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Maria Lucia Riccioli

~ La Bellezza salverà il mondo (F. Dostoevskij).

Maria Lucia Riccioli

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Io su LA SETTIMANA ENIGMISTICA!

28 sabato Gen 2023

Posted by mlriccioli in Eventi culturali, Letteratura

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Andrea Camilleri, concorso d'elaborazione, La Settimana Enigmistica, Lessico e nuvole, Maria Lucia Riccioli, Questo l'ho scritto io!, Stefano Bartezzaghi, Vigata

Potrebbe essere un'immagine raffigurante il seguente testo "LASETTIMANA NIGMISTICA"

https://www.lasettimanaenigmistica.com/edicola/#settimana

La Settimana Enigmistica

https://www.lasettimanaenigmistica.com/regolamenti-concorsidielaborazione/

Nella seconda pagina de LA SETTIMANA ENIGMISTICA di questa settimana troverete la mia frase vincitrice…

Felicissima di aver vinto in occasione del novantesimo compleanno della rivista!

La Settimana Enigmistica”. Novant'anni e non li dimostra ...

Avere tra le mani un numero di questa rivista mi richiama alle giornate infinite dell’infanzia, ai fascicoli lasciati a mezzo da mio zio e mia zia – Lo completi tu, il cruciverba a schema libero? Mi sa che ci sono parole sbagliate -, la sedia a sdraio con le striscioline di plastica coperte dai plaid in inverno, terribili in estate, le penne da consumare unendo puntini e annerendo caselle.
Benedetta LA SETTIMANA ENIGMISTICA, che ha rafforzato il mio amore per le parole, che mi ha spinta a seguire Stefano Bartezzaghi e la sua rubrica LESSICO E NUVOLE (grazie a tutto questo sono finita anche nella bibliografia camilleriana!)…
https://www.repubblica.it/rubriche/lessicoenuvole/2010/06/30/news/lago_vigata-5262840/
Con qualche coraggio, Maria Lucia Riccioli si mette sulla scia di Varaldo e compone le sue ottave manzoniane.

Oggi vediamo la prima, che è a’ la manière de Andrea Camilleri

ALLA CAMILLERI

A scascione del nobile Rotrico
che s’amminchia picchì voli a Lucia,
ci ammatte, a Renzo, già nu bello intrico
tra parrini, rivolte e malatìa.
Come finìu? A chi ffari lo dico?
Stu bellu libru ca mi piaci a mia
aggiusta tuttu: a peste finita
Renzo si maritò cu la sò zita.

https://www.repubblica.it/rubriche/lessicoenuvole/2010/07/01/news/beatrice_mondella-5294588/
La seconda ottava manzoniana di Maria Lucia Riccioli è à la manière de Dante Alighieri. E’ un po’ strano un pastiche dantesco che usa ottave ariostesche, ma è Varaldo che ha cominciato con lo scrivere ottave, e noi stiamo andando avanti:

Nel primo terzo di plebea sua vita
lombardo filatore vuole in sposa
colei che l’alma, gentil, gli ha rapita
mentre crud’omo farne vuol sua cosa.
Nimiche squadre l’Italia han partita
e atra peste la sua salute ha rósa.
Dall’alto la divina Provvidenza
premia Renzo, Lucia e la lor semenza.

https://www.repubblica.it/2003/g/rubriche/lessicoenuvole/8-maggio/8-maggio.html
RUBRICHE » LESSICO E NUVOLE

Emozionan

La parola emozionan è anagramma di onomanzie. La parola onomanzie è a volte usata per parlare degli anagrammi che tracciano il destino dei portatori dei nomi anagrammati. Quando si incomincia a fare anagrammi quel che si finisce per voler ottenere sono (quasi) sempre onomanzie.
Decidete voi se questa è un’onomanzia (e se vi emozion):

Gianni Alemanno: inno ai manganel

(il riferimento non è solo al passato: mi pare di aver letto che parte del programma elettorale dell’allora candidato sindaco prevedeva la dotazione di manganelli ai vigili urbani di Roma).
L’onomanzia non riguarda solo le persone. Dopo la semifinale Chelsea-Liverpool, che ha decretato il passaggio alla finale della squadra londinese, mi sono accorto che

Champions League = Chelsea, pugniamo!

All’ineluttabilità dell’onomanzia pensavo dopo aver letto questo anagramma di Battistrada:

Goffredo Parise: Fedifrago perso
“La storia di un uomo che alla fine della sua vita, dopo aver amato molto ma tradito ancora di pi�, si ritrova solo con s� stesso”.

Mentre noto che anche Battistrada aderisce alla campagna per l’accentazione di “s� stesso”, e per ci� pubblicamente lo elogio, mi chiedo se il suo anagramma pi� che il titolo di un romanzo possibile dell’autore non costituisca una sua possibile descrizione. Naturalmente non ho idee a proposito delle abitudini pi� o meno monogamiche dell’esimio scrittore (anche se il postumo L’odore del sangue lascia pensare a coppie a vasta apertura), ma la definizione � bella e secca.
Altri esempi si sono poi succeduti.
Marco Tocci mi ha mandato due esempi, il primo dei quali non mi pare di sentirlo per la prima volta:

Pier Paolo Pasolini = Parlo ai Pino Pelosi;
Domenico Starnone = Son docente in Rom
a.

Starnone ha effettivamente insegnato a lungo a Roma. Per quanto riguarda Pasolini, l’enigmistica riesce a essere macabra: non penso ci siano altri casi in cui il nome-e-cognome della vittima contenga quelli dell’assassino.
Sempre un po’ sul macabro è l’esempio di Maria Lucia Riccioli:

Michele Marullo Tarcaniota: Ahimè lutto: al Cecina morrà.

L’umanista Michele Marullo detto Tarcaniota (1453 – 1500) è davvero morto nel Cecina.

(8 maggio 2008)

I miei ultimi articoli per LA CIVETTA DI MINERVA…

06 giovedì Gen 2022

Posted by mlriccioli in Eventi culturali, Letteratura

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Alessandra Motta, Alessandria, Alessandro Defilippi, Alessandro Morbidelli, Alessandro Zaccuri, Alfio Grasso, Algra Editore, Andrea Camilleri, Andrea Tarabbia, Antonio Di Grado, Antonio Di Vita, Archimede, Ariase Barretta, Arnaldo Lombardi, Avagliano Editore, Beatrice Monroy, Belpasso, C.S.T.B., Caravaggio, Carmelo Maiorca, Carmen Consoli, Carmen Pellegrino, Carmine Abate, Catania, Caterina Falconi, Chi Più Ne Art Edizioni, Chiaredizioni, Concetto Scandurra, Demetrio Paolin, Domenico Cacopardo, Eduardo Savarese, Elias Canetti, Elio Vittorini, Elisabetta Bucciarelli, Emanuele Ponturo, Enzo Buda, Ethnos, Fabrizio Frizzi, Fleur Jaeggy, Franca Rame, Francesca Bonafini, Franco Battiato, Giorgia Farnesi, Girolamo II del Carretto, Giuseppe Bonaviri, Giuseppe Montesano, Glam city, Il conte di Racalmuto, La città nera, La notte della colpa, La stagione dell'angelo, La vita invisibile, Le lunghe notti, Le parrocchie di Regalpetra, Leonardo Sciascia, Lucia Corsale, Luciano Rispoli, Manlio Sgalambro, Maria Attanasio, Maria Bella, Maria Lucia Riccioli, Mariannina Coffa, Mariano Sabatini, Mascali, Mascalucia DOC, Mascia Di Marco, Melania G. Mazzucco, Mimmo Trischitta, Morte dell'inquisitore, Natale Tedesco, Nico Orengo, Nicola Lagioia, Nicolò Patito, Nino Martoglio, Paolo Di Paolo, Paolo Di Stefano, Parole dal Premio Vittorini, Patrizia Rinaldi, Pesci pop, Pietro D'Asaro, Pino Di Silvestro, Premio Vittorini, Roberto Alajmo, Rosalia Messina, Rosamunda, Roselina Salemi, Rossella Grasso, Salvatore Di Pietro, San Berillo, Santa Lucia, Scrivere è l'infinito, Sicilia Dime Novels, Siracusandonews, Slow Food, Stefano Vilardo, Tommaso Labranca, Turiddu Bella, Umberto Eco, Una cagnolina non vola mica, Una raggiante Catania, Vallecchi, Vasquez Montalbán, Vincenzo Consolo, Vitaliano Brancati, Vito Catalano

Si è chiuso il 2021… per me anno denso di avvenimenti esteriori e interiori (il nostro mondo spirituale e immaginativo ha le sue regole spaziotemporali).

Si apre il 2022 ma prima di pubblicare nuovi pezzi articoli versi racconti romanzi saggi mi piace riepilogare l’ultimo scorcio dell’anno attraverso le letture che mi hanno accompagnata in questo periodo e gli articoli scritti per LA CIVETTA DI MINERVA.

In attesa di nuove epifanie – non a caso pubblico il post oggi… giornata per me importante per tanti motivi, non ultimo l’anniversario di morte della poetessa e patriota netina Mariannina Coffa (1841-1878), protagonista del mio primo libro.

UNA CAGNOLINA MICA VOLA, ultimo libro di Mariano Sabatini. La nostra intervista all’autore
Trischitta e la sua multiforme Catania
“La stagione dell’angelo”: Rosalia Messina e la narrazione delle solitudini
IL CONTE DI RACALMUTO, di Vito Catalano. La nostra recensione
Carmelo Maiorca alla (ri)scoperta delle relazioni tra Elio Vittorini, Siracusa e i suoi estimatori. Un nuovo tassello nell’antologia “Parole del premio Vittorini – Scrittrici e scrittori – interviste e ricordi”
Il Centro Studi di Tradizioni popolari “Turiddu Bella” riprende le sue attività. Il 9 ottobre scorso il primo incontro
“La vita invisibile”

“Casa” Algra premiata ad Aci S. Antonio e Siracusa!

09 giovedì Set 2021

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Alessandra Motta, Alfio Grasso, Algra Editore, Andrea Camilleri, antologia, Arnaldo Lombardi, Associazione culturale Vittorini Quasimodo, Casa Algra, editore, editoria, editoria indipendente, Etnaci Film Festival, Maria Lucia Riccioli, Mavie Carolina Parisi, Noi siamo Desdemona, Premio Arnaldo Lombardi, Premio Vittorini, Quannu 'u Signuri passava p' 'o munnu, Rossella Grasso, Sicilia Dime Novels, Superpremio Vittorini, Un caffè per il commissario, Viagrande, Zafferana Etnea

Ho visto la pergamena con la motivazione del premio proprio lo stesso giorno in cui ho avuto in mano il mio nuovo libro in dialetto siciliano…

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Algra Editore è una casa editrice siciliana che, nata nel 2013, si è fatta strada passo passo grazie alla tenacia e all’umiltà di Alfio Grasso e dei suoi straordinari collaboratori, Rossella Grasso e Alessandra Motta e all’entusiasmo dei suoi autori.

Tutto questo alla lunga ripaga: ecco gli ultimi riconoscimenti tributati a questa “casa” dei libri siciliani:

Potrebbe essere un'immagine raffigurante il seguente testo "PROGRAMMA di sabato 10 luglio 2021 Corte di Palazzo Cantarella ore 21,00 Gli autori CORESTEARyE ETNACı FILM FESTIVAL Conferimento premio letterario "ETNACı" Vittorio Rocca Cinzia Maria Corsaro Fabia Mustica Luciano Mirone Premio Etnaci 2021 per l'editoria Alfio Grasso per Algra editore lettura brani a cura di Laura Gullotta Davide Gullotta con la partecipazione della scuola Nuova prospettiva danza diretta da Gabriella Leone ospite della serata la cantante Melita Cicala Ass. musicale "Nota voce" del Mº Giuseppe Puglisi presenterà la serata Davide Gullotta www.ambrosianacineamatori.net- ambrosiana-cineamatori@hotmail.it premioletteroetnaci@gmail.com"

Ed ecco qualche immagine relativa alla XX edizione del Premio Vittorini, nell’ambito del quale è stato tributato ad Algra editore il premio Arnaldo Lombardi per l’editoria indipendente: quest’ultimo mi inorgoglisce particolarmente come siracusana…

Potrebbe essere un'immagine raffigurante una o più persone, persone in piedi e spazio al chiuso
Ed ecco la mia intervista ad Alfio Grasso per LA CIVETTA DI MINERVA…
Potrebbe essere un'immagine raffigurante una o più persone

Premio Vittorini, un meritato riconoscimento alla casa editrice Algra. “L’obiettivo? Realizzare i sogni degli altri” (Alfio Grasso)

Ecco la mia scheda autore sul sito di Algra:

Maria L. Riccioli

Ed ecco i libri che ho pubblicato con Algra Editore:

https://www.algraeditore.it/?s=Riccioli&post_type=product
sicilia-dime-novels
Presente il mio racconto “Un caffè per il commissario”, giunto secondo al concorso letterario che ha dato il nome all’antologia e citato nella bibliografia camilleriana…
Il mio amatissimo libro di cunti in dialetto siciliano… tributo memoriale e culturale alla mia lingua mater.

Questa antologia contro il femminicidio comprende un racconto scritto a quattro mani da me e Mavie Parisi…

Sicilia Dime Novels: la serata di premiazione e l’antologia!

25 domenica Lug 2021

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Agata Longo, Alenciane Goncalves, Andrea Camilleri, Andrea Zappalà, Francesca Calì, Gruppo vocale Voices, Laura Naselli, Lucia Corsale, Maria Strazzulla, Mario Re, Mascalucia, Parco Trinità Manenti, Riccardo Renda, Sicilia Dime Novels, Teatro Stabile Mascalucia

Ci siamo quasi! A settembre verrà alla luce la seconda antologia Sicilia Dime Novels, giusto il tempo di sistemare qualche dettaglio in copertina. Non vediamo l’ora vi farvi leggere i nuovi racconti. Vi ricordiamo gli autori e i racconti selezionati l’anno scorso: 1. Moreno Burattini – Trincea 2. Christian Leone Magrì – Chiudo gli occhi e respiro 3. Maria Lucia Riccioli – Sul filo della memoria 4. Daniela Ginex – Il Miracolo 5. Riccardo Renda – Capra Hircus 6. Concetto Scandurra – E tenebris tantis 7. Grazia Restivo – Cuorenero 8. Massimo Sensale – Ne vidi cose che voi palemmitani 9. Francesca Calì – Il velo nero 10. Antonino Impellizzeri – Le Pratiche d’ufficio 11. Simona Zagarella – Nina 12. Agata Montesanto – Il tempo di una Rosa 13. Giuseppe Reina – Lettera dall’aldilà 14. Maria Regina Betti – Vita, morte e miracoli 15. Giuseppe Alario Spadaro – Pandemie 16. Gioacchino Di Giovanni – Plumerie 17. Clemente Cipresso – Sopra il filo di una ragnatela 18. Flavia Caruso – A picciridda vaddata 19. Enzo Di Maria – L’aroma di Basilico 20. Anastasia Zuccarello – Raccontami 21. Stefania Avola – Lo strozzacollo di Gucci 22. Belinda Castiglione – Il Circo del ’46 23. Maria Grazia Sapienza – Nei miei ricordi 24. Francesco Rapisarda – Tony d’à Villa

Francesca Calì

Le foto ufficiali del Contest Sicilia Dime Novels ed. 2021

Eccomi tra i giurati…

E Lucia Corsale, che ha vinto il premio “Mario Re” per il suo racconto a forte connotazione teatrale…
SICILIA DIME NOVELS 2021 : TUTTI I VERDETTI.
Ecco tutti i verdetti della terza edizione del concorso letterario Sicilia Dime Novels!

https://fb.watch/77Ke5i4Rek/

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 5 persone e persone in piedi
Eccomi insieme agli altri giurati…
Potrebbe essere un'immagine raffigurante 10 persone, persone sedute e spazio al chiuso
Io in platea…
Potrebbe essere un'immagine raffigurante 2 persone e persone in piedi
La siracusana Lucia Corsale, vincitrice del premio Mario Re con il suo racconto “Rosamunda”.
Nessuna descrizione della foto disponibile.

Potrebbe essere un'illustrazione raffigurante 2 persone
Le valutazioni sono finite.
Abbiamo già designato le opere vincitrici, ovviamente secretate fino al 31 luglio.
Gli organizzatori stanno scegliendo le opere meritevoli dei Premi Speciali intitolati ad Andrea Camilleri e Mario Re.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante 4 persone e il seguente testo "31 LUG 2021 INGRESSO MASCALUCIA DOC PRESENTA SICILIA DIME NOVELS GALA DI PREMIAZIONE PARCO TRINITA' MANENTI MASCALUCIA GRATUITO ORE 20:30 Incisionia Nati per Leggere Letto, riletto, recensito! CATANIAPATY ww.dedaloparafarmacie.i PRESENTANO FRANCESCA CALI' MACELLERIA SALUMERIA R.C. MARKET CထOp Alleanza 3.0 ANDREA ZAPPALA' ETNABOOK BOOK Cototoaleaso OSPITI DELLA SERATA GRUPPO VOCALE "VOICES" TEATRO STABILE MASCALUCIA OMAGGIO Scalia Sicily Italy ennagramma MARIO RE mec い SICILIA NOVELS AGATA LONGO OMAGGIO FARMACIA OMA CAMİLLERI MASCALUCIA DOC CUSCUNÀS tecnologie ÛFACLI ACLI BAR OTTAGONO FARMACIA FARMACIA CARUSO DOTT DOTT.GIUSEPP"

Finalmente siamo giunti alla serata di premiazione della terza edizione di SICILIA DIME NOVELS!

Cerchiate sul calendario la data del prossimo 31 luglio! Aggiungete a penna il luogo, Parco Trinità Manenti, e l’ora: le 20.30! Sarà una data da non dimenticare. Una festa tutta mascaluciota, la Premiazione del Terzo Contest “Sicilia Dime Novels”, promosso dalla nostra Associazione. Non sarà una serata per eletti o noiosa come taluni intendono questo tipo di serate, ma sarà una notte delle stelle, in cui cultura, cabaret, musica e competizione si fonderanno insieme per offrirvi un mix di divertimento e di sano relax. Se poi amate i libri, vi piace sorridere, ancora credete in una Mascalucia migliore, ecco venite a vedere cosa sanno fare i Mascalucioti DOC. Portate i bambini, le nonne, le zie. Quest’anno la conduzione è stata affidata come sempre al nostro Presidente Francesca Calì coadiuvata dal mitico Andrea Zappalà del Teatro Stabile di Mascalucia MARIO RE. Brio, effervescenza e tanto buonumore. Non perderti la Serata di gala di Mascalucia DOC. Un giorno, potrai dire : “Io c’ero…”! MASCALUCIA DOC AC

Potrebbe essere un'immagine raffigurante il seguente testo "SICIIA PARCO TRINITA'MANENTI MANENTI 31 LUGLIO ORE 20,30 DIM NOVE'S SERATA DI PREMIAZIONE MASCALUCIA DOC 2014"

https://www.facebook.com/events/892574504667438?ref=newsfeed (l’evento Facebook…)

Svelata la giuria di Sicilia Dime Novels ed.2021
...
Onorata e felice di essere parte di questa giuria… leggere e valutare racconti su cui gli autori hanno lavorato, sperano, sospirano, è una bella responsabilità!

Sono emozionata anch’io al pensiero che un autore riceverà il premio C’ERA UNA VOLTA IN SICILIA… dedicato ai racconti per i più piccoli!

Leggo da sempre, scrivo da quando ho imparato a tenere una matita in mano e so cosa significa misurarsi con altri scrittori in una tenzone letteraria.

Maria Lucia Riccioli, nata nella città di Archimede, Santa Lucia ed Elio Vittorini, insegna Lettere nei Licei ed è stata docente di Lingua italiana e scrittura creativa del corso propedeutico al Seminario arcivescovile di Siracusa. Scrive da sempre, in dialetto siciliano e in lingua, in versi e in prosa: aforismi, fiabe, novelle, racconti. Vincitrice di concorsi, tra cui quello per le migliori recensioni dei romanzi di Agatha Christie de “Il Corriere della sera”, RomaNoir, le sfide letterarie di Porsche Italia e di Rai Radio 1, il suo racconto “Dossier Pinocchio”, vincitore di “Carabinieri in giallo 4”, ha aperto l’omonima antologia edita ne I Gialli Mondadori, serie oro (luglio 2011).
Nel 2011 ha pubblicato il suo primo romanzo, “Ferita all’ala un’allodola”, insignito del Premio “Portopalo – Più a Sud di Tunisi”, apprezzato da pubblico e critica e rappresentato in forma di monologo presso il Teatro Vecchio Mercato di Gassino Torinese (TO). Nel 2014 è stata pubblicata la sua raccolta di cunti siciliani “Quannu ‘u Signuri passava p’ ’o munnu”(Algra Editore), che ha ricevuto un riconoscimento come finalista con segnalazione d’onore della sezione libri editi di poesia nell’ambito del Premio “Poesia, Prosa e Arti figurative” e premio teatrale “Angelo Musco” – Il Convivio 2016. Al Salone del Libro di Torino del maggio 2015 ha presentato la sua fiaba “La bananottera” (VerbaVolant edizioni), protagonista di concorsi letterari e progetti per le scuole. Nel dicembre 2020, sempre per VerbaVolant edizioni, è uscito il suo secondo libro per bambini, illustrato da Laura Addari, “Chi ha rubato la mia mamma?”. Si classifica per ben due volte al secondo posto del nostro Contest Letterario. Non c’è due senza tre avremmo detto ed invece quest’anno l’abbiamo voluta fortemente in giuria. Le sue Dime “Un caffè per il commissario” e “Sul filo della memoria” sono entrambe state selezionate per l’antologia Sicilia Dime Novels.

Sicilia Dime Novels: l’antologia in tour

10 giovedì Set 2020

Posted by mlriccioli in Eventi culturali, Letteratura, Musica

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Agata Montesanto, Alessandro Granieri Galilei, Alfio Grasso, Algra Editore, Andrea Camilleri, Antonino Impellizzeri, Christian Leone Magrì, Circolo letterario Pennagramma, Clemente Cipresso, concorsi letterari, Daniela Ginex, Enna, Etna Book Festival, Etna Comics, Flaminia Belfiore, Francesca Calì, Giarre, Gigliola Reyna, Giovanni Cutrufelli, Il commissario Montalbano, Liceo Orso Mario Corbino, Maria Regina Betti, Mario Cunsolo, Mascalucia, Mascalucia DOC, Moreno Burattini, Nonoise, Paola Marchese, penny dreadful, Quelli che... letto, recensito!, riletto, Sergio Bonelli Editore, short stories, Sicilia Dime Novels, Sofà delle Muse, Teatro Stabile Mascalucia, Un caffè per il commissario, Zagor

Sai cos’è e come si scrive una buona Dime?
Hai il dono della sintesi?
Sai raccontare in 3000 caratteri spazi inclusi, una storia avvincente?
Partecipa al MINIDIME 2020 e se la giuria giudicherà vincitrice la tua Minidime avrai l’onore di essere pubblicato nella nostra seconda Antologia.
Leggi bene il regolamento.
Forza.
MDIME
https://mascaluciadoc.org/2020/08/11/minidime-2020-tutto-quello-che-ce-da-sapere-e-come-partecipare/

La seconda Antologia conterrà il The Best della seconda edizione del Contest recentemente conclusasi più la migliore Minidime del Minidime 2020. Non è necessario aver partecipato né alla prima, né alla seconda edizione del Contest principale. Questo è un evento una tantum che, assegna un solo premio a chi si attiene maggiormente al concetto di DIME NOVELS in soli 3000 caratteri spazi inclusi.

Intanto parte il tour delle presentazioni dell’antologia della prima edizione del concorso letterario.

Nuove variazioni al nostro Tour Settembrino di presentazione dell’Antologia 2019.
Resta immutata la data di Mascalucia, Venerdi 11 settembre ore 20,30 alla Delegazione di Massannunziata.
Cambia la data di Enna che viene anticipata a Domenica 13 settembre alle ore 16,30 nella splendida cornice del Lago Nicoletti, ospiti del Circolo Velico Tre Laghi di Enna.
Immutata la data del 24 settembre a Giarre alle ore 18,30.

Mdoc

https://mascaluciadoc.org/2020/09/13/sicilia-dime-novels-arriva-la-prima-presentazione-dellantologia/?fbclid=IwAR1BUJ7gOOSAVAyPv1mXs2MtM_c-RtCOi7ITSP9xZf9-3mt7ZYMbr70Jlrc (la prima presentazione…)

La seconda presentazione: https://mascaluciadoc.org/2020/09/16/sicilia-dime-novels-atterra-anche-a-enna-la-seconda-presentazione-dellantologia/?fbclid=IwAR2eAYqa_4aL44jHZBz1Y3HRSpfl3-68M74XfuR6El-6oNSESIRFCYjyLHU

Ecco altro materiale sul contest, che mi ha regalato tante soddisfazioni ed emozioni.

https://mascaluciadoc.org/2020/08/03/scatti-dal-contest-sicilia-dime-novels/?fbclid=IwAR029Q3tVhH6SWHz6o2sK752ATjxkaKN-6uyvVK5o-hVtT71xii2ezrXqFc (gli scatti della serata di premiazione)

L'immagine può contenere: 1 persona, occhiali e primo piano, il seguente testo "SICILIA DIME NOVELS Secondo Posto Maria Lucia Riccioli"

L'immagine può contenere: una o più persone, persone in piedi e fiore

Maria Lucia Riccioli è la seconda classificata con una bellissima e struggente DIME.
Dato statistico del Contest: la scrittrice siracusana era arrivata seconda anche lo scorso anno.

L'immagine può contenere: 1 persona, occhiali, il seguente testo "MASCALUCIA DOC Albo d'oro Sicilia Dime Novels Secondi classificati 2019 MARIALUCIA RICCIOLI 2020 MARIA LUCIA RICCIOLI"

Curiosità di Sicilia Dime Novels.
Ha dell’incredibile il percorso di Maria Lucia Riccioli a Sicilia Dime Novels.
Due partecipazioni, due volte ad un passo dalla vittoria.
Non è sfortuna, ma talento purissimo.
Due Giurie assolutamente diverse, hanno valutato i testi dell’autrice siracusana di altissimo livello.
Abbiamo visto Maria Lucia assolutamente soddisfatta e raggiante per l’esito.
Una scrittrice eccezionale.
MDIME

Una serata mascaluciota all’insegna della letteratura, della musica e del teatro…
Sono reduce dalla serata di premiazione del concorso letterario SICILIA DIME NOVELS curato dall’associazione MASCALUCIA DOC, che mi accoglie con calore una seconda volta, dopo la mia conquista del podio (secondo posto) con il mio racconto, una fanfiction dedicata ad Andrea Camilleri appena scomparso, “Un caffè per il commissario” (che mi è valsa tra l’altro la menzione nella bibliografia camilleriana! http://www.vigata.org/bibliografia/biblios.shtml).

2020

a cura di Mascalucia Doc A.C.

Sicilia Dime Novels

Algra

Con il racconto di Maria Lucia Riccioli Un caffè per il commissario, con protagonista il Commissario Montalbano.

(photo courtesy Maria Fiorito)
Come ha simpaticamente affermato Flaminia Belfiore, donna dal garbo raro, sempre elegante e professionale, una vera colonna del nostro giornalismo televisivo e non solo, ormai sono il Toto Cutugno del concorso letterario: anche stavolta ho conquistato la seconda posizione nella sezione racconti, con la mia dime SUL FILO DELLA MEMORIA.
Rubo queste immagini dalla pagina di Pennagramma, circolo letterario, insieme al loro rendiconto della serata…
Successo di pubblico alla premiazione della seconda edizione del contest letterario Sicilia Dime Novels che avuto luogo martedì 28 luglio al Parco Manenti di Mascalucia (CT). Numerosi gli scrittori premiati per i loro racconti: lo scrittore del Circolo Letterario Pennagramma, Clemente Cipresso, a cui è stato conferito il Premio Camilleri per il racconto dal titolo “Sopra il filo di una ragnatela”; lo scrittore Antonino Impellizzeri a cui è stato conferito il Premio Cutrufelli per il racconto dal titolo “Pratiche d’ufficio”; la scrittrice Daniela Ginex che si è aggiudicata il terzo posto con il racconto dal titolo “Il miracolo”, la scrittrice Maria Lucia Riccioli a cui è stato assegnato il penultimo posto con il racconto dal titolo “Sul filo della memoria”, e infine lo scrittore Christian Leone Magrì vincitore del Premio Sicilia Dime Novels 2020 con il racconto dal titolo “Chiudo gli occhi e respiro”. Presenti all’evento letterario anche gli scrittori del Circolo Mario Cunsolo, Alessandro Granieri Galilei e i suoi simpatizzanti.
Francesca Calì e Flaminia Belfiore, presentatrici della serata…
Sì, perché il 28 luglio 2020 alle ore 21 si è tenuta la serata di premiazione della seconda edizione di SICILIA DIME NOVELS, il concorso letterario organizzato da Mascalucia DOC…
Un vero piacere incontrare di nuovo i giurati dell’associazione, il pubblico mascalucioto, la signora Gigliola Reyna – che in occasione dell’assegnazione della prima edizione del premio intitolato al compagno di una vita all’insegna del teatro, il mai troppo compianto Giovanni Cutrufelli, ha narrato alcuni episodi di vita con la verve e la classe che la contraddistinguono -, il mio editore Alfio Grasso insieme ad Alessandra Motta e Rossella Grasso… Grazia Calanna, autrice del libro per bambini IL GATTO FIGARO – gatti, musica, Catania e Teatro Bellini, what else? – e conoscere alcuni tra i vecchi e nuovi partecipanti del contest.
Pregevoli inoltre gli interventi di Paola Marchese con il suo omaggio ad Ennio Morricone, dei Nonoise e del Teatro Stabile Mascalucia.
LA SICILIA,  5 AGOSTO 2020
ECCO I 59 TITOLI DI DIME CHE SI SONO CONTESI I PRIMI TRE POSTI DEL CONTEST ED I PREMI SPECIALI INTITOLATI AD ANDREA CAMILLERI E GIOVANNI CUTRUFELLI.
La Giuria ha valutato esclusivamente i testi di queste DIME, senza conoscere il nome dell’autore.
L’accoppiamento DIME/AUTORE è stato conosciuto solamente la sera del 28.
1 L’AROMA DEL BASILICO
2 SOPRA IL FILO DI UNA RAGNATELA
3 RIBELLATI ALL’ILLEGALITA’
4 AMORE SENZA TEMPO
5 IL SAPORE DI UNA VITA, SULLE COSTE DEL MARE
6 UN PACCO DALL’AMERICA
7 L’AMORE AL TEMPO DEL CORONAVIRUS
8 LA BABBA MELINA
9 LA FEDE DI ANITA
10 PORTO OGNINA
11 PANDEMIE
12 L’UOMO CON LA VALIGIA
13 CUORENERO
14 IL CIRCO DEL ‘46
15 GENTE DI SICILIA
16 SUL FILO DELLA MEMORIA
17 IL MIRACOLO
18 LA RAGAZZA CHE HA CAMBIATO LA STORIA
19 LIBERA
20 LETTERA DALL’ALDILA’
21 A PICCIRIDDA VADDATA
22 RACCONTAMI
23 IL FAZZOLETTO DI SETA
24 UN SICILIANO A PARIGI
25 L’APE E IL GIRASOLE
26 IL VELO NERO
27 CHIUDO GLI OCCHI E RESPIRO
28 PER UN CANCELLO DIMENTICATO APERTO
29 NA’ MANNA RO CIELU
30 TELO MARE
31 PLUMERIE
32 PIOGGIA DI RICORDI
33 GNA’ NUNZIA
34 CU CAMPA VECCHIU SI FA
35 I DUE AMICI
36 NEDDU
37 VENEZIA NEI MIEI RICORDI
38 VITA, MORTE E MIRACOLI
39 L’AMORE DI PEPPINA
40 NE VIDI COSE CHE VOI PALEMMITANI
41 CAPRA HIRCUS
42 POESIA D’AMORE
43 FORTUNATA
44 UN’INFANZIA
45 IL PROFESSORE
46 LE PRATICHE D’UFFICIO
47 I FIGLI PREDILETTI
48 IL DONO DI SOFIA
49 LA VERA STORIA DI CARIDDI
50 COME TI INGANNO ARCHIMEDE
51 LO STROZZACOLLO DI GUCCI
52 ADDIO ARETUSA
53 IL TEMPO DI UNA ROSA
54 REQUIEM
55 TUTTI I CONSIGLI PRENDILI
56 E TENEBRIS TANTIS
57 L’ALBURU STORTU SI ADDRIZZA QUANNU E’ NICU
58 NINA
59 TRINCEA
MDIME
L'immagine può contenere: il seguente testo "MASC MASCALUCIA DOC SICILIA DIME NOVELS"
Ecco i 24 TITOLI CHE HANNO PARTECIPATO ALLA SEZIONE SPECIALE “C’ERA UNA VOLTA IN SICILIA…!” e sul cui testo ha lavorato la Giuria, all’oscuro di chi fosse l’autore.
1 LE DUE VITE DI BIMBA
2 IL CANTASTORIE
3 ANGELINO CHE VOLEVA VOLARE
4 STORIA DI PIRATI
5 CELESTE E LA SUA MAMMA
6 IL CUORE DI GAMMAZITA
7 LA STORIA DI MARIUZZA
8 PILLO, PORCELLINO BLU
9 IL SOGNO DI POLIFEMO
10 UN POSTO INCANTATO
11 L’ALBERO DELLE STORIE
12 TERRA DI BIDDIZZA
13 LO SPAZIO DEL CUORE
14 COLAPESCE, PINNABELLA E IL MARE INQUINATO
15 LA GROTTA DI MIMMI
16 IL CAVALIERE CON LA ROSA IN MANO
17 IL TOPO LETTORE E LA NOCE MAGICA
18 DA FARFALLA A VERME
19 ANNIBALE MARIA DI FRANCIA
20 L’ORCO E IL PRINCIPESCE
21 UN PROGETTO MERAVIGLIOSO
22 PERLA E IL CORALLINO FLUORESCENTE
23 GIUFA’ VA A CACCIA
24 SOGNO DI UNA LEGGENDA
Nessuna descrizione della foto disponibile.
Agata Montesanto ha vinto la sezione Speciale “C’era una volta in Sicilia…” con “Un progetto meraviglioso”.

Il prestigioso Premio Speciale dedicato ad Andrea Camilleri è stato aggiudicato alla splendida “Sopra il filo di una ragnatela” di Clemente Cipresso.

Antonino Impellizzeri è il vincitore del Premio Speciale dedicato a Giovanni Cutrufelli.
La sua Dime “Le pratiche d’ufficio” è stata giudicata come la più consona ad un adattamento teatrale o cinematografico.
Christian Leone Magri vince la seconda edizione del Contest “Sicilia DIME NOVELS” con la votatissima Dime “Chiudo gli occhi e respiro”.
Daniela Ginex con la sua Dime “Il miracolo” completa il trio delle meraviglie del Contest classificandosi al terzo posto.
Brava.
Ecco uno dei commenti sulla serata…
Un pensiero speciale è stato dedicato a Moreno Burattini, che l’anno scorso aveva donato al contest un video augurale e la prefazione dell’antologia e che quest’anno – fresco sposo tra l’altro: auguriamo a lui e alla sua radiosa austeniana signora ogni felicità – si è messo in gioco regalando a SICILIA DIME NOVELS un suo scritto, naturalmente fuori concorso come le dime dei giurati e dei membri di MASCALUCIA DOC che hanno voluto misurarsi con il giudizio di chi sapeva di votare sia i concorrenti regolari che gli “ousider”.
https://mascaluciadoc.org/2020/08/03/scatti-dal-contest-sicilia-dime-novels/?fbclid=IwAR0p0Y2gAggf_HH18kRHzw0bSPAq-doxRjgrg2Qa8JJbNzSjGspoZCBqg60
Le bellissime foto di Maria Regina Betti…
Ecco altro materiale sul premio, in attesa dell’uscita del secondo volume di SICILIA DIME NOVELS.
Buongiorno a tutti e buona domenica di fine maggio!
Il Maggio dei Libri volge al termine, voglio ringraziarvi tutti per l’attenzione mostrata nei confronti delle nostre iniziative.
Non sta a me ricordarvi quanto sia importante sostenere l’editoria locale in questo periodo di crisi ma, più di questo, diffondere la cultura e dedicare tutto il il nostro supporto a un aspetto dell’esistenza che è fondamentale per tutti. Come dicevo a inizio mese, ognuno di noi non può prescindere dal godimento della bellezza, qualunque sia il mezzo che ci doni questo appagamento. Amate la cultura, diffondete la bellezza e difendete le meraviglie della nostra terra.

Vi ricordo che i testi Algra suggeriti durante il mese sono soltanto una piccola selezione, ma potete trovare tutto il catalogo sul sito:

http://www.algraeditore.it/

Buone letture a tutti!

#ilboscaiolo#algraeditore#maggiodeilibri#selezioni#suggerimenti#cosaleggere#ticonsigliounlibro#cultura#bellezza#lettura#editoria#leggisiciliano

Come potete vedere, tra i libri consigliati c’è proprio SICILIA DIME NOVELS!
Mascalucia DOC-Sicilia DIME Novels

Edicola World Paper, via Etnea 71 a Mascalucia

Abbiamo rifornito nuovamente l’edicola World Paper di via Etnea 71 Mascalucia, dopo il Sold-out della nostra Antologia.
Quindi è di nuovo possibile trovare il nostro libro.
Inoltre i primi DUE acquirenti della nostra Antologia riceveranno in omaggio, l’esclusiva sacca con il logo della nostra Associazione.
Fate presto perché solo DUE saranno i fortunatissimi.

L’anno scorso ho partecipato alla prima edizione di questo concorso letterario e mi sono classificata seconda… ecco l’antologia, pubblicata da Algra Editore…

Mascalucia DOC-Sicilia DIME Novels

Ed ecco le notizie sulla nuova edizione del concorso:

!!🔴⬅️

Oggi, domenica 19 Aprile 2020, diamo l’ AVVIO UFFICIALE della Seconda Edizione del Contest “Sicilia DIME Novels”.
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Dopo il successo della Prima Edizione, a proposito l’Antologia è già pubblicata e disponibile su richiesta, abbiamo deciso di rituffarci nel mondo della scrittura breve creativa, offrendo a tutti gli amici autori ma anche a tutti coloro che interagiranno con il Contest per la prima volta, una nuova possibilità di cimentarsi nel loro hobby preferito offrendoci nuove ed esaltanti emozioni.
E’ desiderio di Mascalucia DOC AC, accrescere la qualità e la visibilità letteraria del Contest, dandone la massima diffusione nazionale possibile.
Ringraziamo pertanto chi si offrirà spontaneamente a dare una mano nel condividere i nostri comunicati in siti, Pagine e blog nazionali ed esteri, al fine di far conoscere in maniera piu’ capillare, l’interesse attorno al Contest.
Ci sono alcune NOVITA’ rispetto alla precedente edizione.
Le piu’ significative le illustriamo qui in forma sintetica, ma sono meglio esplicitate sul nostro sito www.mascaluciadoc.org a cui potrete accedere, cliccando sugli appositi link sotto.

ECCO LE PRINCIPALI NOVITA’ DEL CONTEST 2020 :

🔴Età minima di partecipazione : anni 16 con il consenso scritto di entrambi i genitori.
🔴Lunghezza massima degli elaborati in concorso: 10.000 caratteri (diecimila) spazi inclusi.
🔴Istituzione di una SEZIONE SPECIALE DEL CONTEST intitolata “C’era una volta in Sicilia…” dedicata ai racconti brevi per bambini , con alcune limitazioni di lunghezza testo e con l’obbligatorietà di allegare da 1 a max 3 illustrazioni inedite, ad ogni racconto.
🔴Facoltà, all’atto dell’ iscrizione gratuita al Contest, di poter scegliere se partecipare al Contest principale “Sicilia Dime Novels” oppure alla Sezione Speciale del Contest “C’era una volta in Sicilia…”, oppure ad entrambe.
🔴SCADENZA PRESENTAZIONE ELABORATI :
30 GIUGNO 2020 ORE 22.00
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Ecco i LINK su cui potete trovare tutte le informazioni in dettaglio:
🔴Messaggio di indizione del Contest da parte del Presidente di Mascalucia DOC AC :
https://mascaluciadoc.org/2020/04/13/come-partecipare/

🔴Regolamento Contest 2020 (scaricabile se volete in PDF)
https://mascaluciadoc.org/2020/04/13/regolamento/

🔴MODULI DI PARTECIPAZIONE :
https://mascaluciadoc.org/2020/04/15/casella-1/

🔴Linee Guida per le Giurie:
https://mascaluciadoc.org/2020/04/15/casella-2/

TUTTI I COMUNICATI INERENTI IL CONTEST VERRANNO DIFFUSI ONLINE SULLE PAGINE :

-MASCALUCIA DOC-SICILIA DIME NOVELS
-MASCALUCIA DOC

Ci attendiamo una entusiastica partecipazione.
Private a stupirci ed emozionarci ancora

MASCALUCIA DOC AC
SICILIA DIME NOVELS

Video autori della prima edizione…

Abbiamo chiesto ai 32 autori della nostra antologia di mettersi in gioco, filmarsi durante questa reclusione mentre leggono alcune righe della loro Sicilia Dime Novels. Vi mostriamo la prima parte.

Attenzione, ci pregiamo della presenza del grande Moreno Burattini!

Ci sono anch’io… 😀

“UN CAFFÈ PER IL COMMISSARIO”, è la Dime apprezzatissima dalla giuria del Contest ma anche dalla nostra Associazione. L’autrice è Maria Lucia Riccioli. Abbiamo il piacere e l’onore di presentarvi una grande artista.
Francesca
🍀🍀🍀🍀🍀🍀🍀🍀🍀🍀🍀🍀🍀🍀🍀

Maria Lucia Riccioli, nata nella città di Archimede, Santa Lucia ed Elio Vittorini, insegna Lettere nei Licei ed è stata docente di Lingua italiana e scrittura creativa del corso propedeutico al Seminario arcivescovile di Siracusa.
Corista e soprano solista in vari gruppi vocali, ha composto anche testi per musica ed ha inciso cd di classici natalizi e a tema religioso. Attualmente fa parte del Coro polifonico europeo “Giuseppe De Cicco”.
Scrive da sempre, in dialetto siciliano e in lingua, in versi e in prosa: aforismi, fiabe, novelle, racconti.
È stata semifinalista al II Campionato nazionale della lingua italiana condotto da Luciano Rispoli (TMC).
Molti dei suoi lavori sono stati pubblicati su periodici e antologie e sul web. Oltre all’impegno culturale nell’organizzazione di conferenze, recital e incontri letterari, scrive per “La civetta di Minerva” e ha scritto su “Notabilis” e sui litblog “Letteratitudine” e “Letteratu”.
Vincitrice di concorsi, tra cui quello per le migliori recensioni dei romanzi di Agatha Christie de “Il Corriere della sera”, RomaNoir e le sfide letterarie di Porsche Italia, il suo racconto “Dossier Pinocchio”, vincitore di “Carabinieri in giallo 4”, ha aperto l’omonima antologia edita ne I Gialli Mondadori, serie oro (luglio 2011).

Nel 2011 ha pubblicato il suo primo romanzo, “Ferita all’ala un’allodola”, insignito del Premio “Portopalo – Più a Sud di Tunisi”, apprezzato da pubblico e critica e rappresentato in forma di monologo presso il Teatro Vecchio Mercato di Gassino Torinese (TO).
Il libro è stato rieditato nel giugno 2013, è giunto finalista al Kaos Festival di Montallegro (AG) nel gennaio 2014 e ha ricevuto una segnalazione di merito dalla presidenza del Premio “Alessio Di Giovanni” a Raffadali (AG) nel settembre 2014.
Nel 2014 è stata pubblicata la sua raccolta di cunti siciliani “Quannu ‘u Signuri passava p’ ’o munnu”(Algra Editore), che ha ricevuto un riconoscimento come finalista con segnalazione d’onore della sezione libri editi di poesia nell’ambito del Premio “Poesia, Prosa e Arti figurative” e premio teatrale “Angelo Musco” – Il Convivio 2016.
Al Salone del Libro di Torino del maggio 2015 ha presentato la sua fiaba “La bananottera” (VerbaVolant edizioni), protagonista di concorsi letterari e progetti per le scuole.
Citazione preferita: IN OMNIBUS REQUIEM QUAESIVI ET NUSQUAM INVENI NISI IN ANGULO CUM LIBRO.

Ecco i volti degli autori… stay tuned!

Ed eccomi qui:

🎨Schizzi di Dime🎨

Uno dei racconti che più ci ha fatto discutere.
Sarà vero? È un plagio?
No, non lo è.
È solo frutto della testolina dell’autrice che ha colpito nel segno!
Francesca
=================================
-Ce ne hai messo di tempo ad alzarti, Commissà. Me lo offri un caffè?
-Lei…davero qua è? Niente, devo essere ancora addurmisciuto.
-Sveglio sei, commissà. Fidati. Se non lo so io…
La risatedda di Andrea Camilleri, saputa, intelligente, con un’ombra appena di malizia, era inconfondibile.
-Che c’è? Ti fagliano le parole?-
-Tutto questo non è possibile. Lei non…dovrebbe essere qui. Il commissariato, Montelusa, Vigata, io stesso…non siamo reali. Lei ci ha creati, ci ha scritti…

Il commissario Montalbano dott. Salvo strammò.

E ce ne voleva, per uno sbirro come lui abituato a vedere e sentire la qualunque.

Ma chisto no.

Per leggere il racconto nella sua interezza, aspettiamo l’antologia che verrà edita da un partner d’eccezione del concorso… lo scopriremo alla fine del post!

Emozionata e felice di ricevere questo riconoscimento con una fanfiction dedicata al commissario Montalbano e soprattutto al suo autore, Andrea Camilleri, che durante la serata di premiazione è stato ricordato e celebrato – grazie anche alla presenza di Salvo Santonocito e Gigliola Reyna, interpreti mascalucioti della fiction di Rai 1 (tra l’altro con IO SONO ANDREINA Simona Zagarella si è aggiudicata lo speciale premio “Andrea Camilleri” per il racconto con la maggiore valenza sociale.

Una delle punte di diamante del Contest è stato sicuramente lo scrittore Moreno Burattini, membro onorario della giuria che, seppur non presente, ci ha deliziato con una sua presenza in video che abbiamo proposto alla gremitissima Sala della Delegazione Comunale di Massannunziata.
MASCALUCIA DOC AC

Che emozione sapere che Moreno Burattini – tra i creatori di Zagor, un mito della mia infanzia – ha letto i racconti come membro onorario della giuria!

ALGRA Editore tra i sostenitori del concorso letterario Sicilia Dime Novels

“Sono felice di lavorare con materie prime che non si esauriranno mai: i sogni, la fantasia e la curiosità”. Questa è la dichiarazione di Alfio Grasso resa ad una giornalista un pò di anni fa parlando della sua professione. In piena sintonia con il modus operandi dell’Associazione Culturale Mascalucia Doc, Alfio Grasso e la sua casa editrice ALGRA, entrano a far parte dell’ambizioso progetto “SICILIA DIME NOVELS”, un concorso letterario aperto a tutti, gratuito e con lo scopo di promuovere la cultura del e sul nostro territorio.

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https://morenoburattini.blogspot.com/2020/05/sicilia-dime-novels.html?fbclid=IwAR08thkpo5NrD-9J_1gIltfvGrmSO-cazY_BQr086-UuJ08oVNN4GSPCLDk

Le preziose parole di Moreno Burattini, che cita perfino il mio racconto!

MARTEDÌ 5 MAGGIO 2020

SICILIA DIME NOVELS

Se ci sono all’ascolto dei cultori dei miei racconti, magari convinti dai 26 contenuti in “Dall’altra parte” (Cut-Up), sappiano che uno inedito è stato pubblicato nell’antologia “Sicilia Dime Novels” (il libro che tengo in mano nella foto qua sopra), del quale ho scritto anche la prefazione. A parte la mia, sono belle (se non di più) anche tutte le altre 31 storie.
Di che cosa si tratta? Due parole per spiegarlo. Le mie frequenti visite Sicilia in occasione di Etna Comics mi hanno guadagnato l’amicizia (salda come la roccia effusiva) di un buon numero di catanesi. Tra questi, l’infaticabile Giuseppe Reina, animatore di mille attività in Rete e sul suo territorio. In particolare, da un po’ di tempo a questa parte, Giuseppe è presidente dell’associazione culturale Mascalucia Doc, dal nome della località etnea dove ha sede. Proprio questa associazione ha dato vita, nel corso del 2019, a un contest letterario intitolato “Sicilia Dime Novels“, ovvero un concorso per storie brevi scritte da non professionisti, quindi fresche e spontanee, legate al territorio siciliano (ma non necessariamente). Mi venne chiesto di far parte della giuria, seppur distante, cosa che ho accettato di buon grado, trovandomi peraltro in eccellente compagnia.
Gli organizzatori credevano di ricevere un piccolo numero di adesioni, dato che il concorso era alla sua prima edizione, e considerando come Mascalucia non sia (ed è un vero peccato) al centro del mondo. Invece, inopinatamente, i racconti in lizza sono stati numerosissimi. Tra i premi in palio, la pubblicazione dei testi piazzati ai primi posti in classifica in un libro pubblicato a carico dell’associazione. Alla fine il libro è uscito raccogliendo 32 racconti, tra cui uno mio. Non perché abbia partecipato alla gara (essendo uno dei giudici), ma perché mi è stato chiesto di aggiungerne uno. Ho scritto una short story intitolata “L’esploratore“, con protagonista un astronauta approdato su pianeta ostile. Non c’entra molto con la Sicilia, ma mi hanno detto che andava bene lo stesso. Immagino che se un giorno scriverò un seguito di “Dall’altra parte“, anche questo racconto potrà entrarvi a far parte. Per “Sicilia Dime Novels” ho scritto una prefazione, che riporto in fondo a questo articolo, dato che serve a inquadrare meglio che cosa si intende per “dime novel”.
Gli altri 31 racconti sono, quasi tutti, invece, legati alla Sicilia, tutti in modo diverso. Talvolta si tratta di ricordi d’infanzia, in altri di racconti di famiglia risalenti a molto tempo fa e quindi riferibili a una terra che sembra non esserci più ma che continua a esserci appunto nelle memorie. Talvolta si sente una struggente nostalgia di sapori, odori, profumi, rumori, paesaggi. Ci sono poi le storie di fantasmi, le rievocazioni storiche, gli incontri immaginari con famosi scrittori siciliani. Davvero insospettabile il talento di scrittrici (in maggioranza) e scrittori non professionisti, ma con tanta voglia di raccontare. Carta, copertina, rilegatura, grafica e stampa del libro sono inappuntabili.
L’Associazione Mascalucia DOC, che ha pubblicato il libro (frutto di un contest letterario) senza scopo di lucro, mi ha comunicato una serie di link a siti in cui è possibile acquistare l’antologia online:
Hoepli :  https://www.hoepli.it/…/sicilia-dime-nov…/9788893413657.html
Algra Editore : http://www.algraeditore.it/…/narrativa/510/sicilia-dime-nov…
Librerie.coop : https://www.librerie.coop/…/9788893413657-sicilia-dime-nov…/
Libreria Universitaria: https://www.libreriauniversitaria.it/sicili…/…/9788893413657
Eprice : https://www.eprice.it/letteratura-italiana-ALGRA/d-58309336…
Mondadori : https://www.mondadoristore.it/Sicilia-Dime-Novels-32-bre…/…/
Amazon : https://www.amazon.it/Sicilia-Novels-brevi-st…/…/ref=sr_1_1…
Libro Co.Italia : https://www.libroco.it/…/Sicilia-Dim…/cw588673661343677.html
RACCONTI DA QUATTRO SOLDI
Prefazione di Moreno Burattini
Perché il titolo “Sicilia Dime Novel” dato al contest da cui nasce questa antologia? Sulla parola “Sicilia” non ci sono dubbi, dato che il torneo fra scrittori è stato organizzato a Mascalucia, ridente borgo sulle pendici dell’Etna. Ma “Dime Novel”? Letteralmente, il termine significa “romanzi da dieci centesimi”. Furono un fenomeno editoriale diffuso negli Stati Uniti a cavallo fra l’Ottocento e il Novecento, che però trova le sue radici in una analoga e precedente produzione inglese, quella dei “penny dreadful”, cioè “orrore da uno spicciolo”. Si trattò di un tipo di narrativa che, a partire dagli anni Trenta del diciannovesimo secolo, proponeva storie a puntate, con periodicità perlopiù settimanale, al costo di un penny per fascicolo. La definizione comprende una grande varietà di pubblicazioni, specializzate in romanzi avventurosi, a volte molto truculenti, sempre comunque scritti in tono sensazionalistico, puntando a sorprendere, inorridire, commuovere o comunque turbare il pubblico, composto soprattutto da acquirenti delle classi povere. Gli agili opuscoli potevano essere venduti a buon mercato anche perché venivano stampati su carta molto scadente, ricavata dalla cosiddetta “polpa” di cellulosa, la stessa da cui deriva il termine “pulp”, che indica la produzione artistica più popolare. 
La risposta americana ai “penny dreadful” furono appunto  i “dime novel”. Le caratteristiche erano molto simili, ma le tematiche furono adattate ai gusti dei lettori del Nuovo Mondo. In particolare, si inaugurò un filone di storie avventurose e drammatiche ambientate nelle terre di frontiera, e in particolare fra i pellerossa. Quello che viene considerato il primo esempio di “dime novel”, datato 1860, si intitolò “Malaeska: la moglie indiana del cacciatore bianco”. Si tendeva a rivolgersi a lettori giovani e facilmente impressionabili e si narrava l’eterna lotta del bene contro il male, condita con truci elementi orrorifici. Questi racconti finirono presto per essere seriali, cioè per proporre sempre nuove avventure di uno stesso eroe, come Buffalo Bill o Davy Crockett. Ovviamente la produzione non riguardò soltanto tematiche western, ma anche quelle poliziesche, e molti titoli riguardavano ambientazioni da bassifondi urbani. 
Venendo ad anni più recenti, con la definizione di “pulp magazine” si sono identificate alcune riviste di genere americane come “Weird Tales”, pubblicata a Chicago a partire dal 1923 e destinata a contenere racconti horror e fantastici: vi scrissero sopra autori come Robert Ervin Howard, Howard Phillips Lovecraft e Clark Ashton Smith. Già in precedenza, nel 1920, era nata però “Black Mask”, una rivista prevalentemente poliziesca ma che in realtà presentava, come recitava una pubblicità dell’epoca, “le migliori storie di avventura, i migliori mystery, le migliori storie romantiche e dell’occulto”. Data 1926 è invece “Amazing Stories”, con racconti di genere fantascientifico. Queste e (molte) altre testate del genere diedero il via anche a una vastissima produzione di fumetti “weird” (cioè, “bizzarri”) pubblicati su riviste come “Teles fron the crypt” (1950) o  “Creepy” (1964), per citare soltanto due fra le più illustri. Insomma, stiamo parlando di una incredibilmente vasta produzione di racconti brevi, per lo più horror e con un finale a sorpresa: un genere che può vantare perfino Edgar Allan Poe tra i suoi precursori. 
A rigor di termine, “novel” non significa “novella”, ma “romanzo”. Tuttavia, i dieci centesimo della parola “dime” rimandano alla brevità del racconto. Personalmente ho sempre avuto una autentica passione per i racconti brevi (con una preferenza per quelli fulminanti) di scrittori come Isaac Asimov, Ray Bradbury o Roald Dahl, ma anche Jack London, Ambrose Bierce, Giorgio Scerbanenco o più accademicamente quotati quali Raymond Carver. Esiste tutta una produzione letteraria di novelle e short stories ingiustamente meno considerata di quella dei romanzi. Io stesso sono autore di molti racconti scritti nel corso degli anni, una trentina dei quali sono stati raccolti di recente in una antologia intitolata “Dall’altra parte”. 
Il motivo per cui, in Italia, le antologie di racconti sono meno vendute dei romanzi, non sono mai riuscito a capirlo fino in fondo. Le short stories sono come le ciliegie, una tira l’altra, si adattano alla lettura in treno, si possono gustare durante le attese nelle sale d’aspetto, si riesce ad assaporarle in ordine sparso e quando se me ha voglia. Per di più, scrivere bene racconti belli è difficile, perché il dono della sintesi è raro come quello dell’affabulazione. Un racconto è tanto più è bello quanto più è breve, nel senso che ogni parola è pesata, misurata, calibrata, e quindi scelta o scartata.  “Essere brevi richiede tempo”, scrisse una volta John Dufresne.
La narrativa nasce con le prime tecniche affabulatorie evolute insieme prime manifestazioni del linguaggio: di ritorno da una battuta di caccia, i nostri progenitori si narravano l’un l’altro l’accaduto e, probabilmente, ognuno ci aggiungeva del proprio. I più bravi a raccontare (con i gesti, oltre che con i versi gutturali) finivano per essere, allora come ai giorni nostri, i più ascoltati. La tradizione delle novelle raccontate durante le veglie serali attorno al fuoco (nei millenni passati in cui non c’era la televisione) ha dato vita alle favole e a tutte quelle storie di cui il “Decamerone” o il “Novellino” (antologie rispettivamente del Trecento e del Quattrocento) ci hanno tramandato la testimonianza. Novelle spesso legate alla vita popolare, alle leggende del territorio. 
La Sicilia ha una fortissima tradizione di novellatori, e basterà citare i nomi di Verga, Pirandello e Camilleri (autori di straordinari racconti) per convincersene senza bisogno di dire altro – perché anche in una prefazione si deve cercare di essere brevi. Resta da segnalare la partecipazione davvero straordinaria al contest di Mascalucia, tanto più sorprendente se ci considera che la manifestazione, di cui questo libro è il degno prodotto, ha avuto finora una sola edizione e non ha goduto di particolari forme di promozione. Le tante opere giunte testimoniano la voglia di raccontare e raccontarsi che c’è in giro, e l’amore verso la parola scritta e letta che ancora resiste in tempi di “flash fiction” proposta sui social. I racconti raccolti in questa antologia, selezionati da una attenta giuria che ha lavorato per tutta l’estate del 2019, dimostrano anche il talento dei non professionisti, che nasce da un dono naturale esercitato attraverso tante letture. Perché non si riesce a scrivere, se non si sa leggere.

Il mio inizio di 2020 per La Civetta di Minerva

17 lunedì Ago 2020

Posted by mlriccioli in Eventi culturali, Letteratura, Musica

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Quest’anno ci ha messi particolarmente alla prova… per un quindicinale d’inchiesta, che fatica ad avere sponsor, che si impelaga in inchieste difficili, la pandemia ha significato reiventarsi. Il sito è stato rinnovato e potenziato, visitatelo!

… sto riordinando gli articoli scritti per LA CIVETTA DI MINERVA – col cartaceo andavo di ritagli – ed ecco cosa ho trovato nel sito del giornale:

Nel cercare e trovare parole – quelle dell’eredità siciliana, dei versi della famiglia c’è l’essenza della poesia di Maria Bella Raudino

Percorsi letterari degli iblei: la voce di Stefania Campo

Maria Lucia Riccioli Giugno 12, 2020 Cultura, homepage 294 Views

Percorsi letterari degli iblei: la voce di Stefania Campo
Maria Lucia Riccioli

“La Civetta di Minerva” ha incontrato – virtualmente, dato il periodo che stiamo vivendo, anche se
un incontro reale c’è stato, l’anno scorso, in occasione del convegno “Donne di/ per Ragusa” su
Mariannina Coffa, Maria Paternò Arezzo e Maria Occhipinti – l’onorevole Stefania Campo,
deputata regionale, a proposito dell’iniziativa sui “Percorsi letterari degli Iblei”.
Com’è nato questo progetto?
Parte da un disegno di legge varato dall’Assemblea Regionale Siciliana che porta come prima firma
il mio nome, e punta a promuovere percorsi culturali, narrativi, turistici, enogastronomici nelle
case natali e nei luoghi d’infanzia e di vita degli autori siciliani. Un percorso che coniughi storia e
memoria, cultura e turismo, attraverso l’individuazione di itinerari che si intreccino con le vite
degli autori che hanno segnato la storia della letteratura italiana del Novecento e di quella
contemporanea.
Quali sono gli autori che vi siete proposti di far conoscere sia agli specialisti che a un “pubblico”
più vasto?
Il nostro territorio vanta una grande ricchezza letteraria, non è di certo una novità, ma solo
studiando specifiche tracce delle biografie dei vari autori e tracciando una mappa che ne individui i
luoghi che ne hanno caratterizzato la produzione letteraria ci siamo veramente resi conto di quanti
autori abbiano scritto a vario titolo la Sicilia descrivendone la loro bellezza ed esaltandone sia il
tessuto sociale e di costume che l’aspetto architettonico e paesaggistico.
Tra gli scrittori individuati abbiamo personalità della grande cultura italiana ed europea, di epoche
molto diverse, poeti, saggisti, registi e giornalisti. Insieme allo storico dell’arte e dottore in
italianistica, Andrea Guastella, e allo storico della letteratura Stefano Vaccaro che stanno dando il
proprio contributo culturale e scientifico (ringrazio personalmente Stefano Vaccaro, studioso di
vaglia e operatore culturale, autore tra l’altro del pregevole saggio “Silfide, maga e sirena. L’ideale
femminile nella letteratura italiana dell’Ottocento”, Il Convivio Editore, n.d.r.), sono stati
individuati i percorsi di Andrea Camilleri, Mariannina Coffa, Giuseppe Fava (con I siciliani e
Cappelli); Maria Occhipinti; Carlo Levi (da Prefazione a una donna di Ragusa); Mario Luzi (da Il
sonno della ragione); Guido Piovene (da Viaggio in Italia); Emanuele Schembari (Il Poligono
circoscritto); Giovanni Spampinato (da L’Ora 28-29 maggio 1969); Vann’Antò (da A pici). A Modica
si potranno ripercorrere le strade di Franco Antonio Belgiorno (da Ballata del pane che fu);
Tommaso Campailla; Francesco Lanza (da Mimi e altre cose); Benedetto Ciaceri; Nino Martoglio
(da Centona); Giuseppe Pitrè (da Usi natalizi e funebri del popolo siciliano); Raffaele Poidomani (da
Carrubbe e cavalieri). L’itinerario di Scicli con il suo magnifico barocco e con l’impareggiabile
Andrea Camilleri; Vincenzo Consolo (da Di qua del faro e La rinascita del Val di Noto); Piero
Guccione (da La dolcezza delle cose); Pier Paolo Pasolini (da Vie nuove n. 22); Elio Vittorini (da Le
città del mondo). Quindi ecco Pozzallo con Vitaliano Brancati (da Il nonno in Tutti i racconti); Enrico

Cavacchioli (da Cavalcando il sole); Giorgio La Pira (da Lettere a Salvatore Pugliatti), per passare a
Comiso con Gesualdo Bufalino (da Comiso viva e Una città teatro) e Salvatore Fiume (da Viva
Gioconda). E ancora Monterosso Almo e Giarratana con Italo Calvino (Fiabe italiane e I due
compari mulattieri); Ispica con Luigi Capuana; Chiaramonte Gulfi con Serafino Amabile Guastella e
Vincenzo Rabito (da Terra matta); Santa Croce Camerina con Enzo Leopardi (da L’inganno della
rosa); Vittoria, con Emanuele Mandarà (da Rischio di noi) e con Leonardo Sciascia (da La contea di
Modica), ad Acate Carlo Addario (passeggiata storica). Questa ricerca ha voluto mettere in risalto
alcuni aspetti del nostro territorio: leggiamo tra le righe il tessuto sociale ragusano ottocentesco
descritto da una donna come Mariannina Coffa, la protesta di Maria Occhipinti con “i moti del Non
si parte”, i racconti della fiorente Contea di Modica, ma anche la bellezza di Scicli e gli affascinanti
passi letterari su Comiso di Gesualdo Bufalino. Si passa da illustri personalità legate al mondo della
nobiltà, della cultura e della politica ad autori narrativi che hanno raccontato e descritto il tessuto
produttivo che da sempre ha caratterizzato la nostra ricchezza. Non mancano autori che hanno
denunciato il mondo sommerso della criminalità come il giornalista Giovanni Spampinato o
Leonardo Sciascia.
Ne viene fuori un quadro d’insieme che ci restituisce una dettagliata e complessa narrazione del
nostro territorio.
Come si inserisce a suo modo di vedere il progetto in questa stranissima particolare incerta Fase
2?
Proprio in questa particolarissima fase dobbiamo iniziare a investire sul futuro e pensare alla
ripartenza. L’offerta culturale e il marketing turistico sono di fondamentale importanza e ci
permettono di destagionalizzare i flussi turistici offrendo proposte che rappresentino il valore
aggiunto della nostra terra. “Il percorso degli scrittori” si inserisce in questa fase: può essere
oggetto di studio e anche opportunità, chiaramente, per la costruzione di un “ricchissimo e
stupefacente percorso”, fatto di eventi, di case museo, di fondazioni, di enogastronomia, e tanto
tanto altro ancora.
(Domanda molto tendenziosa): a quali di questi personaggi è legata maggiormente?
Alcuni autori sono nati e cresciuti negli Iblei e, ovviamente, ci descrivono un realtà che appartiene
alla loro quotidianità, altri a vario titolo sono passati da questi luoghi, li abbiamo accolti e ospitati
per un periodo; la loro visione è diversa: è quella di un visitatore ammaliato che descrive le
bellezze appena scoperte, e poi c’è anche chi è stato legato ai nostri luoghi da rapporti di
parentela o di lavoro e che ha parlato del nostro territorio descrivendone anche le realtà più
sommerse – memorabile il passo di Sciascia da La contea di Modica dove parla della “città babba”.
Infine abbiamo preso in considerazione anche un autore che nulla ha avuto a che fare con i nostri
luoghi ma grazie ad una famosa fiction, indirettamente ne è diventato uno dei protagonisti
principali. Proprio a lui sono particolarmente legata perché è un autore che ha dato al nostro
territorio ibleo un’immensa visibilità nel mondo: si tratta naturalmente di Andrea Camilleri. A
quasi un anno dalla sua scomparsa mi piace ricordarlo proprio in questo contesto del nostro
percorso letterario.

Camilleri amava spesso inventare o storpiare i nomi dei luoghi, ed è così che abbiamo Vigàta,
Marinella, Montelusa, e grazie alla fiction di Sironi certe distanze si sono accorciate: i suoi luoghi di
fantasia si sono concretizzati e sono divenuti fisicamente tangibili, sparsi come gioielli sul territorio
ibleo, trasformatosi in pochi anni in un grande e variegato set all’aperto, dove Montelusa è
riconducibile a Ragusa Ibla, Vigàta a Scicli, Marinella a Punta Secca nel comune di Santa Croce
Camerina.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e il seguente testo "" Lo scrivere, rende le donne disoneste: chi non sa scrivere è sempre onorata, morale, religiosa... Mariannina Colfa Mariannina Coffa"

Mariannina Coffa dal 1860 al 1876 vive a Ragusa in un palazzo che si affaccia su piazza San Giovanni, il suo talento e la voglia di scrivere sono osteggiati dall’ostilità del suocero che la vorrebbe interamente dedita alle incombenze domestiche.

Abbandonata da amici e parenti, scandalizzati dai suoi comportamenti anticonvenzionali, la poetessa vive la solitudine, la nostalgia per il passato e la malferma salute che la condurrà giovanissima alla morte.

Maria Lucia Riccioli Giugno 12, 2020 Cultura, homepage 179 Views

Ci eravamo già occupati di Giada Scarpato, salutando la pubblicazione di una sua raccolta di poesie. Ricordiamo anche l’impegno culturale nell’ideazione e nella realizzazione del primo “Festival dei Giovani Musicisti” di Belvedere, che ha unito musica, lirica, scrittura (proprio in quell’occasione sono stati letti delicati e passionali frammenti della produzione testuale di Giada Scarpato, alla ricerca della sintesi emozionale col suo testo “Sfumature di Porpora”. Lì, dove il colore rappresenta l’apice delle umane debolezze, azioni, elevazioni: “Sono spezzoni forti, che rappresentano esperienze da interpretare, un manuale psicologico da consultare per ritrovarsi un po’ ”.
Adesso “La Civetta di Minerva” festeggia con la giovane artista l’uscita del suo nuovo singolo.

Parlaci della tua nuova canzone.
“Aggrappati a te”: questo è il titolo del mio brano. Il testo e la melodia sono stati composti da me qualche anno fa, l’arrangiamento da Sistema Musica. L’ho tenuto sottochiave perché ci tenevo molto e volevo trovare il miglior modo per farlo uscire allo scoperto, come una cosa preziosa che si ha paura di perdere, ma in questo periodo ho sentito proprio l’esigenza di farlo uscire allo scoperto e non potevo non seguire il mio cuore.

Qual è la connessione tra il brano e la tua concezione della musica?
Il testo parla della musica e della corruzione nel mondo in generale, anche estesa a questo settore; quando dico nel testo: “Mi riconosco dentro te” mi riferisco proprio a lei… sì, le do del tu, do del tu alla musica, che per me è un essere spirituale vivente che fa accendere il mio animo, e la speranza di cui si parla nel brano è realizzare i miei sogni musicali, in modo che universalmente parlando il mondo intero possa conoscere chi sono e cosa ho da dare. Ma il mondo ahimè a volte è spietato… Non perché lo sia nella sua natura ma perché gli uomini lo hanno corrotto, hanno contraffatto tutto, e ciò che è vero e che proviene dall’anima nella sua natura più emozionante non viene premiato ma messo a tacere. Ecco: con questo testo io non voglio tacere! Io voglio parlare! E voglio dire chiaramente che i corrotti non devono avere la meglio su ciò che veramente merita di andare in alto, il mondo (inteso entità di esseri corrotti) ci tiene imprigionati, e noi non vediamo le cose come sono, il mondo vuole inculcarci realtà che non esistono, ma siamo noi con la nostra coscienza che dobbiamo capire cosa è giusto e cosa è sbagliato, il mondo corrotto non deve avere la meglio su ciò che merita di essere divulgato. Posso dire che vivo e lotto per LEI, la Musica.

Come hai vissuto da “artista” il periodo della quarantena?
Con il fenomeno del Covid devo dire che ho riscoperto ancor di più la musica, stranamente… E volevo metterla in luce in questo periodo, per dare speranza e rinascita alle persone. Il titolo del testo, “Aggrappati a te“, ha un grande significato: aggrapparci sempre a noi stessi, a quell’amore che in noi stessi è importante, e ci permetterà di rialzarci in ogni situazione difficile. Se ci affidiamo alla nostra forza, alle nostre gambe che ci sostengono e ci tirano su, noi possiamo innalzarci su di esse e sollevarci.

Ecco il link al video di Giada Scarpato: https://www.youtube.com/watch?v=Dd7zRhbOBec

“La Civetta di Minerva” aveva salutato lo “sbarco” a Siracusa dell’OBS, l’Orchestra Barocca Siciliana

I cori virtuali in tempo di pandemia: “Possa il nostro canto essere musica per gli altri”

Io nella bibliografia camilleriana!

31 venerdì Lug 2020

Posted by mlriccioli in Eventi culturali, Letteratura

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Una soddisfazione incredibile per me: essere nella bibliografia camilleriana per il mio racconto “Un caffè per il commissario” premiato nell’ambito del concorso “Sicilia Dime Novels” e pubblicato nella raccolta omonima edita da Algra Editore (e prefata da Moreno Burattini).

Saluto e ringrazio il Camilleri Fans Club, gli amici dell’associazione Mascalucia Doc e l’editore Alfio Grasso.

http://www.vigata.org/bibliografia/biblios.shtml?fbclid=IwAR01Z1SkR5Ik_TQybWZ_c2hT5EDbeqyDy_MGOCFOMj2jpI7vIeckDK1PBZo

2020

a cura di Mascalucia Doc A.C.

Sicilia Dime Novels

Algra

Con il racconto di Maria Lucia Riccioli Un caffè per il commissario, con protagonista il Commissario Montalbano.

http://www.vigata.org/bibliografia/siciliadimenovels.shtml

Sicilia Dime Novels

32 brevi storie di pura emozione

Narrativa: Sicilia Dime Novels

Autore a cura di Mascalucia Doc A.C.
Prezzo € 15,00
Pagine 176
Data di pubblicazione 24 marzo 2020
Editore Algra
Collana
Con il racconto di Maria Lucia Riccioli Un caffè per il commissario, con protagonista il Commissario Montalbano.

Racconti di Daniela Albano, Stefania Avola, Christian Balsamo, Cristina Basile, Maria Regina Betti, Moreno Burattini, Francesca Calì, Alfia Contino, Francesco Cusa, Paolo Alessandro D’Angelo, Mirko Di Bella, Gioacchino Di Giovanni, Enzo Di Maria, Luisa Distefano, Daniela Ginex, Patrizia Grasso, Tindaro Guadagnini, Daniela Maccarrone, Concetta Maria Negretti, Maribella Piana, Francesco Rapisarda, Giuseppe Reina, Riccardo Renda, Grazia Restivo, Maria Lucia Riccioli, Francesca Sanfilippo, Maria Grazia Sapienza, Grazia Scuderi, Carmelina Toscano, Simona Zagarella, Clelia Zarbà, Anastasia Zuccarello.

Mascalucia Doc A.C. nasce il 1° settembre 2018 dall’esigenza di ufficializzare le attività che un gruppo di volontari, già da cinque anni, svolgeva sul territorio etneo. Il suo scopo primario è la valorizzazione e la diffusione della cultura e dell’arte in tutte le sue forme. Strumento chiave dell’associazione è la pagina Facebook “Mascalucia Doc”, con oltre 14.500 like (febbraio 2020), che consente di lavorare quotidianamente sul territorio con notizie, segnalazioni dei cittadini, ma anche interviste e dirette live per scoprire aspetti o personaggi sempre nuovi e interessanti. Altro fiore all’occhiello dell’associazione è il sito http://www.mascaluciadoc.org, l’unico portale virtuale che raccoglie ricerche storiche, censimenti di monumenti, chiese ed edicole votive, biografie, news, eventi e molto altro.

http://www.vigata.org/rassegna_stampa/2010/giu10.shtml

Non solo: grazie all’ineffabile Stefano Bartezzaghi – la sua rubrica di enigmistica è una gioia per il cervello – scopro che nella bibliografia camilleriana ci sto anche per i miei giochi verbali…

La Repubblica, 30.6.2010
Lessico e nuvole
Quel ramo del lago di Vigata
Con qualche coraggio, Maria Lucia Riccioli si mette sulla scia di Varaldo e compone le sue ottave manzoniane.
Oggi vediamo la prima, che è a’ la manière de Andrea Camilleri
Stefano Bartezzaghi

ALLA CAMILLERI
A scascione del nobile Rotrico
che s’amminchia picchì voli a Lucia,
ci ammatte, a Renzo, già nu bello intrico
tra parrini, rivolte e malatìa.
Come finìu? A chi ffari lo dico?
Stu bellu libru ca mi piaci a mia
aggiusta tuttu: a peste finita
Renzo si maritò cu la sò zita.
Sto leggendo RICCARDINO, prenotato da tempo e preso in libreria stamattina.

Anzi ho preso l’edizione speciale con le due versioni – la filologa che è in me non ne ha potuto fare a meno.

camilleri montalbano sellerio

lo ringrazio Camilleri per le ore di riflessione e felicità che mi ha regalato e che mi donerà ancora al solo rileggerlo.

Un narratore, innanzitutto. Che si fa leggere. Che ha portato lustro alla Sicilia – sì, i manierismi, sì, i luoghi comuni… ma c’è una sorta di amore/odio per chi vende tanto, per chi scala le classifiche. Io penso che il tempo ristabilirà le sorti della letteratura.

Ricordo con piacere le prime dei Montalbano al Teatro Vasquez di Siracusa, con Cesare Bocci, Luca Zingaretti, Alberto Sironi, Angelo Russo e Peppino Mazzotta, il nostro Lo Verde… ricordo lo Sciacca Film Festival del 2011, quando ho conosciuto Rocco Mortelliti e ho visto la prima de LA SCOMPARSA DI PATO’ insieme all’amica Cetta Brancato, a Emidio Greco, ad Elena Doni e alle sue donne risorgimentali… e IL PIMPIGALLO a Noto con Nino Frassica e Alessandra Mortelliti…

Nel 1994 in cui usciva il primo Montalbano cambiavano alcune cose nella mia vita e la mia scrittura in erba si incontrava con la sua.

Ora è tempo di andare oltre.

Oltre le polemiche, oltre le disquisizioni sul “camillerese”… oltre.

Pensate che qualcuno, leggendo il mio romanzo FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA, ci avrebbe trovato un’ascendenza camilleriana (nel linguaggio misto tra italiano e siciliano…). Avrei molto da dire ma dato il successo mainstream del maestro di Porto Empedocle lo prendo come un complimento.

Mi manca. Tanto.

La sua voce tabaccosa e funnùta di grotta, i suoi racconti, la sua capacità affabulatoria…

E adesso, un omaggio. Scritto tanti anni fa, ma che non mi sembra inopportuno offrire di nuovo adesso.

Il sito letterario su cui apparve per la prima volta non c’è più. Altro motivo di nostalgia.

La promessa di Montalbano – prima parte

S’arrisbigliò malamente.
Vagnatizzo, anzi assammarato di sudore.
Meno male che se l’era insognato!
Qualcuno gli aveva sparato in pieno petto e come diceva Freud – varda che minchia di pensate e non erano manco le cinco della matina – anche se i latri sono finti la paura è reale.
Il respiro si calmò, il battito tornò regolare. Squasi si diede del deficiente.
Stai invecchiando, Montalba’.
Dalle persiane non filtrava ancora manco una filàma di luce. L’aria era sirèna, anche troppo. Immobile.
La cosa che lo colpì maggiormente, però, fu il silenzio. Tutto taceva.
Anche il frigorifero, che certe notti scassava la minchia con quell’attacca e stacca delicato come un trattore nella grecchia, se ne stava – e qua ci vuole – come un quarto di pollo, muto e pazinzioso, là nella cucina, dove pure il ralògio a muro pareva essersi venduto le lancette.
Di riprendere sonno manco a pensarlo. Tambasiare casa casa in attesa che facesse iorno? Macari leggere quàlichi pagina del libro che si era accattato aieri e che stava ancora sul comodino avvolto nel cellofan.
Vederlo accussì gli fece una mala impressione, come di morto pronto per il cascione. O come quei poveri immigrati che dopo un viaggio in mare che manco l’Odissea, morti di fame e di sete, li ammogghiano in quella metallina che pare carta di uovo di Pasqua per non farli crepare di freddo.

Niente, non era cosa.
Restò qualche minuto a rivoltarsi come una delle cutulette di Adelina. Poi si stuffò.
E che è?
Le gambe parevano di ricotta e la testa principiò a firriargli come un tuppetto. Un tuppetto. Lo assugliò una nostalgia assurda e struggente per i giochi che faceva quand’era picciliddro. Che strano. Lui che al passato non ci pinsàva squasi mai, e d’improvviso s’arricordò pirchì. Come una botta in testa, l’assalì non il ricordo, non l’immagine, ma la prisènza viva di so’ matre. Biunna, bella da stare male, bella come forse non era mai stata. Sentì sulla varva non fatta una carizza, una. Fresca e tiepida nell’istisso tempo. Voleva affirrare quella mano e tinirasilla stritta, vasarla…
Riaprì gli occhi umidi e si ritrovò a stringere l’aria.

Al commissariato tirava un’aria strana.
Se ne accorse subito, manco il tempo di entrare.
– Ah dottori, ah dottori dottori! Ma lei qua è? O Madonna mia! Mariamariamariamari…
Catarella gli cadde davanti, preda di un sintòmo inspiegabile.
– Ma certo che sono io, Catare’!
Lo aiutò a susìrisi, gli pruì un bicchiere d’acqua.
– Ah dottori dottori!
Daccapo la litania. Forse il “signori e guistori” aveva fatto più burdello del solito, al telefono, e Catarella se n’era risentito.
– Ho capito! Ah, bestia che sugnu! Vossia è il gimello, il dottori Arturo!
Montalbano strammò.
– Il gemello di chi?
– Ah, dottor Arturo? Ma chi ci pare il momento di babbiare, quisto?
Montalbano si picchiò la fronte. Fu come un lampo nel ciriveddro. “Io ho un gemello che si chiama Arturo”. Tempo fa s’era messo a garrusiare al telefono inventandosi un fantomatico fratello gemello che ora rispuntava come un cadavere mal sepolto. Maledì la propria natura di tragediatore e le botte di metafisica stupidità di Catarella.
– Io sono, Catare’!
Agatino Catarella si fece serio. Con la manica della divisa asciugò occhi e guance, poi si ciusciò il naso con un fazzoletto, lo ripose a lento in sacchetta.
– Non babbiasse con mia, dottori Arturo. Io al commissario Montalbano ci voleva bene, ha capito? Ci avrei dato l’istissa vita mia, ca non vale niente a paro di quella sua, pi salvarlo. Ma non fu sorte.
A chi cerca? Al dottori Augello? Aspettassi ca ci lo chiamo.

Cosi ri Pirinnellu.
Roba da Pirandello. Così avrebbe commentato un analfabeta di Montelusa, Vigàta e dintorni al trovarsi in mezzo a una situazione grottesca come quella che Montalbano dott. Salvo stava vivendo dalle cinco di quella matìna.
– Mimì, vuoi degnarti cortesemente di spiegarmi che cosa sta succedendo in questo commissariato? Credo di avere diritto ad una relazione circostanziata dei fatti.
Il dottor Augello conosceva la pericolosità di certi toni apparentemente tutti scocchi e maniglie del suo capo e ne prevenne lo scoppio d’ira funesta. Montalbano però non si spiegava la reticenza circospetta, per non dire imbarazzata, del tono, dei gesti, dello sguardo del suo vice e amico.
– C’è che… che tu, Salvo, sei morto sparato alle cinco di stamatìna e ancora non abbiamo manco l’ùmmira di un sospetto, di una pista…
Mimì Augello l’abbrazzò e principiò a singhiozzare come un picciliddro.
– Salvù! Salvù!
– Mimì!
– Salvù…
– Mimì! Lasciami che mi ammazzi pi daveru!

La porta scatasciò. Catarella non ebbe manco il tempo di arriparàrisi la caduta e venne giù, porta e cardini compresi, la maniglia ancora in mano.
– Sono arrivate, dottori Augello. La signora Beba e la signorina Livia.
Livia? Ma se era partita due giorni fa, dopo una litigata apocalittica? Che fa, tornava a chiedergli scusa?
– Falle accomodare.
Montalbano provò pena nel vedere gli occhi di Livia, abbottati, gonfi, come di chi abbia pianto tutta la notte senza un momento di riposo.
Cimiàva come un àrvolo sorpreso da una tempesta improvvisa e si lasciò cadere su una sedia, la mano stretta a quella di Beba che piangeva senza ritegno.
– Ah, tu qua sei? Brutto bastardo, devi avere sempre tu l’ultima parola! Neanche il tempo di salutarti…
Scoppiò in lacrime, un fiotto di dolore lamintòso, assoluto, che straziava l’anima.
Montalbano non seppe che dire, il cuore gonfio di una compassione che era amore e ancora di più, l’impotenza disperata di chi non può asciugare le lacrime di uno ca chiangi pi tia.

Basta, basta.
Gli toccò ascoltare Beba che si chiedeva come avrebbe fatto a raccontare tutto a Salvuccio, il picciliddro che Montalbano aveva battezzato e che portava l’istisso nome so’.
Dovette assupparsi la faccia devastata di Fazio, che non riusciva a spiccicare parola e si grattava la testa come se volesse scipparsela.
Se lo figurò pronto a declinare le sue generalità: Montalbano dottor Salvatore detto Salvo, fu… nato a Catania nel 1950, il…
Avrebbe sopportato che gli elencasse uno per uno tutti gli abitanti di Vigàta, che scassinasse l’Ufficio anagrafe e gli contasse le storie dei paesani fino alla settima generazione, pur di non vederlo in quello stato.
Quando s’appresentò, trafelata ma sempre abbagliante, una Ingrid addolorata e incredula, seguita da Anna Ferrara con prole al seguito – Non avevo a chi lasciarli, appena ho saputo sono corsa qua – Montalbano non ce la fece più.

La promessa di Montalbano – seconda e ultima parte

Uscì da quello che era stato il suo ufficio senza che nessuno tentasse di trattenerlo.
Avrebbe registrato nell’anima solo gli sguardi di tutti – Livia, Beba, Mimì, Ingrid, Anna, Fazio e tutti gli uomini del commissariato – sgomenti, addolorati, pieni d’amore affetto rimpianto stima, che cosa? Come si chiama quel filo che ci tiene legati a questa vita gli uni gli altri? Quello che quando si spezza ci trancia il petto qua, all’altezza del cuore?

Nella sala d’aspetto c’era un assembramento che Catarella era incapace di sciogliere e tantomeno di contenere.
Eppure questa gente lui la conosceva. O meglio, l’aveva conosciuta. In altre e ben diverse circostanza, si potrebbe dire così.
– Condoglianze, dottor Montalbano.
– Commissario…
– Mi dispiace tanto.
Tutti che gli stringevano la mano, gli toccavano un braccio, una spalla. Quella era… oddio. Michela Licalzi. Splendida, una vera billizza, un sorriso malizioso stampato sul volto. Incontrò i suoi occhi e il sorriso si tinse di una mesta dolcezza. Le gambe per un attimo gli fagliarono. Fatima. La pelle ambrata riluceva di una serena perfezione. Lo trafisse con uno sguardo che sapeva di gratitudine e compassione, poi lo baciò su una guancia. Il cavaliere Misuraca, arzillo il passo, splendente la dentiera. Gli strinse la mano che manco un picciotto. E poi…
Mio Dio.
Giugiù.

Aveva bisogno d’aria e se ne andò a fare la solita passiàta al molo.
Manco il familiare, amico scoglio gli fu d’aiuto.
Il mare pareva fermo, come se le onde non avessero gana di arrivare fino alla pilaia, al porto, laggiù, fino alla vertigine della Scala dei Turchi.
Che era tutta quella storia?
Livia, Mimì, tutti quanti che lo chiangìvano per morto… tutti i catàferi delle indagini passate che gli venivano incontro, vivi e vegeti, per fargli le condoglianze.
Calma e gesso, Montalba’.
Qua c’è una sola cosa da fare.

A Vigàta ancora qualche cabina tilifonica è sopravvissuta all’avanzare di cellulari e computer che fanno da televisione, telefono e se la fottono loro che cosa.
Montalbano, notoriamente allergico a queste manifestazioni del nuovo che avanza come una ruspa e abbatte quel mondo cui s’era faticosamente abituato e al quale spesso con nostalgia e rimpianto s’aggrappava, entrò furtivo nella prima che gli venne a tiro.
Che strano, ricordava il numero a mente anche se non lo componeva da anni.
– Pronto?
La voce incatarrata, che sembrava emanare volute di fumo anche a distanza di chilometri, era quella.
– Montalbano sono.
– Ah. Ma lo sa che ore sono? Io a quest’ora riposo. Dovrebbe saperlo.
– E io me ne stracatafotto.
Per dirla tutta, non so manco che ore sono, ma questo non lo disse.
– Ma si può sapere che sta succedendo? Ha idea in quale burdello mi ha messo?
– Mi pare che sia lei a cacciarsi nei guazzabugli, nei pasticciacci più brutti, per dirla con Gadda. Perché ne dà la colpa a me?
– Non siamo qui per parlare di letteratura.
– Ah no?
Pausa.
Già una volta Montalbano s’era ribellato ad un destino da pupo per fare a suo modo. E non era stata l’ultima.
Sospiro.
– Non può continuare così.
– Anche i personaggi letterari muoiono, lo sa Montalbano?
– Spesso continuano a vivere dopo la morte di chi li ha creati. E lei lo sa meglio di me.
Sospiro dall’altra parte del filo. E due.
Poi silenzio.
Come gli capitava sempre quand’era al telefono, Montalbano venne aggredito dalla paura assurda di trovarsi a parlare da solo in un universo vuoto e muto. Principiò a gridare.
– Pronto! Pronto!
Pronto una minchia. Non si sentiva pronto ad uscire di scena. Dillo, Montalba’. Non ti scantare. A morire. Ecco, l’aveva pensato. L’aveva detto.
– Non voglio morire.
Non sarebbe stato sicuro, dopo, d’averle realmente pronunciate, quelle parole.
Ma dall’altra parte del filo, forse, Andrea Camilleri le aveva sentite.
Montalbano attese. Una parola, magari un insulto. Niente.
– Pronto! Pronto!
Gli giunse quello che non s’aspettava. Una risata. Soffocata all’inizio, poi sempre più fragorosa e piena.
– Ma veramente credeva che le avrei permesso di andarsene prima di me?
Sospiro. E tre.
– Non le posso nascondere nulla, vero? Bene. Mi ascolti senza interrompere, poi riagganci e non mi scassi ulteriormente i cabasisi perché ho già deciso.
Montalbano s’azzittì pure mentalmente. Non era il momento di quistionare.
– In cassaforte, a casa mia, c’è già il manoscritto del mio ultimo romanzo che la riguarda. Le mie ultime volontà stabiliscono che venga pubblicato solo dopo la mia morte. E visto che è mia intenzione campare come minimo fino a cent’anni, lei può dormire sogni tranquilli. Se ci riesce.
Uno sfaglio momentaneo della voce? Un colpo di tosse? Cos’era? Un singhiozzo, forse.
– La saluto, Montalba’.
– Aspetti, aspetti. Solo una cosa.
– Veda che non sono il dottore Pasquano. Si sbrighi.
– Non voglio chiederle nulla. Le prometto una cosa.
– Che cosa?
– Non la farò pentire della sua decisione. Arrivederci.
Era meglio addio? Forse. Meglio non dirlo. La commozione gli artigliava la gola.
– E grazie.
Clic.

Passò dalla trattoria “San Calogero” ma resistette.
Tornò a casa.
Aveva chiamato Mimì e Fazio, e magari Catarella. Chiangeva, rideva, l’avevano preso per pazzo ma chi se ne fotte. Aveva chiamato Livia.
– Non sono morto, hai visto?
– Ma che c’è? Se è uno scherzo vedi che è cretino. Vuoi farmi dispetto?
– No, è successo che ti amo.

Nel forno c’era una parmigiana da resuscitare un carico di morti ammazzati, ma non ne toccò neanche un poco.
Si andò a corcare.
S’addormiscì di botto, come se gli avessero sparato.

Sorpresa! Anche LA PROMESSA DI MONTALBANO è stata accolto come apocrifo nella bibliografia camilleriana!

2014

Maria Lucia Riccioli

La promessa di Montalbano
Prima parte / Seconda parte

LetteraTu
6/20 settembre 2014

Una fanfiction in due puntate

E poi l’anno scorso, una bellissima sorpresa. Il mio racconto “Un caffè per il commissario” si piazza secondo al Sicilia Dime Novels contest…

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Neanche a dirlo, è una fan fiction dedicata a Camilleri che era appena scomparso.

L’antologia relativa al premio è edita da Algra Editore e lì potrete trovarvi il mio racconto.

Un caffè per il commissario | Maria Lucia Riccioli

Ve ne offro un’anticipazione…

UN CAFFÈ PER IL COMMISSARIO

 

Il commissario Montalbano dott. Salvo strammò.

E ce ne voleva, per uno sbirro come lui abituato a vedere e sentire la qualunque.

Ma chisto no.

 

L’aria di mare sapeva di state, longa e calda.

Il profumo del cafè l’aveva raggiunto fino al letto. I linzòla frischi di bucato – ah, santa Adelina! – l’avevano cullato come un principi. Il sonno era stato longo e senza mali sogni. La matinata – niente telefonate dalla Questura, nessuna rottura di cabbasisi – s’apprisintava bene, per una volta.

Magari ci poteva scappare una bella nuotata prima di mettersi in macchina per andare da Marinella a Vigàta, giusto il tempo di salutare i ragazzi prima di partire. Livia non l’aspettava, ma sarebbe stata contenta della sorpresa.

Si susì.

Fu quello che vide nella verandina a farlo strammare.

Assittato su una delle segge, appoggiato a un bastone più per vezzo che per necessità, sigaretta in bocca, coppola in testa, una tazzina ancora vuota davanti, c’era nientedimeno che Andrea Camilleri, lo scrittore.

– Ce ne hai messo di tempo ad alzarti, commissa’. Me lo offri, un cafè?

 

Un anno senza Camilleri

17 venerdì Lug 2020

Posted by mlriccioli in Eventi culturali, Letteratura

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Sto leggendo RICCARDINO, prenotato da tempo e preso in libreria stamattina.

Anzi ho preso l’edizione speciale con le due versioni – la filologa che è in me non ne ha potuto fare a meno.

camilleri montalbano sellerio

lo ringrazio Camilleri per le ore di riflessione e felicità che mi ha regalato e che mi donerà ancora al solo rileggerlo.

Un narratore, innanzitutto. Che si fa leggere. Che ha portato lustro alla Sicilia – sì, i manierismi, sì, i luoghi comuni… ma c’è una sorta di amore/odio per chi vende tanto, per chi scala le classifiche. Io penso che il tempo ristabilirà le sorti della letteratura.

Ricordo con piacere le prime dei Montalbano al Teatro Vasquez di Siracusa, con Cesare Bocci, Luca Zingaretti, Alberto Sironi, Angelo Russo e Peppino Mazzotta, il nostro Lo Verde… ricordo lo Sciacca Film Festival del 2011, quando ho conosciuto Rocco Mortelliti e ho visto la prima de LA SCOMPARSA DI PATO’ insieme all’amica Cetta Brancato, a Emidio Greco, ad Elena Doni e alle sue donne risorgimentali… e IL PIMPIGALLO a Noto con Nino Frassica e Alessandra Mortelliti…

Nel 1994 in cui usciva il primo Montalbano cambiavano alcune cose nella mia vita e la mia scrittura in erba si incontrava con la sua.

Ora è tempo di andare oltre.

Oltre le polemiche, oltre le disquisizioni sul “camillerese”… oltre.

Pensate che qualcuno, leggendo il mio romanzo FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA, ci avrebbe trovato un’ascendenza camilleriana (nel linguaggio misto tra italiano e siciliano…). Avrei molto da dire ma dato il successo mainstream del maestro di Porto Empedocle lo prendo come un complimento.

Mi manca. Tanto.

La sua voce tabaccosa e funnùta di grotta, i suoi racconti, la sua capacità affabulatoria…

E adesso, un omaggio. Scritto tanti anni fa, ma che non mi sembra inopportuno offrire di nuovo adesso.

Il sito letterario su cui apparve per la prima volta non c’è più. Altro motivo di nostalgia.

La promessa di Montalbano – prima parte

S’arrisbigliò malamente.
Vagnatizzo, anzi assammarato di sudore.
Meno male che se l’era insognato!
Qualcuno gli aveva sparato in pieno petto e come diceva Freud – varda che minchia di pensate e non erano manco le cinco della matina – anche se i latri sono finti la paura è reale.
Il respiro si calmò, il battito tornò regolare. Squasi si diede del deficiente.
Stai invecchiando, Montalba’.
Dalle persiane non filtrava ancora manco una filàma di luce. L’aria era sirèna, anche troppo. Immobile.
La cosa che lo colpì maggiormente, però, fu il silenzio. Tutto taceva.
Anche il frigorifero, che certe notti scassava la minchia con quell’attacca e stacca delicato come un trattore nella grecchia, se ne stava – e qua ci vuole – come un quarto di pollo, muto e pazinzioso, là nella cucina, dove pure il ralògio a muro pareva essersi venduto le lancette.
Di riprendere sonno manco a pensarlo. Tambasiare casa casa in attesa che facesse iorno? Macari leggere quàlichi pagina del libro che si era accattato aieri e che stava ancora sul comodino avvolto nel cellofan.
Vederlo accussì gli fece una mala impressione, come di morto pronto per il cascione. O come quei poveri immigrati che dopo un viaggio in mare che manco l’Odissea, morti di fame e di sete, li ammogghiano in quella metallina che pare carta di uovo di Pasqua per non farli crepare di freddo.

Niente, non era cosa.
Restò qualche minuto a rivoltarsi come una delle cutulette di Adelina. Poi si stuffò.
E che è?
Le gambe parevano di ricotta e la testa principiò a firriargli come un tuppetto. Un tuppetto. Lo assugliò una nostalgia assurda e struggente per i giochi che faceva quand’era picciliddro. Che strano. Lui che al passato non ci pinsàva squasi mai, e d’improvviso s’arricordò pirchì. Come una botta in testa, l’assalì non il ricordo, non l’immagine, ma la prisènza viva di so’ matre. Biunna, bella da stare male, bella come forse non era mai stata. Sentì sulla varva non fatta una carizza, una. Fresca e tiepida nell’istisso tempo. Voleva affirrare quella mano e tinirasilla stritta, vasarla…
Riaprì gli occhi umidi e si ritrovò a stringere l’aria.

Al commissariato tirava un’aria strana.
Se ne accorse subito, manco il tempo di entrare.
– Ah dottori, ah dottori dottori! Ma lei qua è? O Madonna mia! Mariamariamariamari…
Catarella gli cadde davanti, preda di un sintòmo inspiegabile.
– Ma certo che sono io, Catare’!
Lo aiutò a susìrisi, gli pruì un bicchiere d’acqua.
– Ah dottori dottori!
Daccapo la litania. Forse il “signori e guistori” aveva fatto più burdello del solito, al telefono, e Catarella se n’era risentito.
– Ho capito! Ah, bestia che sugnu! Vossia è il gimello, il dottori Arturo!
Montalbano strammò.
– Il gemello di chi?
– Ah, dottor Arturo? Ma chi ci pare il momento di babbiare, quisto?
Montalbano si picchiò la fronte. Fu come un lampo nel ciriveddro. “Io ho un gemello che si chiama Arturo”. Tempo fa s’era messo a garrusiare al telefono inventandosi un fantomatico fratello gemello che ora rispuntava come un cadavere mal sepolto. Maledì la propria natura di tragediatore e le botte di metafisica stupidità di Catarella.
– Io sono, Catare’!
Agatino Catarella si fece serio. Con la manica della divisa asciugò occhi e guance, poi si ciusciò il naso con un fazzoletto, lo ripose a lento in sacchetta.
– Non babbiasse con mia, dottori Arturo. Io al commissario Montalbano ci voleva bene, ha capito? Ci avrei dato l’istissa vita mia, ca non vale niente a paro di quella sua, pi salvarlo. Ma non fu sorte.
A chi cerca? Al dottori Augello? Aspettassi ca ci lo chiamo.

Cosi ri Pirinnellu.
Roba da Pirandello. Così avrebbe commentato un analfabeta di Montelusa, Vigàta e dintorni al trovarsi in mezzo a una situazione grottesca come quella che Montalbano dott. Salvo stava vivendo dalle cinco di quella matìna.
– Mimì, vuoi degnarti cortesemente di spiegarmi che cosa sta succedendo in questo commissariato? Credo di avere diritto ad una relazione circostanziata dei fatti.
Il dottor Augello conosceva la pericolosità di certi toni apparentemente tutti scocchi e maniglie del suo capo e ne prevenne lo scoppio d’ira funesta. Montalbano però non si spiegava la reticenza circospetta, per non dire imbarazzata, del tono, dei gesti, dello sguardo del suo vice e amico.
– C’è che… che tu, Salvo, sei morto sparato alle cinco di stamatìna e ancora non abbiamo manco l’ùmmira di un sospetto, di una pista…
Mimì Augello l’abbrazzò e principiò a singhiozzare come un picciliddro.
– Salvù! Salvù!
– Mimì!
– Salvù…
– Mimì! Lasciami che mi ammazzi pi daveru!

La porta scatasciò. Catarella non ebbe manco il tempo di arriparàrisi la caduta e venne giù, porta e cardini compresi, la maniglia ancora in mano.
– Sono arrivate, dottori Augello. La signora Beba e la signorina Livia.
Livia? Ma se era partita due giorni fa, dopo una litigata apocalittica? Che fa, tornava a chiedergli scusa?
– Falle accomodare.
Montalbano provò pena nel vedere gli occhi di Livia, abbottati, gonfi, come di chi abbia pianto tutta la notte senza un momento di riposo.
Cimiàva come un àrvolo sorpreso da una tempesta improvvisa e si lasciò cadere su una sedia, la mano stretta a quella di Beba che piangeva senza ritegno.
– Ah, tu qua sei? Brutto bastardo, devi avere sempre tu l’ultima parola! Neanche il tempo di salutarti…
Scoppiò in lacrime, un fiotto di dolore lamintòso, assoluto, che straziava l’anima.
Montalbano non seppe che dire, il cuore gonfio di una compassione che era amore e ancora di più, l’impotenza disperata di chi non può asciugare le lacrime di uno ca chiangi pi tia.

Basta, basta.
Gli toccò ascoltare Beba che si chiedeva come avrebbe fatto a raccontare tutto a Salvuccio, il picciliddro che Montalbano aveva battezzato e che portava l’istisso nome so’.
Dovette assupparsi la faccia devastata di Fazio, che non riusciva a spiccicare parola e si grattava la testa come se volesse scipparsela.
Se lo figurò pronto a declinare le sue generalità: Montalbano dottor Salvatore detto Salvo, fu… nato a Catania nel 1950, il…
Avrebbe sopportato che gli elencasse uno per uno tutti gli abitanti di Vigàta, che scassinasse l’Ufficio anagrafe e gli contasse le storie dei paesani fino alla settima generazione, pur di non vederlo in quello stato.
Quando s’appresentò, trafelata ma sempre abbagliante, una Ingrid addolorata e incredula, seguita da Anna Ferrara con prole al seguito – Non avevo a chi lasciarli, appena ho saputo sono corsa qua – Montalbano non ce la fece più.

La promessa di Montalbano – seconda e ultima parte

Uscì da quello che era stato il suo ufficio senza che nessuno tentasse di trattenerlo.
Avrebbe registrato nell’anima solo gli sguardi di tutti – Livia, Beba, Mimì, Ingrid, Anna, Fazio e tutti gli uomini del commissariato – sgomenti, addolorati, pieni d’amore affetto rimpianto stima, che cosa? Come si chiama quel filo che ci tiene legati a questa vita gli uni gli altri? Quello che quando si spezza ci trancia il petto qua, all’altezza del cuore?

Nella sala d’aspetto c’era un assembramento che Catarella era incapace di sciogliere e tantomeno di contenere.
Eppure questa gente lui la conosceva. O meglio, l’aveva conosciuta. In altre e ben diverse circostanza, si potrebbe dire così.
– Condoglianze, dottor Montalbano.
– Commissario…
– Mi dispiace tanto.
Tutti che gli stringevano la mano, gli toccavano un braccio, una spalla. Quella era… oddio. Michela Licalzi. Splendida, una vera billizza, un sorriso malizioso stampato sul volto. Incontrò i suoi occhi e il sorriso si tinse di una mesta dolcezza. Le gambe per un attimo gli fagliarono. Fatima. La pelle ambrata riluceva di una serena perfezione. Lo trafisse con uno sguardo che sapeva di gratitudine e compassione, poi lo baciò su una guancia. Il cavaliere Misuraca, arzillo il passo, splendente la dentiera. Gli strinse la mano che manco un picciotto. E poi…
Mio Dio.
Giugiù.

Aveva bisogno d’aria e se ne andò a fare la solita passiàta al molo.
Manco il familiare, amico scoglio gli fu d’aiuto.
Il mare pareva fermo, come se le onde non avessero gana di arrivare fino alla pilaia, al porto, laggiù, fino alla vertigine della Scala dei Turchi.
Che era tutta quella storia?
Livia, Mimì, tutti quanti che lo chiangìvano per morto… tutti i catàferi delle indagini passate che gli venivano incontro, vivi e vegeti, per fargli le condoglianze.
Calma e gesso, Montalba’.
Qua c’è una sola cosa da fare.

A Vigàta ancora qualche cabina tilifonica è sopravvissuta all’avanzare di cellulari e computer che fanno da televisione, telefono e se la fottono loro che cosa.
Montalbano, notoriamente allergico a queste manifestazioni del nuovo che avanza come una ruspa e abbatte quel mondo cui s’era faticosamente abituato e al quale spesso con nostalgia e rimpianto s’aggrappava, entrò furtivo nella prima che gli venne a tiro.
Che strano, ricordava il numero a mente anche se non lo componeva da anni.
– Pronto?
La voce incatarrata, che sembrava emanare volute di fumo anche a distanza di chilometri, era quella.
– Montalbano sono.
– Ah. Ma lo sa che ore sono? Io a quest’ora riposo. Dovrebbe saperlo.
– E io me ne stracatafotto.
Per dirla tutta, non so manco che ore sono, ma questo non lo disse.
– Ma si può sapere che sta succedendo? Ha idea in quale burdello mi ha messo?
– Mi pare che sia lei a cacciarsi nei guazzabugli, nei pasticciacci più brutti, per dirla con Gadda. Perché ne dà la colpa a me?
– Non siamo qui per parlare di letteratura.
– Ah no?
Pausa.
Già una volta Montalbano s’era ribellato ad un destino da pupo per fare a suo modo. E non era stata l’ultima.
Sospiro.
– Non può continuare così.
– Anche i personaggi letterari muoiono, lo sa Montalbano?
– Spesso continuano a vivere dopo la morte di chi li ha creati. E lei lo sa meglio di me.
Sospiro dall’altra parte del filo. E due.
Poi silenzio.
Come gli capitava sempre quand’era al telefono, Montalbano venne aggredito dalla paura assurda di trovarsi a parlare da solo in un universo vuoto e muto. Principiò a gridare.
– Pronto! Pronto!
Pronto una minchia. Non si sentiva pronto ad uscire di scena. Dillo, Montalba’. Non ti scantare. A morire. Ecco, l’aveva pensato. L’aveva detto.
– Non voglio morire.
Non sarebbe stato sicuro, dopo, d’averle realmente pronunciate, quelle parole.
Ma dall’altra parte del filo, forse, Andrea Camilleri le aveva sentite.
Montalbano attese. Una parola, magari un insulto. Niente.
– Pronto! Pronto!
Gli giunse quello che non s’aspettava. Una risata. Soffocata all’inizio, poi sempre più fragorosa e piena.
– Ma veramente credeva che le avrei permesso di andarsene prima di me?
Sospiro. E tre.
– Non le posso nascondere nulla, vero? Bene. Mi ascolti senza interrompere, poi riagganci e non mi scassi ulteriormente i cabasisi perché ho già deciso.
Montalbano s’azzittì pure mentalmente. Non era il momento di quistionare.
– In cassaforte, a casa mia, c’è già il manoscritto del mio ultimo romanzo che la riguarda. Le mie ultime volontà stabiliscono che venga pubblicato solo dopo la mia morte. E visto che è mia intenzione campare come minimo fino a cent’anni, lei può dormire sogni tranquilli. Se ci riesce.
Uno sfaglio momentaneo della voce? Un colpo di tosse? Cos’era? Un singhiozzo, forse.
– La saluto, Montalba’.
– Aspetti, aspetti. Solo una cosa.
– Veda che non sono il dottore Pasquano. Si sbrighi.
– Non voglio chiederle nulla. Le prometto una cosa.
– Che cosa?
– Non la farò pentire della sua decisione. Arrivederci.
Era meglio addio? Forse. Meglio non dirlo. La commozione gli artigliava la gola.
– E grazie.
Clic.

Passò dalla trattoria “San Calogero” ma resistette.
Tornò a casa.
Aveva chiamato Mimì e Fazio, e magari Catarella. Chiangeva, rideva, l’avevano preso per pazzo ma chi se ne fotte. Aveva chiamato Livia.
– Non sono morto, hai visto?
– Ma che c’è? Se è uno scherzo vedi che è cretino. Vuoi farmi dispetto?
– No, è successo che ti amo.

Nel forno c’era una parmigiana da resuscitare un carico di morti ammazzati, ma non ne toccò neanche un poco.
Si andò a corcare.
S’addormiscì di botto, come se gli avessero sparato.

 

E poi l’anno scorso, una bellissima sorpresa. Il mio racconto “Un caffè per il commissario” si piazza secondo al Sicilia Dime Novels contest…

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Neanche a dirlo, è una fan fiction dedicata a Camilleri che era appena scomparso.

L’antologia relativa al premio è edita da Algra Editore e lì potrete trovarvi il mio racconto.

Un caffè per il commissario | Maria Lucia Riccioli

Ve ne offro un’anticipazione…

UN CAFFÈ PER IL COMMISSARIO

 

Il commissario Montalbano dott. Salvo strammò.

E ce ne voleva, per uno sbirro come lui abituato a vedere e sentire la qualunque.

Ma chisto no.

 

L’aria di mare sapeva di state, longa e calda.

Il profumo del cafè l’aveva raggiunto fino al letto. I linzòla frischi di bucato – ah, santa Adelina! – l’avevano cullato come un principi. Il sonno era stato longo e senza mali sogni. La matinata – niente telefonate dalla Questura, nessuna rottura di cabbasisi – s’apprisintava bene, per una volta.

Magari ci poteva scappare una bella nuotata prima di mettersi in macchina per andare da Marinella a Vigàta, giusto il tempo di salutare i ragazzi prima di partire. Livia non l’aspettava, ma sarebbe stata contenta della sorpresa.

Si susì.

Fu quello che vide nella verandina a farlo strammare.

Assittato su una delle segge, appoggiato a un bastone più per vezzo che per necessità, sigaretta in bocca, coppola in testa, una tazzina ancora vuota davanti, c’era nientedimeno che Andrea Camilleri, lo scrittore.

– Ce ne hai messo di tempo ad alzarti, commissa’. Me lo offri, un cafè?

 

Sicilia Dime Novels: la nuova edizione del concorso!

19 domenica Apr 2020

Posted by mlriccioli in Eventi culturali, Letteratura, Musica

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Maria Lucia Riccioli è la seconda classificata con una bellissima e struggente DIME.
Dato statistico del Contest: la scrittrice siracusana era arrivata seconda anche lo scorso anno.

Una serata mascaluciota all’insegna della letteratura, della musica e del teatro…
Sono reduce dalla serata di premiazione del concorso letterario SICILIA DIME NOVELS curato dall’associazione MASCALUCIA DOC, che mi accoglie con calore una seconda volta, dopo la mia conquista del podio (secondo posto) con il mio racconto, una fanfiction dedicata ad Andrea Camilleri appena scomparso, “Un caffè per il commissario” (che mi è valsa tra l’altro la menzione nella bibliografia camilleriana! http://www.vigata.org/bibliografia/biblios.shtml).

2020

a cura di Mascalucia Doc A.C.

Sicilia Dime Novels

Algra

Con il racconto di Maria Lucia Riccioli Un caffè per il commissario, con protagonista il Commissario Montalbano.

(photo courtesy Maria Fiorito)
Come ha simpaticamente affermato Flaminia Belfiore, donna dal garbo raro, sempre elegante e professionale, una vera colonna del nostro giornalismo televisivo e non solo, ormai sono il Toto Cutugno del concorso letterario: anche stavolta ho conquistato la seconda posizione nella sezione racconti, con la mia dime SUL FILO DELLA MEMORIA.
Rubo queste immagini dalla pagina di Pennagramma, circolo letterario, insieme al loro rendiconto della serata…
Successo di pubblico alla premiazione della seconda edizione del contest letterario Sicilia Dime Novels che avuto luogo martedì 28 luglio al Parco Manenti di Mascalucia (CT). Numerosi gli scrittori premiati per i loro racconti: lo scrittore del Circolo Letterario Pennagramma, Clemente Cipresso, a cui è stato conferito il Premio Camilleri per il racconto dal titolo “Sopra il filo di una ragnatela”; lo scrittore Antonino Impellizzeri a cui è stato conferito il Premio Cutrufelli per il racconto dal titolo “Pratiche d’ufficio”; la scrittrice Daniela Ginex che si è aggiudicata il terzo posto con il racconto dal titolo “Il miracolo”, la scrittrice Maria Lucia Riccioli a cui è stato assegnato il penultimo posto con il racconto dal titolo “Sul filo della memoria”, e infine lo scrittore Christian Leone Magrì vincitore del Premio Sicilia Dime Novels 2020 con il racconto dal titolo “Chiudo gli occhi e respiro”. Presenti all’evento letterario anche gli scrittori del Circolo Mario Cunsolo, Alessandro Granieri Galilei e i suoi simpatizzanti.
Francesca Calì e Flaminia Belfiore, presentatrici della serata…
Sì, perché il 28 luglio 2020 alle ore 21 si è tenuta la serata di premiazione della seconda edizione di SICILIA DIME NOVELS, il concorso letterario organizzato da Mascalucia DOC…
Un vero piacere incontrare di nuovo i giurati dell’associazione, il pubblico mascalucioto, la signora Gigliola Reyna – che in occasione dell’assegnazione della prima edizione del premio intitolato al compagno di una vita all’insegna del teatro, il mai troppo compianto Giovanni Cutrufelli, ha narrato alcuni episodi di vita con la verve e la classe che la contraddistinguono -, il mio editore Alfio Grasso insieme ad Alessandra Motta e Rossella Grasso… Grazia Calanna, autrice del libro per bambini IL GATTO FIGARO – gatti, musica, Catania e Teatro Bellini, what else? – e conoscere alcuni tra i vecchi e nuovi partecipanti del contest.
Pregevoli inoltre gli interventi di Paola Marchese con il suo omaggio ad Ennio Morricone, dei Nonoise e del Teatro Stabile Mascalucia.
LA SICILIA,  5 AGOSTO 2020
ECCO I 59 TITOLI DI DIME CHE SI SONO CONTESI I PRIMI TRE POSTI DEL CONTEST ED I PREMI SPECIALI INTITOLATI AD ANDREA CAMILLERI E GIOVANNI CUTRUFELLI.
La Giuria ha valutato esclusivamente i testi di queste DIME, senza conoscere il nome dell’autore.
L’accoppiamento DIME/AUTORE è stato conosciuto solamente la sera del 28.
1 L’AROMA DEL BASILICO
2 SOPRA IL FILO DI UNA RAGNATELA
3 RIBELLATI ALL’ILLEGALITA’
4 AMORE SENZA TEMPO
5 IL SAPORE DI UNA VITA, SULLE COSTE DEL MARE
6 UN PACCO DALL’AMERICA
7 L’AMORE AL TEMPO DEL CORONAVIRUS
8 LA BABBA MELINA
9 LA FEDE DI ANITA
10 PORTO OGNINA
11 PANDEMIE
12 L’UOMO CON LA VALIGIA
13 CUORENERO
14 IL CIRCO DEL ‘46
15 GENTE DI SICILIA
16 SUL FILO DELLA MEMORIA
17 IL MIRACOLO
18 LA RAGAZZA CHE HA CAMBIATO LA STORIA
19 LIBERA
20 LETTERA DALL’ALDILA’
21 A PICCIRIDDA VADDATA
22 RACCONTAMI
23 IL FAZZOLETTO DI SETA
24 UN SICILIANO A PARIGI
25 L’APE E IL GIRASOLE
26 IL VELO NERO
27 CHIUDO GLI OCCHI E RESPIRO
28 PER UN CANCELLO DIMENTICATO APERTO
29 NA’ MANNA RO CIELU
30 TELO MARE
31 PLUMERIE
32 PIOGGIA DI RICORDI
33 GNA’ NUNZIA
34 CU CAMPA VECCHIU SI FA
35 I DUE AMICI
36 NEDDU
37 VENEZIA NEI MIEI RICORDI
38 VITA, MORTE E MIRACOLI
39 L’AMORE DI PEPPINA
40 NE VIDI COSE CHE VOI PALEMMITANI
41 CAPRA HIRCUS
42 POESIA D’AMORE
43 FORTUNATA
44 UN’INFANZIA
45 IL PROFESSORE
46 LE PRATICHE D’UFFICIO
47 I FIGLI PREDILETTI
48 IL DONO DI SOFIA
49 LA VERA STORIA DI CARIDDI
50 COME TI INGANNO ARCHIMEDE
51 LO STROZZACOLLO DI GUCCI
52 ADDIO ARETUSA
53 IL TEMPO DI UNA ROSA
54 REQUIEM
55 TUTTI I CONSIGLI PRENDILI
56 E TENEBRIS TANTIS
57 L’ALBURU STORTU SI ADDRIZZA QUANNU E’ NICU
58 NINA
59 TRINCEA
MDIME
L'immagine può contenere: il seguente testo "MASC MASCALUCIA DOC SICILIA DIME NOVELS"
Ecco i 24 TITOLI CHE HANNO PARTECIPATO ALLA SEZIONE SPECIALE “C’ERA UNA VOLTA IN SICILIA…!” e sul cui testo ha lavorato la Giuria, all’oscuro di chi fosse l’autore.
1 LE DUE VITE DI BIMBA
2 IL CANTASTORIE
3 ANGELINO CHE VOLEVA VOLARE
4 STORIA DI PIRATI
5 CELESTE E LA SUA MAMMA
6 IL CUORE DI GAMMAZITA
7 LA STORIA DI MARIUZZA
8 PILLO, PORCELLINO BLU
9 IL SOGNO DI POLIFEMO
10 UN POSTO INCANTATO
11 L’ALBERO DELLE STORIE
12 TERRA DI BIDDIZZA
13 LO SPAZIO DEL CUORE
14 COLAPESCE, PINNABELLA E IL MARE INQUINATO
15 LA GROTTA DI MIMMI
16 IL CAVALIERE CON LA ROSA IN MANO
17 IL TOPO LETTORE E LA NOCE MAGICA
18 DA FARFALLA A VERME
19 ANNIBALE MARIA DI FRANCIA
20 L’ORCO E IL PRINCIPESCE
21 UN PROGETTO MERAVIGLIOSO
22 PERLA E IL CORALLINO FLUORESCENTE
23 GIUFA’ VA A CACCIA
24 SOGNO DI UNA LEGGENDA
Nessuna descrizione della foto disponibile.
Agata Montesanto ha vinto la sezione Speciale “C’era una volta in Sicilia…” con “Un progetto meraviglioso”.

Il prestigioso Premio Speciale dedicato ad Andrea Camilleri è stato aggiudicato alla splendida “Sopra il filo di una ragnatela” di Clemente Cipresso.

Antonino Impellizzeri è il vincitore del Premio Speciale dedicato a Giovanni Cutrufelli.
La sua Dime “Le pratiche d’ufficio” è stata giudicata come la più consona ad un adattamento teatrale o cinematografico.
Christian Leone Magri vince la seconda edizione del Contest “Sicilia DIME NOVELS” con la votatissima Dime “Chiudo gli occhi e respiro”.
Daniela Ginex con la sua Dime “Il miracolo” completa il trio delle meraviglie del Contest classificandosi al terzo posto.
Brava.
Ecco uno dei commenti sulla serata…
Un pensiero speciale è stato dedicato a Moreno Burattini, che l’anno scorso aveva donato al contest un video augurale e la prefazione dell’antologia e che quest’anno – fresco sposo tra l’altro: auguriamo a lui e alla sua radiosa austeniana signora ogni felicità – si è messo in gioco regalando a SICILIA DIME NOVELS un suo scritto, naturalmente fuori concorso come le dime dei giurati e dei membri di MASCALUCIA DOC che hanno voluto misurarsi con il giudizio di chi sapeva di votare sia i concorrenti regolari che gli “ousider”.
https://mascaluciadoc.org/2020/08/03/scatti-dal-contest-sicilia-dime-novels/?fbclid=IwAR0p0Y2gAggf_HH18kRHzw0bSPAq-doxRjgrg2Qa8JJbNzSjGspoZCBqg60
Le bellissime foto di Maria Regina Betti…
Ecco altro materiale sul premio, in attesa dell’uscita del secondo volume di SICILIA DIME NOVELS.
Buongiorno a tutti e buona domenica di fine maggio!
Il Maggio dei Libri volge al termine, voglio ringraziarvi tutti per l’attenzione mostrata nei confronti delle nostre iniziative.
Non sta a me ricordarvi quanto sia importante sostenere l’editoria locale in questo periodo di crisi ma, più di questo, diffondere la cultura e dedicare tutto il il nostro supporto a un aspetto dell’esistenza che è fondamentale per tutti. Come dicevo a inizio mese, ognuno di noi non può prescindere dal godimento della bellezza, qualunque sia il mezzo che ci doni questo appagamento. Amate la cultura, diffondete la bellezza e difendete le meraviglie della nostra terra.

Vi ricordo che i testi Algra suggeriti durante il mese sono soltanto una piccola selezione, ma potete trovare tutto il catalogo sul sito:

http://www.algraeditore.it/

Buone letture a tutti!

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Come potete vedere, tra i libri consigliati c’è proprio SICILIA DIME NOVELS!
Mascalucia DOC-Sicilia DIME Novels

Edicola World Paper, via Etnea 71 a Mascalucia

Abbiamo rifornito nuovamente l’edicola World Paper di via Etnea 71 Mascalucia, dopo il Sold-out della nostra Antologia.
Quindi è di nuovo possibile trovare il nostro libro.
Inoltre i primi DUE acquirenti della nostra Antologia riceveranno in omaggio, l’esclusiva sacca con il logo della nostra Associazione.
Fate presto perché solo DUE saranno i fortunatissimi.

L’anno scorso ho partecipato alla prima edizione di questo concorso letterario e mi sono classificata seconda… ecco l’antologia, pubblicata da Algra Editore…

Mascalucia DOC-Sicilia DIME Novels

Ed ecco le notizie sulla nuova edizione del concorso:

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Oggi, domenica 19 Aprile 2020, diamo l’ AVVIO UFFICIALE della Seconda Edizione del Contest “Sicilia DIME Novels”.
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Dopo il successo della Prima Edizione, a proposito l’Antologia è già pubblicata e disponibile su richiesta, abbiamo deciso di rituffarci nel mondo della scrittura breve creativa, offrendo a tutti gli amici autori ma anche a tutti coloro che interagiranno con il Contest per la prima volta, una nuova possibilità di cimentarsi nel loro hobby preferito offrendoci nuove ed esaltanti emozioni.
E’ desiderio di Mascalucia DOC AC, accrescere la qualità e la visibilità letteraria del Contest, dandone la massima diffusione nazionale possibile.
Ringraziamo pertanto chi si offrirà spontaneamente a dare una mano nel condividere i nostri comunicati in siti, Pagine e blog nazionali ed esteri, al fine di far conoscere in maniera piu’ capillare, l’interesse attorno al Contest.
Ci sono alcune NOVITA’ rispetto alla precedente edizione.
Le piu’ significative le illustriamo qui in forma sintetica, ma sono meglio esplicitate sul nostro sito www.mascaluciadoc.org a cui potrete accedere, cliccando sugli appositi link sotto.

ECCO LE PRINCIPALI NOVITA’ DEL CONTEST 2020 :

🔴Età minima di partecipazione : anni 16 con il consenso scritto di entrambi i genitori.
🔴Lunghezza massima degli elaborati in concorso: 10.000 caratteri (diecimila) spazi inclusi.
🔴Istituzione di una SEZIONE SPECIALE DEL CONTEST intitolata “C’era una volta in Sicilia…” dedicata ai racconti brevi per bambini , con alcune limitazioni di lunghezza testo e con l’obbligatorietà di allegare da 1 a max 3 illustrazioni inedite, ad ogni racconto.
🔴Facoltà, all’atto dell’ iscrizione gratuita al Contest, di poter scegliere se partecipare al Contest principale “Sicilia Dime Novels” oppure alla Sezione Speciale del Contest “C’era una volta in Sicilia…”, oppure ad entrambe.
🔴SCADENZA PRESENTAZIONE ELABORATI :
30 GIUGNO 2020 ORE 22.00
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Ecco i LINK su cui potete trovare tutte le informazioni in dettaglio:
🔴Messaggio di indizione del Contest da parte del Presidente di Mascalucia DOC AC :
https://mascaluciadoc.org/2020/04/13/come-partecipare/

🔴Regolamento Contest 2020 (scaricabile se volete in PDF)
https://mascaluciadoc.org/2020/04/13/regolamento/

🔴MODULI DI PARTECIPAZIONE :
https://mascaluciadoc.org/2020/04/15/casella-1/

🔴Linee Guida per le Giurie:
https://mascaluciadoc.org/2020/04/15/casella-2/

TUTTI I COMUNICATI INERENTI IL CONTEST VERRANNO DIFFUSI ONLINE SULLE PAGINE :

-MASCALUCIA DOC-SICILIA DIME NOVELS
-MASCALUCIA DOC

Ci attendiamo una entusiastica partecipazione.
Private a stupirci ed emozionarci ancora

MASCALUCIA DOC AC
SICILIA DIME NOVELS

Video autori della prima edizione…

Abbiamo chiesto ai 32 autori della nostra antologia di mettersi in gioco, filmarsi durante questa reclusione mentre leggono alcune righe della loro Sicilia Dime Novels. Vi mostriamo la prima parte.

Attenzione, ci pregiamo della presenza del grande Moreno Burattini!

Ci sono anch’io… 😀

“UN CAFFÈ PER IL COMMISSARIO”, è la Dime apprezzatissima dalla giuria del Contest ma anche dalla nostra Associazione. L’autrice è Maria Lucia Riccioli. Abbiamo il piacere e l’onore di presentarvi una grande artista.
Francesca
🍀🍀🍀🍀🍀🍀🍀🍀🍀🍀🍀🍀🍀🍀🍀

Maria Lucia Riccioli, nata nella città di Archimede, Santa Lucia ed Elio Vittorini, insegna Lettere nei Licei ed è stata docente di Lingua italiana e scrittura creativa del corso propedeutico al Seminario arcivescovile di Siracusa.
Corista e soprano solista in vari gruppi vocali, ha composto anche testi per musica ed ha inciso cd di classici natalizi e a tema religioso. Attualmente fa parte del Coro polifonico europeo “Giuseppe De Cicco”.
Scrive da sempre, in dialetto siciliano e in lingua, in versi e in prosa: aforismi, fiabe, novelle, racconti.
È stata semifinalista al II Campionato nazionale della lingua italiana condotto da Luciano Rispoli (TMC).
Molti dei suoi lavori sono stati pubblicati su periodici e antologie e sul web. Oltre all’impegno culturale nell’organizzazione di conferenze, recital e incontri letterari, scrive per “La civetta di Minerva” e ha scritto su “Notabilis” e sui litblog “Letteratitudine” e “Letteratu”.
Vincitrice di concorsi, tra cui quello per le migliori recensioni dei romanzi di Agatha Christie de “Il Corriere della sera”, RomaNoir e le sfide letterarie di Porsche Italia, il suo racconto “Dossier Pinocchio”, vincitore di “Carabinieri in giallo 4”, ha aperto l’omonima antologia edita ne I Gialli Mondadori, serie oro (luglio 2011).

Nel 2011 ha pubblicato il suo primo romanzo, “Ferita all’ala un’allodola”, insignito del Premio “Portopalo – Più a Sud di Tunisi”, apprezzato da pubblico e critica e rappresentato in forma di monologo presso il Teatro Vecchio Mercato di Gassino Torinese (TO).
Il libro è stato rieditato nel giugno 2013, è giunto finalista al Kaos Festival di Montallegro (AG) nel gennaio 2014 e ha ricevuto una segnalazione di merito dalla presidenza del Premio “Alessio Di Giovanni” a Raffadali (AG) nel settembre 2014.
Nel 2014 è stata pubblicata la sua raccolta di cunti siciliani “Quannu ‘u Signuri passava p’ ’o munnu”(Algra Editore), che ha ricevuto un riconoscimento come finalista con segnalazione d’onore della sezione libri editi di poesia nell’ambito del Premio “Poesia, Prosa e Arti figurative” e premio teatrale “Angelo Musco” – Il Convivio 2016.
Al Salone del Libro di Torino del maggio 2015 ha presentato la sua fiaba “La bananottera” (VerbaVolant edizioni), protagonista di concorsi letterari e progetti per le scuole.
Citazione preferita: IN OMNIBUS REQUIEM QUAESIVI ET NUSQUAM INVENI NISI IN ANGULO CUM LIBRO.

Ecco i volti degli autori… stay tuned!

Ed eccomi qui:

🎨Schizzi di Dime🎨

Uno dei racconti che più ci ha fatto discutere.
Sarà vero? È un plagio?
No, non lo è.
È solo frutto della testolina dell’autrice che ha colpito nel segno!
Francesca
=================================
-Ce ne hai messo di tempo ad alzarti, Commissà. Me lo offri un caffè?
-Lei…davero qua è? Niente, devo essere ancora addurmisciuto.
-Sveglio sei, commissà. Fidati. Se non lo so io…
La risatedda di Andrea Camilleri, saputa, intelligente, con un’ombra appena di malizia, era inconfondibile.
-Che c’è? Ti fagliano le parole?-
-Tutto questo non è possibile. Lei non…dovrebbe essere qui. Il commissariato, Montelusa, Vigata, io stesso…non siamo reali. Lei ci ha creati, ci ha scritti…

 

Il commissario Montalbano dott. Salvo strammò.

E ce ne voleva, per uno sbirro come lui abituato a vedere e sentire la qualunque.

Ma chisto no.

Per leggere il racconto nella sua interezza, aspettiamo l’antologia che verrà edita da un partner d’eccezione del concorso… lo scopriremo alla fine del post!

Emozionata e felice di ricevere questo riconoscimento con una fanfiction dedicata al commissario Montalbano e soprattutto al suo autore, Andrea Camilleri, che durante la serata di premiazione è stato ricordato e celebrato – grazie anche alla presenza di Salvo Santonocito e Gigliola Reyna, interpreti mascalucioti della fiction di Rai 1 (tra l’altro con IO SONO ANDREINA Simona Zagarella si è aggiudicata lo speciale premio “Andrea Camilleri” per il racconto con la maggiore valenza sociale.

Una delle punte di diamante del Contest è stato sicuramente lo scrittore Moreno Burattini, membro onorario della giuria che, seppur non presente, ci ha deliziato con una sua presenza in video che abbiamo proposto alla gremitissima Sala della Delegazione Comunale di Massannunziata.
MASCALUCIA DOC AC

Che emozione sapere che Moreno Burattini – tra i creatori di Zagor, un mito della mia infanzia – ha letto i racconti come membro onorario della giuria!

ALGRA Editore tra i sostenitori del concorso letterario Sicilia Dime Novels

“Sono felice di lavorare con materie prime che non si esauriranno mai: i sogni, la fantasia e la curiosità”. Questa è la dichiarazione di Alfio Grasso resa ad una giornalista un pò di anni fa parlando della sua professione. In piena sintonia con il modus operandi dell’Associazione Culturale Mascalucia Doc, Alfio Grasso e la sua casa editrice ALGRA, entrano a far parte dell’ambizioso progetto “SICILIA DIME NOVELS”, un concorso letterario aperto a tutti, gratuito e con lo scopo di promuovere la cultura del e sul nostro territorio.

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https://morenoburattini.blogspot.com/2020/05/sicilia-dime-novels.html?fbclid=IwAR08thkpo5NrD-9J_1gIltfvGrmSO-cazY_BQr086-UuJ08oVNN4GSPCLDk

Le preziose parole di Moreno Burattini, che cita perfino il mio racconto!

MARTEDÌ 5 MAGGIO 2020

SICILIA DIME NOVELS

Se ci sono all’ascolto dei cultori dei miei racconti, magari convinti dai 26 contenuti in “Dall’altra parte” (Cut-Up), sappiano che uno inedito è stato pubblicato nell’antologia “Sicilia Dime Novels” (il libro che tengo in mano nella foto qua sopra), del quale ho scritto anche la prefazione. A parte la mia, sono belle (se non di più) anche tutte le altre 31 storie.
Di che cosa si tratta? Due parole per spiegarlo. Le mie frequenti visite Sicilia in occasione di Etna Comics mi hanno guadagnato l’amicizia (salda come la roccia effusiva) di un buon numero di catanesi. Tra questi, l’infaticabile Giuseppe Reina, animatore di mille attività in Rete e sul suo territorio. In particolare, da un po’ di tempo a questa parte, Giuseppe è presidente dell’associazione culturale Mascalucia Doc, dal nome della località etnea dove ha sede. Proprio questa associazione ha dato vita, nel corso del 2019, a un contest letterario intitolato “Sicilia Dime Novels“, ovvero un concorso per storie brevi scritte da non professionisti, quindi fresche e spontanee, legate al territorio siciliano (ma non necessariamente). Mi venne chiesto di far parte della giuria, seppur distante, cosa che ho accettato di buon grado, trovandomi peraltro in eccellente compagnia.
Gli organizzatori credevano di ricevere un piccolo numero di adesioni, dato che il concorso era alla sua prima edizione, e considerando come Mascalucia non sia (ed è un vero peccato) al centro del mondo. Invece, inopinatamente, i racconti in lizza sono stati numerosissimi. Tra i premi in palio, la pubblicazione dei testi piazzati ai primi posti in classifica in un libro pubblicato a carico dell’associazione. Alla fine il libro è uscito raccogliendo 32 racconti, tra cui uno mio. Non perché abbia partecipato alla gara (essendo uno dei giudici), ma perché mi è stato chiesto di aggiungerne uno. Ho scritto una short story intitolata “L’esploratore“, con protagonista un astronauta approdato su pianeta ostile. Non c’entra molto con la Sicilia, ma mi hanno detto che andava bene lo stesso. Immagino che se un giorno scriverò un seguito di “Dall’altra parte“, anche questo racconto potrà entrarvi a far parte. Per “Sicilia Dime Novels” ho scritto una prefazione, che riporto in fondo a questo articolo, dato che serve a inquadrare meglio che cosa si intende per “dime novel”.
Gli altri 31 racconti sono, quasi tutti, invece, legati alla Sicilia, tutti in modo diverso. Talvolta si tratta di ricordi d’infanzia, in altri di racconti di famiglia risalenti a molto tempo fa e quindi riferibili a una terra che sembra non esserci più ma che continua a esserci appunto nelle memorie. Talvolta si sente una struggente nostalgia di sapori, odori, profumi, rumori, paesaggi. Ci sono poi le storie di fantasmi, le rievocazioni storiche, gli incontri immaginari con famosi scrittori siciliani. Davvero insospettabile il talento di scrittrici (in maggioranza) e scrittori non professionisti, ma con tanta voglia di raccontare. Carta, copertina, rilegatura, grafica e stampa del libro sono inappuntabili.
L’Associazione Mascalucia DOC, che ha pubblicato il libro (frutto di un contest letterario) senza scopo di lucro, mi ha comunicato una serie di link a siti in cui è possibile acquistare l’antologia online:
Hoepli :  https://www.hoepli.it/…/sicilia-dime-nov…/9788893413657.html
Algra Editore : http://www.algraeditore.it/…/narrativa/510/sicilia-dime-nov…
Librerie.coop : https://www.librerie.coop/…/9788893413657-sicilia-dime-nov…/
Libreria Universitaria: https://www.libreriauniversitaria.it/sicili…/…/9788893413657
Eprice : https://www.eprice.it/letteratura-italiana-ALGRA/d-58309336…
Mondadori : https://www.mondadoristore.it/Sicilia-Dime-Novels-32-bre…/…/
Amazon : https://www.amazon.it/Sicilia-Novels-brevi-st…/…/ref=sr_1_1…
Libro Co.Italia : https://www.libroco.it/…/Sicilia-Dim…/cw588673661343677.html
RACCONTI DA QUATTRO SOLDI
Prefazione di Moreno Burattini
Perché il titolo “Sicilia Dime Novel” dato al contest da cui nasce questa antologia? Sulla parola “Sicilia” non ci sono dubbi, dato che il torneo fra scrittori è stato organizzato a Mascalucia, ridente borgo sulle pendici dell’Etna. Ma “Dime Novel”? Letteralmente, il termine significa “romanzi da dieci centesimi”. Furono un fenomeno editoriale diffuso negli Stati Uniti a cavallo fra l’Ottocento e il Novecento, che però trova le sue radici in una analoga e precedente produzione inglese, quella dei “penny dreadful”, cioè “orrore da uno spicciolo”. Si trattò di un tipo di narrativa che, a partire dagli anni Trenta del diciannovesimo secolo, proponeva storie a puntate, con periodicità perlopiù settimanale, al costo di un penny per fascicolo. La definizione comprende una grande varietà di pubblicazioni, specializzate in romanzi avventurosi, a volte molto truculenti, sempre comunque scritti in tono sensazionalistico, puntando a sorprendere, inorridire, commuovere o comunque turbare il pubblico, composto soprattutto da acquirenti delle classi povere. Gli agili opuscoli potevano essere venduti a buon mercato anche perché venivano stampati su carta molto scadente, ricavata dalla cosiddetta “polpa” di cellulosa, la stessa da cui deriva il termine “pulp”, che indica la produzione artistica più popolare. 
La risposta americana ai “penny dreadful” furono appunto  i “dime novel”. Le caratteristiche erano molto simili, ma le tematiche furono adattate ai gusti dei lettori del Nuovo Mondo. In particolare, si inaugurò un filone di storie avventurose e drammatiche ambientate nelle terre di frontiera, e in particolare fra i pellerossa. Quello che viene considerato il primo esempio di “dime novel”, datato 1860, si intitolò “Malaeska: la moglie indiana del cacciatore bianco”. Si tendeva a rivolgersi a lettori giovani e facilmente impressionabili e si narrava l’eterna lotta del bene contro il male, condita con truci elementi orrorifici. Questi racconti finirono presto per essere seriali, cioè per proporre sempre nuove avventure di uno stesso eroe, come Buffalo Bill o Davy Crockett. Ovviamente la produzione non riguardò soltanto tematiche western, ma anche quelle poliziesche, e molti titoli riguardavano ambientazioni da bassifondi urbani. 
Venendo ad anni più recenti, con la definizione di “pulp magazine” si sono identificate alcune riviste di genere americane come “Weird Tales”, pubblicata a Chicago a partire dal 1923 e destinata a contenere racconti horror e fantastici: vi scrissero sopra autori come Robert Ervin Howard, Howard Phillips Lovecraft e Clark Ashton Smith. Già in precedenza, nel 1920, era nata però “Black Mask”, una rivista prevalentemente poliziesca ma che in realtà presentava, come recitava una pubblicità dell’epoca, “le migliori storie di avventura, i migliori mystery, le migliori storie romantiche e dell’occulto”. Data 1926 è invece “Amazing Stories”, con racconti di genere fantascientifico. Queste e (molte) altre testate del genere diedero il via anche a una vastissima produzione di fumetti “weird” (cioè, “bizzarri”) pubblicati su riviste come “Teles fron the crypt” (1950) o  “Creepy” (1964), per citare soltanto due fra le più illustri. Insomma, stiamo parlando di una incredibilmente vasta produzione di racconti brevi, per lo più horror e con un finale a sorpresa: un genere che può vantare perfino Edgar Allan Poe tra i suoi precursori. 
A rigor di termine, “novel” non significa “novella”, ma “romanzo”. Tuttavia, i dieci centesimo della parola “dime” rimandano alla brevità del racconto. Personalmente ho sempre avuto una autentica passione per i racconti brevi (con una preferenza per quelli fulminanti) di scrittori come Isaac Asimov, Ray Bradbury o Roald Dahl, ma anche Jack London, Ambrose Bierce, Giorgio Scerbanenco o più accademicamente quotati quali Raymond Carver. Esiste tutta una produzione letteraria di novelle e short stories ingiustamente meno considerata di quella dei romanzi. Io stesso sono autore di molti racconti scritti nel corso degli anni, una trentina dei quali sono stati raccolti di recente in una antologia intitolata “Dall’altra parte”. 
Il motivo per cui, in Italia, le antologie di racconti sono meno vendute dei romanzi, non sono mai riuscito a capirlo fino in fondo. Le short stories sono come le ciliegie, una tira l’altra, si adattano alla lettura in treno, si possono gustare durante le attese nelle sale d’aspetto, si riesce ad assaporarle in ordine sparso e quando se me ha voglia. Per di più, scrivere bene racconti belli è difficile, perché il dono della sintesi è raro come quello dell’affabulazione. Un racconto è tanto più è bello quanto più è breve, nel senso che ogni parola è pesata, misurata, calibrata, e quindi scelta o scartata.  “Essere brevi richiede tempo”, scrisse una volta John Dufresne.
La narrativa nasce con le prime tecniche affabulatorie evolute insieme prime manifestazioni del linguaggio: di ritorno da una battuta di caccia, i nostri progenitori si narravano l’un l’altro l’accaduto e, probabilmente, ognuno ci aggiungeva del proprio. I più bravi a raccontare (con i gesti, oltre che con i versi gutturali) finivano per essere, allora come ai giorni nostri, i più ascoltati. La tradizione delle novelle raccontate durante le veglie serali attorno al fuoco (nei millenni passati in cui non c’era la televisione) ha dato vita alle favole e a tutte quelle storie di cui il “Decamerone” o il “Novellino” (antologie rispettivamente del Trecento e del Quattrocento) ci hanno tramandato la testimonianza. Novelle spesso legate alla vita popolare, alle leggende del territorio. 
La Sicilia ha una fortissima tradizione di novellatori, e basterà citare i nomi di Verga, Pirandello e Camilleri (autori di straordinari racconti) per convincersene senza bisogno di dire altro – perché anche in una prefazione si deve cercare di essere brevi. Resta da segnalare la partecipazione davvero straordinaria al contest di Mascalucia, tanto più sorprendente se ci considera che la manifestazione, di cui questo libro è il degno prodotto, ha avuto finora una sola edizione e non ha goduto di particolari forme di promozione. Le tante opere giunte testimoniano la voglia di raccontare e raccontarsi che c’è in giro, e l’amore verso la parola scritta e letta che ancora resiste in tempi di “flash fiction” proposta sui social. I racconti raccolti in questa antologia, selezionati da una attenta giuria che ha lavorato per tutta l’estate del 2019, dimostrano anche il talento dei non professionisti, che nasce da un dono naturale esercitato attraverso tante letture. Perché non si riesce a scrivere, se non si sa leggere.

Addio a Camilleri

17 mercoledì Lug 2019

Posted by mlriccioli in Eventi culturali, Letteratura

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Alberto Sironi, Alessandra Mortelliti, Andrea Camilleri, Cesare Bocci, Cetta Brancato, CineTeatro Vasquez, Elena Doni, Emidio Greco, fanfiction, Ferita all'ala un'allodola, Il Pimpigallo, La scomparsa di Patò, Luca Zingaretti, Maria Lucia Riccioli, Mondadori editore, Nino Frassica, Peppino Mazzotta, Rocco Mortelliti, Sciacca Film Festival, Sellerio editore, Siracusa

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Dopo un mese in cui abbiamo palpitato per lui, dispiaciuti che una mente una voce come la sua fossero in un letto d’ospedale, Camilleri ci ha lasciati.

lo ringrazio per le ore di riflessione e felicità che mi ha regalato e che mi donerà ancora al solo rileggerlo.

Un narratore, innanzitutto. Che si fa leggere. Che ha portato lustro alla Sicilia – sì, i manierismi, sì, i luoghi comuni… ma c’è una sorta di amore/odio per chi vende tanto, per chi scala le classifiche. Io penso che il tempo ristabilirà le sorti della letteratura.

Ricordo con piacere le prime dei Montalbano al Teatro Vasquez di Siracusa, con Cesare Bocci, Luca Zingaretti, Alberto Sironi, Angelo Russo e Peppino Mazzotta, il nostro Lo Verde… ricordo lo Sciacca Film Festival del 2011, quando ho conosciuto Rocco Mortelliti e ho visto la prima de LA SCOMPARSA DI PATO’ insieme all’amica Cetta Brancato, a Emidio Greco, ad Elena Doni e alle sue donne risorgimentali… e IL PIMPIGALLO a Noto con Nino Frassica e Alessandra Mortelliti…

Nel 1994 in cui usciva il primo Montalbano cambiavano alcune cose nella mia vita e la mia scrittura in erba si incontrava con la sua.

Ora è tempo di andare oltre.

Oltre le polemiche, oltre le disquisizioni sul “camillerese”… oltre.

Pensate che qualcuno, leggendo il mio romanzo FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA, ci avrebbe trovato un’ascendenza camilleriana (nel linguaggio misto tra italiano e siciliano…). Avrei molto da dire ma dato il successo mainstream del maestro di Porto Empedocle lo prendo come un complimento.

Già mi manca. Tanto.

La sua voce tabaccosa e funnùta di grotta, i suoi racconti, la sua capacità affabulatoria…

 

E adesso, un omaggio. Scritto tanti anni fa, ma che non mi sembra inopportuno offrire di nuovo adesso.

Il sito letterario su cui apparve per la prima volta non c’è più. Altro motivo di nostalgia.

 

S’arrisbigliò malamente.
Vagnatizzo, anzi assammarato di sudore.
Meno male che se l’era insognato!
Qualcuno gli aveva sparato in pieno petto e come diceva Freud – varda che minchia di pensate e non erano manco le cinco della matina – anche se i latri sono finti la paura è reale.
Il respiro si calmò, il battito tornò regolare. Squasi si diede del deficiente.
Stai invecchiando, Montalba’.
Dalle persiane non filtrava ancora manco una filàma di luce. L’aria era sirèna, anche troppo. Immobile.
La cosa che lo colpì maggiormente, però, fu il silenzio. Tutto taceva.
Anche il frigorifero, che certe notti scassava la minchia con quell’attacca e stacca delicato come un trattore nella grecchia, se ne stava – e qua ci vuole – come un quarto di pollo, muto e pazinzioso, là nella cucina, dove pure il ralògio a muro pareva essersi venduto le lancette.
Di riprendere sonno manco a pensarlo. Tambasiare casa casa in attesa che facesse iorno? Macari leggere quàlichi pagina del libro che si era accattato aieri e che stava ancora sul comodino avvolto nel cellofan.
Vederlo accussì gli fece una mala impressione, come di morto pronto per il cascione. O come quei poveri immigrati che dopo un viaggio in mare che manco l’Odissea, morti di fame e di sete, li ammogghiano in quella metallina che pare carta di uovo di Pasqua per non farli crepare di freddo.

Niente, non era cosa.
Restò qualche minuto a rivoltarsi come una delle cutulette di Adelina. Poi si stuffò.
E che è?
Le gambe parevano di ricotta e la testa principiò a firriargli come un tuppetto. Un tuppetto. Lo assugliò una nostalgia assurda e struggente per i giochi che faceva quand’era picciliddro. Che strano. Lui che al passato non ci pinsàva squasi mai, e d’improvviso s’arricordò pirchì. Come una botta in testa, l’assalì non il ricordo, non l’immagine, ma la prisènza viva di so’ matre. Biunna, bella da stare male, bella come forse non era mai stata. Sentì sulla varva non fatta una carizza, una. Fresca e tiepida nell’istisso tempo. Voleva affirrare quella mano e tinirasilla stritta, vasarla…
Riaprì gli occhi umidi e si ritrovò a stringere l’aria.

Al commissariato tirava un’aria strana.
Se ne accorse subito, manco il tempo di entrare.
– Ah dottori, ah dottori dottori! Ma lei qua è? O Madonna mia! Mariamariamariamari…
Catarella gli cadde davanti, preda di un sintòmo inspiegabile.
– Ma certo che sono io, Catare’!
Lo aiutò a susìrisi, gli pruì un bicchiere d’acqua.
– Ah dottori dottori!
Daccapo la litania. Forse il “signori e guistori” aveva fatto più burdello del solito, al telefono, e Catarella se n’era risentito.
– Ho capito! Ah, bestia che sugnu! Vossia è il gimello, il dottori Arturo!
Montalbano strammò.
– Il gemello di chi?
– Ah, dottor Arturo? Ma chi ci pare il momento di babbiare, quisto?
Montalbano si picchiò la fronte. Fu come un lampo nel ciriveddro. “Io ho un gemello che si chiama Arturo”. Tempo fa s’era messo a garrusiare al telefono inventandosi un fantomatico fratello gemello che ora rispuntava come un cadavere mal sepolto. Maledì la propria natura di tragediatore e le botte di metafisica stupidità di Catarella.
– Io sono, Catare’!
Agatino Catarella si fece serio. Con la manica della divisa asciugò occhi e guance, poi si ciusciò il naso con un fazzoletto, lo ripose a lento in sacchetta.
– Non babbiasse con mia, dottori Arturo. Io al commissario Montalbano ci voleva bene, ha capito? Ci avrei dato l’istissa vita mia, ca non vale niente a paro di quella sua, pi salvarlo. Ma non fu sorte.
A chi cerca? Al dottori Augello? Aspettassi ca ci lo chiamo.

Cosi ri Pirinnellu.
Roba da Pirandello. Così avrebbe commentato un analfabeta di Montelusa, Vigàta e dintorni al trovarsi in mezzo a una situazione grottesca come quella che Montalbano dott. Salvo stava vivendo dalle cinco di quella matìna.
– Mimì, vuoi degnarti cortesemente di spiegarmi che cosa sta succedendo in questo commissariato? Credo di avere diritto ad una relazione circostanziata dei fatti.
Il dottor Augello conosceva la pericolosità di certi toni apparentemente tutti scocchi e maniglie del suo capo e ne prevenne lo scoppio d’ira funesta. Montalbano però non si spiegava la reticenza circospetta, per non dire imbarazzata, del tono, dei gesti, dello sguardo del suo vice e amico.
– C’è che… che tu, Salvo, sei morto sparato alle cinco di stamatìna e ancora non abbiamo manco l’ùmmira di un sospetto, di una pista…
Mimì Augello l’abbrazzò e principiò a singhiozzare come un picciliddro.
– Salvù! Salvù!
– Mimì!
– Salvù…
– Mimì! Lasciami che mi ammazzi pi daveru!

La porta scatasciò. Catarella non ebbe manco il tempo di arriparàrisi la caduta e venne giù, porta e cardini compresi, la maniglia ancora in mano.
– Sono arrivate, dottori Augello. La signora Beba e la signorina Livia.
Livia? Ma se era partita due giorni fa, dopo una litigata apocalittica? Che fa, tornava a chiedergli scusa?
– Falle accomodare.
Montalbano provò pena nel vedere gli occhi di Livia, abbottati, gonfi, come di chi abbia pianto tutta la notte senza un momento di riposo.
Cimiàva come un àrvolo sorpreso da una tempesta improvvisa e si lasciò cadere su una sedia, la mano stretta a quella di Beba che piangeva senza ritegno.
– Ah, tu qua sei? Brutto bastardo, devi avere sempre tu l’ultima parola! Neanche il tempo di salutarti…
Scoppiò in lacrime, un fiotto di dolore lamintòso, assoluto, che straziava l’anima.
Montalbano non seppe che dire, il cuore gonfio di una compassione che era amore e ancora di più, l’impotenza disperata di chi non può asciugare le lacrime di uno ca chiangi pi tia.

Basta, basta.
Gli toccò ascoltare Beba che si chiedeva come avrebbe fatto a raccontare tutto a Salvuccio, il picciliddro che Montalbano aveva battezzato e che portava l’istisso nome so’.
Dovette assupparsi la faccia devastata di Fazio, che non riusciva a spiccicare parola e si grattava la testa come se volesse scipparsela.
Se lo figurò pronto a declinare le sue generalità: Montalbano dottor Salvatore detto Salvo, fu… nato a Catania nel 1950, il…
Avrebbe sopportato che gli elencasse uno per uno tutti gli abitanti di Vigàta, che scassinasse l’Ufficio anagrafe e gli contasse le storie dei paesani fino alla settima generazione, pur di non vederlo in quello stato.
Quando s’appresentò, trafelata ma sempre abbagliante, una Ingrid addolorata e incredula, seguita da Anna Ferrara con prole al seguito – Non avevo a chi lasciarli, appena ho saputo sono corsa qua – Montalbano non ce la fece più.

Uscì da quello che era stato il suo ufficio senza che nessuno tentasse di trattenerlo.
Avrebbe registrato nell’anima solo gli sguardi di tutti – Livia, Beba, Mimì, Ingrid, Anna, Fazio e tutti gli uomini del commissariato – sgomenti, addolorati, pieni d’amore affetto rimpianto stima, che cosa? Come si chiama quel filo che ci tiene legati a questa vita gli uni gli altri? Quello che quando si spezza ci trancia il petto qua, all’altezza del cuore?

Nella sala d’aspetto c’era un assembramento che Catarella era incapace di sciogliere e tantomeno di contenere.
Eppure questa gente lui la conosceva. O meglio, l’aveva conosciuta. In altre e ben diverse circostanza, si potrebbe dire così.
– Condoglianze, dottor Montalbano.
– Commissario…
– Mi dispiace tanto.
Tutti che gli stringevano la mano, gli toccavano un braccio, una spalla. Quella era… oddio. Michela Licalzi. Splendida, una vera billizza, un sorriso malizioso stampato sul volto. Incontrò i suoi occhi e il sorriso si tinse di una mesta dolcezza. Le gambe per un attimo gli fagliarono. Fatima. La pelle ambrata riluceva di una serena perfezione. Lo trafisse con uno sguardo che sapeva di gratitudine e compassione, poi lo baciò su una guancia. Il cavaliere Misuraca, arzillo il passo, splendente la dentiera. Gli strinse la mano che manco un picciotto. E poi…
Mio Dio.
Giugiù.

Aveva bisogno d’aria e se ne andò a fare la solita passiàta al molo.
Manco il familiare, amico scoglio gli fu d’aiuto.
Il mare pareva fermo, come se le onde non avessero gana di arrivare fino alla pilaia, al porto, laggiù, fino alla vertigine della Scala dei Turchi.
Che era tutta quella storia?
Livia, Mimì, tutti quanti che lo chiangìvano per morto… tutti i catàferi delle indagini passate che gli venivano incontro, vivi e vegeti, per fargli le condoglianze.
Calma e gesso, Montalba’.
Qua c’è una sola cosa da fare.

A Vigàta ancora qualche cabina tilifonica è sopravvissuta all’avanzare di cellulari e computer che fanno da televisione, telefono e se la fottono loro che cosa.
Montalbano, notoriamente allergico a queste manifestazioni del nuovo che avanza come una ruspa e abbatte quel mondo cui s’era faticosamente abituato e al quale spesso con nostalgia e rimpianto s’aggrappava, entrò furtivo nella prima che gli venne a tiro.
Che strano, ricordava il numero a mente anche se non lo componeva da anni.
– Pronto?
La voce incatarrata, che sembrava emanare volute di fumo anche a distanza di chilometri, era quella.
– Montalbano sono.
– Ah. Ma lo sa che ore sono? Io a quest’ora riposo. Dovrebbe saperlo.
– E io me ne stracatafotto.
Per dirla tutta, non so manco che ore sono, ma questo non lo disse.
– Ma si può sapere che sta succedendo? Ha idea in quale burdello mi ha messo?
– Mi pare che sia lei a cacciarsi nei guazzabugli, nei pasticciacci più brutti, per dirla con Gadda. Perché ne dà la colpa a me?
– Non siamo qui per parlare di letteratura.
– Ah no?
Pausa.
Già una volta Montalbano s’era ribellato ad un destino da pupo per fare a suo modo. E non era stata l’ultima.
Sospiro.
– Non può continuare così.
– Anche i personaggi letterari muoiono, lo sa Montalbano?
– Spesso continuano a vivere dopo la morte di chi li ha creati. E lei lo sa meglio di me.
Sospiro dall’altra parte del filo. E due.
Poi silenzio.
Come gli capitava sempre quand’era al telefono, Montalbano venne aggredito dalla paura assurda di trovarsi a parlare da solo in un universo vuoto e muto. Principiò a gridare.
– Pronto! Pronto!
Pronto una minchia. Non si sentiva pronto ad uscire di scena. Dillo, Montalba’. Non ti scantare. A morire. Ecco, l’aveva pensato. L’aveva detto.
– Non voglio morire.
Non sarebbe stato sicuro, dopo, d’averle realmente pronunciate, quelle parole.
Ma dall’altra parte del filo, forse, Andrea Camilleri le aveva sentite.
Montalbano attese. Una parola, magari un insulto. Niente.
– Pronto! Pronto!
Gli giunse quello che non s’aspettava. Una risata. Soffocata all’inizio, poi sempre più fragorosa e piena.
– Ma veramente credeva che le avrei permesso di andarsene prima di me?
Sospiro. E tre.
– Non le posso nascondere nulla, vero? Bene. Mi ascolti senza interrompere, poi riagganci e non mi scassi ulteriormente i cabasisi perché ho già deciso.
Montalbano s’azzittì pure mentalmente. Non era il momento di quistionare.
– In cassaforte, a casa mia, c’è già il manoscritto del mio ultimo romanzo che la riguarda. Le mie ultime volontà stabiliscono che venga pubblicato solo dopo la mia morte. E visto che è mia intenzione campare come minimo fino a cent’anni, lei può dormire sogni tranquilli. Se ci riesce.
Uno sfaglio momentaneo della voce? Un colpo di tosse? Cos’era? Un singhiozzo, forse.
– La saluto, Montalba’.
– Aspetti, aspetti. Solo una cosa.
– Veda che non sono il dottore Pasquano. Si sbrighi.
– Non voglio chiederle nulla. Le prometto una cosa.
– Che cosa?
– Non la farò pentire della sua decisione. Arrivederci.
Era meglio addio? Forse. Meglio non dirlo. La commozione gli artigliava la gola.
– E grazie.
Clic.

Passò dalla trattoria “San Calogero” ma resistette.
Tornò a casa.
Aveva chiamato Mimì e Fazio, e magari Catarella. Chiangeva, rideva, l’avevano preso per pazzo ma chi se ne fotte. Aveva chiamato Livia.
– Non sono morto, hai visto?
– Ma che c’è? Se è uno scherzo vedi che è cretino. Vuoi farmi dispetto?
– No, è successo che ti amo.

Nel forno c’era una parmigiana da resuscitare un carico di morti ammazzati, ma non ne toccò neanche un poco.
Si andò a corcare.
S’addormiscì di botto, come se gli avessero sparato.

 

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