che costituiscono l’ossatura del dibattito culturale attuale, nell’ambito del quale ci si domanda quale posto abbiano la letteratura e la critica letteraria in un mondo dominato da letture economicistiche del reale: che impatto ha sul reale un libro?
I lettori de “La Civetta di Minerva” potranno trovare spunti di riflessione in questo senso nel libro di Lorenzo Perrona edito da Algra editore “L’altro sé – Opposizioni letterarie dal Sud (Silone, Levi, Brancati, Pasolini, Sciascia)”. L’autore, che nel volume fa confluire il progetto di ricerca nato tra l’Italia e l’Università di Losanna (fondamentale il contributo di Jean-Jacques Marchand e Raffaella Castagnola e il confronto con Marc Praloran, Nicolò Scaffai e Paolo Orvieto), pone come idea centrale del libro quella del Sud come alterità italiana per eccellenza, luogo fisico e metafora insieme della differenza, della diversità, dell’opposizione a condizioni socioculturali e politiche ingiuste.
Chi era l’altro nella letteratura ottocentesca? E in quella del Novecento? E chi è l’altro oggi? La psicologia ci dice che la costruzione del Sé avviene per differenziazione dall’Altro-da-Sé e questo avviene sia a livello individuale che collettivo (pensiamo alla costruzione dell’idea di nazione, alla formazione degli stati nazionali, dei partiti politici, ai populismi, ai totalitarismi, alla negazione e all’esaltazione delle differenze sessuali, sociali, politiche, economiche, linguistico-culturali…): di questo si occupa una disciplina chiamata imagologia, che quindi ha a che fare con la rappresentazione (imagerie) e l’autorappresentazione (autoimage).
Il libro di Lorenzo Perrona ci mostra dunque come il pensiero divergente della letteratura, con il suo sguardo “altro”, spesso non omologato al sistema ma ad esso oppositivo, possa dar voce ai “villani”, ai “cafoni”, ai diversi in ogni senso di ieri e di oggi, scardinando gli stereotipi e le false rappresentazioni (pensiamo a come sia malposta la secolare questione meridionale, ad esempio) in un’ottica di letteratura “civile” che incida concretamente sul reale.
Ecco uno dei miei ultimi articoli confluiti sul sito…
Interessante mostra documentaria su 400 anni di vicende femminili. Non solo aborti, stupri e delitti ma anche testamenti e figure storiche. Donne dalle condizioni socioeconomiche diverse, donne dalle storie variegate, donne da conoscere e ricordare
La Civetta di Minerva, 19 maggio 2017
Sarà visitabile fino al 31 maggio 2017 – quindi anche durante l’Infiorata – nei saloni espositivi di Palazzo Impellizzeri, sede della Sezione di Noto dell’Archivio di Stato di Siracusa, la mostra documentaria ”Storie di donne nei documenti d’archivio”.
L’esposizione, inaugurata a marzo con un evento teatrale suggestivo, l’emozionante performance delle artiste Chiara Spicuglia, Rina Rossitto e Miriam Scala, che hanno dato respiro e anima con “Voci di donne” a Gaetana Midolo, Marianna Ciccone e Franca Viola, accompagnate dal gruppo dei ragazzi del S.Cuore –, è stata realizzata utilizzando la documentazione proveniente da vari fondi archivistici: fascicoli processuali della Gran Corte Criminale, atti notarili, atti dell’Università di Noto e Prefettura, tutti documenti riferiti a vicende e figure femminili del nostro territorio vissute nell’arco di quattrocento anni.
Regestazione ed allestimento della mostra sono stati curati dalle archiviste della Sezione di Noto, Giuseppina Calvo e Anna Lorenzano, con la collaborazione di Maria Teresa Azzarelli. Coordinatore della mostra è Concetta Corridore, direttore dell’Archivio di Stato di Siracusa. Importante anche il contributo di Salvatore Zuppardo, che ha realizzato la brochure esplicativa dell’esposizione.
Il visitatore sarà suggestionato da tante voci provenienti dal passato: quella del charaullo – meraviglia lessicale per una tradizione tipicamente siciliana – che motus amore divino perdona la moglie adultera nel 1551, quella di Eleonora Nicolaci che parla attraverso il proprio testamento, quella del letterato e scienziato avolese Giuseppe Bianca che ringrazia la poetessa e patriota netina Mariannina Coffa per il dono della sua pubblicazione “Nuovi Canti” (1859)…
Interessante notare anche il progresso della condizione femminile (vedi il documento sull’Unione donne italiane ad esempio) nell’ambito dell’istruzione e dell’introduzione alle professioni.
Toccante leggere l’atto di nascita di Gaetana Midolo, che morì appena quindicenne nel rogo della fabbrica newyorkese “Triangle Waist Company”: insieme a tante altre operaie, sfruttate e sottoposte a condizioni di lavoro disumane, è una delle “camicette bianche” la cui vicenda ha dato origine alla tradizione dell’8 marzo e che è stata studiata da Ester Rizzo (il volume sulle ricerche della studiosa è edito da Navarra editore e ha permesso di dare un nome e far intitolare vie ed altri spazi pubblici alle operaie, 24 delle quali siciliane, morte nell’incendio della fabbrica di camicie).
Agghiaccianti le notizie relative ad aborti stupri e quelli che oggi chiameremmo con parola moderna “femminicidi”: Barbara e tante, troppe ragazze e perfino bambine (intollerabile la bestiale violenza su una bimba di quattro anni) gridano ancora il proprio dolore per le torture e la morte inflitte loro da conoscenti, parenti, tutori oltre che sconosciuti.
Donne dalle condizioni socioeconomiche diverse, donne dalle storie variegate, donne da conoscere e ricordare.
La mostra permette quindi di ripercorrere secoli di storia non solo locale sulla condizione femminile: fare memoria può servire non solo a riascoltare le voci delle donne del passato ma a farsene ispirare per migliorare le condizioni di vita e lavoro di chi ancora, sfruttato, umiliato e vittima di violenza, non trova voce né giustizia.
Tratto da un libro del giornalista Carmelo Miduri, si girerà a Noto. Tra iricoverati nell’ospedale il figlio di un mafioso di Portella della Ginestra. Carabiniere scopre una verità inattesa
La Civetta di Minerva, 7 aprile 2017
Monti Sicani, anno scolastico 1960-1961. Tempo di emigrazione, di fame, di malattie che oggi associamo ai paesi del Terzo e Quarto mondo. Una parola che fa paura: tracoma. Un misterioso sanatorio bianco, teatro di cure contro la cecità, di severità, di punizioni come in un campo di prigionia. Tra gli ospiti dell’ospedale, il figlio di uno dei mafiosi di Portella della Ginestra. Un carabiniere indaga e scoprirà una verità inattesa.
Questa la trama del racconto del giornalista Carmelo Miduri “I bambini della Croce bianca”, edito da Arnaldo Lombardi, che in autunno diverrà un film per la produzione di Paolo Ghezzi grazie ad un protocollo d’intesa con il Comune di Noto, location delle riprese; verranno utilizzate risorse professionali del luogo e si tenterà di valorizzare architetture e paesaggi di quella che è certo una perla del Barocco siciliano.
La storia, realmente avvenuta nel comune di Bivona in provincia di Agrigento, diverrà dunque un film per la regia di Andrea Zaniol; tra gli interpreti, Francesco Di Lorenzo, Gennaro Piccirillo e Lorenzo Falletti. Tra gli artisti siciliani cui è stato proposto di collaborare c’è inoltre il musicista – o come ama definirsi il “chiantautore” – Carlo Muratori.
Il libro “I bambini della Croce Bianca” nelle primitive intenzioni di Miduri, autore sia di saggi che di opere di narrativa, sarebbe dovuto diventare un’opera teatrale, ma l’incontro con l’attore Di Lorenzo ha fatto virare l’operazione verso tutt’altri lidi. Significativa e toccante è stata l’esperienza del ritorno nei luoghi dove la storia ha avuto origine: Bivona e il tracomatosario. La documentazione fotografica, l’incontro con i protagonisti superstiti di una vicenda triste, fatta di povertà, abbandono, sofferenza hanno reso più intensa la scrittura della sceneggiatura.
L’iniziativa non solo contribuirà a gettare nuova luce su una vicenda del nostro recente passato spesso sepolto nell’oblio, ma potrà essere l’occasione di convogliare nuove energie per legare le produzioni cinematografiche alla valorizzazione del nostro territorio – pensiamo al Collettivo Frame Off composto da giovani professionisti che hanno investito nel campo documentaristico e che si sono lanciati in questa nuova sfida.
CHI E’ CARMELO MIDURI
Carmelo Miduri (Augusta 1951), giornalista professionista. Ha lavorato per vari
quotidiani ed altri mezzi di informazione. Esperto di comunicazione di impresa, ha
ricoperto ruoli di responsabilità nei servizi di comunicazione di varie organizzazioni, docente in corsi di Comunicazione, direttore di pubblicazioni tecniche, autore di
documentari televisivi.
Ha pubblicato saggi e testi di narrativa: Dal vostro corrispondente (Studioemme Edizioni, 1988), Siracusa anni ottanta (Romeo Edizioni, 1990), La boa e il terremoto
(Ediprint, 1991), Il tempo che non ricorderai (Lombardi Editore, 2002), Lezioni di comunicazione (Lombardi Editore, 2003), Un anno in quaranta e-mail (Lombardi
Editore 2005), L’Ufficio Stampa nella Comunicazione Pubblica (Lombardi Editore, 2012, Raffineria di Augusta, Storia di uomini e di progresso (ExxonMobil, 2015), Psico-Intervista alla Crisi ( Lombardi Editori, 2016).
Dieci anni sono un’eternità nel vorticoso fluire di post consumati in pochi secondi, eppure non sembra inutile volgersi indietro per rimirare il cammino compiuto per poi solcare nuovi spazi su carta e pixel
La Civetta di Minerva, 7 aprile 2017
Un tempo artisti, poeti e intellettuali si ritrovavano nelle accademie, poi venne il tempo dei caffè letterari,luoghi di elaborazione artistica e spesso laboratori politici, di certo volano per le nuove idee, centri di propaganda per le correnti innovatrici in ogni ambito del sapere.
Oggi è tempo di social, di piazze virtuali: Twitter, Facebook e tutte le piattaforme che consentono di condividere testi, immagini, video. I blog – diari di bordo telematici, mi piace definirli – sono stati e sono ancora per certi versi una via di mezzo tra l’incontro de visu e quello mordi e fuggi dei like e dei tweet: botteghe, laboratori, officine in cui il blogger scrive e condivide post a tema oppure OT, off topic. Alcuni di questi sono dei punti di riferimento per gli intellettuali o gli appassionati di letteratura e non solo, anche se il loro ruolo di filtro e catalizzatore di energie e materiali ora sembra polverizzato tra le bacheche di Facebook sulle quali tendono ormai a spostarsi le discussioni on line.
Oggi, venerdì 7 aprile alle ore 18, presso la Casa del Libro Rosario Mascali in via Maestranza a Siracusa,Simona Lo Iacono (scrittrice e magistrato, autrice de “Le streghe di Lenzavacche” per i tipi di E/O, romanzo finalista al Premio Strega 2016) presenterà insieme a Daniela Sessa, docente di Lettere del Liceo Quintiliano di Siracusa, il volume “Letteratitudine 3 – Letture, scritture e metanarrazioni (LiberAria editore), curato dallo scrittore e blogger Massimo Maugeri, ideatore del blog “Letteratitudine”, che festeggia il decennale. Interpreteranno alcuni dei “fantasmi” letterari del libro Arianna Vinci, Beatrice Margagliotti e Sofiya Vlasova.
Il 10 marzo scorso Massimo Maugeri era stato ospite dell’Istituto Tecnico Commerciale P. Branchina di Adrano (CT) nell’ambito della manifestazione “Viaggio tra le parole”, mentre la prima assoluta di “Letteratitudine 3” si è tenuta presso La Feltrinelli di Catania il 17 gennaio in occasione della serata inaugurale del nuovo anno di incontri della libreria.
“Letteratitudine 3” viene dopo altri due volumi (editi da Azimut e Historica Edizioni) in cui Maugeri ha fatto il punto del suo decennale lavoro, trasformando in cartaceo il meglio delle discussioni di quello che è uno dei blog d’autore del gruppo Kataweb/L’Espresso. Il taglio di questo libro, che chiude quasi un’ideale trilogia, è differente: possiamo leggerlo sia come un manuale di lettura che come un prontuario di scrittura – possiamo infatti sbirciare nell’antro di quelli che sono gli alchimisti della letteratura italiana (e non solo) contemporanea –, possiamo “navigarlo” quasi come un blog o un sito Internet per saltare da uno scrittore a un personaggio a un libro. Particolarmente interessante è la sezione dedicata alle autofiction, ai racconti ideati dagli scrittori per presentare i loro libri, quasi una sorta di selftailer, mentre è un vero e proprio tuffo nella passione per la lettura il poter leggere le lettere a personaggi letterari e autori scomparsi. Particolarmente opportuno per ricordare un faro della nostra letteratura è il l’omaggio a Vincenzo Consolo, raccolta di saggi che chiude il volume.
Massimo Maugeri, che all’attività di blogger unisce quella di collaboratore di testate come “Il Venerdì” di Repubblica, su Radio Hinterland cura e conduce Letteratitudine in Fm, trasmissione culturale di libri e letteratura, scrive romanzi, racconti e saggi; Trinacria Park (Edizioni E/O, 2013), inserito da Panorama nell’elenco dei dieci migliori romanzi italiani pubblicati nel 2013, è stato insignito del Premio Vittorini, del quale purtroppo segnaliamo la scomparsa, perché ha rappresentato un emblema di siracusanità. Maugeri ha anche ricevuto premi come l’Addamo, il Martoglio, il Portopalo – Più a Sud di Tunisi e il Premio Internazionale Sicilia “Il Paladino”, per ricordare soltanto quelli siciliani.
L’evento di oggi servirà a ricordare il decennale del blog e i fili da questo creati fra autori, librai, bibliotecari, traduttori, editori, accademici, esperti e semplici lettori, istituti italiani di cultura all’estero e università: tutto quanto gravita intorno al libro è gravitato tra le pagine virtuali di “Letteratitudine” con la sua costola dedicata alle news letterarie.
Dieci anni sono un’eternità nel vorticoso fluire di post consumati in pochi secondi, eppure non sembra inutile volgersi indietro per rimirare il cammino compiuto per poi solcare nuovi spazi su carta e pixel e magari trovare nuovi sentieri in un mondo come quello editoriale che ha visto la rivoluzione di Internet, la nascita dell’e-book e l’esplodere dei social con l’orizzontalizzazione della conoscenza. Non sembra nostalgico rileggere nomi e nickname che si rincorrevano sulle autostrade telematiche, ritrovandosi in autogrill virtuali per condividere frasi, versi, citazioni, recensioni, riflessioni, auguri, scherzi letterari… Come dimenticare Sergio Sozi (il ponte con la Slovenia insieme alla moglie Veronika Simoniti, traduttrice), Carloesse Sirotti Speranza, Eventounico, Enrico Gregori, Laura Costantini e Loredana Falcone, Gea, Cristina Bove, Maria Di Lorenzo, Stefano Mina, Francesco Didò Didomenico, Salvo Zappulla, Teresa Santalucia Scibona, Fausta Maria Rigo, solo per ricordare qualche nome? Rubriche dedicate al diritto, alla scuola, alle alternative ai classici, cene letterarie, collaborazioni… per dieci anni è stato possibile accalorarsi dietro un monitor ticchettando di libri su una tastiera, magari a tu per tu con l’autore del libro che ci aveva tanto emozionato, insieme a tanti altri come noi che compartiscono l’amore per la lettura e la scrittura.
“Letteratitudine” forse ha addirittura travalicato le primitive intenzioni del suo ideatore, che voleva unire Letteratura e “sicilitudine” contro la solitudine, superando i limiti di lati- e longitudine. Un blog multidimensionale, poliedrico come le geometrie evocative della copertina del volume.
Riempite strade, piazze, cortili e chiese con note di armonia, canti, musica. Questa edizione dedicata a Salvatore Di Pietro, l’anno prossimo a Corrado Carbè
La Civetta di Minerva, 24 marzo 2017
Domenica 19 marzo, in occasione della Festa mondiale della poesia ad Avola, declinata in due giorni speciali tra Avola e Noto, si sono concluse la quindicesima edizione di “Dalle otto alle otto” e la sesta edizione di “Libri di-versi in diversi libri” dedicata a Salvatore Di Pietro: Carlo Sorgia, Alessandra Nateri Sangiovanni e Maria Pia Vido si sono classificati rispettivamente al primo, secondo e terzo posto in quella che non è tanto una tenzone letteraria ma un’occasione di incontro, scambio e crescita nel nome della poesia: in un tempo arido e materialista, in cui scrivere versi sembrerebbe anacronistico e del tutto inutile, poesia è anche riempire strade, piazze, cortili e chiese di Avola e Noto di armonia, canti, musica e, soprattutto, poesie, “celebrando” secondo l’anima di questo concorso, il libraio-editore Ciccio Urso, sostenuto come sempre da Liliana Calabrese, dai giurati e dal manipolo di artisti del Val di Noto che seguono le loro iniziative, “la magia della creatività, spontaneamente e senza programmazione, nonostante l’indifferenza di intellettuali egocentrici e della massa insignificante che ci circonda, e, soprattutto, senza sindaci e assessori e a personaggi di potere, perché l’unico potere abbracciato da ciascuno è quello della fantasia e della bellezza di un verso, dell’incontro con un accadimento inaspettato, ma collegato a ciascuno, e l’adesione entusiastica di persone graditissime”.
Tra i giurati, docenti e poeti: Maria Barone, Corrado Bono, Liliana Calabrese, Antonino Causi, Francesca Corsico, Luigi Ficara, Benito Marziano, Orazio Parisi, Vera Parisi, Fausto Politino, Maria Restuccia, Lilia Urso, Marco Urso e i poeti vincitori Giovanni Catalano, Manuela Magi, Maria Chiara Quartu, Pietro Vizzini, Nina Esposito.
Sono state consegnate le targhe della memoria dedicate a poeti sparsi in diverse città italiane e grazie all’intervento di poeti di diverse regioni italiane, compresa la Sardegna, è stato raggiunto l’obiettivo di creare ponte con gli altri, ascoltando e uscendo da sé, diventando ideali punti di riferimento e modelli di vivere creativo positivo, da moltiplicare nel mondo.
La nuova edizione del concorso letterario verrà come ormai consuetudine dedicata a un poeta amico della Libreria Editrice Urso, scomparso anzitempo, e cioè al poeta-scrittore Corrado Carbè scomparso il 20 febbraio 2017 nel mentre stava partecipando alla precedente edizione di questo Concorso, dove, tra l’altro, si classificava al sesto posto della classifica finale, insieme a Cettina Lascia Cirinnà, Mimma Raspanti, Federico Guastella, Rita Stanzione, Simona Forte, Marianinfa Terranova, Antonella Santoro, Gianluca Macelloni, Grazia La Gatta.
Meritano una menzione particolare e vanno incoraggiati i giovani artisti: in un’edizione di qualche anno fa Davide Giannelli scriveva che quando saprai che stai per morire, / dalle tue ceneri di nuovo un sorriso. / E la tua melodia canterai (da Vivere d’amore).
Miriam Vinci, selezionata nell’edizione 2016/2017, ben rappresenta l’anelito giovanile alla Bellezza nonostante il grigiore del quotidiano e le difficoltà dell’esistenza e ci piace chiudere proprio con i suoi versi, che con voce fresca in ritmi franti ricantano i temi eterni della poesia, tra illusioni ingenue dell’età ed echi leopardiani:
Ed è in questa nudità / che vorrei / vestiti di poesia.
La conferenza nei locali della biblioteca di Noto. Durante l’incontro, organizzato dal Rotaract, musiche eseguite dal maestro Gabriele Bosco al violino, mentre Giuseppe Puzzo, verseggiatore egli stesso, recita alcune liriche della poetessa e propri componimenti inediti
La Civetta di Minerva, 24 marzo 2017
“Mariannina Coffa, Una donna tante donne – Lapoetessadell’Ottocentocheparla alle donne di oggi”: questo il titolo dell’incontro che si terrà domani, venerdì 25 marzo, alle ore 17,30 presso la Biblioteca comunale “Principe di Villadorata” di Noto in via Nicolaci, biblioteca che custodisce amorosamente gli scritti della poetessa e patriota netina. L’incontro si inserisce nella programmazione del Rotaract volta alla valorizzazione del territorio e delle sue risorse culturali in senso lato.
Mariannina Coffa (Noto, 1841-1878), enfant prodige della borghesia netina nel passaggio difficile ed esaltante insieme dalla monarchia borbonica al Regno d’Italia, è stata dunque figlia, sorella, amica – corrispose con gli intellettuali dell’epoca pur senza muoversi dalla Sicilia –, innamorata (fu protagonista di un amore tipicamente romantico con Ascenso Mauceri, musicista e autore di tragedie), sposa malmaritata di un possidente terriero di Ragusa, madre (perse tra l’altro due dei cinque figli), patriota e poetessa (accompagnò con la sua poesia e le sue riflessioni i moti risorgimentali e la sua complessa personalità e spiritualità la portò ad un tentativo di emancipazione dagli stilemi dell’epoca verso soluzioni originali): interpretò ognuno di questi ruoli nonostante i limiti della propria condizione di donna, di siciliana, nonostante la malattia e le incomprensioni del contesto familiare e socio-culturale.
La conferenza, tenuta da Maria Lucia Riccioli, docente e scrittrice, autrice tra l’altro di un romanzo storico, “Ferita all’ala un’allodola”, incentrato proprio su Mariannina Coffa, giurata per due anni consecutivi del concorso di “Inchiostro e anima” intitolato alla Capinera di Noto, alla Saffo netina, tanto per ricordare alcune delle immagini cui la Coffa è stata associata, autrice di un saggio sulla prima tesi di laurea dedicata alla poetessa e inserito nel volume “Sguardi plurali” (Armando Siciliano Editore) curato da Marinella Fiume e uscito per raccogliere i lavori dell’omonimo convegno, oltre che di una lettera immaginaria alla Coffa pubblicata per i tipi di LiberAria in “Letteratitudine 3: letture, scritture, metanarrazioni” (a cura di Massimo Maugeri), sarà moderata da Federica Piluccio, presidente del Rotaract club Noto Terra di Eloro; le musiche che accompagneranno l’evento saranno eseguite dal maestro Gabriele Bosco al violino, mentre Giuseppe Puzzo, estimatore della Coffa e verseggiatore egli stesso, reciterà alcune liriche della poetessa e propri componimenti inediti.
A quasi centoquarant’anni dalla scomparsa della poetessa, la sua biografia e le sue opere presentano ancora fertili campi di indagine (pensiamo alla recente scoperta ad opera di Stefano Vaccaro di un inedito rinvenuto nella biblioteca del Castello di Donnafugata).
L’incontro del 25 marzo sarà occasione di riflessione sul modello femminile incarnato dalla Coffa e offrirà lo spunto per ricordare l’incendio del 25 marzo 1911, nel quale persero la vita le “camicette bianche” (pensiamo allo straordinario lavoro di Ester Rizzo per ridare nome dignità e memoria a queste donne), le operaie della Triangle Waist Company: tra di esse c’era una ragazza netina, Gaetana Midolo, cui è stata dedicata la rotatoria di Piazza Nino Bixio. Nel mese dedicato alle donne, ricordare un’emigrata e una figura del nostro Risorgimento non sembrerà un’operazione azzardata.
Per finanziare LA CIVETTA DI MINERVA, che è sostenuta solo da sponsor privati ed è un esempio di stampa libera da vincoli, l’idea è quella del crowdfunding, cioè la ricerca di fondi.
La civetta, animale sacro a Minerva: il simbolo del giornalismo che raccoglie informazioni e poi le analizza e le argomenta offrendole alla società perché diventino l’humus di un pensiero critico.
Da questa interpretazione del giornalismo nel settembre del 2009 nasce il progetto dell’edizione cartacea del La civetta di Minerva, giornale antimafia, no profit.
Difesa dell’ambiente e del territorio, multiculturalismo, welfare, etica politica, economia sostenibile, lotta contro ogni forma di sfruttamento, prevaricazione e corruzione sono i nostri temi.
In soli sette anni di attività abbiamo sostenuto – nonostante la scarsità di risorse e quasi solo grazie ai nostri stessi contributi – importanti battaglie nel settore delle energie rinnovabili, della gestione privata del servizio idrico, contro la costruzione del rigassificatore di Priolo-Melilli, a favore del blocco delle trivellazioni petrolifere in Val di Noto. Poi, tra le nostre numerose inchieste, quella “storica” sulla Procura della Repubblica di Siracusa ci è valsa il premio giornalistico nazionale Mario Francese 2012.
Tuttavia la nostra battaglia per la legalità ci ha portato più nemici che introiti e adesso la Civetta rischia la chiusura definitiva. Abbiamo bisogno di voi per salvarla!
Le donazioni verranno usate per finanziare il giornale e le attività che possano contribuire a tenerlo in vita e a promuoverne la diffusione.
Il nome di ogni donatore verrà stampato in uno spazio dedicato del giornale che potrà accogliere anche proposte e considerazioni (previa valutazione della loro liceità). Ciascuno riceverà il PDF del numero in uscita che presto potrete leggere anche grazie ad un’app.
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The owl, sacred to the roman goddess Minerva: the symbol of aan active journalism, which collects, analyzes and discuss information in order to provide society with a booster for critical thought .
This interpretation of journalism led to the birth, in september 2009, of the anti-mafia, non-profit, print newspaper, La Civetta di Minerva.
Our mission is to oppose environmental threats, corruption, exploitement, and abuse of power; and to promote multiculturalism, welfare, ethical politics, and sustainable economy.
Even though we had little money – motly provided by the journalists ourselves – in seven years we fought important battles: against water privatization; against the building of the regasification unit in the high risk area of Priolo-Melilli; against oil drilling in the historical area of Val di Noto. Among our many investigative reports, the “famous”one on the judges of the Procura della Repubblica di Siracusa was rewarded with the national Mario Francese prize for anti-mafia journalism.
However, our battle for legality brought us more ennemies than funds and now La Civetta risks to close for ever. We need you to save it!
Your donations will be used to support the newspaper and every activity which can contribute to its survival and outreach.
The name of every donor will be printed in a specific section of the newspaper, where your ideas and proposals can also be hosted (after previous evaluation of their legitimacy). Moreover, every donor will receive a PDF version of next issue and will be able to read it through an app.
Massimo Maugeri è stato ospite, a Vibo Valentia, di LEGGERE & SCRIVERE, festival ospitato a Palazzo Gagliardi (9-14 ottobre).
Ringraziamenti doverosi a Maria Teresa Marzano (direttrice del Festival), a tutto lo staff del Tropea Leggere & Scrivere” e ad Ippolita Luzzo (che ha presentato con Maugeri Letteratitudine 3″).
Ecco altro materiale sulle tappe precedenti del tour di LETTERATITUDINE 3…
Da LA SICILIA del 30 agosto 2017…
E da VIVERE, l’inserto culturale de LA SICILIA uscito il 31 agosto… (Maria Enza Giannetto è l’autrice del pezzo)
Dopo TaoBuk e altre occasioni di incontri letterari, ecco un nuovo appuntamento per parlare di LETTERATITUDINE 3… (l’evento Facebook: https://www.facebook.com/events/1910583305869428/?fref=ts)
Care amiche e cari amici,
a tutti voi e ai vostri cari auguro – di vero cuore – una gioiosa prosecuzione di vacanze.
Vi aspetto il 1° settembre per condividere e festeggiare insieme questo evento, nell’ambito dellaVII Edizione di Naxoslegge https://www.facebook.com/events/1910583305869428
Un caro saluto a tutti! 🙂
Ogni lettera è una lettera d’amore; e questo non solo intendendo la parola ‘lettera’ nel senso di missiva, ma anche (e soprattutto) nel senso di lettera dell’alfabeto.
E Letteratitudine 3 è un’antologia di lettere d’amore, di racconti d’amore, di attestazioni di bruciante affetto ancor prima che di stima: più che di scrittori, qui si parla di persone che desiderano con umiltà, onestà e audacia di lasciare un qualcosa a chi li legge, probabilmente perché ciò che hanno letto ha lasciato qualcosa a loro.
Si diventa scrittori il giorno in cui ci si accorge che non si sta più mettendo la pagina che si scrive al servizio della propria vita, ma la propria vita al servizio della pagina. È una piccola rivoluzione copernicana: la tua vita deve diventare un magazzino di esperienze, oggetti, volti paesaggi, da cui prendere di volta in volta quello che serve alla storia che stai scrivendo; ma dev’essere sempre la storia, con le sue esigenze, a vincere. Questo “raffreddamento” del rapporto fra chi scrive e la propria vita è un passaggio decisivo.
Se Daniel Pennac dichiara, nel suo saggio Come un romanzo, che il leggere dilata il tempo del vivere, Letteratitudine 3 è una testimonianza di tale dilatazione. Diviso tra interviste, autori che raccontano i loro romanzi, scrittori che si rivolgono ad altri scrittori o a personaggi che hanno amato e un ricordo vivo e ammirato di Vincenzo Consolo, il saggio curato da Massimo Maugeri è un qualcosa di interessante e ispiratore.
E la definizione “saggio” potrebbe rivelarsi inadeguata, perché negli articoli riportati si argomenta pochissimo e si sente tantissimo, condividendo l’amore per la letteratura con un impeto tale che arriva dritto al cuore, parlando poco di scrittura e lasciando spazio alle persone che scrivono attraverso i libri che hanno scritto e quelli che hanno amato, e i personaggi, le voci, le parole che, con riservatezza e prepotenza, hanno trasformato la loro vita, ampliandone la visuale, eccitandone l’intelligenza e le corde dell’emotività.
Quel che era destinato a durare nel tempo non era necessariamente l’artificio più moderno o la tecnica più d’avanguardia, ma la capacità di cogliere e di fissare la verità.
Letteratitudine 3 è un racconto di carattere, dove chi vi partecipa si mette in gioco, si espone e si rivela, cercando di elaborare questo sentimento di amore, di passione, talvolta con imbarazzo, talvolta con timidezza, ma sempre con entusiasmo; è un libro che parla di persone che sono cresciute con i libri, confrontandosi direttamente con essi, vivendoli non tanto come veicoli di comunicazione quanto di risonanza: una risonanza che non è necessariamente accordo o rispecchiamento, ma una semplice intimità, un desiderio di sentirsi compresi; uno stimolo a non accontentarsi delle risposte ma a cercare sempre nuove domande, e ad andare sempre più in profondità.
E allora ogni libro richiama un altro libro, che poi è una voce, che poi è un autore, che poi, e prima di tutto, è un essere umano che esplora, che indaga, che condivide, talvolta mascherandole, le sue scoperte, le sue ipotesi le sue conclusioni; e che invita, se si tratta di una personalità autenticamente grande e onesta, il lettore a superarlo, a proseguire, a unire la sua ricerca a quelle passate.
Per scrivere buoni romanzi bisogna avere una visione del mondo complessa, la forza di darle un’ampia, coerente, rigorosa struttura narrativa senza furbizie, ma soprattutto bisogna saper creare-inventare-sognare una Lingua diversa dal parlare e dallo scrivere ordinario.
Lo scrivere non è una derivazione del leggere, ma un modo di rapportarsi con quel che si è letto; e ciò che si è letto diventa un qualcosa che si è vissuto ma non solo, perché nella migliore delle ipotesi, quello che si è letto lo si vive ancora, e lo si rielabora, e lo si ama, cambiandolo e cambiandosi e allargandolo con la nostra personale evoluzione.
Per scrivere bisogna essere, comunicano le mille voci che danno vita a Letteratitudine 3, ed essere con pienezza, integrità, autenticità.
E, di nuovo, amore.
E dopo queste bellissime parole sul senso della scrittura, ecco altro materiale…
Amici messinesi, siete tutti invitati!
Sarà il volume Letteratitudine 3: letture, scritture e metanarrazioni” (LiberAria) a inaugurare la rassegna “Unconventionally Summer 2017” dell’Associazione Culturale Demetra, in collaborazione con la Libreria Doralice, il Lido Gli Irrerammare, la Star Music Academy e il gruppo di lettura La Setta dei Lettori Estinti.
All’insegna dell’anticonformismo, e moderato da Fabrizio Palmieri, sarà un evento che vedrà la narrativa e la critica letteraria trasformarsi in spettacolo: assieme a Massimo Maugeri, curatore del volume, e agli scrittori Eliana Camaioni e Guglielmo Pispisa –autori presenti nel volume rispettivamente col saggio critico “Quei frammenti della luna: Lunaria 2.0” e con la “Lettera a Dracula”- interverrà infatti la Star Music Art Academy (direttrice Marianna Attinà, coordinatrice dell’evento Mariangela Campochiaro). Lo spettacolo, ispirato ai testi di Camaioni e Pispisa, vedrà in scena gli attori della scuola Valentina Allegra, Ilenia Nostro, Ambra Princiotto, Annalaura Princiotto, Marco Rotella, Annalisa Turchi, Claudia Rizzo.
“LETTERATITUDINE 3: letture, scritture e metanarrazioni” (LiberAria): a cura di Massimo Maugeri
Un manuale sulla lettura, uno scrigno zeppo di consigli di scrittura, l’ingresso nel laboratorio creativo di tante scrittrici e tanti scrittori di fama nazionale e internazionale, un insieme di percorsi che, tra autoracconti d’autore, interviste e saggi, conducono “dietro le quinte” di libri, scrittori e personaggi letterari che conosciamo e amiamo.
In questi e in tanti altri modi può essere definito “Letteratitudine 3 – letture, scritture e metanarrazioni”, il nuovo libro curato da Massimo Maugeri, che celebra le attività culturali e letterarie del noto blog Letteratitudine, a dieci anni dalla sua nascita.
Doppio incontro “consecutivo” venerdì sera, 16 giugno 2017, nell’ambito del Festival “A Tutto Volume” di Ragusa, a partire dalle 21:30, nella splendida cornice offerta da via Roma
Alle h. 21:30 si svolgerà la presentazione del romanzo “Magari domani resto” di Lorenzo Marone (Feltrinelli). Sarà presente l’autore che dialogherà sul libro con Massimo Maugeri.
A seguire, alle 22:30, la presentazione del volume “Letteratitudine 3” curato da Massimo Maugeri (LiberAria). Ne discuteranno con Massimo Maugeri: Lorenzo Marone, Paolo Di Paolo e altri amici di Letteratitudine che hanno contribuito alla realizzazione del testo
Luce, una trentenne napoletana, vive nei Quartieri Spagnoli ed è una giovane onesta, combattiva, abituata a prendere a schiaffi la vita. Fa l’avvocato, sempre in jeans, anfibi e capelli corti alla maschiaccio. Il padre ha abbandonato lei, la madre e un fratello, che poi ha deciso a sua volta di andarsene di casa e vivere al Nord. Così Luce è rimasta bloccata nella sua realtà abitata da una madre bigotta e infelice, da un amore per un bastardo Peter Pan e da un capo viscido e ambiguo, un avvocato cascamorto con il pelo sullo stomaco. Come conforto, le passeggiate sul lungomare con Alleria, il suo cane superiore, unico vero confidente, e le chiacchiere con il suo anziano vicino don Vittorio, un musicista filosofo in sedia a rotelle. Un giorno a Luce viene assegnata una causa per l’affidamento di un minore, e qualcosa inizia a cambiare. All’improvviso, nella sua vita entrano un bambino saggio e molto speciale, un artista di strada giramondo e una rondine che non ha nessuna intenzione di migrare. La causa di affidamento nasconde molte ombre, ma forse è l’occasione per sciogliere nodi del passato e mettere un po’ d’ordine nella capatosta di Luce. Risolvendo un dubbio: andarsene, come hanno fatto il padre, il fratello e chiunque abbia seguito il vento che gli diceva di fuggire, o magari restare?
Lorenzo Marone (Napoli, 1974), laureato in Giurisprudenza, ha esercitato per quasi dieci anni la professione di avvocato. Autore di successo, ha pubblicato La tentazione di essere felici (Longanesi, 2015), Premio Stresa 2015, Premio Scrivere per amore 2015, Premio Caffè corretto città di Cave 2016, 12 edizioni in Italia, 11 traduzioni all’estero, un film, La tenerezza, con regia di Gianni Amelio, e La tristezza ha il sonno leggero (Longanesi, 2016), Premio Como 2016. Collabora con “La Repubblica di Napoli” con una rubrica fissa dal titolo “Granelli”. Vive a Napoli con la moglie, il figlio e la bassotta Greta, il suo cane superiore. Per Feltrinelli ha pubblicato Magari domani resto (2017).
Venerdì 9 giugno 2017, alle h. 17:30, presso l’Aula Magna dell’I.C. “Giovanni XXIII”, via G.B. Consiglio, 1 – 90049 Terrasini (PA) si è svolta la presentazione del volume LETTERATITUDINE 3: letture, scritture e metanarrazioni (LiberAria) organizzato da Così, per passione – Associazione Culturale. Ne discuteranno con Massimo Maugeri, curatore del libro: Martina Consiglio, Natalia Rodik, Rina Trikoli Spalanca. Introducono: Alberto Cipolla, Adalberto Magnelli. Coordina i lavori: Ino Cardinale.
Sabato 10 giugno 2017, alle h. 19:00, a Palermo, nell’ambito del Festival “Una marina di libri “, presso il Gymnasium dell’Orto Botanico si è svolta la presentazione del volume “LETTERATITUDINE 3: letture, scritture e metanarrazioni” (LiberAria Editrice). Con Massimo Maugeri, curatore del libro, ne ha discusso Antonio Sunseri.
E adesso le immagini delle precedenti presentazioni…
Qualche foto della presentazione di LETTERATITUDINE 3 a #SalTo30…
Cari amici, qualche foto della presentazione di Letteratitudine 3 avvenuta oggi al Salone del Libro di Torino.
Ringrazio Giorgia Antonelli (editrice di LiberAria), Daniela Marcheschi e Marco Peano.
Ringrazio anche Giorgio Nisini, Domenico Trischitta (che ringrazio anche per queste foto) e tutti gli intervenuti.
Grazie di cuore a tutti.
E buona domenica! 🙂 (Massimo Maugeri)
Sabato 20 maggio, ore 17:30, presso la Sala Avorio del Salone Internazionale del Libro di Torino, presenteremo: “Letteratitudine 3: letture, scritture e metanarrazioni“ (LiberAria). Modera l’editrice: Giorgia Antonelli. Saranno presenti: Daniela Marcheschi, Massimo Maugeri e Marco Peano. Ma è attesa anche la partecipazione di tanti altri amici scrittori che hanno offerto il loro contributo per la realizzazione del libro.
Segnatevi la data! Non mancate!
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LETTERATITUDINE 3: letture, scritture e metanarrazioni (LiberAria) – a cura di Massimo Maugeri
Un manuale sulla lettura, uno scrigno zeppo di consigli di scrittura, l’ingresso nel laboratorio creativo di tante scrittrici e tanti scrittori di fama nazionale e internazionale, un insieme di percorsi che, tra autoracconti d’autore, interviste e saggi, conducono “dietro le quinte” di libri, scrittori e personaggi letterari che conosciamo e amiamo.
In questi e in tanti altri modi può essere definito Letteratitudine 3 – letture, scritture e metanarrazioni, il nuovo libro curato da Massimo Maugeri, che celebra le attività culturali e letterarie del noto blog Letteratitudine, a dieci anni dalla sua nascita.
Un manuale che si legge come un romanzo, e che costituisce una vera e propria miniera di consigli e ispirazioni per chiunque, addetto ai lavori o semplice appassionato di letteratura, desideri conoscere da vicino i meccanismi che regolano l’universo che ruota intorno alla scrittura e ai suoi protagonisti, siano essi reali o immaginari. https://letteratitudinenews.wordpress.com/2017/05/10/letteratitudine-3-al-salone-del-libro-di-torino/
Oltre alla prestigiosa tappa torinese, vi ricordo i precedenti appuntamenti di questo volume che è come uno stato dell’arte, una fotografia della letteratura contemporanea e non, nazionale e non solo…
Venerdì 21 aprile, alle ore 18:00 presso l’aula magna dell’Istituto “Lombardo Radice” di Siracusa, Massimo Maugeri ha conversato su Letteratitudine e sul volume LETTERATITUDINE 3 – letture, scritture e metanarrazioni (LiberAria Editrice) Alla fine brindisi augurale pasquale. L’evento è stato organizzato dal Comitato di Siracusa della Società Dante Alighieri
Domenica 23 aprile 2017, alle ore 17:00, nella sede della Biblioteca della “Città Metropolitana” di Catania (Via Prefettura 20), nell’ambito della rassegna “MAGGIO DEI LIBRI” e per celebrare la GIORNATA MONDIALE DEL LIBRO, ha avuto luogo la presentazione del libro: LETTERATITUDINE 3 – letture, scritture e metanarrazioni (LiberAria Editrice ). Presenti all’incontro: Massimo Maugeri (curatore del libro) e Rosa Maria Di Natale https://www.facebook.com/events/406807329698366/
Quale spazio c’è nella nostra società per la lentezza e la fissità della pagina scritta? Come sui scrive un incipit d’impatto? Quali sono i meccanismi della scrittura? Da un blogger, da uno scrittore e da un filologo suggerimenti e consigli d’editoria. Con Massimo Maugeri, ideatore di Letteratitudine, Guido Conti, critico e giornalista, e Davide Canfora, Docente di Filologia italiana all’Università di Bari.
Ecco il link per chi volesse (ri)ascoltare la puntata del 17 aprile di Fahrenheit.
BUON COMPLEANNO LETTERATITUDINE!!!! Un invito di parole, musica e ricordi per invitare voi tutti il 7 Aprile alla Casa del libro, via Maestranza, Siracusa! Alle ore 18,00 Io e Daniela Sessa converseremo infatti con Massimo Maugeri e con moltissimi dei personaggi letterari di cui ha parlato in questi 10 anni! BUONA VISIONE! Ringrazio Salvo Trommino per la realizzazione del video! Grazie Salvo!
Queste le parole di Simona Lo Iacono…
Presentazione a cura di Simona Lo Iacono a Siracusa il 7 maggio 2017 alle ore 18:00 presso la Casa del Libro in via Maestranza 20/22.
Ecco l’articolo uscito su LA SICILIA il 23 marzo 2017.
Il pubblico de La Casa del LIbro… le attrici Beatrice Margagliotti e Arianna Vinci.
La cara amica Lucia Regina, ottima lettrice.
Luca Raimondi, che ho avuto il piacere di presentare e recensire spesso.
La new wave siracusana!
La cara Grazia Maria Schirinà, che presiede l’associazione – e dirige l’omonima rivista – GLI AVOLESI NEL MONDO.
LA CIVETTA DI MINERVA, il quindicinale d’inchiesta che si occupa anche di cultura…
Altro materiale…
Venerdì 10 marzo alle ore 17 Massimo Maugeri, scrittore e blogger, è stato all’Istituto Tecnico Commerciale P. Branchina, di Adrano (CT) per presentare il volume “Letteratitudine 3: letture, scritture, metanarrazioni” (LiberAria) https://letteratitudinenews.wordpress.com/…/letteratitudin…/
L’incontro si è svolto nell’ambito della manifestazione “Viaggio tra le parole”, promossa dalla biblioteca comunale “Rosario Russo” ed è stato moderato dalla prof.ssa Lina Uccellatore.
Questo è l’evento su Facebook https://www.facebook.com/events/1890055664539199/
Massimo Maugeri ringrazia il prof. Matteo Bua per aver organizzato l’incontro.
Segnaliamo l’evento a Giorgia Antonelli e a Liberaria.
Grazie a Marinella Fiume e Carlo Giannetto per queste foto… pubblicherò anche quelle scattate da me.
Insieme a Sonia Patania, squisita padrona di casa a La Feltrinelli di Catania, Sergio Claudio Perroni, Antonio Di Grado, Marinella Fiume, Domenico Trischitta, Mavie Parisi.
Vincenzo Vitale e le sue reminiscenze sciasciane, davvero preziose.
Eccomi a parlare di lettere, di Mariannina Coffa, di memoria e letteratura, del blog di Massimo Maugeri, di rete e scrittura.
Domenico Trischitta e il suo ricordo di Sgalambro, Céline e i libri che ti cambiano la vita.
Mavie Parisi e la Teresa di Kundera.
Guglielmo Pispisa e Dracula, Ornella Sgroi e Poirot.
Giuseppe Giglio e il suo Vincenzo Consolo… una bellissima riflessione sulla letteratura che – penna in resta come Don Chisciotte e con le parole di Frisch – è un’arma contro la solitudine e le ingiustizie.
LETTERATITUDINE 3 (anteprima nazionale) Presentazione in antemprima nazionale del volume “LETTERATITUDINE 3: letture, scritture e metanarrazioni” (LiberAria) https://letteratitudinenews.wordpress.com/…/letteratitudin…/ Care amiche e cari amici, ho il piacere di invitarvi a partecipare a un evento che mi sta molto a cuore. Martedì 17 Gennaio, alle ore 18:00, vi aspetto presso la Sala Eventi della Feltrinelli di via Etnea di Catania, per una festa letteraria che riguarda Letteratitudine. Presento, infatti, in anteprima nazionale il volume “Letteratitudine 3: letture, scritture e metanarrazioni” (LiberAria). È il libro con cui festeggio i dieci anni di attività del blog e che contiene tantissimi contributi, per lo più inediti (per dettagli vi rimando al comunicato elaborato dalla libreria Feltrinelli, che riporto di seguito) donati da amici scrittrici e scrittori. Ne approfitto subito per ringraziarli pubblicamente, e di vero cuore, per la loro disponibilità e amicizia. Aggiungo soltanto che, questa del 17 gennaio, sarà davvero una bellissima festa dedicata alla lettura e alla scrittura. Nella presentazione mi accompagneranno alcuni degli amici che hanno donato il loro contributo per la realizzazione del libro. In particolare, saranno con me (e con voi): Antonio Di Grado, Marinella Fiume, Giuseppe Giglio, Mavie Parisi, Sergio Claudio Perroni, Guglielmo Pispisa, Maria Lucia Riccioli, Ornella Sgroi, Domenico Trischitta, Anna Vasta, Vincenzo Vitale. Vi aspettiamo! Non mancate! —————————————————————————– (Dettagli sul post) https://letteratitudinenews.wordpress.com/…/letteratitudin…/
Presso la Sala Eventi de laFeltrinelli Librie Musica di via Etnea 285 a Catania
Martedì 17 Gennaio
ore 18:00
Massimo Maugeri
presenta
LETTERATITUDINE 3 (LiberAria Editore)
Intervengono: Antonio Di Grado, Marinella Fiume, Giuseppe Giglio, Mavie Parisi, Sergio Claudio Perroni, Guglielmo Pispisa, Maria Lucia Riccioli, Ornella Sgroi, Domenico Trischitta, Anna Vasta, Vincenzo Vitale.
Martedì 17 Gennaio, alle ore 18:00, presso la Sala Eventi della Feltrinelli di via Etnea, Massimo Maugeri presenterà al pubblico catanese Letteratitudine 3 (Liberaria Editore). Interverranno numerosi autori degli scritti inclusi nel libro: questa chiacchierata fra scrittori è il modo con cui noi della Feltrinelli di Catania abbiamo scelto di iniziare la nostra stagione degli eventi 2017.
Un manuale sulla lettura, uno scrigno zeppo di consigli sulla scrittura, l’ingresso nel laboratorio creativo di tante scrittrici e tanti scrittori di fama nazionale e internazionale, un insieme di percorsi che introducono a libri, scrittori scomparsi e personaggi letterari. In questi e in tanti altri modi può essere definito Letteratitudine 3 – letture, scritture e metanarrazioni: il nuovo libro curato da Massimo Maugeri ed edito da Liberaria, che è legato alle attività culturali e letterarie del celebre blog Letteratitudine.
Letteratitudine 3, che esce a dieci anni dalla nascita del blog, è una raccolta di interventi, in larga parte inediti e in parte tratti dal blog stesso. In questo terzo volume, come sempre curato da Massimo Maugeri, sono contenuti gli scritti di alcuni dei più importanti autori della narrativa contemporanea, italiana e internazionale. Le loro penne animano le quattro sezioni in cui è diviso il libro.
In Lettura e scrittura: dieci domande a dieci scrittori, sono racchiuse interviste sul rapporto tra l’attività del leggere e dello scrivere, una vera e propria incursione nelle vite letterarie di ogni scrittore.
Autoracconti d’autore: scrittori raccontano i propri romanzi, costituisce invece un vero e proprio focus sul romanzo, la narrazione in prima persona dei meccanismi e delle finalità dietro la scrittura e la stesura di un libro. Lettere a personaggi letterari e autori scomparsi è un epistolario fantastico, il dialogo, sempre vivo, tra uno scrittore contemporaneo e il suo autore, o personaggio letterario, di riferimento. Chiude la raccolta un Omaggio a Vincenzo Consolo, figura imprescindibile della letteratura contemporanea.
Dettagli, qui di seguito…
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Interviste a: Ferdinando Camon, Massimo Carlotto, Antonella Cilento, Giancarlo De Cataldo, Maurizio de Giovanni, Nicola Lagioia, Dacia Maraini, Melania G. Mazzucco, Raul Montanari, Clara Sereni.
Autoracconti: Emanuela E. Abbadessa, Eraldo Affinati, Marco Balzano, Alessandro Bertante, Rossana Campo, Paola Capriolo, Glenn Cooper, Mauro Covacich, Maria Rosa Cutrufelli, Mario Di Caro, Luca Doninelli, Ildefonso Falcones, Catena Fiorello, Chiara Gamberale, Vittorio Giacopini, Luigi Guarnieri, Orazio Labbate, Nicola Lagioia, Joe R. Lansdale, Simona Lo Iacono, Massimo Lugli, Lorenzo Marone, Paola Mastrocola, Giordano Meacci, Elena Mearini, Claudio Morandini, Giorgio Nisini, Marilù Oliva, Demetrio Paolin, Marco Peano, Sergio Pent, Sergio Claudio Perroni, Romana Petri, Piergiorgio Pulixi, Sara Rattaro, Paolo Roversi, Clara Sánchez, Evelina Santangelo, Vanni Santoni, Giuseppe Schillaci, Brunella Schisa, Elvira Seminara, Marcello Simoni, Simona Sparaco, Mariapia Veladiano, Grazia Verasani.
Lettere: lettera a Alice nel Paese delle Meraviglie (di Francesca G. Marone), lettera a Honoré de Balzac (di Mariolina Bertini), lettera a Rocco Carbone (di Romana Petri), lettere a Mariannina Coffa (di Marinella Fiume e Maria Lucia Riccioli), lettera a Cthulhu (di Marco Peano), lettera a Stefano D’Arrigo (di Tea Ranno), lettera a Dracula (di Guglielmo Pispisa), lettera a Marguerite Duras (di Sandra Petrignani), lettera a Alfonso Gatto (di Carmen Pellegrino), lettera a Jean-Claude Izzo (di Stefania Nardini), lettera a Primo Levi (di Sara Rattaro), lettera a Katherine Mansfield (di Lia Levi), lettera a Elsa Morante (di Graziella Bernabò), lettera a Anna Maria Ortese (di Adelia Battista), lettera a padre Paneloux (di Filippo Tuena), lettera a Pier Paolo Pasolini (di Francesco Pecoraro), lettera a Perelà (di Claudio Morandini), lettera a Hercule Poirot (di Ornella Sgroi), lettera a Giuseppe Pontiggia (di Daniela Marcheschi), lettera a Ugo Riccarelli (di Giulia Ichino), lettera a Emilio Salgari (di Patrizia Rinaldi), lettera a Gregorio Samsa (di Andrea Caterini), Lettere a Leonardo Sciascia (di Antonio Di Grado e Vincenzo Vitale), lettera a Manlio Sgalambro (di Domenico Trischitta), lettera a Winston Smith (di Carlotta Susca), lettera a Antonio Tabucchi (di Paolo Di Paolo), lettera a Tereza (di Mavie Parisi), lettera a Marianna Ucrìa (di Simona Lo Iacono), lettera a Sebastiano Vassalli (di Michele Rossi).
Omaggio a Vincenzo Consolo: Massimo Maugeri, Maria Attanasio, Sebastiano Burgaretta, Domenico Calcaterra, Eliana Camaioni, Maria Rosa Cutrufelli, Antonio Di Grado, Giuseppe Giglio, Salvatore Silvano Nigro, Massimo Onofri, Salvo Sequenzia, Natale Tedesco, Anna Vasta.
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Massimo Maugeri, scrittore siciliano, collabora con le pagine culturali di magazine e quotidiani tra cui “Il Venerdì” di Repubblica. Ha ideato e gestisce Letteratitudine, blog letterario d’autore del Gruppo L’Espresso, integrato da LetteratitudineNews. Su Radio Hinterland cura e conduce Letteratitudine in Fm: trasmissione culturale di libri e letteratura. Ha pubblicato romanzi, racconti e saggi. Il suo romanzo più recente Trinacria Park (Edizioni E/O, 2013 – Premio Vittorini) è stato inserito da Panorama nell’elenco dei dieci migliori romanzi italiani pubblicati nel 2013. Tra i vari riconoscimenti ricevuti: Premio Vittorini, Premio Addamo, Premio Martoglio, Premio Più a Sud di Tunisi, Premio Internazionale Sicilia “Il Paladino”, Premio Elmo.
Iniziamo l’anno nuovo con l’annuncio di un libro a cui teniamo molto, perché parla di scrittura e di scrittori.
Esce a fine gennaio Letteratitudine 3 – letture, scritture e metanarrazioni.
Nato per celebrare i dieci anni di attività del noto blog culturale Letteratitudine, curato da Massimo Maugeri, questo volume vi trascinerà nel dietro le quinte della scrittura, attraverso saggi, interviste, autoracconti dei più importanti scrittori italiani.
Prestissimo in tutte le librerie 🙂
Ecco il comunicato di LiberAria Editrice… e aggiungo anche queste parole di Giorgia Antonelli:
Ci sono blog culturali che fanno un lavoro immenso di divulgazione della letteratura, che sono tasselli importanti per la fruizione della lettura ai giorni nostri. Letteratitudine, il blog curato da Massimo Maugeri, è uno di questi, e nel 2016 ha festeggiato dieci anni di attività.
Abbiamo deciso di celebrare questo prezioso lavoro anche a LiberAria, così dal 26 gennaio in tutte le librerie troverete questo libro qui, Letteratitudine 3, che raccoglie interviste, saggi, racconti e autonarrazioni dei più importanti scrittori italiani e internazionali.
Un libro ricco di informazioni, retroscena e aneddoti sul dietro le quinte di ogni romanzo, un libro per addetti ai lavori, o semplici appassionati di letteratura, per chi ama i libri che parlano di altri libri, per chi ama la scrittura e la lettura, per chi almeno una volta ha raccontato un segreto a un personaggio letterario.
E poi ospita gli interventi di tanti amici, e scrittori, che stimo moltissimo.
Per darvi un’idea: Demetrio Paolin, Orazio Labbate, Claudio Morandini, Giuseppe Schillaci, Marco Peano, Paolo Di Paolo, Nicola Lagioia, Antonio Di Grado, Daniela Marcheschi, Francesco Pecoraro, Vanni Santoni, Carlotta Susca, Paolo Roversi, Brunella Schisa, Clara Sànchez, Elvira Seminara, Simona Sparaco, Marilù Oliva, Sergio Claudio Perroni, Elena Mearini, Giordano Meacci, Joe R. Lansdale, Paola Mastrocola, Sergio Pent, Mauro Covacich, Glenn Cooper, Edoardo Affinati, Raul Montanari, Domenico Calcaterra e tantissimi altri.
Ringrazio Massimo Maugeri per aver curato questo bellissimo lavoro e averne affidato a LiberAria la realizzazione.
E qui le parole di Massimo Maugeri:
Ringrazio di cuore Giorgia Antonelli, direttrice di LiberAria, per questo post che annuncia l’uscita di “Letteratitudine 3 – letture, scritture e metanarrazioni”: il terzo volume dedicato al blog in occasione del decennale della nascita (sarà nelle librerie a partire dal 26 gennaio).
Ne approfitto per ringraziare le amiche e gli amici che hanno donato i loro contributi pubblicati all’interno del volume: una vera e propria festa dedicata alla lettura e alla scrittura.
E grazie di cuore in anticipo a tutti coloro che avranno la possibilità di sostenerci!
Grazie, grazie, grazie! 🙂
La mia replica:
Grazie a te, Massimo, per aver creato questa realtà letteraria così bella… penne splendide, voci che si sono spesso unite per realizzare nuove cose in nome della passione per la lettura e la scrittura. Spesso provo una grande nostalgia per i primissimi tempi di questa avventura… ma tutto cambia e si evolve e sono certa che raggiungerai sempre più alti obiettivi. Grazie per aver voluto anche me sia nel blog che come autrice di un pezzo dedicato alla carissima Mariannina Coffa. Presentare questo libro sarà una festa.
Massimo Maugeri è stato ospite giorno 16 gennaio, a Radio Delfino, del programma di Marilina Giaquinta per discutere di “Letteratitudine 3: letture, scritture e metanarrazioni” (LiberAria): https://letteratitudinenews.wordpress.com/…/letteratitudin…/
In collegamento telefonico c’è stato anche Giuseppe Giglio.
In streaming da qui: http://www.radiodelfino.it/
Oppure (per chi vive a Catania) in Fm sul canale 90.4.
Cari amici, in tarda mattina (il collegamento sarà intorno alle 13:40) sarò ospite della trasmissione radiofonica “La Città Invisibile” su Radio Zammù (la radio dell’Università di Catania).
Discuteremo di “Letteratitudine 3: letture, scritture e metanarrazioni” (LiberAria) che avrò il piacere di presentare oggi pomeriggio, alle h. 18, alla libreria Feltrinelli di Catania https://www.facebook.com/events/690662247775041/
Potete ascoltarci sul canale 101 in Fm (per chi vive a Catania e dintorni) o su www.radiozammu.it
Sul quotidiano Repubblicadi venerdì 7 dicembre 2012 (pag. 53, sezione Cultura) è stato pubblicato un articolo di Simonetta Fiori dal titolo “Quei titoli in classifica grazie a twitter e ai blog” con riferimento a un evento organizzato dall’AIE in seno a “Più libri più liberi 2012” che aveva come scopo quello di stabilire se – e fino a che punto – i blog e la rete possono contribuire all’incremento della vendita dei libri.
Così scrive Simonetta Fiori nell’articolo: “Esplora un mondo ancora sommerso l’ inedita ricerca dell’ Aie, che per la prima volta indaga l’ influenza sui lettori esercitata dai blog di libri (sarà presentata domenica a Più libri più liberi ). La metodologia è ancora sperimentale, ma l’ inchiesta ha il merito di lumeggiare anche i minimi movimenti determinati dalle piazze letterarie considerate più importanti, ed è già qui un elemento di novità. Le case editrici hanno espresso una lista dei blog più influenti, dal borgesiano Finzioni a Tazzina di caffè, e poi Minima Moralia, Booksblog, Critica letteraria, Ho un libro in testa, Letteratitudine, Bookfool, Vibrisse, Nazione Indiana, Il primo amore, Scrittevolmente, Amanti dei libri. Tredici sigle a cui si attribuisce un peso“.
È possibile leggere l’intero articolo, cliccando qui.
Ne approfitto per ringraziare le case editrici che hanno indicato Letteratitudine nel gruppo dei blog più “influenti”.
Sono presenti miei interventi anche nei due volumi precedenti dedicati a Letteratitudine.
Sono grata a Massimo e al suo blog per i contatti con tanti lettori scrittori commentatori editori traduttori critici resi possibili grazie ad Internet e a questo strumento di dialogo…
Qualche ricordo.
LETTERATITUDINE CHIAMA SCUOLA è il forum dedicato alla scuola dal litblog LETTERATITUDINE di Massimo Maugeri.
Su LA REPUBBLICA di venerdì 7 dicembre 2012, si parlava del blog LETTERATITUDINE come uno dei 13 litblog più influenti della rete…
E il 4 dicembre si parlava su IL CORRIERE DELLA SERA della riapertura del forum sulla scuola.
Ecco il link al forum, anche se qui ho ricopiato, grazie a Massimo Maugeri, l’articolo di Paolo Di Stefano, che ho avuto la gioia di conoscere il 15 dicembre 2004 in occasione del ritorno a Siracusa delle reliquie di Santa Lucia – evento che il giornalista-scrittore ha rievocato nel romanzo NEL CUORE CHE TI CERCA.
IL PICCOLO FRATELLO
Fiducia nella cultura anche senza cinguettii
In questo periodo di difficoltà ci sono sacche di resistenza nell’editoria
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di Paolo Di Stefano
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C’è da essere sinceramente grati al Manifesto, che domenica, mentre illustrava in prima pagina (sotto il malinconico titolo «A.A.A. il Manifesto vendesi») le complesse vicende societarie che porteranno alla cessione della gloriosa testata comunista, offriva al lettore un menu culturale di grande qualità, con lo storico inserto di recensioni librarie Alias presente come sempre: quelle recensioni che un giornale in crisi di solito decide di far saltare per prime non appena si intravede la malaparata. Invece, Alias era lì, come se nulla fosse, e faceva un effetto incoraggiante constatare come neanche in questa drammatica fase da fine del Titanic sia venuta meno la fiducia nei libri, nella cultura, nella letteratura, nell’intelligenza del lettore. Senza volerne enfatizzare il significato, quelle otto pagine sembravano una sorta di ultima irridente sfida allo stato impietoso delle cose. Che si potesse leggere anche come una sfida era la composizione stessa delle pagine a dichiararlo: il servizio d’apertura sulla poetessa Amelia Rosselli («quest’autrice ossessivamente e faticosamente attenta alla cura testuale e tipografica dei suoi libri, eppure spesso insoddisfatta», secondo Cecilia Bello Minciacchi) e, al centro, due intere pagine su un altro poeta, Giorgio Caproni, con una sua inchiesta del ‘46 sulle borgate romane, che precedeva gli interventi di Pasolini.Ci sono piccole sacche di resistenza incoraggianti. Non tutto per avere fascino deve cinguettare, non tutto per avere dignità deve collocarsi tra i top ten di vendita, non tutto è supermercato o ipermercato. C’è un mensile, come Lo straniero di Goffredo Fofi, che festeggia i suoi centocinquanta numeri con una semimonografia sui soldati italiani oggi: è una rivista, realizzata con mezzi minimi, che frequenta le periferie del mondo, della società, della cultura. Poco visibile ma di grande interesse è la rivista Gli asini, di solito dedicata al mondo della scuola, il cui ultimo numero riflette intorno alla nascita e al parto. Torna nel bel sito di Massimo Maugeri letteratitudine.it il forum permanente sulla scuola. C’è una piccola editoria che si presenta, piena di novità e di fervore, alla Fiera romana «Più libri più liberi», prevista nei prossimi giorni. Ci sono editori che nascono ex novo sfidando l’ostilità della crisi: l’Orma è uno di questi e a giudicare dai primi titoli, in particolare dalle Notizie dal migliore dei mondi del giornalista tedesco d’inchiesta Günter Wallraff, promette bene.C’è una libreria, Il Ponte sulla Dora, che grazie alla tenacia di un libraio fuori dal comune come Rocco Pinto viene inaugurata in Borgo Aurora, nella periferia torinese (ne parlava sabato Giuseppe Culicchia sulla Stampa), in barba alle catene che tengono saldamente in pugno il monopolio del mercato. Se vi sembra poco, in un momento in cui il buon senso consiglierebbe di aspettare che passi la nottata…
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Paolo Di Stefano
Pagina 49
(04 dicembre 2012) – Corriere della Sera
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Postato mercoledì, 5 dicembre 2012 alle 4:01 pm da Fiducia nella cultura anche senza cinguettii – di Paolo Di Stefano – Corriere della Sera
Ecco a pagina 35 de LA SICILIA di giorno 14 gennaio 2017 l’annuncio dell’incontro.
Ecco le parole di Maugeri:
Ringrazio di cuore il quotidiano “La Sicilia” e il direttore della pagina culturale Giuseppe Di Fazio per questo articolo che annuncia l’uscita di “Letteratitudine 3” (LiberAria) e la presentazione in anteprima nazionale che si svolgerà martedì 17 gennaio alla libreria Feltrinelli di Catania alle h. 18.
Buon fine settimana a tutti! 🙂
LETTERATITUDINE 3. DIECI DOMANDE SULLA LETTURA E SULLA SCRITTURA A RAUL MONTANARI
In dieci anni di attività Massimo Maugeri ha svolto un costante e prezioso lavoro (la passione è profonda) dentro e intorno alla letteratura. Nel 2006, infatti, iniziò la sua avventura on-line con Letteratitudine, da lui definito come “Luogo virtuale d’incontro tra scrittori, lettori, librai, critici, giornalisti e operatori culturali”. Con la pubblicazione di Letteratitudine 3. Letture, scritture, metanarrazioni (LiberAria), Maugeri tira le somme di quanto fatto, letto e scritto nell’ultima decade e, contemporaneamente, traccia insieme agli scrittori da lui coinvolti un interessante quanto coinvolgente percorso dentro la loro visione della scrittura e su quanto vi ruota intorno. Forse il modo migliore per avvicinare chi legge a chi scrive aprendo un accesso diretto non solo a quella che si definisce “l’officina” dello scrittore ma, in maniera decisamente più preziosa, al pensiero di ognuno di loro. Nell’ampia scelta di interviste e dialoghi imbastiti, abbiamo selezionato un’intervista a Raul Montanari, la cui lucidità e incisività di riflessione sulla materia scrittura non fa che confermarsi, se ce ne fosse stato bisogno.
Paolo Melissi
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Dieci domande sulla lettura e sulla scrittura a Raul Montanari
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Partiamo dalla lettura. Perché leggere?
Si fa quasi prima a dire perché non leggere! Leggere non è come guardare film o ascoltare dischi, che ne puoi macinare migliaia all’anno. È una faccenda lunga, e se ci pensi la lettura di un libro è la forma di fruizione di un’opera d’arte dove il tempo della fruizione stessa si avvicina di più al tempo della composizione: un autore può impiegare mesi e anni a scrivere un libro, ma tu puoi impiegare settimane e mesi a leggerlo. E poi lo devi fare da solo, girando le spalle al mondo. Immagina una festa: si può ascoltare insieme la musica o vedere un horror, come fanno gli adolescenti, ma se tutti si mettono a leggere? È finita. Insomma, leggere è antisociale. Il mestiere di lettore è anche rischioso, soggetto a errori drammatici quanto quello dello scrittore. Mettiamo che uno legga mille libri in tutta la sua vita. Facile che siano libri inutili, che gli passano sulla pelle come acqua tiepida, e invece c’è un libro, il suo libro, quello che gli farebbe capire tutto, che gli direbbe la verità su se stesso e sul mondo. Forse abbiamo tutti un libro così, che aspetta solo noi. È come l’anima gemella. E lui, o lei, quel libro lo sfiora con lo sguardo, magari lo prende in mano in libreria, lo sfoglia, ma non lo riconosce. Non lo leggerà mai. A parte tutto questo, leggere un libro è un immenso atto di amore e tenerezza per se stessi, e un modo insostituibile per conoscere il mondo.
Fra gli innumerevoli testi di narrativa che hai letto nel tempo, quale “eleggeresti” come tuo testo di riferimento? E perché?
È molto difficile fare un solo titolo, ma dovendo proprio, direi che non ho ancora letto un libro che mi sia sembrato incarnare la perfezione narrativa come Il processo di Kafka. Se è vero che il capolavoro nasce dall’incrociarsi di un grande soggetto narrativo, un grande contenuto e una grande scrittura, Il processo è il capolavoro dei capolavori: la storia che racconta è geniale, il contenuto è l’invenzione e la minuziosa descrizione dell’uomo del Novecento, la scrittura è senza eguali. In ogni singola riga di Kafka c’è tutto Kafka: leggi poche parole e sei immediatamente proiettato dentro questo mondo compatto – dolorosamente, angosciosamente, comicamente compiuto. È un modello per me come per tutti. Se Dio scrivesse, scriverebbe come Kakfa. D’altronde Kafka, che ha combattuto per tutta la vita con il fantasma del padre, è un pessimo padre con i suoi figliocci: un padre che, come il tempo, ammazza tutti i suoi allievi. Perché la sua prosa disadorna è ingannevolmente semplice e spinge all’emulazione, mentre in realtà è retta da ritmi e visioni ineguagliabili, che ridicolizzano tutti gli epigoni.
Tra i grandissimi scrittori del passato, chi indicheresti come tuo possibile “padre letterario” (o “madre letteraria” )? E perché?
Il primo stimolo a scrivere è stato la lettura di Edgar Allan Poe, quando avevo tredici anni. Non solo i suoi racconti sono meravigliosi, come sappiamo tutti, ma in quegli incubi, in quelle estasi, quelle traiettorie narrative implacabili e visionarie, sentivo una qualità umana particolare. Mi sembrava che Poe fosse un amico. Ho scrutato tante volte quei due o tre suoi famosi ritratti fotografici, e nel suo sguardo sentivo qualcosa di profondamente familiare. Credo di non essere l’unico a soggiacere a questa ipnosi, perché, come mi è capitato di scrivere nella prefazione alla traduzione che ho fatto delle sue poesie, Poe è l’unico scrittore del primo Ottocento a essere diventato un’icona pop. Tutti i ragazzi conoscono le sue storie, e la musica rock ha attinto a piene mani da esse – la presenza di Poe sulla copertina di Sgt. Pepper dei Beatles, in quella che è una specie di ritratto collettivo di tutti i santi, i pazzi, i geni e i profeti di ogni epoca, vale una beatificazione. Cito come una semplice coincidenza l’aver scoperto di essere nato esattamente centocinquant’anni dopo di lui: lui il 19 gennaio del 1809, io lo stesso giorno del 1959. Non credo agli influssi astrali, ma forse fra noialtri capricorni tardivi (e acquari mancati) qualche affinità c’è.
Passiamo alla scrittura. Perché scrivere?
Per diversi motivi, quasi tutti buoni. Anzitutto gli uomini riescono a pensare il mondo principalmente in forma narrativa. Un uomo si volta a guardare la sua vita come se rileggesse un romanzo, con il suo prologo, i capitoli, i colpi di scena, gli antagonisti, i personaggi principali e secondari; e applica lo stesso sguardo narrativizzante al mondo intorno a sé. Quindi raccontare storie è un’attività spontanea, lo facciamo tutti. In secondo luogo la scrittura è figlia della lettura, e nasce dal desiderio di aggiungere pagine a quelle degli autori che amiamo e che, all’inizio, imitiamo. Col tempo il desiderio si trasforma, ma questa spinta iniziale rimane, e il combattimento per dominare il linguaggio non viene mai meno. Poi la scrittura è un potente mezzo di conoscenza ed esplorazione. Quando un autore ha terminato un romanzo, non è più la stessa persona che l’ha iniziato: qualcosa in lui è cambiato. Immagina che io scriva un romanzo sulla gelosia: parto da una coppia innamorata, introduco una frattura in cui si inserisce un terzo. Dopo di che, guardo quello che succede fra i personaggi e lo descrivo. Se io sono intellettualmente e narrativamente onesto, sarà come spiare persone vere, come origliare le liti e i silenzi dei miei vicini al di là della parete. Alla fine di questo viaggio, io ne saprò più di prima sulla gelosia. Le riflessioni a cui i miei personaggi mi hanno costretto, le sorprese che mi hanno fatto, avranno modificato quello che pensavo e sapevo su questo argomento. Fra i motivi più insidiosi metterei invece il desiderio di fama letteraria, un’ambizione legittima che però purtroppo spinge spesso a comportamenti che fanno precipitare lo scrittore molto al di sotto delle proprie pagine.
Come e quando nasce il tuo amore per la scrittura?
L’ho raccontato prima: nasce dalla lettura. Tutti i libri che ho letto da bambino e poi da ragazzo sono stati importanti per me, e ho avuto la fortuna di leggere dei libri molto formativi. Ho parlato di Poe, ma a quell’età anche I promessi sposi mi è sembrato una macchina narrativa straordinaria, e d’altronde lo stesso Poe la pensava così e ne fece una recensione entusiastica nel 1835. Non sono mai stato disturbato dall’eccesso di intenzionalità pedagogica di Manzoni, dal suo paternalismo cattolico, perché alla fine in lui lo scrittore vince sempre. Quelle pagine quadrate, solide, piene di dettagli preziosi e di ironia, sono state un altro modello contagioso.
Come si sviluppa il processo creativo dei tuoi romanzi?
All’origine di tutto di solito non c’è il personaggio ma il soggetto. Ho un file che data almeno a una trentina di anni fa, dove ho raccolto nel tempo moltissime trame, molte ma molte più di quelle che potrò mai tradurre in romanzi in questa vita e nella prossima. Quando sento che è arrivato il momento di scrivere qualcosa di nuovo, le riprendo in mano. L’idea giusta spesso nasce combinando un plot con un altro, a volte con due altri, oppure modificandone uno che fino a quel momento non avevo trovato stimolante. Fatto questo, dedico un mese alla preparazione del romanzo, ossia a fissare intreccio e storia (la sequenza degli eventi come la presenterò al lettore e la loro cronologia assoluta che serve da riferimento costante), le schede dei personaggi (di ognuno voglio sapere ventiquattro cose, che vanno dal lavoro che fa a come dorme, a come mangia, che mezzi usa per spostarsi, se crede in Dio, che rapporto ha con il sesso, con il passato, con la violenza… naturalmente non tutto questo materiale preparatorio finirà nel libro, ma è importante che io sappia queste cose dei miei personaggi), la geografia dei luoghi, la progressione delle svolte narrative e così via. Infine, comincio: un mese per la prima stesura e circa altrettanto per le revisioni. Scrivo velocemente perché mi fa star male e non riuscirei a rimanere costantemente su un testo per troppo tempo.
Fra tutti i libri che hai pubblicato, qual è quello a cui ti senti più legato e che più degli altri desidereresti che perdurasse nel tempo? E perché?
È difficile rispondere a questa domanda. Ci sono sicuramente libri di cui oggi m’importa poco, che non mi emozionano più, ma quelli che mi stanno ancora a cuore e da cui mi sento rappresentato sono senz’altro più di uno, direi almeno cinque o sei. Ne cito tre: L’esistenza di dio, Strane cose, domani e Il Regno degli amici.
Di recente si è tornato a parlare di “morte del romanzo” (questione, per la verità, piuttosto antica), anche per la diffusione di nuove forme di narrazione legate allo sviluppo della tecnologia. Qual è la tua posizione al riguardo?
Sei generoso a definirla antica, perché come questione è proprio vetusta. È vero che quando veniva proposta per esempio dalle avanguardie riguardava una crisi interna di questo formato narrativo, si parlava di esaurimento delle forme e di svuotamento dei contenuti, mentre ora l’insidia sembrerebbe più velenosa perché si tratta casomai delle nuove tecnologie e della comunicazione diffusa. Però non vedo ancora all’orizzonte niente che annunci l’estinzione o la sostituzione del romanzo, inteso come una narrazione ampia capace di catturare il mondo con le parole. In questo il romanzo vince anche sul racconto breve. Come mi è capitato di dire più volte, il romanzo non è più lungo del racconto: è più largo, ossia accoglie più vita intorno all’ossatura della trama.
In che modo l’esplosione del web e dei social network ha inciso (ammesso che abbia inciso) sulle attività legate al leggere e allo scrivere?
Questa tua domanda è intelligentemente legata alla precedente. Uno dei drammi di questo inizio di millennio è che, mentre il tempo dedicato alla lettura si restringe sempre più, non si vede qualcosa che possa riempire questo tempo e non ingolfarlo di un ronzio ininterrotto e indistinguibile di comunicazioni incrociate fra Io debolissimi, come avviene sui social. In realtà, appena uno di questi soggetti vuole cercare di strutturare la sua visione del mondo e della vita e riscattarla da questa frammentarietà, si rivolge subito al romanzo.
Che consigli daresti ai giovanissimi che ambiscono a cimentarsi nella “scrittura letteraria”?
I consigli tecnici sono tantissimi, e sarebbe strano se riuscissi a sintetizzarli qui visto che per proporli agli allievi della mia scuola di scrittura chiedo loro un percorso di due anni… Se dovessi limitarmi a una cosa sola, direi che si diventa scrittori il giorno in cui ci si accorge che non si sta più mettendo la pagina che si scrive al servizio della propria vita, ma la propria vita al servizio della pagina. È una piccola rivoluzione copernicana: la tua vita deve diventare un magazzino di esperienze, oggetti, volti, paesaggi, da cui prendere di volta in volta quello che serve alla storia che stai scrivendo; ma dev’essere sempre la storia, con le sue esigenze, a vincere. Questo “raffreddamento” del rapporto fra chi scrive e la propria vita è un passaggio decisivo. Volendo invece chiudere con un sorriso, per me rimangono insostituibili le parole che il padre di Borges disse al figlio, quando questi gli confessò le sue ambizioni letterarie. Come il padre di D’Artagnan fa al figlio tre regali all’inizio del suo viaggio, il padre di Borges consegnò al suo rampollo un viatico inestimabile: «Figlio mio, se vuoi diventare uno scrittore ricordati di fare queste quattro cose: leggere moltissimo, scrivere moltissimo, stracciare moltissimo e pubblicare tardissimo». Se a qualcuno questo consiglio meraviglioso dovesse sembrare troppo aristocratico (in fondo i Borges erano una famiglia ricca, e il giovane Jorge Luis poteva permettersi di fare con calma), potrà far suo il commento di mio padre, uomo di mezzi modesti, quando gli riferii la cosa: «Gli avrà anche raccomandato di mangiare pochissimo, nel frattempo!».
Raul Montanari ha scritto una ventina di libri fra romanzi, racconti, poesie, opere teatrali e saggi. Ha pubblicato importanti traduzioni, da Sofocle a Poe, da Shakespeare a Borges a Cormac McCarthy. Dirige a Milano una famosa scuola di scrittura creativa ed è il padre del post-noir, una narrativa di tensione che fa a meno di indagini e detective. Il suo ultimo romanzo è Sempre più vicino (Baldini & Castoldi 2017).
Il 4 maggio 2017, h. 11:30 circa, avrò il piacere di incontrare gli studenti del LICEO STATALE “G. LOMBARDO RADICE” di Catania nell’ambito di una delle iniziative del Maggio dei libri. Discuteremo sul seguente tema: “La lettura come antidoto al mal di vivere. Letteratitudine 3: letture, scritture e metanarrazioni”. https://letteratitudinenews.wordpress.com/…/letteratitudin…/
Ecco il nuovo numero del giornale bisettimanale LA CIVETTA DI MINERVA!
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Ecco il link ai miei ultimi articoli usciti sul cartaceo e poi confluiti nel sito…
Il Rettore del Santuario, don Aurelio Russo, ha già scritto al Pontefice. Bergoglio divenne sacerdote nel giorno di santa Lucia ed è devotissimo alla Madonna. Due buoni motivi per essere qui l’anno prossimo
La Civetta di Minerva, 22 settembre 2017
Si sono da poco concluse le celebrazioni per il sessantaquattresimo anniversario della Lacrimazione del quadretto di gesso (29 agosto – 1 settembre 1953) raffigurante il Cuore immacolato e addolorato di Maria: il miracolo di via degli Orti di San Giorgio a Siracusa, commentato da Pio XII che si domandava quale fosse “l’arcano significato” di quelle lacrime e se gli uomini fossero capaci di comprenderlo, in sei decenni e rotti ha dato vita ad un flusso costante di pellegrini, alle missioni del Reliquiario (ultima ma non ultima quella a Castellammare di Stabia, che ha visto la partecipazione di più di tremila persone), al progetto – travagliato e poi finalmente realizzato – del Santuario, poi elevato alla dignità di Basilica mariana, ad una corrente di devozione incessante.
Secondo le parole di Anna Gioia, responsabile del gruppo mariano Apostoli del Cuore addolorato e immacolato di Maria, che ha ringraziato in particolare don Raffaele Aprile per l’accoglienza e la guida storico-culturale e spirituale dei pellegrini (non sempre in passato è stato così e non comunque con queste modalità: per usare ancora le parole dei pellegrini: “disponibilità”, “simpatia”, “entusiasmo”, “fede e devozione” traspaiono da chi, facendo da “cicerone”, attrae tanti smarriti di cuore), qualcuno ha visto la costruzione “come un’enorme lacrima discesa dal Cielo… mi piace pensare che sia proprio così: Il Cielo piange per questa umanità sofferente e sull’orlo del precipizio”.
Le celebrazioni dell’anniversario del 2017 sono state arricchite di una novità significativa nel senso dell’inclusione e della solidarietà: una rampa lignea ha permesso sia ai diversamente abili con difficoltà di deambulazione che agli altri fedeli e pellegrini di fissare lo sguardo in quello della Madonnina delle Lacrime contemplandola a una distanza e un’altezza ravvicinate, esperienza toccante – come testimoniato dal numeroso e composto cordone di folla che tra la fine di agosto e l’inizio di settembre ha visitato la Basilica.
Il cardinale Beniamino Stella, prefetto della Congregazione per il clero, oltre ad aver composto un’orazione per la Madonna delle Lacrime, ha chiuso i festeggiamenti il primo settembre ricordando il “genio tutto al femminile» delle donne sotto la croce, quella di Cristo e dei sofferenti di ogni tempo, bagnata da lacrime di dolore, di gioia e di attesa”.
Il rettore della Basilica-Santuario della Madonna delle Lacrime, don Aurelio Russo, con devozione e semplicità ha rinnovato il proprio invito al Santo Padre Francesco perché venga a Siracusa in occasione del sessantacinquesimo anniversario della Lacrimazione: scherzando, si è autodefinito uno “stalker” del Santo Pontefice, sia nel corso degli incontri personali che anche grazie alla cordiale intermediazione del cardinale Stella: ricordiamo anche che Jorge Mario Bergoglio è diventato sacerdote il 13 dicembre del 1969, quindi in occasione della festa di Santa Lucia. Un doppio legame spirituale con Siracusa, dunque, quello di Francesco: Maria – la devozione del papa, grazie anche a Nostra Signora di Bonaria o Madonna di Bonaria, cui è legata la fondazione di Buenos Aires, è ben nota – e Lucia, le “due donne che parlano con gli occhi”, aspettano il Santo Padre.
Ed eccone un altro (categoria Cultura, mentre il primo che ho postato appartiene alla rubrica Chiesa e dintorni).
Emanuele Lelli, docente de “La Sapienza” di Roma, è l’alfiere di una nuova disciplina, la demofilologia, che tenta di lumeggiare la letteratura greca e latina alla luce di ciò che resta dell’immenso patrimonio immateriale nella zona euromediterranea
La Civetta di Minerva, 30 giugno 2017
I confini tra le discipline sono fortunatamente labili, perché è proprio dalla contaminazione dei saperi e delle competenze che nascono nuove ipotesi di ricerca e si spalancano nuovi campi aperti alla sperimentazione. Spesso la specializzazione settoriale – seppur fondamentale – fa perdere di vista i fil rouge che ci sono tra i diversi ambiti della conoscenza; non solo: spesso il mondo accademico ha guardato con sospetto allo “sporcarsi le mani” con la cultura popolare, l’etnologia, la demopsicologia, quando invece tante pagine della letteratura latina e greca – a torto quasi “imbalsamate”, fossilizzate, come se non fossero nate da sudore sangue lacrime, da una cultura che non conosceva barriere rigide tra “alto” e “basso” ma che anzi nasceva da un sostrato agropastorale con tutto il suo corollario di modi di dire, superstizioni, riti… – si spiegano aprendo gli occhi sulle persistenze, su quanto della cultura “bassa”, contadina, pastorale, popolare rimane oggi, a dispetto delle seduzioni del presente, dei nuovi media, dei nuovi riti della socialità, di una lingua imbastardita con l’inglese, della digitalizzazione a volte spersonalizzante.
Emanuele Lelli, docente de “La Sapienza” di Roma, è l’alfiere di una nuova disciplina, la demofilologia, che tenta di leggere le pagine del mondo antico alla luce di quanto rimane dell’immenso patrimonio di cultura popolare nella zona euromediterranea, particolarmente conservativa da questo punto di vista: Calabria, Basilicata, Molise, Abruzzo, Lazio, Campania, Puglia, Sicilia, Sardegna sono state e sono il campo etnografico del professor Lelli: tramite interviste e domande mirate (un questionario etnografico in cui nulla è lasciato al caso) il docente ha indagato sulle analogie e identità tra quanto letto nei classici greci e latini (alcuni molto studiati e noti, altri meno, specie i testi non letterari), spaziando dalle superstizioni alla farmacopea, convinto che tutto quanto è liquidato come “folklore” sia utile non solo per leggere gli antichi.
Facciamo qualche esempio: il fatto che il tonno sia considerato il maiale del mare è cosa perfettamente nota da millenni nel nostro Sud, eppure generazioni di studiosi si sono scervellati nel cercare di capire a quale misterioso animale si riferissero le fonti antiche. O ancora: pensiamo alla persistenza di pratiche desacralizzate ma ripetute, come l’abitudine di porre nelle tasche dei defunti del denaro: come non pensare all’obolo per Caronte del mondo pagano, alla pratica del refrigerium, ‘u rifriscu siciliano, all’attraversamento del fiume Giordano e all’offerta a San Pietro dello stesso mondo, cristianizzato ma in cui la nuova religione rappresenta un innesto, un nuovo strato che si aggiunge a millenni di pratiche religiose?
La cultura e la scuola hanno spesso fornito una lettura classicistica degli antichi, all’interno della quale un testo è già connotato come classico, quindi canonico, quasi immobile e marmorizzato.
Il professor Lelli è stato recentemente ospitato dal Liceo Classico “Tommaso Gargallo” di Siracusa, insieme alla nota studiosa Eva Cantarella. La conferenza, introdotta dalla dirigente scolastica Maria Grazia Ficara, ha dato modo al docente di parlare delle tematiche confluite nei suoi testi come “Sud antico – Diario di una ricerca tra filologia ed etnologia” (Bompiani) e “Folklore antico e moderno. Una proposta di ricerca sulla cultura popolare greca e romana” (Fabrizio Serra editore): da Filita di Kos a Plinio il Vecchio, da Varrone a Petronio, da Omero ad Eschilo, Sofocle, Euripide, Catullo, Aristofane, Marziale, passando per i grandi pionieri dell’etnoantropologia come il medico siciliano Giuseppe Pitrè, Raffaele Lombardi Satriano, Gennaro Finamone (che studiarono le tradizioni popolari siciliane, calabresi, abruzzesi), Lelli ha letto e commentato testi, anche tramite l’aiuto di slide e video della sua esperienza sul campo. L’incontro è stato fortemente voluto dal Centrum Latinitatis Europaenella persona della professoressa Lidia Pizzo, presidentessa della sezione siracusana dell’associazione.
Luogo e metafora della diversità a condizioni politiche ingiuste. “L’altro sé – Opposizioni letterarie dal Sud (Silone, Levi, Brancati, Pasolini, Sciascia)”
La Civetta di Minerva, 16 giugno 2017
Crisi come destabilizzazione e crisi come cambiamento. Identità e alterità. Sistema e opposizione ad esso. Visione ideologica del mondo e relativismo. Queste e molte altre le coppie oppositive di concetti che costituiscono l’ossatura del dibattito culturale attuale, nell’ambito del quale ci si domanda quale posto abbiano la letteratura e la critica letteraria in un mondo dominato da letture economicistiche del reale: che impatto ha sul reale un libro?
I lettori de “La Civetta di Minerva” potranno trovare spunti di riflessione in questo senso nel libro di Lorenzo Perrona edito da Algra editore “L’altro sé – Opposizioni letterarie dal Sud (Silone, Levi, Brancati, Pasolini, Sciascia)”. L’autore, che nel volume fa confluire il progetto di ricerca nato tra l’Italia e l’Università di Losanna (fondamentale il contributo di Jean-Jacques Marchand e Raffaella Castagnola e il confronto con Marc Praloran, Nicolò Scaffai e Paolo Orvieto), pone come idea centrale del libro quella del Sud come alterità italiana per eccellenza, luogo fisico e metafora insieme della differenza, della diversità, dell’opposizione a condizioni socioculturali e politiche ingiuste.
Chi era l’altro nella letteratura ottocentesca? E in quella del Novecento? E chi è l’altro oggi? La psicologia ci dice che la costruzione del Sé avviene per differenziazione dall’Altro-da-Sé e questo avviene sia a livello individuale che collettivo (pensiamo alla costruzione dell’idea di nazione, alla formazione degli stati nazionali, dei partiti politici, ai populismi, ai totalitarismi, alla negazione e all’esaltazione delle differenze sessuali, sociali, politiche, economiche, linguistico-culturali…): di questo si occupa una disciplina chiamata imagologia, che quindi ha a che fare con la rappresentazione (imagerie) e l’autorappresentazione (autoimage).
Il libro di Lorenzo Perrona ci mostra dunque come il pensiero divergente della letteratura, con il suo sguardo “altro”, spesso non omologato al sistema ma ad esso oppositivo, possa dar voce ai “villani”, ai “cafoni”, ai diversi in ogni senso di ieri e di oggi, scardinando gli stereotipi e le false rappresentazioni (pensiamo a come sia malposta la secolare questione meridionale, ad esempio) in un’ottica di letteratura “civile” che incida concretamente sul reale.
Ecco uno dei miei ultimi articoli confluiti sul sito…
Interessante mostra documentaria su 400 anni di vicende femminili. Non solo aborti, stupri e delitti ma anche testamenti e figure storiche. Donne dalle condizioni socioeconomiche diverse, donne dalle storie variegate, donne da conoscere e ricordare
La Civetta di Minerva, 19 maggio 2017
Sarà visitabile fino al 31 maggio 2017 – quindi anche durante l’Infiorata – nei saloni espositivi di Palazzo Impellizzeri, sede della Sezione di Noto dell’Archivio di Stato di Siracusa, la mostra documentaria ”Storie di donne nei documenti d’archivio”.
L’esposizione, inaugurata a marzo con un evento teatrale suggestivo, l’emozionante performance delle artiste Chiara Spicuglia, Rina Rossitto e Miriam Scala, che hanno dato respiro e anima con “Voci di donne” a Gaetana Midolo, Marianna Ciccone e Franca Viola, accompagnate dal gruppo dei ragazzi del S.Cuore –, è stata realizzata utilizzando la documentazione proveniente da vari fondi archivistici: fascicoli processuali della Gran Corte Criminale, atti notarili, atti dell’Università di Noto e Prefettura, tutti documenti riferiti a vicende e figure femminili del nostro territorio vissute nell’arco di quattrocento anni.
Regestazione ed allestimento della mostra sono stati curati dalle archiviste della Sezione di Noto, Giuseppina Calvo e Anna Lorenzano, con la collaborazione di Maria Teresa Azzarelli. Coordinatore della mostra è Concetta Corridore, direttore dell’Archivio di Stato di Siracusa. Importante anche il contributo di Salvatore Zuppardo, che ha realizzato la brochure esplicativa dell’esposizione.
Il visitatore sarà suggestionato da tante voci provenienti dal passato: quella del charaullo – meraviglia lessicale per una tradizione tipicamente siciliana – che motus amore divino perdona la moglie adultera nel 1551, quella di Eleonora Nicolaci che parla attraverso il proprio testamento, quella del letterato e scienziato avolese Giuseppe Bianca che ringrazia la poetessa e patriota netina Mariannina Coffa per il dono della sua pubblicazione “Nuovi Canti” (1859)…
Interessante notare anche il progresso della condizione femminile (vedi il documento sull’Unione donne italiane ad esempio) nell’ambito dell’istruzione e dell’introduzione alle professioni.
Toccante leggere l’atto di nascita di Gaetana Midolo, che morì appena quindicenne nel rogo della fabbrica newyorkese “Triangle Waist Company”: insieme a tante altre operaie, sfruttate e sottoposte a condizioni di lavoro disumane, è una delle “camicette bianche” la cui vicenda ha dato origine alla tradizione dell’8 marzo e che è stata studiata da Ester Rizzo (il volume sulle ricerche della studiosa è edito da Navarra editore e ha permesso di dare un nome e far intitolare vie ed altri spazi pubblici alle operaie, 24 delle quali siciliane, morte nell’incendio della fabbrica di camicie).
Agghiaccianti le notizie relative ad aborti stupri e quelli che oggi chiameremmo con parola moderna “femminicidi”: Barbara e tante, troppe ragazze e perfino bambine (intollerabile la bestiale violenza su una bimba di quattro anni) gridano ancora il proprio dolore per le torture e la morte inflitte loro da conoscenti, parenti, tutori oltre che sconosciuti.
Donne dalle condizioni socioeconomiche diverse, donne dalle storie variegate, donne da conoscere e ricordare.
La mostra permette quindi di ripercorrere secoli di storia non solo locale sulla condizione femminile: fare memoria può servire non solo a riascoltare le voci delle donne del passato ma a farsene ispirare per migliorare le condizioni di vita e lavoro di chi ancora, sfruttato, umiliato e vittima di violenza, non trova voce né giustizia.
Tratto da un libro del giornalista Carmelo Miduri, si girerà a Noto. Tra iricoverati nell’ospedale il figlio di un mafioso di Portella della Ginestra. Carabiniere scopre una verità inattesa
La Civetta di Minerva, 7 aprile 2017
Monti Sicani, anno scolastico 1960-1961. Tempo di emigrazione, di fame, di malattie che oggi associamo ai paesi del Terzo e Quarto mondo. Una parola che fa paura: tracoma. Un misterioso sanatorio bianco, teatro di cure contro la cecità, di severità, di punizioni come in un campo di prigionia. Tra gli ospiti dell’ospedale, il figlio di uno dei mafiosi di Portella della Ginestra. Un carabiniere indaga e scoprirà una verità inattesa.
Questa la trama del racconto del giornalista Carmelo Miduri “I bambini della Croce bianca”, edito da Arnaldo Lombardi, che in autunno diverrà un film per la produzione di Paolo Ghezzi grazie ad un protocollo d’intesa con il Comune di Noto, location delle riprese; verranno utilizzate risorse professionali del luogo e si tenterà di valorizzare architetture e paesaggi di quella che è certo una perla del Barocco siciliano.
La storia, realmente avvenuta nel comune di Bivona in provincia di Agrigento, diverrà dunque un film per la regia di Andrea Zaniol; tra gli interpreti, Francesco Di Lorenzo, Gennaro Piccirillo e Lorenzo Falletti. Tra gli artisti siciliani cui è stato proposto di collaborare c’è inoltre il musicista – o come ama definirsi il “chiantautore” – Carlo Muratori.
Il libro “I bambini della Croce Bianca” nelle primitive intenzioni di Miduri, autore sia di saggi che di opere di narrativa, sarebbe dovuto diventare un’opera teatrale, ma l’incontro con l’attore Di Lorenzo ha fatto virare l’operazione verso tutt’altri lidi. Significativa e toccante è stata l’esperienza del ritorno nei luoghi dove la storia ha avuto origine: Bivona e il tracomatosario. La documentazione fotografica, l’incontro con i protagonisti superstiti di una vicenda triste, fatta di povertà, abbandono, sofferenza hanno reso più intensa la scrittura della sceneggiatura.
L’iniziativa non solo contribuirà a gettare nuova luce su una vicenda del nostro recente passato spesso sepolto nell’oblio, ma potrà essere l’occasione di convogliare nuove energie per legare le produzioni cinematografiche alla valorizzazione del nostro territorio – pensiamo al Collettivo Frame Off composto da giovani professionisti che hanno investito nel campo documentaristico e che si sono lanciati in questa nuova sfida.
CHI E’ CARMELO MIDURI
Carmelo Miduri (Augusta 1951), giornalista professionista. Ha lavorato per vari
quotidiani ed altri mezzi di informazione. Esperto di comunicazione di impresa, ha
ricoperto ruoli di responsabilità nei servizi di comunicazione di varie organizzazioni, docente in corsi di Comunicazione, direttore di pubblicazioni tecniche, autore di
documentari televisivi.
Ha pubblicato saggi e testi di narrativa: Dal vostro corrispondente (Studioemme Edizioni, 1988), Siracusa anni ottanta (Romeo Edizioni, 1990), La boa e il terremoto
(Ediprint, 1991), Il tempo che non ricorderai (Lombardi Editore, 2002), Lezioni di comunicazione (Lombardi Editore, 2003), Un anno in quaranta e-mail (Lombardi
Editore 2005), L’Ufficio Stampa nella Comunicazione Pubblica (Lombardi Editore, 2012, Raffineria di Augusta, Storia di uomini e di progresso (ExxonMobil, 2015), Psico-Intervista alla Crisi ( Lombardi Editori, 2016).
Dieci anni sono un’eternità nel vorticoso fluire di post consumati in pochi secondi, eppure non sembra inutile volgersi indietro per rimirare il cammino compiuto per poi solcare nuovi spazi su carta e pixel
La Civetta di Minerva, 7 aprile 2017
Un tempo artisti, poeti e intellettuali si ritrovavano nelle accademie, poi venne il tempo dei caffè letterari,luoghi di elaborazione artistica e spesso laboratori politici, di certo volano per le nuove idee, centri di propaganda per le correnti innovatrici in ogni ambito del sapere.
Oggi è tempo di social, di piazze virtuali: Twitter, Facebook e tutte le piattaforme che consentono di condividere testi, immagini, video. I blog – diari di bordo telematici, mi piace definirli – sono stati e sono ancora per certi versi una via di mezzo tra l’incontro de visu e quello mordi e fuggi dei like e dei tweet: botteghe, laboratori, officine in cui il blogger scrive e condivide post a tema oppure OT, off topic. Alcuni di questi sono dei punti di riferimento per gli intellettuali o gli appassionati di letteratura e non solo, anche se il loro ruolo di filtro e catalizzatore di energie e materiali ora sembra polverizzato tra le bacheche di Facebook sulle quali tendono ormai a spostarsi le discussioni on line.
Oggi, venerdì 7 aprile alle ore 18, presso la Casa del Libro Rosario Mascali in via Maestranza a Siracusa,Simona Lo Iacono (scrittrice e magistrato, autrice de “Le streghe di Lenzavacche” per i tipi di E/O, romanzo finalista al Premio Strega 2016) presenterà insieme a Daniela Sessa, docente di Lettere del Liceo Quintiliano di Siracusa, il volume “Letteratitudine 3 – Letture, scritture e metanarrazioni (LiberAria editore), curato dallo scrittore e blogger Massimo Maugeri, ideatore del blog “Letteratitudine”, che festeggia il decennale. Interpreteranno alcuni dei “fantasmi” letterari del libro Arianna Vinci, Beatrice Margagliotti e Sofiya Vlasova.
Il 10 marzo scorso Massimo Maugeri era stato ospite dell’Istituto Tecnico Commerciale P. Branchina di Adrano (CT) nell’ambito della manifestazione “Viaggio tra le parole”, mentre la prima assoluta di “Letteratitudine 3” si è tenuta presso La Feltrinelli di Catania il 17 gennaio in occasione della serata inaugurale del nuovo anno di incontri della libreria.
“Letteratitudine 3” viene dopo altri due volumi (editi da Azimut e Historica Edizioni) in cui Maugeri ha fatto il punto del suo decennale lavoro, trasformando in cartaceo il meglio delle discussioni di quello che è uno dei blog d’autore del gruppo Kataweb/L’Espresso. Il taglio di questo libro, che chiude quasi un’ideale trilogia, è differente: possiamo leggerlo sia come un manuale di lettura che come un prontuario di scrittura – possiamo infatti sbirciare nell’antro di quelli che sono gli alchimisti della letteratura italiana (e non solo) contemporanea –, possiamo “navigarlo” quasi come un blog o un sito Internet per saltare da uno scrittore a un personaggio a un libro. Particolarmente interessante è la sezione dedicata alle autofiction, ai racconti ideati dagli scrittori per presentare i loro libri, quasi una sorta di selftailer, mentre è un vero e proprio tuffo nella passione per la lettura il poter leggere le lettere a personaggi letterari e autori scomparsi. Particolarmente opportuno per ricordare un faro della nostra letteratura è il l’omaggio a Vincenzo Consolo, raccolta di saggi che chiude il volume.
Massimo Maugeri, che all’attività di blogger unisce quella di collaboratore di testate come “Il Venerdì” di Repubblica, su Radio Hinterland cura e conduce Letteratitudine in Fm, trasmissione culturale di libri e letteratura, scrive romanzi, racconti e saggi; Trinacria Park (Edizioni E/O, 2013), inserito da Panorama nell’elenco dei dieci migliori romanzi italiani pubblicati nel 2013, è stato insignito del Premio Vittorini, del quale purtroppo segnaliamo la scomparsa, perché ha rappresentato un emblema di siracusanità. Maugeri ha anche ricevuto premi come l’Addamo, il Martoglio, il Portopalo – Più a Sud di Tunisi e il Premio Internazionale Sicilia “Il Paladino”, per ricordare soltanto quelli siciliani.
L’evento di oggi servirà a ricordare il decennale del blog e i fili da questo creati fra autori, librai, bibliotecari, traduttori, editori, accademici, esperti e semplici lettori, istituti italiani di cultura all’estero e università: tutto quanto gravita intorno al libro è gravitato tra le pagine virtuali di “Letteratitudine” con la sua costola dedicata alle news letterarie.
Dieci anni sono un’eternità nel vorticoso fluire di post consumati in pochi secondi, eppure non sembra inutile volgersi indietro per rimirare il cammino compiuto per poi solcare nuovi spazi su carta e pixel e magari trovare nuovi sentieri in un mondo come quello editoriale che ha visto la rivoluzione di Internet, la nascita dell’e-book e l’esplodere dei social con l’orizzontalizzazione della conoscenza. Non sembra nostalgico rileggere nomi e nickname che si rincorrevano sulle autostrade telematiche, ritrovandosi in autogrill virtuali per condividere frasi, versi, citazioni, recensioni, riflessioni, auguri, scherzi letterari… Come dimenticare Sergio Sozi (il ponte con la Slovenia insieme alla moglie Veronika Simoniti, traduttrice), Carloesse Sirotti Speranza, Eventounico, Enrico Gregori, Laura Costantini e Loredana Falcone, Gea, Cristina Bove, Maria Di Lorenzo, Stefano Mina, Francesco Didò Didomenico, Salvo Zappulla, Teresa Santalucia Scibona, Fausta Maria Rigo, solo per ricordare qualche nome? Rubriche dedicate al diritto, alla scuola, alle alternative ai classici, cene letterarie, collaborazioni… per dieci anni è stato possibile accalorarsi dietro un monitor ticchettando di libri su una tastiera, magari a tu per tu con l’autore del libro che ci aveva tanto emozionato, insieme a tanti altri come noi che compartiscono l’amore per la lettura e la scrittura.
“Letteratitudine” forse ha addirittura travalicato le primitive intenzioni del suo ideatore, che voleva unire Letteratura e “sicilitudine” contro la solitudine, superando i limiti di lati- e longitudine. Un blog multidimensionale, poliedrico come le geometrie evocative della copertina del volume.
Riempite strade, piazze, cortili e chiese con note di armonia, canti, musica. Questa edizione dedicata a Salvatore Di Pietro, l’anno prossimo a Corrado Carbè
La Civetta di Minerva, 24 marzo 2017
Domenica 19 marzo, in occasione della Festa mondiale della poesia ad Avola, declinata in due giorni speciali tra Avola e Noto, si sono concluse la quindicesima edizione di “Dalle otto alle otto” e la sesta edizione di “Libri di-versi in diversi libri” dedicata a Salvatore Di Pietro: Carlo Sorgia, Alessandra Nateri Sangiovanni e Maria Pia Vido si sono classificati rispettivamente al primo, secondo e terzo posto in quella che non è tanto una tenzone letteraria ma un’occasione di incontro, scambio e crescita nel nome della poesia: in un tempo arido e materialista, in cui scrivere versi sembrerebbe anacronistico e del tutto inutile, poesia è anche riempire strade, piazze, cortili e chiese di Avola e Noto di armonia, canti, musica e, soprattutto, poesie, “celebrando” secondo l’anima di questo concorso, il libraio-editore Ciccio Urso, sostenuto come sempre da Liliana Calabrese, dai giurati e dal manipolo di artisti del Val di Noto che seguono le loro iniziative, “la magia della creatività, spontaneamente e senza programmazione, nonostante l’indifferenza di intellettuali egocentrici e della massa insignificante che ci circonda, e, soprattutto, senza sindaci e assessori e a personaggi di potere, perché l’unico potere abbracciato da ciascuno è quello della fantasia e della bellezza di un verso, dell’incontro con un accadimento inaspettato, ma collegato a ciascuno, e l’adesione entusiastica di persone graditissime”.
Tra i giurati, docenti e poeti: Maria Barone, Corrado Bono, Liliana Calabrese, Antonino Causi, Francesca Corsico, Luigi Ficara, Benito Marziano, Orazio Parisi, Vera Parisi, Fausto Politino, Maria Restuccia, Lilia Urso, Marco Urso e i poeti vincitori Giovanni Catalano, Manuela Magi, Maria Chiara Quartu, Pietro Vizzini, Nina Esposito.
Sono state consegnate le targhe della memoria dedicate a poeti sparsi in diverse città italiane e grazie all’intervento di poeti di diverse regioni italiane, compresa la Sardegna, è stato raggiunto l’obiettivo di creare ponte con gli altri, ascoltando e uscendo da sé, diventando ideali punti di riferimento e modelli di vivere creativo positivo, da moltiplicare nel mondo.
La nuova edizione del concorso letterario verrà come ormai consuetudine dedicata a un poeta amico della Libreria Editrice Urso, scomparso anzitempo, e cioè al poeta-scrittore Corrado Carbè scomparso il 20 febbraio 2017 nel mentre stava partecipando alla precedente edizione di questo Concorso, dove, tra l’altro, si classificava al sesto posto della classifica finale, insieme a Cettina Lascia Cirinnà, Mimma Raspanti, Federico Guastella, Rita Stanzione, Simona Forte, Marianinfa Terranova, Antonella Santoro, Gianluca Macelloni, Grazia La Gatta.
Meritano una menzione particolare e vanno incoraggiati i giovani artisti: in un’edizione di qualche anno fa Davide Giannelli scriveva che quando saprai che stai per morire, / dalle tue ceneri di nuovo un sorriso. / E la tua melodia canterai (da Vivere d’amore).
Miriam Vinci, selezionata nell’edizione 2016/2017, ben rappresenta l’anelito giovanile alla Bellezza nonostante il grigiore del quotidiano e le difficoltà dell’esistenza e ci piace chiudere proprio con i suoi versi, che con voce fresca in ritmi franti ricantano i temi eterni della poesia, tra illusioni ingenue dell’età ed echi leopardiani:
Ed è in questa nudità / che vorrei / vestiti di poesia.
La conferenza nei locali della biblioteca di Noto. Durante l’incontro, organizzato dal Rotaract, musiche eseguite dal maestro Gabriele Bosco al violino, mentre Giuseppe Puzzo, verseggiatore egli stesso, recita alcune liriche della poetessa e propri componimenti inediti
La Civetta di Minerva, 24 marzo 2017
“Mariannina Coffa, Una donna tante donne – Lapoetessadell’Ottocentocheparla alle donne di oggi”: questo il titolo dell’incontro che si terrà domani, venerdì 25 marzo, alle ore 17,30 presso la Biblioteca comunale “Principe di Villadorata” di Noto in via Nicolaci, biblioteca che custodisce amorosamente gli scritti della poetessa e patriota netina. L’incontro si inserisce nella programmazione del Rotaract volta alla valorizzazione del territorio e delle sue risorse culturali in senso lato.
Mariannina Coffa (Noto, 1841-1878), enfant prodige della borghesia netina nel passaggio difficile ed esaltante insieme dalla monarchia borbonica al Regno d’Italia, è stata dunque figlia, sorella, amica – corrispose con gli intellettuali dell’epoca pur senza muoversi dalla Sicilia –, innamorata (fu protagonista di un amore tipicamente romantico con Ascenso Mauceri, musicista e autore di tragedie), sposa malmaritata di un possidente terriero di Ragusa, madre (perse tra l’altro due dei cinque figli), patriota e poetessa (accompagnò con la sua poesia e le sue riflessioni i moti risorgimentali e la sua complessa personalità e spiritualità la portò ad un tentativo di emancipazione dagli stilemi dell’epoca verso soluzioni originali): interpretò ognuno di questi ruoli nonostante i limiti della propria condizione di donna, di siciliana, nonostante la malattia e le incomprensioni del contesto familiare e socio-culturale.
La conferenza, tenuta da Maria Lucia Riccioli, docente e scrittrice, autrice tra l’altro di un romanzo storico, “Ferita all’ala un’allodola”, incentrato proprio su Mariannina Coffa, giurata per due anni consecutivi del concorso di “Inchiostro e anima” intitolato alla Capinera di Noto, alla Saffo netina, tanto per ricordare alcune delle immagini cui la Coffa è stata associata, autrice di un saggio sulla prima tesi di laurea dedicata alla poetessa e inserito nel volume “Sguardi plurali” (Armando Siciliano Editore) curato da Marinella Fiume e uscito per raccogliere i lavori dell’omonimo convegno, oltre che di una lettera immaginaria alla Coffa pubblicata per i tipi di LiberAria in “Letteratitudine 3: letture, scritture, metanarrazioni” (a cura di Massimo Maugeri), sarà moderata da Federica Piluccio, presidente del Rotaract club Noto Terra di Eloro; le musiche che accompagneranno l’evento saranno eseguite dal maestro Gabriele Bosco al violino, mentre Giuseppe Puzzo, estimatore della Coffa e verseggiatore egli stesso, reciterà alcune liriche della poetessa e propri componimenti inediti.
A quasi centoquarant’anni dalla scomparsa della poetessa, la sua biografia e le sue opere presentano ancora fertili campi di indagine (pensiamo alla recente scoperta ad opera di Stefano Vaccaro di un inedito rinvenuto nella biblioteca del Castello di Donnafugata).
L’incontro del 25 marzo sarà occasione di riflessione sul modello femminile incarnato dalla Coffa e offrirà lo spunto per ricordare l’incendio del 25 marzo 1911, nel quale persero la vita le “camicette bianche” (pensiamo allo straordinario lavoro di Ester Rizzo per ridare nome dignità e memoria a queste donne), le operaie della Triangle Waist Company: tra di esse c’era una ragazza netina, Gaetana Midolo, cui è stata dedicata la rotatoria di Piazza Nino Bixio. Nel mese dedicato alle donne, ricordare un’emigrata e una figura del nostro Risorgimento non sembrerà un’operazione azzardata.
Per finanziare LA CIVETTA DI MINERVA, che è sostenuta solo da sponsor privati ed è un esempio di stampa libera da vincoli, l’idea è quella del crowdfunding, cioè la ricerca di fondi.
La civetta, animale sacro a Minerva: il simbolo del giornalismo che raccoglie informazioni e poi le analizza e le argomenta offrendole alla società perché diventino l’humus di un pensiero critico.
Da questa interpretazione del giornalismo nel settembre del 2009 nasce il progetto dell’edizione cartacea del La civetta di Minerva, giornale antimafia, no profit.
Difesa dell’ambiente e del territorio, multiculturalismo, welfare, etica politica, economia sostenibile, lotta contro ogni forma di sfruttamento, prevaricazione e corruzione sono i nostri temi.
In soli sette anni di attività abbiamo sostenuto – nonostante la scarsità di risorse e quasi solo grazie ai nostri stessi contributi – importanti battaglie nel settore delle energie rinnovabili, della gestione privata del servizio idrico, contro la costruzione del rigassificatore di Priolo-Melilli, a favore del blocco delle trivellazioni petrolifere in Val di Noto. Poi, tra le nostre numerose inchieste, quella “storica” sulla Procura della Repubblica di Siracusa ci è valsa il premio giornalistico nazionale Mario Francese 2012.
Tuttavia la nostra battaglia per la legalità ci ha portato più nemici che introiti e adesso la Civetta rischia la chiusura definitiva. Abbiamo bisogno di voi per salvarla!
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The owl, sacred to the roman goddess Minerva: the symbol of aan active journalism, which collects, analyzes and discuss information in order to provide society with a booster for critical thought .
This interpretation of journalism led to the birth, in september 2009, of the anti-mafia, non-profit, print newspaper, La Civetta di Minerva.
Our mission is to oppose environmental threats, corruption, exploitement, and abuse of power; and to promote multiculturalism, welfare, ethical politics, and sustainable economy.
Even though we had little money – motly provided by the journalists ourselves – in seven years we fought important battles: against water privatization; against the building of the regasification unit in the high risk area of Priolo-Melilli; against oil drilling in the historical area of Val di Noto. Among our many investigative reports, the “famous”one on the judges of the Procura della Repubblica di Siracusa was rewarded with the national Mario Francese prize for anti-mafia journalism.
However, our battle for legality brought us more ennemies than funds and now La Civetta risks to close for ever. We need you to save it!
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L’Associazione “Le Trame” aps di Trecastagni ha il piacere di presentare la I° Edizione di “Un Vulcano di libri”, manifestazione culturale interamente dedicata ai libri. La manifestazione avrà luogo nel delizioso centro storico del paesino alle pendici dell’Etna. Partecipano: Algra Editore di Viagrande, Il Convivio Editore di Castiglione di Sicilia, Giuseppe Maimone Editore di Catania e Splen Edizioni di Viagrande.
L’evento prevede un’esposizione libraria permanente, durante le attività indicate in programma, presentazioni di prime uscite editoriali e laboratori di disegno per i più piccoli, su temi proposti dagli autori invitati.
Il fine della manifestazione è promuovere la cultura anche nei paesi dell’Hinterland catanese, partendo dalla rivalutazione delle piccole realtà imprenditoriali etnee che si impegnano, con tenacia e professionalità, nella ricerca e nella pubblicazione di opere meritevoli di attenzione. L’associazione “Le Trame”, con l’organizzazione di questo evento si propone, inoltre, anche attraverso le attività che svolge in sede, di fornire, soprattutto ai giovani, un segnale di crescita culturale e sociale, con uno sguardo particolare puntato verso il nostro territorio, fertile di idee come la cenere del Vulcano.
La manifestazione si avvarrà per lo svolgimento dei laboratori di disegno della collaborazione della Maestra Gabriella Trovato, laureata all’Accademia di Belle Arti di Brera, con l’ausilio della quale i bambini, guidati dalle parole degli scrittori, potranno dare libero sfogo alla loro fantasia, attraverso tecniche diverse di pittura. In fase di sponsorizzazione dell’evento verranno rese note le modalità di partecipazione ai laboratori (i materiali saranno forniti dall’associazione).
Ottobre per eccellenza è il mese dedicato alle visite domenicali sul nostro vulcano, soprattutto per la presenza di manifestazioni dedicate al gusto. In questo clima di allegria e di fermento, di colori, suoni e odori, anche l’associazione “Le Trame” partecipa alla festa d’autunno, offrendo a residenti, e non, dei colorati momenti di cultura.
Con il patrociniio del Comune di Trecastagni e dell’Assessorato alla Cultura.
Sponsor dell’evento: I fioristi del Corso, di Trecastagni.
Algra Editore ha pubblicato il mio secondo libro QUANNU ‘U SIGNURI PASSAVA P’ ‘O MUNNU, i cunti siciliani dei miei nonni materni…
Alla manifestazione di cui sopra partecipano editori che conosco e stimo e credo sia importante che si diffondano manifestazioni legate ai libri e alla cultura in Sicilia…
🙂
ALGRA EDITORE
Via Salvatore Mirone, 27 95029 Viagrande CT Sicilia I