Maria Lucia Riccioli, siracusana, insegna lettere. Scrive da sempre, in dialetto siciliano e in lingua, in versi e in prosa: aforismi, fiabe, romanzi, novelle e racconti per adulti e bambini. A febbraio 2022 è stato pubblicato da Algra Editore il suo libro di liriche in dialetto siciliano “Munuzzagghi e ratteddi”.
Martedì 1 novembre sarà a Ponti di Carta con due appuntamenti:
Laboratorio sul dialetto “A lingua d’’o cori”, 12-14 anni, ore 19 “Il laboratorio sarà un piccolo viaggio sulle possibilità espressive del dialetto siciliano, dalle filastrocche alle ‘miniminagghi’ fino alla traduzione/scrittura di un breve testo.”
Lettori non si nasce, si diventa. E lo si fa attraverso l’educazione all’esperienza della lettura appresa sin dalla prima infanzia in famiglia, a scuola e nei contesti sociali destinati alla promozione del libro. Con questo obiettivo Alib ha ideato Ponti di Carta, il primo festival a Ragusa, e uno dei pochissimi in Sicilia, interamente pensato per le lettrici e i lettori più giovani. Dal 30 ottobre al 1° novembre, al Centro Commerciale Culturale di via G. Matteotti 61, tre pomeriggi dedicati ai libri con presentazioni e attività laboratoriali per bambini e ragazzi dai 3 ai 14 anni, incontri per genitori, insegnanti ed educatori, mostre. Saranno presenti autori e illustratori scelti tra i nomi più interessanti del panorama siciliano, allo scopo di valorizzare la grande ricchezza culturale in ambito librario che da anni contraddistingue la nostra regione: Dario Accolla, Stefano Amato, Amalia Caratozzolo, Mariella Cusumano, Lorena Dolci, Riccardo Francaviglia, Tiziana Longo, Angelo Orlando Meloni, Annamaria Piccione, Maria Lucia Riccioli, Giusy Sciacca, Margherita Sgarlata, Lina Maria Ugolini, Vanessa Viscogliosi. Tra gli editori siciliani, Cavallotto, Lunaria, Kalós, rueBallu, Splēn. Per i più piccoli, uno spettacolo teatrale di Gabriella Fazzino e Elisa Maieli, attività di lettura 0-6 anni a cura di Nati per Leggere e una stanza dei giochi a cura del Collettivo Ocra. Uno spazio speciale è riservato ai manga, con una conferenza e una mostra di Paolo Linetti, storico dell’arte giapponese. L’ingresso al festival è gratuito. Per la partecipazione ai laboratori è necessaria l’iscrizione presso le librerie Flaccavento, Mondadori Ragusa e Ubik Ibla o scrivendo a pontidicarta.festival@gmail.com. Il costo per ogni giornata è di 10 euro per una attività, 15 euro per due. Il programma del festival sarà diffuso sui canali social Alib e Ponti di Carta. L’illustrazione e il logo sono opera di Bruna Fornaro. Ponti di Carta è realizzato con il contributo del Comune di Ragusa e il sostegno di aziende leader del territorio.
Mancano ormai pochi giorni all’inizio di Ponti di Carta e desideriamo ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di questo festival. In primo luogo il Comune di Ragusa, per il patrocinio e il contributo economico, e poi le aziende del territorio che hanno creduto nel progetto e lo hanno sostenuto: @coopgrupporadenza @andrealicitrapubblicita @libreriaflaccavento @libreriamondadoriragusa @iblabookshop @caffemoak @planetawinery Studio Associato di Podologia dott.ssa D’Ambrosio e dott.ssa Dibenedetto @cuccagnain ST Sergio Tumino
Il programma dei laboratori di Ponti di Carta è ricchissimo e abbraccia tutti i campi del sapere e dell’immaginazione:
scrittura e disegno, manga giapponesi e teatrini di ombre, musica, matematica e poesia, miti e identità fantastiche, giganti piscioni e mostri del pisolino, dolci e pasticci… Una fantastica occasione per imparare divertendosi insieme alle autrici e agli autori che parteciperanno al festival.
Per ognuno dei laboratori è indicata la fascia d’età alla quale si rivolge.
Grazie all’amica Carmela Spedale per lo splendido servizio foto-video oltre che per l’aiuto nella realizzazione pratica dell’evento e per i deliziosi sacchettini di iuta dipinti a mano e riempiti di benaugurante olezzante gelsomino…
Grazie infinite a Lucia Corsale, giornalista e scrittrice, che ha saputo legare i vari temi del mio libro ponendo domande acute e avanzando le sue riflessioni personali, frutto di studio e amore per il dialetto, l’italiano e le loro infinite sfumature di senso e significato.Il caldo mi ha tramortita ma spero di non dimenticare nessuno, in primis il Tecnoparco Archimede – grazie a Enza Giuffrida, a Cinzia Vittorio e a tutte le guide che hanno offerto accoglienza competente agli intervenuti -, vera oasi di natura e cultura, di scienza e storia: visitatelo! Lucia Corsale ed io facciamo parte del Centro Studi di Tradizioni popolari Turiddu Bella… ringrazio di cuore i soci intervenuti.
Grazie agli amici e alle amiche che hanno partecipato con calore – oltre a quello atmosferico! 😀 -, specialmente grazie a Carlo Muratori, “pirata saracino” che ci ha tenuto ad essere presente, ai colleghi e alle colleghe di scuola e oltre, come Marineve Mannino, come Carmelo Maiorca de “La Civetta di Minerva”, direttore de “L’Isola dei Cani”…
Un grazie speciale in nome delle memorie familiari e per i vini magnifici che hanno allietato il mini rinfresco sicilian style alla fine della serata a Gaetano Blundo… Per chi non li conoscesse, assaggiate il suo moscato e il suo passito! https://www.moscatiblundo.it/
Grazie a Cetty De Luca, collega e compagnetta di scuola delle medie, ritrovata nel nome di Mariannina Coffa: Il piacere di ascoltare una sublime e raffinata poetessa e scrittrice Maria Lucia Riccioli, orgoglio siracusano, nel suo ultimo capolavoro in vernacolo “Munuzzagghi e ratteddi”.
Grazie ad Annamaria Piccione, che oltre al regalo della sua presenza insieme al marito Ugo Di Giulio, ha scritto queste preziose parole su Facebook:
Una delle presentazioni più belle di quest’estate (e ne ho già viste tante). Ieri sera, al Tecnoparco Archimede (che vi consiglio di visitare, con figli/e, nipoti, alunni/e e parenti tutti – alle spalle del teatro greco, traversa dei Grani antichi). L’amica Lucia Corsale ha presentato il nuovo libro dell’amica Maria Lucia Riccioli, Munuzzagghi e ratteddi (briciole e ritagli). Una raccolta di poesie in siciliano, alcune così belle da aver voglia di impararle a memoria. Non è facile scrivere in siciliano senza cadere nella parodia, nel semplicismo o, peggio, nel tecnicismo. Maria Lucia è però brava, colta, profonda, ironica, sincera e simpatica. Qualità necessarie per districarsi da ogni insidia letteraria ed esistenziale. Così ci regala un piccolo gioiello che consiglio a tutti, anche a chi siciliano non è (ogni poesia siciliana è tradotta in poesia italiana con perizia e sensibilità). Basta, anzi bonucchiù. Leggetelo (o liggitavillo, se preferite). Io l’ho fatto e ho trascorso una serata deliziosa
Grazie
Ringrazio Enza Giuffrida e Cinzia Vittorio oltre che Maria Bella Raudino e il Centro Studi di Tradizioni popolari Turiddu Bella…
Lucia Corsale, giornalista e scrittrice, nella bellissima cornice del Tecnoparco Archimede converserà con me sul mio quinto libro, il secondo in dialetto siciliano dopo “Quannu ‘u Signuri passava p’ ‘o munnu” (Algra Editore), ovvero “Munuzzagghi e ratteddi”.
Riposto qui i link alla bellissima intervista realizzata da Concetta La Leggia su LA CIVETTA DI MINERVA e il pezzo uscito su Siracusa2000 (grazie a Francesco Aloi).
Ringrazio l’amica scrittrice Rosalia Messina per queste parole…
Maria Lucia Riccioli e Lucia Corsale, mie care amiche siracusane, parleranno del libro in vernacolo siciliano di Maria Lucia, “Munuzzagghi e ratteddi” (Algra ed.).
Appuntamento lunedì 4 luglio 2022, alle ore 18.30, al
Tecnoparco Archimede, via G. Agnello 26, Siracusa
(per i partecipanti alla presentazione sarà possibile la visita del parco).
Per i non siculofoni di passaggio, impegnati a godersi le bellezze aretusee, netine e di tutta la stupenda costa che scende verso Capo Passero, potrebbe essere l’occasione per incontrare una lingua fiammeggiante, colorata e musicale. Nel volume, c’è anche il testo italiano a fronte di ogni componimento.
Per i siculofoni non spreco parole, Lux (come amo chiamare l’autrice) non ha certo bisogno che la presenti io nelle sue molteplici vesti di autrice di prosa e poesia, cantante, insegnante appassionata di materie letterarie, blogger, collaboratrice su pagine culturali di giornali locali.
Lo stesso vale per Lucia Corsale, donna di multiforme ingegno e felicissima penna, che dialogherà con l’autrice.
Se qualche anima buona registrasse l’evento, potrei godermelo in differita.
Chi mi conosce sa quanto ami le biblioteche, specie la comunale di Siracusa, che mi ha accolta non solo in veste di studentessa e lettrice, ma anche di studiosa e autrice (qui il post relativo alla presentazione del mio secondo libro in dialetto siciliano MUNUZZAGGHI E RATTEDDI: https://marialuciariccioli.wordpress.com/2022/05/18/munuzzagghi-e-ratteddi-alla-biblioteca-comunale/): festival, rassegne, presentazioni, conferenze… tutto quello che è cultura, specie in biblioteca, piazza della memoria, crocevia dei cittadini attivi e consapevoli, mi vedrà sempre dalla parte di chi la biblioteca la frequenta, ci lavora, la ama.
Sono onorata e lieta di essere stata coinvolta nel lavoro di giuria per il premio letterario destinato alle scuole COSA ACCADREBBE SE…
PREMIAZIONE CONCORSO LETTERARIO
“Cosa accadrebbe, se…”
Oggi 1 Giugno, si è tenuta, nella sede di Via dei Mergulensi, la premiazione del Concorso letterario: “Cosa accadrebbe, se…” organizzato dalla Biblioteca Comunale di Siracusa. Hanno partecipato gli alunni delle classi seconde della Scuola Secondaria del XIV I.C. “Karol Wojtyla”. Il compito consisteva nello scrivere un elaborato, immaginando pagine aggiuntive di testi famosi della letteratura classica, oppure contaminazioni di opere e generi diversi, racconti per “rompere” la realtà e le storie come le conosciamo. Gli elaborati sono stati valutati da una giuria composta da: Marilina Figura, animatrice culturale della Biblioteca Comunale; Annamaria Piccione, scrittrice; Maria Lucia Riccioli, insegnante e scrittrice; Elisa Maieli, libraia; Salvatore Santuccio, insegnante e scrittore. Alla presenza dell’Assessore alla cultura, Fabio Granata, sono stati premiati i primi tre classificati, con libri, menzioni speciali, attestati e un libro di Annamaria Piccione. La prima classificata ha inoltre ricevuto un e-reader e sono stati donati ancora libri per i quarti, classificati a pari merito.
Le referenti della Biblioteca Scolastica, Prof.ssa Ferrarini Concetta, Prof.ssa Cannata Antonella, Prof.ssa Moscuzza Chiara, ringraziano: la Dirigente Scolastica, Prof.ssa Giuseppina Garofalo, che sempre sostiene queste attività progettuali, l’animatrice della Biblioteca Comunale Marilina Figura, e le insegnanti di lettere che hanno guidato i ragazzi incoraggiandoli a scrivere i propri racconti sul tema proposto.
Romics: se fossi un supereroe, chi vorresti essere?
di Massimo Arcangeli
Il personaggio nella foto è Bizzarro (ingl. Bizarro), un supercattivo della Dc Comics dalle frankensteiniane sembianze, partorito dall’immaginazione di uno scrittore (Otto Binder) e di un artista (George Papp).L’antieroe, che riprende la mise di Superman – di cui a un certo punto, colpito da un meteorite, acquisisce i poteri contrari (sputa raffiche infuocate anziché soffi congelanti, dagli occhi irradia ghiaccio anziché un calore tanto intenso da fondere l’acciaio, è in grado di vedere solo attraverso il piombo anziché riuscire a penetrare con la vista a raggi X qualunque materiale tranne il piombo, ecc.) – parla in modo strano: dice una cosa ma intende l’opposto (bad per good) e si esprime come chi, conoscendo in modo superficiale una lingua straniera, ne semplifichi le forme grammaticali o ne riduca drasticamente il numero, estendendo l’uso di quelle che restano (Me am invece di I am).
Cattiveria a parte, ho pensato un po’ di giorni fa, Bizzarro potrei essere io in versione underground. “E tu?”, ho quindi domandato a un amico. Il gioco è poi proseguito (e continuerà, fino alla grande Notte della Lingua Italiana: l’appuntamento è a Siena, per il 3 aprile 2020). Approfittando della recente uscita di Joker (ispirato a un altro personaggio dell’universo fumettistico Dc Comics), interpretato da uno straordinario Joaquin Phoenix, e della XXVI edizione della rassegna internazionale del Romics (3-6 ottobre), ho chiesto a sconosciuti reali (guardatevi il video) e ad amici virtuali: “Se potessi essere un supereroe o una supereroina, che superpoteri vorresti avere? E come vorresti chiamarti?”.
C’è stato chi ha optato per l’invisibilità, l’ubiquità, il teletrasporto o l’eterna giovinezza, chi per il potere di volare, di perdonare, di leggere nel pensiero o di non stancarsi mai, “per poter lavorare ininterrottamente e poter aiutare gli altri nel tempo rimastomi” (Tommaso Mascia), chi per quello di non provare dolore, chi per l’annichilimento della cattiveria.
Qualcuno sogna di essere un superpaladino ambientale, qualcun altro vorrebbe “parlare tutte le lingue del mondo (con una rapida lettura di un qualsiasi dizionario o testo di lingua, in stile John Travolta in Phenomenon)” (Aliha Mihaela Siddi), altri ancora aspirano a “poter viaggiare nel tempo, avanti e indietro… come Cronoguigonsj” (Alessandra Guigoni) o a conservare, novello Fenice, “i ricordi della vita precedente” (Jonah Salvatore Totino Longo).
C’è chi vorrebbe chiamarsi Chrone, e avere il potere di viaggiare nel tempo (Laura Bonelli), chi propende per Medicamenta (Anna Graziano), immaginandosi nei panni di una supereroina guaritrice, chi accarezza l’idea di spostarsi “all’istante in ogni punto del mondo!” (Maria Boutaleb; il nome: Lampa), chi vorrebbe abolire tutte le guerre, indossando i panni di Peace and Love (Valerio Giacalone Mazzucchelli), e chi vorrebbe conoscersi meglio o essere semplicemente se stessi.
Tra le risposte più interessanti e curiose:
– Magic touch, per far guarire tutti i bambini affetti da gravi patologie (Satya Devta Kaur);
– Tutto quello che tocco diventa soldi in contanti: mi chiamo Womanpay (Caterina Emili);
– Superland: carpisce i pensieri e i Pin e terrorizza i pensionati in coda alle poste (Luciano Landini);
– Io vorrei il potere del ProvaTu: far provare a chi compie il male cosa prova la sua vittima. Magari potrei scriverci un racconto: Empathy (Maria Lucia Riccioli);
– Io vorrei essere Ipocrites, calzamaglia nera come gli attori brechtiani e maschera neutra bianca. Il superpotere: smascherare l’ipocrisia e il perbenismo degli altri, al grido di “HyperIpo!” (Lorenzo Acquaviva);
– Io dagli anni delle medie sono Lady Farinata in omaggio a Farinata degli Uberti. Vorrei avere il suo orgoglio nel parlare della sua storia con Dante. Ovviamente anche avere a dispetto l’Inferno (Flora Bozza);
– Avere il potere di aumentare o diminuire dimensioni di ogni cosa a mio piacimento… al mio nome da supereroe non avevo mai pensato, direi Volumex! (Marcello Attolino);
– L’immortalità!!! Con l’arbitrio di poterla regalare a uomini e donne “utili” per essere gestori di un tribunale digitale planetario che si possa occupare, in tempo reale, dai furti di caramelle ai traffici di ogni genere, dai soprusi infantili alla corruzione politica… mi piacerebbe chiamarmi Iustitia (Giuseppe Romanelli).
E tu, chi vorresti essere?
Ecco altro materiale che riguarda me e il professor Arcangeli, la lingua italiana e la scrittura…
Una splendida sorpresa… sono grata e onorata di far parte di questo progetto!
La scrittura e lo studio della lingua sono per me imprescindibili e legati… ho sempre amato le parole nella loro dimensione grammaticale, narrativa, poetica e giocosa – per chi non lo sapesse, sono stata anche semifinalista al Secondo campionato della lingua italiana trasmesso da TMC e condotto dall’ahimè mai troppo rimpianto Luciano Rispoli insieme ad Anna Carlucci e al professor Gian Luigi Beccaria, che amavo ascoltare perché spiegava in maniera accattivante seppur rigorosa etimologie e storie di parole (essere esaminata da un linguista come Geppi Patota è un altro motivo d’orgoglio per me…).
Stamattina il professor Massimo Arcangeli posta sulla sua e mia bacheca di Facebook questo messaggio…
Posto questo bellissimo racconto breve di Maria Lucia Riccioli, che finirà inevitabilmente nel mio libro. Contiene tutte e 50 le parole “da salvare” della prima lista che vi ho mandato. Inviatemi i vostri miniracconti. Premieremo i migliori a Siena, al festival dell’Italiano e delle lingue d’Italia “Parole in cammino” (1-5 aprile 2020), durante la prima grande Notte della Lingua Italiana (3 aprile). Un premio speciale sarà assegnato a chi sarà riuscito a inserirle appropriatamente tutte le 80 parole selezionate.
50 PAROLE DA SALVARE
Non sono un’adepta del lieto fine – in questi tempi tristi, sperare vuol dire essere in perpetuo alterco con la ragione – ma voglio offrirvi una storia. Nulla di apodittico, per carità: una semplice storia senza pretese.
Che i miei venticinque lettori non mi portino astio.
Il professor Cherubini, azzimato come al solito, alle otto in punto – come al solito – varcò la soglia dell’aula.
Biasimava i ritardi – oltre che le arrampicate sugli specchi di chi non aveva studiato – e soprattutto i tentativi di blandirlo con citazioni argute: “Facebook è il suo autore preferito, vedo” era una delle sue battute preferite.
Claudia Brandani – come al solito – sgattaiolò tra panche e zaini sperando di non farsi notare, ma Cherubini inscenò il teatrino quasi quotidiano il cui copione prevedeva: a. ironico rimprovero; b. scuse incomprensibilmente farfugliate; c. catarsi.
Exemplum:
– Signorina Brandani, il mio concetto di puntualità e il suo non collimano. Credo che dovrò comminarle una congrua sanzione…
– Ehm… uhm… (contegno imbarazzato, ricerca spasmodica di una scusa plausibile…).
– Non ha niente di più interessante da replicare?
– Prof, mi scusi, domani sarò puntuale.
– Se domani non arriverà in orario, la interrogherò in contumacia.
– Uhm… ehm… bene. Ha ragione, mi scusi ancora.
Eppure il suo modo di esprimersi solitamente era tutt’altro che corrivo: nei saggi per casa la signorina Brendani mostrava uno stile sostenuto, a tratti – ma soltanto per ingenuità e più probabilmente per mancanza di esperienza – leggermente desueto. E la sua media era notevole.
“Sarà colpa del fidanzato, quel discolo di Tozzetti”. Di tal genere se non tali appunto i pensieri di Cherubini, che non si poteva esimere dall’esecrare – oltre che i ritardi della signorina Brendani – anche gli esiziali testi di Tozzetti, paroliere di un gruppo rap trap patatrac, insomma uno di quei moderni ensemble di rumoristi autospacciantisi per musicisti.
Tozzetti, tanto facondo nel rimare trappare rappare, non lo era altrettanto quando si trattava di rispondere alle domande in aula. Cherubini sperò che almeno si preparasse per il test che ormai incombeva.
– Non racconti fandonie, Tozzetti: invece di dedicarsi ai futili ululati del suo gruppo o di perdersi troppo negli occhi color indaco di una certa signorina, pensi a studiare.
– Prof, non vorrei sembrare petulante, ma il gruppo del mio fid… di Tozzetti venerdì si esibirà in un concerto di beneficenza per gli indigenti…
– Bene… vorrà dire che tale delitto perpetrato ai danni della buona musica avrà un fine meno sordido di quello che avrei supposto.
E qui, risate morigerate del gruppo classe, che non voleva certo essere subire le conseguenze di un’eccessiva indisciplina ma neanche apparire poco solidale verso il compagno.
– Se vuol venire al concerto è il benvenuto, prof.
– Mi si dice che il vostro complesso non è dei peggiori nel suo genere, quindi verrò a vedere se il millantatore è lei o chi mi ha consigliato… grazie dell’invito.
Laico pure nei confronti delle proprie stesse convinzioni – la spocchia, accademica e generazionale, non gli apparteneva –, il professor Cherubini mantenne la promessa.
Pur paventando una serata all’insegna di musica, diciamo così, ostica, e temendo orde di trogloditi in un’aura di fumi e raggi laser da far perdere la trebisonda ai meglio intenzionati, per amore della causa Cherubini sorbì un tutt’altro che pantagruelico aperitivo offerto dall’associazione di volontariato che aveva promosso il concerto e si godette la sfilata delle band dai nomi come “Nemesi” – nella vita precedente devo aver fatto qualcosa di brutto veramente per essere condannato ad ascoltare questo, pensò il prof –, “Panacea” – i mali qui vengono invece che guarire, ma transeat –, “Soqquadro” – e per davvero fanno più confusione che altro –… e via di questo passo.
Venne il turno del complesso ensemble band gruppo, come lo si voglia chiamare, del Tozzetti.
La base musicale e ritmica doveva ben essere una severa punizione per non meglio identificati reprobi, ma le parole della “canzone” sorpresero il prof.
Come ti vuoi redimere
Se stai a tergiversare,
“siccome, perciocché”;
dici di ponderare,
sei solo pusillanime,
sprechi le tue parole,
vuoti corpi senza anime…
La signorina Brandani era in solluchero, i suoi compagni in visibilio, mani alzate e piedi a tempo sul prato spelacchiato dove era stato montato il palco.
– E bravo Tozzetti! Vedo che ha preso bene gli appunti durante le mie lezioni sulle parole da salvare. Qualche verso sarebbe da smussare, ma nel complesso direi che se l’è cavata.
– Bella prof!
– Zuzzurellone di un Tozzetti, ora che il concerto è finito ripassi per il test. Orgoglio legittimo sì, protervia no.
Il tono era quello che utilizzava a lezione per redarguirlo, ma il sorriso e la stretta di mano dicevano altro.
Sono felice che un mio contributo sia presente per la seconda volta in un volume del linguista Massimo Arcangeli… era già successo per FACCIA DA SOCIAL:
Cari amici, care amiche, (i cui nomi seguono) il vostro contributo firmato ai profili facebookiani per il volume “Faccia da social” è stato, come promesso, inserito. Siete anche tutti ringraziati in apertura, ma temo che la cosa non finirà qui perché il gioco proseguirà (intanto c’è la pagina Fb “Faccia da social. Nazi, Pornogastrici e altre creature virtuali”). Vi tengo informati sull’uscita del libro, che è venuto benissimo. Un saluto speciale, per un contributo speciale, a Francesca Tuscano.
Ale Di Cristo, Alessandra Guigoni, Alessandra Perra, Alessandro Cola, Alexv, Alina Mihaela, Antonio Maria Logani, Barbara Kay Plum, Bianca Barattelli, Bimbo Bamba, Bonaria Angius, Bruno Corti, Cristina Foti, Daniela Visentin, Daniele Sopralevette, Davide Cabras, Edmond Porpes, Fabio Cossu, Francesca Dedoni, Giacomo Meloni, Giancarlo Neri, Giuseppe Lamarina, Henry Angel, Hobbes, Lorena Telloli, Luca Sal, Marco Fedi, Maria Lucia Riccioli, Maria Rita Murgia, Marzia Musneci, Maurizio Sbordoni, Maurizio Sciortino, Mauro Martufi, Mimma D. Maspero, Oliviero La Stella, Paola Cingolani, Paola Merlonx, Patrizia La Fonte, Riccardo Barison, Roberto Sommella, Rocco Luigi Nichil, Rosanna Marani, Rossana Maria Piscopo, Tiziana Benucci, Vera Zanette.
Ecco il mio nome tra quelli di chi ha contribuito – grazie al professor Massimo Arcangeli dell’università La Sapienza di Roma – a creare i profili per un volume incentrato su Facebook e la sua diciamo così fenomenologia tra il lombrosiano e il comportamentista…
Don Fortunato Di Noto ammonisce i genitori e la scuola a vigilare su ciò che i ragazzi fanno con smart phone e computer
La Civetta di Minerva, 15 dicembre 2017
Stimolata da un’indagine social del professor Massimo Arcangeli, docente di linguistica italiana ed ex-preside della facoltà di lingue e letterature straniere presso l’Università degli Studi di Cagliari, rifletto insieme a voi lettori sullo statuto di verità che chiediamo alle cose, all’informazione, all’entertainment, alla letteratura e all’arte in genere.
Una delle espressioni dell’anno che sta per concludersi è certamente “fake news”, che fa il paio con la nostrana “bufala” e il trio con “fattoide”, notizia priva di fondamento, ma diffusa e amplificata dai mezzi di comunicazione di massa al punto da essere percepita come vera: sarebbe imminente un pronunciamento del nostro Parlamento per arginare il fenomeno della diffusione in rete di informazioni e notizie false – postate più o meno artatamente –, ma è bene che scuola e famiglia, specie per proteggere i minori in rete, si attivino per insegnare a bambini e ragazzi a navigare su Internet in maniera consapevole (e comunque resta valido e semmai si rafforza l’invito di associazioni come Meter e di esperti come Don Di Noto a vigilare sui minori che utilizzano sempre più smartphone e computer e a non postare immagini e video dei propri figli, dato l’uso sconosciuto e spesso criminoso che di tali dati può essere fatto, specie in un’ottica di lotta contro la pedofilia).
Attenzione dunque sia alle notizie non verificate – spesso basta una rapida conferma da parte di un motore di ricerca, sia per i testi che per le immagini o i video –, ma in effetti ci sarebbe da fare un lungo discorso sugli statuti di verità. Passiamo, nell’arco della stessa giornata, dall’indignazione contro le fake news (che comunque spesso sono trappole per gonzi: la storia e la letteratura ci riportano innumerevoli casi di notizie non verificate, veri e propri specchietti per le allodole) alla fame di reality, un vero e proprio genere a sé stante in cui di reale c’è ben poco (ci si domanda se le gesta di starlette e giovanotti alla Ken, di freak e gente in cerca di quindici minuti di notorietà siano davvero reali: non è vero ma ci credo, verrebbe da dire, allora dov’è la reality?), alla mai troppo deprecata tv verità: c’è chi sulla televisione del dolore, delle lacrime in diretta, delle riunioni familiari, dei casi umani, ha costruito una carriera.
E non è finita: le cosiddette fiction – a parte l’invasione degli anglismi, non si comprende cosa distingua gli sceneggiati di un tempo da film in due-tre puntate con attori improbabili e sceneggiature copiaincollate da analoghi prodotti d’oltralpe e oltreoceano detti fiction – dal latino fictio, finzioni dunque, recite – in cui spesso “il riferimento a fatti, persone, luoghi e avvenimenti reali è puramente casuale” (formula che può evitare querele, ma dietro cui si nascondono cinquantine di sfumature di verità). A fictional (che nel mondo anglosassone riguarda poesia e narrativa, contrapposte alla saggistica, che è appunto non fictional) di recente si contrappone factual: tale è stata definita una trasmissione con Roberto Saviano per il prevalere di situazioni reali, romanzate solo per esigenze di copione. Insopportabili poi le classiche domande su libri e film: “Ma è una storia vera? È veramente successo?”, che annulla secoli di pratica e teoria artistica e letteraria su reale, naturale, vero e trasfigurazione artistica.
Dato che spesso la confusione linguistica è indice di confusione concettuale, abituiamoci a riflettere sul gradiente di realtà di quanto proponiamo e ci viene proposto per una comunicazione ed informazione, oltre che espressione, più consapevole; rafforziamo il lavoro della scuola, che come obiettivo non solo didattico si propone quello di formare giovani adulti dallo spirito critico; battiamoci per la valorizzazione della ricerca e, nel campo dell’intrattenimento, per contenuti più formativi e meno banalmente massificati, altrimenti, dato che nel 2018 dovrebbe essere inammissibile contraddire millenni di scienza con affermazioni sulla Terra piatta o gravidanze ai limiti dell’alieno, non dovremo più stupirci di gruppi di “mamme pancine et coetera” o di “Earth flatters”, concentrati di fake news, fattoidi, bufale, purtroppo non fictional ma factual.
Gli articoli sono usciti su LA CIVETTA DI MINERVA in edizione cartacea e poi sono confluiti nell’edizione on line…
Coinvolti scrittori, scuole, associazioni, librai, biblioteche, studi fotografici; un’occasione in cui ci si è riappropriati degli spazi urbani in nome di una ritrovata socialità. E all’Idroscalo dell’Aeronautica voci di nove nazioni recitavano in italiano Eugenio Montale, Pablo Neruda e Nazir Hikmet
In occasione della giornata mondiale del libro, quest’anno Siracusa ha ospitato a Piazza Santa Lucia – non in Ortigia, dunque: un modo per valorizzare lo splendido, storico quartiere della Borgata che meriterebbe una riqualificazione – la manifestazione #ioleggoperché, che a livello nazionale ha distribuito gratuitamente 240.000 volumi grazie a dei “messaggeri” della lettura. E dunque Piazzaunlibro per le scuole: letture ad alta voce e laboratori di lettura, di realizzazione di un libro, presentazioni e incontri con l’autore – attività queste per gli alunni della scuola dell’infanzia, della primaria, della media inferiore e superiore –; Piazzaunlibro per tutti: mostre, inviti alla lettura, laboratorio di scrittura creativa, presentazioni letterarie…
Coinvolti operatori culturali, enti ed associazioni come la circoscrizione e labiblioteca Santa Lucia, il coordinamento provinciale Nati per Leggere Siracusa, il gruppo di lavoro del Progetto “In Vitro”, Zuimama Arciragazzi, l’Arci, il centro Pio La Torre, Rosaria Bregamo, Carmela Pace, Giusy Aprile, l’attrice Deborah Lentini, l’associazione Astrea in memoria di Stefano Blundo, l’associazione Alimede, l’associazione Liberi di costruire, Amnesty International Siracusa, lo studio fotografico Vasta e la biblioteca provinciale “E. Vittorini”; attivi i librai di “Un Due Tre Terra”, Lettera Ventidue, Casa del libro Rosario Mascali e Gabò, con un’entusiasta e infaticabile Luisa Fiandaca che affianca Livia Gagliano; impegnati in prima persona per leggere e comunicare il proprio amore per la lettura gli scrittori Luciano Modica, Stefano Amato, Luca Raimondi.
VerbaVolant edizioni di Fausta Di Falco ha promosso l’incontro con Annamaria Piccione intorno al libro “È festa… ammuccamu!” e con Giusy Norcia sul libro “L’isola dei miti” e l’invito alla lettura de “L’inferriata” di Laura Di Falco; l’editore Algra è stato presente alla manifestazione con i suoi libri “Aquarius – Il mistero di Solobok” di ET Dream (pseudonimo di Demetra Licciardello) e “Pietra lavica” di Paolo Sidoti; la professoressa Anna Di Carlo ha presentato il volume di Francesco Candelari “Il cibo dei topi” (Lulu edizioni).
Notevole il tam tam sui social network e sui media in genere sul tema libri in questo periodo, dato anche che si avvicinano il Maggio dei libri e l’appuntamento con la Fiera del libro di Torino. #ioleggoperché rientra perfettamente in questa strategia di promozione del libro e della lettura, anche se per amor di cronaca dobbiamo segnalare anche iniziative collaterali come #ioleggodifferente che porta avanti autori e letture che non trovano spazio o risalto in vetrine più “blasonate”. Troppo complesso sarebbe in questa sede affrontare questioni come quelle editoriali: ci limitiamo al plauso verso gli organizzatori, che non sono spinti esclusivamente da motivi di marketing.
Presso l’Idroscalo “Arnaldo De Filippis” dell’Aeronautica militare, poi, la Festa del Libro ha visto alternarsi autori, studenti e studiosi nel nome della cultura.Annamaria Cancellieri, intervistata dal giornalista Massimo Leotta, ha presentato il suo libro “Una vita bellissima”; Gabriella Celotta ha presentato il testo “Dove sta la frontiera”; Nelly Greco Bellina è stata premiata come “mamma per la Dante”, mentre “nonna per la Dante” è stato il riconoscimento tributato a Franca Valenti Gallo; il giornalista Giuseppe Bianca è stato insignito di un diploma di benemerenza. Notevole è stato l’apporto dei giovani: studenti siracusani e stranieri hanno letto Dante, di cui quest’anno ricorre il 750esimo anniversario della nascita; alcuni di loro sono stati premiati per il concorso “Le cime della Dante”.
La manifestazione ha ospitato inoltre il saggio conclusivo dei corsi “Lingua e Letteratura italiana per stranieri” tenuti presso l´Istituto Comprensivo “L. Radice” di Siracusa a cura delle docenti Franca Carpinteri, Maria Favara, Giovanna Morsello, Giuseppina Piazza, Rossella Raudino, Silvia Tomasi e Lucia Zammitti: è emozionante ascoltare voci di Messico, Sri Lanka, Russia, Repubblica Ceca, Norvegia, Canada, Repubblica Domenicana, Bosnia e Brasile recitare in italiano Montale, Pablo Neruda e Nazir Hikmet.
La giornata conclusiva dell’evento ha ospitato il professor Massimo Arcangeli, che insegna all’Università di Cagliari e alla Sapienza di Roma, qui in veste sia di dantista che di linguista: la conversazione sul linguaggio non verbale nella “Commedia” dantesca è stata l’occasione per spaziare sulla storia della lingua italiana, sull’evoluzione del linguaggio verbale e di quello gestuale nelle diverse culture e lingue, codici privilegiati per entrare in contatto con l’altro da noi. Quale sfida più grande per il mondo multietnico e globalizzato di oggi?
Brillante e documentatissimo come sempre – Arcangeli è stato diverse volte gradito ospite presso la “Dante Alighieri” –, lo studioso si è inoltrato nei dubbi esegetici di alcuni passi danteschi, invitando a un approccio non falsato dalle interpretazioni che si sono stratificate sui versi di Dante spesso divenendo superfetazioni al cui condizionamento è difficile sottrarsi: il battere le mani dei dannati, lo spezzare il ramo dall’insana pianta che è divenuto Pier delle Vigne, lo squadrar le fiche di Vanni Fucci, detti e modi di dire, equivoci comunicativi nel mondo accademico, questi gli ingredienti del suo stimolante intervento.
L’autore Domenico Pisana ha poi presentato “Tra naufragio e speranza”, leggendo alcune poesie tratte dalle tre cantiche della silloge: “Ed ora, la notte”; “Verso l´aurora”; “Sognando la speranza”.
Nulla insegna il poeta. Forse può solo trasmettere la sua esperienza di naufrago alla ricerca della Luce, per riveder dantescamente le stelle.
Volto / volto, Notte / notte, Luce / luce… ecco alcuni degli opposti apparentemente non opposti su cui è giocata la dotta, quasi prosastica poesia di Pisana, cosciente che la “modernità”, la ragione che ha abusato del suo potere, una libertà mal intesa hanno condotto al naufragio l’uomo, che ora raccatta resti di verità scampati alla distruzione e ricerca ancora, brancolando, la Verità. Forse solo la poesia può sciogliere l’umanità dai legacci delle false certezze, delle presunzioni intellettualistiche, come dalle fiere della selva oscura.
Ci si augura che simili manifestazioni possano avere una ricaduta positiva e duratura in termini di riappropriazione degli spazi urbani in nome di una ritrovata socialità e che l’interesse intorno al libro e alla lettura non sia relegato soltanto a giornate celebrative, come lascia sperare l’impegno quotidiano di librai, autori, bibliotecari, docenti e operatori culturali in genere.
Una splendida sorpresa… sono grata e onorata di far parte di questo progetto!
La scrittura e lo studio della lingua sono per me imprescindibili e legati… ho sempre amato le parole nella loro dimensione grammaticale, narrativa, poetica e giocosa – per chi non lo sapesse, sono stata anche semifinalista al Secondo campionato della lingua italiana trasmesso da TMC e condotto dall’ahimè mai troppo rimpianto Luciano Rispoli insieme ad Anna Carlucci e al professor Gian Luigi Beccaria, che amavo ascoltare perché spiegava in maniera accattivante seppur rigorosa etimologie e storie di parole (essere esaminata da un linguista come Geppi Patota è un altro motivo d’orgoglio per me…).
Stamattina il professor Massimo Arcangeli posta sulla sua e mia bacheca di Facebook questo messaggio…
Posto questo bellissimo racconto breve di Maria Lucia Riccioli, che finirà inevitabilmente nel mio libro. Contiene tutte e 50 le parole “da salvare” della prima lista che vi ho mandato. Inviatemi i vostri miniracconti. Premieremo i migliori a Siena, al festival dell’Italiano e delle lingue d’Italia “Parole in cammino” (1-5 aprile 2020), durante la prima grande Notte della Lingua Italiana (3 aprile). Un premio speciale sarà assegnato a chi sarà riuscito a inserirle appropriatamente tutte le 80 parole selezionate.
50 PAROLE DA SALVARE
Non sono un’adepta del lieto fine – in questi tempi tristi, sperare vuol dire essere in perpetuo alterco con la ragione – ma voglio offrirvi una storia. Nulla di apodittico, per carità: una semplice storia senza pretese.
Che i miei venticinque lettori non mi portino astio.
Il professor Cherubini, azzimato come al solito, alle otto in punto – come al solito – varcò la soglia dell’aula.
Biasimava i ritardi – oltre che le arrampicate sugli specchi di chi non aveva studiato – e soprattutto i tentativi di blandirlo con citazioni argute: “Facebook è il suo autore preferito, vedo” era una delle sue battute preferite.
Claudia Brandani – come al solito – sgattaiolò tra panche e zaini sperando di non farsi notare, ma Cherubini inscenò il teatrino quasi quotidiano il cui copione prevedeva: a. ironico rimprovero; b. scuse incomprensibilmente farfugliate; c. catarsi.
Exemplum:
– Signorina Brandani, il mio concetto di puntualità e il suo non collimano. Credo che dovrò comminarle una congrua sanzione…
– Ehm… uhm… (contegno imbarazzato, ricerca spasmodica di una scusa plausibile…).
– Non ha niente di più interessante da replicare?
– Prof, mi scusi, domani sarò puntuale.
– Se domani non arriverà in orario, la interrogherò in contumacia.
– Uhm… ehm… bene. Ha ragione, mi scusi ancora.
Eppure il suo modo di esprimersi solitamente era tutt’altro che corrivo: nei saggi per casa la signorina Brendani mostrava uno stile sostenuto, a tratti – ma soltanto per ingenuità e più probabilmente per mancanza di esperienza – leggermente desueto. E la sua media era notevole.
“Sarà colpa del fidanzato, quel discolo di Tozzetti”. Di tal genere se non tali appunto i pensieri di Cherubini, che non si poteva esimere dall’esecrare – oltre che i ritardi della signorina Brendani – anche gli esiziali testi di Tozzetti, paroliere di un gruppo rap trap patatrac, insomma uno di quei moderni ensemble di rumoristi autospacciantisi per musicisti.
Tozzetti, tanto facondo nel rimare trappare rappare, non lo era altrettanto quando si trattava di rispondere alle domande in aula. Cherubini sperò che almeno si preparasse per il test che ormai incombeva.
– Non racconti fandonie, Tozzetti: invece di dedicarsi ai futili ululati del suo gruppo o di perdersi troppo negli occhi color indaco di una certa signorina, pensi a studiare.
– Prof, non vorrei sembrare petulante, ma il gruppo del mio fid… di Tozzetti venerdì si esibirà in un concerto di beneficenza per gli indigenti…
– Bene… vorrà dire che tale delitto perpetrato ai danni della buona musica avrà un fine meno sordido di quello che avrei supposto.
E qui, risate morigerate del gruppo classe, che non voleva certo essere subire le conseguenze di un’eccessiva indisciplina ma neanche apparire poco solidale verso il compagno.
– Se vuol venire al concerto è il benvenuto, prof.
– Mi si dice che il vostro complesso non è dei peggiori nel suo genere, quindi verrò a vedere se il millantatore è lei o chi mi ha consigliato… grazie dell’invito.
Laico pure nei confronti delle proprie stesse convinzioni – la spocchia, accademica e generazionale, non gli apparteneva –, il professor Cherubini mantenne la promessa.
Pur paventando una serata all’insegna di musica, diciamo così, ostica, e temendo orde di trogloditi in un’aura di fumi e raggi laser da far perdere la trebisonda ai meglio intenzionati, per amore della causa Cherubini sorbì un tutt’altro che pantagruelico aperitivo offerto dall’associazione di volontariato che aveva promosso il concerto e si godette la sfilata delle band dai nomi come “Nemesi” – nella vita precedente devo aver fatto qualcosa di brutto veramente per essere condannato ad ascoltare questo, pensò il prof –, “Panacea” – i mali qui vengono invece che guarire, ma transeat –, “Soqquadro” – e per davvero fanno più confusione che altro –… e via di questo passo.
Venne il turno del complesso ensemble band gruppo, come lo si voglia chiamare, del Tozzetti.
La base musicale e ritmica doveva ben essere una severa punizione per non meglio identificati reprobi, ma le parole della “canzone” sorpresero il prof.
Come ti vuoi redimere
Se stai a tergiversare,
“siccome, perciocché”;
dici di ponderare,
sei solo pusillanime,
sprechi le tue parole,
vuoti corpi senza anime…
La signorina Brandani era in solluchero, i suoi compagni in visibilio, mani alzate e piedi a tempo sul prato spelacchiato dove era stato montato il palco.
– E bravo Tozzetti! Vedo che ha preso bene gli appunti durante le mie lezioni sulle parole da salvare. Qualche verso sarebbe da smussare, ma nel complesso direi che se l’è cavata.
– Bella prof!
– Zuzzurellone di un Tozzetti, ora che il concerto è finito ripassi per il test. Orgoglio legittimo sì, protervia no.
Il tono era quello che utilizzava a lezione per redarguirlo, ma il sorriso e la stretta di mano dicevano altro.
Sono felice che un mio contributo sia presente per la seconda volta in un volume del linguista Massimo Arcangeli… era già successo per FACCIA DA SOCIAL:
Cari amici, care amiche, (i cui nomi seguono) il vostro contributo firmato ai profili facebookiani per il volume “Faccia da social” è stato, come promesso, inserito. Siete anche tutti ringraziati in apertura, ma temo che la cosa non finirà qui perché il gioco proseguirà (intanto c’è la pagina Fb “Faccia da social. Nazi, Pornogastrici e altre creature virtuali”). Vi tengo informati sull’uscita del libro, che è venuto benissimo. Un saluto speciale, per un contributo speciale, a Francesca Tuscano.
Ale Di Cristo, Alessandra Guigoni, Alessandra Perra, Alessandro Cola, Alexv, Alina Mihaela, Antonio Maria Logani, Barbara Kay Plum, Bianca Barattelli, Bimbo Bamba, Bonaria Angius, Bruno Corti, Cristina Foti, Daniela Visentin, Daniele Sopralevette, Davide Cabras, Edmond Porpes, Fabio Cossu, Francesca Dedoni, Giacomo Meloni, Giancarlo Neri, Giuseppe Lamarina, Henry Angel, Hobbes, Lorena Telloli, Luca Sal, Marco Fedi, Maria Lucia Riccioli, Maria Rita Murgia, Marzia Musneci, Maurizio Sbordoni, Maurizio Sciortino, Mauro Martufi, Mimma D. Maspero, Oliviero La Stella, Paola Cingolani, Paola Merlonx, Patrizia La Fonte, Riccardo Barison, Roberto Sommella, Rocco Luigi Nichil, Rosanna Marani, Rossana Maria Piscopo, Tiziana Benucci, Vera Zanette.
Ecco il mio nome tra quelli di chi ha contribuito – grazie al professor Massimo Arcangeli dell’università La Sapienza di Roma – a creare i profili per un volume incentrato su Facebook e la sua diciamo così fenomenologia tra il lombrosiano e il comportamentista…
Don Fortunato Di Noto ammonisce i genitori e la scuola a vigilare su ciò che i ragazzi fanno con smart phone e computer
La Civetta di Minerva, 15 dicembre 2017
Stimolata da un’indagine social del professor Massimo Arcangeli, docente di linguistica italiana ed ex-preside della facoltà di lingue e letterature straniere presso l’Università degli Studi di Cagliari, rifletto insieme a voi lettori sullo statuto di verità che chiediamo alle cose, all’informazione, all’entertainment, alla letteratura e all’arte in genere.
Una delle espressioni dell’anno che sta per concludersi è certamente “fake news”, che fa il paio con la nostrana “bufala” e il trio con “fattoide”, notizia priva di fondamento, ma diffusa e amplificata dai mezzi di comunicazione di massa al punto da essere percepita come vera: sarebbe imminente un pronunciamento del nostro Parlamento per arginare il fenomeno della diffusione in rete di informazioni e notizie false – postate più o meno artatamente –, ma è bene che scuola e famiglia, specie per proteggere i minori in rete, si attivino per insegnare a bambini e ragazzi a navigare su Internet in maniera consapevole (e comunque resta valido e semmai si rafforza l’invito di associazioni come Meter e di esperti come Don Di Noto a vigilare sui minori che utilizzano sempre più smartphone e computer e a non postare immagini e video dei propri figli, dato l’uso sconosciuto e spesso criminoso che di tali dati può essere fatto, specie in un’ottica di lotta contro la pedofilia).
Attenzione dunque sia alle notizie non verificate – spesso basta una rapida conferma da parte di un motore di ricerca, sia per i testi che per le immagini o i video –, ma in effetti ci sarebbe da fare un lungo discorso sugli statuti di verità. Passiamo, nell’arco della stessa giornata, dall’indignazione contro le fake news (che comunque spesso sono trappole per gonzi: la storia e la letteratura ci riportano innumerevoli casi di notizie non verificate, veri e propri specchietti per le allodole) alla fame di reality, un vero e proprio genere a sé stante in cui di reale c’è ben poco (ci si domanda se le gesta di starlette e giovanotti alla Ken, di freak e gente in cerca di quindici minuti di notorietà siano davvero reali: non è vero ma ci credo, verrebbe da dire, allora dov’è la reality?), alla mai troppo deprecata tv verità: c’è chi sulla televisione del dolore, delle lacrime in diretta, delle riunioni familiari, dei casi umani, ha costruito una carriera.
E non è finita: le cosiddette fiction – a parte l’invasione degli anglismi, non si comprende cosa distingua gli sceneggiati di un tempo da film in due-tre puntate con attori improbabili e sceneggiature copiaincollate da analoghi prodotti d’oltralpe e oltreoceano detti fiction – dal latino fictio, finzioni dunque, recite – in cui spesso “il riferimento a fatti, persone, luoghi e avvenimenti reali è puramente casuale” (formula che può evitare querele, ma dietro cui si nascondono cinquantine di sfumature di verità). A fictional (che nel mondo anglosassone riguarda poesia e narrativa, contrapposte alla saggistica, che è appunto non fictional) di recente si contrappone factual: tale è stata definita una trasmissione con Roberto Saviano per il prevalere di situazioni reali, romanzate solo per esigenze di copione. Insopportabili poi le classiche domande su libri e film: “Ma è una storia vera? È veramente successo?”, che annulla secoli di pratica e teoria artistica e letteraria su reale, naturale, vero e trasfigurazione artistica.
Dato che spesso la confusione linguistica è indice di confusione concettuale, abituiamoci a riflettere sul gradiente di realtà di quanto proponiamo e ci viene proposto per una comunicazione ed informazione, oltre che espressione, più consapevole; rafforziamo il lavoro della scuola, che come obiettivo non solo didattico si propone quello di formare giovani adulti dallo spirito critico; battiamoci per la valorizzazione della ricerca e, nel campo dell’intrattenimento, per contenuti più formativi e meno banalmente massificati, altrimenti, dato che nel 2018 dovrebbe essere inammissibile contraddire millenni di scienza con affermazioni sulla Terra piatta o gravidanze ai limiti dell’alieno, non dovremo più stupirci di gruppi di “mamme pancine et coetera” o di “Earth flatters”, concentrati di fake news, fattoidi, bufale, purtroppo non fictional ma factual.
Gli articoli sono usciti su LA CIVETTA DI MINERVA in edizione cartacea e poi sono confluiti nell’edizione on line…
Coinvolti scrittori, scuole, associazioni, librai, biblioteche, studi fotografici; un’occasione in cui ci si è riappropriati degli spazi urbani in nome di una ritrovata socialità. E all’Idroscalo dell’Aeronautica voci di nove nazioni recitavano in italiano Eugenio Montale, Pablo Neruda e Nazir Hikmet
In occasione della giornata mondiale del libro, quest’anno Siracusa ha ospitato a Piazza Santa Lucia – non in Ortigia, dunque: un modo per valorizzare lo splendido, storico quartiere della Borgata che meriterebbe una riqualificazione – la manifestazione #ioleggoperché, che a livello nazionale ha distribuito gratuitamente 240.000 volumi grazie a dei “messaggeri” della lettura. E dunque Piazzaunlibro per le scuole: letture ad alta voce e laboratori di lettura, di realizzazione di un libro, presentazioni e incontri con l’autore – attività queste per gli alunni della scuola dell’infanzia, della primaria, della media inferiore e superiore –; Piazzaunlibro per tutti: mostre, inviti alla lettura, laboratorio di scrittura creativa, presentazioni letterarie…
Coinvolti operatori culturali, enti ed associazioni come la circoscrizione e labiblioteca Santa Lucia, il coordinamento provinciale Nati per Leggere Siracusa, il gruppo di lavoro del Progetto “In Vitro”, Zuimama Arciragazzi, l’Arci, il centro Pio La Torre, Rosaria Bregamo, Carmela Pace, Giusy Aprile, l’attrice Deborah Lentini, l’associazione Astrea in memoria di Stefano Blundo, l’associazione Alimede, l’associazione Liberi di costruire, Amnesty International Siracusa, lo studio fotografico Vasta e la biblioteca provinciale “E. Vittorini”; attivi i librai di “Un Due Tre Terra”, Lettera Ventidue, Casa del libro Rosario Mascali e Gabò, con un’entusiasta e infaticabile Luisa Fiandaca che affianca Livia Gagliano; impegnati in prima persona per leggere e comunicare il proprio amore per la lettura gli scrittori Luciano Modica, Stefano Amato, Luca Raimondi.
VerbaVolant edizioni di Fausta Di Falco ha promosso l’incontro con Annamaria Piccione intorno al libro “È festa… ammuccamu!” e con Giusy Norcia sul libro “L’isola dei miti” e l’invito alla lettura de “L’inferriata” di Laura Di Falco; l’editore Algra è stato presente alla manifestazione con i suoi libri “Aquarius – Il mistero di Solobok” di ET Dream (pseudonimo di Demetra Licciardello) e “Pietra lavica” di Paolo Sidoti; la professoressa Anna Di Carlo ha presentato il volume di Francesco Candelari “Il cibo dei topi” (Lulu edizioni).
Notevole il tam tam sui social network e sui media in genere sul tema libri in questo periodo, dato anche che si avvicinano il Maggio dei libri e l’appuntamento con la Fiera del libro di Torino. #ioleggoperché rientra perfettamente in questa strategia di promozione del libro e della lettura, anche se per amor di cronaca dobbiamo segnalare anche iniziative collaterali come #ioleggodifferente che porta avanti autori e letture che non trovano spazio o risalto in vetrine più “blasonate”. Troppo complesso sarebbe in questa sede affrontare questioni come quelle editoriali: ci limitiamo al plauso verso gli organizzatori, che non sono spinti esclusivamente da motivi di marketing.
Presso l’Idroscalo “Arnaldo De Filippis” dell’Aeronautica militare, poi, la Festa del Libro ha visto alternarsi autori, studenti e studiosi nel nome della cultura.Annamaria Cancellieri, intervistata dal giornalista Massimo Leotta, ha presentato il suo libro “Una vita bellissima”; Gabriella Celotta ha presentato il testo “Dove sta la frontiera”; Nelly Greco Bellina è stata premiata come “mamma per la Dante”, mentre “nonna per la Dante” è stato il riconoscimento tributato a Franca Valenti Gallo; il giornalista Giuseppe Bianca è stato insignito di un diploma di benemerenza. Notevole è stato l’apporto dei giovani: studenti siracusani e stranieri hanno letto Dante, di cui quest’anno ricorre il 750esimo anniversario della nascita; alcuni di loro sono stati premiati per il concorso “Le cime della Dante”.
La manifestazione ha ospitato inoltre il saggio conclusivo dei corsi “Lingua e Letteratura italiana per stranieri” tenuti presso l´Istituto Comprensivo “L. Radice” di Siracusa a cura delle docenti Franca Carpinteri, Maria Favara, Giovanna Morsello, Giuseppina Piazza, Rossella Raudino, Silvia Tomasi e Lucia Zammitti: è emozionante ascoltare voci di Messico, Sri Lanka, Russia, Repubblica Ceca, Norvegia, Canada, Repubblica Domenicana, Bosnia e Brasile recitare in italiano Montale, Pablo Neruda e Nazir Hikmet.
La giornata conclusiva dell’evento ha ospitato il professor Massimo Arcangeli, che insegna all’Università di Cagliari e alla Sapienza di Roma, qui in veste sia di dantista che di linguista: la conversazione sul linguaggio non verbale nella “Commedia” dantesca è stata l’occasione per spaziare sulla storia della lingua italiana, sull’evoluzione del linguaggio verbale e di quello gestuale nelle diverse culture e lingue, codici privilegiati per entrare in contatto con l’altro da noi. Quale sfida più grande per il mondo multietnico e globalizzato di oggi?
Brillante e documentatissimo come sempre – Arcangeli è stato diverse volte gradito ospite presso la “Dante Alighieri” –, lo studioso si è inoltrato nei dubbi esegetici di alcuni passi danteschi, invitando a un approccio non falsato dalle interpretazioni che si sono stratificate sui versi di Dante spesso divenendo superfetazioni al cui condizionamento è difficile sottrarsi: il battere le mani dei dannati, lo spezzare il ramo dall’insana pianta che è divenuto Pier delle Vigne, lo squadrar le fiche di Vanni Fucci, detti e modi di dire, equivoci comunicativi nel mondo accademico, questi gli ingredienti del suo stimolante intervento.
L’autore Domenico Pisana ha poi presentato “Tra naufragio e speranza”, leggendo alcune poesie tratte dalle tre cantiche della silloge: “Ed ora, la notte”; “Verso l´aurora”; “Sognando la speranza”.
Nulla insegna il poeta. Forse può solo trasmettere la sua esperienza di naufrago alla ricerca della Luce, per riveder dantescamente le stelle.
Volto / volto, Notte / notte, Luce / luce… ecco alcuni degli opposti apparentemente non opposti su cui è giocata la dotta, quasi prosastica poesia di Pisana, cosciente che la “modernità”, la ragione che ha abusato del suo potere, una libertà mal intesa hanno condotto al naufragio l’uomo, che ora raccatta resti di verità scampati alla distruzione e ricerca ancora, brancolando, la Verità. Forse solo la poesia può sciogliere l’umanità dai legacci delle false certezze, delle presunzioni intellettualistiche, come dalle fiere della selva oscura.
Ci si augura che simili manifestazioni possano avere una ricaduta positiva e duratura in termini di riappropriazione degli spazi urbani in nome di una ritrovata socialità e che l’interesse intorno al libro e alla lettura non sia relegato soltanto a giornate celebrative, come lascia sperare l’impegno quotidiano di librai, autori, bibliotecari, docenti e operatori culturali in genere.
I libri? Per fortuna non vanno in vacanza. Per il secondo anno consecutivo, nei mesi più vivaci dell’anno, Marina di Ragusa ospita la rassegna Liolà, organizzata dalla ProLoco Mazzarelli. Il nome, con riferimento alla nota commedia di Luigi Pirandello, è in questo caso anche un acronimo: libri, incontri, opere, luoghi, autrici e autori.
I protagonisti sono appunto i libri, raccontati dai loro stessi autori, a pochi passi dal mare ( il cortile del Sacro Cuore, la piazzetta di Via Genova, il Balcone Mazzarelli) in un’atmosfera informale e conviviale, come suggerisce la locandina della manifestazione, realizzata dall’illustratrice Carla Di Pasquale (bostoniana d’adozione ma ragusana doc): dal mare blu emerge una figura di spalle, una donna che sfoglia un libro. Il movimento della carta ricorda quelle delle onde: Le pagine come il mare, ci portano lontano.
Guarda la locandina con il programma completo:
I libri di “Liolà” a Marina di Ragusa dal 28 giugno al 6 settembre | PROGRAMMA
Tra gli incontri in programma quello con Tea Ranno che, conversando con Liliana Russo, presenterà L’Amurusanza edito da Mondadori. Anna Martano invece, chiacchierando con Cecilia Tumino, racconterà Il diamante nel piatto, storia golosa della Sicilia in 100 ricette e cunti e la giornalista Dolores Carnemolla, conversando con Caterina Giardina parlerà della guida turistica Ragusa e il Val di Noto Ibleo, edito da Morellini (GUARDA IL VIDEO).
Ma ad animare la rassegna non sono solo i libri: Francesca Romano, foodblogger di “A zucchero zero” e la dottoressa Valentina Battaglia sono portavoci della prevenzione del diabete e di questo parleranno durante l’incontro di apertura della rassegna, che le vedrà protagoniste il 28 giugno, presentate da Ludovica Gulino. E poi ancora, tra le tematiche affrontate nel corso di Liolà, L’deale femminile nella letteratura italiana dell’800 con l’autore Stefano Vaccaro, il legame tra l’umorismo, la lettura e la musica con Matteo Pugliares, e ancora la misoginia raccontata nel libro Donna. Una storia senza eco, del professor Gino Carbonaro in una conversazione a più voci con Cecilia Tumino e Flavia Incardona. Un incontro sarà dedicato anche al baritono Beneventano ricordato dal maestro Marcello Giordano Pellegrino, mentre l’autrice Rita Piccitto presenterà il suo Nero D’Avorio.
A coordinare il progetto tre donne: Caterina Giardina, Cecilia Tumino e Ludovica Gulino. Tutte e tre sono motivate sia dall’amore per i libri – componenti anche del primo Book Club nato a Marina di Ragusa nei mesi scorsi – che dall’amore verso il luogo in cui vivono, desiderose di dare contenuto e riflessione alla parentesi estiva della frazione balneare. “La nostra volontà è quella di offrire cibo per l’anima – spiega Caterina Giardina – e di dare un contributo all’estate del territorio, non ricondurla esclusivamente ad una stagione di sagre. Abbiamo voluto valorizzare l’amore per la lettura e Liolà, iniziativa sostenuta dalla ProLoco Mazzarelli, intende diversificare l’offerta di iniziative a beneficio dei residenti, dei visitatori e dei turisti”. Storie di libri, storie di carta, storie di donne per una stagione che si apre all’insegna della cultura, accarezzata dal mare.
Ho segnalato l’evento del 12 in particolare perché ho scritto la prefazione al saggio di Stefano Vaccaro… ecco del materiale in proposito.
PRESENTAZIONE DEL LIBRO “SILFIDE, MAGA E SIRENA. L’IDEALE FEMMINILE NELLA LETTERATURA ITALIANA DELL’OTTOCENTO”
di Stefano Vaccaro
Il saggio mira a ricostruire, attraverso una selezione di opere ed autori, il mutamento di percezione incontrovertibile che accompagnò la classe intellettuale italiana nell’immaginare e descrivere la donna sul finire del XIX secolo. Al centro della ricerca è la produzione letteraria di Verga, Capuana, Tarchetti, Fogazzaro, D’Annunzio e dei principali esponenti della Scapigliatura lombarda, i quali contribuirono a diffondere ed arricchire, per mezzo dei loro scritti, i tópoi narrativi femminili largamente impiegati nella letteratura del tempo. Filo rosso del testo è dunque la donna, ora nell’eccezione mondana di angelo incantevole e tentatore, ora nella veste più oscura e goticheggiante di essere diabolico ed inferico, senza tralasciare il vorticoso labirinto d’immagini fin de siècle, popolato da magnetizzate, sonnambule, streghe e dame bianche. Vi si ricava alla fine un pantheon di anti-eroine grazie alle quali la figura muliebre viene declinata in tutte le sue numerose e conturbanti gradazioni, protagoniste imprescindibili di un Ottocento tutto al femminile.
Ecco il volume di Stefano Vaccaro… sono felice e onorata che mi abbia chiesto di scriverne la prefazione.
Qui l’autore è ospite di Lucia Nativo e Canale 74… per parlare di di letterate dell’Ottocento siciliano, da Mariannina Coffa a Giuseppina Turrisi-Colonna, passando per le “Silfidi, maghe e sirene” delle opere verghiane e non solo.
Ho conosciuto questo giovane e valente studioso a Noto; ci accomuna infatti l’interesse per l’Ottocento e in particolare per la poetessa e patriota netina Mariannina Coffa che il 6 gennaio 1878 si spegneva a Noto… la Coffa, protagonista del mio romanzo storico FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA, torna a bussare come i personaggi pirandelliani alla mia porta. E mi riconduce non solo ai 140 anni dalla sua morte ma anche ai ricordi dei convegni e delle conferenze che l’hanno vista oggetto di interesse, dello spettacolo del 25 novembre scorso…
Io e Teresa Caporale, attrice e autrice.
Le pagine del mio romanzo, le poesie di Mariannina Coffa… tutto ha preso vita attraverso la voce e il corpo di Teresa Caporale, sapientemente guidata dalla regia di Tommaso Massimo Rotella che ha voluto rappresentare le costrizioni del contesto in cui è vissuta la Coffa lasciando “agire” l’attrice da seduta, come su un baldacchino.
Risuonano i nomi dei maestri di Mariannina… Francesco Serra Caracciolo, Corrado Sbano… e quello del grande amore Ascenzio Mauceri. Del marito, delle due bambine morte…
Il matrimonio con Giorgio Morana…
Lutto…
La Capinera di Verga… Grazie.
Teresa Caporale e Tommaso Massimo Rotella.
L’Associazione culturale Magdeleine G. in collaborazione con Piemonte dal Vivo, lo SPI CGIL Lega 27 ed il
Comune di Gassino T.se,
Sono lieti di annunciare che, il Teatro Vecchio Mercato in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne
Presenta
nella Stagione teatrale 2017-2018
Sabato 25 Novembre ore 21.00
Con Teresa Caporale
Regia Tommaso Massimo Rotella
Una donna con una grande passione per la poesia, una donna che aveva sacrificato tutta se stessa per non contravvenire alle regole della società, una donna che aveva immolato il suo più grande amore perché il destino aveva già scritto per lei quale sarebbe stata la sua storia, una donna creduta pazza e malata solo perché inseguiva il suo più grande sogno: Mariannina Coffa. La sua storia quella della cosiddetta “Capinera di Noto”è tutt’altro che fantasia. Enfant prodige dei salotti buoni della Sicilia Sud-Orientale, già da bambina recitava poesie e rime all’istante partendo da parole che le venivano assegnate dagli adulti, Mariannina coltiva l’arte dei versi che si tradurrà da grande nella passione per lo scrivere, passione sublime quanto portatrice di disgrazie. Costretta a sposare un uomo che non ama, ad abbandonare la sua famiglia e la sua città natale, Noto, per trasferirsi nella città del marito, Ragusa, angariata dai lutti di due dei suoi quattro figli morti in tenera età, Mariannina riesce ad evadere da un mondo troppo duro solo grazie alla poesia ma neppure questa le è permessa, una donna che pensa, infatti, che vuole esprimere i propri sentimenti è qualcosa di inaccettabile nella società del suo tempo, la gente comincia ad additarla come folle mentre il marito le proibisce categoricamente di continuare a fare l’unica cosa che la fa stare bene, l’unica cosa che la fa sopravvivere: scrivere. Ribellatasi alle sue condizione di vita,
decise di abbandonare il tetto coniugale e fare ritorno nella sua Noto per dare libero sfogo alla sua arte creativa con una breve quanto intensa stagione simbolista. Morirà giovane a trentasei anni, disprezzata dalla famiglia e abbandonata da tutti.
Si ringraziano:
La ProLoco di Gassino T.se, Lo SPI CGIL Lega 27,
I Supermercati Borello, La Profumeria Essenza di Pina Caracciolo e L’Erboristeria della Dott.sa Elena Rabbione, che come sempre ci sostengono!
Per maggiori informazioni e prenotazioni
rivolgersi in segreteria al numero 011-19824814
Una bellissima novità che riguarda la poetessa e patriota netina Mariannina Coffa Caruso e indirettamente anche il mio romanzo FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA.
Grazie alla voce e al gesto di Teresa Caporale e alla regia di Tommaso Massimo Rotella, giorno 25 novembre 2017 (Giornata internazionale contro la violenza sulle donne), sabato, è andata in scena presso il Teatro Vecchio Mercato di Gassino Torinese la storia di Mariannina Coffa…
In occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, la compagnia Magdeleine G. presenta “Il mio nome è Psiche”, spettacolo che racconta una storia di violenza sottile, subita da una donna e artista nella Sicilia della seconda metà dell’Ottocento, la poetessa Mariannina Coffa. Biglietti 10 euro, ridotto 8 euro. Info e prenotazioni: 011/19824814, 347/0643566, http://www.magdeleineg.org.
con Teresa Caporale
regia Tommaso Massimo Rotella
Magdeleine G.
presentato in collaborazione con SPI-CGIL
Spettacolo in occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle Donne
Mariannina Coffa. Una donna con una grande passione per la poesia, che immolò il suo più grande amore perché il destino aveva già scritto per lei quale sarebbe stata la sua storia. Una donna creduta pazza e malata solo perché inseguiva il suo più grande sogno. La sua storia, la “Capinera di Noto”, è tutt’altro che fantasia. Enfant prodige dei salotti buoni della Sicilia Sud-Orientale, già da bambina recitava poesie e rime all’istante partendo da parole che le venivano assegnate dagli adulti. Mariannina coltivava l’arte dei versi la passione per lo scrivere, passione sublime quanto portatrice di disgrazie. Fu costretta a sposare un uomo che non amava, ad abbandonare la sua famiglia e la sua città natale, Noto, per trasferirsi nella città del marito, Ragusa. Due dei suoi quattro figli morirono in tenera età. Mariannina tentò di evadere da un mondo troppo duro grazie alla poesia, ma neppure questa le fu permessa. Una donna che pensa, infatti, è qualcosa di inaccettabile nella società del suo tempo e fece sì che la gente l’addittò come folle mentre il marito le proibì categoricamente di continuare a fare l’unica cosa che la fa stare bene, scrivere. Ribellatasi alle sue condizione di vita, decise di abbandonare il tetto coniugale e fare ritorno nella sua Noto per dare libero sfogo alla sua arte creativa con una breve quanto intensa stagione simbolista. Morì giovane a trentasei anni, disprezzata dalla famiglia e abbandonata da tutti.
COME RAGGIUNGERE IL TEATRO
In auto: da Corso Casale (Torino), arrivati a San Mauro Torinese, seguire in direzione Casale sulla SS590 della Val Cerrina dalla Tangenziale NORD uscita Caselle, seguire per Borgaro / Chivasso ed uscire a Volpiano Sud, poi seguire per SP220 direzione Brandizzo ed uscire a Gassino dall’autostrada A4 Mi – To uscire a Volpiano Sud, poi seguire per SP220 direzione Brandizzo ed uscire a Gassino
In bus: linea GTT, servizio extraurbano direzione Casale, fermata n. 10814
INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI
Teatro Vecchio Mercato
Piazza Sampieri – Gassino Torinese
Associazione Culturale Magdeleine G.
Direzione, Organizzazione e Produzione: Silvia Gatti, Tommaso Massimo Rotella
Segreteria: Angela Gavello
Informazioni e prenotazioni:
tel. 011.19824814
segreteria@magdeleineg.org http://www.magdeleineg.org
È consigliata la prenotazione.
Tommaso Massimo Rotella ha già affrontato artisticamente la figura della Coffa: ecco un articolo relativo ad uno spettacolo del marzo scorso, rappresentato ad Asti presso il Teatro Alfieri.
FAB S.M.S. ANNUNCIA LA SERATA “IO NEL PENSIER MI FINGO”
Vi aspettiamo il 3 marzo al Teatro Alfieri di Asti per un appuntamento con la poesia dell’Ottocento
E’ con grande piacere che annunciamo la serata “Io nel pensier mi fingo” che si terrà il prossimo 3 marzo al Teatro Alfieri di Asti, organizzata dall’Associazione Culturale Mousikè e di cui siamo parte attiva con FAB S.M.S.
Uno spettacolo che sotto la sapiente regia di Tommaso Rotella ripercorre alcune poesie dei più noti autori dell’800, in parte recitate dalle voci narranti degli attori Chiara Buratti e Francesco Visconti, in parte musicate da Beppe Giampà ed Alberto Mandarini e cantate dallo stesso Beppe Giampà, accompagnato dall’Accademia Verdi Ensemble. Da Ugo Foscolo a Giacomo Leopardi, da Giosuè Carducci a Giovanni Pascoli e Alessandro Manzoni, passando per Carlo Porta, Giuseppe Gioacchino Belli, Salvatore Di Giacomo, Cesare Pascarella e Costantino Nigra, fino ad arrivare alle poetesse Vittoria Aganoor, Contessa Lara e Mariannina Coffa.
“Siamo lieti, come FAB S.M.S., di essere parte attiva di questa iniziativa in quanto la promozione di una cultura del benessere, inteso come benessere complessivo della persona, è uno dei principi cardine della nostra attività – racconta il nostro Presidente Adriano Coppa -. In linea con lo spirito che ha portato alla nascita, nell’Ottocento, delle Società di Mutuo Soccorso, operiamo senza scopo di lucro ispirandoci a principi di solidarietà, sussidiarietà e mutualità sociale, garantendo prestazioni e servizi nell’ambito sanitario e assistenziale ed offrendo ai nostri Soci percorsi mirati alla promozione di stili di vita sani.
Operiamo sul territorio piemontese e lombardo dal 2009 attraverso le Filiali del Gruppo Cassa di Risparmio di Asti, primario Socio Sostenitore della nostra Società di Mutuo Soccorso, offrendo i nostri piani mutualistici all’interno del Programma Benessere “Salutissima” nel quale sono attivati percorsi di medicina preventiva – prosegue Coppa -.
E proprio attraverso gli sportelli del Gruppo Cassa di Risparmio di Asti, abbiamo eseguito, solo nel 2016, oltre 3000 visite gratuite inoltre 70 giornate di prevenzione.
Con lo stesso spirito promuoviamo e sosteniamo da tempo attività di carattere educativo, culturale e di ricerca volte alla prevenzione sanitaria e alla diffusione dei valori mutualistici, oltre ad iniziative di carattere sociale a beneficio dell’intera collettività.
Ringraziamo, dunque, il Direttivo dell’Associazione Mousiké per averci offerto l’opportunità di essere parte di questa iniziativa nei confronti dei giovani che rappresentano il nostro presente e il nostro futuro e della cui sensibilità ci sarà sempre più bisogno per garantire la sostenibilità di un welfare adeguato alle esigenze della società attuale e futura.”
La poesia a teatro: questa sera all’Alfieri, va in scena «Io nel pensier mi fingo». Spettacolo organizzato dall’associazione culturale Mousikè (nata ad Asti nel 2014) con Fab (Fondo assistenza benessere), è inserito nella stagione teatrale in abbonamento. Alle 21; biglietti 18 euro, 13 il loggione.
Lo spettacoloPrendendo a prestito parole dalla poesia «L’infinito» di Giacomo Leopardi, con regia di Tommaso Massimo Rotella, «Io nel pensier mi fingo» porta sul palco alcune poesie dei più noti autori dell’800. Versi e rime in parte recitate dagli attori astigiani Chiara Buratti e Francesco Visconti, in parte musicate da Beppe Giampà (sei sono tratte dal suo album «Della fatal quiete») e arrangiate da Alberto Mandarini, jazzista di lungo corso e nell’orchestra di Paolo Conte. I brani saranno cantati dallo stesso Giampà accompagnato dall’Accademia Verdi Ensemble, formata da docenti dell’istituto di musica Verdi di Asti, artisti che annoverano collaborazioni con importanti istituzioni musicali. Questi i musicisti dell’Accademia Verdi Ensemble: Salvatore Fabrizio Spinoso (pianoforte e tastiere), Stefano Profeta (contrabbasso), Davide Merlino (percussioni), Fulvio Schiavonetti (clarinetto), Massimiliano Ferri (chitarra elettrica), Alberto Mandarini (tromba e flicorno).
Sarà un viaggio tra parole e musica da Foscolo a Leopardi, da Carducci a Pascoli e Manzoni, passando per Carlo Porta, Giuseppe Gioacchino Belli, Salvatore Di Giacomo, Cesare Pascarella e Costantino Nigra, per arrivare alle poetesse Vittoria Aganoor, Contessa Lara e Marianina Coffa.
Per le scuolePrima dello spettacolo serale, una matinée sarà riservata alle scuole astigiane. Legato allo spettacolo, anche un concorso rivolto agli studenti: una lettura multimediale di una poesia a loro scelta.
Sono arrivati 30 video, di una durata media di 3 minuti ciascuno. Per dare visibilità al lavoro dei ragazzi, grazie alla collaborazione del circolo cinematografico Vertigo, i video sono stati proiettati in queste settimane in Sala Pastrone prima dei film in programmazione. I vincitori saranno premiati questa sera all’Alfieri, prima dello spettacolo.[v.fa.]
BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI (rimangono di proprietà degli aventi diritto: qui trattasi semplicemente di citazione dell’articolo).
Ferita all’ala un’allodola: un romanzo di Maria Lucia Riccioli
Amici lettori, vi presento il libro di questa settimana: Ferita all’ala un’allodola, di Maria Lucia Riccioli.
Un romanzo storico che colpisce dritto al cuore e che ho deciso di condividere con voi, qui nel mio blog, perché merita molto e non mi dispiacerebbe affatto una trasposizione cinematografica (di quelle che rispettano il contenuto dei libri! 🙂 )
Maria Lucia Riccioli nasce a Siracusa il 18 Settembre 1973, scrittrice e docente insegna Lettere ai licei e compone versi, storie ed emozioni.
PREZZO DI COPERTINA: 23,00 euro, I edizione Gennaio 2011
GENERE: romanzo storico
TRAMA_NO SPOILER: Ferita all’ala un’allodola è un romanzo storico che narra la vita della poetessa netina Mariannina Coffa. Fa da sfondo una Noto del 1800 con gli usi e costumi dell’epoca. La poetessa dalle spiccate doti artistiche vive in una famiglia benestante che ne programma l’intera esistenza, decidendone improvvise nozze per allontanarla, misteriosamente, dall’uomo che ama, un musicista…
PARERE PERSONALE: adoro così tanto questo romanzo storico da rileggerlo ancora, a distanza di tempo, immaginando scene da cinema e colonna sonora:
“Rosa d’autunno, rosa colorata, rosa sciupata, rosa maltrattata, per quale inganno non sei più sicura? Se stringo le tue spine fra le mani, posso sentire forte il tuo dolore, più fa male e più cresce l’Amore, di più, di più…” (Andrea Bocelli – In canto)
Mariannina Coffa è un’eroina ottocentesca dalla personalità forte e fragile al tempo stesso, unica, romantica, intensa. Innamorata della vita, di grande spirito artistico, sensibile e patriota che vive, ahimè, in un contesto storico completamente inadatto a lei. Inadeguatezza e senso di estraneità che sento forte in me, così come percepisco in lei, per una vita costretta e diversa da quella sperata, da quella desiderata, da un lato lei, impedita dalla propria famiglia e dall’altro io, per un governo bisbetico…
“In canto. Io chiedo all’Amore quell’ombra nel cuore, bagnala di sole, e il nuovo sorriso, sarò solo io, io, e lei sarà la musica che canto, così potrà amarmi, ancora amando. Ed io potrò averla, e resterà per sempre incanto.” (A.Bocelli)
Personalità forte e ben educata, che, allontanandosi dalle tematiche religiose dà piena voce all’Anima e urla urla urla tutte le sue emozioni!
“…questa melodia, inno dell’Amore, te la canto e sento, tutto il mio dolor così forte così grande che mi trafigge il cuor ” (A. Bocelli – Melodramma)
In un’epoca incapace di accettare l’amore, due giovani dai sogni spezzati, Mariannina e Ascenzio…
“…lì è nato il mio destino, amaro senza te, amaro senza te, e questo cuore canta un dolce melodramma è l’inno dell’Amor che canterò per te, è un melodramma che, che canto senza te…” (A. Bocelli)
…come Romeo e Giulietta, lì, con le mani tesi, a scambiarsi il cuore, a toccarsi l’Anima tra musica e poesia. Il loro è un Amore fatto di delicati sguardi, e silenziose promesse che vengono tradite all’improvviso, perché c’è qualcosa di Ascenzio, il musicista che le insegna a suonare il pianoforte, che non piace alla famiglia di lei:
“…ma limpido è il mattino, tra i campi odor di vino, io ti sognavo e adesso, ti vedo ancora lì, ah quanta nostalgia, ah fresco di collina, io piango, che pazzia fu andarsene poi via…” (A. Bocelli)
E forse sono proprio i suoi sogni, i sogni di diventare un grande musicista, che non piacciono alla famiglia Coffa, disposta a tutto, anche far soffrire Mariannina, pur di non consentire, così all’improvviso, la loro unione:
“Rosa tradita, rosa calpestata, ti strapperò dal cuore la paura e insieme a me ti sentirai sicura… di più, di più, in canto io chiedo all’Amore, quell’ombra nel cuore, bagnala di sole…” (A. Bocelli)
Vivere è difficile, e sopravvivere lo è ancora di più, soprattutto se non si può amare chi si ama, se anche la famiglia, famiglia che ti ha messo al mondo, va contro i sogni e contro tutto, e Mariannina questo lo sa bene, Mariannina cerca di resistere ma si accorge di essere sola, abbandonata, in un’epoca che non le appartiene. E poi ci sono quelle scelte non volute da cui non si può più tornare indietro, un destino già segnato, e chissà se l’Anima sua ne avrà avuto riscatto, dopo la morte… chissà…
Omnia vincit amor et nos cedamus amori, ci crediamo tutti, Virgilio, peccato che la realtà è ben lontano dalle speranze del cuore…
” – Non voglio tentarla, padre, né lei vuole tentare me. Voi mi dovete aiutare, padre Sbano… Non ci siamo manco chiesti perdono… io perché la trattai come se m’avesse tradito, lei perché non ha… – Perché non è scappata con te? A divider che cosa? La fame in due? A spartirivi i sogni di gloria, con un figlio o due magari? Senza sposarvi, come due scomunicati? Pensa alla donna di Pisacane, alle campagne sciagurate de’ patrioti… Ah, l’ideale! Bella, bella cosa davvero… ma poi sono pianti, e liti, e quistioni… pel pane, pel rimorso d’aver fallato… Questo volevi per Mariannina, volevi che ti dicesse di sì?”
Mariannina è considerata “diversa, strana, pazza” e la sua vita viene resa infelice dalla famiglia che l’ha messa al mondo, che le impone scelte e decisioni irragionevoli per l’anima sua, fortemente in contrasto con l’epoca vissuta, dove unica sua consolazione, ormai, resta solo la scrittura. E comprendo bene le emozioni di Mariannina, il mondo non è pronto ad accettare una personalità così piena, non lo è la famiglia della poetessa netina e non lo è nemmeno il contesto storico in cui vive. Disprezzare è facile, puntarle contro il dito accusatore e condannarla perché speciale, unica, dall’Anima in fiamme, umana.
“Non sa Mariannina donde le venga quel palpito che la sveglia di notte e la spinge, a tentoni, come una talpa cieca che si scavi il cammino nelle latebre della terra, a cercare carta e matita e appuntare parole che sgorgano, umori misteriosi e inebrianti, perduti per sempre se torna a dormire. Da quale sfera, da quale mondo invisibile eppur reale vengono le immagini che le si fissano in mente, le visioni che la perseguitano durante il giorno e trovano pace solo nei versi ordinati sopra il foglio? Da quando Ascenzio s’è scavato una nicchia nel suo cuore, Mariannina fantastica di sé, dell’angelo, del Genio.”
Ferita all’ala un’allodola è una delle più belle opere letterarie moderne che riporta alla luce un personaggio storico realmente vissuto e mai apprezzato in vita. È una storia toccante, profonda, dolce, forte che suscita vari moti dell’Anima, ve lo consiglio tra le vostre letture perché è un altro di quei libri che merita, ma che fa parte del presente, e senza dubbi, destinato a diventare un grande classico per le tematiche importanti trattate e per l’incredibile storia della poetessa. E’ una storia che appassiona e che fa sperare pagina dopo pagina che vinca il bene, che vinca l’Amore, che lei sposi l’amato musicista del suo cuore…
Chissà, adesso, dove sono le loro Anime, se si sono ricongiunte o perse per sempre, chissà…
“Io che canto di notte, con il rumore del mare, io che parlo alla luna per capire il mistero di una storia d’Amore, e ti sento più forte nelle sere d’estate, sento le tue parole come piccoli fuochi accesi infondo al mio cuore, dentro la vita mia una musica suona, una nuova poesia nel ricordo di te, oceani immensi, di libertà, giorni di festa che non scorderò, il freddo inverno non ti porta via, dalla mia vita, i desideri, le nostalgie, quanti misteri questo Amore mio! Prigioniero nel tempo, chiuso nella memoria, non ho mai più sentito il profumo infinito di una rosa al mattino, questa voce che ho dentro parla solo di noi come un dolce tormento questo sogno lontano non mi fa più dormire, non è un canto di addio ma una musica dolce, un’orchestra che io suono solo per te oceani immensi ritroverò, corpi celesti e terre d’Africa, un altro sole ci riscalderà, perdutamente, voli infiniti sulle città, all’orizzonte solamente Noi, un mondo nuovo da cercare in due, questo è il mistero dell’Amore. Un mondo nuovo da cercare in due, questo è il mistero.”
(A.Bocelli – Il mistero dell’Amore)
Amici lettori, ricordatevi che leggere vi farà vivere mille storie diverse e stupende emozioni che la realtà stessa è incapace di dare, una vita sola non basta per vivere tutte le emozioni che si provano leggendo e scrivendo. Leggete per voi, per vivere intensamente e conoscere il mondo che è stato, che può essere, che è, o che sarà.
Leggete di Mariannina Coffa, leggete di Ascenzio, facciamoli vivere ancora, facciamo che il loro Amore viva dentro di noi, nei nostri sogni, nella giustizia che cerchiamo nel mondo, in un mondo buono, onesto, che insieme possiamo ancora salvare, salvando per primi noi stessi.
Leggete amici lettori, leggete, perché leggere è salutare! ❤
Una risposta a “Ferita all’ala un’allodola: un romanzo di Maria Lucia Riccioli”
Leggere gli articoli di questo blog è ogni volta una emozione incredibile.
Una delle più grandi critiche che si fa alla società attuale è l’incapacità degli uomini e delle donne del ventunesimo secolo di saper scrivere come facevano gli scrittori del passato, per cui, si pensa che certe frasi, certe emozioni che la poesia ottocentesca era capace di suscitare, facciano parte di una storia conclusa e lontana.
Dal mio punto di vista mi trovo, in parte, d’accordo con questa critica, tuttavia non posso negare che ci sono alcune rarità, eccezioni, cioè persone, anche di giovane età, che al giorno d’oggi sono capaci di esprimere quelle autentiche emozioni, quei meravigliosi accostamenti di parole e versi che i grandi del passato elegantemente riuscivano a fare. E’ questo che ho percepito da questo articolo e dal libro citato, è stato come, per qualche minuto, immergersi realmente nell’anima vibrante di Mariannina Coffa, quasi come se fosse ancora viva.
Personalmente mi sento di fare tanti e tanti complimenti alla scrittrice del libro Riccioli e alla blogger Mia che, periodicamente, riempie le settimane di idee e cultura, sperando che la loro attività possa essere sempre più ricca e possa espandersi in una società che, ahimé, è scarsamente capace di riconoscere i talenti veri.
Grazie a Mia, blogger sensibile e attenta.
Grazie anche ad Angelo per le parole gentili.
Non si tratta di scrivere come nell’Ottocento – siamo nel 2017 e dobbiamo vivere questo tempo, anche se è bello lasciarsi cullare dall’air du temps, dalla nostalgia, dal Romanticismo – ma cercare di dar voce ai nostri simili che vivevano un altro tempo e magari cercare di riportare qualcosa di quella temperie culturale e artistica.
Grazie ancora.
Intervista all’autrice di Ferita all’ala un’allodola, Maria Lucia Riccioli
Amici lettori, ecco a voi l’intervista all’autrice del libro Ferita all’ala un’allodola: Maria Lucia Riccioli 🙂
Buona lettura 🙂
1) Iniziamo dal titolo del romanzo da lei scritto “Ferita all’ala un’allodola”, come nasce? Perché ha scelto la figura dell’allodola?
Intanto grazie per l’attenzione nei miei confronti e verso il mio romanzo storico “Ferita all’ala un’allodola”. Mentre lo scrivevo, il libro non aveva un titolo, che in effetti è un po’ come il nome per una persona: “Il rosso e il nero”, “La coscienza di Zeno”… quanto è importante attribuire un titolo alla catasta di fogli che racconta una storia? Il nome della protagonista non mi sembrava adatto a far da titolo al romanzo, perché desideravo qualcosa di evocativo, che suggestionasse il lettore… ed ecco che accade una delle tante grandi piccole epifanie che hanno accompagnato la stesura di questo libro: sotto gli occhi mi si presentano dei versi scritti da William Blake (1757-1827), un poeta inglese visionario e originale che per certi aspetti potremmo apparentare alla poetessa protagonista del mio libro. Eccoli: “A skylark wounded in the wing, / A cherubim does cease to sing” ovvero “Ferita all’ala un’allodola, un cherubino smette di cantare”. Un vero e proprio epitaffio per in cui sono adombrate Bellezza e poesia, con la loro fragilità rappresentata dal volo ferito di un uccello rinomato – anche letterariamente – per il suo canto. Addirittura avevo pensato di dare come titolo al romanzo non il primo ma il secondo verso, ma poi ho scelto “Ferita all’ala un’allodola” perché mi sembrava che racchiudesse tutta la parabola esistenziale ed artistica della mia protagonista, che in vita era stata paragonata a una rondine e fu perfino soprannominata “Capinera di Noto” per dire “del suo veloce volo” (e qui cito l’amato Franco Battiato) simile a quello della capinera verghiana. L’angelo della scultura a lei dedicata nella Piazza XVI maggio a Noto, bellissimo e serio, con un libro aperto sulle ginocchia, mi è sembrato incarnare il “cherubim” di Blake e quindi da qui il titolo, che non ho più cambiato.
2) Chi è Mariannina Coffa e cosa l’ha spinta a scrivere di lei?
Mariannina Coffa Caruso (1841-1878) è stata una poetessa e patriota nata a Noto, che oggi è provincia di Siracusa ma che per un certo periodo è stata quello che si chiamava all’epoca capoluogo dell’Intendenza, teatro di avvenimenti importanti per la storia della Sicilia e dell’Italia tutta: il Risorgimento è una tappa importante della storia di Noto e di quella di Mariannina Coffa, enfant prodige, poetessa improvvisatrice e principessa dei salotti, che nonostante la breve esistenza (morì a trentasei anni, tre mesi e sei giorni) funestata da dolori e lutti – la rottura del fidanzamento con Ascenso Mauceri, drammaturgo e musicista, suo maestro di pianoforte, il matrimonio d’interesse con un ragusano, Giorgio Morana, il forzato trasferimento a Ragusa, i rapporti conflittuali con il suocero e le cognate, la morte di due bambine, la malattia che la porterà alla morte – ha tentato di elevare la propria voce poetica, che deve tanto al modus scribendidell’epoca ma specie nell’ultima produzione mostra una ricerca sempre maggiore di originalità. Non solo: anche come donna Mariannina Coffa ha tentato, nonostante le pastoie dell’epoca e i limiti oggettivi ed interiori, di affermare la propria volontà sia nella gestione familiare che in quella della propria malattia, oltre che la propria dignità di intellettuale – corrispondeva con scrittori, poeti, giornali e personalità dell’epoca – e poetessa.
3) Immedesimandomi in Mariannina, avrebbe fatto scelte diverse rispetto a quelle intraprese dalla poetessa? E cosa pensa della famiglia Coffa?
Mi sono spesso chiesta cosa sarebbe accaduto se, ad esempio, Mariannina Coffa avesse acconsentito alla fuga d’amore che Ascenso – innamorato disperato, profondamente byronianamente romantico – le proponeva. Ed ho anch’io messo in discussione l’amore tanto sbandierato dal padre della poetessa (Salvatore Coffa Ferla, avvocato e patriota, primo estimatore del “genio” della figlia, pronto però a sacrificarne la felicità), dalla madre e da tutto il suo entourage. Noi contemporanei però spesso sbagliamo tentando di applicare categorie e mentalità attuali al passato: la condizione di malmaritata era usuale nell’Ottocento e il matrimonio d’amore molto di là da venire; la scelta di far curare Mariannina a Noto non nella casa paterna ma in una casa di proprietà della famiglia per salvare le apparenze (accogliere una figlia che aveva lasciato marito e figli a Ragusa per farsi curare addirittura da un omeopata in odore di repubblicanesimo sarebbe stato troppo per un liberale come Coffa) rientra nei modi di pensare ed agire dell’epoca. Se posso rimproverare qualcosa ai personaggi della mia storia – che mia non è: io ho tentato di dar loro voce, di inserirmi negli interstizi, nel non detto, in quello che i documenti non dicono – è l’ostinazione quasi cieca di Mariannina nel compiere scelte autodistruttive (ad esempio, coltivare non solo la corrispondenza con l’amato di un tempo ma anche la speranza larvata di un possibile incontro chiarificatore o forse di qualcosa di più) e soprattutto la sottovalutazione da parte dei genitori della gravità delle condizioni della figlia, giudicata più che amata.
4) Se potesse parlare con Mariannina cosa le direbbe?
Che bella domanda. Le ho parlato per cinque anni, chiedendole di suggerirmi cosa fare per restituirle la voce, per raccontare senza troppi errori la sua storia. Le ho chiesto aiuto nei momenti di difficoltà. L’ho ringraziata quando trovavo l’informazione giusta proprio quando mi serviva. Se la incontrassi le chiederei com’è andata davvero la storia del mancato matrimonio con Ascenso. Le chiederei che fine hanno fatto i manoscritti scomparsi (materia per un giallo, davvero). Le domanderei scusa se l’ho prevaricata attribuendole pensieri e sentimenti non suoi. E poi l’abbraccerei da siciliana, da scrittrice, da amica, per le emozioni che mi ha regalato in tutti questi anni trascorsi a leggere, scrivere e parlare di lei, per le persone che grazie al fil rougecostituito dall’interesse per la sua vita e la sua poesia, sono diventate amiche mie oltre che sue.
5) Passiamo alla parte tecnica del romanzo, quanto tempo ha impiegato per la stesura e perché? Ci racconti un poco della sua esperienza prima di scrivere di Mariannina.
Scrivere un romanzo storico per me vuol dire innanzitutto studiare. Ho ripreso in mano i libri di storia, ho compulsato carte d’archivio – che esaltante esperienza compitare i sentimenti e le emozioni del passato decifrando sbaffi di firme… –, ho visitato biblioteche e musei, ho fatto sopralluoghi nelle location reali del romanzo, ho ri-letto tanti romanzi ottocenteschi per entrare nell’atmosfera letteraria dell’epoca, ho ascoltato musica d’opera, la colonna sonora della storia di Mariannina Coffa… Parallelamente è iniziata la fase della scrittura e delle infinite riletture e revisioni del romanzo. Ecco perché ho chiuso il libro dopo cinque anni circa dalla prima germinale idea. Io venivo dalla poesia e dalla stesura di racconti – non contano i miei primi imparaticci narrativi, che non farei leggere a nessuno –, quindi molto ha contribuito ad allungare i tempi di uscita del libro il fatto che fosse il primo (ringrazio Luigi La Rosa, Lia Levi, Paolo Di Paolo e tanti altri amici e “complici” di scrittura per i consigli e l’aiuto a vario titolo prestato a me e alla mia “allodola” perché venisse alla luce e anche dopo, per farle spiccare il volo…).
6) Perché comprare il suo libro? È il suo primo romanzo o c’è altro di edito? E prossimamente ci saranno delle novità?
Purtroppo il mio libro non è più in catalogo – anche se qualche copia può essere trovata fortunosamente in alcune librerie – quindi potrete leggerlo solo in biblioteca. Sto valutando se farlo ripubblicare e quindi donargli una terza vita (uscì in occasione dei centocinquant’anni dell’Unità d’Italia, nel 2011, per i tipi di Perrone LAB, poi venne rieditato nel 2013 da L’Erudita) anche come e-book. Vedremo. È il mio primo romanzo (ne ho in cantiere due-tre sempre di argomento storico, ma ambientati in tutt’altra epoca), anche se io amo molto il genere racconto (molti dei miei lavori sono usciti sia sul web che su riviste, giornali e antologie) e la poesia sia in lingua che in dialetto: il mio secondo libro è infatti una raccolta di “cunti” in dialetto siciliano (una sorta di Vangelo apocrifo in dialetto, recupero memoriale delle storie narrate dai miei nonni materni) intitolata “Quannu ‘u Signuri passava p’ ‘o munnu” edita da Algra editore ovvero Alfio Grasso, un editore giovane e coraggioso che ha deciso di scommettere non solo sulla poesia ma sulla poesia in dialetto (grazie anche a Sebastiano Burgaretta per il dono della sua straordinaria prefazione). La mia terza creatura letteraria, il mio libro più “leggero” e felice è “La bananottera”, una fiaba per bambini illustrata da Monica Saladino e pubblicata – grazie anche ai buoni auspici di Annamaria Piccione, “decana” siracusana della scrittura per l’infanzia – da VerbaVolant edizioni, cioè dalla straordinaria squadra formata da Fausta Di Falco, “editora” giovane e tostissima, ed Elio Cannizzaro: grazie a loro la storia della balenottera color giallo banana nuota per le librerie, le biblioteche, le fiere e le scuole. Spero di poter dare presto ai miei venticinque lettori notizie su una quarta creatura di carta.
7) A chi consiglia il suo romanzo?
A chi ama il genere romanzo storico, a chi desidera conoscere una poetessa fuori dal “canone” letterario, a chi vuole rivivere l’Ottocento siciliano, a chi vuole leggere una storia d’amore, d’amicizia, di famiglie intrecciate dalla politica, dall’interesse economico e da tutta la tavolozza dei sentimenti umani. A chi vuole studiare il nostro Risorgimento e il Romanticismo da un’angolazione diversa. A chi ama leggere e vuole scoprire nuovi autori.
8) Consigli per essere un buon lettore?
Innanzitutto la curiosità. La perseveranza nel cercare l’autore la storia il libro che smuovano emozioni, che suscitino riflessioni, che ispirino idee. Leggere è come conoscere dei nuovi amici: le delusioni sono dietro l’angolo, ma possono formarsi legami inscindibili. Non scoraggiarsi mai: c’è un libro per ogni momento e un momento per ogni libro. Proprio il libro che in un certo momento della nostra vita non ci attrae né ci interessa può diventare il compagno fidato di un altro momento della nostra esistenza. Sperimentare, contaminare generi e stili: io amo Jane Austen ma anche i gialli, poeti come la Szymborska e Topolino, Borges ed Eschilo, Leopardi e le Brönte, Poe e Kafka, la Tartt e la Chevalier, la Némirovsky e la Munro, Verga e Ariosto… e non disdegno la saggistica.
Grazie ancora delle domande, che mi hanno permesso di ripercorrere la genesi di questo libro che mi è così caro (perché è il primo, perché l’ho covato dentro per anni, perché mi ha regalato il Premio Portopalo – Più a Sud di Tunisi e una segnalazione al Premio “Alessio Di Giovanni”, perché ha ispirato la splendida canzone di Carlo Muratori “Ombra adorata”, tratta da un sonetto di Mariannina Coffa, perché perché perché…).
Ringrazio tantissimo la docente e autrice Maria Lucia Riccioli per aver concesso questa splendida intervista, è sempre bello per una lettrice poter dialogare con l’autore di un romanzo che resta nel cuore e conoscere più a fondo l’Anima di uno scrittore… è una ricchezza che riempie, è la bellezza che salverà il mondo: l’arte.
Grazie ancora a Mia per l’intervista e la recensione…
Leggere è salutare: CIAO!
😀
Ringrazio anche Giuseppe Puzzo, cultore appassionato di poesia e della poetessa netina in particolare e Federica Piluccio…
La conferenza è stata un omaggio bellissimo alla poetessa Coffa…
Il Rotaract Club Noto Terra di Eloro è lieto di invitarVi oggi, Sabato 25 Marzo, alla conferenza dedicata alla poetessa Mariannina Coffa Caruso: eroina del Risorgimento netino, che seguì con fierezza i suoi ideali opponendosi al bigottismo e al perbenismo crudele della società di quei tempi. Vi aspettiamo a Noto presso la Biblioteca Comunale “Principe di Villadorata”, alle ore 17:30. A relazionare sarà la Professoressa Maria Lucia Riccioli, autrice del romanzo “Ferita all’ala un’allodola”, con l’accompagnamento musicale del Maestro Gabriele Bosco, che permetterà di immergerci in un’atmosfera puramente romantica e ottocentesca. Seguirà un omaggio poetico a Mariannina da parte del socio Giuseppe Puzzo.
Qui invece la copertina di SGUARDI PLURALI, atti dell’omonimo convegno dedicato a Mariannina Coffa. Qui è presente un mio saggio sia sulla prima tesi di laurea dedicata alla figura della Coffa che su VOGLIO IL MIO CIELO, l’epistolario della poetessa curato da Biagio Iacono e Marinella Fiume…
Rimando ad altri post del mio blog su convegni, conferenze, presentazioni che mi hanno vista in veste di autrice e relatrice su Mariannina Coffa…
19 Novembre / SALA B
16.00 Proiezione video Sulle orme di Pino Pennisi, a cura di Rossana Geraci e videomaker Peppe Migliara
16.15 Il ruolo delle biblioteche di ente locale nella promozione della lettura per l’infanzia Paola Cappè, presidente AIB Sicilia e referente Npl
16.30 Promozione alla lettura: incontri, festival, laboratori.Quali possibilità? Luisa Fiandaca, promotrice della lettura
16.45 Gli incontri con gli autori nelle scuole Annamaria Piccione, scrittrice
17.00 Per un ritratto dello scrittore da giovani, l’attualità dei formazione degli autori contemporanei. Maria Lucia Riccioli, scrittrice
17.15 Esplorare il mondo che ci circonda usando un sesto senso:il senso del libro .Francesca Mignemi, libraia e promotrice della lettura 17.30 Ho visto passare … immagini che narrano più di tante parole.Inclusione , amicizia,accoglienza. Le letture animate come strumento educativo
Daniela Piazza, scrittrice e illustratrice.
17.45 Il circolo dei viaggiatori: una storia di parole e futuro. Lucia Turco, studentessa.
18.00 Educare alla comunicazione non verbale (Art. 13 della carta dei diritti dei bambini) Cettina Marziano, Art Director team creativo
18.30 Dentro Il piccolo cubo giallo.La lezione di lettura di Pino Pennisi Luca Cerro, animatore culturale.
Chiamata alle #ARTI per piccoli e grandi artisti! Vi invitiamo a partecipare a una “ESTEMPORANEA DI PITTURA SOLIDALE” sul tema dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Le opere realizzate verranno esposte per tutta la durata del “Festival dell’Educazione”, durante il periodo natalizio verranno messe in vendita e il ricavato verrà utilizzato per una “raccolta fondi #solidale“.
Vi aspettiamo LUNEDÌ 19 NOVEMBRE alle ore 9,00 a #Siracusa al #FestivalDellEducazione sulle orme di #PinoPennisi, in via Nino Bixio,1 #tuttinclusinessunescluso
Per info e dettagli, chiamare i numeri inseriti nella locandina.
Programma del “Festival dell’educazione” cliccando qui: https://www.flipsnack.com/noprofitsiracusa/19-25-novembre-festival-dell-educazione.html
19 Novembre / SALA B
16.00 Proiezione video Sulle orme di Pino Pennisi, a cura di Rossana Geraci e videomaker Peppe Migliara
16.15 Il ruolo delle biblioteche di ente locale nella promozione della lettura per l’infanzia Paola Cappè, presidente AIB Sicilia e referente Npl
16.30 Promozione alla lettura: incontri, festival, laboratori.Quali possibilità? Luisa Fiandaca, promotrice della lettura
16.45 Gli incontri con gli autori nelle scuole Annamaria Piccione, scrittrice
17.00 Per un ritratto dello scrittore da giovani, l’attualità dei formazione degli autori contemporanei. Maria Lucia Riccioli, scrittrice
17.15 Esplorare il mondo che ci circonda usando un sesto senso:il senso del libro .Francesca Mignemi, libraia e promotrice della lettura 17.30 Ho visto passare … immagini che narrano più di tante parole.Inclusione , amicizia,accoglienza. Le letture animate come strumento educativo
Daniela Piazza, scrittrice e illustratrice.
17.45 Il circolo dei viaggiatori: una storia di parole e futuro. Lucia Turco, studentessa.
18.00 Educare alla comunicazione non verbale (Art. 13 della carta dei diritti dei bambini) Cettina Marziano, Art Director team creativo
18.30 Dentro Il piccolo cubo giallo.La lezione di lettura di Pino Pennisi Luca Cerro, animatore culturale.
Chiamata alle #ARTI per piccoli e grandi artisti! Vi invitiamo a partecipare a una “ESTEMPORANEA DI PITTURA SOLIDALE” sul tema dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Le opere realizzate verranno esposte per tutta la durata del “Festival dell’Educazione”, durante il periodo natalizio verranno messe in vendita e il ricavato verrà utilizzato per una “raccolta fondi #solidale“.
Vi aspettiamo LUNEDÌ 19 NOVEMBRE alle ore 9,00 a #Siracusa al #FestivalDellEducazione sulle orme di #PinoPennisi, in via Nino Bixio,1 #tuttinclusinessunescluso
Per info e dettagli, chiamare i numeri inseriti nella locandina.
Programma del “Festival dell’educazione” cliccando qui: https://www.flipsnack.com/noprofitsiracusa/19-25-novembre-festival-dell-educazione.html
Le vacanze sono agli sgoccioli ma è sempre tempo di libri!
Ho tentato di farvi compagnia a luglio e agosto con qualche parola tratta dai miei libri, cercando di offrirvi uno per riflettere emozionarsi sognare…
A settembre nuove attività e spero news editoriali!
#staytuned
FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA (PerroneLab, Roma 2011 e L’Erudita editrice, 2013)
Un brano tratto dal mio romanzo storico sulla poetessa e patriota netina Mariannina Coffa…
Maggio, giugno, luglio, quasi tutto agosto. Un inferno di terribili dolori e indescrivibili spaventi. E le flussioni, le febbri, la dissenteria e la tosse.
Era quasi Natale – di nuovo? L’avrebbe visto, poi, il 1878? – e poteva leggere e scrivere, ma solo a fatica. Una lettera in tre giorni, tra vertigini continue che non le permettono l’applicazione.
Aveva letto i responsi di Bonfanti e Migneco.
Chi, chi aveva ragione?
Tanti cani sopra un osso, e quella che ci rimetteva era lei.
Povera ammalata, sola, colla fossa innanzi agli occhi, e colla maledizione sulle labbra.
La dedica ai miei nonni materni, ispiratori di questa raccolta di cunti in dialetto…
AI NONNI
Di voi non ho
che pacchi di mute immagini,
ricordi sbiaditi
dal tempo che tutto insabbia.
Echi di parole e canzoni,
rimpianti e vecchi mobili,
ninnoli e il silenzio vuoto del passato.
Ma parlo la lingua del vostro cuore,
vivo e vi continuo, nelle vene il vostro sangue,
nel mio buio la vostra anima luminosa.
In spiaggia e in mare non si schiamazza:
la natura non è una piazza!
Se urli come un selvaggio
potresti impedire un salvataggio…
E poi se c’è troppo rumore
a tutto il mare viene il malumore…
(da LA BANANOTTERA, VerbaVolant edizioni, Siracusa 2015)
Alla fine della storia di Nana la balenottera gialla, ovvero la bananottera, mi sono divertita a mettere in rima il decalogo di Legambiente per godere del mare senza inquinare né sporcare.
“Nana è una balena un po’ particolare: è nata, infatti, in una notte di luna piena ed è… tutta gialla, come una banana! Il suo colore originale le dà qualche problema con le altre creature marine. Ma quando, grazie al suo coraggio, salverà il mare da un grave pericolo tutti la considereranno un’eroina.”
Nuove nuotate per Nana, che è reduce da Canicattini Bagni (SR), dove è stata ospite al BiblioHUB…
Ecco LA BANANOTTERA ospite del POP UP FESTIVAL DEI GIOCHI E DEI BALOCCHI di Gela!
Ecco lo stand…
Ringrazio #NoraLab per i laboratori su #labananottera… #ictorrenova#2A #mare#sbuffi
Mi chiamo Nana.
Sono una balenottera.
– Ma l’avete vista? – esclamano tutti gli abitanti del mondo marino.
Sono gialla.
Mi chiamano la bananottera.
La storia di una balena che parla ai bambini del valore della #diversità e dell’importanza della #cooperazione con uno sguardo attento alla #tuteladell’ #ecosistemamarino
A scuola si racconta, si legge, si inventa, si crea con le mani, si ride e si riflette.
Alla fine del laboratorio R. esclama: “Anche se gli altri sono diversi da noi, dobbiamo imparare ad accertarli per come sono!” #educare#leggere#mente#cuore
Maria Lucia RiccioliGrazie davvero… da quella parola è venuta fuori una storia che mi ha reso felice scrivere e presentare…
Sara RomanelloLo cercherò nelle librerie di Bologna, dove vivo! E di certo lo regalerò a mia nipote e lo leggerò ai bambini per i quali organizzo attività ricreative, sarà un grande aiuto e un bellissimo spunto per parlare dell’ambiente marino e insegnare a rispettarlo! 🙂 Ancora complimenti a tutti per il vostro splendido lavoro veramente molto educativo!
E qui posto un po’ di materiale sulla mia dolce bananottera gialla Nana, che mi ha dato tanta gioia ideare e scrivere…
Prima di tutto, il bellissimo video realizzato dalla seconda B dell’Istituto comprensivo Giovanni XXIII – Piazzi (PA).
Grazie a docenti e bambini!!!
Nei mesi di aprile/maggio i bambini della Scuola primaria Giovanni XXIII, hanno letto il libro “La Bananottera” scritto da Maria Lucia Riccioli ed illustrato da Monica Saladino: una storia tenera ed avventurosa attraverso la quale i bambini hanno imparato il valore della diversità e l’importanza della tutela dell’ecosistema marino.
Le nuotate di Nana non si fermano, anzi!
I libri VerbaVolant edizioni a Puntasecca, nei luoghi del commissario Montalbano…
… inizia il festival Libri d’aMare!
La rassegna è stata pubblicizzata su tutti i media… e Nana non poteva non partecipare: il mare è la sua casa!
A causa di qualche porzione di sushi in più, riuscirà la redazione a risolvere un problemino nato con il gestore del ristorante giappo/cinese “Ciul-lò”? Anche in questa puntata l’informazione e le curiosità ne fanno da padrona, come da sempre Ciao Gender ci ha abituato, la parte news curata da Davidson Ciullo sempre aggiornata sulle notizie dal mondo, la rubrica informativa sulle iniziative ed i servizi messi a disposizione dai vari comitati e associazioni lgbtqi “INFORMER” anche in questa puntata tratterà i temi sulla salute e prevenzione con Manuel Maffeo, coordinatore del Gruppo Salute del Movimento Pansessuale | Arcigay Siena.
Il Natale si avvicina e già iniziamo a pensare alle idee regalo.. e perchè non un libro? Alfredo Polizzano in collegamento telefonico dalla Libreria Fenice di Catania è pronto a consigliarci un bel libro da regalare a chi si vuole bene, “La Bananottera” di Maria Lucia Riccioli, un libro per piccoli e grandi lettori all’interno della rubrica “CONSIGLIO DEL LIBRAIO”, a seguire i consigli cinematografici “QUEER VISION” a cura di Marco Mardok.
Non può mancare la musica, quella amata dal mondo queer, come ogni settimana, l’appuntamento musicale è targato “SUPERCLASSIFICA friendly” la chart esclusiva di Ciao Gender dalla 20° alla 1° posizione, Like Dancefloor del PLAY DJ‘s group svelerà le posizioni pervenute dalle preferenze musicali del mondo gay e per non perdere le date degli eventi preferiti, Playdj vi terrà aggiornati sulla movida gay and friendly della Toscana e non solo, con la rubrica “COSA C’E’ IN GIRO?”
Ed infine come ogni puntata verrà svelata la risposta alla domanda posta la scorsa settimana all’interno dell nuovo “QUIZ, quanto ne sai?”, ogni settimana verrà formulata una domanda a tematica lgbt con 4 possibili risposte, la risposta esatta verrà svelata nella puntata seguente, potete interagire partecipando al gioco inviando la vostra risposta al 3392560090.
I libri VerbaVolant al NininFestival Bogliasco (GE)! Grazie a Donatella Monego, a Carla e alla loro associazione!
ore 18 – EARTH DAY
lettura animata de “La Bananottera” e laboratorio creativo ecologico a cura dell’associazione “Mani cultura per i bambini” (Costo 6€ a partecipante // prenotazione obbligatoria)
Grazie a https://www.facebook.com/ombrellinodellefiabe/?fref=mentions
Nana è una balena un po’ particolare: è nata, infatti, in una notte di luna piena ed è….. tutta gialla, come una banana! Il suo colore originale le dà qualche problema con le altre creature marine. Ma quando, grazie al suo coraggio, salverà il mare da un grave pericolo tutti la considereranno un’eroina.
Prenota il tuo posto e ascolta la grande avventura di Nana, la balena coraggiosa.
Vi aspettiamo tutti!
La mia dolce bananottera Nana non si ferma… nuota per librerie, biblioteche, fiere…
Ecco una delle nuove librerie in cui Nana potrà nuotare…
Vedete LA BANANOTTERA insieme ad altri bellissimi libri VerbaVolant?
Cliccate qui https://www.facebook.com/libreriapippi/?pnref=story per saperne di più!
E come potete constatare guardando il materiale che (ri)posto, Nana nuoterà ancora per molto molto tempo in posti bellissimi!
Pensavate che il nostro girovagare per festival fosse finito con l’estate alle porte? Nooooo! Vi aspettiamo il 24 e il 25 giugno a Taormina all’interno del TaoBuk festival. Troverete il nostro stand nella famosissima piazza del belvedere (Piazza IX Aprile)
Lo stand VerbaVolant a Taormina!
Ed ecco altro materiale relativo alle scorse fiere, presentazioni e oltre che hanno visto protagonista VerbaVolant edizioni e la mia dolce bananottera gialla Nana!
Una marina di libri è un appuntamento ormai di prammatica per VerbaVolant edizioni…
Visto che la mia Nana occhieggia dallo stand tra ninfee lucertole e piante?
Ed ecco altro materiale…
Nana al ForteLibro Festival di Modica (RG)!
E troverete i libri VerbaVolant a Modica Sorda presso la Libreria MaPerò!
Vi mostro le foto di un bell’evento ragusano… e poi quelle dell’incontro a Francavilla!
Ecco Elio alle prese con la sistemazione dello stand VerbaVolant edizioni… riuscite a vedere la mia dolce bananottera gialla Nana?
Arcadia Comics & Games!
Chiese e il bellissimo giardino ibleo…
Ecco il logo della manifestazione!
Ed ecco alcune foto dell’evento di giorno 8 maggio a Francavilla di Sicilia (ME)…
Ringrazio ancora i bambini, la responsabile del progetto, la dirigente scolastica e i genitori…
Canzoni e poesia, disegni, lapbook e filastrocche, scrapbook… tutto per la mia dolce bananottera gialla!
Oggi la nostra Bananottera è stata ospite dell’Istituto comprensivo di Francavilla di Sicilia. Una grande festa fatta di filastrocche, libri artigianali e canzoni. Bambini di tutte le età che hanno lavorato assieme alle loro insegnanti con grande impegno ed entusiasmo. Grazie anche quest’anno per la bellissima accoglienza e grazie a Daniela Bonanzinga che crea sempre ottime sinergie!
Vicino a questo incanto della natura si svolgerà il nuovo incontro dedicato alla mia dolce bananottera gialla Nana!
Istituto Comprensivo Statale di Francavilla di Sicilia Via Napoli, 2 – Francavilla di Sicilia (Me) nell’ambito del progetto “Incontro con l’autore”: Maria Lucia Riccioli rende noto che lunedì 08 maggio 2017, alle ore 10.00 presso il Cine-Teatro “A. Ferrara” di Francavilla di Sicilia, gli alunni della Scuola Primaria incontreranno l’autrice del libro “La Bananottera” Maria Lucia Riccioli.
Non vedo l’ora di incontrare insieme alla mia dolce bananottera gialla i bambini di Francavilla!
Ed ecco altro materiale…
Siamo felici – e anche un po’ emozionati – di condividere con tutti voi il concept di #Taobuk17.
Dal 24 al 28 Giugno la VII edizione del Festival sarà dedicata al tema #PadrieFigli, al rapporto con le radici e i maestri, alla sfida che sta dietro il passaggio del testimone tra le generazioni.
Continuate a seguirci per non perdere le prossime anticipazioni.
Da oggi inizia ufficialmente il countdown: – 60 giorni a Taobuk!
E questa bellissima immagine si riferisce a #SalTo30!
“Lodato sia Don Chisciotte! Che seppe con tanto anticipo di secoli riconoscere un furibondo gigante sotto la maschera di un innocente mulino.” (Gesualdo Bufalino)
Buongiorno da Messina! Questa mattina la nostra Bananottera è ospite della scuola elementare Pascoli-Crispi. Le maestre e i bambini hanno fatto dei bellissimi lavori “bananottosi”. Anche le magliette!
La locandina dell’evento… grazie a tutte le insegnanti, ai collaboratori, alla libraia Daniela Bonazinga e ai bambini, veramente fantastici!
Beh, che ne dite? VerbaVolant edizioni al top degli editori!
Lavori semplicemente favolosi… i bambini si sono confrontati con la fiaba, la favola, il mondo dell’editoria, il mare e i suoi abitanti, i problemi dell’inquinamento…
Firmacopie… rigorosamente in giallo!
Lavori 3D: collage fantastico!
Anche le magliette bananottose!
Che bel cartellone…
Meravigliosi!
Un lavoro pluridisciplinare (geografia, biologia, italiano…).
Question time… le domande sono state poste su foglietti colorati a forma di bananottera!
Stay tuned per altre foto!
E ora… altro materiale.
Grazie alla dolce Anna Pavone per questa foto… uno scatto dal Bookpride!
Per il decennale del Buk Modena, festival della piccola e media editoria, la casa editrice VerbaVolant, unitamente a MEMO, ha indetto un concorso creativo per gli studenti delle terze, quarte e quinte delle scuole primarie della provincia di Modena.
Per partecipare, occorreva produrre un racconto che avesse per protagonista un animale fantastico il cui nome derivasse da una macedonia di parole, traendo ispirazione da La Bananottera, libro scritto da Maria Lucia Riccioli e illustrato da Monica Saladino, storia di una balenottera nata gialla e per questo chiamata BANANottera.
Il premio è stato vinto dalla classe III della Scuola Primaria Tommaso Pellegrini che ha realizzato il libro dal titolo “Il mammurancia” dalla combinazione di mammut e arancia.
Il libro è stato inventato interamente dalla classe e realizzato presso l’Istituto Ciechi Garibaldi di Reggio Emilia che collabora con la scuola. Il libro ha illustrazioni tattili ed è trascritto completamente in braille.
L’attesa è finita, ecco il programma di #BookPride2017! Letteratura, filosofia, sociale, incontri professionali: sono centinaia gli eventi del programma culturale costruiti attorno al tema dello #straniero, oltre alle presentazioni e incontri organizzati dagli #editori in fiera. Uno spazio speciale, #BookYoung, è dedicato ai più piccoli, con letture, laboratori e le produzioni dell’editoria #indipendente per ragazzi.
Stand D11, BASE Milano…
Già quasi pronti gli scatoloni… per andare a Milano!
La mia dolce Nana vi aspetta insieme a tutti gli altri libri di VerbaVolant edizioni… allo stand D11 del BASE MILANO!
Ecco quasi pronti i nuovi segnalibri…
Vagabondando in rete, scopriamo che la mia dolce bananottera gialla Nana continua a nuotare nelle menti e nei cuori di tanti lettori, librai e operatori di cultura…
novembre 2015 La bananottera di Maria Lucia Riccioli; ill. di Monica Saladino (Verbavolant) Una balena diversa dalle altre vincerà la paura del giudizio altrui imparando a farsi amare ed amando a sua volta. classI consigliatE iII – V elementare gennaio 2016
Ringrazio questa libreria per un post molto carino:
“Un bel giorno Lena incontrò Fanone, un immenso re elegante e gentile, e lo sposò in una notte di luna piena. La grande palla dorata splendeva nel buio come neppure il sole aveva mai fatto nelle giornate serene, e la grossa balena ne rimase incantata. Forse fu quella luce luminosa la causa di tutto e qualche mese dopo nacque Nana, che già da neonata era robusta e forte, ma con una caratteristica molto speciale”.
La “Bananottera” di Maria Luisa Riccioli, illustrata da Monica Saladino, edita da VerbaVolant, è una deliziosa storia sulla “diversità”. Nana è una piccola balena di colore giallo, come quello delle banane. Questa caratteristica finisce per spiazzare gli altri animali che popolano il mare, i quali, preoccupati da questa diversità a cui non sanno dare una spiegazione, guardano il piccolo animale con sospetto finendo per schernirlo, “dietro le pinne“.
Poiché Nana ha lo stesso colore della banane trasportate dalle enormi navi “bananiere”, l’equazione fu presto fatta: Banana + Balenottera = Bananottera.
Sebbene la Regina Lena si sforzi di riempire d’amore sua figlia, cercando di ripararla, per quanto possibile, dalle malelingue, la piccola Nana soffre i cori di scherno degli altri abitanti del mare.
Un giorno, una baleniera, condotta dal capitan Millemari, cattura la Regina Lena, la quale urla alla piccola Nana di fuggire via: “speciale” come è, con il suo colore giallo, rischia di essere catturata anche lei. Ma Nana non fugge perché non intende abbandonare la madre al suo triste destino. Seguendo l’esempio di Nana, le altre balene si riuniscono in gruppo e come un grande roboante esercito si dirigono verso la baleniera, per liberare Lena.
Il capitano Millemari e il suo equipaggio finiscono nelle gelide acque dell’oceano, e a quel punto Nana nuota in loro soccorso, caricandoseli in groppa, fino a condurli in salvo, lasciandoli su un iceberg, dove saranno soccorsi da un’altra nave di passaggio.
La piccola Nana è diventata l’eroina del mare. Ora tutti la festeggiano, tutti reclamano le sue attenzioni. Il giallo della sue pelle non è più un problema.
Il libro si conclude con un decalogo di comportamenti da tenere nel pieno rispetto dell’ecosistema marino, ivi compresa una descrizione della vita sott’acqua, e le peculiarità di alcuni animali acquatici protagonisti della storia, come animali e delfini.
“La Bananottera” – Maria Luisa Riccioli, Monica Saladino – VerbaVolant
Balena e banana… un binomio insolito che serve a parlare anche di cibo…
Storie da Mangiare è il ciclo di Mani che ci permette di giocare insieme e di mangiare sano a merenda!
A ogni evento faremo luce su un alimento diverso raccontando tante curiosità e una storia golosa.
Per festeggiare l’inizio del nuovo ciclo, abbiamo deciso di celebrare il frutto amato da molti animali: LA BANANA.
A seguire renderemo la nostra merenda molto più paurosa per renderci ancora più forti.
Leggeremo “La bananottera” (ed. Verbavolant) di Maria Lucia Riccioli
Nana è una balena un po’ particolare: è nata, infatti, in una notte di luna piena ed è… tutta gialla, come una banana!Il suo colore originale le da qualche problema con le altre creature marine ma quando, grazie al suo coraggio, salverà il mare da un grave pericolo tutti la considereranno un’eroina!
Che aspetti? vieni a trovarci
Età: +5 anni Quando: 09 Novembre 2016 Ore: 17.00 Dove: Libreria Centostorie, Via delle Rose 26 Costo: 8 euro, merenda inclusa
– prenotazione obbligatoria –
Ringraziamo tutte le scuole che hanno partecipato al concorso UNA MACEDONIA DI PAROLE dedicato alla mia dolce bananottera gialla Nana!
Riporto volentieri – grazie a chi lo ha scritto – il seguente articolo:
Il “Cespufante” libro costruito dagli alunni VB “Rodari” SELEZIONATO per Bukids, fiera della piccola editoria di primavera
18 gennaio 2017
UNA MACEDONIA DI PAROLE
Concorso creativo rivolto alle scuole primarie della provincia di Modena
Traendo ispirazione da La Bananottera, libro scritto da Maria Lucia Riccioli e illustrato da Monica Saladino, storia di una balenottera nata gialla e per questo chiamata BANANottera, gli alunni della scuola Rodari hanno partecipato al concorso e giocato con le parole.
Hanno prodotto un racconto che ha per protagonista un animale fantastico il cui nome deriva da una macedonia di parole, come quella usata in La Bananottera. Una volta pronto, il racconto è stato trascritto in un libro realizzato artigianalmente dagli stessi bambini.
Il libro vincitore del concorso è stato
Il mammurancia della classe terza della scuola primaria Tommaso Pellegrini di Modena.
Oltre al vincitore, una commissione ha scelto 3 libri che verranno esposti in una piccola mostra allestita all’interno dello spazio Bukids al Foro Boario di Modena durante la manifestazione.
I libri sono:
-Storia di una gattola generosa –Il cespufante ( classe 5^B “Rodari”)
-Il melefante
Alla prossima!
Ed ecco come al solito un po’ di materiale a tema bananottera…
Buk Festival di Modena è finito. Tanti lavoratori, tanti bimbi e genitori sorridenti e innamorati dei libri. L’ambiente ideale dove passare il weekend! Grazie a tutti, anche agli insegnanti che hanno partecipato alla prima edizione del nostro concorso letterario. Abbiamo già tante idee per l’anno prossimo!! Tra un mese saremo a Milano 😉
Quanti bimbi! Stiamo per cominciare!! Concorso letterario Una macedonia di parole, #buk Modena.
Anche quest’anno parteciperemo al Buk Festival della piccola e media editoria di Modena e ci occuperemo dello spazio Bukids. Prestissimo online il programma. Vi annunciamo, inoltre, che è stato scelto l’elaborato vincitore del concorso letterario ispirato alla nostra amica Bananottera! — con Monica Saladino e Maria Lucia Riccioli.
Quanti bei lavori… e che emozione sapere che tanti bambini hanno lavorato ispirati dalla mia bananottera!
La foto è stata scattata dall’amica Nada Alessandroni… accompagnata dalle sue parole affettuose:
Ieri al Buk di Modena ho trovato la tua Bananottera e non ho resistito alla tentazione di fotografarla, eccola ❤
Ecco l’annuncio della premiazione del concorso letterario legato alla storia della mia dolce bananottera gialla Nana!
La locandina…
Una macedonia di parole… sì, perché la parola BANANOTTERA è la crasi, la macedonia appunto di due parole, BANANA + BALENOTTERA, dato che Nana è nata in una notte di luna giallo banana…
La cosa bella è che poi io e la VerbaVolant edizioni insieme allo staff di BUKids abbiamo ideato il concorso letterario legato proprio alla nostra Nana e la premiazione sarà una bella occasione per visitare la fiera e parlare di libri!
La rivista di BUK: http://www.bukfestival.it/wp-content/uploads/2017/02/Rivista_BUK-2017.pdf
Una realtà siracusana piccola ma di qualità e attenta al territorio in cui opera. Via al laboratorio che prende spunto dal libro “Il nonnario” di Lorenzo Naia (autore) e Roberta Rossetti (illustratrice)
La Civetta di Minerva, 13 gennaio 2017
Conosciamo molto bene la casa editrice Verba Volant di Siracusa. La sua creatrice e titolare, Fausta Di Falco, insieme al suo compagno di vita e di fatiche, di idee, progetti, iniziative, Elio Cannizzaro, fa un grande e bel lavoro.
I libri della Verba Volant, quelli per bambini in particolare, sono curati nelle immagini, nelle rilegature, esattamente quanto nei testi. Cosa non scontata e non facile da trovare nel mondo dell’editoria per ragazzi. Sì, ce ne sono altre che hanno belle immagini, bei formati, ma in quelli della Verba Volant noi ci troviamo anche una sorta di “magia”. E libri ne abbiamo visti e letti tanti ai bambini.
Prendiamo per esempio “I libri da parati”. Un’idea originale che sta riscuotendo un grande successo. Si aprono fino a diventare un bellissimo poster e ad ogni foglio che apri scopri e leggi la storia. Gli ultimi due titoli sono poi veramente “speciali”, per i disegni e i contenuti. ”Le luci alle finestre” di Alessandro Di Sorbo (illustratore) e Alessio De Simone (autore) è proprio magico ed è realizzato con una tecnica sofisticata: l’ultima tavola, che è quella che poi sarà il poster da appendere, ha degli elementi fosforescenti. E credetemi, è molto, molto bello!
L’altra novità è “La principessa che scriveva” con i testi di Nerina Fiumanò e le illustrazioni di Angelo Ruta. Qui la storia ripropone il tema della scrittura come unica possibilità di vita, di sopravvivenza a se stessi e al mondo. I disegni sono carichi di questa ricerca, di questo bisogno della principessa protagonista di dover scrivere e di portare con sé e dentro di sé le parole per poi darle agli altri.
Nella collana ci sono poi altri autori e illustratori, alcuni che conosciamo bene, perché la Verba Volant è molto attenta a ciò che succede nel territorio e quindi nel suo catalogo troviamo diversi autori siracusani, tra cui Anna Maria Piccione, Giusi Norcia e Maria Lucia Riccioli, per citarne alcuni.
Un’altra cosa importante, da sottolineare e far notare ai lettori – malgrado in questi libri ci sia un raffinato e curato lavoro di rilegatura, stampa, impaginazione e tutto il resto che arriva in libreria sotto forma di quello che, in questo caso, riduttivamente chiamiamo libro – è che il costo è contenuto.
Se ancora non conoscete la casa editrice Verba Volant potete visitare il sito verbavolantedizioni.it
Il loro catalogo ha diverse collane anche di narrativa e i loro titoli sono presenti in tutte le librerie della città. Se però avete voglia di conoscere la titolare o magari di vedere cosa si può fare con un libro per bambini della Verba Volant, allora domattina, 14 gennaio, alle 10.30, potete far partecipare i vostri bambini al laboratorio che prende spunto dal libro “Il nonnario” di Lorenzo Naia (autore) e Roberta Rossetti (illustratrice). L’ingresso è libero. Il laboratorio si terrà a Siracusa in Via Montegrappa, 21, presso la sede dell’Opificio di Cultura di Angela Falletta. Per informazioni 3387134587.
Grazie a Luisa Fiandaca e a La Civetta di Minerva…
Ecco altre notizie su di me, su Nana, sulla VerbaVolant…
Fausta Di Falco, direttora ed editora insieme ad Elio Cannizzaro di VerbaVolant edizioni, è fresca di Premio Cartia per l’editoria (prima edizione, 27 dicembre 2016).
Ecco un collage di foto… a me l’onore di premiarla. La vedete anche insieme a Barbara, figlia del giornalista Dino Cartia.
Nana continua a nuotare anche in questo nuovo anno…
Intanto un poco di materiale sul cammino percorso finora.
La vignetta di Elio Cannizzaro sulla seconda edizione di Jingle Books…
La città naturalmente è Palermo!
VerbaVolant e la mia Nana, la dolce bananottera gialla, sono andate nuovamente a Palermo per questa fiera natalizia…
Grazie a Monica Saladino… che splendide dediche per la mia Nana!
Nella splendida cornice di Palazzo Asmundo, la fiera del libro più natalizia della Sicilia!
VerbaVolant edizioni e Nana sono state anche a Roma…
Ringrazio Letture metropolitane e Flavia Capone per gli scatti “rubati” a Più libri più liberi!
Anche quest’anno VerbaVolant edizioni è stata presente alla fiera della piccola e media editoria di Roma.
Le novità sono tantissime e spero incontreranno il favore di vecchi e nuovi lettori! Non sono mancati neanche gli autori! Direttamente dal Brasile Josè Custodio, autore del fumetto “Anita Garibaldi. La nascita di una eroina” per l’anteprima romana.
Per il firmacopie in stand anche Alessandro Di Sorbo e Alessio Di Simone che hanno realizzato il loro terzo libro da Parati®: “Le luci alla finestre”.
Ecco il promo di “Libri in città”, la trasmissione dedicata ai libri che va in onda sul canale 654 del digitale terrestre. L’emittente è Telecittà.
Conduttori sono Claudia De Luca e il professor Luigi Amato, docente universitario di Estetica.
Ringrazio sia loro per il gentile invito a partecipare alla quinta puntata della trasmissione che Luigi Bianca e il suo staff per la ripresa e il montaggio del programma.
Posso quindi offrirvi la visione dell’intervista realizzata presso la splendida Biblioteca dei Padri Cappuccini di Siracusa (e mi piace anche porgere un saluto a Marcello Cioè, direttore competente e gentile).
Abbiamo parlato sia del mio romanzo FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA, incentrato sulla figura della poetessa e patriota netina Mariannina Coffa, che del mio libro di cunti in dialetto siciliano QUANNU ‘U SIGNURI PASSAVA P’ ‘O MUNNU (Algra editore), che poi della mia fiaba uscita per i tipi di VerbaVolant edizioni “La bananottera”, che ha come protagonista la dolce bananottera gialla Nana.
Durante l’intervista ho avuto modo di ricordare insieme a Claudia De Luca sia il compianto Luciano Rispoli che il nostro concittadino Enzo Maiorca, per la sua lotta in difesa del mare e dell’ambiente in generale. Un pensiero è andato anche alla figlia Rossana.
Buona visione…
Se volete rivedere questa e le altre puntate di Libri in città ecco il link:
…ed ecco un po’ di materiale sui miei libri.
La prima copertina di FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA.
Copertina e bandella della riedizione (grazie ancora a Paolo Di Paolo e Lia Levi).
I miei cunti in dialetto… grazie al mio editore Alfio Grasso e ad Alessio Grillo e Maria Francesca Di Natale per disegni e copertina, ai curatori di collana Maria Rita Pennisi e Alfio Caruso…
Ed ecco tutti insieme i miei libri… al centro la mia fatica più recente, LA BANANOTTERA – e come non ringraziare Monica Saladino per le illustrazioni, Fausta Di Falco ed Elio Cannizzaro di VerbaVolant edizioni? E Annamaria Piccione per l’intelligente rilettura?
Zefirino Millemari, uno dei protagonisti della mia fiaba.
E adesso vi posto altro materiale sulla fiaba.
Iniziano ad arrivare i lavori relativi al concorso incentrato sulla bananottera Nana…
Quest’anno per il @bukmodena un concorso letterario dedicato ad animali fantastici come la bananottera. Arrivano i primi lavori!
Sono felicissima! Non solo la mia dolce bananottera gialla nuota nelle librerie nelle scuole nelle biblioteche, ma adesso è anche protagonista di un concorso letterario…
In occasione dei 10 anni di Buk due concorsi per le scuole
UNA MACEDONIA DI PAROLE
Concorso creativo
il concorso è rivolto alle scuole primarie della provincia di Modena – classi terze, quarte e quinte
In occasione dei festeggiamenti per il decennale del Buk Modena, festival della piccola e media editoria (l’edizione 2017 sarà la decima) VerbaVolant, che insieme a MEMO ha gestito il nuovo spazio Bukids nell’edizione 2016, bandisce un concorso creativo per i più piccoli e uno per l’istituto d’arte.
Traendo ispirazione da La Bananottera, libro scritto da Maria Lucia Riccioli e illustrato da Monica Saladino, storia di una balenottera nata gialla e per questo chiamata BANANottera, si è pensato di farvi giocare con le parole.
Per partecipare gli studenti delle terze, quarte e quinte delle scuole primarie della provincia di Modena, dovranno produrre un racconto che abbia per protagonista un animale fantastico il cui nome derivi da una macedonia di parole, come quella che abbiamo usato per il nostro libro. Una volta pronto, il racconto dovrà essere trascritto in un libro realizzato artigianalmente dagli stessi bambini.
Per maggiori dettagli consultare il regolamento allegato.
La cerimonia di premiazione avrà luogo nello spazio Bukids.
I libri selezionati verranno esposti durante la manifestazione.
Saranno selezionati tre elaborati vincitori.
Per maggiori potete contattare la redazione.
Buon lavoro!
Regolamento concorso
Il concorso, indetto dalla VerbaVolant edizioni, è rivolto alle classi III-IV-V delle scuole primarie della provincia di Modena.
Ogni classe può partecipare con un elaborato.
L’elaborato consiste in un racconto, che può anche essere illustrato, contenuto in un libro realizzato dagli stessi ragazzi. Il libro può essere realizzato con diversi materiali e tecniche (riciclo, origami…) ma deve essere assolutamente artigianale. I libri che non risponderanno alle caratteristiche suddette verranno esclusi dal concorso.
L’elaborato deve avere una lunghezza massima di 1 cartella circa (ogni cartella è pari a 1800 battute).
I file relativi all’elaborato, contenenti il racconto in formato PDF o docx e le foto del libro formato JPEG o TIFF, devono essere inviati all’indirizzo info@verbavolantedizioni.it.
La mail deve riportare preferibilmente in oggetto: concorso letterario BUKids.
Se dovessero sussistere problemi nella digitalizzazione del file o nella realizzazione delle foto, è possibile inviare l’originale all’indirizzo: VerbaVolant edizioni, via Ragusa 52, 96100, Siracusa. Si prega di avvertire in anticipo dell’invio del materiale via posta.
I vincitori saranno avvertiti telefonicamente e/o tramite posta elettronica.
Gli elaborati vincitori saranno un massimo di tre, scelti fra tutti quelli pervenuti e conformi alle direttive. La scelta della giuria sarà insindacabile.
La giuria sarà composta di autori, illustratori e responsabili della casa editrice.
Le classi vincitrici riceveranno in premio dei libri per la biblioteca di classe.
Per partecipare è necessario inviare il modulo di adesione tramite posta elettronica all’indirizzo: info@verbavolantedizioni.it. Il modulo di iscrizione deve essere inviato entro il 1 ottobre 2016. Gli elaborati devono giungere in redazione entro il 20 dicembre 2016.
Info
VerbaVolant edizioni, via Ragusa 52, 96100, Siracusa.
Tel: 0931462540/ 333.8672919
info@verbavolantedizioni.it
verbavolantedizioni.it
Sono troppo contenta, davvero.
Pensare che una parola inventata da mia sorella sia diventata una storia scritta stampata illustrata e letta… e pensare che questa parola ispiri tanti altri lettori, specie bambini, mi emoziona tantissimo.
Ecco altro materiale che riposto volentieri…
La mia dolce bananottera gialla Nana per Libriamoci 2016 ha nuotato fino a Lentini (SR) presso l’Istituto comprensivo “Guglielmo Marconi”!
Autografi…
Raccontando…
Piccoli lettori…
… da notare le bananottere gialle costruite dai bambini!
I disegni!
Un bellissimo benvenuto alla mia dolce bananottera gialla Nana e alla sua autrice!
Ringrazio la dirigente scolastica, le insegnanti e i bambini per l’accoglienza ricevuta… gli alunni hanno mostrato interesse ed entusiasmo verso le storie lette da Fausta e me, si sono incuriositi del lavoro dell’editore (spiegato da Fausta attraverso una lezione pratica)… insomma, ci siamo “librati”!
E adesso riposto altro materiale relativo alle fiere cui ha partecipato la mia casa editrice insieme a Nana…
Ringrazio per la foto l’amico Pietro Chiappelloni, compagno d’avventura nei concorsi letterari Porsche Italia… 🙂
IL LIBRO GIUSTO è la prima fiera dell’editoria a Piacenza… ribelli creativi indipendenti moderni, ecco gli editori che espongono, tra cui la VerbaVolant edizioni!
Le nuotate di Nana non si fermano…
La casa editrice VerbaVolant edizioni va in giro per fiere letterarie e Nana, la mia dolce bananottera gialla, nuota con Fausta Di Falco ed Elio Cannizzaro…
Il dietro le quinte di Sabir Fest a Messina!
Il manifesto…
E l’immancabile vignetta di Elio… 🙂
Ed ecco Nana a Catania tra libri e caffè…
l Bookb@ng a Messina!
In attesa di altre nuotate letterarie di Nana alle prossime fiere e nelle scuole! (stay tuned, ne vedremo delle belle…) ecco la bella vetrina della Libreria dei Ragazzi a Siracusa…
Libreria dai colori autunnali per ospitare l’ultima avventura del maghetto Harry Potter…
E chi c’è in vetrina vicino a lui? Nana, la mia dolce bananottera gialla… in effetti, la magia del giallo può convivere con quella dell’ormai celeberrimo mago di Hogwarts…
Qui trovate le uscite VerbaVolant di dicembre… pronte per Roma (Più Libri Più Liberi) e Palermo (Jingle Books).
Infine è ormai cosa nota che io adoro la VerbaVolant, trovo che pubblichino libri bellissimi e sempre estremamente originali, e quindi sono ancora più felice di condividere qualcosa che a me personalmente piace moltissimo.
Il nuovo sito finalmente online dal primo settembre! Per l’occasione una settimana di promozioni: basterà inserire il codice newebsite prima di completare l’acquisto e riceverete uno sconto aggiuntivo del 5%. Affrettatevi però: l’offerta sarà valida fino alla mezzanotte di domenica 5 settembre! Inoltre, chi raggiungerà almeno i 30 euro di spesa riceverà in omaggio la nostra ToteBag!
Insegno Lettere nei licei. Scrivo poesie in italiano e in dialetto siciliano, racconti e romanzi, saggi letterari. Canto in un coro lirico. In precedenza ho concertato con un coro polifonico, ho inciso 2 cd più altri due a tema religioso. Amo i coniglietti, i libri e tengo tanto ai miei affetti. Sogno un futuro in cui l’arte sia sempre presente, il calore della famiglia e degli amici… Voglio essere ogni giorno di più una persona, un’insegnante, un’artista migliore… Dio lo voglia!!! La Bananottera
Nana è una balena un po’ particolare: è nata, infatti, in una notte di luna piena ed è… tutta gialla, come una banana!
Il suo colore originale le da qualche problema con le altre creature marine ma quando, grazie al suo coraggio, salverà il mare da un grave pericolo tutti la considereranno un’eroina!
Attraverso una storia tenera e avventurosa i bambini impareranno il valore della diversità e l’importanza della tutela dell’ecosistema marino.
Alla fine del volume, infatti, trova posto un allegro decalogo per invitare i più piccoli al rispetto del mare e delle sue creature.
Di seguito possibile scaricare un ebook in pdf con giochi e approfondimenti. Uno strumento che vuole essere anche un prezioso ausilio didattico per le maestre o per i genitori più attenti.
Vi posto un po’ di materiale sui viaggi e le nuotate di Nana, la mia dolce bananottera gialla protagonista della fiaba LA BANANOTTERA, uscita per i tipi di VerbaVolant edizioni…
CANICATTINI – Sarà la scrittrice siracusana Maria Lucia Riccioli con la sua ultima fiaba “La Bananottera”, edita da VerbaVolant di Fausta Di Falco, e illustrata da Monica Saladino, a chiudere sabato 11 giugno, alle ore 17:30 all’Asilo Nido comunale “S. Maria Goretti” di via San Nicola, il primo semestre di attività della Biblioteca comunale “G. Agnello” e Nati per Leggere di Canicattini Bagni.
L’incontro con Maria Lucia Riccioli, già autrice del romanzo “Ferita all’ala un’allodola” (Perrone Lab 2011 e L’Erudita 2013), e di una raccolta di versi della tradizione siciliana, “Quannu ‘u Signuri passava p’ ‘o munnu” (Algra 2014), sarà l’occasione per parlare di scrittura e di come leggere e scrivere possa trasformare, non solo gli autori, ma anche i lettori.
Ma naturalmente l’appuntamento è diretto soprattutto ai bambini, com’è nella tradizione di Nati per Leggere, per cui Maria Lucia Riccioli racconterà della sua “Bananottera” gialla, che seppur all’inizio avrà problemi proprio per questa sua caratteristica, grazie alla sua bontà e al suo coraggio diventerà l’eroina dell’oceano.
Insomma, una storia ecologica ma non solo, di grandi sentimenti e allegria, che piace già tanto ai bambini che ritrovano un nuovo eroe.
La mia dolce bananottera gialla continua a nuotare nel mare dell’editoria…
Scritto da Maria Lucia Riccioli, e illustrato da Monica Saladino, La Bananottera è la storia di Nana, una balena un po’ particolare: è nata, infatti, in una notte di luna piena ed è…tutta gialla, come una banana! Il suo colore originale le da qualche problema con le altre creature marine ma quando, grazie al suo coraggio, salverà il mare da un grave pericolo tutti la considereranno un’eroina! Attraverso una storia tenera e avventurosa i bambini impareranno il valore della diversità e l’importanza della tutela dell’ecosistema marino. Alla fine del volume, infatti, trova posto un allegro decalogo per invitare i più piccoli al rispetto del mare e delle sue creature.
“LA BANANOTTERA” UN RACCONTO CHE INSEGNA A RISPETTARE L’AMBIENTE E LE CREATURE CHE LO ABITANO – Un libro di Maria Lucia Riccioli, edito da VerbaVolant Edizioni
Un ringraziamento particolare ad Irene Iorno de IL PAESE DELLE DONNE ON LINE – RIVISTA per la sua recensione…
“per creature terresti perfette che il mare vogliono amare senza far danni e senza sporcare”.
Illustrata con tecnica mista da Monica Saladino, la fiaba, presentata anche al SIRMUMA – Museo del Mare di Siracusa, racconta di una balenottera gialla presa in giro da tutte le creature del mare, fino a quando compierà un gesto di grande altruismo che unirà tutti gli animali e verrà accettata, da loro e dal Capitano Remo Millemari.
Qui sono gli animali a guardare la specie umana, le sue imperfezioni, le conseguenze delle sue azioni e di come molto del nostro fare influisca sugli oceani, sottolineando la grande importanza di agire sempre nel rispetto della natura, per conservare un mare pieno di bolle che cambiano colore e quantità a seconda delle emozioni dei suoi abitanti: ci sono bolle felici, bolle tristi, poche bolle o tantissime.
E l’incontro fra le diverse specie viene qui raccontato come pericolo per chi ha solo manto e pinne perché “nessuno da quelle parti aveva una buona opinione dei bipedi senza squame e coda. Non le foche, che temevano per la loro pelliccia. Non le tartarughe, che avevano paura di lasciarci il carapace. Non i gabbiani, che ogni giorno vedevano gli uomini sporcare ogni cosa”.
Un piccolo libro che commuove quando mamma balena viene catturata e la bananottera la difende dalla baleniera e i suoi pescatori.
Un libro che ci fa capire l’importanza della cooperazione quando tutte le balene degli abissi emergono salvando Lena e di come l’accettazione di un qualcosa ritenuta diversa passi spesso prima attraverso la consapevolezza delle proprie paure, di come i termini strano, differente, pericoloso, spesso vengano confusi e usati solo per difendere un qualcosa che non esiste.
E per una volta il mare diventa protagonista, abitato da creature diverse, tutte con le proprie idee, i propri colori, e che alla fine collaborano apportando ciascuna il proprio sapere e le proprie capacità per un bene comune.
Una fiaba da leggere fino all’ultimo “sbuffo”, perché i capitoli a volte non servono se si respira con le branchie come i pesci, si saltella sugli scogli come un granchio, si vola sugli oceani come i gabbiani, si mangiano fino a quattro tonnellate al giorno di cibo come le balenottere azzurre, si gioca come i delfini, e si incontrano navi che trasportano banane tutte gialle come Nana.
E gli umani e le umane per una volta sono “fuori dalle pinne”.
Ecco il mio commento on line:
Salve… grazie davvero per la recensione, scritta cogliendo il senso profondo del lavoro mio e di Monica Saladino, che in VerbaVolant edizioni abbiamo trovato una casa editrice attenta e sensibile alla qualità letteraria della narrativa per bambini e ragazzi e una cura grafica notevole, che si distingue nel panorama nazionale. In queste vostre parole trovo l’attenzione ai temi di un’ecologia latu sensu, intesa come Papa Francesco la concepisce nella sua enciclica Laudato si’: ecologia del cuore, dei sentimenti, dell’economia, etimologicamente rispetto della nostra casa comune.
Un po’ di materiale sul mio libro… nel mio blog troverete le precedenti recensioni…
Scritto da Maria Lucia Riccioli, e illustrato da Monica Saladino, La Bananottera è la storia di Nana, una balena un po’ particolare: è nata, infatti, in una notte di luna piena ed è…tutta gialla, come una banana!
Il suo colore originale le da qualche problema con le altre creature marine ma quando, grazie al suo coraggio, salverà il mare da un grave pericolo tutti la considereranno un’eroina! Attraverso una storia tenera e avventurosa i bambini impareranno il valore della diversità e l’importanza della tutela dell’ecosistema marino. Alla fine del volume, infatti, trova posto un allegro decalogo per invitare i più piccoli al rispetto del mare e delle sue creature.
La mia dolce bananottera gialla, Nana, sta nuotando nei cuori di tante persone… qualcuna di loro scrive anche delle recensioni!
Ringrazio davvero Salvo Zappulla per la sua generosa disponibilità: oltre a scrivere, Zappulla è l’anima del concorso letterario Pentelite e dell’omonima rivista-antologia; recensisce libri su Notabilis e vari periodici on line, legge e fiuta talenti con disinteresse e passione.
Ecco le altre recensioni finora uscite su LA BANANOTTERA…
Per me e Nana è una grande gioia essere citate dal blog Mammechefatica…
Ecco il post: http://www.mammechefatica.it/2015/09/04/banana-o-balenottera/#comment-774
Ringrazio ancora il blog… e vi posto altre due recensioni che mi sono molto care:
Ringrazio l’amica giornalista e scrittrice Lucia Corsale per questa nuova bellissima recensione della mia fiaba per bambini LA BANANOTTERA…
Ringrazio anche Massimo Maugeri che nella nuova rubrica del suo litblog LETTERATITUDINE intitolata GIOVANISSIMA LETTERATURA ha dedicato un post proprio alla mia dolce bananottera gialla Nana:
La mia dolce bananottera gialla Nana ha nuotato in lungo e in largo per tutto il 2015… e anche durante il 2016 sta continuando ad incontrare grandi e piccini!
L’11 maggio è stata pubblicata per i tipi di VerbaVolant edizioni la mia fiaba “La bananottera” (con illustrazioni di Monica Saladino), presentata in anteprima al Salone Internazionale del Libro di Torino il 17 maggio presso il Bookstock Village al Laboratorio Scienza e Saperi, con lettura animata e laboratorio per i bambini.
La fiaba è stata poi presentata a Palermo presso la Libreria Un mare di libri, a Siracusa presso la Casa del Libro Rosario Mascali il 30 maggio, alla fiera “Una marina di libri” di Palermo il 5 e 6 giugno (presentazione e laboratorio), il 14 giugno a Ragusa (A tutto volume) con un laboratorio, il 20 giugno presso la Libreria dei Ragazzi di Siracusa con una labomerenda.
Dal 31 luglio al 2 agosto 2015 “La bananottera” è stata ospite della fiera letteraria “Gufi e melone” di Joppolo Giancaxio (AG), patrocinata dal Comune e dalla Biblioteca comunale.
Il 28 agosto, presso la spiaggetta del Castello Maniace ( che fa parte dell’area marina protetta del Plemmirio di Siracusa), la mia fiaba è stata ospite di “C’era un mare da favola…”.
Il 13 settembre ho tenuto una lettura de “La bananottera” in Piazza Leonardo da Vinci a Siracusa nell’ambito della manifestazione “Il risveglio di Siracusa” organizzata da “Archimede in movimento”.
Il 18, 19 e 20 settembre ho preso parte al Catania Book Festival presso il Cortile Platamone.
Il 3 ottobre, con “La bananottera”, sono stata ospite della manifestazione “Il mare al museo” presso il Museo del mare di Siracusa, mentre a Palermo la fiaba è stata protagonista di un laboratorio presso “È Bio”.
Il 25 ottobre “La bananottera” è stata tra i libri VerbaVolant in mostra al Book b@ng di Messina ed è stata presentata a Palermo presso La Città del Sole, il 31 ottobre è stata presentata a Ragusa presso “Le Fate” e il 15 novembre, dopo vari incontri nelle scuole siracusane, è stata ospite di “Archimede in movimento” a Siracusa. La fiaba è stata protagonista di un laboratorio presso la Fiera della piccola e media editoria di Roma “Più Libri Più Liberi” che si è svolta nel Palazzo delle Esposizioni dell’Eur dal 4 all’8 dicembre; il 13 dicembre ha trovato spazio presso la piccola fiera tenuta a Siracusa in occasione di Santa Lucia. Presso Palazzo Asmundo a Palermo dal 18 al 20 dicembre è stata ospite di “Jingle Books”. Dal 20 al 21 febbraio la fiaba è stata ospitata a Modena per Bukids, la sezione per bambini e ragazzi di Buk Modena, mentre il 25, presso l’Associazione culturale Alimede, è stata protagonista di una labomerenda.
A marzo è stata ospite di “Bellissima”, fiera dell’editoria indipendente, presso il Palazzo del ghiaccio di Milano, mentre il 3 aprile è stata protagonista di una lettura presso “Archimede in movimento”, IV edizione. L’11 aprile è stata ospite della IV A e B dell’Istituto comprensivo “D. Ajello” di Mazara del Vallo (TP) per un incontro con l’autore, mentre il 15 aprile è stata ospite dell’edizione speciale di Archimede in Movimento dedicata al problema delle trivellazioni. Il 23 e il 30 aprile, in occasione della Giornata mondiale della cultura, del libro e del diritto d’autore, “La bananottera” è stata tra i libri VerbaVolant edizioni donati a Casa Mazzolini per l’iniziativa “Il cestino dei libri”, nata per sostenere “La casa di Fausta” insieme alla Biblioteca del gufo e ad altri volontari. Al Salone internazionale del Libro di Torino 2016, ad “Eralavò”, festival delle storie di Acireale (CT), e ad Una marina di libri di Palermo è presente presso lo stand VerbaVolant edizioni al’Orto Botanico.
L’11 giugno è stata ospite della Biblioteca “Giuseppe Agnello” di Canicattini Bagni (SR) per la festa conclusiva del progetto NATI PER LEGGERE.
“La bananottera” è tra i libri “Scelti per voi” dallo staff de La Feltrinelli – Catania.
Il 24 ottobre, in occasione della campagna nazionale “Libriamoci” l’autrice è stata ospite insieme all’editrice Fausta Di Falco dell’Istituto comprensivo “Guglielmo Marconi” di Lentini (SR) con la fiaba “La bananottera”.
Le fiere di Catania, Messina, Roma e Palermo hanno visto “La bananottera” tra i libri VerbaVolant per tutto il 2016.
Il 18 febbraio 2017, presso il Foro Boario di Modena, nell’ambito del Buk Festival (sezione Bukids), si è tenuta la premiazione del concorso “Una macedonia di parole” incentrato su “La bananottera” e che ha visto coinvolte le scuole del modenese.
Dal 24 al 26 marzo 2016 “La bananottera” è stata ospite del Book Pride presso il BASE di Milano, mentre il 3 aprile l’autrice ha incontrato i bambini dell’Istituto comprensivo “Pascoli-Crispi” di Messina.
Incontri con l’autrice e laboratori sul libro sono stati tenuti l’8 maggio a Francavilla di Sicilia (ME) e all’Istituto comprensivo Giovanni XXIII – Piazzi di Palermo (16 maggio 2017).
Il libro è stato ospite di Una marina di libri 2017, di TaoBuk e del NininFestival di Bogliasco (GE), oltre che di Libri d’Amare 2017 a Puntasecca, nei luoghi del commissario Montalbano; oltre alle fiere, continua il viaggio del libro presso le scuole: il 18 dicembre l’autrice è stata ospite della IV BS del Liceo Corbino di Siracusa per il progetto di alternanza scuola-lavoro “Una biblioteca può cambiare un quartiere”.
La psicologa Eleonora Mangano ha utilizzato il libro per un laboratorio nella classe II A dell’Istituto comprensivo “Torrenova”.
Il 14 aprile “La bananottera” è stata protagonista di una labomerenda presso la Libreria Diana di Siracusa. Dal 23 al 25 aprile, in occasione dell’Earth Day, “La bananottera” è stata tra i libri proposti a Cefalù e continua ad essere tra i libri VerbaVolant presentati in occasione di fiere e festival dedicati. Il 21 agosto 2018 il libro è stato ospite della Biblioteca comunale di Canicattini Bagni (SR) presso il BiblioHUB recentemente inaugurato, nell’ambito dell’iniziativa “Lettori si cresce: tante storie per un’estate da leggere”.
Il 26 agosto il libro è stato ospite del POP UP FESTIVAL DEI GIOCHI E DEI BALOCCHI a Gela.
E naturalmente grazie a Casa Facile che nel numero di agosto 2015 ha ospitato me e Nana!
E su Vanity Fair del 2 settembre scorso!
Qualche stralcio…
Primo sbuffo
Sulla terra ora si direbbe “C’era una volta” e la storia sarebbe divisa in capitoli.
In fondo al mare però è diverso: le storie sono divise in sbuffi e ogni creatura
le inizia a modo suo.
La piovra gigante comincia così: – Quando i miei tentacoli erano piccini…
Il corallo, attaccato alla scogliera, parla poco e ogni parola è tonda come
una bolla di sapone che dal fondo viene a galla. Lui invece dice: – Quando
ero un bastoncino rosa…
Poi arriva il delfino Fino, con il dorso lucido grazie alle carezze della schiuma di mare, e inizia:
– Quando la mia mamma mi portava nella pancia, anche la mamma di Nana la portava nella sua…
Proprio così: Delfia, la mamma di Fino e Lena, la mamma di Nana, aspettavano
i rispettivi cuccioli nello stesso periodo.
La differenza era che Delfia era una delfina che saltava nell’acqua come le acrobate del circo, mentre Lena era una balena, l’animale più grande dell’oceano.
Secondo sbuffo
Il piccolo delfino Fino e la sua mamma Delfia a volte danzavano sulle onde
per farsi applaudire dai marinai, ma non si avvicinavano mai troppo alle
navi. Sapevano che l’uomo è un animale capriccioso che un giorno ti prende
in simpatia e l’altro ti fa finire in una scatoletta, come capita ai tonni e
alle aringhe.
Ai pesciolini più piccoli tremavano le branchie solo al sentirlo nominare.
– L’uomo? Fuori dalle pinne!
Lena, la mamma di Nana, invece non aveva paura degli uomini e si divertiva
a seguire le navi da pesca e i transatlantici zeppi di turisti.
– Non hai paura delle baleniere che possono acchiapparti? – le chiedevano
in tanti.
Gli umani infatti catturano le grandi balene per farne grasso, olio e cibo.
La grande balena però rideva come solo le balene sanno fare.
– L’uomo capace di acchiapparmi deve ancora nascere! Mi fanno ridere i
loro rampini: sembrano ami per pescare lucci e trote. Per un cetaceo come
me ci vuole altro! Io sono la regina del mare e di fronte a me l’uomo è solo
una formichina che naviga in un guscio di noce!
La mamma di Nana nuotava lenta e maestosa, sembrava proprio una regina
nel suo palazzo. E la spuma dietro di lei ricordava uno strascico d’argento.
Terzo sbuffo
Un bel giorno Lena incontrò Fanone, un immenso re elegante e gentile, e
lo sposò in una notte di luna piena.
La grande palla dorata splendeva nel buio come neppure il sole aveva mai
fatto nelle giornate serene, e la grossa balena ne rimase incantata.
Forse fu quella luce luminosa la causa di tutto e qualche mese dopo nacque
Nana, che già da neonata era robusta e forte, ma con una caratteristica
molto speciale.
Va infatti detto che il giorno della sua nascita l’intero oceano rimase a bocca
aperta per lo stupore a guardarla.
– Ma l’avete vista? – gridarono i coralli, quasi staccandosi dal fondo.
– Ma l’avete vista? – esclamarono i tonni con le pinne paralizzate.
Anche mamma delfina e il piccolo Fino smisero di saltare e rimasero imbambolati.
– Ma l’avete vista? – proferirono infine.
Certo, Nana era una balenottera bellissima, questo sì.
Solo che… era tutta gialla.
Gialla.
Leggere gli articoli di questo blog è ogni volta una emozione incredibile.
Una delle più grandi critiche che si fa alla società attuale è l’incapacità degli uomini e delle donne del ventunesimo secolo di saper scrivere come facevano gli scrittori del passato, per cui, si pensa che certe frasi, certe emozioni che la poesia ottocentesca era capace di suscitare, facciano parte di una storia conclusa e lontana.
Dal mio punto di vista mi trovo, in parte, d’accordo con questa critica, tuttavia non posso negare che ci sono alcune rarità, eccezioni, cioè persone, anche di giovane età, che al giorno d’oggi sono capaci di esprimere quelle autentiche emozioni, quei meravigliosi accostamenti di parole e versi che i grandi del passato elegantemente riuscivano a fare. E’ questo che ho percepito da questo articolo e dal libro citato, è stato come, per qualche minuto, immergersi realmente nell’anima vibrante di Mariannina Coffa, quasi come se fosse ancora viva.
Personalmente mi sento di fare tanti e tanti complimenti alla scrittrice del libro Riccioli e alla blogger Mia che, periodicamente, riempie le settimane di idee e cultura, sperando che la loro attività possa essere sempre più ricca e possa espandersi in una società che, ahimé, è scarsamente capace di riconoscere i talenti veri.
Grazie a Mia, blogger sensibile e attenta.
Grazie anche ad Angelo per le parole gentili.
Non si tratta di scrivere come nell’Ottocento – siamo nel 2017 e dobbiamo vivere questo tempo, anche se è bello lasciarsi cullare dall’air du temps, dalla nostalgia, dal Romanticismo – ma cercare di dar voce ai nostri simili che vivevano un altro tempo e magari cercare di riportare qualcosa di quella temperie culturale e artistica.
Grazie ancora.
Ed ecco l’intervista…
Intervista all’autrice di Ferita all’ala un’allodola, Maria Lucia Riccioli
Amici lettori, ecco a voi l’intervista all’autrice del libro Ferita all’ala un’allodola: Maria Lucia Riccioli 🙂
Buona lettura 🙂
1) Iniziamo dal titolo del romanzo da lei scritto “Ferita all’ala un’allodola”, come nasce? Perché ha scelto la figura dell’allodola?
Intanto grazie per l’attenzione nei miei confronti e verso il mio romanzo storico “Ferita all’ala un’allodola”. Mentre lo scrivevo, il libro non aveva un titolo, che in effetti è un po’ come il nome per una persona: “Il rosso e il nero”, “La coscienza di Zeno”… quanto è importante attribuire un titolo alla catasta di fogli che racconta una storia? Il nome della protagonista non mi sembrava adatto a far da titolo al romanzo, perché desideravo qualcosa di evocativo, che suggestionasse il lettore… ed ecco che accade una delle tante grandi piccole epifanie che hanno accompagnato la stesura di questo libro: sotto gli occhi mi si presentano dei versi scritti da William Blake (1757-1827), un poeta inglese visionario e originale che per certi aspetti potremmo apparentare alla poetessa protagonista del mio libro. Eccoli: “A skylark wounded in the wing, / A cherubim does cease to sing” ovvero “Ferita all’ala un’allodola, un cherubino smette di cantare”. Un vero e proprio epitaffio per in cui sono adombrate Bellezza e poesia, con la loro fragilità rappresentata dal volo ferito di un uccello rinomato – anche letterariamente – per il suo canto. Addirittura avevo pensato di dare come titolo al romanzo non il primo ma il secondo verso, ma poi ho scelto “Ferita all’ala un’allodola” perché mi sembrava che racchiudesse tutta la parabola esistenziale ed artistica della mia protagonista, che in vita era stata paragonata a una rondine e fu perfino soprannominata “Capinera di Noto” per dire “del suo veloce volo” (e qui cito l’amato Franco Battiato) simile a quello della capinera verghiana. L’angelo della scultura a lei dedicata nella Piazza XVI maggio a Noto, bellissimo e serio, con un libro aperto sulle ginocchia, mi è sembrato incarnare il “cherubim” di Blake e quindi da qui il titolo, che non ho più cambiato.
2) Chi è Mariannina Coffa e cosa l’ha spinta a scrivere di lei?
Mariannina Coffa Caruso (1841-1878) è stata una poetessa e patriota nata a Noto, che oggi è provincia di Siracusa ma che per un certo periodo è stata quello che si chiamava all’epoca capoluogo dell’Intendenza, teatro di avvenimenti importanti per la storia della Sicilia e dell’Italia tutta: il Risorgimento è una tappa importante della storia di Noto e di quella di Mariannina Coffa, enfant prodige, poetessa improvvisatrice e principessa dei salotti, che nonostante la breve esistenza (morì a trentasei anni, tre mesi e sei giorni) funestata da dolori e lutti – la rottura del fidanzamento con Ascenso Mauceri, drammaturgo e musicista, suo maestro di pianoforte, il matrimonio d’interesse con un ragusano, Giorgio Morana, il forzato trasferimento a Ragusa, i rapporti conflittuali con il suocero e le cognate, la morte di due bambine, la malattia che la porterà alla morte – ha tentato di elevare la propria voce poetica, che deve tanto al modus scribendidell’epoca ma specie nell’ultima produzione mostra una ricerca sempre maggiore di originalità. Non solo: anche come donna Mariannina Coffa ha tentato, nonostante le pastoie dell’epoca e i limiti oggettivi ed interiori, di affermare la propria volontà sia nella gestione familiare che in quella della propria malattia, oltre che la propria dignità di intellettuale – corrispondeva con scrittori, poeti, giornali e personalità dell’epoca – e poetessa.
3) Immedesimandomi in Mariannina, avrebbe fatto scelte diverse rispetto a quelle intraprese dalla poetessa? E cosa pensa della famiglia Coffa?
Mi sono spesso chiesta cosa sarebbe accaduto se, ad esempio, Mariannina Coffa avesse acconsentito alla fuga d’amore che Ascenso – innamorato disperato, profondamente byronianamente romantico – le proponeva. Ed ho anch’io messo in discussione l’amore tanto sbandierato dal padre della poetessa (Salvatore Coffa Ferla, avvocato e patriota, primo estimatore del “genio” della figlia, pronto però a sacrificarne la felicità), dalla madre e da tutto il suo entourage. Noi contemporanei però spesso sbagliamo tentando di applicare categorie e mentalità attuali al passato: la condizione di malmaritata era usuale nell’Ottocento e il matrimonio d’amore molto di là da venire; la scelta di far curare Mariannina a Noto non nella casa paterna ma in una casa di proprietà della famiglia per salvare le apparenze (accogliere una figlia che aveva lasciato marito e figli a Ragusa per farsi curare addirittura da un omeopata in odore di repubblicanesimo sarebbe stato troppo per un liberale come Coffa) rientra nei modi di pensare ed agire dell’epoca. Se posso rimproverare qualcosa ai personaggi della mia storia – che mia non è: io ho tentato di dar loro voce, di inserirmi negli interstizi, nel non detto, in quello che i documenti non dicono – è l’ostinazione quasi cieca di Mariannina nel compiere scelte autodistruttive (ad esempio, coltivare non solo la corrispondenza con l’amato di un tempo ma anche la speranza larvata di un possibile incontro chiarificatore o forse di qualcosa di più) e soprattutto la sottovalutazione da parte dei genitori della gravità delle condizioni della figlia, giudicata più che amata.
4) Se potesse parlare con Mariannina cosa le direbbe?
Che bella domanda. Le ho parlato per cinque anni, chiedendole di suggerirmi cosa fare per restituirle la voce, per raccontare senza troppi errori la sua storia. Le ho chiesto aiuto nei momenti di difficoltà. L’ho ringraziata quando trovavo l’informazione giusta proprio quando mi serviva. Se la incontrassi le chiederei com’è andata davvero la storia del mancato matrimonio con Ascenso. Le chiederei che fine hanno fatto i manoscritti scomparsi (materia per un giallo, davvero). Le domanderei scusa se l’ho prevaricata attribuendole pensieri e sentimenti non suoi. E poi l’abbraccerei da siciliana, da scrittrice, da amica, per le emozioni che mi ha regalato in tutti questi anni trascorsi a leggere, scrivere e parlare di lei, per le persone che grazie al fil rougecostituito dall’interesse per la sua vita e la sua poesia, sono diventate amiche mie oltre che sue.
5) Passiamo alla parte tecnica del romanzo, quanto tempo ha impiegato per la stesura e perché? Ci racconti un poco della sua esperienza prima di scrivere di Mariannina.
Scrivere un romanzo storico per me vuol dire innanzitutto studiare. Ho ripreso in mano i libri di storia, ho compulsato carte d’archivio – che esaltante esperienza compitare i sentimenti e le emozioni del passato decifrando sbaffi di firme… –, ho visitato biblioteche e musei, ho fatto sopralluoghi nelle location reali del romanzo, ho ri-letto tanti romanzi ottocenteschi per entrare nell’atmosfera letteraria dell’epoca, ho ascoltato musica d’opera, la colonna sonora della storia di Mariannina Coffa… Parallelamente è iniziata la fase della scrittura e delle infinite riletture e revisioni del romanzo. Ecco perché ho chiuso il libro dopo cinque anni circa dalla prima germinale idea. Io venivo dalla poesia e dalla stesura di racconti – non contano i miei primi imparaticci narrativi, che non farei leggere a nessuno –, quindi molto ha contribuito ad allungare i tempi di uscita del libro il fatto che fosse il primo (ringrazio Luigi La Rosa, Lia Levi, Paolo Di Paolo e tanti altri amici e “complici” di scrittura per i consigli e l’aiuto a vario titolo prestato a me e alla mia “allodola” perché venisse alla luce e anche dopo, per farle spiccare il volo…).
6) Perché comprare il suo libro? È il suo primo romanzo o c’è altro di edito? E prossimamente ci saranno delle novità?
Purtroppo il mio libro non è più in catalogo – anche se qualche copia può essere trovata fortunosamente in alcune librerie – quindi potrete leggerlo solo in biblioteca. Sto valutando se farlo ripubblicare e quindi donargli una terza vita (uscì in occasione dei centocinquant’anni dell’Unità d’Italia, nel 2011, per i tipi di Perrone LAB, poi venne rieditato nel 2013 da L’Erudita) anche come e-book. Vedremo. È il mio primo romanzo (ne ho in cantiere due-tre sempre di argomento storico, ma ambientati in tutt’altra epoca), anche se io amo molto il genere racconto (molti dei miei lavori sono usciti sia sul web che su riviste, giornali e antologie) e la poesia sia in lingua che in dialetto: il mio secondo libro è infatti una raccolta di “cunti” in dialetto siciliano (una sorta di Vangelo apocrifo in dialetto, recupero memoriale delle storie narrate dai miei nonni materni) intitolata “Quannu ‘u Signuri passava p’ ‘o munnu” edita da Algra editore ovvero Alfio Grasso, un editore giovane e coraggioso che ha deciso di scommettere non solo sulla poesia ma sulla poesia in dialetto (grazie anche a Sebastiano Burgaretta per il dono della sua straordinaria prefazione). La mia terza creatura letteraria, il mio libro più “leggero” e felice è “La bananottera”, una fiaba per bambini illustrata da Monica Saladino e pubblicata – grazie anche ai buoni auspici di Annamaria Piccione, “decana” siracusana della scrittura per l’infanzia – da VerbaVolant edizioni, cioè dalla straordinaria squadra formata da Fausta Di Falco, “editora” giovane e tostissima, ed Elio Cannizzaro: grazie a loro la storia della balenottera color giallo banana nuota per le librerie, le biblioteche, le fiere e le scuole. Spero di poter dare presto ai miei venticinque lettori notizie su una quarta creatura di carta.
7) A chi consiglia il suo romanzo?
A chi ama il genere romanzo storico, a chi desidera conoscere una poetessa fuori dal “canone” letterario, a chi vuole rivivere l’Ottocento siciliano, a chi vuole leggere una storia d’amore, d’amicizia, di famiglie intrecciate dalla politica, dall’interesse economico e da tutta la tavolozza dei sentimenti umani. A chi vuole studiare il nostro Risorgimento e il Romanticismo da un’angolazione diversa. A chi ama leggere e vuole scoprire nuovi autori.
8) Consigli per essere un buon lettore?
Innanzitutto la curiosità. La perseveranza nel cercare l’autore la storia il libro che smuovano emozioni, che suscitino riflessioni, che ispirino idee. Leggere è come conoscere dei nuovi amici: le delusioni sono dietro l’angolo, ma possono formarsi legami inscindibili. Non scoraggiarsi mai: c’è un libro per ogni momento e un momento per ogni libro. Proprio il libro che in un certo momento della nostra vita non ci attrae né ci interessa può diventare il compagno fidato di un altro momento della nostra esistenza. Sperimentare, contaminare generi e stili: io amo Jane Austen ma anche i gialli, poeti come la Szymborska e Topolino, Borges ed Eschilo, Leopardi e le Brönte, Poe e Kafka, la Tartt e la Chevalier, la Némirovsky e la Munro, Verga e Ariosto… e non disdegno la saggistica.
Grazie ancora delle domande, che mi hanno permesso di ripercorrere la genesi di questo libro che mi è così caro (perché è il primo, perché l’ho covato dentro per anni, perché mi ha regalato il Premio Portopalo – Più a Sud di Tunisi e una segnalazione al Premio “Alessio Di Giovanni”, perché ha ispirato la splendida canzone di Carlo Muratori “Ombra adorata”, tratta da un sonetto di Mariannina Coffa, perché perché perché…).
Ringrazio tantissimo la docente e autrice Maria Lucia Riccioli per aver concesso questa splendida intervista, è sempre bello per una lettrice poter dialogare con l’autore di un romanzo che resta nel cuore e conoscere più a fondo l’Anima di uno scrittore… è una ricchezza che riempie, è la bellezza che salverà il mondo: l’arte.
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Grazie ancora a Mia per l’intervista e la recensione…
Leggere è salutare: CIAO!
😀
Ringrazio anche Giuseppe Puzzo, cultore appassionato di poesia e della poetessa netina in particolare e Federica Piluccio…
La conferenza è stata un omaggio bellissimo alla poetessa Coffa…
Il Rotaract Club Noto Terra di Eloro è lieto di invitarVi oggi, Sabato 25 Marzo, alla conferenza dedicata alla poetessa Mariannina Coffa Caruso: eroina del Risorgimento netino, che seguì con fierezza i suoi ideali opponendosi al bigottismo e al perbenismo crudele della società di quei tempi.
Vi aspettiamo a Noto presso la Biblioteca Comunale “Principe di Villadorata”, alle ore 17:30.
A relazionare sarà la Professoressa Maria Lucia Riccioli, autrice del romanzo “Ferita all’ala un’allodola”, con l’accompagnamento musicale del Maestro Gabriele Bosco, che permetterà di immergerci in un’atmosfera puramente romantica e ottocentesca. Seguirà un omaggio poetico a Mariannina da parte del socio Giuseppe Puzzo.
Qui invece la copertina di SGUARDI PLURALI, atti dell’omonimo convegno dedicato a Mariannina Coffa. Qui è presente un mio saggio sia sulla prima tesi di laurea dedicata alla figura della Coffa che su VOGLIO IL MIO CIELO, l’epistolario della poetessa curato da Biagio Iacono e Marinella Fiume…
Rimando ad altri post del mio blog su convegni, conferenze, presentazioni che mi hanno vista in veste di autrice e relatrice su Mariannina Coffa…