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Conclusa la rassegna JE SUIS AU JARDIN vi posto un articolo uscito su LA SICILIA… insieme ad altro materiale.
Cliccate e ingrandite…
Ed ecco molto altro sulla rassegna.
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Dove
Artemision – Il Tempio Ionico di Artemide
Piazza Duomo, 4, 96100 Siracusa
Si è conclusa ieri la rassegna estiva all’insegna della narrativa.
Rassegna di autori italiani
Un ciclo estivo di grandi firme della letteratura italiana contemporanea che raggiungono Siracusa per incontrare i lettori nel giardino dell’Artemision
il 13 Luglio alle 19 si cominciato con Sergio Claudio Perroni ed il suo ultimo romanzo “Il principio della carezza” edito da La nave di Teseo. Presenta Daniela Sessa, redattore culturale della rivista on line Barbadillo
il 22 luglio alle 19 si è proseguito con Paolo Di Stefano ed il suo libro edito con Rizzoli “I pesci devono nuotare” presentato da Simona Lo Iacono in collaborazione con Elena Flavia Castagnino
il 25 luglio alle 19 Paolo Malaguti ha concluso il ciclo con il suo romanzo (finalista allo Strega 2016) “La reliquia di Costanopoli” . Presentazione a cura di Maria Lucia Riccioli, scrittrice e poetessa, lettrice d’eccezione Eleonora Nicolaci. Alla chitarra il maestro Valerio Massaro.
Un piccolo video (grazie a Rosanna Di Grazia).
Atmosfere tra musica e letteratura…
Ringrazio l’amica Eleonora Nicolaci per la sua disponibilità e amicizia e per il suo senso scenico…
Grazie a Valerio Massaro, musicista sensibile, per la sua bravura e professionalità… sei una garanzia!
Grazie naturalmente agli amici della Casa del Libro Rosario Mascali, ad Agata Mascali che ne è l’infaticabile presidentessa e a Marilia Di Giovanni, la libraia senza la quale tutto questo non sarebbe possibile.
Il pubblico dell’Artemision… e Aurora Mica, autrice degli arazzi che sono stati un po’ il fil rouge della rassegna, con le loro trame che si sono intrecciate a quelle letterarie…
Stratificazione di secoli ed energie in questo giardino…
Eleonora Nicolaci, Paolo Malaguti, Maria Lucia Riccioli e Valerio Massaro.
Backstage…
I simpatici teaser di Eleonora…
Vi aspettiamo per assistere alla caduta di Costantinopoli…. lo avete perso allora, non rifate lo stesso errore!
Artemision no entry no party
E adesso un breve riassunto della rassegna.
Siamo partiti con “Il principio della carezza” di Sergio Claudio Perroni (ed. La nave di Teseo, collana Le Onde, 2016, pag.101): è una storia che si fa poesia, mentre un uomo e una donna si incontrano, parlano attraverso un vetro, si scambiano cuore e solitudini. Dentro la solitudine di una città deserta la donna, scrittrice disincantata alle prese con la stesura di un monologo, e il lavavetri, semplice e sognatore, scalano il loro tempo tra un passato “museo di istanti collezionati” e un presente timido e amaro. Poi una terrazza e…..
Il romanzo di Sergio Claudio Perroni ha una grazia elegante e rarefatta, un ritmo cadenzato e seducente , un lessico appassionato e lieve. La storia di un innamoramento che lascia col fiato sospeso e che incanta.
Sergio C. Perroni vive e lavora a Taormina. Editor e traduttore di narrativa inglese e francese. Ha pubblicato Non muore nessuno (Bompiani, 2007), Raccapriccio, mostri e scelleratezze della stampa italiana (Aliberti, 2007), Leonilde, storia eccezionale di una donna normale (Bompiani, 2010) e adattato per il teatro il Don Chisciotte di Cervantes (¡Viva don Chisciotte!, con Gigi Proietti, regia di Gianpiero Borgia, 2008). Nel 2013 è uscito, sempre per Bompiani, Nel ventre, un viaggio narrativo nel cuore di Troia, accompagnato dalle illustrazioni di Velasco Vitali. Nel 2015 ha pubblicato Renuntio Vobis in cui si affronta il tema della rinuncia a un incarico, tra umiltà e fuga, in cui non è difficile rintracciare la parabola umana di Benedetto XVI (Bompiani). Cura l’Agenzia Editoriale Perroni&Morli.
A presentare l’autore sarà, il 13 luglio 2016 alle ore 19, la professoressa Daniela Sessa, mentre Simona Lo Iacono ha presentato Paolo Di Stefano il 22 (giornalista de “Il Corriere della Sera”, dal quale sono stata intervistata al volo durante la storica visita del corpo di Santa Lucia a Siracusa nel dicembre del 2004, amico di “Letteratitudine”, blog sul quale ho scritto sia di scuola che d’altro, specie naturalmente la letteratura).
L’articolo uscito su LA SICILIA a cura di Monica Cartia.
Paolo Di Stefano (Avola, 1956) è uno scrittore italiano.
È cresciuto a Lugano, in Svizzera. Si è laureato in Filologia romanza con Cesare Segre a Pavia. Dopo una breve esperienza di ricerca universitaria, ha lavorato come giornalista al Corriere del Ticino e alla Repubblica, è stato responsabile delle pagine culturali del Corriere della Sera, di cui è ora inviato speciale. È stato editor presso la casa editrice Einaudi. Ha insegnato Cultura giornalistica alla facoltà di lettere dell’Università degli Studi di Milano. Ha scritto saggi filologici e critico-letterari, ha curato volumi miscellanei. È autore di racconti, reportage, inchieste, poesie e romanzi, alcuni dei quali tradotti in francese e tedesco. Nelle sue opere affronta temi come: la memoria e l’oblio, l’infanzia violata e la difficoltà di crescere, la famiglia e i rapporti generazionali, l’emigrazione, lo spaesamento, i rapporti Nord-Sud.
È sposato e ha tre figli, Simone, Luca e Maria. Vive a Milano.
Poesie
Minuti contati (Scheiwiller, Milano 1990, Premio Sinisgalli), con prefazione di Giorgio Orelli.
Romanzi
- Baci da non ripetere (Feltrinelli 1994, Premio Comisso);
- Azzurro troppo azzurro (Feltrinelli 1996, Premio Grinzane Cavour);
- Tutti contenti (Feltrinelli 2003, Superpremio Vittorini, Superpremio Flaiano, Premio Palmi, Premio Letterario Chianti[1]);
- Aiutami tu (Feltrinelli 2005, SuperMondello);
- Nel cuore che ti cerca (Rizzoli 2008, Premio Campiello e Premio Brancati);
- La catastròfa (Sellerio 2011, Premio Volponi), che racconta la tragedia dell’8 agosto 1956, quando in miniera a Marcinelle morirono, tra i molti altri, 136 minatori italiani.
- Giallo d’Avola (Sellerio 2013, Premio Sebastiano Addamo, Premio Viareggio-Rèpaci e Premio Comisso)
- I pesci devono nuotare (romanzo per ragazzi, Bompiani Rcs Education 2013)
- Ogni altra vita (Storia di italiani non illustri, il Saggiatore 2015, Premio Bagutta)
- I pesci devono nuotare (Rizzoli 2016)
Nel 2010 ha pubblicato la plaquette di racconti Per più amore (Manni Editore).
Reportage
- La famiglia in bilico, sulla famiglia italiana dopo il caso di Novi Ligure (prefazione di Adriano Sofri, Feltrinelli 2001);
- Io vorrei. Desideri e passioni di adolescenti di ogni età (Edizioni Corriere della Sera 2004).
Altre pubblicazioni
Nel 1990 ha curato per Einaudi una raccolta di lettere di Gianfranco Contini a Giulio Einaudi (Lettere all’editore 1945-54). Un libro-intervista a Giulio Einaudi (Tutti i nostri mercoledì, Casagrande) è del 2001. Nel 2010 è uscito il volume Potresti anche dirmi grazie. Gli scrittori raccontati dagli editori (Rizzoli), una raccolta di interviste sul mondo dell’editoria italiana. Ha curato una raccolta di recensioni di Giuliano Gramigna, Viaggio al termine del Novecento. Il romanzo italiano da Pasolini a Tabucchi (Bruno Mondadori 2013).
Sui suoi libri hanno scritto, tra gli altri: Cesare Segre, Giuliano Gramigna, Lalla Romano, Corrado Stajano, Giulio Ferroni, Goffredo Fofi, Franco Cordelli, Paolo Mauri, Lorenzo Mondo, Angelo Guglielmi, Giovanni Pacchiano, Walter Pedullà, Gianandrea Piccioli, Giuseppe Amoroso, Anna Modena, Clelia Martignoni, Filippo La Porta, Massimo Onofri, Bruno Pischedda, Gabriele Pedullà, Salvatore Ferlita, Bruno Quaranta, Arturo Mazzarella, Marco Ciriello, Piero Gelli, Gian Antonio Stella, Cristina Taglietti, Salvatore Silvano Nigro, Antonio Prete, Raffaele Manica. Memorabile la recensione di Aldo Busi a Giallo d’Avola: <<Un grande romanzo, di genere, ma come considero di genere I promessi sposi, Il Gattopardo, o I Viceré… Se fosse stato pubblicato nei primi anni Sessanta non meriterebbe meno considerazione de Il fu Mattia Pascal e si potrebbe gridare al capolavoro>>.
Nel 2013 ha vinto il Premio Viareggio e nel 2014 ha avuto il Premio Lo Straniero.
I pesci devono nuotare, un libro sul fenomeno delle migrazioni di minori dai paesi del sud del mondo verso l’Europa…
Telbana, Egitto: in questo piccolo paese a nord est del Cairo, dove il colore dei campi si fonde col rosso delle case incompiute e dei vicoli sterrati, vive Selim. Suo padre gli ha insegnato il rigore e il senso di sacrificio, negandogli i desideri: «Devi allungare i piedi fino a dove c’è la coperta». Ma Selim è tenace e non si accontenta della vita che il destino gli ha riservato, e così, con l’incoscienza e la forza dei suoi diciassette anni, attraversa il deserto e la Libia, fino a raggiungere il mare e imbarcarsi per l’Italia. Dopo fatiche, stenti e preghiere sussurrate, il viaggio lo conduce in Sicilia, insieme a centinaia di migranti in cerca di sogni. Il suo è il più grande e ambizioso: vuole un riscatto dall’infanzia che si è lasciato alle spalle, parlare l’italiano meglio degli italiani, costruirsi un futuro. È una strada tortuosa, che sembra impossibile, ma Selim non si arrende e, tra cadute e risalite, cerca il proprio posto in una Milano che non regala niente a nessuno. Selim non è solo. Dentro e accanto alla sua vita ne scorrono altre, meno luminose ma altrettanto esemplari: la dolce Marlene, il ruvido Raymon, l’amico Tawfik e alcuni misteriosi angeli protettori. In un mondo che cambia velocemente alziamo barriere per difenderci da ciò che non conosciamo. Paolo Di Stefano, con questa storia vera che ha le sue radici nella cronaca di tutti i giorni ma che ci trasporta lontano, in un viaggio sorprendente, racconta i sentimenti, le scoperte e le emozioni di chi sta dall’altra parte di quel muro. Di chi ha imparato un principio universale: i pesci devono nuotare.
Io ho concluso ieri, 25 luglio, con Paolo Malaguti e il suo romanzo uscito per Neri Pozza LA RELIQUIA DI COSTANTINOPOLI.
http://paolo-malaguti.blogspot.it/
http://www.neripozza.it/collane_dett.php?id_coll=1&id_lib=934
Lascio la parola all’autore stesso per la presentazione:
Sono nato a Monselice nel 1978. Ho trascorso l’infanzia e la giovinezza a Padova, dove ho frequentato il Liceo Ginnasio “C. Marchesi” e dove mi sono laureato in Lettere moderne, con una tesi di Filologia italiana su Antonio Fogazzaro.
Dal 2004 insegno nei licei, prima della provincia di Treviso, poi della provincia di Vicenza. Attualmente insegno nel liceo “G. B. Brocchi” di Bassano del Grappa.
Ho pubblicato “Sul Grappa dopo la vittoria” (6a edizione 2014) nel 2009, per i tipi della Santi Quaranta di Treviso; sempre con la casa editrice trevigiana, diretta da Ferruccio Mazzariol, ho pubblicato due anni dopo, nel 2011, “Sillabario veneto” (3a edizione 2013), e, nel 2013, “I mercanti di stampe proibite” (2a edizione 2013).
Nel 2012 ho partecipato con il racconto “Il bambino di Marostica” all’antologia “Nero 13 – Giallo a Nordest” per la Libra Edizioni.
Dal 2013 contribuisco, con articoli di educazione, didattica, cultura generale, al quotidiano on-line “IlSussidiario.net”.
Nell’ottobre del 2015 è uscito, per i tipi della Neri Pozza, il romanzo storico “La reliquia di Costantinopoli”.
1565, Venezia. Il sole non lambisce ancora il camposanto di San Zaccaria, quando il vecchio Giovanni si cala nella tomba del chierico Gregorio Eparco, il suo antico tutore, appena riesumata dai pissegamorti in cambio di tre ducati. Non vuole trafugare la bara di legno marcio o le ossa ricoperte di lanugine e muffa. Sta cercando un libercolo. Un diario «avvolto in una pezza di tela cerata, sigillata da un nastro nero», che lui stesso, cinquant’anni prima, ha nascosto sotto la nuca del maestro, dopo aver giurato di non sfogliarlo né di farne parola con nessuno.
Il giuramento, però, ora può essere infranto, poiché le annotazioni contenute in quell’involucro sono l’unico indizio in grado di condurre ad alcune preziosissime reliquie cristiane andate perdute.
Il diario si apre nel 1452, quando Gregorio – «la barba folta e nera» e un «fisico più da rematore che da mercante» – giunge ad Adrianopoli insieme con il suo socio d’affari, l’ebreo-veneziano Malachia Bassan.
La città, strappata a Venezia dagli Ottomani un secolo prima, offre uno spettacolo raccapricciante agli occhi dei due giovani mercanti. Ventotto marinai di una galea da mercado della Serenissima, accusata di aver disubbidito agli ordini provenienti dalla fortezza di Boghaz-kesen, fatta costruire da Maometto II per controllare il traffico sul Bosforo, sono stati torturati, uccisi e lasciati alla mercé dei cani nelle pubbliche vie.
L’intento del giovane Sultano, un ragazzo di diciannove anni magro e pallido, è chiaro: offrire una dimostrazione di forza prima di cingere d’assedio la città che, per i cristiani, è la madre e la guida di tutto il mondo, l’ancella stessa del Padre: Costantinopoli, l’arca di santità che custodisce il maggior numero di reliquie cristiane.
Mentre uno sparuto esercito di genovesi, greci e veneziani tenta di respingere l’assalto dei turchi, Gregorio ha un’idea: recuperare tutti «i frammenti di Paradiso» appartenuti ai santi e disseminati nelle chiese, nei sotterranei e dentro il Grande Palazzo imperiale di Costantinopoli, per salvare in tal modo la Cristianità. Un’idea allettante anche per Malachia Bassan, nella cui mente si affaccia il pensiero che, male che vada, quelle reliquie così preziose possono pur sempre essere vendute.
Così tra imboscate, fughe ed enigmi, i due giovani mercanti si accingono all’impresa…
Con una documentazione sterminata capace di riprodurre fedelmente l’architettura di Costantinopoli cinta d’assedio dagli Ottomani e le strategie militari, le lingue, i culti e i costumi dell’epoca, Paolo Malaguti scrive un romanzo d’avventura dall’inarrestabile tensione narrativa. E ci consegna due protagonisti memorabili, figli del XV secolo: il saggio e ossequioso chierico Gregorio e l’imprevedibile ebreo Malachia.
L’articolo scritto da Annalisa Stancanelli e uscito su LA SICILIA il 10 luglio.
La location è meravigliosa: il giardino dell’Artemision.
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