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Maria Lucia Riccioli

~ La Bellezza salverà il mondo (F. Dostoevskij).

Maria Lucia Riccioli

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Viaggio nell’area aretusea: “Il Cerchio” presenta il volume di Domenico Pisana

19 sabato Mar 2022

Posted by mlriccioli in Eventi culturali, Letteratura, Musica

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#rtmnews, Angelo Fortuna, Annalisa Stancanelli, Corrado Calvo, Corrado Di Pietro, Domenico Pisana, Enzo Monica, Gioia Pace, Giovanna Alecci, Giuseppe Blandino, Giuseppe Macauda, Ignazia Iemmolo Portelli, Il Cerchio, La Civetta di Minerva, Luca Campi, Maria Lucia Riccioli, Nicola Bono, Piero Meli, Pina Magro, RTM, Salvatore Ignaccolo, Stefano Trombatore

Foto e video…

https://www.facebook.com/100005604011312/videos/pcb.1856093324587450/481144117039063

Il professor Enzo Monica, che ci ha accolti nel centro culturale da lui presieduto. Grazie dell’accoglienza!
Il tavolo dei relatori…
Nel parterre, anche Pina Magro, una delle autrici antologizzate. Grazie della presenza!
Io, Domenico Pisana e Nicola Bono.
Giuseppe Macauda…
Sola et pensosa…

https://www.facebook.com/100005604011312/videos/pcb.1856093324587450/5256574947694546

Corrado Di Pietro, di cui conosco la vena poetica in italiano e in dialetto, relatore dal garbo raro, signorile nei modi e nella parola… spesso ci siamo incontrati in occasione di conferenze e presentazioni presso il Centro Studi di tradizioni popolari “Turiddu Bella”.

Mi ha fatto omaggio di alcune delle sue pubblicazioni, delle quali avrò modo di riparlare qui e su LA CIVETTA.

Ecco le parole di Domenico Pisana:

Gradevole serata quella di ieri sera al Centro Studi “Il Cerchio” di Siracusa, dove è stato presentato il mio saggio di critica letteraria “Viaggio nell’area aretusea. Percorsi di poesia narrativa saggistica”, Armando Siciliano Editore.

La serata si è aperta con i saluti di Enzo Monica, Presidente del Centro; ringrazio il poeta e scrittore Corrado Di Pietro, anche lui presente nel libro, per le parole che ha avuto nei miei confronti e per la piacevole conversazione sullo stato di salute della cultura siciliana e in particolare della Sicilia orientale; anche la presentazione di Maria Lucia Riccioli, saggista, poetessa , pure lei presente nel testo, ha saputo cogliere le coordinate e il filo conduttore che lega tutti gli autori antologizzati: filo contrassegnato da temi sociali, politici, aspetti legati alla memoria, alla tradizione, ai valori spirituali e religiosi, e finalizzati, mediante le opere di poesia, narrativa e saggistica, ad evidenziare che la Sicilia non è solo sinonimo di mafia, di lupara, di arretratezza, ma di sogni, di bellezze, di magie, di odori e di sapori, di mestieri, di speranze e di solidarietà. Questi autori del libro con i loro racconti contengono gocce di luce e invitano il lettore a non lasciarsi sopraffare dall’oscurità di quella Sicilia negativa derivante da una condizione di male che spesso ci circonda, ci condiziona e che ci fa percepire tutto oscuro.

Una domanda di Corrado Di Pietro che mi ha coinvolto è stata quella relativa ai miei rapporti internazionali grazie alle esperienze vissute a Istanbul, Madrid, in Bosnia, e ai contatti con poeti stranieri del medio oriente.

Queste esperienze e questi rapporti internazionali rafforzano in me il convincimento che – come diceva Igino Giordani – “la civiltà è un sistema d’idee: e le idee sono messe in circolazione specialmente dai libri. Ogni società, soprattutto oggi, è, si può dire, quale i suoi libri la fanno”.

Ringrazio gli organizzatori dell’incontro, al quale sono andato in compagnia di mio figlio Gabriele e di Giuseppe Macauda, componente del Caffè Quasimodo di Modica, che ringrazio.

Viaggio nell’area aretusea. Percorsi di poesia narrativa saggistica
Domenico Pisana ospite del Centro Studi “Il Cerchio” di Siracusa
Libro “Viaggio nell’area aretusea”. Pisana lo presenta a Siracusa

Sono felicissima che il libro di Domenico Pisana contenente un documentato, acutissimo saggio sul mio romanzo FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA (sulla biografia e la poetica della poetessa e patriota netina Mariannina Coffa) venga ripresentato…

Ecco cosa ne scriveva lo stesso Domenico Pisana quando uscì.

È uscito, per i tipi dell’Editore Armando Siciliano, il mio nuovo libro di critica letteraria, pagine 271, costo 20 euro,

“Viaggio nell’area aretusea. Percorsi di poesia narrativa saggistica , ove mi occupo di alcuni poeti, scrittori e saggisti dell’area aretusea del Sud est siciliano: Giovanna Alecci – Giuseppe Blandino – Nicola Bono – Corrado Calvo – Luca Campi – Corrado Di Pietro – Angelo Fortuna – Salvatore Ignaccolo – Pina Magro – Piero Meli – Gioia Pace – Ignazia Iemmolo Portelli – Maria Lucia Riccioli – Annalisa Stancanelli – Stefano Trombatore.

Prossimamente sono in programma due presentazioni: a Rosolini e a Siracusa

Queste le parole di Domenico Pisana…

Ringrazio ancora una volta Domenico Pisana per avermi inserita in questa sua raccolta di lavori critici…

Essere recensiti fa piacere, ma essere oggetto di esame stilistico, narratologico, storiografico, essere indicati come “rappresentanti” letterari della propria area geoletteraria di riferimento è veramente gratificante.

https://l.facebook.com/l.php?u=https%3A%2F%2Fwww.radiortm.it%2F2020%2F06%2F29%2Fviaggio-nellarea-aretusea-il-nuovo-libro-di-domenico-pisana%2F%3Ffbclid%3DIwAR1fMq6mij7WjtWLRk4ytfh-hnIdKn43r___k4PhDn1YjBHwvLEF_W0NzCg&h=AT3SAY3Axdj0iZikT2_TtcZrgCYAMXMg9MWhLagW8CGmbEU-lwKCKPaz3U7XOfkOCs3Afck9dpHlSwmMbbpUl5AP5t-YlkdCS61zQxnVMo80EX6_tmj0U9WCTqeOohLV&__tn__=H-R&c%5B0%5D=AT3zrS3NQI6BEYhjnP7uJf0eYIkInr2AZScz7LyTuBxVVkf9gf1B98kOJ6gftE1n1TdODjRKNV9Xa9XaGckUmLKh7RgAvZCo6-4ZHmCVwXEij0d67qPxeJerS5NmgMxaGrQBKyNwgV-K1B8Igdp_

L’Editore Armando Siciliano pubblicherà nei prossimi giorni un nuovo libro di critica letteraria di Domenico Pisana.
“Viaggio nell’area aretusea. Percorsi di poesia narrativa saggistica , 271 pagine, è il titolo del volume, ove Pisana si occupa di alcuni poeti, scrittori e saggisti dell’area aretusea del Sud est siciliano:  Giovanna Alecci – Giuseppe Blandino – Nicola Bono – Corrado Calvo – Luca Campi – Corrado Di Pietro – Angelo Fortuna – Salvatore Ignaccolo – Pina Magro – Piero Meli – Gioia Pace – Ignazia Iemmolo Portelli – Maria Lucia Riccioli – Annalisa Stancanelli – Stefano Trombatore.
L’opera è un percorso che fa interagire sensibilità letterarie diverse, ma animato dal bisogno di mettere in luce “l’identità collettiva” contemporanea di un’area geografica della Sicilia, quella che viaggia tra gli iblei e l’aretuseo, ove, come già in passato, è presente una vivacità culturale rilevante, di cui gli autori presi in esame sono una testimonianza apprezzabile nella sua oggettiva espressione. Il lavoro critico punta lo sguardo sia su opere poetiche, sia di narrativa e saggistica, focalizzando le coordinate portanti ed essenziali dei testi presi in esame, i quali si integrano nell’unità di una dichiarazione di congruenza ad un insieme, ad una prospettiva cognitiva, filosofica, antropologica, etica ed estetica, di cui il poeta o lo scrittore è implicitamente portatore.
“Se – ci dice Domenico Pisana citando lo scrittore Samuel Johnson – ‘la peggiore cosa che si possa fare a uno scrittore è non parlare delle sue opere’, la scelta, per noi, di parlare di questi autori contemporanei operanti nell’area siracusana, rappresenta il bisogno di costruire una “testualità della cultura” alla luce dell’impegno letterario di ognuno, proteso a implementare la crescita umana, sociale e culturale del territorio del Sud est della Sicilia”.
Il saggio offre di ogni autore brevi note biografiche e un’antologica  di testi che disegna i “mondi possibili” di un patrimonio letterario declinato con creazioni artistiche efficaci e stimolanti. Le poesie o i racconti scelti sono parti della struttura generativa dell’opera, e tendono a evidenziarne i livelli costitutivi: tematico, ideologico, simbolico, stilistico, metanarrativo, discorsivo.
“Questi autori del siracusano – prosegue Pisana – sono poeti e scrittori accomunati dal linguaggio dell’essere, della spiritualità, dei principi etici, dei valori, e che con le loro opere forniscono un importante contributo di riflessione alla società contemporanea, sollecitando il bisogno di diventare costruttori di bellezza testimoniata attraverso il nesso tra etica ed estetica che pervade ogni forma di arte e letteratura”.

https://www.ondaiblea.it/index.php/it/sapere/libri/10597-%20%E2%80%B9viaggio-nell%E2%80%99area-aretusea%E2%80%BA-il-nuovo-libro-di-domenico-pisana?fbclid=IwAR2yP5vd56IAMvEk2L9dQzbn3r6I7i-6JloC1FJaYa1wv7ovTSm9e8Nb3cQ

https://www.google.com/search?q=viaggio+nell%27area+aretusea&rlz=1C1AVNA_enIT559IT562&oq=viaggio+nell%27area+aretusea&aqs=chrome..69i57j69i60l2.9352j0j4&sourceid=chrome&ie=UTF-8

Ringrazio Domenico Pisana per la graditissima sorpresa…

Vi posto altro materiale…

https://www.ecodegliblei.it/MODICA-LA-VICENDA-DI-MARIANNINA-COFFA-IN-UN-ROMANZO-DI-MARIA-LUCIA-RICCIOLI.htm

IL DRAMMA ESISTENZIALE DELLA POETESSA M. COFFA(1841)

https://associazioneeuterpe.com/tag/sicilia/

INTERVISTA A DOMENICO PISANA: ESSERE SCRITTORI, SICILIANI, ARETUSEI

Mariannina Coffa, 30 settembre 1841-2021

30 giovedì Set 2021

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Il 30 settembre del 1841 nasceva e il 6 gennaio 1878 si spegneva la poetessa e patriota netina Mariannina Coffa Caruso, una delle protagoniste del Risorgimento siciliano ed eroina del mio romanzo FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA uscito per i tipi di Perrone LAB nel 2011 (a 150 anni dall’Unità d’Italia) e poi rieditato da L’Erudita editrice nel 2013.

 

Nel corso di questi anni tante sono state le presentazioni, i convegni, i concorsi letterari, le pubblicazioni cui ho preso parte non solo come autrice del mio romanzo storico sulla Coffa ma anche come “esperta” della poesia e della biografia coffiana.

Occasioni di incontro, di studio, di amicizia nel nome della poetessa netina.

Approfittando dell’anniversario della morte di Mariannina Coffa, vi ripropongo questo studio di Enzo Papa su Mariannina raccontata, studio che cita e analizza anche il mio romanzo, cosa di cui gli sono grata.

https://enzopapa.wordpress.com/2016/09/05/mariannina-coffa-raccontata/
 
 
 

MARIANNINA COFFA RACCONTATA

MARIANNINA COFFA RACCONTATA

Devo innanzitutto esprimere il mio personale compiacimento non solo per l’iniziativa, sicuramente opportuna, che tuttavia va ad aggiungersi alle altre che nel corso degli anni si sono succedute nel tentativo di rendere sempre viva la memoria di Mariannina Coffa e, ma non per ultimo, il mini-convegno del settembre 2000, cioè 14 anni fa, in occasione della presentazione, in questa sala, dell’importante e fondamentale libro di Marinella Fiume, Sibilla arcana1 , con gli interventi di Anna Scattigno dell’Università di Firenze e del qui presente prof. Nicolò Mineo. Ma il mio compiacimento consiste soprattutto nel vedere riuniti insieme, come co-autori, Biagio Iacono e Marinella Fiume, come dire l’amore e la scienza. Senza scienza non basta amore: era questo, se ben ricordo, il titolo di una stroncatura, per certi aspetti feroce, apparsa sul quotidiano “La Sicilia”2 a firma di Marinella Fiume che aveva come oggetto, come bersaglio, la pubblicazione del libro Poesie scelte di Mariannina Coffa3 a cura di Biagio Iacono. Evidentemente da allora se n’è fatta di strada e adesso sembra che si sia capito che amore e scienza devono andare insieme come un inscindibile binomio. Voglio il mio cielo4, questo libro a quattro mani, come si dice, che è stato presentato ieri sera, credo che suggelli definitivamente l’assunto.
Dal titolo del mio intervento si capisce che il tema che mi accingo a trattare non riguarda la poesia di Mariannina Coffa; altri, più competenti di me e anche più affezionati di me a quella poesia l’hanno fatto e continueranno a fare. Io, per mio conto, non mi sono mai occupato criticamente dell’opera poetica di Mariannina, pur conoscendola fin da ragazzo, com’era quasi doveroso essendo io notinese. E ciò per due motivi. Intanto per i giudizi che su di essa venivano espressi da qualcuno dei miei maestri, magari di estrazione crociana e forse anche condizionati da quello che su Mariannina intorno agli anni ‘30 del secolo scorso aveva scritto e sentenziato Carmelo Sgroi5, nume tutelare e punto di riferimento della cultura netina negli anni del Fascismo e in quelli immediatamente successivi all’avvento della Repubblica; poi anche dagli scritti, quasi sempre agiografici, se non melodrammatici, e quindi per me privi di significato e anche antipatici, che periodicamente apparivano a Noto, non solo scritti da dilettanti ammiratori, ma anche da persone di un certo livello culturale, e tutti notinesi, che tuttavia nulla aggiungevano alla conoscenza critica della produzione poetica di Mariannina e invece, quasi sempre si tendeva ad esaltare la poetessa come gloria cittadina e nazionale, sol perché il De Sanctis aveva dettato ad una delegazione di notinesi quattro striminzite e stitiche parole di presentazione per il volumetto voluto dal Comune di Noto, che nulla dicevano, nulla potevano dire e nulla dicono tuttora6.
Ma nel 1957 erano apparse le Le lettere ad Ascenso7, a cura di Gino Raya che con la sua prefazione aggiungeva carne al fuoco, destituendo di valore, come lo Sgroi, la poesia e rinvenendo invece significato narrativo e anche con accenti poetici nelle lettere inviate all’amato Ascenso, suscitando per questo reazioni e risentimenti nella classe dei devoti e ammiratori netini. In verità Raya ne aveva dato anticipazioni su “La Nuova Antologia”8 e su “La Sicilia”9 almeno un paio d’anni prima, nel 1955. Le Lettere aprivano nuovi scenari, più sulla figura, sulla vita, sulla vicenda umana, che sull’opera poetica di Mariannina. Quelle lettere, in numero di 39, si leggevano come un romanzo e per certi aspetti scendevano come una mannaia e aprivano nuovi orizzonti sull’avventura umana della poetessa e portavano crudelmente alla luce, e nei particolari, quel che da sempre sottilmente si sapeva o semplicemente si sospettava. Le Lettere costituivano in effetti il romanzo d’amore di Mariannina per Ascenso. Non solo. Ma in esse facilmente si potevano rinvenire molte chiavi di lettura di tante poesie apparse, prima, di difficile decodificazione. La dichiarazione dei rapporti di Mariannina con Migneco e con Bonfanti, con l’omeopatia e col magnetismo, con la simbologia massonica e con i valori culturali e ideologici ad essa connessi, consentivano una più facile comprensione delle difficoltà ermeneutiche, della penetrazione della produzione lessicalmente occulta, simbolica e anche visionaria. E proprio di esperienza visionaria ha parlato anche Nicolò Mineo: La poesia della Coffa – egli ha scritto – somiglia ad una esperienza di tipo visionario. Chi conosce o ha esperienza di come siano organizzate le scritture dei Mistici, guidate o legate da esperienze confessionali, vede che ci sono in M.Coffa molti punti in comune con questi10.
Insomma, con la pubblicazione delle lettere si dava inizio, così, al mito della “Capinera di Noto”, come lo stesso Raya ebbe a definirla, il quale tuttavia era consapevole che le lettere da lui pubblicate, importante testimonianza psicologica, letteraria e di costume, costituivano appena l’inizio di una storia crudele e terribile che sicuramente avrebbe conquistato altri orizzonti con la pubblicazione di altre lettere del carteggio amoroso e non solo di quello, ma anche quello con il canonico Sbano, con Giambattista Lupis, con Filippo Pennavaria e col ritrovamento di altre lettere andate smarrite. (Vedi, ora, il voto compiuto in Voglio il mio cielo!)
Dunque le lettere, l’epistolario amoroso. E’ questo che più ha acceso l’interesse per Mariannina Coffa, mettendo in subordine la sua poesia, inserendola, secondo me correttamente, nella produzione letteraria minore del tardo Romanticismo, anche se, come ha scritto Mineo, è una produzione che raggiunge il massimo della letteratura minore ottocentesca.: Ci possono essere gradazioni di minori – egli ha scritto – che si avvicinano al massimo o che vanno sino al niente. Rispetto, quindi, ai tanti “minori” della provincia italiana ed anche dei grandi centri culturali, sicuramente la Coffa si colloca in una posizione che è di assoluto e grande rilievo11.
Ora, mentre Francesco Genovesi o Giuseppe Leanti potevano scrivere la Storia di una martire12 e Una poetessa della patria e del dolore13, raccontando quel che sapevano o quel che di Mariannina, della sua vicenda umana, era nella memoria collettiva della comunità netina, alimentando, così, una agiografia, una sorta di mitologia iniziata già il giorno successivo alla morte della poetessa, successivamente, dopo il pesante giudizio di Carmelo Sgroi, altri ammiratori, altri amanti appassionati, soprattutto netini, anzi quasi esclusivamente netini, hanno affondato il loro sguardo curioso, quasi famelico, nelle pieghe, nelle ferite, nelle cicatrici di una storia straordinaria, sezionando ogni parola, ogni espressione, ogni costrutto dell’epistolario amoroso, portando alla luce lentamente, piano piano, una straordinaria figura di donna che era rimasta legata e circoscritta ad un’immagine fragile e tremolante. Non intendo entrare nel merito della poesia di Mariannina, pur con gli strumenti interessanti che gli orientamenti critici di oggi ci offrono, perché credo che non ci sia più tanto da dire dopo Sibilla arcana, né quella poesia, pur studiata e inserita nel periodo storico in cui è stata prodotta, può rivelare altro oltre quel che già ha rivelato dopo la pubblicazione delle Lettere a cura di Gino Raya e quelle successive di Francesco Lombardo, di Biagio Iacono, di Teresa Carpinteri, di Marinella Fiume e forse anche di altri. Tentativi, spesso sicuramente ben riusciti, di mettere in relazione tra loro poesia e prosa epistolare, e di rinvenire in quest’ultima, come ho detto, le giuste chiavi di comprensione di oscuri testi poetici.
L’epistolario amoroso è in realtà un romanzo epistolare, così come l’ha ordinato Marinella Fiume che, con un attento e scrupoloso lavoro d’indagine e armata di grande pazienza nel ricostruire, nel datare e nell’interpretare gli originali, è riuscita a pubblicare quel che né Raya, né Iacono erano riusciti a pubblicare, e cioè le lettere di Ascenso a Mariannina per ricostruire – ha scritto – la storia attraverso il dialogo, l’intrecciarsi delle due voci da cui scaturisce una teatralità melodrammatica che esplora aspetti più ampi del costume del tempo e ne rispecchia i meccanismi culturali14. Difficoltà enormi, soprattutto per le lettere di Ascenso, perché, scrive, trattasi di minute zeppe di cancellature e chiamate, spesso a mala pena leggibili, di fogli volanti non numerati, e contenenti a volte missive indirizzate a destinatari diversi, tra cui non è stato facile districarsi per cercare di ricostruire l’inizio e la fine di singole interminabili lettere, talora prive di intestazione o di commiato o semplicemente della firma di chiusura e restituirle alla compiutezza del messaggio15. E allora, come non essere riconoscenti a Marinella Fiume per avere offerto e messo a disposizione degli studiosi, a quelli che hanno scienza e a quelli che hanno amore, un patrimonio di informazioni, di minuterie, di nuove tessere di quel vasto, tragico e amaro mosaico.
Il primo romanzo, o, meglio, la prima biografia romanzata di un certo rilievo si deve, come si sa, a Teresa Carpinteri che nel 1978 pubblica L’eringio16. Tralascio Mariannina e il mal d’amore della novarese Pina Ballario, pubblicato a Roma nel 1956 perché mai ho potuto vederlo e di cui non so nulla. Teresa Carpinteri, originaria di Canicattini Bagni, ma romana di adozione, sorella maggiore della scrittrice Laura Di Falco, aveva già al suo attivo tre romanzi e una serie di premi ricevuti. Quel libro si impose subito all’attenzione della critica perché per la prima volta si ricostruiva, direi filologicamente e minutamente e sulla puntuale scorta dell’epistolario,la storia sfortunata dell’infelice poetessa, una storia dominata da una borghesia socialmente arretrata e conservatrice, arroccata nei suoi pregiudizi, specie per quanto riguardasse la condizione della donna, per di più sotto l’aspetto insolito di intellettuale… che in un arco assai breve di vita, appena 36 anni, maturò e concluse progressiva e sicura presa di coscienza dei suoi diritti di donna nella società; con cento e più anni di anticipo rispetto a quel che succede oggi. Così scrive nel risvolto di copertina la Carpinteri. Da quel libro e dai suoi precedenti articoli su Mariannina pubblicati su “La Fiera Letteraria” (1972) e su “La Nuova Antologia”, ma anche su “Netum” (1976), prese avvìo un rinnovato e diverso interesse per Mariannina, ma più per il romanzo della sua vita che per la sua produzione poetica.
Il libro della Carpinteri che anch’io, come tanti, ebbi modo di recensire, rispondeva al classico modello ottocentesco della “storia di un’anima”, strutturato con la prevalenza della dimensione spirituale su quella della realtà effettuale, cioè, fondamentalmente, come “biografia psicologica” in cui i dati reali della biografia della Coffa interagiscono con la tensione ad intraprendere un viaggio nell’animo femminile. Cosicché emerge spesso tra le due donne una sorta di affinità elettiva, una specie di complicità, che si rivela nell’intromissione diretta, in prima persona, della scrittrice che ripercorrendo le vicende di Mariannina e condividendone slanci e incomprensioni, e sempre partecipe di ogni sommovimento interiore, scopre parallelamente in un personaggio così lontano nel tempo la dolorosa attualità della condizione femminile. C’è nel libro quasi un dialogo tra Teresa e Mariannina, tra biografa e biografata, i cui confini spesso si perdono e sfumano, come quando va in cerca dei luoghi in quella Noto libro aperto, dalle pagine di pietra dove leggere la storia di Mariannina17. Scrive, ad esempio: Impresa disperata ora ritrovare la casa dove morì. Di un solo cenno dispongo, del nome di una strada, via Mazzini, e debole anche questo, oggi che molti nomi sono cambiati da allora. Vado a caso, girovagando a lungo. Oltrepassata la torre dell’orologio di città, su una via Sergio Sallicano costeggio sulla destra l’edificio del carcere dalle persiane abbassate sulle finestre, all’interno lo sferragliare ritmico delle macchine a cui lavorano i carcerati. Mi spingo fino alla chiesa settecentesca del Crocifisso dalla facciata incompiuta, in piazza Mazzini; quel nome è un indizio, torno indietro sui miei passi, gli occhi mi vanno a caso su una lapide….18 Inoltre, l’alternarsi, nella narrazione, della prima e della terza persona, di questo interagire, di questo commentare partecipato, sono sicura testimonianza di quanto detto. Ad esempio, quando presenta la scena del matrimonio, interrompe la descrizione e scrive: Non mi risulta come i C. abbiano giustificato allo sposo l’insolito apparato di quella cerimonia…19; oppure, quando descrive la scena del ballo a Ragusa, scrive: E a questo punto mi piace immaginare Mariannina, tenutasi in disparte dalla finale baraonda, mettersi anche lei a battere le mani, corrugando le ciglia, in una espressione che le era solita nei rari momenti di divertita malizia20. O ancora l’intromissione relativa alla ricerca, a Genova delle strenne della rivista “La Donna e la Famiglia” a cui Mariannina collaborò e dove nel 1875 pubblicò l’ Ode a Giuseppe Migneco: Al mio tavolo di fòrmica e metallo attendo con una certa trepidazione. E giunge il commesso, sorridente e preciso mi dispone accanto le pile dei volumi della “Donna e la Famiglia”21. E tuttavia, tali interventi, insieme alla ricchezza di note a piè di pagina, danno al libro una strana qualità, assai particolare, che sta, appunto, tra la biografia romanzata, l’autobiografia e il saggio critico. Si aggiunga a ciò le innumerevoli citazioni dalle lettere con relativi e puntuali riferimenti e richiami e anche un breve intermezzo in cui la Carpinteri immagina un dialogo concitato, quasi alterco, tra Mariannina ed Ascenso, tratto dal carteggio e teatralmente presentato. Allora, si tratta proprio di un romanzo, come si attesta nella copertina? Non credo. In ogni caso, il libro aveva una sua intrinseca necessità e valide motivazioni, e come tale si proponeva ai lettori, agli ammiratori e agli studiosi della figura e dell’opera di Mariannina Coffa. In quegli anni, sappiamo bene, si discuteva animatamente sulla funzione del romanzo.
Ma quanti sono i notinesi, me compreso, che si sono incontrati con Mariannina Coffa? Tanti, in verità, hanno voluto dire il loro punto di vista, tanti hanno scritto articoli e interventi di varia natura; qualcuno, come il mio amico Biagio Iacono, ne ha fatto come un suo tema dominante e ha dedicato, si può dire, gran parte della sua vita intellettuale allo studio, alla conoscenza, alla fruizione, e alla diffusione della figura e della poesia della nostra poetessa. E tuttavia scarsa, a mio avviso assai scarsa, risulta l’attenzione critica sulla poesia di Mariannina, sulla sua piagnucolosa, dolorante, lacrimosa produzione poetica. E neppure in questo convegno mi sembra che ci sia stata particolare attenzione al problema. La vicenda personale e umana ha sempre avuto il sopravvento. Proprio su quella tristissima storia personale, Corrado Marescalco, un poeta anch’egli netino, nel 2003 ha voluto raccontare a modo suo “la triste storia di Mariannina Coffa”22; è questo, infatti, il sottotitolo di una biografia strutturata come un dramma in quattro parti ed un epilogo, dove vengono chiamati ad agire i personaggi più importanti di quella atroce vicenda umana ognuno per la sua parte, amici e nemici, samaritani e carnefici di questa giovane che avrebbe potuto avere ben altro destino23. Un’opera che, nella sua semplicità e direi quasi innocenza, testimonia un’ accorata partecipazione sentimentale, umana ed emotiva. Mettendo a confronto, in dialoghi accesi e vibranti i personaggi della storia, Marescalco sa restituire il clima di quegli anni che certamente ha studiato e conosciuto attraverso l’epistolario amoroso e non solo esso.
Lo studio di Angelo Fortuna Mariannina Coffa, L’Incompiuta24 si propone come racconto e insieme come saggio critico e l’autore correda di note entrambe le parti in cui divide il suo lavoro, aggiungendo una bibliografia degli scritti di e su Mariannina Coffa. La prima parte, infatti, è sostanzialmente il racconto della vita di Mariannina, dalla nascita ai funerali, dalla culla alla tomba. Fortuna racconta i vari momenti della vita di Mariannina, e li commenta a suo modo, deducendo e interpretando, leggendo tra le righe del carteggio amoroso anche il non detto, a volte anche proponendo sue soluzioni come quando di Ascenso Mauceri dice di riuscire a comprendere il giovane, ma non l’uomo maturo, l’umanista, lo scrittore, l’intellettuale che nel corso degli anni non poté realizzare il dramma interiore dell’amica, il suo desiderio di comprensione se non di perdono. Se questo fosse avvenuto, probabilmente le sofferenze morali della poetessa non sarebbero rimaste così fulminanti ed intense25. Riconosco al mio amico Angelo ottime capacità e lucidità di analisi, ma non sono d’accordo con lui su alcuni punti, sia quando, ad esempio ritiene che la Coffa non sia da collocare nel migliore dei casi tra la cosiddetta letteratura minore26, o quando, pur ritenendo fondamentale la raccolta delle lettere ordinata da Gino Raya, che egli dichiara essere stata la sua fonte principale, resta dell’opinione che la fama della Coffa resti più saldamente ancorata alla produzione poetica, lirica. Non se la prenda il mio amico, se io sono di opinione contraria, me egli sa bene che diverse voci fanno o potrebbero fare dolci note. Ogni opinione merita di essere rispettata ed io rispetto la sua, come rispetto la lettura delle poesie che egli affronta nella seconda parte del suo libro, premettendovi una breve introduzione, una giustificazione, un redde rationem. Cercherò –egli scrive – per quanto possibile, di ridurre all’essenziale i giudizi di merito, dal momento che lo scopo del presente studio è di avvicinare i lettori alla lettura di Mariannina Coffa, i cui versi, contrariamente alla convinzione di Gino Raya, che ha però l’indiscutibile merito di aver messo in evidenza il valore letterario e umano della corrispondenza col Mauceri, non meritano di essere sepolti nell’oblio. Varie composizioni, è vero, mancano di elaborazione artistica e di intensità poetica; molte altre, però, possono degnamente figurare in qualunque raccolta antologica comprendente i migliori poeti dell’Ottocento. Ignorarlo non è più possibile. La sua voce, poco ascoltata finora, merita certamente un posto non secondario nel panorama letterario italiano27. Passa quindi ad esaminare le varie raccolte, dalla prima, Poesie in differenti metri28 della tredicenne fanciulla fino ai versi della maturità, agli ultimi versi. Non entro nel merito della produzione poetica giacché, come ho detto, non è questo, qui il mio compito, ma non posso non dichiarare che, a mio avviso, nelle poesie l’oggetto amoroso viene spesso caricato oltremodo di segnali positivi e tende ad assumere connotazioni di maniera, sciogliendosi nei luoghi comuni del dettato tardo-romantico e facendosi altra cosa dal sentimento interiormente inteso; liriche, ritengo, di maniera, in cui il sentimento dovrebbe scorrere pianamente perché frutto non certo di una menzogna poetica, ma di una macerata prospettiva intima, e allineate e vincolate a forme compositive che altri già si sono lasciati alle spalle. E, ancora una volta, non posso non dichiarare di non essere d’accordo, con Angelo Fortuna sui rapporti di Mariannina con la Massoneria. Commentando infatti la famosa ode dedicata a Giuseppe Migneco, Fortuna ritiene che sbaglia chi pensa che il contatto con la massoneria totale, tramite il Migneco, abbia allontanato la poetessa dalla fede dell’infanzia, il giro della ruota: dalla visione cristiana all’armonia universale, all’immortal concetto. Lo dimostrerebbe anche l’uso, evidente, del linguaggio iniziatico. Indiscutibile l’accostamento alla Massoneria, indiscutibile l’influsso del medico omeopata su di lei. Ma sembra altrettanto indiscutibile che della Massoneria abbia recepito tutto ciò che poteva armonizzarsi con la fede in Gesù Cristo, nella trascendenza e nell’al di là cristiano: il ”gran concetto” per lei è, in sostanza, la verità cristiana29 . Io non ne sono convinto, non propendo per questa interpretazione; ma forse è per questo che Fortuna, quando racconta i funerali della Coffa, non fa alcun accenno alla presenza delle “insegne” massoniche, che pure c’erano, né che la “Loggia Elorina”, fondata da Lucio Bonfanti, fece imbalsamare il corpo della poetessa dal Dottor Francesco Orsoni e dal Dottor Corrado Rubera30, come attesta il cronachista netino sac. Corrado Puglisi. Ma tant’è. Ogni confronto è sempre produttivo, soprattutto per chi ritiene, come me, di non avere in tasca le chiavi della verità, che anzi va cercando.
Ancora nel 2003 un’altra biografia raccontata, La capinera che non sorrise31. di Concetto La Terra. Il ragusano La Terra, guidato da Biagio Iacono, ha voluto realizzare “un suo antico voto personale” come quello di porre un altro umile fiore ibleo sulla memoria della Donna e della Poetessa”. Ed è lo stesso Iacono ad affermare, nell’introduzione, che egli merita, proprio per questa sua candida semplicità letteraria, tutto il nostro sentito consenso emotivo specie quando, immergendosi nell’interiore travaglio di Mariannina, ne ripercorre con personale partecipazione i sogni e le angosce, ne mette a fuoco il dramma dei suoi quotidiani rapporti in seno alla Famiglia Morana di Ragusa, quando si reinventa nel dialetto ibleo del tempo pure i dialoghi con gli oltraggiosi o medievali rimproveri del rozzo Suocero verso la Nuora poetessa, istruita e… per questo, disonorata!32 . Tanto basta.
L’ultimo e più recente racconto della vita di Mariannina si deve alla siracusana (ma fattasi quasi adottare da Noto) Maria Lucia Riccioli che nel 2011, anno del 150° dell’Unità d’Italia, pubblica Ferita all’ala un’allodola33, ristampato da Giulio Perrone lo scorso anno. Non si tratta di un romanzo e di ciò ne hanno consapevolezza sia Paolo Di Paolo nei risvolti, sia Lia Levi che in quarta di copertina scrive che una ricerca storica tanto approfondita e minuziosa farebbe presupporre un romanzo che tragga il suo valore dalla forza dei fatti. Niente di più sbagliato. Del resto il termine “romanzo”, di cui oggi tanto impropriamente si abusa, non appare neppure in sottotitolo. Ferita all’ala un’allodola (verso preso in prestito, come dichiarato in epigrafe, dal visionario William Blake) è propriamente una biografia romanzata che va a fare il paio con quella di Teresa Carpinteri e che nulla aggiunge di nuovo alla conoscenza della biografia umana e intellettuale di Mariannina. Costruita, come l’altra, sul carteggio amoroso e su quanto da esso sia facile intuire, il pregio di questo libro tuttavia può essere squisitamente letterario, anche se, a mio avviso, esso è condizionato da una scrittura che alterna a lampi di sicuro e lucido lirismo la pesantezza della lezione linguistica di Camilleri. L’uso, infatti, di una terminologia dialettale ormai datata, a cui spesso la Riccioli ricorre e che non so se resiste ancora nell’inventore del commissario Montalbano, (è monotono, non lo leggo più, che altro avrebbe da dire?) è trapassato da gran tempo in favore di un uso smaliziato, originale, sapiente della lingua italiana che è la quarta lingua del mondo. Ma si sa, queste sono posizioni personali, poiché so bene che non si può stabilire a priori una lingua della narrazione o conformarsi a norme prestabilite e codificate. E mi viene in mente quel che diceva Vann’antò’: “nun è u cuntu ca importa, ma comu si cunta”. E tutti capiamo cosa vuol dire. Ma c’è, a mio avviso, un altro pregio, in questo libro, e cioè la capacità della scrittrice di saper costruire il testo con una sapiente tecnica di montaggio dei vari lacerti biografici e ricomporre il tutto in una unità armonica e, direi, cantante, cantilenante, come una sinfonia, soprattutto con l’elegante, soffice inserimento, tra le righe, della sua sensibilità e della sua capacità di commuoversi e di commuovere. Ma anche, e non è un aspetto del tutto secondario, la minuziosa e convincente ricostruzione del milieu storico nel tentativo, abbastanza riuscito, di ricomporre un ritratto, il più autentico possibile, rimettendo a posto i ruoli e i personaggi, scavando nelle situazioni, tracciando un quadro insieme storico e sociale. Ne vien fuori, alla fine, uno spaccato del tempo di cui si denunciano i sintomi negativi attraverso la reale mancanza di una dialettica sociale e culturale, ma assegnando a Mariannina un ruolo di indiscussa protagonista, quasi di eroina, anche se probabilmente caricata eccessivamente di positività.
A raccontare Mariannina, oltre che a studiarla con scienza ed amore, non si è sottratta neppure Marinella Fiume, che ha scritto un racconto, Notte chiara, riportato anche nel citato libro di Concetto La Terra; un racconto di poche pagine che scruta col fulmine della sintesi e in profondità la personalità di Mariannina utilizzando un iter narrativo dai tocchi leggeri e sapienti.
Ma prima di concludere desidero con qualche esempio, mettere a confronto la trasfigurazione narrativa che nelle varie narrazioni è stata fatta delle lettere di Mariannina, soprattutto della famosa lettera del 9 marzo 1870 che ovviamente qui sarebbe stato troppo lungo riportare34.

La scena del matrimonio
Mariannina
Sposai all’alba – la chiesa era deserta – camminavo come trasognata e mi pareva di non essere più sulla terra. Mio padre non mi accompagnò – non ebbi accanto un amico – da un lato avevo mia madre confusa e dolente anch’essa, dall’altro lato mio suocero, che col suo viso arcigno mi faceva spavento come l’angelo del male. Nicastro mi guardò commosso, e non ho obliato quello sguardo. Vi fu un istante in cui, senza parlarci, noi ci svelammo una lunga storia di dolori, di tradimenti, di miserie. Io ero impassibile –quando mi si pose in dito l’anello, Nicastro aveva gli occhi pieni di lagrime e non poteva leggere la lunga orazione latina di cui non compresi una parola. Terminata la cerimonia, ritornammo a casa; ma le strade erano ancora deserte perché di buon mattino. Presso la soglia della chiesa vi erano una povera e una fanciulla –forse avevano assistito alla cerimonia. La vecchia ci si accostò per chiedere l’elemosina e intanto diceva alla fanciulla: “è una sposa, come è bella, come è contenta”. Poverra donna! io non fui mai bella –ma d’onde argomentò la mia contentezza? – ero vestita modestamente e nulla in me addimostrava la sposa.
Carpinteri
Le nozze furono celebrate all’alba, con carattere di estrema riservatezza, dall’amico Sebastiano Nicastro; che alcuni giorni prima aveva ricevuto, come di rito, il “reciproco e libero” consenso degli sposi. Nicastro mi guardò commosso e non ho obliato quello sguardo. Vi fu un istante in cui, senza parlarci, noi ci svelammo una lunga storia di dolori, di tradimenti, di miserie. Io ero impassibile. Quando mi si pose l’anello al dito – da rilevare, non accenna mai allo sposo, nemmeno nel momento saliente della cerimonia- … Nicastro aveva gli occhi pieni di lagrime e non poteva leggere la lunga orazione latina di cui non compresi una parola. Era vestita modestamente, “nulla in lei addimostrava la sposa”, da un lato la madre, dall’altro il suocero. Il padre non la aveva accompagnata. Due testimoni e nessun invitato… All’uscita la sposa scese macchinalmente i gradini, la mano appoggiata al braccio del marito. Ancora di buon mattino, si avviarono per le strade deserte (pag. 127).
M. Fiume
Già, le sue fastose nozze! La chiesa deserta… camminava come trasognata nel suo modesto vestito…le pareva di non essere più sulla terra. Non c’era suo padre al suo braccio… glien’era mancata la faccia… da un lato sua madre, confusa e preoccupata, dall’altro il viso arcigno di suo suocero. Impassibile si fece mettere l’anello di gemme al dito. Le strade al ritorno deserte…Davanti alla soglia della chiesa una vecchia mendicante: “ Che bella sposa! E com’è felice!”, mentiva per ricevere una generosa elemosina…(pag. 107)
M.L. Riccioli
Padre Saverio Nicastro finì di pronunciare le parole del rito –strano matrimonio, strano davvero… I testimoni quasi seccati di dover presenziare…I genitori della sposa…una mummia impietrata lei, e dov’era Salvatore Coffa?… non aveva accompagnata la figlia all’altare… Fece giorno. Era e non era giorno ancora… Le strade deserte s’andavano animando poco a poco. Lo strano corteo nuziale venne fermato da una vecchia e una fanciulla.
-E’ una sposa… com’è bella, com’è contenta..
Morana, per farla tacere, le cacciò in mano una moneta. Mariannina alzò la testa. La vecchia la guardò e smentì con gli occhi la bugia detta per rimediare un’elemosina svogliata. (pagg. 162-163)

La scena del pranzo

Mariannina
Giunte a casa trovai la sola famiglia Sierna, il Nicastro e il Notaro Luigi Perricone. Restammo tutti insieme pel pranzo. Mio Padre si sentiva poco bene, e pareva invecchiato di venti anni. Si pranzò; non vi era gioia, non accenti scherzevoli, eravamo come fantasmi – perchè l’amore non allegrava il convito. Ascenso, non oblierò mai le lagrime di mio fratello Peppino durante quell’eterno pranzo. Era gioia – era dolore?

Carpinteri
Il pranzo si svolse sullo stesso tono della cerimonia. Soli invitati il notaio e il sacerdote Nicastro, i familiari di Peppina Siena… Durante quel pranzo “interminabile” il pianto improvviso del fratello Peppino. Lo guardò con distaccata meraviglia, non apparteneva ormai lei ad un altro mondo’? E perché egli piangeva, “era gioia, era dolore”? (pag. 127)

Riccioli
A casa i Siena, padre Nicastro e il notaio Luigi Perricone. Il pranzo sembrò un convito di fantasmi. Peppino lacrimava sul piatto. Salvatore Coffa non sostenne lo sguardo della figlia e sedette a tavola senza quasi toccare cibo. Sembrava che quella mattinata l’avesse invecchiato di vent’anni.(pag. 163-164)

La Terra
Al pranzo erano presenti i Siena, il notaio e il prete Nicastro: Peppino, forse per la gioia di veder Mariannina sposata oppure perché andava a Ragusa, ruppe in un pianto senza fine rendendo quel pranzo ancor meno nuziale. (pag. 44)

La scena dell’anello

Mariannina
Prima di partire Peppina mi confessò tutto – essa era stata avvisata, sapeva pria di me l’intreccio del matrimonio, e aveva agito per la mia felicità. Mi donò un piccolo anello, che mi pose essa stessa al dito accanto a quello che mi si era dato in chiesa. “Così va bene, mi disse, accennando ai due anelli, l’amore e l’amicizia”. Ci guardammo, e forse si spaventò del mio sguardo, perché io mi tolsi dal dito l’anello di sponsalizio e lo conservai. “Pensi al passato? –mi disse sbigottita- alienati, hai fatto un sacrifizio, ed hai messo la pace nella tua famiglia”. Io non risposi, ma sin d’allora non portai più l’anello di gemme.

Carpinteri
In camera, già vestita da viaggio, badava agli ultimi preparativi. Peppina Siena, in aria misteriosa e insieme trionfante – Bene, ora che è fatta, voglio dirti proprio tutto: io sapevo dell’intreccio di questo matrimonio quando tu non ne sapevi niente… Se qualche volta ho esagerato nel riferirti qualche cosetta, devi pur credere, lo ho fatto per la tua felicità. La fissò in volto senza capire, come colta nel sonno…La guardò in fondo agli occhi, con le ciglia corrugate. Quella abbassò la testa, come intenta ad infilarle al dito un suo piccolo anello accanto a quello nuziale:- Così va bene – disse – l’amicizia accanto all’amore. Per tutta risposta si sfilò dal dito il recente anello nuziale con le gemme e lo ripose, decisa a non più portarlo.
-Pensi al passato?
Le voltò le spalle.(Pag. 128)

La Terra
Mentre, poi, Mariannina si preparava per il viaggio, Peppina –l’amica fidata – tutta contenta le disse: “ Ora che ti sei sposata, voglio dirti tutto. Io sapevo di questo matrimonio, se non ti ho detto nulla avrò anche esagerato un po’, ma l’ho fatto per il tuo bene e per la tua felicità”… La fissò negli occhi atterrita e con quello sguardo l’accusava d’infamia. Peppina, intanto, s’era sfilato un anello e glielo mise al dito accanto a quello nuziale dicendole.” L’amicizia accanto all’amore”! Mariannina non rispose e, poi, cosa mai avrebbe potuto dirle, se anche lei l’aveva tradita? (pag. 44)

Riccioli
Peppina l’abbracciò prima di partire, prese la sinistra di Mariannina e le pose al medio, accanto all’anulare ingemmato, un anello.
-Così va bene: l’amore e l’amicizia.
Mariannina si tolse la fede nuziale e trapassò l’amica con uno sguardo che l’atterrì. Dunque le scottava, quell’anello. Sposa da poche ore e non sopportava di sentirselo addosso. Peppina lottò per ricacciare indietro le lacrime, per trovare parole per…Trovò quelle che le parvero più adatte…
– Io sapevo tutto, ma ho agito per la tua felicità…perché pensi al passato? Hai fatto un sacrificio, ed hai messo la pace nella tua famiglia.
Mariannina si passò le mani sull’abito da viaggio.
– E’ tardi, devo andare. (Pag. 164)

La scena della treccia

Mariannina
Quando io guardo questi oggetti sì cari, dico talora a me stessa: conservò Ascenso i miei capelli? O li distrusse inesorabile per distruggere con essi la memoria di colei che lo aveva tradito?…Oh se sapeste: quando venni qui, quando ero costretta a vestirmi con eleganza per ricevere le persone che mi visitavano, io intrecciavo i miei capelli innanzi alla cognata che mi faceva compagnia e mi amava come una sorella. Peccato!, mi disse un giorno, ti manca quasi la metà di una treccia – e come è avvenuta questa disgrazia? – Disgrazia! Aveva ragione. Balbettai alcune parole di scusa e mutai discorso.
Carpinteri
Doveva cambiarsi in tutta fretta, vestirsi con eleganza; arrivava gente in visita, a conoscere la nuova sposa. La aiutava ad acconciarsi la cognata Lucia, sposata al Comitini, la sola a mostrarle qualche familiarità di sorella: – Peccato, ti manca quasi la metà di una treccia. E come ti è successa questa disgrazia?
-Disgrazia.
(Ancora Ascenzio, la ciocca che gli aveva regalata. “Conservò egli i suoi capelli, o li distrusse inesorabile per distruggere con essi la memoria di colei che lo aveva tradito?” (pag. 137)
La Terra
Nei primi giorni fu tutto un ricevimento di parenti ed amici, fra i quali venne anche a renderle omaggio il Dott. Filippo Pennavaria, medico della famiglia. Mariannina, sempre elegantemente vestita, veniva aiutata dalla cognata Lucia che, pettinandola, s’accorse della ciocca di capelli mancante e, tutta stupita, le chiese: “Come ti è capitata questa disgrazia?” Ella trasalì, inventò una scusa e, col cuore, ricordò quando s’era tagliata quella ciocca per darla in pegno d’amore ad Ascenzio. Mille idee e mille pensieri invasero la sua mente (pag. 46).
Riccioli
Mariannina disfaceva il pratico toupet e le onde dei capelli, non più domate da mollette e fermagli, dilagavano sulla schiena sul collo sul petto. Poi, davanti alla cognata Comitini, l’unica che le volesse un po’ di bene e che dagli occhi non saettasse invidia o veleno, iniziava ad intrecciarli.
-Peccato!
-Che cosa?
-Ti manca quasi metà d’una treccia… e com’è avvenuta questa disgrazia?
Mariannina balbettò qualche parola di scusa. –Oh.. una pilucchera inesperta, quando mi fidanzai con vostro fratello… io ero nervosa e…
Poteva dirle che Ascenzio custodiva i suoi capelli? O forse no, li distrusse inesorabile per distruggere con essi la memoria di colei che lo aveva tradito… (pag. 208-209)

Mi avvìo a concludere, ma devo anche dire che Mariannina è stata raccontata anche in versi e per questo, visto che di una poetessa stiamo trattando, mi piace leggervi una poesia in dialetto siciliano di Gaetano Passarello, pubblicata nella sua raccolta titolata La carcarazzata35, anche per fare omaggio ai “cugini” ragusani:

A RAGUSA DAVANTI ALLA CASA
DI MARIANNINA COFFA

All’angulu di ‘na strada c’è ‘palazzu
ca pari ca vulissi arriparari
di tramuntana quannu c’è vintazzu
li massari ca stannu a raggiunari
di provuli, furmaggiu e di viteddi.
E’ na fudda d’ommini vistuti
di nivuru affumatu. Li cappeddi?
-Sunnu ppi cavaleri arrinisciuti.
Dicinu sti massari rausani
ca se li senti e si li vuoi studiari
pari s’ancora siculi e sicani
sunnu tinuti cca a rapprisintari.
Nuddu s’adduna di ‘na valatedda
unni c’è scrittu un nomu fimminili.
Cca parrunu di caciu e muzzaredda!
Hannu raggiuni, nun su cosi vili!
Ma ‘n ta dda petra quantu ‘n fazzulettu
c’è scrittu un nomu: Coffa Mariannina.
Arreri a stu barcuni avia lu lettu,
e di cca s’affacciava ogni matina.
Vardava u celu, la chiesa e la campana
E s’asciugava l’occhi lacrimanti.
Pinsava alla sua Notu assai luntana
E pinsava puru a lu so amanti.
Poi riturnava intra muta e stanca
E tanti versi amari idda scrivìa
Dicennu: Ascenzu miu, tuttu mi manca,
nun pozzu cchiù campari senza tia.
E morsi, e fu pp’amuri ca sinn’ìu!
Scrivennu versi chini di duluri.
Ora è luntana ed è vicina a Diu
E nui sintemu ancora lu so’ amuri.
Amici ragusani, spissu sentu
Ca tra li dui città, Notu e Ragusa,
c’è un rapportu d’amuri, un sintimentu.
E c’è sta puitissa, sta carusa

C’a a stringiri stu vinculu cuncurri.
E’ comu l’acqua d’un ciumi ‘nto jardinu
C’arrifrisca dui spondi quannu scurri
Abbivirannu rosi e biancuspinu.
Ora non vi scurdati st’angiliddu
Ca scrissi tanti versi ‘nzuccarati.
Se ‘nta dda petra mittiti un ciuriddu
‘nforza l’amuri di li dui citati.

E desidero chiudere con le parole di Gino Raya, per rendere omaggio anche alla sua memoria, al ricordo di chi, nel 1957, con la pubblicazione delle Lettere ad Ascenso, portò all’attenzione degli studiosi l’avventura umana e letteraria di Mariannina Coffa:
Un Comune, anche di modeste possibilità, non dovrebbe mai trascurare il ricordo dei suoi figli migliori, pur senza snaturarne il volto mediante le solite apologie. (G. Raya, Lettera a B. Iacono da Fiuggi, Ferragosto 1984).

NOTE

1 Marinella Fiume, Sibilla arcana- Mariannina Coffa (1841 -1878), Caltanissetta, Lussografica, 2000.
2 Cfr. “La Sicilia”, Catania, 7 giugno 1978, pag. 42
3 Mariannina Coffa, Poesie scelte, a cura di B. Iacono, Noto, Sicula editrice, 1988
4 M. Fiume – B. Iacono, Voglio il mio cielo, Acireale-Roma, Bonanno Editore, 2015
5 Cfr. Carmelo Sgroi, Cultura e movimenti d’idee in Noto nel sec. XIX, Catania, Studio editoriale moderno, 1930, pagg. 67-81. Tra l’altro, nella sua impietosa analisi scrive: …Ma, purtroppo, lo stile abbondante, verboso, cascante, in lei si era come connaturato, sicché quando prendeva a cantare i suoi affetti, non le riusciva di abbandonare la solita maniera, di umiliare la sua mente alla precisione dell’espressione. Ella si abbandonava all’impeto irrompente del verso, all’espressione impropria, vaga, alla facile aggettivazione…
6 Cfr. in M. Coffa, Poesie scelte, a cura del Municipio, Noto, Zammit, 1882. Una delegazione di cittadini promotori dell’iniziativa e innamorati della poesia della Coffa, si recò a Napoli per ottenere dal De Sanctis, ormai vecchio e quasi cieco, un suo giudizio. Il Maestro, che non poteva più leggere, ascoltò le poesie lette da uno dei delegati ed espresse il seguente giudizio che venne pubblicato come prefazione all’elegante volumetto: L’autrice di questi versi non osò essere donna, e cullò tutta la sua vita nei sogni e nei desii vaghi, indefiniti della prima età. Ti giungono sussurri, mormorii, melodie, e non sai onde vengono e dove vanno. Martire della sua anima rimasta vergine e quasi infantile, passò sulla terra, guardando al Cielo dove cercava la patria sua, e dove sperava quiete. Questi versi raccolse la sua città natale con pietosa cura e onorando lei , onorò se stessa.
7 M.Coffa, Lettere ad Ascenso, a cura di Gino Raya, Siracusa-Roma-Milano, Ed. Ciranna, 1957
8 G. Raya, L’occulto fuoco di M. Coffa. Un epistolario inedito, Roma, “La Nuova Antologia”, agosto 1955, pagg. 500-516
9 G. Raya, Le caste e appassionate lettere d’una poetessa siciliana,
10 Nicolò Mineo, Mariannina Coffa in “Sibilla arcana”, (a cura di B. Iacono), in “La Gazzetta di Noto”, n. 4, ottobre 2000, pag. 115.
11 Ibid. pag. 114
12 Francesco Genovesi, Storia di una martire, Napoli, Chiurazzi, 1900
13 Giuseppe Leanti, Una poetessa della patria e del dolore, Noto, Zammit, 1923
14 Cfr. M. Fiume, Sibilla arcana, cit., pag. 151
15 Ibid, pag. 152
16 Teresa Carpinteri, L’eringio, Palermo, Flaccovio, 1978
17 Ibid. pag. 18
18 Ibid. pag. 19
19 Ibid. pag. 127
20 Ibid. pagg. 153-154
21 Ibid. pag. 155
22 Corrado Marescalco, Solitudine – La triste storia di Mariannina Coffa, Noto, Edizioni Pro Noto, 2003
23 Ibid. pag. VI
24 Angelo Fortuna, Mariannina Coffa-L’incompiuta, Noto, Editrice Alveria, 2002
25 Ibid. pag. 27
26 Ibid. pag. 145
27 Ibid. pag. 87
28 M. Coffa, Poesie in differenti metri, Siracusa, Pulejo, 1855
29 A. Fortuna, cit., pagg. 141-142
30 Corrado Puglisi, Cronica della città di Noto, vol. I, 1871-1880, Noto, Edizioni Pro Noto, 1988, pag. 124.
31 Concetto La Terra, La capinera che non sorrise, a cura di B. Iacono, Noto, Sicula editrice – Netum, 2003
32 Ibid. pag. 9
33 Maria Lucia Riccioli, Ferita all’ala un’allodola, Roma, Perrone editore, 2013
34 Tale lettera, scritta da Ragusa e indirizzata ad Ascenso, in quindici facciate, si può leggere integralmente sia nella raccolta di Lettere curata da Gino Raya (pagg. 137-144), sia in Sibilla a,mrcana di M. Fiume (pagg. 314-317)
35 Gaetano Passarello, La carcarazzata, Noto, Sicula Editrice, 1972

Vi offro il mio pezzo inedito a commento del saggio di Enzo Papa, che ringrazio ancora.

Sono onorata e felice che Enzo Papa, studioso e critico oltre che scrittore di non poco merito – “La città dei fratelli”, uscito per Le Edizioni dell’Ariete, è stato una delle mie fonti per scrivere di Mariannina Coffa e del suo milieu storico-politico – nel suo saggio “Mariannina raccontata” (uscito nel volume edito nel 2016 da Armando Siciliano Editore per raccogliere gli interventi del convegno “Sguardi plurali” del 2014) abbia citato e analizzato il mio romanzo storico “Ferita all’ala un’allodola”, che ha come protagonista la poetessa e patriota netina di cui quest’anno ricorrono i 140 anni della scomparsa, avvenuta il 6 gennaio del 1878.

Sentirsi parte di un continuum ininterrotto di studi e di scritti sulla poetessa rappresenta una grande soddisfazione perché ci si rende conto di aver potuto fornire un contributo ancorché modesto alla conoscenza sempre maggiore e approfondita della vita e delle opere di Mariannina Coffa.

Queste mie note costituiscono un semplice ringraziamento ad Enzo Papa ma anche l’occasione per alcune precisazioni.

“Ferita all’ala un’allodola” si pone come un’opera di tipo differente rispetto ai lavori di Biagio Iacono, Marinella Fiume, Angelo Fortuna – che insieme ad altri studiosi della poetessa ho letto e leggo, ammiro e stimo –: per il mio scritto rivendico lo statuto di romanzo, per diversi motivi.

Ben nota Papa che l’epistolario amoroso Coffa- Mauceri costituisce “in effetti il romanzo d’amore di Mariannina per Ascenso”, più precisamente “un romanzo epistolare”, grazie al certosino lavoro di Marinella Fiume che ha ricostruito entrambe le voci del dialogo in forma di lettera e sommamente letterario che è la corrispondenza tra la poetessa e il suo maestro di pianoforte, drammaturgo impegnato nel fermento politico pre e post risorgimentale, docente e primo preside del Liceo di Noto.

Ma anche se possiamo leggerlo come un romanzo, sempre di un epistolario si tratta, mentre il primo romanzo, anzi “la prima biografia romanzata di un certo rilievo si deve, come si sa, a Teresa Carpinteri”: nel 1978, primo centenario della morte di Mariannina, per i tipi di Flaccovio esce infatti “L’eringio” (anche se sarebbe interessante leggere “Mariannina e il mal d’amore” della novarese Pina Ballario, pubblicato a Roma nel 1956). “L’eringio” ricostruisce la vicenda coffiana con scrupolo documentario e a mio modo di vedere con uno stile in cui il narratore – la stessa Carpinteri – spesso interviene dialogando a distanza con la poetessa. Non per questo il libro perde il proprio status di romanzo, come accade per esempio in “Vita” di Melania G. Mazzucco (Rizzoli 2003), in cui l’autrice ricostruisce la vicenda dell’emigrazione del proprio nonno in America, intrecciando alla narrazione il proprio viaggio alla ricerca delle tracce dei propri antenati. Vita e Melania sembra che giochino a rincorrersi, proprio come Teresa e Mariannina ne “L’eringio”: Papa scrive che la “strana qualità, assai particolare” del libro sta nel suo essere una biografia romanzata, un’autobiografia e un saggio critico insieme, cui però il critico non riconosce lo status di romanzo, “etichetta” che io rivendico non solo per il mio “Ferita all’ala un’allodola” ma che credo si attagli anche al libro di Teresa Carpinteri, perché il romanzo, la cui morte è annunciata da almeno un secolo ma il cui necrologio nessuno riesce ancora a scrivere, prevede molti gradi di separazione tra l’ellissi/ eclissi totale del narratore e la sua esibizione o perfino la sua deliberata intromissione nella narrazione.

Ecco cosa scrive Papa a proposito del mio romanzo: “L’ultimo e più recente racconto della vita di Mariannina si deve alla siracusana (ma fattasi quasi adottare da Noto) Maria Lucia Riccioli che nel 2011, anno del 150° dell’Unità d’Italia, pubblica “Ferita all’ala un’allodola”, ristampato da Giulio Perrone lo scorso anno. Non si tratta di un romanzo e di ciò ne hanno consapevolezza sia Paolo Di Paolo nei risvolti, sia Lia Levi che in quarta di copertina scrive che una ricerca storica tanto approfondita e minuziosa farebbe presupporre un romanzo che tragga il suo valore dalla forza dei fatti. Niente di più sbagliato. Del resto il termine “romanzo”, di cui oggi tanto impropriamente si abusa, non appare neppure in sottotitolo. “Ferita all’ala un’allodola” (verso preso in prestito, come dichiarato in epigrafe, dal visionario William Blake) è propriamente una biografia romanzata che va a fare il paio con quella di Teresa Carpinteri e che nulla aggiunge di nuovo alla conoscenza della biografia umana e intellettuale di Mariannina”.

Vero, verissimo il fatto che dietro la stesura di questo romanzo – mi ostino a chiamarlo tale – ci sia stata una ricerca minuziosa e approfondita: gli scritti di e su Mariannina sono stati da me scandagliati non con il piglio dello storico o del critico ma con quello del romanziere, che nelle crepe, nelle fessure, nel non detto, negli strappi e nelle lacune dei documenti cerca il dicibile romanzesco, la narrazione, la descrizione, il dialogo, la polifonia del contesto – per scrivere “Ferita all’ala un’allodola” ho tra l’altro ri-letto tanta narrativa coeva per allenare la mia penna e farla correre al ritmo della scrittura ottocentesca, ho scandagliato carte d’archivio la cui lingua così peculiare è confluita nella mia scrittura; c’è inoltre tanta, tantissima musica in questo romanzo, specie l’opera, che era la colonna sonora del Risorgimento e che sia Mariannina che Ascenso frequentavano sia come fruitori che come dilettanti, cantando e suonando romanze e arie. Ricordo per inciso che Ascenzio Mauceri aveva frequentato a Napoli il Conservatorio di San Pietro a Maiella, da cui erano usciti musicisti del calibro di Vincenzo Bellini. Chi legge “Ferita all’ala un’allodola” noterà gli incastri, le tarsie, gli impasti che ho tentato di fare ri-ascoltando tanta musica dell’epoca e ri-leggendo i libretti d’opera, spesso vera e propria poesia di per se stessi e non solo base per la musica.

Continua Papa: “Costruita, come l’altra, sul carteggio amoroso e su quanto da esso sia facile intuire, il pregio di questo libro tuttavia può essere squisitamente letterario, anche se, a mio avviso, esso è condizionato da una scrittura che alterna a lampi di sicuro e lucido lirismo la pesantezza della lezione linguistica di Camilleri. L’uso, infatti, di una terminologia dialettale ormai datata, a cui spesso la Riccioli ricorre e che non so se resiste ancora nell’inventore del commissario Montalbano, (è monotono, non lo leggo più, che altro avrebbe da dire?) è trapassato da gran tempo in favore di un uso smaliziato, originale, sapiente della lingua italiana che è la quarta lingua del mondo. Ma si sa, queste sono posizioni personali, poiché so bene che non si può stabilire a priori una lingua della narrazione o conformarsi a norme prestabilite e codificate. E mi viene in mente quel che diceva Vann’antò’: “nun è u cuntu ca importa, ma comu si cunta”. E tutti capiamo cosa vuol dire”.

Papa riconosce pregi letterari al mio romanzo, ma contesta l’utilizzo del dialetto e per di più di un dialetto camilleriggiante, se mi si passa il termine. La mia familiarità con il dialetto è di lunga data: sono cresciuta perfettamente bilingue grazie alla sapienza di mia madre – posso davvero dire che il siciliano è per me lingua mater in tutti i sensi – e frequento il dialetto anche per scrivere poesia: è del 2014 il mio “Quannu ‘u Signuri passava p’ ‘o munnu”, uscito per i tipi di Algra Editore, in cui ho messo in versi i “cunti” dei miei nonni materni, lavoro più che decennale. Mi sono nutrita di Verga, Capuana, Pirandello, Sciascia, Bufalino, Consolo e non solo: amo Martoglio e altri grandi e minimi che ci hanno regalato poesia e teatro in siciliano con risultati letterari altissimi. Camilleri, che leggo per le sue capacità di affabulatore e cui riconosco il pregio di essersi ritagliato a sua immagine una scrittura personale, uno stile che ormai ci suona familiare, se ha avuto un’influenza sulla stesura di “Ferita all’ala un’allodola” lo ha fatto perché ho riletto per l’occasione i suoi romanzi storici (quelli ambientati nella Vigàta ottocentesca); l’uso che faccio del dialetto nel romanzo è funzionale alla caratterizzazione dei personaggi: vari registri linguistici per l’Italiano delle classi più o meno alfabetizzate e colte, il dialetto per le classi popolari, senza dimenticare il fatto che il siciliano veniva utilizzato correntemente per la comunicazione quotidiana anche dalle persone più istruite – come si evince anche dall’epistolario coffiano scandagliato da Marinella Fiume e Biagio Iacono, in cui è interessante notare le interferenze del dialetto sulla scrittura pur sorvegliata e sempre in lingua italiana della poetessa.

“Ma c’è, a mio avviso, un altro pregio, in questo libro, e cioè la capacità della scrittrice di saper costruire il testo con una sapiente tecnica di montaggio dei vari lacerti biografici e ricomporre il tutto in una unità armonica e, direi, cantante, cantilenante, come una sinfonia, soprattutto con l’elegante, soffice inserimento, tra le righe, della sua sensibilità e della sua capacità di commuoversi e di commuovere. Ma anche, e non è un aspetto del tutto secondario, la minuziosa e convincente ricostruzione del milieu storico nel tentativo, abbastanza riuscito, di ricomporre un ritratto, il più autentico possibile, rimettendo a posto i ruoli e i personaggi, scavando nelle situazioni, tracciando un quadro insieme storico e sociale. Ne vien fuori, alla fine, uno spaccato del tempo di cui si denunciano i sintomi negativi attraverso la reale mancanza di una dialettica sociale e culturale, ma assegnando a Mariannina un ruolo di indiscussa protagonista, quasi di eroina, anche se probabilmente caricata eccessivamente di positività”: qui Papa evidenzia i pregi riscontrati nel mio libro e non posso non ringraziarlo. Il mio lavoro mirava al verosimile manzoniano: il contesto andava ricostruito senza invenzioni gratuite né forzature, men che mai anacronismi o proiezioni del 2011 sul 1860. Per quanto riguarda il rapporto con la protagonista, ho tentato un approccio empatico, per potermi avvicinare – io donna del XXI secolo – ad una conterranea del XIX: per commuovere i lettori ho dovuto commuovermi io per prima, per farli immergere nel milieu storico-politico dell’epoca ho dovuto ristudiarla io per prima, per creare suggestione, per tentare di far rivivere l’atmosfera poetica, culturale, musicale del nostro Risorgimento ho dovuto riviverla in prima persona aiutandomi con i libri, le “sudate carte”, i documenti, la musica, l’arte, senza tralasciare i sopralluoghi in loco, quasi a voler ripercorrere le orme dei miei personaggi eliminando – o fingendo di farlo, questa è la magia della letteratura – le barriere spazio-temporali che ci dividono.

Il saggio di Papa conclude mettendo a confronto “la trasfigurazione narrativa che nelle varie narrazioni è stata fatta delle lettere di Mariannina, soprattutto della famosa lettera del 9 marzo 1870” in cui Mariannina Coffa narra delle proprie nozze con Giorgio Morana, possidente ragusano: all’alba dell’8 aprile del 1860, giorno di Pasqua, data fatidica per i moti risorgimentali in Sicilia, nella Cattedrale di Siracusa avviene lo sposalizio tanto aborrito dalla poetessa.

“La scena del matrimonio”.

Mariannina

Sposai all’alba – la chiesa era deserta – camminavo come trasognata e mi pareva di non essere più sulla terra. Mio padre non mi accompagnò – non ebbi accanto un amico – da un lato avevo mia madre confusa e dolente anch’essa, dall’altro lato mio suocero, che col suo viso arcigno mi faceva spavento come l’angelo del male. Nicastro mi guardò commosso, e non ho obliato quello sguardo. Vi fu un istante in cui, senza parlarci, noi ci svelammo una lunga storia di dolori, di tradimenti, di miserie. Io ero impassibile –quando mi si pose in dito l’anello, Nicastro aveva gli occhi pieni di lagrime e non poteva leggere la lunga orazione latina di cui non compresi una parola. Terminata la cerimonia, ritornammo a casa; ma le strade erano ancora deserte perché di buon mattino. Presso la soglia della chiesa vi erano una povera e una fanciulla –forse avevano assistito alla cerimonia. La vecchia ci si accostò per chiedere l’elemosina e intanto diceva alla fanciulla: “è una sposa, come è bella, come è contenta”. Poverra donna! io non fui mai bella –ma d’onde argomentò la mia contentezza? – ero vestita modestamente e nulla in me addimostrava la sposa.

Carpinteri

Le nozze furono celebrate all’alba, con carattere di estrema riservatezza, dall’amico Sebastiano Nicastro; che alcuni giorni prima aveva ricevuto, come di rito, il “reciproco e libero” consenso degli sposi. Nicastro mi guardò commosso e non ho obliato quello sguardo. Vi fu un istante in cui, senza parlarci, noi ci svelammo una lunga storia di dolori, di tradimenti, di miserie. Io ero impassibile. Quando mi si pose l’anello al dito – da rilevare, non accenna mai allo sposo, nemmeno nel momento saliente della cerimonia – … Nicastro aveva gli occhi pieni di lagrime e non poteva leggere la lunga orazione latina di cui non compresi una parola. Era vestita modestamente, “nulla in lei addimostrava la sposa”, da un lato la madre, dall’altro il suocero. Il padre non la aveva accompagnata. Due testimoni e nessun invitato… All’uscita la sposa scese macchinalmente i gradini, la mano appoggiata al braccio del marito. Ancora di buon mattino, si avviarono per le strade deserte (pag. 127).

  1. Fiume

Già, le sue fastose nozze! La chiesa deserta… camminava come trasognata nel suo modesto vestito…le pareva di non essere più sulla terra. Non c’era suo padre al suo braccio… glien’era mancata la faccia… da un lato sua madre, confusa e preoccupata, dall’altro il viso arcigno di suo suocero. Impassibile si fece mettere l’anello di gemme al dito. Le strade al ritorno deserte…Davanti alla soglia della chiesa una vecchia mendicante: “ Che bella sposa! E com’è felice!”, mentiva per ricevere una generosa elemosina…(pag. 107).

M.L. Riccioli

Padre Saverio Nicastro finì di pronunciare le parole del rito – strano matrimonio, strano davvero… I testimoni quasi seccati di dover presenziare… I genitori della sposa… una mummia impietrata lei, e dov’era Salvatore Coffa?… non aveva accompagnata la figlia all’altare… Fece giorno. Era e non era giorno ancora… Le strade deserte s’andavano animando poco a poco. Lo strano corteo nuziale venne fermato da una vecchia e una fanciulla.

– È una sposa… com’è bella, com’è contenta…

Morana, per farla tacere, le cacciò in mano una moneta. Mariannina alzò la testa. La vecchia la guardò e smentì con gli occhi la bugia detta per rimediare un’elemosina svogliata (pagg. 162-163).

La scena del pranzo

Mariannina

Giunte a casa trovai la sola famiglia Siena, il Nicastro e il Notaro Luigi Perricone. Restammo tutti insieme pel pranzo. Mio Padre si sentiva poco bene, e pareva invecchiato di venti anni. Si pranzò; non vi era gioia, non accenti scherzevoli, eravamo come fantasmi – perché  l’amore non allegrava il convito. Ascenso, non oblierò mai le lagrime di mio fratello Peppino durante quell’eterno pranzo. Era gioia – era dolore?

Carpinteri

Il pranzo si svolse sullo stesso tono della cerimonia. Soli invitati il notaio e il sacerdote Nicastro, i familiari di Peppina Siena… Durante quel pranzo “interminabile” il pianto improvviso del fratello Peppino. Lo guardò con distaccata meraviglia, non apparteneva ormai lei ad un altro mondo? E perché egli piangeva, “era gioia, era dolore”? (pag. 127).

Riccioli

A casa i Siena, padre Nicastro e il notaio Luigi Perricone. Il pranzo sembrò un convito di fantasmi. Peppino lacrimava sul piatto. Salvatore Coffa non sostenne lo sguardo della figlia e sedette a tavola senza quasi toccare cibo. Sembrava che quella mattinata l’avesse invecchiato di vent’anni (pag. 163-164).

La Terra

Al pranzo erano presenti i Siena, il notaio e il prete Nicastro: Peppino, forse per la gioia di veder Mariannina sposata oppure perché andava a Ragusa, ruppe in un pianto senza fine rendendo quel pranzo ancor meno nuziale (pag. 44).

La scena dell’anello

Mariannina

Prima di partire Peppina mi confessò tutto – essa era stata avvisata, sapeva pria di me l’intreccio del matrimonio, e aveva agito per la mia felicità. Mi donò un piccolo anello, che mi pose essa stessa al dito accanto a quello che mi si era dato in chiesa. “Così va bene, mi disse, accennando ai due anelli, l’amore e l’amicizia”. Ci guardammo, e forse si spaventò del mio sguardo, perché io mi tolsi dal dito l’anello di sponsalizio e lo conservai. “Pensi al passato? –mi disse sbigottita- alienati, hai fatto un sacrifizio, ed hai messo la pace nella tua famiglia”. Io non risposi, ma sin d’allora non portai più l’anello di gemme.

Carpinteri

In camera, già vestita da viaggio, badava agli ultimi preparativi. Peppina Siena, in aria misteriosa e insieme trionfante – Bene, ora che è fatta, voglio dirti proprio tutto: io sapevo dell’intreccio di questo matrimonio quando tu non ne sapevi niente… Se qualche volta ho esagerato nel riferirti qualche cosetta, devi pur credere, lo ho fatto per la tua felicità. La fissò in volto senza capire, come colta nel sonno… La guardò in fondo agli occhi, con le ciglia corrugate. Quella abbassò la testa, come intenta ad infilarle al dito un suo piccolo anello accanto a quello nuziale: – Così va bene – disse – l’amicizia accanto all’amore. Per tutta risposta si sfilò dal dito il recente anello nuziale con le gemme e lo ripose, decisa a non più portarlo.

– Pensi al passato?

Le voltò le spalle (Pag. 128).

La Terra

Mentre, poi, Mariannina si preparava per il viaggio, Peppina – l’amica fidata – tutta contenta le disse: “ Ora che ti sei sposata, voglio dirti tutto. Io sapevo di questo matrimonio, se non ti ho detto nulla avrò anche esagerato un po’, ma l’ho fatto per il tuo bene e per la tua felicità”… La fissò negli occhi atterrita e con quello sguardo l’accusava d’infamia. Peppina, intanto, s’era sfilato un anello e glielo mise al dito accanto a quello nuziale dicendole.” L’amicizia accanto all’amore”! Mariannina non rispose e, poi, cosa mai avrebbe potuto dirle, se anche lei l’aveva tradita? (pag. 44).

Riccioli

Peppina l’abbracciò prima di partire, prese la sinistra di Mariannina e le pose al medio, accanto all’anulare ingemmato, un anello.

– Così va bene: l’amore e l’amicizia.

Mariannina si tolse la fede nuziale e trapassò l’amica con uno sguardo che l’atterrì. Dunque le scottava, quell’anello. Sposa da poche ore e non sopportava di sentirselo addosso. Peppina lottò per ricacciare indietro le lacrime, per trovare parole per…Trovò quelle che le parvero più adatte…

– Io sapevo tutto, ma ho agito per la tua felicità… perché pensi al passato? Hai fatto un sacrificio, ed hai messo la pace nella tua famiglia.

Mariannina si passò le mani sull’abito da viaggio.

– È tardi, devo andare (Pag. 164).

La scena della treccia

Mariannina

Quando io guardo questi oggetti sì cari, dico talora a me stessa: conservò Ascenso i miei capelli? O li distrusse inesorabile per distruggere con essi la memoria di colei che lo aveva tradito?… Oh se sapeste: quando venni qui, quando ero costretta a vestirmi con eleganza per ricevere le persone che mi visitavano, io intrecciavo i miei capelli innanzi alla cognata che mi faceva compagnia e mi amava come una sorella. Peccato!, mi disse un giorno, ti manca quasi la metà di una treccia – e come è avvenuta questa disgrazia? – Disgrazia! Aveva ragione. Balbettai alcune parole di scusa e mutai discorso.

Carpinteri

Doveva cambiarsi in tutta fretta, vestirsi con eleganza; arrivava gente in visita, a conoscere la nuova sposa. La aiutava ad acconciarsi la cognata Lucia, sposata al Comitini, la sola a mostrarle qualche familiarità di sorella: – Peccato, ti manca quasi la metà di una treccia. E come ti è successa questa disgrazia?

– Disgrazia.

(Ancora Ascenzio, la ciocca che gli aveva regalata. “Conservò egli i suoi capelli, o li distrusse inesorabile per distruggere con essi la memoria di colei che lo aveva tradito?” (pag. 137).

La Terra

Nei primi giorni fu tutto un ricevimento di parenti ed amici, fra i quali venne anche a renderle omaggio il Dott. Filippo Pennavaria, medico della famiglia. Mariannina, sempre elegantemente vestita, veniva aiutata dalla cognata Lucia che, pettinandola, s’accorse della ciocca di capelli mancante e, tutta stupita, le chiese: “Come ti è capitata questa disgrazia?” Ella trasalì, inventò una scusa e, col cuore, ricordò quando s’era tagliata quella ciocca per darla in pegno d’amore ad Ascenzio. Mille idee e mille pensieri invasero la sua mente (pag. 46).

Riccioli

Mariannina disfaceva il pratico toupet e le onde dei capelli, non più domate da mollette e fermagli, dilagavano sulla schiena sul collo sul petto. Poi, davanti alla cognata Comitini, l’unica che le volesse un po’ di bene e che dagli occhi non saettasse invidia o veleno, iniziava ad intrecciarli.

– Peccato!

– Che cosa?

– Ti manca quasi metà d’una treccia… e com’è avvenuta questa disgrazia?

Mariannina balbettò qualche parola di scusa. – Oh… una pilucchera inesperta, quando mi fidanzai con vostro fratello… io ero nervosa e…

Poteva dirle che Ascenzio custodiva i suoi capelli? O forse no, li distrusse inesorabile per distruggere con essi la memoria di colei che lo aveva tradito… (pagg. 208-209)”.

Davvero interessante notare come gli avvenimenti raccontati dalla poetessa si trasmutino nelle pagine letterarie di autori diversi ma accomunati dal desiderio di ridare voce alla poetessa netina.

Ridare voce: questo è stato il mio intento principale nello scrivere “Ferita all’ala un’allodola” – al di là della ricostruzione di race, milieu, moment, al di là del lavoro sulla lingua, sulla “musica” delle parole e delle frasi su cui ho tanto lavorato, al di là della tradizione letteraria e del canone, al di là delle possibili letture del mio libro in chiave sociopolitica, storiografica, stilistica, femminista… –, che per me vuol dire farsi strumento, attraverso la parola, per chi parola non più non ha e poter fare memoria, oltre che emozionare, far riflettere e sognare.

Sono anche consapevole del fatto che la Mariannina del mio romanzo è la “mia” Mariannina, non la reale Mariannina Coffa, filtrata attraverso le mie letture, i miei studi, la mia scrittura e prima ancora attraverso il mio modo di essere e sentire: persona e personaggio non possono mai coincidere, dato che la vita si rifrange nella letteratura frantumandosi come le immagini di un immenso caleidoscopio e ogni opera letteraria sulla poetessa può restituirne solo un frammento.

Precisato questo, non posso che essere grata dell’attenzione critica di Enzo Papa nei confronti del mio lavoro e rispettare le sue considerazioni su “Ferita all’ala un’allodola”: la critica letteraria si sviluppa proprio grazie al confronto delle visioni diverse sullo stesso testo e credo che questa mia trattazione ne sia – se ce ne fosse bisogno – l’ulteriore prova.

Riporto un contributo di Stefano Vaccaro, per il quale ho scritto la prefazione ad un pregevole volume di studi che mi piacerebbe tanto presentare a Siracusa:

Silfide, maga e sirena. L'ideale femminile nella letteratura italiana  dell'Ottocento - Vaccaro, Stefano - Libri - Amazon.it

FIGLIE D’ITALIA
Il 6 gennaio 1878 lasciava questo mondo Mariannina Coffa, la ricordiamo con due quartine inedite tratte da un più ampio componimento scritto dalla Poetessa. Il testo integrale fa parte dei documenti visibili al Castello di Donnafugata all’interno della mostra “La biblioteca svelata – A carte scoperte”.
 
Si prostri l’empio a cui le voglie immonde Giammai non sazia la viltate e l’oro;
Chi al grido dell’onor mai non risponde,
Chi fa del vizio il suo maggior tesoro.
Chi, turpe il labbro e per velen feroce,
Strazia la fama altrui, l’alma, e l’ingegno…
O sommo Iddio! per te, per la tua Croce,
Trovi perdon di chi perdono è indegno!!
 
E come scordare il convegno ragusano di due anni fa? 
 
DONNE DI / PER RAGUSA: foto e video | Maria Lucia Riccioli
 
Notizie da Domenico Pisana, che a suo tempo ospitò il mio romanzo a Modica nell’ambito del caffè letterario intitolato a Salvatore Quasimodo…
 
Il prossimo 10 ottobre 2020 presenterò a Rosolini presso l’Auditorium Del Buono, il mio nuovo libro di critica letteraria uscito a fine luglio, “Viaggio nell’area aretusea. Percorsi di poesia narrativa saggistica” , 271 pagine, ove mi occupo di alcuni poeti, scrittori e saggisti dell’area aretusea del Sud est siciliano.
Ringrazio lo scrittore Corrado Calvo, Presidente dell’associazione Cultura e Dintorni, gli scrittori e poeti Ignazia Iemmolo Portelli, Giuseppe Blandino, Piero Meli, Pina Magro, Giovanna Alecci per l’organizzazione dell’evento, che si svolgerà nel rispetto delle norme anti covid(mascherina e distanziamento). Ringrazio il sindaco di Rosolini per la concessione dell’Auditorium Del Buono. Nei prossimi giorni sarà comunicato il programma della serata.
 
Domenico Pisana mi aveva onorata della sua attenzione critica pubblicando un saggio documentato e ponderato su FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA nella rivista letteraria Euterpe. Il saggio è adesso presente nel volume presentato a Rosolini (è prevista anche una presentazione siracusana).
 
L'immagine può contenere: 14 persone, tra cui Annalisa Stancanelli, Luca Campi e Maria Lucia Riccioli
 
Un’altra piacevole sorpresa mi è venuta dalla mia ex compagna di classe della scuola media Cetty De Luca: la sua tesi di laurea, “L’anticonformismo di Mariannina Coffa nella storia del Risorgimento italiano”, nella quale sono citata come autrice del secondo romanzo sulla poetessa e patriota netina.
Avevo avuto la gioia di presenziare alla discussione della tesi di laurea di Niccolò Vincenzo Salvia, che aveva collegato l’analisi della biografia e della poetica della Coffa nell’ottica dei gender studies (anche Salvia mi aveva citata; direi che esistono potenti e misteriosi legami tra gli estimatori coffiani).
 
 
https://www.lacivettapress.it/2019/12/19/niccolo-salvia-l-esemplarita-di-mariannina-coffa/
(il link al mio articolo per LA CIVETTA DI MINERVA)
 

E adesso? Leggo e studio sempre Mariannina Coffa. Penso che quest’anno ricorrono 180 anni dalla sua nascita (1841-2021) e potrebbe essere questa l’occasione per nuovi studi e lavori sulla poetessa.

“Aprendo il balcone, ho guardato all’infuori per trovare un po’ d’aria e di luce. Qual vista Ascenso, quale spettacolo sublime e tetro ad un tempo! (…) Vi è un chiarore così bello che non par cosa naturale: lo si scambierebbe per la luce di un dipinto magico, in cui l’artista in un momento d’estasi e di ispirazione abbia voluto oltrepassare i limiti dell’arte concessi”. Mariannina Coffa

Venerdì 1º ottobre dalle ore 18:30 in poi la poetessa ritornerà con le sue parole, la sua poesia, il suo mondo, a passeggiare per le vie del centro storico di Ragusa. Tutti gli appuntamenti sulla pagina del Tour Letterario Ibleo.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona e il seguente testo "SICILIA TOUR LETTERARIO IBLEO Edizioni 180° ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DELLA POETESSA MARIANNINA COFFA Î 18:30 VENERDÌ 1 OTTOBRE 2021 PRESENTAZIONE DEL LIBRO "VIAGGIO NEGLI IBLEI" CON ANDREA GUASTELLA E STEFANO VACCARO. CONDUCE STEFANIA CAMPO H 20:00 A seguire: LETTURE TEATRALIZZATE DALL'EPISTOLARIO COFFA-MAUCERI CON MASSIMO LEGGIO E CARMELA BUFFA CALLEO MARIANNINA COFFA E LA RICERCA DI UNA PATRIA IDEALE. CONFERENZA DI MARINELLA FIUME A seguire: CONCERTO DELLA CANTAUTRICE GABRIELLA LUCIA GRASSO RAGUSA Tour Letterario Ibleo Sagrato San Giovanni Battista EVENTO GRATUITO www.tourletterarioibleo.it WHATSAPP 3337631059"

I miei ultimi articoli per LA CIVETTA DI MINERVA

16 mercoledì Giu 2021

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Ecco i miei ultimi pezzi per LA CIVETTA DI MINERVA… in questi quasi due anni di pandemia non ho smesso di scrivere articoli per questo periodico d’inchiesta che ospita anche pagine culturali…

“La Civetta di Minerva” incontra Valentina Di Pietro, specializzata in neurotraumi, ha scoperto come effettuare la rilevazione delle commozioni cerebrali lievi

ENGLISH VERSION…

"La Civetta di Minerva" meets Valentina Di Pietro, specialized in neurotrauma, she discovered how to detect mild concussions

"La Civetta di Minerva" meets for you Valentina Di Pietro, one of our excellences who unfortunately had to pack her bags to work abroad: the classic brain on the run that has chosen to take care, ironically, of the brains.

Yes, because Valentina Di Pietro specializes in neurotrauma and from Birmingham protects the brains from the consequences of minor but repeated head injuries.

With her work group she discovered how to detect, thanks to a simple salivary swab, mild concussions, which however could later degenerate into dementia or other.

What was your course of study?

In Catania I graduated in Biological Sciences and specialized in Medical Genetics, then I obtained a PhD in Neuroscience at the Cattolica in Rome, paths that led me to England (with a postdoctoral degree at the University of Southampton and at the University of of Birmingham where I am a lecturer in Neurotraumatology, a qualification that does not have a perfect equivalent here but that I could explain with that of a confirmed researcher who also holds lectures). I also spent short periods in America; I worked as a scientific consultant for a private company, but my aim is to continue my university career.

Explain to us what your discovery consists of.

Symptoms of concussion spontaneously subside within a few weeks, but some risk categories, those who can suffer multiple head injuries, can develop cumulative brain damage that can lead to early neurodegeneration. The stakeholders are varied and diverse: contact sports athletes, the military, but also children, as they are subject to repeated polytrauma.

I was also thinking about the “played” boxers or those who ride horses.

Exact. But also to the military who suffer the shock waves of the explosions.

The problem is precisely the mild head injury, so when, for example, there is a collision during a sporting event: the diagnosis is made only on the evaluation of the symptoms, not always immediately evident. So the problem is to recognize it immediately and stop the athlete for two to three weeks to avoid further trauma that could lead to brain damage - since we are not equipped like the woodpecker with some sort of cushioning system for the shocks suffered by the brain, which it is a soft organ.

With my team, we looked for bio-markers in the saliva that would allow a clear and immediate diagnosis of concussion to be made: these are not so much proteins but above all micro Rna molecules.

How did the study take place?

It was a long and complex study. We followed the rugby championship for two seasons - in the first the champion was about 2000 players - by putting the “suspicious” subjects identified by analyzing their saliva after a contact or a fall for fifteen days. The second season allowed us to validate the results: the bio-markers identified combined together indicate whether or not the head injury occurred with very high efficacy.

Specialized topics despite head trauma being a frequent occurrence… what would you recommend to read or see to find out more?

I don't know if you know the movie "Shadow Zone", which has Will Smith as the protagonist, about the fuss caused in the NFL due to the economic implications of the players' stoppage: it was Dr. Bennet Omalu, a Nigerian neuropathologist, who discovered the CTE (chronic traumatic encephalopathy), a degenerative disease that affects the brain after repeated blows to the head.

I imagine the problem in the USA… of course, it would be interesting to study other sports such as football as well. And I think it will not be easy for athletes to wear protections - at least and above all the boys who play in the youth leagues should be protected.

Certainly.

What will be the future stages of your research?

Broaden the target - we need to investigate any differences between men, women and children -, find out why we find this genetic material in saliva ... there is a lot to study and work on.

What are your feelings and emotions as an "expatriate"?

Now I am happily married and have two children, I bought a house here and I honestly have no intention of returning to Sicily, which I also miss very much, because in a few years the situation I experienced would repeat itself for my children - being without prospects, having to submit to the bureaucracy and the Italian university system.

I didn't go abroad willingly - the welcome wasn't warm at all and being alone didn't help me - but now I think it was the best thing for me and especially for them.

I also believe that an Italian researcher abroad - perhaps because tempered by the difficulties encountered - has an edge. If he is able, he can be financed to carry on his research, teach ... Italy formed me and I owe my preparation to my teachers, but I would not go back: in the past I thought about it and I even tried but returning an error.

I advise young people to study and commit themselves and I hope that Italy understands the importance and necessity of research.

Un pezzo che non avrei voluto mai scrivere… maestro Battiato, ti sarò grata per sempre. “Keep your feelings in memory, I love you, expecially tonight”.

Franco Battiato, l’addio

L’impegno di Lucia Acerra è stato un forte stimolo, soprattutto per i giovani, che dovranno proseguire il percorso di valorizzazione e salvaguardia del nostro immenso patrimonio culturale

https://www.lacivettapress.it/2021/04/22/cantiamo-di-nuovo-con-gentilezza-cantiamo-tutti-insieme-la-tecnologia-ci-dice-chi-vogliamo-essere-ma-larte-ci-racconta-chi-siamo/?fbclid=IwAR1mq7ZoU_JmP25OHRWRQFzj5M8vM954MrtxxpbP6IXR0g-zVSpIv6jYbO8

https://www.lacivettapress.it/2021/04/06/solum-la-leggenda-di-dorab-di-domiziana-pulino-magia-avventura-immaginazione-tristezza-e-gioia-speranza-amore/
“Solum – La leggenda di Dorab” di Domiziana Pulino: magia, avventura, immaginazione, tristezza e gioia, speranza, amore…
Maria Lucia Riccioli Aprile 6, 2021 

“La Civetta di Minerva” incontra per voi la giovanissima Domiziana Pulino, autrice di “Solum – La leggenda di Dorab” (acquistabile qui in formato digitale; si può trovare su tutti i kindle store e leggere tramite telefono, tablet o kindle:
https://www.amazon.it/Solum-Leggenda-Dorab-Domiziana-Pulino-ebook/dp/B091DBSMJG/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&dchild=1&keywords=solum&qid=1617464238&s=digital-text&sr=1-1&fbclid=IwAR2_YSs3f-rk5pVKibCQOIeyr-M4Hzp3R3i2zH1qbZ09eM7gpdtzps6HFrs).
Domiziana Pulino, figlia e nipote d’arte (la madre, Carmen Pupillo, pittrice, cantante e pianista, presiede a Genova l’associazione Cre Artis, Scuola di Musica e Galleria d’Arte; il nonno è un ex baritono del Teatro Carlo Felice di Genova, fondatore e direttore dell’Accademia di canto Carmelo Mollica), è appassionata d’arte e di musica – si è esibita sia come corista che come solista –, registra cover, specie di canzoni da musical, e si è cimentata nella scrittura di canzoni originali (ecco il suo canale YouTube: https://www.youtube.com/channel/UChS-Ce7ChT0jCLalBlIQSOg), tra cui una proprio dedicata a questa storia fantasy ambientata in un regno incantato e che ha come protagonista la Natura.
Magia, avventura, immaginazione, tristezza e gioia, speranza, amore… ecco gli ingredienti di “Solum – La leggenda di Dorab”, come nella migliore tradizione del genere.
Cosa ti ha ispirata a scrivere questo romanzo?
Tutto ebbe inizio in terza superiore al Liceo Artistico, ero in classe a scarabocchiare su un foglio e in pochi minuti avevo disegnato una mappa di un mondo fantastico. Finita la mappa, iniziai ad aggiungere un personaggio, e poi un altro, e infine avevo la storia. All’inizio della quarantena, lo scorso anno, trovai tutti i fogli della storia che avevo inventato e così decisi di riprenderla seriamente. Con un po’ di modifiche sono riuscita a completare il libro, il quale sarà seguito da altri due romanzi.
Ci sono autori, libri, film che ti hanno influenzata nella concezione e nella stesura della tua opera?
Ci sono numerosi scrittori che mi hanno influenzata, sì. Sono cresciuta leggendo molti fantasy e molti classici, ed entrambi i generi mi hanno aiutata a creare il mio stile. Licia Troisi, una tra quelli, ha accompagnato la mia infanzia con le sue storie fantastiche e i suoi personaggi meravigliosi. Non potrei non citare, inoltre, J.R.R.Tolkien con “Il signore degli anelli” e “Lo Hobbit”, J.K. Rowling con Harry Potter e C.S.Lewis con “Le cronache di Narnia”. Potrei fare un elenco lunghissimo di autori ai quali sono molto legata, ma questi sono quelli ai quali mi sono ispirata di più. Nel mondo classico, invece, il grandioso William Shakespeare.
Musica e scrittura: quanto e come sono connesse per te?
Ho iniziato ad unire la musica e la scrittura solo un anno fa. Volevo mettermi alla prova e volevo capire se ero all’altezza di tale compito. Così ho iniziato a scrivere canzoni originali. È stato un nuovo modo di fare musica, ma ancora ho bisogno di sentirlo di più, sento di aver comunicato qualcosa agli altri, ma non tanto a me stessa, non ancora almeno. Per me, la scrittura è sempre connessa alla musica: scrivo ascoltando la musica, leggo ascoltando la musica… Invece, non sempre trovo la musica connessa alla scrittura. Spesso è semplicemente quella compagnia di cui ho bisogno per non pensare, per rilassarmi, senza parole, solo musica.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Pensavo che una volta finito il liceo si avesse chiara la risposta, ma mi sbagliavo. Non avrei mai immaginato qualche anno fa che avrei pubblicato o scritto un libro, che avrei scritto delle canzoni mie. Ormai ho deciso di non pianificare più nulla, so che l’arte è il mio ambiente, so che è la mia casa e la coltiverò, ho tanti sogni nel cassetto e ognuno ha un po’ di scrittura, un po’ di arte e un po’ di musica. Le uniche certezze che ho in un futuro vicino sono la continuazione di questa trilogia, la traduzione in inglese e cambiare paese. Nuove culture e nuovi orizzonti mi guideranno da qualche parte e, chissà, magari verso un nuovo trampolino pronto a lanciarmi.

L’epica tragica della carne sofferente: Verbumcaru di Burgaretta

LA NUOVA STAGIONE DELL’ORCHESTRA BAROCCA SICILIANA

INTERVISTA A DOMENICO PISANA: ESSERE SCRITTORI, SICILIANI, ARETUSEI

Un articolo cui tengo molto… nel libro di Pisana c’è anche un saggio dedicato al mio primo romanzo, FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA.

Vivere all’italiana in musica con l’Orchestra Barocca Siciliana

I Florio tra Storia e Memoria del XX secolo

Teresa Laterza e il progetto Kairos

Dario Bottaro: “Santa Lucia nella pittura siracusana” tra arte, memoria, tradizione e antropologia

Magda Mangano, scrittrice e sceneggiatrice della seguitissima fiction L’Allieva

Studi accademici e tesi di laurea confermano l’interesse per la poetessa netina Mariannina Coffa

“New York 1920 – Il primo attentato a Wall Street”: un caleidoscopio delle emozioni e dei sentimenti umani

Dal 18 al 23 agosto i corsi e i concerti dell’Orchestra Barocca Siciliana. Intervista ai concertisti

Viaggio nell’area aretusea – Nella trafitta delle antinomie: Domenico Pisana

02 domenica Ago 2020

Posted by mlriccioli in Eventi culturali, Letteratura, Musica

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Il Caffè Letterario “S. Quasimodo” (Modica) propone un nuovo sabato letterario:
Potrebbe essere un'immagine raffigurante 4 persone e testo

• 26 giugno Domenico Pisana presenta i suoi recenti libri (Nella trafitta delle antinomie e Viaggio nell’area aretusea); coordina Salvo Miccichè, con interventi di Dario Stazzone (Università di Catania) e Carmelo Vigna (Università di Venezia); letture di Gianni Battaglia Regista e musica con il Duo Poidomani Colombo (ore 18:30)

A Modica, Atrio comunale, Piazza Principe di Napoli.
Necessaria prenotazione.

Ne parlano Onda iblea… https://www.ondaiblea.it/index.php/it/sapere/libri/10725-domenico-pisana-tra-poesia-e-critica-letteraria-al-caff%C3%A8-quasimodo-di-modica-si-presentano-le-sue-due-ultime-pubblicazioni?fbclid=IwAR104MwyohAk0K0wMbELWrRiVEX1Mfz46i7ANixZOjminqg892Nhu0mnBSQ

… e Radio RTM!

Domenico Pisana tra poesia e critica letteraria, al “Quasimodo”

Sono felicissima che il libro di Domenico Pisana contenente un documentato, acutissimo saggio sul mio romanzo FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA (sulla biografia e la poetica della poetessa e patriota netina Mariannina Coffa) venga ripresentato…
Ecco cosa ne scriveva lo stesso Domenico Pisana quando uscì.
È uscito, per i tipi dell’Editore Armando Siciliano, il mio nuovo libro di critica letteraria, pagine 271, costo 20 euro,
“Viaggio nell’area aretusea. Percorsi di poesia narrativa saggistica , ove mi occupo di alcuni poeti, scrittori e saggisti dell’area aretusea del Sud est siciliano: Giovanna Alecci – Giuseppe Blandino – Nicola Bono – Corrado Calvo – Luca Campi – Corrado Di Pietro – Angelo Fortuna – Salvatore Ignaccolo – Pina Magro – Piero Meli – Gioia Pace – Ignazia Iemmolo Portelli – Maria Lucia Riccioli – Annalisa Stancanelli – Stefano Trombatore.
Prossimamente sono in programma due presentazioni: a Rosolini e a Siracusa
Queste le parole di Domenico Pisana…

Ringrazio ancora una volta Domenico Pisana per avermi inserita in questa sua raccolta di lavori critici…

Essere recensiti fa piacere, ma essere oggetto di esame stilistico, narratologico, storiografico, essere indicati come “rappresentanti” letterari della propria area geoletteraria di riferimento è veramente gratificante.

https://l.facebook.com/l.php?u=https%3A%2F%2Fwww.radiortm.it%2F2020%2F06%2F29%2Fviaggio-nellarea-aretusea-il-nuovo-libro-di-domenico-pisana%2F%3Ffbclid%3DIwAR1fMq6mij7WjtWLRk4ytfh-hnIdKn43r___k4PhDn1YjBHwvLEF_W0NzCg&h=AT3SAY3Axdj0iZikT2_TtcZrgCYAMXMg9MWhLagW8CGmbEU-lwKCKPaz3U7XOfkOCs3Afck9dpHlSwmMbbpUl5AP5t-YlkdCS61zQxnVMo80EX6_tmj0U9WCTqeOohLV&__tn__=H-R&c%5B0%5D=AT3zrS3NQI6BEYhjnP7uJf0eYIkInr2AZScz7LyTuBxVVkf9gf1B98kOJ6gftE1n1TdODjRKNV9Xa9XaGckUmLKh7RgAvZCo6-4ZHmCVwXEij0d67qPxeJerS5NmgMxaGrQBKyNwgV-K1B8Igdp_

L’Editore Armando Siciliano pubblicherà nei prossimi giorni un nuovo libro di critica letteraria di Domenico Pisana.
“Viaggio nell’area aretusea. Percorsi di poesia narrativa saggistica , 271 pagine, è il titolo del volume, ove Pisana si occupa di alcuni poeti, scrittori e saggisti dell’area aretusea del Sud est siciliano:  Giovanna Alecci – Giuseppe Blandino – Nicola Bono – Corrado Calvo – Luca Campi – Corrado Di Pietro – Angelo Fortuna – Salvatore Ignaccolo – Pina Magro – Piero Meli – Gioia Pace – Ignazia Iemmolo Portelli – Maria Lucia Riccioli – Annalisa Stancanelli – Stefano Trombatore.
L’opera è un percorso che fa interagire sensibilità letterarie diverse, ma animato dal bisogno di mettere in luce “l’identità collettiva” contemporanea di un’area geografica della Sicilia, quella che viaggia tra gli iblei e l’aretuseo, ove, come già in passato, è presente una vivacità culturale rilevante, di cui gli autori presi in esame sono una testimonianza apprezzabile nella sua oggettiva espressione. Il lavoro critico punta lo sguardo sia su opere poetiche, sia di narrativa e saggistica, focalizzando le coordinate portanti ed essenziali dei testi presi in esame, i quali si integrano nell’unità di una dichiarazione di congruenza ad un insieme, ad una prospettiva cognitiva, filosofica, antropologica, etica ed estetica, di cui il poeta o lo scrittore è implicitamente portatore.
“Se – ci dice Domenico Pisana citando lo scrittore Samuel Johnson – ‘la peggiore cosa che si possa fare a uno scrittore è non parlare delle sue opere’, la scelta, per noi, di parlare di questi autori contemporanei operanti nell’area siracusana, rappresenta il bisogno di costruire una “testualità della cultura” alla luce dell’impegno letterario di ognuno, proteso a implementare la crescita umana, sociale e culturale del territorio del Sud est della Sicilia”.
Il saggio offre di ogni autore brevi note biografiche e un’antologica  di testi che disegna i “mondi possibili” di un patrimonio letterario declinato con creazioni artistiche efficaci e stimolanti. Le poesie o i racconti scelti sono parti della struttura generativa dell’opera, e tendono a evidenziarne i livelli costitutivi: tematico, ideologico, simbolico, stilistico, metanarrativo, discorsivo.
“Questi autori del siracusano – prosegue Pisana – sono poeti e scrittori accomunati dal linguaggio dell’essere, della spiritualità, dei principi etici, dei valori, e che con le loro opere forniscono un importante contributo di riflessione alla società contemporanea, sollecitando il bisogno di diventare costruttori di bellezza testimoniata attraverso il nesso tra etica ed estetica che pervade ogni forma di arte e letteratura”.

https://www.ondaiblea.it/index.php/it/sapere/libri/10597-%20%E2%80%B9viaggio-nell%E2%80%99area-aretusea%E2%80%BA-il-nuovo-libro-di-domenico-pisana?fbclid=IwAR2yP5vd56IAMvEk2L9dQzbn3r6I7i-6JloC1FJaYa1wv7ovTSm9e8Nb3cQ

https://www.google.com/search?q=viaggio+nell%27area+aretusea&rlz=1C1AVNA_enIT559IT562&oq=viaggio+nell%27area+aretusea&aqs=chrome..69i57j69i60l2.9352j0j4&sourceid=chrome&ie=UTF-8

Ringrazio Domenico Pisana per la graditissima sorpresa…

Vi posto altro materiale…

https://www.ecodegliblei.it/MODICA-LA-VICENDA-DI-MARIANNINA-COFFA-IN-UN-ROMANZO-DI-MARIA-LUCIA-RICCIOLI.htm

http://www.ragusaoggi.it/il-dramma-esistenziale-della-poetessa-m-coffa1841/

https://associazioneeuterpe.com/tag/sicilia/

E’ uscito il nuovo numero della rivista “Euterpe”: il coraggio delle donne

E’ uscito il nuovo numero della rivista “Euterpe”: il coraggio delle donne

agosto 24, 2018 da assculturaleeuterpe, posted in critica letteraria, euterpe, eventi, narrativa, notizie, presentazione, racconto, rivista, saggistica, stampa

E’ uscito il nuovo numero della rivista di letteratura “Euterpe”, il n°27 che proponeva quale tematica di riferimento “Il coraggio delle donne: profili ed esperienze femminili nella letteratura, storia e arte”.

A questo numero hanno collaborato: ALIPRANDI Mario, AMARAL Ana Luísa, APA Livia, ASPREA Pasquale, BALDI Massimo, BARDI Stefano, BARENDSON Samantha, BENASSI Luca, BERGNA Anna, BIOLCATI Cristina, BOLLA Giorgio, BISUTTI Donatella, BONANNI Lucia, BONFIGLIO Anna Maria, BUFFONI Franco, CALDIROLA Stefano, CARDILLO Lucia, CARMINA Luigi Pio, CASTAGNOLI Elisabetta, CASUSCELLI Francesco, CASULA Carla Maria, CECCARELLI Liviana, CHIARELLO Maria Salvatrice, CHIARELLO Rosa Maria, CIMARELLI Marinella, CIMINO Tommaso, COPPARI Elena, CORIGLIANO Maddalena, COSSU Marisa, CUPERTINO Lucia, CURZI Valtero, D’AMICO Maria Luisa, DALL’OLIO Anna Maria, DAMIANI Claudio, DAVINIO Caterina, DE GIOVANNI Neria, DE MAGLIE Assunta, DEL MORO Francesca,  DE ROSA Mario, DE STASIO Carmen, DEMI Cinzia, DI IANNI Ida, DI IORIO Rosanna, DI PALMA Claudia, DI SALVATORE Rosa Maria, DI SORA Amedeo, DOMBURG-SANCRISTOFORO Anna Maria, DOMENIGHINI Luciano, FABBRI Angela, FERAZZOLI Andrea, FERRARIS Maria Grazia, FERRERI TIBERIO Tina, FOIS Massimiliano, FOLLACCHIO Diletta, FRESU Grazia, FUSCO Loretta, GABBANELLI Alessandra, GIANGOIA Rosa Elisa, GRECO Angela, GRIFFO Eufemia, GRILLO Emma Giuliana, GUIDOLIN Giuseppe, INNOCENZI Francesca, KEMENY Tomaso, LANDI Chiara, LANIA Cristina, LEONE Ivana, LEALI Maddalena, LINGUAGLOSSA Giorgio, LOSITO Antonietta, LUZZIO Francesca, MAFFIA Dante, MAGGIO Gabriella, MANGIAMELI Antonio, MANNA Anna, MARCUCCIO Emanuele, MARELLI Dario, MARTILLOTTO Francesco, MASSARI Raffaella, MELILLO ANTONIO, MELONI Valentina, MESSINA Raffaele, MONGARDI Gabriella, MONTALI Alessandra, MOREAL Liliana, MOSCE’ Alessandro, MUSICCO Mirella, NARDI Lucia, NICOLOSI Ada, OPPIO Danila, PACILIO Rita, PARDINI Nazario, PAVANELLO Lenny, PELLEGRINI Stefania, PERRONE Cinzia, PIETROPAOLI Alessandro, PISANA Domenico, PITORRI Paolo, PIZZALA Gabriella, PORSTER Brenda, PREDILETTO Vincenzo, PROSPERO Alessandra, RAMPINI Nazarena, RUGGIU Mariangela, SABIA Mara, SANTARELLI Anna, SANTINELLI Franca, SARTARELLI Vittorio, SCAVOLINI Tania, SIROTTI Andrea, SOLDINI Maurizio, SPURIO Lorenzo, STANZIONE Rita, TOFFOLI Davide, VALENTE Maria Laura, VALERI Walter, VALLI Donato, VARGIU Laura, VENEZIA Paola, VESCHI Michele, VITALE Carlos,VIVINETTO Giovanna Cristina, ZANARELLA Michela, ZAVANONE Guido.

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Particolarmente pregevoli i contributi per le rubriche articoli/critica letteraria, segnaliamo i contenuti della rubrica “Ermeneusi”:

ARTICOLI

MARIA LUISA D’AMICO – “Ritratto di una donna coraggiosa: Frida Kahlo”

AMEDEO DI SORA – “Eleonora Duse: il teatro come vita”

CINZIA DEMI – “Il rumore del pennino: Petronilla Paolini Massimi (1663-1726)”

GRAZIA FRESU – “Le madri coi fazzoletti bianchi”

ALESSANDRA GABBANELLI – “Una poetessa del 1500: Gaspara Stampa”

ANNA MANNA – “Il grande affresco barocco nelle inquietudini regali di Cristina di Svezia”

ANNA MARIA BONFIGLIO – “Selma Lagerlof, la prima donna Premio Nobel per la letteratura”

CINZIA PERRONE – “Artemisia Gentileschi: una femminista ante-litteram”

MARISA COSSU – “Grazia Deledda”

ELENA COPPARI – “Anaïs Nin: il coraggio di esprimere la propria sensualità”

FRANCA SANTINELLI – “Stamira, l’eroe di Ancona”

FRANCO BUFFONI – “Emily Dickinson”

LENNY PAVANELLO – “Louisa May Alcott, Margaret Mitchell e Jane Austen: la voce delle donne”

ALESSANDRO PIETROPAOLI – “Jane Austen e l’idea di romanzo al femminile”

TINA FERRERI TIBERIO – “Maria Montessori, donna coraggiosa e anticonformista”

LORETTA FUSCO – “Tina Modotti, tra genio e passione”

FRANCESCA LUZZIO – “Profili da spolverare: la siciliana Maria Alaimo”

LORENZO SPURIO – “Ricordo minimo della poetessa Renata Sellani”

MADDALENA LEALI – “Ritratto di Christine de Pizan (1365-1431)”

CRITICA LETTERARIA 

MARA SABIA – “Di poesia e resilienza: ritratto di Alda Merini”

DILETTA FOLLACCHIO – “Le Novelle orientali di Marguerite Yourcenar e il Genji Monogatari di Murasaki Shikibu”

NERIA DE GIOVANNI – “Grazia Deledda: il coraggio di credere al proprio destino”

VALTERO CURZI – “Ipazia, Eloisa e Frieda Kahlo: il coraggio di vivere al femminile”

DAVIDE TOFFOLI – “Il fascino, sempre rinnovato e indelebile, delle bulbare.  Sull’opera antologica della poetessa Biancamaria Frabotta”

MASSIMILIANO FOIS – “Rina De Liguoro, diva fulgente del cinema silenzioso”

LUCIA BONANNI – “Vita interiore, immaginario e creatività nelle opere di Lauren Simonutti e Anne Sexton”

EUFEMIA GRIFFO – “Jane Austen e quella sottile seducente ironia”

STEFANO BARDI – “Scritture “spirituali”. Note a margine sulle esperienze

letterarie di Patrizia Valduga, Francesca Duranti e Marguerite Yourcenar”

PAOLO PITORRI – “Chi era Sylvia Plath? La campana di vetro e la sua costellazione”

GIORGIO LINGUAGLOSSA – “Una ermeneutica sopra una poesia inedita di Donatella Costantina Giancaspero”

MARIA GRAZIA FERRARIS – “Cristina, ovvero la ricerca della felicità”

LORENZO SPURIO – “Nella casa di Maria Costa. La poetessa messinese attraverso l’universo oggettuale che ha lasciato e il ricordo commosso dell’artista Pippo Crea”

CARMEN DE STASIO – “Virginia Woolf – leggère impressioni: breve viaggio in Le Onde”

MARIA LAURA VALENTE – “Joryū nikki bungaku. Un approfondimento sulla letteratura   diaristica femminile di epoca Heian”

La rivista può essere letta e scaricata in formato pdf cliccando qui.

E’ anche possibile leggerla in formato ISSU (consigliato per tablet e smarphone) cliccando qui.

Come da editoriale si ricorda che:

  • Il vecchio sito della rivista non sarà più raggiungibile perché verrà soppresso. Tutti i materiali in esso contenuti sono stati caricati in una sezione dedicata del sito dell’Associazione Culturale Euterpe dove potranno essere consultati e raggiunti a partire da questo link.
  • A partire da questo numero dedicheremo ogni qual volta un evento pubblico per presentare i contenuti della rivista dove gli autori saranno invitati a partecipare intervenendo con una breve esposizione dei loro testi o lettura di stralci. La presentazione di questo 27esimo numero si terrà a Senigallia (AN) il 8 settembre 2018 presso il Palazzetto Baviera alle ore 17:30. Nella pagina che segue è possibile prendere visione della locandina dell’evento con tutte le informazioni logistiche. Gli autori che vorranno partecipare sono invitati a darne comunicazione a mezzo mail, confermando la loro presenza, almeno 5 giorni prima, di modo da poter organizzare adeguatamente la scaletta.
  • Il prossimo numero della rivista avrà come tema al quale sarà possibile ispirarsi “Musica e letteratura: influenza e contaminazioni”. L’invio dei materiali dovrà avvenire entro il 20-12-2018. Il relativo evento del prossimo numero su FB è presente a questo link.
Presentata l’opera di MARIA LUCIA RICCIOLI

La storia di Mariannina Coffa diventa romanzo
Ha presentato a Modica, nell’ambito del XII sabato letterario del Caffè Quasimodo (nella foto), il suo primo romanzo “Ferita all’ala un’allodola”, insignito del Premio “Portopalo – Più a Sud di Tunisi” e apprezzato da pubblico e critica, MARIA LUCIA RICCIOLI, insegnante di lettere negli istituti superiori e scrittrice. Il volume è stato introdotto da Domenico Pisana, Presidente del Caffè Quasimodo, che ha focalizzato le due cifre semantiche del romanzo, ossia “la mediazione” e “la creazione”, che plasmano tutto il testo nei tre livelli in cui esso si sviluppa: a) il livello storico, b) il livello narrativo, c) il livello letterario. “Questo romanzo, ha affermato Pisana, ci dà un affresco del quadro storico della seconda metà dell’‘800 siciliano; ci consegna la vicenda umana della poetessa netina MARIAnnina Coffa nella sua drammatica realtà, con una scrittura dove verità e realtà diventano la sostanza del romanzo. MARIA LUCIA RICCIOLI – ha proseguito Pisana – ha avuto coraggio, e questo romanzo, alla sua seconda edizione, la ripaga perché lei, pur tenendo conto dell’ ampia bibliografia e di tante altre ricerche da lei effettuate sulla figura di M. Coffa, riesce, con la sua narrazione, ad esprimere un ‘quid’ di novità sulla poetessa netina, di forza espressiva grazie ad una grafia letteraria davvero coinvolgente, elegante e ricca di pathos d’animo”. Le letture distese e piacevoli di Franca Cavallo e Antonella Monaca e le dolci e delicate musiche del giovanissimo pianista Stefano Cintoli hanno creato un’ atmosfera di ascolto e di respiro poetico.
Adriana Occhipinti

05/03/2015

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Grazie davvero agli amici del Caffè Letterario “Salvatore Quasimodo”, in primis a Domenico Pisana per la sua dotta e intensa relazione, ad Antonella Monaca e a Franca Cavallo – amica poetessa come Elia Scionti e Gianni Di Giorgio con i quali ho avuto modo di intrecciare un sodalizio poetico in occasione del premio poetico dedicato all’Immacolata, proprio qui a Siracusa, dagli amici comuni della compagnia Vaccaro- Mauceri, storici pupari aretusei – per le letture molto sentite, al pianista Stefano Cintoli, giovanissimo ma dal tocco delicato ed emozionante.

Io e l’amica Lucia Corsale, giornalista e scrittrice, siamo state accolte con entusiasmo e sincero interesse in una cornice splendida, quella dello storico Palazzo della Cultura di Viale Umberto I a Modica, antica sede del Tribunale: doppia emozione quindi.

Essere ospiti di un circolo dedicato al premio Nobel così fratello della nostra Siracusa – Modica era provincia aretusea, non lo scordiamo, oltre al fatto che Quasimodo fu cognato del nostro Elio Vittorini – e parlare nel luogo che probabilmente ha visto come protagonisti del foro il padre e il fratello di Mariannina Coffa, entrambi avvocati.

Ecco altro materiale…

http://www.laspia.it/dramma-esistenziale-poetessa-coffa-sabato-letterario-quasimodo-modica-ospite-maria-lucia-riccioli/ (grazie all’autore Paolo Borrometi).

Ecco la splendida locandina…

LOCANDINA SERATA 28 FEBBRAIO

Tutti voi conoscete il mio interesse per la poetessa e patriota netina Mariannina Coffa Caruso.

Ho scritto un romanzo storico su di lei, FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA, pubblicato per i tipi di Perrone Lab nel 2011, in occasione del centocinquantesimo anniversario deòll’Unità d’Italia.

Il romanzo è poi stato ripubblicato per i tipi de L’Erudita editrice nel 2013.

Il libro è stato presentato a Siracusa presso il Palazzo della Cultura di Siracusa (Palazzo Impellizzeri) da Luigi La Rosa e Simona Lo Iacono il 27 febbraio 2011.

Successivamente è partita la tournée di presentazioni che ha toccato Acireale (Istituto Brunelleschi, Fidapa), Catania (Istituto Lombardo Radice, Cafè de Flore), Palermo (Libreria Modusvivendi), Raffadali (Le Cuspidi), Siracusa (Liceo “M.F. Quintiliano”, Istituto comprensivo “Paolo Orsi”), Roma (Chiesa di Santa Lucia al Gonfalone).

È stata tra i relatori del convegno dedicato a Mariannina Coffa con un intervento sul trattamento romanzesco della poetessa (Noto, Palazzo Impellizzeri, Archivio di Stato, 12 aprile 2011).

Un dibattito sul suo romanzo e le donne del Risorgimento è uscito su “Letteratitudine” e su “Flannery”; il libro è stato recensito, tra gli altri, da Luigi La Rosa su “Centonove”, dalla scrittrice e giornalista Lucia Corsale (La Sicilia), da Maria Rita Pennisi (La Sicilia), dallo scrittore e giornalista Remo Bassini (La Nuova Sesia), da Loredana Faraci (La Repubblica, edizione di Palermo), da Luisella Pacco (Konrad).

Il romanzo è entrato nella top five relativa alla narrativa più venduta in Sicilia (La Repubblica, edizione di Palermo, 15 maggio 2011) ed è stato segnalato dal libraio Stefano Palumbo come libro rappresentativo della scrittura siciliana sempre su La Repubblica – Palermo.

È stata invitata al Letterando InFest di Sciacca, durante il quale ha presentato il romanzo insieme ad Elena Doni del gruppo “Controparola”, collettivo di giornaliste e scrittrici fondato da Dacia Maraini.

In occasione de “Il Maggio dei Libri 2012”, campagna nazionale per la promozione della lettura patrocinata dall’Unesco e dalla Presidenza della Repubblica, ha vinto il concorso letterario per incipit di romanzi editi “InciZine – Regalami un incipit”, organizzato da Scripta volant e dall’Associazione culturale “Aliantide”. Una volanzine con l’incipit di “Ferita all’ala un’allodola” è stata distribuita gratuitamente in tutta Italia durante le manifestazioni collegate all’iniziativa.

Il 13 ottobre 2012 è stata premiata come vincitrice ex aequo della sezione “Frammenti letterari” nell’ambito del premio “Portopalo – Più a Sud di Tunisi” per il suo romanzo “Ferita all’ala un’allodola”.

In occasione del convegno nazionale del 21 – 22 dicembre 2012 dedicato al bicentenario di Matteo Raeli ospitato al Palazzo Trigona di Noto un brano di “Ferita all’ala un’allodola” è stato inserito in un pannello e nel catalogo della mostra realizzata da docenti e allievi del Liceo “Matteo Raeli” di Noto.

Nell’aprile 2013 l’incipit di “Ferita all’ala un’allodola” è stato pubblicato, insieme alla sinossi e alla biografia dell’autrice, sul primo numero della rivista on line a cartacea POST SCRIPTA, a cura dell’associazione Aliantide.

Il romanzo è stato presentato durante la mostra-mercato “Io valgo” organizzata dalla FIDAPA di Siracusa presso i locali della Provincia regionale dal 21 al 23 maggio 2013 ed è stato rieditato nel giugno 2013 dalla casa editrice L’Erudita.

Il 9 giugno del 2013 l’autrice ha presentato il proprio lavoro editoriale presso il complesso di San Domenico a Palermo in occasione di “Una marina di libri”, manifestazione organizzata da Navarra Editore.  Ha preso parte inoltre all’estemporanea di scrittura presso la Cappella di Santa Barbara nell’ambito della stessa kermesse.

Il 29 giugno 2013 ha preso parte alla manifestazione “I Festa del Libro di Siracusa”, organizzata dalla Biblioteca comunale di Siracusa e da Tempo solidale: è stata protagonista di un incontro con i lettori ed è stata una delle autrici coinvolte nell’incontro-dibattito degli scrittori siracusani con la cittadinanza.

Nel gennaio 2014 è risultata finalista, insieme – tra gli altri – a Beatrice Monroy e agli scrittori di Leima edizioni, del Kaos festival di Montallegro (AG) con il suo romanzo.

L’8 febbraio 2014 presso la Casa del Libro Rosario Mascali di Siracusa si è tenuta una conversazione tra l’autrice e la scrittrice Annamaria Piccione a proposito della riedizione di “Ferita all’ala un’allodola”.

Il 14 febbraio 2014, presso la Sala Gagliardi di Noto, è stata tra le relatrici di “Semaforo rosa”, convegno dedicato a “Mariannina e le altre” insieme a Marinella Fiume, avvocate, psicologhe e scrittrici sul tema della violenza contro le donne in nome di Mariannina Coffa. L’evento è stato promosso dal Comune di Noto con il coordinamento artistico dell’associazione “Lighea”.

Il 13 maggio ha svolto una conferenza sul suo romanzo per la Fildis Teocrito di Siracusa presso l’I.T.C. “Alessandro Rizza” di Siracusa con il violinista Danilo Pistone.

1l 14 settembre 2014 nell’ambito del Premio letterario nazionale “Alessio Di Giovanni” il suo romanzo ha ricevuto una segnalazione di merito vincendo il premio della Presidenza.

Il 7 novembre 2014 ha preso parte al convegno “Sguardi plurali” dedicato a Mariannina Coffa nell’ambito della manifestazione “Noto per Mariannina”, conversando con Marinella Fiume e Biagio Iacono sull’epistolario curato dagli stessi ed è stata intervistata da Vincenzo Rosana per “Tutto su Noto”.

Il 28 febbraio 2015, presso il Palazzo della Cultura di Modica, è stata ospite del XII appuntamento del Caffè letterario “Salvatore Quasimodo” presieduto da Domenico Pisana, che ha introdotto l’autrice e il romanzo “Ferita all’ala un’allodola” insieme a Lucia Corsale, con letture a cura di Franca Cavallo e Antonella Monica, musiche a cura del pianista Stefano Cintoli.

Il 7 novembre 2015, in qualità di giurata della terza edizione del concorso letterario “Inchiostro e anima” dedicato alla poetessa e patriota netina Mariannina Coffa Caruso e organizzato da “La carovana degli artisti”, ha presenziato presso la sala Gagliardi di Noto (SR) alla cerimonia di premiazione; un suo racconto e un suo scritto di ringraziamenti hanno aperto il volume antologico pubblicato in occasione della manifestazione.

Il 4 maggio, presso la Sala Gagliardi di Noto (SR) ha presenziato in qualità di relatrice e di autrice di uno dei saggi presenti nel volume (“Intorno a Voglio il mio cielo – La scoperta di un inedito sulla Coffa”) alla presentazione di “Sguardi plurali” (a cura di Marinella Fiume, Armando Siciliano Editore), atti dell’omonimo convegno di studi sulla poetessa e patriota netina Mariannina Coffa.

Il 26 agosto è stata tra gli autori partecipanti alla sesta edizione della rassegna “Poeti e scrittori del Val di Noto a confronto”, organizzata dalla Libreria editrice Urso e dedicata a Mariannina Coffa, Ibn Hamdis e Giovanni Fronte.

Il 1 ottobre, in qualità di giurata del concorso letterario internazionale “Inchiostro e anima”, quarta edizione, intitolato alla memoria della poetessa e patriota netina Mariannina Coffa, ha presenziato alla cerimonia di premiazione presso il Salone delle feste di Palazzo Nicolaci a Noto (SR). Un suo inedito sulla poetessa ha aperto l’antologia degli elaborati premiati.

Il 18 novembre ha registrato la quinta puntata della trasmissione di Telecittà (ch 654) “Libri in città”, dedicata ai libri e agli autori siracusani e non, condotta da Claudia De Luca e dal professor Luigi Amato.

Il 17 gennaio 2017 è stata invitata presso la Feltrinelli Musica e Libri di Catania per la presentazione del volume “Letteratitudine 3”, uscito per i tipi di LiberAria in occasione dei dieci anni del litblog di Massimo Maugeri; all’interno del volume è presente una sua lettera a Mariannina Coffa; il volume è stato presentato ad Adrano (SR) e Siracusa, prime tappe di un lungo tour di presentazioni.

Il 25 marzo, ospite del Rotaract di Noto sezione Terra di Eloro, ha tenuto una conferenza intitolata “Mariannina Coffa – Una donna, tante donne (La Poetessa dell’Ottocento parla alle donne di oggi)” presso la Biblioteca comunale “Principe di Villadorata” a Noto (SR), relatrice Federica Piluccio, con le musiche eseguite dal maestro Gabriele Bosco.

Il 18 agosto e il 25 agosto, rispettivamente ad Avola e a Noto, ha preso parte a delle letture poetiche organizzate dalla Libreria editrice Urso, leggendo propri testi inediti e delle poetesse Mariannina Coffa e Wislawa Szymborska.

Il 25 novembre 2017, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, presso il Teatro Vecchio Mercato di Gassino Torinese (TO), per la regia di Tommaso Massimo Rotella, Teresa Caporale ha interpretato la poetessa e patriota netina Mariannina Coffa nello spettacolo “Il mio nome è Psiche”, ispirato al romanzo “Ferita all’ala un’allodola”, evento prodotto dall’associazione culturale “Magdeleine G” nell’ambito della stagione “Un’Italia in provincia”, patrocinato dalla Fondazione Piemonte dal Vivo, circuito regionale multidisciplinare, e dal Comune di Gassino Torinese.

Sul numero 27 (agosto 2018) dell’aperiodico tematico di letteratura online “Euterpe”, avente come tema “Il coraggio delle donne: profili ed esperienze femminili nella storia, letteratura ed arte”, è uscita la recensione di Domenico Pisana intitolata “La “poetessa maledetta” Mariannina Coffa nel romanzo Ferita all’ala un’allodola di Maria Lucia Riccioli.

Vi ricordo alcuni link:

http://www.nbtv.it/10.html

Su YouTube:

http://www.youtube.com/watch?list=PL1zqe4wSTDjd2DDsSUzguww9lhdZLyD0B&v=EIAOqrUfyxI&feature=player_embedded (l’intervista di Vincenzo Rosana di NBTV per cui ringrazio ancora sia lui che la collega Ivana Scarpetta. Il programma si chiama IN 10 MINUTI ed è un’occasione frizzante e ghiotta per parlare di argomenti di attualità e cultura rispettando il limite dei dieci minuti, il cui scadere viene sottolineato da un gong).

http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/03/14/unita-italia-e-le-donne-nel-risorgimento-italiano/

//www.carlomuratori.it/public/Ombra-adorata-carlo-muratori.mp3

Che mi valse l’ingegno, il core e l’arte
Se te perdendo ogni Ciel perdei?
Se il nume che fu vita ai sogni miei
Mi condanna tacendo e si diparte?

Oh se vedrai queste dolenti carte
Che d’un alito ignoto accendi e bei
Saprai ch’ove sospiri, e piangi e sei
Ivi piange il mio core a parte a parte.

Saprai ch’io t’amo, ed è miracol novo
La vita mia…perchè son morta e vivo,
E là dove non sei non ritrovo!

Saprai, ch’ombra adorata, a me d’accanto
Ti riveggio pur sempre o sogno o scrivo
E più che il labro tuo trovo il tuo pianto.

Testo di Mariannina Coffa (Noto 1841-1878)
Musica, arrangiamento e direzione di Carlo Muratori

http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/07/19/in-radio-con-massimo-maugeri/

Chiudo in dolcezza come ho cominciato… libri e cioccolata di Modica!

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http://www.lacivettapress.it/online/index.php?option=com_content&view=article&id=656:tutto-un-fiorire-di-iniziative-per-la-giornata-del-libro-a-p

Per saperne di più su Domenico Pisana…

https://domenicopisana.myblog.it/

Mariannina Coffa, il colera, il Covid-19 e altro…

16 giovedì Apr 2020

Posted by mlriccioli in Eventi culturali, Letteratura, Musica

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Su LA CIVETTA DI MINERVA è uscito questo mio pezzo su Mariannina Coffa…

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=4240:il-fil-rouge-delle-epidemie-nel-nostro-passato-letterario-e-non-solo&catid=17&Itemid=143&fbclid=IwAR1ikE9yP95xCHoh932ndyu4zeintvhZkw9K-rQSDXU2WlQXDg7ykM-4qXM

Il fil rouge delle epidemie nel nostro passato, letterario e non solo

MARIA LUCIA RICCIOLI
Martedì, 14 Aprile 2020 20:53
L’otto aprile – data che ricordiamo per l’inizio del viaggio dantesco oltre che per altre “coincidenze” storiche – del 1860, alle cinque del mattino, presso la Cattedrale di Siracusa, Mariannina Coffa Caruso, poetessa e patriota netina, si univa in matrimonio con il possidente ragusano Giorgio Morana.

Un evento di 160 anni fa che coincide con i moti risorgimentali e che prelude allo sbarco dei Mille e alla tormentata unificazione della penisola.

Lo studio della figura della Coffa – oltre che critico, filologico, sociologico… ­– permette di illuminare non solo molti aspetti del nostro secondo Romanticismo, e più in generale del secondo Ottocento (la poetessa nasce nel 1841 e nel 2021 ricorreranno quindi 170 anni dai suoi natali; muore a trentasei anni, tre mesi e sei giorni nel 1878), ma anche fatti e problemi che possiamo comparare alle questioni attuali.

Oggi la pandemia da Cov-id19 miete vittime in Italia e nel mondo e studiare il passato e le epidemie con cui hanno dovuto convivere e lottare i nostri antenati può gettare una luce sul presente.

Nel 1835 muore a Siracusa il poeta tedesco August von Platen, probabilmente di enterocolite o forse di colera; nel 1837 divampò il colera che probabilmente uccise Leopardi e che a Siracusa fece scoppiare una rivolta contro dei presunti “untori”: la città perse il ruolo di capovalle in favore della vicina e rivale Noto.

Il colera del 1854-’55 esilia Mariannina Coffa, quattordicenne enfant prodige dei salotti netini, presso il podere di famiglia in contrada Falconara: oggi diremmo che la ragazza trascorse un periodo di quarantena fra timore e tremore, non solo per via dell’epidemia ma anche a motivo dell’impegno politico del padre, legato ai liberali antiborbonici.

Il patrono di Noto, San Corrado, il cavaliere piacentino divenuto eremita, viene dalla Coffa invocato in versi perché interceda presso Dio per la cessazione dell’epidemia:

Corrado, oh no, la grazia / Non ci saprà negar. // Ei che nostra patria / Ricopre col suo manto, / Ei che rimira il popolo / Fra tante angosce e in pianto, / Ei ci vorrà protendere / La salvatrice man. // Salve, o celeste Spirito, / O nostro Protettore / Fuga l’orrenda e squallida / Paura d’ogni core / E le dolenti lacrime / Sian di contento alfin…

La poetessa ci dà notizie del colera, potremmo dire, di sbieco: l’epistolario – le lettere indirizzate non solo all’amore mancato, al maestro di pianoforte e drammaturgo Ascenzio Mauceri (di cui il 13 aprile ricorre l’anniversario della morte, avvenuta nel 1893), ma anche a parenti, amici, al precettore – ci offrono uno spaccato di storia della Sicilia ottocentesca, anche dal punto di vista delle quasi periodiche epidemie di colera (Mariannina temerà non solo il colera del 1854 ma anche le sue recrudescenze degli anni ’60, quando la poetessa è già a Ragusa). Non solo: la lotta contro il colera s’insinua nel conflitto tra liberali moderati e repubblicani democratici, spesso rivoluzionari, che oppone i medici allopatici agli omeopatici; i rimedi contro il colera e le malattie delle viti e del bestiame rendono benemeriti i medici che riescano a salvare vite umane, animali e colture. Pensiamo ad esempio a Giuseppe Migneco, cui Mariannina Coffa affiderà la propria salute: i rimedi del medico augustano saranno adottati e riceveranno pubblici encomi da Comuni e autorità.

Le epidemie di colera, lungi dall’arrestarsi, continuano per tutto il XIX e per parte del XX: per citarne una trasfigurazione letteraria nostrana, nel 1918 la compagnia di Angelo Musco mette in scena al Teatro Nazionale di Roma “’U contra”, commedia di Nino Martoglio in cui nel caratteristico quartiere catanese della Civita si scontrano “baddisti” (da “badda”, polpetta avvelenata), che credevano agli untori prezzolati dal Governo per decimare la popolazione in sovrannumero, e “culunnisti”, che credevano in una pseudoscientifica “culonna” d’aria, una corrente di Scirocco che propagava la malattia dall’Asia minore.

Vi propongo adesso un contributo di Donatella Massara, uscito su DONNE DI PAROLA:

A Luisa poesia di Mariannina Coffa presentazione di Donatella Massara

E adesso altro materiale sul mio rapporto con la poetessa – studio e ricerca, immaginazione…

Ecco le gentili parole del giovane studioso Stefano Vaccaro, scritte a proposito dell’uscita su LA CIVETTA DI MINERVA di un mio articolo sul suo lavoro svolto presso il Castello di Donnafugata (RG) e che ha visto coinvolta la poetessa e patriota netina Mariannina Coffa…

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2099%3Anel-castello-di-donnafugata-un-inedito-di-mariannina-coffa&catid=17%3Acultura&Itemid=143

Nel Castello di Donnafugata un inedito di Mariannina Coffa

Maria Lucia Riccioli
Giovedì, 16 Febbraio 2017 16:40

Il componimento della poetessa netina, senza data né titolo, trovato all’interno di una miscellanea tra i volumi del barone Corrado Arezzo e del genero visconte. Dalle sue scoperte Stefano Vaccaro ha tratto un libro

La Civetta di Minerva, 10 febbraio 2017

Nell’anno 1878, in una brevissima tornata di giorni (il 9 gennaio il monarca, il 7 febbraio il pontefice) morivano due protagonisti del sofferto e discusso Risorgimento italiano: Vittorio Emanuele II e Papa Pio IX. A Noto, in Sicilia, per un altro dei misteriosi giochi del tempo, a soli trentatré giorni di distanza l’una dall’altra muoiono padre e figlia, la poetessa e patriota netina Mariannina Coffa (il 6 gennaio del 1878, giorno dell’Epifania) e il padre, l’avvocato Salvatore Coffa, massone e liberale (l’8 febbraio).

Tanta e tale è la mole degli studi su questi argomenti e personaggi che fare nuove scoperte in tal senso sembrerebbe impossibile, ma così non è: specie dalla microstoria arrivano rinvenimenti fortunosi che riescono anche a gettare nuova luce sulla macrostoria.

È il caso di Stefano Vaccaro, giovane studioso che si è occupato dell’epistolario di Mariannina Coffa: grazie al Comune e alla Biblioteca di Ragusa ha recentemente pubblicato il saggio “Biblioteca svelata – a carte scoperte” riuscendo ad offrire al pubblico non solo il catalogo della mostra omonima, ospitata nell’antibiblioteca e nella Sala degli Stemmi, ma anche il risultato delle sue scoperte al Castello di Donnafugata, tra i libri del barone Corrado Arezzo e del genero, il visconte Combes de Lestrade (che nome letterario!).

Tra le voci femminili che riemergono dagli scaffali di Donnafugata – segno che un fitto reticolo di penne femminili si intrecciava in Sicilia, nonostante il contesto socio-culturale spesso poco favorevole all’affermazione dei talenti artistici e delle intelligenze delle donne siciliane – spiccano Rosina Muzio Salvo, Letteria Montoro, Giuseppina Turrisi Colonna e la netina Mariannina Coffa, rappresentata con diverse prime edizioni dei volumi dei suoi versi. E non solo.

Una miscellanea è una raccolta di scritti diversi e fascicolati insieme, spesso rilegati più o meno elegantemente. E proprio da una miscellanea della biblioteca del castello Stefano Vaccaro ha tratto una pubblicazione finora sconosciuta: un componimento inedito, senza data né titolo, pubblicata dalla famosa tipografia Piccitto e Antoci di Ragusa, scritto proprio da Mariannina Coffa e donato al dottor Filippo Pennavaria, amico e sodale della poetessa (ne studiò le manifestazioni “medianiche”  quali la “sognazione spontanea”, ovvero il suo raccontare e poetare in apparente stato di trance), che curò la miscellanea.

La poesia, sicuramente composta in periodo quaresimale – e azzardiamo che il dono dei versi dovette avvenire un Venerdì Santo, durante l’Adorazione della Croce -, termina con dei versi drammaticamente potenti: “O sommo Iddio! per te, per la tua Croce, / Trovi perdon chi di perdono è indegno!!..”.

Stefano Vaccaro nel suo saggio ricostruisce i rapporti tra Mariannina Coffa e i baroni di Donnafugata, tramati di poesia naturalmente e di politica, il milieu sociale, politico e culturale che illumina certi particolari dell’epistolario e delle stesse liriche della poetessa: scopriamo che il barone Arezzo fu tra i primi sottoscrittori del monumento a Mariannina Coffa poi inaugurato nel 1892 e che tra gli interessi comuni ai due personaggi ci sono il magnetismo animale, il mesmerismo e l’esoterismo in genere (prova ne sono i volumi afferenti a queste tematiche, oggetto delle poesie “esoteriche” della Coffa).

Un plauso e un incoraggiamento sono dovuti a questo giovane ricercatore, cui auguriamo di poter lumeggiare ancora più approfonditamente i rapporti tra il Castello, la sua biblioteca, la città di Ragusa e la cultura del Val di Noto nell’Otto-Novecento, al Comune di Ragusa e a chi si spende per la valorizzazione del Castello come l’architetto Giuseppe Nuccio Iacono, che ha curato il programma della manifestazione culturale con cui si è aperta la mostra documentaria.

Il 6 gennaio del 1878 si spegneva a Noto la poetessa e patriota Mariannina Coffa, protagonista del mio romanzo FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA.

Il 30 settembre si ricorda invece il compleanno della poetessa, nata nel 1841.

 

Mariannina copertina

Ecco un omaggio poetico…

LA MORTE DI MARIANNINA COFFA

di

Giuseppe Puzzo

Sol Mariannina, non più
Coffa Caruso e in Morana!
Rinnegando chi la distrusse
In quella città da Noto lontana!
Vuol tornare, i bauli son pronti
In quella Noto che non più la vorrà!

Scappò la gentile signora
Tormentata da pene e da lutti!
Quella creatura che mai arte
Conobbe di viver come tutti!
Disperata al mondo gridò che
Libera nacque e libera morrà!

Collere, disprezzi, tradimenti,
Viaggi, infamie e vergogne!
Parole che scriveva la donna esausta
Di un mondo pieno di menzogne!
Lo spirito afflitto ma sempre fiero
Mentre la vita finiva col dolor!

Distesa malata nel letto
in solitudine soffre la poetessa,
Una donna delicata e fragile
Che mai padrona fu di se stessa!
Pensa, rimugina e piange
Ricordando il suo unico amor!

Nel buio delle notti comincia il delirio!
La poveretta parla con  l’angelo!

Uriel è il suo nome e ispirazione le diede
invocandolo rintanata in un angolo!

I suoi versi stanno per avverarsi:
In altri cieli avrà le sue gioie alfin!

Chiamandola Madre, agonizzante
Invoca l’Addolorata nel gelo!
Le parla, scrive mesta alla Vergine
”Gli affetti miei rendimi in cielo!”

Nell’Epifania di Nostro Signore
La moribonda chiuse gli occhi infin!

Così, nel dolore e nell’abbandono
Finisce la passione dell’ispirata
Rinnegata da tutto il suo mondo
raggiunse la pace sospirata!

La gente ipocrita che la maledisse
A San Nicolò il feretro accompagnò!

Vola in cielo o infelice creatura!
Dormi in eterno con gli eletti spiriti!
Tanto dolor patisti in vita
Un’agonia intensa e senza limiti!
Vola in cielo o infelice creatura
Iddio su di te la sua mano posò!

Una foto suggestiva, che ritrae Giuseppe Puzzo intento a rendere omaggio a Mariannina Coffa sulla sua tomba.

Giuseppe Puzzo, estimatore della poetessa e patriota netina Mariannina Coffa, appassionato del nostro Ottocento letterario e musicale, ha dedicato alla Nostra vari componimenti tra cui questo.

A MARIANNINA COFFA CARUSO

Poetessa Netina

di Giuseppe Puzzo

O sublime spirito gentile!
L’infelicità fu il calice di tua vita!
Tanto cara a me fosti perché in te il mio io scoprì!
Un affetto a te mi lega
Che sol che nel pregare
manifestare non si può
per le diverse ere in cui il Creatore,
per qual mistero ci creò!

O sublime spirito gentile!
Il tuo Angelo dona a me
perché m’ispiri e canti come te
Patria e Dio, Amor e Umanità!
Ma Iddio piu d’ogni cosa
è al centro di mia Psiche!
Sol per lui è il mio canto,
E il lamento delle fatiche!

O sublime spirito gentile!
Quegli sguardi indefiniti
E il grazioso riso sulle labbra!
Qual lecite apparenze
che occultavano
il sanguinar del cor!
Assai dolente fu in tua vita
l’agghiacciante pena d’amor!
O sublime spirito gentile!
La poetessa e il musicista!
Un amore puro e sacro
Che nell’avello non s’estinse!
So ben ciò che vuol dire
Patire le pene dell’amor!
L’alma brucia e della vita
Ogni voglia spenta è ognor!

O sublime spirito gentile!
Il tuo tormento
Generava immani versi
e, come l’alma mia,
nei tuoi canti il mondo perfetto
lamentando desiavi!
Ma sapevi tutta mesta
Che del Terrestre Paradiso non ci son chiavi!

O sublime spirito gentile
Esiliata dalle mura natie
E le brutali amare nozze!
Delle figlie il crudel trapasso
E l’asfissiante comando del vil rozzo!
Poteva l’alma tua, o Mariannina
Desiderosa della Patria Eterna
non pensare alla morfina?

O sublime spirito gentile
Quanto dolente
E’ il Calvario della terrena vita!
Gli istanti dei tanti dì trascorriamo
Col desio dei Santi
Di volare lieti in cielo;
quella Patria dall’alme pure desiata
a cui vorrei squarciare il velo!

O sublime spirito gentile
pochi furon quelli che ti confortavan!
I tuoi versetti
per l’ amica Enrichetta
a me dicati mesto sento!
Come me il bello amavi
E fra i veleni della vita
La bellezza contemplavi!
O sublime spirito gentile
Indefinite sensazioni
La mia mole tutta assalgono
Quando attraverso via Sallicano, ove spirasti
E la via a te dicata ove venisti al mondo
nella quiete delle serate netine!
Il continuo ricordarti
per me non avrà mai fine!

O sublime spirito gentile
Quando passo dalla villetta d’Ercole
Nel tuo viso in marmo meditando
Lo sguardo non posso che posare!
Mi addolora veder che tanta gente
Lo mira senza saper di tua storia il favellìo!
Possa la tua memoria
Non cadere nell’oblìo!

 

 

Ecco l’articolo scritto da Giuseppe Puzzo per LA VITA DIOCESANA, il periodico che racconta la vita della Diocesi di Noto (uscito il 30 settembre 2018).

Approfitto dell’occasione per ricordare che la poetessa Mariannina Coffa non teme oblio dato che risulta essere di ispirazione per poeti artisti musicisti… studiosi.

Ringrazio Stefano Vaccaro per questo inedito…

Il 6 gennaio 1878 lasciava questo mondo Mariannina Coffa, la ricordiamo con due quartine inedite di un più ampio componimento scritto dalla Poetessa. Il testo integrale fa parte dei documenti visibili al Castello di Donnafugata all’interno della mostra “La biblioteca svelata – A carte scoperte”.

Si prostri l’empio a cui le voglie immonde Giammai non sazia la viltate e l’oro;
Chi al grido dell’onor mai non risponde,
Chi fa del vizio il suo maggior tesoro.

Chi, turpe il labbro e per velen feroce,
Strazia la fama altrui, l’alma, e l’ingegno…
O sommo Iddio! per te, per la tua Croce,
Trovi perdon di chi perdono è indegno!!

MARIANNINA COFFA E CORRADO AREZZO: STORIA DI UN’INEDITA AMICIZIA

Sono storie di donne e storie di letterate quelle raccontate al Castello di Donnafugata attraverso la mostra documentaria “La biblioteca svelata – A carte scoperte”. Gli ultimi studi condotti ci restituiscono un panorama culturale per molti aspetti inedito e affascinante come fino ad oggi inedita è stata l’affezione del barone Arezzo per certo tipo di letteratura a firma delle maggiori intellettuali isolane del XIX secolo finanche il rapporto d’amicizia che lo legò alla più singolare voce poetica muliebre della Sicilia orientale: Mariannina Coffa.
Ringrazio di cuore Davide Bocchiere per il bell’articolo.

Grazie al lavoro di tanti studiosi e cultori di poesia e critica letteraria e ad artisti sensibili come Carlo Muratori…

SALE

Sopra ho postato una pagina del cd-libro di Carlo Muratori, SALE. Sono emozionata non solo del fatto che mi abbia citata e ringraziata, ma anche del fatto che io e Franco Battiato, per dire, siamo nello stesso disco!

Sì, perché Carlo e Franco cantano assieme uno dei pezzi più intensi di Battiato, POVERA PATRIA, che dava il titolo al tour dedicato da Muratori ai 150 anni dell’Unità d’Italia (e qui torna in gioco la cara Mariannina Coffa, poetessa e patriota netina il cui sonetto OMBRA ADORATA Carlo Muratori ha portato in tour musicandolo).

Ecco una mia breve riflessione sul testo della Coffa e il link per ascoltare il brano di Carlo Muratori.

Il sonetto di Mariannina Coffa “Ombra adorata” è stato pubblicato da Miriam Di Stefano in “Scritti inediti e rari di Mariannina Coffa”, edito dalla FIDAPA di Noto nel 1996.

Ho letto il prezioso volumetto anche grazie al suggerimento della professoressa Renata Russo Drago, esimia docente e cultrice di storia patria.

Qui sarebbe impossibile condensare la vita e l’opera della patriota e poetessa netina, ma mi piace offrire un’analisi – non esaustiva, ci mancherebbe – di questa composizione della Coffa.

Che l’ombra adorata sia quella dell’antico maestro di musica, del fidanzato e sposo mancato, Ascenso Mauceri, possiamo supporlo anche se non darlo per certo.

Già tra i primieri studiosi e critici della Coffa ci fu chi mise in dubbio la realtà effettuale di quest’ombra, dell’angelo di tante liriche della poetessa. Si parlò digenius, del daimon…

Oggi, anche alla luce dei nuovi apporti critici – penso agli studi della Fiume, che affratella anzi assorella la Coffa alle correnti spiritualistiche di area esoterica, massonica, magnetica, che furono tanta parte della cultura del tempo – potremmo anche azzardare un’interpretazione differente: è quasi come se l’ombra adorata fosse quella di uno spirito-guida, di un “angelo” che voglia guidare la poetessa a gradi più alti di perfezione.

Certo che però il fascino romantico della storia d’amore Coffa-Mauceri rimane intatto: immaginiamo Mariannina in preda al rimpianto, malmaritata poetessa che sconta l’esilio – impoetico come il borgo in cui si sente leopardianamente relegata “la giovane favolosa”, come mi è piaciuto definirla durante il convegno “Sguardi plurali” dedicato alla Nostra – a Ragusa pensando all’amato irrimediabilmente perduto.

Dal punto di vista formale, lodevole la musicalità del verso, cantabile nel senso migliore del termine, al punto che il sonetto è stato musicato dal “chiant-autore” (così scherzosamente si autodefinisce) Carlo Muratori, che lo ha eseguito per la prima volta nel 2011 – in occasione dei centocinquant’anni dell’Unità d’Italia – presso l’Archivio di Stato di Noto a Palazzo Impellizzeri durante il convegno dedicato a Mariannina Coffa poetessa e patriota. Successivamente Muratori lo ha cantato durante il tour dedicato ai canti siciliani di epoca risorgimentale – Povera Patria il significativo titolo del tour.

Lo ha eseguito poi a conclusione dell’ultimo convegno dedicato a Mariannina Coffa, che segna una tappa importante nell’evolversi degli studi sulla poetessa.

(Ecco il link per ascoltarlo su YouTube:

Mi piace riportare qui la fotografia dell’originale – tratta sempre dal volume della Di Stefano.

DSC06103

Le varianti, i pentimenti, le cancellature di un manoscritto ci fanno entrare con emozione e curiosità nella bottega dello scrittore. E quella di Mariannina Coffa è una bottega coltivata fin dalla fanciullezza, sotto la guida di precettori e maestri come Francesco Serra Caracciolo e Corrado Sbano, nutrita di letture e studi, permeata dei dolori di una vita breve ma densissima. Attraversata e trasfigurata dal mistero della creazione, che rimane tale anche per la stessa poetessa, che vive di ispirazione e scrive e va significando al modo che il suo genius le detta dentro.

La grafia peculiare della Coffa, disordinata eppure chiarissima, i pasticci, i versi imbastiti eppure venuti fuori già compiuti: la pagina parla da sé.

Il senno del verso 1 diventa il core,

Se te perdendo ogni Ciel perdei? (v. 2)

nasconde, ci pare di capire,

se perduto il mio Ciel tutto perdei?

Significativa appare la variante del verso finale che cambia il senso della frase.

E più che il labro tuo parla il tuo pianto

diventa

E più che il labro tuo trovo il tuo pianto.

Il dolore muto dell’angelo della Coffa viene trovato anziché manifestarsi parlando alla poetessa, che però non cancella la parola variata.

A proposito… oltre al tour di Carlo Muratori, da segnalare lo spettacolo FIMMINA…

Si parla di sale e anche di Mariannina Coffa…
Rita Abela è una straordinaria performer e attrice che ho avuto il piacere di intervistare spesso e con cui ho lavorato per l’Accademia di Canto Carmelo Mollica e per dei saggi musical-teatrali…
Ricordo anche la bellissima esperienza della rassegna POETI E SCRITTORI DEL VAL DI NOTO, i vari convegni dedicati alla poetessa e il concorso INCHIOSTRO E ANIMA a lei intitolato…
Un mio saggio sulla poetessa è presente in questo volume, frutto degli studi del convegno omonimo dedicato alla poetessa netina.
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Il concorso letterario intitolato a Mariannina Coffa… onorata di far parte della giuria!
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Questa è solo una minima parte delle attività e iniziative legate alla poetessa di Noto… navigando sul mio blog troverete immagini, video e molto altro!
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Si può trovare un su Mariannina Coffa nel volume incentrato sull’anniversario del blog letterario LETTERATITUDINE, uscito per i tipi di LiberAria editrice…
letteratitudine
Grazie a Massimo Maugeri per avermi coinvolta nel progetto!

Un manuale sulla lettura, uno scrigno zeppo di consigli di scrittura, l’ingresso nel laboratorio creativo di tante scrittrici e tanti scrittori di fama nazionale e internazionale, un insieme di percorsi che, tra autoracconti d’autore, interviste e saggi, conducono nel dietro le quinte di libri, scrittori e personaggi letterari che conosciamo e amiamo.
In questi e in tanti altri modi può essere definito Letteratitudine 3 – letture, scritture e metanarrazioni, il nuovo libro curato da Massimo Maugeri, che celebra le attività culturali e letterarie del noto blog Letteratitudine, a dieci anni dalla sua nascita.

Un manuale che si legge come un romanzo, e che costituisce una vera e propria miniera di consigli e ispirazioni per chiunque, addetto ai lavori o semplice appassionato di letteratura, desideri conoscere da vicino i meccanismi che regolano l’universo che ruota intorno alla scrittura e ai suoi protagonisti, siano essi reali o immaginari.

Letteratitudine 3

Ricordo anche che altri scritti sulla poetessa e patriota netina sono stati da me pubblicati come introduzione alle antologie del premio INCHIOSTRO E ANIMA dedicato alla Coffa e su LA CIVETTA DI MINERVA.
http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=1795:a-palazzo-nicolaci-di-noto-il-premio-dedicato-a-mariannina-coffa&catid=17:cultura&Itemid=143
https://www.google.it/search?q=LA+CIVETTA+DI+MINERVA+%2B+COFFA&client=firefox-b&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=0ahUKEwi7yaTowq_RAhUFQBQKHXiWBRkQ_AUICCgB&biw=1116&bih=537 (le immagini correlate)
Segnalo il concorso dedicato a Mariannina Coffa con annesso convegno e mostra dedicata… al link qui sotto tutte le informazioni.
https://www.facebook.com/marianninacoffacaruso/

Ha pubblicato, per i tipi di Perrone Lab, il suo primo romanzo, “Ferita all’ala un’allodola”, uscito nel gennaio 2011 e dedicato alla figura della poetessa e patriota risorgimentale Mariannina Coffa Caruso.

Il romanzo è stato presentato a Siracusa presso il Palazzo della Cultura di Siracusa (Palazzo Impellizzeri) da Luigi La Rosa e Simona Lo Iacono il 27 febbraio 2011.

Successivamente è partita la tournée di presentazioni che ha toccato Acireale (Istituto Brunelleschi, Fidapa), Catania (Istituto Lombardo Radice, Cafè de Flore), Palermo (Libreria Modusvivendi), Raffadali (Le Cuspidi), Siracusa (Liceo “M.F. Quintiliano”, Istituto comprensivo “Paolo Orsi”), Roma (Chiesa di Santa Lucia al Gonfalone).

È stata tra i relatori del convegno dedicato a Mariannina Coffa con un intervento sul trattamento romanzesco della poetessa (Noto, Palazzo Impellizzeri, Archivio di Stato, 12 aprile 2011).

   Un dibattito sul suo romanzo e le donne del Risorgimento è uscito su “Letteratitudine” e su “Flannery”; il libro è stato recensito, tra gli altri, da Luigi La Rosa su “Centonove”, dalla scrittrice e giornalista Lucia Corsale (“La Sicilia”), da Maria Rita Pennisi (“La Sicilia”), dallo scrittore e giornalista Remo Bassini (“La Nuova Sesia”), da Loredana Faraci (“La Repubblica”, edizione di Palermo), da Luisella Pacco (“Konrad”).

   Il romanzo è entrato nella top five relativa alla narrativa più venduta in Sicilia (“La Repubblica”, edizione di Palermo, 15 maggio 2011) ed è stato segnalato dal libraio Stefano Palumbo come libro rappresentativo della scrittura siciliana sempre su “La Repubblica” – Palermo.

   È stata invitata al Letterando InFest di Sciacca, durante il quale ha presentato il romanzo insieme ad Elena Doni del gruppo “Controparola”, collettivo di giornaliste e scrittrici fondato da Dacia Maraini.

In occasione de “Il Maggio dei Libri 2012”, campagna nazionale per la promozione della lettura patrocinata dall’Unesco e dalla Presidenza della Repubblica, ha vinto il concorso letterario per incipit di romanzi editi “InciZine – Regalami un incipit”, organizzato da Scripta volant e dall’Associazione culturale “Aliantide”. Una volanzine con l’incipit di “Ferita all’ala un’allodola” è stata distribuita gratuitamente in tutta Italia durante le manifestazioni collegate all’iniziativa.

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Il 13 ottobre 2012 è stata premiata come vincitrice ex aequo della sezione “Frammenti letterari” nell’ambito del premio “Portopalo – Più a Sud di Tunisi” per il suo romanzo “Ferita all’ala un’allodola”.

 In occasione del convegno nazionale del 21 – 22 dicembre 2012 dedicato al bicentenario di Matteo Raeli ospitato al Palazzo Trigona di Noto un brano di “Ferita all’ala un’allodola” è stato inserito in un pannello e nel catalogo della mostra realizzata da docenti e allievi del Liceo “Matteo Raeli” di Noto.

 Nell’aprile 2013 l’incipit di “Ferita all’ala un’allodola” è stato pubblicato, insieme alla sinossi e alla biografia dell’autrice, sul primo numero della rivista on line a cartacea POST SCRIPTA, a cura dell’associazione Aliantide.

   Il romanzo è stato presentato durante la mostra-mercato “Io valgo” organizzata dalla FIDAPA di Siracusa presso i locali della Provincia regionale dal 21 al 23 maggio 2013 ed è stato rieditato nel giugno 2013 dalla casa editrice L’Erudita.

   Il 9 giugno del 2013 l’autrice ha presentato il proprio lavoro editoriale presso il complesso di San Domenico a Palermo in occasione di “Una marina di libri”, manifestazione organizzata da Navarra Editore.  Ha preso parte inoltre all’estemporanea di scrittura presso la Cappella di Santa Barbara nell’ambito della stessa kermesse.

Nel gennaio 2014 è risultata finalista, insieme – tra gli altri – a Beatrice Monroy e agli scrittori di Leima edizioni, del Kaos festival di Montallegro (AG) con il suo romanzo.

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   L’8 febbraio 2014 presso la Casa del Libro Rosario Mascali di Siracusa si è tenuta una conversazione tra l’autrice e la scrittrice Annamaria Piccione a proposito della riedizione di “Ferita all’ala un’allodola”.

   Il 14 febbraio 2014, presso la Sala Gagliardi di Noto, è stata tra le relatrici di “Semaforo rosa”, convegno dedicato a “Mariannina e le altre” insieme a Marinella Fiume, avvocate, psicologhe e scrittrici sul tema della violenza contro le donne in nome di Mariannina Coffa. L’evento è stato promosso dal Comune di Noto con il coordinamento artistico dell’associazione “Lighea”.

L’8 marzo, per Historica Edizioni, è uscita l’intervista realizzata con la scrittrice e giornalista Rai Laura Costantini, pubblicata insieme agli interventi di altre autrici nell’e-book “Scrivere? Non è un mestiere per donne”, opera disponibile anche in versione cartacea.

 

   Il 7 novembre 2014 ha preso parte al convegno “Sguardi plurali” dedicato a Mariannina Coffa nell’ambito della manifestazione “Noto per Mariannina”, conversando con Marinella Fiume e Biagio Iacono sull’epistolario curato dagli stessi ed è stata intervistata da Vincenzo Rosana per “Tutto su Noto”.

Il 28 febbraio 2015, presso il Palazzo della Cultura di Modica, è stata ospite del XII appuntamento del Caffè letterario “Salvatore Quasimodo” presieduto da Domenico Pisana, che ha introdotto l’autrice e il romanzo “Ferita all’ala un’allodola” insieme a Lucia Corsale, con letture a cura di Franca Cavallo e Antonella Monica, musiche a cura del pianista Stefano Cintoli.

Il 7 novembre 2015, in qualità di giurata della terza edizione del concorso letterario “Inchiostro e anima” dedicato alla poetessa e patriota netina Mariannina Coffa Caruso e organizzato da “La carovana degli artisti”, ha presenziato presso la sala Gagliardi di Noto (SR) alla cerimonia di premiazione; un suo racconto e un suo scritto di ringraziamenti hanno aperto il volume antologico pubblicato in occasione della manifestazione.

Il 4 maggio 2016, presso la Sala Gagliardi di Noto (SR) ha presenziato in qualità di relatrice e di autrice di uno dei saggi presenti nel volume (“Intorno a Voglio il mio cielo – La scoperta di un inedito sulla Coffa”) alla presentazione di “Sguardi plurali” (a cura di Marinella Fiume, Armando Siciliano Editore), atti dell’omonimo convegno di studi sulla poetessa e patriota netina Mariannina Coffa.

Il 1 ottobre, in qualità di giurata del concorso letterario internazionale “Inchiostro e anima”, quarta edizione, intitolato alla memoria della poetessa e patriota netina Mariannina Coffa, ha presenziato alla cerimonia di premiazione presso il Salone delle feste di Palazzo Nicolaci a Noto (SR). Un suo inedito sulla poetessa ha aperto l’antologia con gli elaborati premiati.

Il 17 gennaio 2017 è stata invitata presso la Feltrinelli Musica e Libri di Catania per la presentazione del volume “Letteratitudine 3”, uscito per i tipi di LiberAria in occasione dei dieci anni del litblog di Massimo Maugeri; all’interno del volume è presente una sua lettera a Mariannina Coffa; il volume è stato presentato ad Adrano (SR) e Siracusa, prime tappe di un lungo tour di presentazioni.

   Il 25 marzo, ospite del Rotaract di Noto sezione Terra di Eloro, ha tenuto una conferenza intitolata “Mariannina Coffa – Una donna, tante donne (La Poetessa dell’Ottocento parla alle donne di oggi)” presso la Biblioteca comunale “Principe di Villadorata” a Noto (SR), relatrice Federica Piluccio, con le musiche eseguite dal maestro Gabriele Bosco.

Risultati immagini per ferita all'ala un'allodola

   Il 25 novembre 2017, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, presso il Teatro Vecchio Mercato di Gassino Torinese (TO), per la regia di Tommaso Massimo Rotella, Teresa Caporale ha interpretato la poetessa e patriota netina Mariannina Coffa nello spettacolo “Il mio nome è Psiche”, ispirato al romanzo “Ferita all’ala un’allodola”, evento prodotto dall’associazione culturale “Magdeleine G” nell’ambito della stagione “Un’Italia in provincia”, patrocinato dalla Fondazione Piemonte dal Vivo, circuito regionale multidisciplinare, e dal Comune di Gassino Torinese. 

http://www.piemontedalvivo.it/event/mio-nome-psiche/

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  Sul numero 27 (agosto 2018) dell’aperiodico tematico di letteratura online “Euterpe”, avente come tema “Il coraggio delle donne: profili ed esperienze femminili nella storia, letteratura ed arte”, è uscita la recensione di Domenico Pisana intitolata “La “poetessa maledetta” Mariannina Coffa nel romanzo Ferita all’ala un’allodola di Maria Lucia Riccioli”.

Un grazie particolare a Domenico Pisana, di cui vi invito a leggere il saggio…

https://www.ecodegliblei.it/MODICA-LA-VICENDA-DI-MARIANNINA-COFFA-IN-UN-ROMANZO-DI-MARIA-LUCIA-RICCIOLI.htm

https://drive.google.com/file/d/1IboaGLe7fPhxTj3z371WF-a5CoKVAPl1/view

Troverete l’intervento dotto e documentato di Pisana nel pdf della rivista…

Risultati immagini per ferita all'ala un'allodola

… e i trailer!

…e un bel lavoro scolastico…

… l’intervista di Vincenzo Rosana.

Joker, Romics and me…

18 venerdì Ott 2019

Posted by mlriccioli in Eventi culturali, Letteratura, scuola

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SOCIETÀ– 14 OTTOBRE 2019

Romics: se fossi un supereroe, chi vorresti essere?

Romics: se fossi un supereroe, chi vorresti essere?

di Massimo Arcangeli

Il personaggio nella foto è Bizzarro (ingl. Bizarro), un supercattivo della Dc Comics dalle frankensteiniane sembianze, partorito dall’immaginazione di uno scrittore (Otto Binder) e di un artista (George Papp).L’antieroe, che riprende la mise di Superman – di cui a un certo punto, colpito da un meteorite, acquisisce i poteri contrari (sputa raffiche infuocate anziché soffi congelanti, dagli occhi irradia ghiaccio anziché un calore tanto intenso da fondere l’acciaio, è in grado di vedere solo attraverso il piombo anziché riuscire a penetrare con la vista a raggi X qualunque materiale tranne il piombo, ecc.) – parla in modo strano: dice una cosa ma intende l’opposto (bad per good) e si esprime come chi, conoscendo in modo superficiale una lingua straniera, ne semplifichi le forme grammaticali o ne riduca drasticamente il numero, estendendo l’uso di quelle che restano (Me am invece di I am).

Cattiveria a parte, ho pensato un po’ di giorni fa, Bizzarro potrei essere io in versione underground. “E tu?”, ho quindi domandato a un amico. Il gioco è poi proseguito (e continuerà, fino alla grande Notte della Lingua Italiana: l’appuntamento è a Siena, per il 3 aprile 2020). Approfittando della recente uscita di Joker (ispirato a un altro personaggio dell’universo fumettistico Dc Comics), interpretato da uno straordinario Joaquin Phoenix, e della XXVI edizione della rassegna internazionale del Romics (3-6 ottobre), ho chiesto a sconosciuti reali (guardatevi il video) e ad amici virtuali: “Se potessi essere un supereroe o una supereroina, che superpoteri vorresti avere? E come vorresti chiamarti?”.

C’è stato chi ha optato per l’invisibilità, l’ubiquità, il teletrasporto o l’eterna giovinezza, chi per il potere di volare, di perdonare, di leggere nel pensiero o di non stancarsi mai, “per poter lavorare ininterrottamente e poter aiutare gli altri nel tempo rimastomi” (Tommaso Mascia), chi per quello di non provare dolore, chi per l’annichilimento della cattiveria.

Qualcuno sogna di essere un superpaladino ambientale, qualcun altro vorrebbe “parlare tutte le lingue del mondo (con una rapida lettura di un qualsiasi dizionario o testo di lingua, in stile John Travolta in Phenomenon)” (Aliha Mihaela Siddi), altri ancora aspirano a “poter viaggiare nel tempo, avanti e indietro… come Cronoguigonsj” (Alessandra Guigoni) o a conservare, novello Fenice, “i ricordi della vita precedente” (Jonah Salvatore Totino Longo).

C’è chi vorrebbe chiamarsi Chrone, e avere il potere di viaggiare nel tempo (Laura Bonelli), chi propende per Medicamenta (Anna Graziano), immaginandosi nei panni di una supereroina guaritrice, chi accarezza l’idea di spostarsi “all’istante in ogni punto del mondo!” (Maria Boutaleb; il nome: Lampa), chi vorrebbe abolire tutte le guerre, indossando i panni di Peace and Love (Valerio Giacalone Mazzucchelli), e chi vorrebbe conoscersi meglio o essere semplicemente se stessi.

Tra le risposte più interessanti e curiose:

– Magic touch, per far guarire tutti i bambini affetti da gravi patologie (Satya Devta Kaur);

– Tutto quello che tocco diventa soldi in contanti: mi chiamo Womanpay (Caterina Emili);

– Superland: carpisce i pensieri e i Pin e terrorizza i pensionati in coda alle poste (Luciano Landini);

– Io vorrei il potere del ProvaTu: far provare a chi compie il male cosa prova la sua vittima. Magari potrei scriverci un racconto: Empathy (Maria Lucia Riccioli);

– Io vorrei essere Ipocrites, calzamaglia nera come gli attori brechtiani e maschera neutra bianca. Il superpotere: smascherare l’ipocrisia e il perbenismo degli altri, al grido di “HyperIpo!” (Lorenzo Acquaviva);

– Io dagli anni delle medie sono Lady Farinata in omaggio a Farinata degli Uberti. Vorrei avere il suo orgoglio nel parlare della sua storia con Dante. Ovviamente anche avere a dispetto l’Inferno (Flora Bozza);

– Avere il potere di aumentare o diminuire dimensioni di ogni cosa a mio piacimento… al mio nome da supereroe non avevo mai pensato, direi Volumex! (Marcello Attolino);

– L’immortalità!!! Con l’arbitrio di poterla regalare a uomini e donne “utili” per essere gestori di un tribunale digitale planetario che si possa occupare, in tempo reale, dai furti di caramelle ai traffici di ogni genere, dai soprusi infantili alla corruzione politica… mi piacerebbe chiamarmi Iustitia (Giuseppe Romanelli).

E tu, chi vorresti essere?

Ecco altro materiale che riguarda me e il professor Arcangeli, la lingua italiana e la scrittura…

Una splendida sorpresa… sono grata e onorata di far parte di questo progetto!

La scrittura e lo studio della lingua sono per me imprescindibili e legati… ho sempre amato le parole nella loro dimensione grammaticale, narrativa, poetica e giocosa – per chi non lo sapesse, sono stata anche semifinalista al Secondo campionato della lingua italiana trasmesso da TMC e condotto dall’ahimè mai troppo rimpianto Luciano Rispoli insieme ad Anna Carlucci e al professor Gian Luigi Beccaria, che amavo ascoltare perché spiegava in maniera accattivante seppur rigorosa etimologie e storie di parole (essere esaminata da un linguista come Geppi Patota è un altro motivo d’orgoglio per me…).

Stamattina il professor Massimo Arcangeli posta sulla sua e mia bacheca di Facebook questo messaggio…

Posto questo bellissimo racconto breve di Maria Lucia Riccioli, che finirà inevitabilmente nel mio libro. Contiene tutte e 50 le parole “da salvare” della prima lista che vi ho mandato. Inviatemi i vostri miniracconti. Premieremo i migliori a Siena, al festival dell’Italiano e delle lingue d’Italia “Parole in cammino” (1-5 aprile 2020), durante la prima grande Notte della Lingua Italiana (3 aprile). Un premio speciale sarà assegnato a chi sarà riuscito a inserirle appropriatamente tutte le 80 parole selezionate.

50 PAROLE DA SALVARE

Non sono un’adepta del lieto fine – in questi tempi tristi, sperare vuol dire essere in perpetuo alterco con la ragione – ma voglio offrirvi una storia. Nulla di apodittico, per carità: una semplice storia senza pretese.
Che i miei venticinque lettori non mi portino astio.
Il professor Cherubini, azzimato come al solito, alle otto in punto – come al solito – varcò la soglia dell’aula.
Biasimava i ritardi – oltre che le arrampicate sugli specchi di chi non aveva studiato – e soprattutto i tentativi di blandirlo con citazioni argute: “Facebook è il suo autore preferito, vedo” era una delle sue battute preferite.
Claudia Brandani – come al solito – sgattaiolò tra panche e zaini sperando di non farsi notare, ma Cherubini inscenò il teatrino quasi quotidiano il cui copione prevedeva: a. ironico rimprovero; b. scuse incomprensibilmente farfugliate; c. catarsi.
Exemplum:
– Signorina Brandani, il mio concetto di puntualità e il suo non collimano. Credo che dovrò comminarle una congrua sanzione…
– Ehm… uhm… (contegno imbarazzato, ricerca spasmodica di una scusa plausibile…).
– Non ha niente di più interessante da replicare?
– Prof, mi scusi, domani sarò puntuale.
– Se domani non arriverà in orario, la interrogherò in contumacia.
– Uhm… ehm… bene. Ha ragione, mi scusi ancora.
Eppure il suo modo di esprimersi solitamente era tutt’altro che corrivo: nei saggi per casa la signorina Brendani mostrava uno stile sostenuto, a tratti – ma soltanto per ingenuità e più probabilmente per mancanza di esperienza – leggermente desueto. E la sua media era notevole.
“Sarà colpa del fidanzato, quel discolo di Tozzetti”. Di tal genere se non tali appunto i pensieri di Cherubini, che non si poteva esimere dall’esecrare – oltre che i ritardi della signorina Brendani – anche gli esiziali testi di Tozzetti, paroliere di un gruppo rap trap patatrac, insomma uno di quei moderni ensemble di rumoristi autospacciantisi per musicisti.
Tozzetti, tanto facondo nel rimare trappare rappare, non lo era altrettanto quando si trattava di rispondere alle domande in aula. Cherubini sperò che almeno si preparasse per il test che ormai incombeva.
– Non racconti fandonie, Tozzetti: invece di dedicarsi ai futili ululati del suo gruppo o di perdersi troppo negli occhi color indaco di una certa signorina, pensi a studiare.
– Prof, non vorrei sembrare petulante, ma il gruppo del mio fid… di Tozzetti venerdì si esibirà in un concerto di beneficenza per gli indigenti…
– Bene… vorrà dire che tale delitto perpetrato ai danni della buona musica avrà un fine meno sordido di quello che avrei supposto.
E qui, risate morigerate del gruppo classe, che non voleva certo essere subire le conseguenze di un’eccessiva indisciplina ma neanche apparire poco solidale verso il compagno.
– Se vuol venire al concerto è il benvenuto, prof.
– Mi si dice che il vostro complesso non è dei peggiori nel suo genere, quindi verrò a vedere se il millantatore è lei o chi mi ha consigliato… grazie dell’invito.
Laico pure nei confronti delle proprie stesse convinzioni – la spocchia, accademica e generazionale, non gli apparteneva –, il professor Cherubini mantenne la promessa.
Pur paventando una serata all’insegna di musica, diciamo così, ostica, e temendo orde di trogloditi in un’aura di fumi e raggi laser da far perdere la trebisonda ai meglio intenzionati, per amore della causa Cherubini sorbì un tutt’altro che pantagruelico aperitivo offerto dall’associazione di volontariato che aveva promosso il concerto e si godette la sfilata delle band dai nomi come “Nemesi” – nella vita precedente devo aver fatto qualcosa di brutto veramente per essere condannato ad ascoltare questo, pensò il prof –, “Panacea” – i mali qui vengono invece che guarire, ma transeat –, “Soqquadro” – e per davvero fanno più confusione che altro –… e via di questo passo.
Venne il turno del complesso ensemble band gruppo, come lo si voglia chiamare, del Tozzetti.
La base musicale e ritmica doveva ben essere una severa punizione per non meglio identificati reprobi, ma le parole della “canzone” sorpresero il prof.

Come ti vuoi redimere
Se stai a tergiversare,
“siccome, perciocché”;
dici di ponderare,
sei solo pusillanime,
sprechi le tue parole,
vuoti corpi senza anime…

La signorina Brandani era in solluchero, i suoi compagni in visibilio, mani alzate e piedi a tempo sul prato spelacchiato dove era stato montato il palco.
– E bravo Tozzetti! Vedo che ha preso bene gli appunti durante le mie lezioni sulle parole da salvare. Qualche verso sarebbe da smussare, ma nel complesso direi che se l’è cavata.
– Bella prof!
– Zuzzurellone di un Tozzetti, ora che il concerto è finito ripassi per il test. Orgoglio legittimo sì, protervia no.
Il tono era quello che utilizzava a lezione per redarguirlo, ma il sorriso e la stretta di mano dicevano altro.

 

Ecco i link per partecipare!
https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=2438439589579097&id=752698734819866&hc_location=ufi
https://www.facebook.com/massimo.arcangeli/posts/10156692069272773?hc_location=ufi

https://www.facebook.com/paroleincamminofestival/?__tn__=kC-R&eid=ARAWCq0HTqji1i9V9G_6FhW-viMx6q_0sLXz79GWsIwA4a5u85Jt9hJ5R_2tUN5outq1-5fRK7Dwa9UV&hc_ref=ARTUygiaao4ZjPwEYPI5s-kwsyfMiyT9QRjWL3ZI_tBNr3sCI0UnSuZYZ7F9r-UQQTk&__xts__%5B0%5D=68.ARABL6GWqvtVraDhWAVHH0XLJ33tJSBM0mIA9QDVIcktT55cHAJZ1pYy1SojYHiEtQgcca_j4ch4t9-UjYzv8xcDnBLJnnJgeeTNSJHcXWuk6SOlwyGGasOS-pqNy8-TxzIU-yMRPOgatVYSeKDb1MhFeKVue-Dyz08rb1x1RWLQldZ60Fw8k5Cb3bBI_49UMCWgUy9fg-YqgdOZyDaiZH–7-UfOxr6GnRcGJNkk3VasGWIAm-HTa5rFDqFcI3a8MrqflRNx6EwwPJ0imUndWvyZ73FjZJuubTnE6Q4PXjpRMAFrCLmm-XrR2DDt5ol32I

Sono felice che un mio contributo sia presente per la seconda volta in un volume del linguista Massimo Arcangeli… era già successo per FACCIA DA SOCIAL:

Cari amici, care amiche,
(i cui nomi seguono)
il vostro contributo firmato ai profili facebookiani per il volume “Faccia da social” è stato, come promesso, inserito. Siete anche tutti ringraziati in apertura, ma temo che la cosa non finirà qui perché il gioco proseguirà (intanto c’è la pagina Fb “Faccia da social. Nazi, Pornogastrici e altre creature virtuali”). Vi tengo informati sull’uscita del libro, che è venuto benissimo. Un saluto speciale, per un contributo speciale, a Francesca Tuscano.

Ale Di Cristo, Alessandra Guigoni, Alessandra Perra, Alessandro Cola, Alexv, Alina Mihaela, Antonio Maria Logani, Barbara Kay Plum, Bianca Barattelli, Bimbo Bamba, Bonaria Angius, Bruno Corti, Cristina Foti, Daniela Visentin, Daniele Sopralevette, Davide Cabras, Edmond Porpes, Fabio Cossu, Francesca Dedoni, Giacomo Meloni, Giancarlo Neri, Giuseppe Lamarina, Henry Angel, Hobbes, Lorena Telloli, Luca Sal, Marco Fedi, Maria Lucia Riccioli, Maria Rita Murgia, Marzia Musneci, Maurizio Sbordoni, Maurizio Sciortino, Mauro Martufi, Mimma D. Maspero, Oliviero La Stella, Paola Cingolani, Paola Merlonx, Patrizia La Fonte, Riccardo Barison, Roberto Sommella, Rocco Luigi Nichil, Rosanna Marani, Rossana Maria Piscopo, Tiziana Benucci, Vera Zanette.

 Ecco il mio nome tra quelli di chi ha contribuito – grazie al professor Massimo Arcangeli dell’università La Sapienza di Roma – a creare i profili per un volume incentrato su Facebook e la sua diciamo così fenomenologia tra il lombrosiano e il comportamentista…
https://www.facebook.com/Faccia-da-Social-Nazi-Pornogastrici-e-altre-creature-virtuali-111920086027512/
Maria Lucia Riccioli Grazie davvero e sempre pronta a nuove iniziative sulla nostra bellissima lingua!
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· 16 maggio alle ore 16:56

 

Questi miei contributi sono presenti nella pagina FB citata da Arcangeli e ringrazio gli ideatori che hanno voluto postarlo…

Il Vacanzista Narcisista

FACCIA DA SOCIAL. NAZI, PORNOGASTRICI E ALTRE CREATURE VIRTUALI·MARTEDÌ 18 APRILE 2017

Quello che ti posta dall’acquisto del biglietto alla faccia sfatta del ritorno.
Maria Lucia Riccioli
Lo Spettro dietro lo schermo
FACCIA DA SOCIAL. NAZI, PORNOGASTRICI E ALTRE CREATURE VIRTUALI·MERCOLEDÌ 17 MAGGIO 2017
So chi sei e cosa hai fatto
Maria Lucia Riccioli

https://www.google.it/search?q=faccia+da+social+%2B+riccioli&rlz=1C1AVNA_enIT559IT562&oq=faccia+da+social+%2B+riccioli&aqs=chrome..69i57.5431j0j8&sourceid=chrome&ie=UTF-8

Anche su IL FATTO QUOTIDIANO!

Ed ecco il link ad un paio di articoli che avevo scritto su Arcangeli per LA CIVETTA DI MINERVA…

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2834:fake-news-fattoidi-e-fiction-specie-i-minori-indifesi&catid=15:attualita&Itemid=139

Fake news, fattoidi e fiction, specie i minori indifesi

MARIALUCIA RICCIOLI
Lunedì, 08 Gennaio 2018 17:09
Don Fortunato Di Noto ammonisce i genitori e la scuola a vigilare su ciò che i ragazzi fanno con smart phone e computer

La Civetta di Minerva, 15 dicembre 2017

Stimolata da un’indagine social del professor Massimo Arcangeli, docente di linguistica italiana ed ex-preside della facoltà di lingue e letterature straniere presso l’Università degli Studi di Cagliari, rifletto insieme a voi lettori sullo statuto di verità che chiediamo alle cose, all’informazione, all’entertainment, alla letteratura e all’arte in genere.

Una delle espressioni dell’anno che sta per concludersi è certamente “fake news”, che fa il paio con la nostrana “bufala” e il trio con “fattoide”, notizia priva di fondamento, ma diffusa e amplificata dai mezzi di comunicazione di massa al punto da essere percepita come vera: sarebbe imminente un pronunciamento del nostro Parlamento per arginare il fenomeno della diffusione in rete di informazioni e notizie false – postate più o meno artatamente –, ma è bene che scuola e famiglia, specie per proteggere i minori in rete, si attivino per insegnare a bambini e ragazzi a navigare su Internet in maniera consapevole (e comunque resta valido e semmai si rafforza l’invito di associazioni come Meter e di esperti come Don Di Noto a vigilare sui minori che utilizzano sempre più smartphone e computer e a non postare immagini e video dei propri figli, dato l’uso sconosciuto e spesso criminoso che di tali dati può essere fatto, specie in un’ottica di lotta contro la pedofilia).

Attenzione dunque sia alle notizie non verificate – spesso basta una rapida conferma da parte di un motore di ricerca, sia per i testi che per le immagini o i video –, ma in effetti ci sarebbe da fare un lungo discorso sugli statuti di verità. Passiamo, nell’arco della stessa giornata, dall’indignazione contro le fake news (che comunque spesso sono trappole per gonzi: la storia e la letteratura ci riportano innumerevoli casi di notizie non verificate, veri e propri specchietti per le allodole) alla fame di reality, un vero e proprio genere a sé stante in cui di reale c’è ben poco (ci si domanda se le gesta di starlette e giovanotti alla Ken, di freak e gente in cerca di quindici minuti di notorietà siano davvero reali: non è vero ma ci credo, verrebbe da dire, allora dov’è la reality?), alla mai troppo deprecata tv verità: c’è chi sulla televisione del dolore, delle lacrime in diretta, delle riunioni familiari, dei casi umani, ha costruito una carriera.

E non è finita: le cosiddette fiction – a parte l’invasione degli anglismi, non si comprende cosa distingua gli sceneggiati di un tempo da film in due-tre puntate con attori improbabili e sceneggiature copiaincollate da analoghi prodotti d’oltralpe e oltreoceano detti fiction – dal latino fictio, finzioni dunque, recite – in cui spesso “il riferimento a fatti, persone, luoghi e avvenimenti reali è puramente casuale” (formula che può evitare querele, ma dietro cui si nascondono cinquantine di sfumature di verità). A fictional (che nel mondo anglosassone riguarda poesia e narrativa, contrapposte alla saggistica, che è appunto non fictional) di recente si contrappone factual: tale è stata definita una trasmissione con Roberto Saviano per il prevalere di situazioni reali, romanzate solo per esigenze di copione. Insopportabili poi le classiche domande su libri e film: “Ma è una storia vera? È veramente successo?”, che annulla secoli di pratica e teoria artistica e letteraria su reale, naturale, vero e trasfigurazione artistica.

Dato che spesso la confusione linguistica è indice di confusione concettuale, abituiamoci a riflettere sul gradiente di realtà di quanto proponiamo e ci viene proposto per una comunicazione ed informazione, oltre che espressione, più consapevole; rafforziamo il lavoro della scuola, che come obiettivo non solo didattico si propone quello di formare giovani adulti dallo spirito critico; battiamoci per la valorizzazione della ricerca e, nel campo dell’intrattenimento, per contenuti più formativi e meno banalmente massificati, altrimenti, dato che nel 2018 dovrebbe essere inammissibile contraddire millenni di scienza con affermazioni sulla Terra piatta o gravidanze ai limiti dell’alieno, non dovremo più stupirci di gruppi di “mamme pancine et coetera” o di “Earth flatters”, concentrati di fake news, fattoidi, bufale, purtroppo non fictional ma factual.

http://www.lacivettapress.it/online/index.php?option=com_content&view=article&id=656:tutto-un-fiorire-di-iniziative-per-la-giornata-del-libro-a-p-zza-santa-lucia&catid=17&Itemid=121

Gli articoli sono usciti su LA CIVETTA DI MINERVA in edizione cartacea e poi sono confluiti nell’edizione on line…

Tutto un fiorire di iniziative per la Giornata del Libro a p.zza Santa Lucia

Coinvolti scrittori, scuole, associazioni, librai, biblioteche, studi fotografici; un’occasione in cui ci si è riappropriati degli spazi urbani in nome di una ritrovata socialità. E all’Idroscalo dell’Aeronautica voci di nove nazioni recitavano in italiano Eugenio Montale, Pablo Neruda e Nazir Hikmet

In occasione della giornata mondiale del libro, quest’anno Siracusa ha ospitato a Piazza Santa Lucia – non in Ortigia, dunque: un modo per valorizzare lo splendido, storico quartiere della Borgata che meriterebbe una riqualificazione – la manifestazione #ioleggoperché, che a livello nazionale ha distribuito gratuitamente 240.000 volumi grazie a dei “messaggeri” della lettura.  E dunque Piazzaunlibro per le scuole: letture ad alta voce e laboratori di lettura, di realizzazione di un libro, presentazioni e incontri con l’autore – attività queste per gli alunni della scuola dell’infanzia, della primaria, della media inferiore e superiore –; Piazzaunlibro per tutti: mostre, inviti alla lettura, laboratorio di scrittura creativa, presentazioni letterarie…

Coinvolti operatori culturali, enti ed associazioni come la circoscrizione e labiblioteca Santa Lucia, il coordinamento provinciale Nati per Leggere Siracusa, il gruppo di lavoro del Progetto “In Vitro”, Zuimama Arciragazzi, l’Arci, il centro Pio La Torre, Rosaria Bregamo, Carmela Pace, Giusy Aprile, l’attrice Deborah Lentini, l’associazione Astrea in memoria di Stefano Blundo, l’associazione Alimede, l’associazione Liberi di costruire, Amnesty International Siracusa, lo studio fotografico Vasta e la biblioteca provinciale “E. Vittorini”; attivi i librai di “Un Due Tre Terra”, Lettera Ventidue, Casa del libro Rosario Mascali e Gabò, con un’entusiasta e infaticabile Luisa Fiandaca che affianca Livia Gagliano; impegnati in prima persona per leggere e comunicare il proprio amore per la lettura gli scrittori Luciano Modica, Stefano Amato, Luca Raimondi.

VerbaVolant edizioni di Fausta Di Falco ha promosso l’incontro con Annamaria Piccione intorno al libro “È festa… ammuccamu!” e con Giusy Norcia sul libro “L’isola dei miti” e l’invito alla lettura de “L’inferriata” di Laura Di Falco; l’editore Algra è stato presente alla manifestazione con i suoi libri “Aquarius – Il mistero di Solobok” di ET Dream (pseudonimo di Demetra Licciardello) e “Pietra lavica” di Paolo Sidoti; la professoressa Anna Di Carlo ha presentato il volume di Francesco Candelari “Il cibo dei topi” (Lulu edizioni).

Notevole il tam tam sui social network e sui media in genere sul tema libri in questo periodo, dato anche che si avvicinano il Maggio dei libri e l’appuntamento con la Fiera del libro di Torino. #ioleggoperché rientra perfettamente in questa strategia di promozione del libro e della lettura, anche se per amor di cronaca dobbiamo segnalare anche iniziative collaterali come #ioleggodifferente che porta avanti autori e letture che non trovano spazio o risalto in vetrine più “blasonate”. Troppo complesso sarebbe in questa sede affrontare questioni come quelle editoriali: ci limitiamo al plauso verso gli organizzatori, che non sono spinti esclusivamente da motivi di marketing.

Presso l’Idroscalo “Arnaldo De Filippis” dell’Aeronautica militare, poi, la Festa del Libro ha visto alternarsi autori, studenti e studiosi nel nome della cultura.Annamaria Cancellieri, intervistata dal giornalista Massimo Leotta, ha presentato il suo libro “Una vita bellissima”; Gabriella Celotta ha presentato il testo “Dove sta la frontiera”; Nelly Greco Bellina è stata premiata come “mamma per la Dante”, mentre “nonna per la Dante” è stato il riconoscimento tributato a Franca Valenti Gallo; il giornalista Giuseppe Bianca è stato insignito di un diploma di benemerenza. Notevole è stato l’apporto dei giovani: studenti siracusani e stranieri hanno letto Dante, di cui quest’anno ricorre il 750esimo anniversario della nascita; alcuni di loro sono stati premiati per il concorso “Le cime della Dante”.

La manifestazione ha ospitato inoltre il saggio conclusivo dei corsi “Lingua e Letteratura italiana per stranieri” tenuti presso l´Istituto Comprensivo “L. Radice” di Siracusa a cura delle docenti Franca Carpinteri, Maria Favara, Giovanna Morsello, Giuseppina Piazza, Rossella Raudino, Silvia Tomasi e Lucia Zammitti: è emozionante ascoltare voci di Messico, Sri Lanka, Russia, Repubblica Ceca, Norvegia, Canada, Repubblica Domenicana, Bosnia e Brasile recitare in italiano Montale, Pablo Neruda e Nazir Hikmet.

La giornata conclusiva dell’evento ha ospitato il professor Massimo Arcangeli, che insegna all’Università di Cagliari e alla Sapienza di Roma,  qui in veste sia di dantista che di linguista: la conversazione sul linguaggio non verbale nella “Commedia” dantesca è stata l’occasione per spaziare sulla storia della lingua italiana, sull’evoluzione del linguaggio verbale e di quello gestuale nelle diverse culture e lingue, codici privilegiati per entrare in contatto con l’altro da noi. Quale sfida più grande per il mondo multietnico e globalizzato di oggi?

Brillante e documentatissimo come sempre – Arcangeli è stato diverse volte gradito ospite presso la “Dante Alighieri” –, lo studioso si è inoltrato nei dubbi esegetici di alcuni passi danteschi, invitando a un approccio non falsato dalle interpretazioni che si sono stratificate sui versi di Dante spesso divenendo superfetazioni al cui condizionamento è difficile sottrarsi: il battere le mani dei dannati, lo spezzare il ramo dall’insana pianta che è divenuto Pier delle Vigne, lo squadrar le fiche di Vanni Fucci, detti e modi di dire, equivoci comunicativi nel mondo accademico, questi gli ingredienti del suo stimolante intervento.

L’autore Domenico Pisana ha poi presentato “Tra naufragio e speranza”, leggendo alcune poesie tratte dalle tre cantiche della silloge: “Ed ora, la notte”; “Verso l´aurora”; “Sognando la speranza”.

Nulla insegna il poeta. Forse può solo trasmettere la sua esperienza di naufrago alla ricerca della Luce, per riveder dantescamente le stelle.

Volto / volto, Notte / notte, Luce / luce… ecco alcuni degli opposti apparentemente non opposti su cui è giocata la dotta, quasi prosastica poesia di Pisana, cosciente che la “modernità”, la ragione che ha abusato del suo potere, una libertà mal intesa hanno condotto al naufragio l’uomo, che ora raccatta resti di verità scampati alla distruzione e ricerca ancora, brancolando, la Verità. Forse solo la poesia può sciogliere l’umanità dai legacci delle false certezze, delle presunzioni intellettualistiche, come dalle fiere della selva oscura.

Ci si augura che simili manifestazioni possano avere una ricaduta positiva e duratura in termini di riappropriazione degli spazi urbani in nome di una ritrovata socialità e che l’interesse intorno al libro e alla lettura non sia relegato soltanto a giornate celebrative, come lascia sperare l’impegno quotidiano di librai, autori, bibliotecari, docenti e operatori culturali in genere.

Mariannina Coffa (06/01/1878 – 2020) and me

30 lunedì Set 2019

Posted by mlriccioli in Eventi culturali, Letteratura, Musica

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Oggi ricorre l’anniversario della morte di Mariannina Coffa…
Sarò sempre grata a questa poetessa e patriota cui ho tentato di dare voce nel mio romanzo FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA… Amo Noto, patria di Mariannina Coffa Caruso e teatro per me di tanti avvenimenti – scolastici corali letterari personali.

Ecco le gentili parole del giovane studioso Stefano Vaccaro, scritte a proposito dell’uscita su LA CIVETTA DI MINERVA di un mio articolo sul suo lavoro svolto presso il Castello di Donnafugata (RG) e che ha visto coinvolta la poetessa e patriota netina Mariannina Coffa…

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2099%3Anel-castello-di-donnafugata-un-inedito-di-mariannina-coffa&catid=17%3Acultura&Itemid=143

Nel Castello di Donnafugata un inedito di Mariannina Coffa

Maria Lucia Riccioli
Giovedì, 16 Febbraio 2017 16:40

Il componimento della poetessa netina, senza data né titolo, trovato all’interno di una miscellanea tra i volumi del barone Corrado Arezzo e del genero visconte. Dalle sue scoperte Stefano Vaccaro ha tratto un libro

La Civetta di Minerva, 10 febbraio 2017

Nell’anno 1878, in una brevissima tornata di giorni (il 9 gennaio il monarca, il 7 febbraio il pontefice) morivano due protagonisti del sofferto e discusso Risorgimento italiano: Vittorio Emanuele II e Papa Pio IX. A Noto, in Sicilia, per un altro dei misteriosi giochi del tempo, a soli trentatré giorni di distanza l’una dall’altra muoiono padre e figlia, la poetessa e patriota netina Mariannina Coffa (il 6 gennaio del 1878, giorno dell’Epifania) e il padre, l’avvocato Salvatore Coffa, massone e liberale (l’8 febbraio).

Tanta e tale è la mole degli studi su questi argomenti e personaggi che fare nuove scoperte in tal senso sembrerebbe impossibile, ma così non è: specie dalla microstoria arrivano rinvenimenti fortunosi che riescono anche a gettare nuova luce sulla macrostoria.

È il caso di Stefano Vaccaro, giovane studioso che si è occupato dell’epistolario di Mariannina Coffa: grazie al Comune e alla Biblioteca di Ragusa ha recentemente pubblicato il saggio “Biblioteca svelata – a carte scoperte” riuscendo ad offrire al pubblico non solo il catalogo della mostra omonima, ospitata nell’antibiblioteca e nella Sala degli Stemmi, ma anche il risultato delle sue scoperte al Castello di Donnafugata, tra i libri del barone Corrado Arezzo e del genero, il visconte Combes de Lestrade (che nome letterario!).

Tra le voci femminili che riemergono dagli scaffali di Donnafugata – segno che un fitto reticolo di penne femminili si intrecciava in Sicilia, nonostante il contesto socio-culturale spesso poco favorevole all’affermazione dei talenti artistici e delle intelligenze delle donne siciliane – spiccano Rosina Muzio Salvo, Letteria Montoro, Giuseppina Turrisi Colonna e la netina Mariannina Coffa, rappresentata con diverse prime edizioni dei volumi dei suoi versi. E non solo.

Una miscellanea è una raccolta di scritti diversi e fascicolati insieme, spesso rilegati più o meno elegantemente. E proprio da una miscellanea della biblioteca del castello Stefano Vaccaro ha tratto una pubblicazione finora sconosciuta: un componimento inedito, senza data né titolo, pubblicata dalla famosa tipografia Piccitto e Antoci di Ragusa, scritto proprio da Mariannina Coffa e donato al dottor Filippo Pennavaria, amico e sodale della poetessa (ne studiò le manifestazioni “medianiche”  quali la “sognazione spontanea”, ovvero il suo raccontare e poetare in apparente stato di trance), che curò la miscellanea.

La poesia, sicuramente composta in periodo quaresimale – e azzardiamo che il dono dei versi dovette avvenire un Venerdì Santo, durante l’Adorazione della Croce -, termina con dei versi drammaticamente potenti: “O sommo Iddio! per te, per la tua Croce, / Trovi perdon chi di perdono è indegno!!..”.

Stefano Vaccaro nel suo saggio ricostruisce i rapporti tra Mariannina Coffa e i baroni di Donnafugata, tramati di poesia naturalmente e di politica, il milieu sociale, politico e culturale che illumina certi particolari dell’epistolario e delle stesse liriche della poetessa: scopriamo che il barone Arezzo fu tra i primi sottoscrittori del monumento a Mariannina Coffa poi inaugurato nel 1892 e che tra gli interessi comuni ai due personaggi ci sono il magnetismo animale, il mesmerismo e l’esoterismo in genere (prova ne sono i volumi afferenti a queste tematiche, oggetto delle poesie “esoteriche” della Coffa).

Un plauso e un incoraggiamento sono dovuti a questo giovane ricercatore, cui auguriamo di poter lumeggiare ancora più approfonditamente i rapporti tra il Castello, la sua biblioteca, la città di Ragusa e la cultura del Val di Noto nell’Otto-Novecento, al Comune di Ragusa e a chi si spende per la valorizzazione del Castello come l’architetto Giuseppe Nuccio Iacono, che ha curato il programma della manifestazione culturale con cui si è aperta la mostra documentaria.

Il 6 gennaio del 1878 si spegneva a Noto la poetessa e patriota Mariannina Coffa, protagonista del mio romanzo FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA.

Il 30 settembre si ricorda invece il compleanno della poetessa, nata nel 1841.

 

Mariannina copertina

Ecco un omaggio poetico…

LA MORTE DI MARIANNINA COFFA

di

Giuseppe Puzzo

Sol Mariannina, non più
Coffa Caruso e in Morana!
Rinnegando chi la distrusse
In quella città da Noto lontana!
Vuol tornare, i bauli son pronti
In quella Noto che non più la vorrà!

Scappò la gentile signora
Tormentata da pene e da lutti!
Quella creatura che mai arte
Conobbe di viver come tutti!
Disperata al mondo gridò che
Libera nacque e libera morrà!

Collere, disprezzi, tradimenti,
Viaggi, infamie e vergogne!
Parole che scriveva la donna esausta
Di un mondo pieno di menzogne!
Lo spirito afflitto ma sempre fiero
Mentre la vita finiva col dolor!

Distesa malata nel letto
in solitudine soffre la poetessa,
Una donna delicata e fragile
Che mai padrona fu di se stessa!
Pensa, rimugina e piange
Ricordando il suo unico amor!

Nel buio delle notti comincia il delirio!
La poveretta parla con  l’angelo!

Uriel è il suo nome e ispirazione le diede
invocandolo rintanata in un angolo!

I suoi versi stanno per avverarsi:
In altri cieli avrà le sue gioie alfin!

Chiamandola Madre, agonizzante
Invoca l’Addolorata nel gelo!
Le parla, scrive mesta alla Vergine
”Gli affetti miei rendimi in cielo!”

Nell’Epifania di Nostro Signore
La moribonda chiuse gli occhi infin!

Così, nel dolore e nell’abbandono
Finisce la passione dell’ispirata
Rinnegata da tutto il suo mondo
raggiunse la pace sospirata!

La gente ipocrita che la maledisse
A San Nicolò il feretro accompagnò!

Vola in cielo o infelice creatura!
Dormi in eterno con gli eletti spiriti!
Tanto dolor patisti in vita
Un’agonia intensa e senza limiti!
Vola in cielo o infelice creatura
Iddio su di te la sua mano posò!

 

Giuseppe Puzzo, estimatore della poetessa e patriota netina Mariannina Coffa, appassionato del nostro Ottocento letterario e musicale, ha dedicato alla Nostra vari componimenti tra cui anche questo.

A MARIANNINA COFFA CARUSO

Poetessa Netina

di Giuseppe Puzzo

O sublime spirito gentile!
L’infelicità fu il calice di tua vita!
Tanto cara a me fosti perché in te il mio io scoprì!
Un affetto a te mi lega
Che sol che nel pregare
manifestare non si può
per le diverse ere in cui il Creatore,
per qual mistero ci creò!

O sublime spirito gentile!
Il tuo Angelo dona a me
perché m’ispiri e canti come te
Patria e Dio, Amor e Umanità!
Ma Iddio piu d’ogni cosa
è al centro di mia Psiche!
Sol per lui è il mio canto,
E il lamento delle fatiche!

O sublime spirito gentile!
Quegli sguardi indefiniti
E il grazioso riso sulle labbra!
Qual lecite apparenze
che occultavano
il sanguinar del cor!
Assai dolente fu in tua vita
l’agghiacciante pena d’amor!
O sublime spirito gentile!
La poetessa e il musicista!
Un amore puro e sacro
Che nell’avello non s’estinse!
So ben ciò che vuol dire
Patire le pene dell’amor!
L’alma brucia e della vita
Ogni voglia spenta è ognor!

O sublime spirito gentile!
Il tuo tormento
Generava immani versi
e, come l’alma mia,
nei tuoi canti il mondo perfetto
lamentando desiavi!
Ma sapevi tutta mesta
Che del Terrestre Paradiso non ci son chiavi!

O sublime spirito gentile
Esiliata dalle mura natie
E le brutali amare nozze!
Delle figlie il crudel trapasso
E l’asfissiante comando del vil rozzo!
Poteva l’alma tua, o Mariannina
Desiderosa della Patria Eterna
non pensare alla morfina?

O sublime spirito gentile
Quanto dolente
E’ il Calvario della terrena vita!
Gli istanti dei tanti dì trascorriamo
Col desio dei Santi
Di volare lieti in cielo;
quella Patria dall’alme pure desiata
a cui vorrei squarciare il velo!

O sublime spirito gentile
pochi furon quelli che ti confortavan!
I tuoi versetti
per l’ amica Enrichetta
a me dicati mesto sento!
Come me il bello amavi
E fra i veleni della vita
La bellezza contemplavi!
O sublime spirito gentile
Indefinite sensazioni
La mia mole tutta assalgono
Quando attraverso via Sallicano, ove spirasti
E la via a te dicata ove venisti al mondo
nella quiete delle serate netine!
Il continuo ricordarti
per me non avrà mai fine!

O sublime spirito gentile
Quando passo dalla villetta d’Ercole
Nel tuo viso in marmo meditando
Lo sguardo non posso che posare!
Mi addolora veder che tanta gente
Lo mira senza saper di tua storia il favellìo!
Possa la tua memoria
Non cadere nell’oblìo!

 

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Ecco l’articolo scritto da Giuseppe Puzzo per LA VITA DIOCESANA, il periodico che racconta la vita della Diocesi di Noto (uscito il 30 settembre 2018).

Approfitto dell’occasione per ricordare che la poetessa Mariannina Coffa non teme oblio dato che risulta essere di ispirazione per poeti artisti musicisti… studiosi.

Ringrazio Stefano Vaccaro per questo inedito…

Il 6 gennaio 1878 lasciava questo mondo Mariannina Coffa, la ricordiamo con due quartine inedite di un più ampio componimento scritto dalla Poetessa. Il testo integrale fa parte dei documenti visibili al Castello di Donnafugata all’interno della mostra “La biblioteca svelata – A carte scoperte”.

Si prostri l’empio a cui le voglie immonde Giammai non sazia la viltate e l’oro;
Chi al grido dell’onor mai non risponde,
Chi fa del vizio il suo maggior tesoro.

Chi, turpe il labbro e per velen feroce,
Strazia la fama altrui, l’alma, e l’ingegno…
O sommo Iddio! per te, per la tua Croce,
Trovi perdon di chi perdono è indegno!!

MARIANNINA COFFA E CORRADO AREZZO: STORIA DI UN’INEDITA AMICIZIA

Sono storie di donne e storie di letterate quelle raccontate al Castello di Donnafugata attraverso la mostra documentaria “La biblioteca svelata – A carte scoperte”. Gli ultimi studi condotti ci restituiscono un panorama culturale per molti aspetti inedito e affascinante come fino ad oggi inedita è stata l’affezione del barone Arezzo per certo tipo di letteratura a firma delle maggiori intellettuali isolane del XIX secolo finanche il rapporto d’amicizia che lo legò alla più singolare voce poetica muliebre della Sicilia orientale: Mariannina Coffa.
Ringrazio di cuore Davide Bocchiere per il bell’articolo.

Grazie al lavoro di tanti studiosi e cultori di poesia e critica letteraria e ad artisti sensibili come Carlo Muratori…

SALE

Sopra ho postato una pagina del cd-libro di Carlo Muratori, SALE. Sono emozionata non solo del fatto che mi abbia citata e ringraziata, ma anche del fatto che io e Franco Battiato, per dire, siamo nello stesso disco!

Sì, perché Carlo e Franco cantano assieme uno dei pezzi più intensi di Battiato, POVERA PATRIA, che dava il titolo al tour dedicato da Muratori ai 150 anni dell’Unità d’Italia (e qui torna in gioco la cara Mariannina Coffa, poetessa e patriota netina il cui sonetto OMBRA ADORATA Carlo Muratori ha portato in tour musicandolo).

Ecco una mia breve riflessione sul testo della Coffa e il link per ascoltare il brano di Carlo Muratori.

Il sonetto di Mariannina Coffa “Ombra adorata” è stato pubblicato da Miriam Di Stefano in “Scritti inediti e rari di Mariannina Coffa”, edito dalla FIDAPA di Noto nel 1996.

Ho letto il prezioso volumetto anche grazie al suggerimento della professoressa Renata Russo Drago, esimia docente e cultrice di storia patria.

Qui sarebbe impossibile condensare la vita e l’opera della patriota e poetessa netina, ma mi piace offrire un’analisi – non esaustiva, ci mancherebbe – di questa composizione della Coffa.

Che l’ombra adorata sia quella dell’antico maestro di musica, del fidanzato e sposo mancato, Ascenso Mauceri, possiamo supporlo anche se non darlo per certo.

Già tra i primieri studiosi e critici della Coffa ci fu chi mise in dubbio la realtà effettuale di quest’ombra, dell’angelo di tante liriche della poetessa. Si parlò digenius, del daimon…

Oggi, anche alla luce dei nuovi apporti critici – penso agli studi della Fiume, che affratella anzi assorella la Coffa alle correnti spiritualistiche di area esoterica, massonica, magnetica, che furono tanta parte della cultura del tempo – potremmo anche azzardare un’interpretazione differente: è quasi come se l’ombra adorata fosse quella di uno spirito-guida, di un “angelo” che voglia guidare la poetessa a gradi più alti di perfezione.

Certo che però il fascino romantico della storia d’amore Coffa-Mauceri rimane intatto: immaginiamo Mariannina in preda al rimpianto, malmaritata poetessa che sconta l’esilio – impoetico come il borgo in cui si sente leopardianamente relegata “la giovane favolosa”, come mi è piaciuto definirla durante il convegno “Sguardi plurali” dedicato alla Nostra – a Ragusa pensando all’amato irrimediabilmente perduto.

Dal punto di vista formale, lodevole la musicalità del verso, cantabile nel senso migliore del termine, al punto che il sonetto è stato musicato dal “chiant-autore” (così scherzosamente si autodefinisce) Carlo Muratori, che lo ha eseguito per la prima volta nel 2011 – in occasione dei centocinquant’anni dell’Unità d’Italia – presso l’Archivio di Stato di Noto a Palazzo Impellizzeri durante il convegno dedicato a Mariannina Coffa poetessa e patriota. Successivamente Muratori lo ha cantato durante il tour dedicato ai canti siciliani di epoca risorgimentale – Povera Patria il significativo titolo del tour.

Lo ha eseguito poi a conclusione dell’ultimo convegno dedicato a Mariannina Coffa, che segna una tappa importante nell’evolversi degli studi sulla poetessa.

(Ecco il link per ascoltarlo su YouTube:

Mi piace riportare qui la fotografia dell’originale – tratta sempre dal volume della Di Stefano.

DSC06103

Le varianti, i pentimenti, le cancellature di un manoscritto ci fanno entrare con emozione e curiosità nella bottega dello scrittore. E quella di Mariannina Coffa è una bottega coltivata fin dalla fanciullezza, sotto la guida di precettori e maestri come Francesco Serra Caracciolo e Corrado Sbano, nutrita di letture e studi, permeata dei dolori di una vita breve ma densissima. Attraversata e trasfigurata dal mistero della creazione, che rimane tale anche per la stessa poetessa, che vive di ispirazione e scrive e va significando al modo che il suo genius le detta dentro.

La grafia peculiare della Coffa, disordinata eppure chiarissima, i pasticci, i versi imbastiti eppure venuti fuori già compiuti: la pagina parla da sé.

Il senno del verso 1 diventa il core,

Se te perdendo ogni Ciel perdei? (v. 2)

nasconde, ci pare di capire,

se perduto il mio Ciel tutto perdei?

Significativa appare la variante del verso finale che cambia il senso della frase.

E più che il labro tuo parla il tuo pianto

diventa

E più che il labro tuo trovo il tuo pianto.

Il dolore muto dell’angelo della Coffa viene trovato anziché manifestarsi parlando alla poetessa, che però non cancella la parola variata.

A proposito… oltre al tour di Carlo Muratori, da segnalare lo spettacolo FIMMINA…

Si parla di sale e anche di Mariannina Coffa…
Rita Abela è una straordinaria performer e attrice che ho avuto il piacere di intervistare spesso e con cui ho lavorato per l’Accademia di Canto Carmelo Mollica e per dei saggi musical-teatrali…
Ricordo anche la bellissima esperienza della rassegna POETI E SCRITTORI DEL VAL DI NOTO, i vari convegni dedicati alla poetessa e il concorso INCHIOSTRO E ANIMA a lei intitolato…
Un mio saggio sulla poetessa è presente in questo volume, frutto degli studi del convegno omonimo dedicato alla poetessa netina.
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Il concorso letterario intitolato a Mariannina Coffa… onorata di far parte della giuria!
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Questa è solo una minima parte delle attività e iniziative legate alla poetessa di Noto… navigando sul mio blog troverete immagini, video e molto altro!
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Si può trovare un su Mariannina Coffa nel volume incentrato sull’anniversario del blog letterario LETTERATITUDINE, uscito per i tipi di LiberAria editrice…
letteratitudine
Grazie a Massimo Maugeri per avermi coinvolta nel progetto!

Un manuale sulla lettura, uno scrigno zeppo di consigli di scrittura, l’ingresso nel laboratorio creativo di tante scrittrici e tanti scrittori di fama nazionale e internazionale, un insieme di percorsi che, tra autoracconti d’autore, interviste e saggi, conducono nel dietro le quinte di libri, scrittori e personaggi letterari che conosciamo e amiamo.
In questi e in tanti altri modi può essere definito Letteratitudine 3 – letture, scritture e metanarrazioni, il nuovo libro curato da Massimo Maugeri, che celebra le attività culturali e letterarie del noto blog Letteratitudine, a dieci anni dalla sua nascita.

Un manuale che si legge come un romanzo, e che costituisce una vera e propria miniera di consigli e ispirazioni per chiunque, addetto ai lavori o semplice appassionato di letteratura, desideri conoscere da vicino i meccanismi che regolano l’universo che ruota intorno alla scrittura e ai suoi protagonisti, siano essi reali o immaginari.

Letteratitudine 3

Ricordo anche che altri scritti sulla poetessa e patriota netina sono stati da me pubblicati come introduzione alle antologie del premio INCHIOSTRO E ANIMA dedicato alla Coffa e su LA CIVETTA DI MINERVA.
http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=1795:a-palazzo-nicolaci-di-noto-il-premio-dedicato-a-mariannina-coffa&catid=17:cultura&Itemid=143
https://www.google.it/search?q=LA+CIVETTA+DI+MINERVA+%2B+COFFA&client=firefox-b&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=0ahUKEwi7yaTowq_RAhUFQBQKHXiWBRkQ_AUICCgB&biw=1116&bih=537 (le immagini correlate)
Segnalo il concorso dedicato a Mariannina Coffa con annesso convegno e mostra dedicata… al link qui sotto tutte le informazioni.
https://www.facebook.com/marianninacoffacaruso/

Ha pubblicato, per i tipi di Perrone Lab, il suo primo romanzo, “Ferita all’ala un’allodola”, uscito nel gennaio 2011 e dedicato alla figura della poetessa e patriota risorgimentale Mariannina Coffa Caruso.

Il romanzo è stato presentato a Siracusa presso il Palazzo della Cultura di Siracusa (Palazzo Impellizzeri) da Luigi La Rosa e Simona Lo Iacono il 27 febbraio 2011.

Successivamente è partita la tournée di presentazioni che ha toccato Acireale (Istituto Brunelleschi, Fidapa), Catania (Istituto Lombardo Radice, Cafè de Flore), Palermo (Libreria Modusvivendi), Raffadali (Le Cuspidi), Siracusa (Liceo “M.F. Quintiliano”, Istituto comprensivo “Paolo Orsi”), Roma (Chiesa di Santa Lucia al Gonfalone).

È stata tra i relatori del convegno dedicato a Mariannina Coffa con un intervento sul trattamento romanzesco della poetessa (Noto, Palazzo Impellizzeri, Archivio di Stato, 12 aprile 2011).

   Un dibattito sul suo romanzo e le donne del Risorgimento è uscito su “Letteratitudine” e su “Flannery”; il libro è stato recensito, tra gli altri, da Luigi La Rosa su “Centonove”, dalla scrittrice e giornalista Lucia Corsale (“La Sicilia”), da Maria Rita Pennisi (“La Sicilia”), dallo scrittore e giornalista Remo Bassini (“La Nuova Sesia”), da Loredana Faraci (“La Repubblica”, edizione di Palermo), da Luisella Pacco (“Konrad”).

   Il romanzo è entrato nella top five relativa alla narrativa più venduta in Sicilia (“La Repubblica”, edizione di Palermo, 15 maggio 2011) ed è stato segnalato dal libraio Stefano Palumbo come libro rappresentativo della scrittura siciliana sempre su “La Repubblica” – Palermo.

   È stata invitata al Letterando InFest di Sciacca, durante il quale ha presentato il romanzo insieme ad Elena Doni del gruppo “Controparola”, collettivo di giornaliste e scrittrici fondato da Dacia Maraini.

In occasione de “Il Maggio dei Libri 2012”, campagna nazionale per la promozione della lettura patrocinata dall’Unesco e dalla Presidenza della Repubblica, ha vinto il concorso letterario per incipit di romanzi editi “InciZine – Regalami un incipit”, organizzato da Scripta volant e dall’Associazione culturale “Aliantide”. Una volanzine con l’incipit di “Ferita all’ala un’allodola” è stata distribuita gratuitamente in tutta Italia durante le manifestazioni collegate all’iniziativa.

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Il 13 ottobre 2012 è stata premiata come vincitrice ex aequo della sezione “Frammenti letterari” nell’ambito del premio “Portopalo – Più a Sud di Tunisi” per il suo romanzo “Ferita all’ala un’allodola”.

 In occasione del convegno nazionale del 21 – 22 dicembre 2012 dedicato al bicentenario di Matteo Raeli ospitato al Palazzo Trigona di Noto un brano di “Ferita all’ala un’allodola” è stato inserito in un pannello e nel catalogo della mostra realizzata da docenti e allievi del Liceo “Matteo Raeli” di Noto.

 Nell’aprile 2013 l’incipit di “Ferita all’ala un’allodola” è stato pubblicato, insieme alla sinossi e alla biografia dell’autrice, sul primo numero della rivista on line a cartacea POST SCRIPTA, a cura dell’associazione Aliantide.

   Il romanzo è stato presentato durante la mostra-mercato “Io valgo” organizzata dalla FIDAPA di Siracusa presso i locali della Provincia regionale dal 21 al 23 maggio 2013 ed è stato rieditato nel giugno 2013 dalla casa editrice L’Erudita.

   Il 9 giugno del 2013 l’autrice ha presentato il proprio lavoro editoriale presso il complesso di San Domenico a Palermo in occasione di “Una marina di libri”, manifestazione organizzata da Navarra Editore.  Ha preso parte inoltre all’estemporanea di scrittura presso la Cappella di Santa Barbara nell’ambito della stessa kermesse.

Nel gennaio 2014 è risultata finalista, insieme – tra gli altri – a Beatrice Monroy e agli scrittori di Leima edizioni, del Kaos festival di Montallegro (AG) con il suo romanzo.

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   L’8 febbraio 2014 presso la Casa del Libro Rosario Mascali di Siracusa si è tenuta una conversazione tra l’autrice e la scrittrice Annamaria Piccione a proposito della riedizione di “Ferita all’ala un’allodola”.

   Il 14 febbraio 2014, presso la Sala Gagliardi di Noto, è stata tra le relatrici di “Semaforo rosa”, convegno dedicato a “Mariannina e le altre” insieme a Marinella Fiume, avvocate, psicologhe e scrittrici sul tema della violenza contro le donne in nome di Mariannina Coffa. L’evento è stato promosso dal Comune di Noto con il coordinamento artistico dell’associazione “Lighea”.

L’8 marzo, per Historica Edizioni, è uscita l’intervista realizzata con la scrittrice e giornalista Rai Laura Costantini, pubblicata insieme agli interventi di altre autrici nell’e-book “Scrivere? Non è un mestiere per donne”, opera disponibile anche in versione cartacea.

 

   Il 7 novembre 2014 ha preso parte al convegno “Sguardi plurali” dedicato a Mariannina Coffa nell’ambito della manifestazione “Noto per Mariannina”, conversando con Marinella Fiume e Biagio Iacono sull’epistolario curato dagli stessi ed è stata intervistata da Vincenzo Rosana per “Tutto su Noto”.

Il 28 febbraio 2015, presso il Palazzo della Cultura di Modica, è stata ospite del XII appuntamento del Caffè letterario “Salvatore Quasimodo” presieduto da Domenico Pisana, che ha introdotto l’autrice e il romanzo “Ferita all’ala un’allodola” insieme a Lucia Corsale, con letture a cura di Franca Cavallo e Antonella Monica, musiche a cura del pianista Stefano Cintoli.

Il 7 novembre 2015, in qualità di giurata della terza edizione del concorso letterario “Inchiostro e anima” dedicato alla poetessa e patriota netina Mariannina Coffa Caruso e organizzato da “La carovana degli artisti”, ha presenziato presso la sala Gagliardi di Noto (SR) alla cerimonia di premiazione; un suo racconto e un suo scritto di ringraziamenti hanno aperto il volume antologico pubblicato in occasione della manifestazione.

Il 4 maggio 2016, presso la Sala Gagliardi di Noto (SR) ha presenziato in qualità di relatrice e di autrice di uno dei saggi presenti nel volume (“Intorno a Voglio il mio cielo – La scoperta di un inedito sulla Coffa”) alla presentazione di “Sguardi plurali” (a cura di Marinella Fiume, Armando Siciliano Editore), atti dell’omonimo convegno di studi sulla poetessa e patriota netina Mariannina Coffa.

Il 1 ottobre, in qualità di giurata del concorso letterario internazionale “Inchiostro e anima”, quarta edizione, intitolato alla memoria della poetessa e patriota netina Mariannina Coffa, ha presenziato alla cerimonia di premiazione presso il Salone delle feste di Palazzo Nicolaci a Noto (SR). Un suo inedito sulla poetessa ha aperto l’antologia con gli elaborati premiati.

Il 17 gennaio 2017 è stata invitata presso la Feltrinelli Musica e Libri di Catania per la presentazione del volume “Letteratitudine 3”, uscito per i tipi di LiberAria in occasione dei dieci anni del litblog di Massimo Maugeri; all’interno del volume è presente una sua lettera a Mariannina Coffa; il volume è stato presentato ad Adrano (SR) e Siracusa, prime tappe di un lungo tour di presentazioni.

   Il 25 marzo, ospite del Rotaract di Noto sezione Terra di Eloro, ha tenuto una conferenza intitolata “Mariannina Coffa – Una donna, tante donne (La Poetessa dell’Ottocento parla alle donne di oggi)” presso la Biblioteca comunale “Principe di Villadorata” a Noto (SR), relatrice Federica Piluccio, con le musiche eseguite dal maestro Gabriele Bosco.

Risultati immagini per ferita all'ala un'allodola

   Il 25 novembre 2017, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, presso il Teatro Vecchio Mercato di Gassino Torinese (TO), per la regia di Tommaso Massimo Rotella, Teresa Caporale ha interpretato la poetessa e patriota netina Mariannina Coffa nello spettacolo “Il mio nome è Psiche”, ispirato al romanzo “Ferita all’ala un’allodola”, evento prodotto dall’associazione culturale “Magdeleine G” nell’ambito della stagione “Un’Italia in provincia”, patrocinato dalla Fondazione Piemonte dal Vivo, circuito regionale multidisciplinare, e dal Comune di Gassino Torinese. 

http://www.piemontedalvivo.it/event/mio-nome-psiche/

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  Sul numero 27 (agosto 2018) dell’aperiodico tematico di letteratura online “Euterpe”, avente come tema “Il coraggio delle donne: profili ed esperienze femminili nella storia, letteratura ed arte”, è uscita la recensione di Domenico Pisana intitolata “La “poetessa maledetta” Mariannina Coffa nel romanzo Ferita all’ala un’allodola di Maria Lucia Riccioli”. 

Un grazie particolare a Domenico Pisana, di cui vi invito a leggere il saggio…

https://www.ecodegliblei.it/MODICA-LA-VICENDA-DI-MARIANNINA-COFFA-IN-UN-ROMANZO-DI-MARIA-LUCIA-RICCIOLI.htm

https://drive.google.com/file/d/1IboaGLe7fPhxTj3z371WF-a5CoKVAPl1/view

Troverete l’intervento dotto e documentato di Pisana nel pdf della rivista…

Risultati immagini per ferita all'ala un'allodola

… e i trailer!

…e un bel lavoro scolastico…

… l’intervista di Vincenzo Rosana.

   Il 9 marzo 2019, presso l’Aula consiliare del Comune di Ragusa, è stata tra i relatori dell’incontro “Donne di/ per Ragusa”, patrocinato dal Comune di Ragusa e da Youpolis Sicilia: moderato da Stefano Vaccaro, l’evento ha messo in risalto le figure di Maria Paternò Arezzo, Mariannina Coffa e Maria Occhipinti.

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Ed ecco gli splendidi quadri di Nilde Russo…

L'immagine può contenere: 2 persone, tra cui Nilde Russo, persone che sorridono, persone sedute e spazio al chiuso

Qui nella biblioteca Principe di Villadorata di Noto…

L'immagine può contenere: 3 persone, tra cui Nilde Russo e Giuseppe Puzzo, persone che sorridono, persone in piedi

… e qui con Giuseppe Puzzo.

Qui il mio articolo per LA CIVETTA DI MINERVA sulla tesi di Niccolò Vincenzo Salvia…

Ecco le sue parole.

La scorsa settimana ho ricevuto un’improvvisa e graditissima sorpresa: Maria Lucia Riccioli ha parlato senza che io ne sapessi niente della mia tesi di Laurea su Mariannina Coffa nel periodico siracusano La Civetta di Minerva.
Sono lusingato e commosso per le belle parole spese su di me e il mio lavoro, e anche questo lo addebito ai tantissimi doni che ci ha fatto Mariannina, quello di avvicinare cuori gentili e infiammati, di creare amicizie fondate sul comune interesse per la nostra Poetessa! Grazie, grazie tante!
 — con Maria Lucia Riccioli

50 parole da salvare

10 martedì Set 2019

Posted by mlriccioli in Eventi culturali, Letteratura, scuola

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Una splendida sorpresa… sono grata e onorata di far parte di questo progetto!

La scrittura e lo studio della lingua sono per me imprescindibili e legati… ho sempre amato le parole nella loro dimensione grammaticale, narrativa, poetica e giocosa – per chi non lo sapesse, sono stata anche semifinalista al Secondo campionato della lingua italiana trasmesso da TMC e condotto dall’ahimè mai troppo rimpianto Luciano Rispoli insieme ad Anna Carlucci e al professor Gian Luigi Beccaria, che amavo ascoltare perché spiegava in maniera accattivante seppur rigorosa etimologie e storie di parole (essere esaminata da un linguista come Geppi Patota è un altro motivo d’orgoglio per me…).

Stamattina il professor Massimo Arcangeli posta sulla sua e mia bacheca di Facebook questo messaggio…

Posto questo bellissimo racconto breve di Maria Lucia Riccioli, che finirà inevitabilmente nel mio libro. Contiene tutte e 50 le parole “da salvare” della prima lista che vi ho mandato. Inviatemi i vostri miniracconti. Premieremo i migliori a Siena, al festival dell’Italiano e delle lingue d’Italia “Parole in cammino” (1-5 aprile 2020), durante la prima grande Notte della Lingua Italiana (3 aprile). Un premio speciale sarà assegnato a chi sarà riuscito a inserirle appropriatamente tutte le 80 parole selezionate.

50 PAROLE DA SALVARE

Non sono un’adepta del lieto fine – in questi tempi tristi, sperare vuol dire essere in perpetuo alterco con la ragione – ma voglio offrirvi una storia. Nulla di apodittico, per carità: una semplice storia senza pretese.
Che i miei venticinque lettori non mi portino astio.
Il professor Cherubini, azzimato come al solito, alle otto in punto – come al solito – varcò la soglia dell’aula.
Biasimava i ritardi – oltre che le arrampicate sugli specchi di chi non aveva studiato – e soprattutto i tentativi di blandirlo con citazioni argute: “Facebook è il suo autore preferito, vedo” era una delle sue battute preferite.
Claudia Brandani – come al solito – sgattaiolò tra panche e zaini sperando di non farsi notare, ma Cherubini inscenò il teatrino quasi quotidiano il cui copione prevedeva: a. ironico rimprovero; b. scuse incomprensibilmente farfugliate; c. catarsi.
Exemplum:
– Signorina Brandani, il mio concetto di puntualità e il suo non collimano. Credo che dovrò comminarle una congrua sanzione…
– Ehm… uhm… (contegno imbarazzato, ricerca spasmodica di una scusa plausibile…).
– Non ha niente di più interessante da replicare?
– Prof, mi scusi, domani sarò puntuale.
– Se domani non arriverà in orario, la interrogherò in contumacia.
– Uhm… ehm… bene. Ha ragione, mi scusi ancora.
Eppure il suo modo di esprimersi solitamente era tutt’altro che corrivo: nei saggi per casa la signorina Brendani mostrava uno stile sostenuto, a tratti – ma soltanto per ingenuità e più probabilmente per mancanza di esperienza – leggermente desueto. E la sua media era notevole.
“Sarà colpa del fidanzato, quel discolo di Tozzetti”. Di tal genere se non tali appunto i pensieri di Cherubini, che non si poteva esimere dall’esecrare – oltre che i ritardi della signorina Brendani – anche gli esiziali testi di Tozzetti, paroliere di un gruppo rap trap patatrac, insomma uno di quei moderni ensemble di rumoristi autospacciantisi per musicisti.
Tozzetti, tanto facondo nel rimare trappare rappare, non lo era altrettanto quando si trattava di rispondere alle domande in aula. Cherubini sperò che almeno si preparasse per il test che ormai incombeva.
– Non racconti fandonie, Tozzetti: invece di dedicarsi ai futili ululati del suo gruppo o di perdersi troppo negli occhi color indaco di una certa signorina, pensi a studiare.
– Prof, non vorrei sembrare petulante, ma il gruppo del mio fid… di Tozzetti venerdì si esibirà in un concerto di beneficenza per gli indigenti…
– Bene… vorrà dire che tale delitto perpetrato ai danni della buona musica avrà un fine meno sordido di quello che avrei supposto.
E qui, risate morigerate del gruppo classe, che non voleva certo essere subire le conseguenze di un’eccessiva indisciplina ma neanche apparire poco solidale verso il compagno.
– Se vuol venire al concerto è il benvenuto, prof.
– Mi si dice che il vostro complesso non è dei peggiori nel suo genere, quindi verrò a vedere se il millantatore è lei o chi mi ha consigliato… grazie dell’invito.
Laico pure nei confronti delle proprie stesse convinzioni – la spocchia, accademica e generazionale, non gli apparteneva –, il professor Cherubini mantenne la promessa.
Pur paventando una serata all’insegna di musica, diciamo così, ostica, e temendo orde di trogloditi in un’aura di fumi e raggi laser da far perdere la trebisonda ai meglio intenzionati, per amore della causa Cherubini sorbì un tutt’altro che pantagruelico aperitivo offerto dall’associazione di volontariato che aveva promosso il concerto e si godette la sfilata delle band dai nomi come “Nemesi” – nella vita precedente devo aver fatto qualcosa di brutto veramente per essere condannato ad ascoltare questo, pensò il prof –, “Panacea” – i mali qui vengono invece che guarire, ma transeat –, “Soqquadro” – e per davvero fanno più confusione che altro –… e via di questo passo.
Venne il turno del complesso ensemble band gruppo, come lo si voglia chiamare, del Tozzetti.
La base musicale e ritmica doveva ben essere una severa punizione per non meglio identificati reprobi, ma le parole della “canzone” sorpresero il prof.

Come ti vuoi redimere
Se stai a tergiversare,
“siccome, perciocché”;
dici di ponderare,
sei solo pusillanime,
sprechi le tue parole,
vuoti corpi senza anime…

La signorina Brandani era in solluchero, i suoi compagni in visibilio, mani alzate e piedi a tempo sul prato spelacchiato dove era stato montato il palco.
– E bravo Tozzetti! Vedo che ha preso bene gli appunti durante le mie lezioni sulle parole da salvare. Qualche verso sarebbe da smussare, ma nel complesso direi che se l’è cavata.
– Bella prof!
– Zuzzurellone di un Tozzetti, ora che il concerto è finito ripassi per il test. Orgoglio legittimo sì, protervia no.
Il tono era quello che utilizzava a lezione per redarguirlo, ma il sorriso e la stretta di mano dicevano altro.

 

Ecco i link per partecipare!
https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=2438439589579097&id=752698734819866&hc_location=ufi
https://www.facebook.com/massimo.arcangeli/posts/10156692069272773?hc_location=ufi

https://www.facebook.com/paroleincamminofestival/?__tn__=kC-R&eid=ARAWCq0HTqji1i9V9G_6FhW-viMx6q_0sLXz79GWsIwA4a5u85Jt9hJ5R_2tUN5outq1-5fRK7Dwa9UV&hc_ref=ARTUygiaao4ZjPwEYPI5s-kwsyfMiyT9QRjWL3ZI_tBNr3sCI0UnSuZYZ7F9r-UQQTk&__xts__%5B0%5D=68.ARABL6GWqvtVraDhWAVHH0XLJ33tJSBM0mIA9QDVIcktT55cHAJZ1pYy1SojYHiEtQgcca_j4ch4t9-UjYzv8xcDnBLJnnJgeeTNSJHcXWuk6SOlwyGGasOS-pqNy8-TxzIU-yMRPOgatVYSeKDb1MhFeKVue-Dyz08rb1x1RWLQldZ60Fw8k5Cb3bBI_49UMCWgUy9fg-YqgdOZyDaiZH–7-UfOxr6GnRcGJNkk3VasGWIAm-HTa5rFDqFcI3a8MrqflRNx6EwwPJ0imUndWvyZ73FjZJuubTnE6Q4PXjpRMAFrCLmm-XrR2DDt5ol32I

Sono felice che un mio contributo sia presente per la seconda volta in un volume del linguista Massimo Arcangeli… era già successo per FACCIA DA SOCIAL:

Cari amici, care amiche,
(i cui nomi seguono)
il vostro contributo firmato ai profili facebookiani per il volume “Faccia da social” è stato, come promesso, inserito. Siete anche tutti ringraziati in apertura, ma temo che la cosa non finirà qui perché il gioco proseguirà (intanto c’è la pagina Fb “Faccia da social. Nazi, Pornogastrici e altre creature virtuali”). Vi tengo informati sull’uscita del libro, che è venuto benissimo. Un saluto speciale, per un contributo speciale, a Francesca Tuscano.

Ale Di Cristo, Alessandra Guigoni, Alessandra Perra, Alessandro Cola, Alexv, Alina Mihaela, Antonio Maria Logani, Barbara Kay Plum, Bianca Barattelli, Bimbo Bamba, Bonaria Angius, Bruno Corti, Cristina Foti, Daniela Visentin, Daniele Sopralevette, Davide Cabras, Edmond Porpes, Fabio Cossu, Francesca Dedoni, Giacomo Meloni, Giancarlo Neri, Giuseppe Lamarina, Henry Angel, Hobbes, Lorena Telloli, Luca Sal, Marco Fedi, Maria Lucia Riccioli, Maria Rita Murgia, Marzia Musneci, Maurizio Sbordoni, Maurizio Sciortino, Mauro Martufi, Mimma D. Maspero, Oliviero La Stella, Paola Cingolani, Paola Merlonx, Patrizia La Fonte, Riccardo Barison, Roberto Sommella, Rocco Luigi Nichil, Rosanna Marani, Rossana Maria Piscopo, Tiziana Benucci, Vera Zanette.

 Ecco il mio nome tra quelli di chi ha contribuito – grazie al professor Massimo Arcangeli dell’università La Sapienza di Roma – a creare i profili per un volume incentrato su Facebook e la sua diciamo così fenomenologia tra il lombrosiano e il comportamentista…
https://www.facebook.com/Faccia-da-Social-Nazi-Pornogastrici-e-altre-creature-virtuali-111920086027512/
Maria Lucia Riccioli Grazie davvero e sempre pronta a nuove iniziative sulla nostra bellissima lingua!
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· 16 maggio alle ore 16:56

 

Questi miei contributi sono presenti nella pagina FB citata da Arcangeli e ringrazio gli ideatori che hanno voluto postarlo…

Il Vacanzista Narcisista

FACCIA DA SOCIAL. NAZI, PORNOGASTRICI E ALTRE CREATURE VIRTUALI·MARTEDÌ 18 APRILE 2017

Quello che ti posta dall’acquisto del biglietto alla faccia sfatta del ritorno.
Maria Lucia Riccioli
Lo Spettro dietro lo schermo
FACCIA DA SOCIAL. NAZI, PORNOGASTRICI E ALTRE CREATURE VIRTUALI·MERCOLEDÌ 17 MAGGIO 2017
So chi sei e cosa hai fatto
Maria Lucia Riccioli

https://www.google.it/search?q=faccia+da+social+%2B+riccioli&rlz=1C1AVNA_enIT559IT562&oq=faccia+da+social+%2B+riccioli&aqs=chrome..69i57.5431j0j8&sourceid=chrome&ie=UTF-8

Anche su IL FATTO QUOTIDIANO!

Ed ecco il link ad un paio di articoli che avevo scritto su Arcangeli per LA CIVETTA DI MINERVA…

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2834:fake-news-fattoidi-e-fiction-specie-i-minori-indifesi&catid=15:attualita&Itemid=139

Fake news, fattoidi e fiction, specie i minori indifesi

MARIALUCIA RICCIOLI
Lunedì, 08 Gennaio 2018 17:09
Don Fortunato Di Noto ammonisce i genitori e la scuola a vigilare su ciò che i ragazzi fanno con smart phone e computer

La Civetta di Minerva, 15 dicembre 2017

Stimolata da un’indagine social del professor Massimo Arcangeli, docente di linguistica italiana ed ex-preside della facoltà di lingue e letterature straniere presso l’Università degli Studi di Cagliari, rifletto insieme a voi lettori sullo statuto di verità che chiediamo alle cose, all’informazione, all’entertainment, alla letteratura e all’arte in genere.

Una delle espressioni dell’anno che sta per concludersi è certamente “fake news”, che fa il paio con la nostrana “bufala” e il trio con “fattoide”, notizia priva di fondamento, ma diffusa e amplificata dai mezzi di comunicazione di massa al punto da essere percepita come vera: sarebbe imminente un pronunciamento del nostro Parlamento per arginare il fenomeno della diffusione in rete di informazioni e notizie false – postate più o meno artatamente –, ma è bene che scuola e famiglia, specie per proteggere i minori in rete, si attivino per insegnare a bambini e ragazzi a navigare su Internet in maniera consapevole (e comunque resta valido e semmai si rafforza l’invito di associazioni come Meter e di esperti come Don Di Noto a vigilare sui minori che utilizzano sempre più smartphone e computer e a non postare immagini e video dei propri figli, dato l’uso sconosciuto e spesso criminoso che di tali dati può essere fatto, specie in un’ottica di lotta contro la pedofilia).

Attenzione dunque sia alle notizie non verificate – spesso basta una rapida conferma da parte di un motore di ricerca, sia per i testi che per le immagini o i video –, ma in effetti ci sarebbe da fare un lungo discorso sugli statuti di verità. Passiamo, nell’arco della stessa giornata, dall’indignazione contro le fake news (che comunque spesso sono trappole per gonzi: la storia e la letteratura ci riportano innumerevoli casi di notizie non verificate, veri e propri specchietti per le allodole) alla fame di reality, un vero e proprio genere a sé stante in cui di reale c’è ben poco (ci si domanda se le gesta di starlette e giovanotti alla Ken, di freak e gente in cerca di quindici minuti di notorietà siano davvero reali: non è vero ma ci credo, verrebbe da dire, allora dov’è la reality?), alla mai troppo deprecata tv verità: c’è chi sulla televisione del dolore, delle lacrime in diretta, delle riunioni familiari, dei casi umani, ha costruito una carriera.

E non è finita: le cosiddette fiction – a parte l’invasione degli anglismi, non si comprende cosa distingua gli sceneggiati di un tempo da film in due-tre puntate con attori improbabili e sceneggiature copiaincollate da analoghi prodotti d’oltralpe e oltreoceano detti fiction – dal latino fictio, finzioni dunque, recite – in cui spesso “il riferimento a fatti, persone, luoghi e avvenimenti reali è puramente casuale” (formula che può evitare querele, ma dietro cui si nascondono cinquantine di sfumature di verità). A fictional (che nel mondo anglosassone riguarda poesia e narrativa, contrapposte alla saggistica, che è appunto non fictional) di recente si contrappone factual: tale è stata definita una trasmissione con Roberto Saviano per il prevalere di situazioni reali, romanzate solo per esigenze di copione. Insopportabili poi le classiche domande su libri e film: “Ma è una storia vera? È veramente successo?”, che annulla secoli di pratica e teoria artistica e letteraria su reale, naturale, vero e trasfigurazione artistica.

Dato che spesso la confusione linguistica è indice di confusione concettuale, abituiamoci a riflettere sul gradiente di realtà di quanto proponiamo e ci viene proposto per una comunicazione ed informazione, oltre che espressione, più consapevole; rafforziamo il lavoro della scuola, che come obiettivo non solo didattico si propone quello di formare giovani adulti dallo spirito critico; battiamoci per la valorizzazione della ricerca e, nel campo dell’intrattenimento, per contenuti più formativi e meno banalmente massificati, altrimenti, dato che nel 2018 dovrebbe essere inammissibile contraddire millenni di scienza con affermazioni sulla Terra piatta o gravidanze ai limiti dell’alieno, non dovremo più stupirci di gruppi di “mamme pancine et coetera” o di “Earth flatters”, concentrati di fake news, fattoidi, bufale, purtroppo non fictional ma factual.

http://www.lacivettapress.it/online/index.php?option=com_content&view=article&id=656:tutto-un-fiorire-di-iniziative-per-la-giornata-del-libro-a-p-zza-santa-lucia&catid=17&Itemid=121

Gli articoli sono usciti su LA CIVETTA DI MINERVA in edizione cartacea e poi sono confluiti nell’edizione on line…

Tutto un fiorire di iniziative per la Giornata del Libro a p.zza Santa Lucia

Coinvolti scrittori, scuole, associazioni, librai, biblioteche, studi fotografici; un’occasione in cui ci si è riappropriati degli spazi urbani in nome di una ritrovata socialità. E all’Idroscalo dell’Aeronautica voci di nove nazioni recitavano in italiano Eugenio Montale, Pablo Neruda e Nazir Hikmet

In occasione della giornata mondiale del libro, quest’anno Siracusa ha ospitato a Piazza Santa Lucia – non in Ortigia, dunque: un modo per valorizzare lo splendido, storico quartiere della Borgata che meriterebbe una riqualificazione – la manifestazione #ioleggoperché, che a livello nazionale ha distribuito gratuitamente 240.000 volumi grazie a dei “messaggeri” della lettura.  E dunque Piazzaunlibro per le scuole: letture ad alta voce e laboratori di lettura, di realizzazione di un libro, presentazioni e incontri con l’autore – attività queste per gli alunni della scuola dell’infanzia, della primaria, della media inferiore e superiore –; Piazzaunlibro per tutti: mostre, inviti alla lettura, laboratorio di scrittura creativa, presentazioni letterarie…

Coinvolti operatori culturali, enti ed associazioni come la circoscrizione e labiblioteca Santa Lucia, il coordinamento provinciale Nati per Leggere Siracusa, il gruppo di lavoro del Progetto “In Vitro”, Zuimama Arciragazzi, l’Arci, il centro Pio La Torre, Rosaria Bregamo, Carmela Pace, Giusy Aprile, l’attrice Deborah Lentini, l’associazione Astrea in memoria di Stefano Blundo, l’associazione Alimede, l’associazione Liberi di costruire, Amnesty International Siracusa, lo studio fotografico Vasta e la biblioteca provinciale “E. Vittorini”; attivi i librai di “Un Due Tre Terra”, Lettera Ventidue, Casa del libro Rosario Mascali e Gabò, con un’entusiasta e infaticabile Luisa Fiandaca che affianca Livia Gagliano; impegnati in prima persona per leggere e comunicare il proprio amore per la lettura gli scrittori Luciano Modica, Stefano Amato, Luca Raimondi.

VerbaVolant edizioni di Fausta Di Falco ha promosso l’incontro con Annamaria Piccione intorno al libro “È festa… ammuccamu!” e con Giusy Norcia sul libro “L’isola dei miti” e l’invito alla lettura de “L’inferriata” di Laura Di Falco; l’editore Algra è stato presente alla manifestazione con i suoi libri “Aquarius – Il mistero di Solobok” di ET Dream (pseudonimo di Demetra Licciardello) e “Pietra lavica” di Paolo Sidoti; la professoressa Anna Di Carlo ha presentato il volume di Francesco Candelari “Il cibo dei topi” (Lulu edizioni).

Notevole il tam tam sui social network e sui media in genere sul tema libri in questo periodo, dato anche che si avvicinano il Maggio dei libri e l’appuntamento con la Fiera del libro di Torino. #ioleggoperché rientra perfettamente in questa strategia di promozione del libro e della lettura, anche se per amor di cronaca dobbiamo segnalare anche iniziative collaterali come #ioleggodifferente che porta avanti autori e letture che non trovano spazio o risalto in vetrine più “blasonate”. Troppo complesso sarebbe in questa sede affrontare questioni come quelle editoriali: ci limitiamo al plauso verso gli organizzatori, che non sono spinti esclusivamente da motivi di marketing.

Presso l’Idroscalo “Arnaldo De Filippis” dell’Aeronautica militare, poi, la Festa del Libro ha visto alternarsi autori, studenti e studiosi nel nome della cultura.Annamaria Cancellieri, intervistata dal giornalista Massimo Leotta, ha presentato il suo libro “Una vita bellissima”; Gabriella Celotta ha presentato il testo “Dove sta la frontiera”; Nelly Greco Bellina è stata premiata come “mamma per la Dante”, mentre “nonna per la Dante” è stato il riconoscimento tributato a Franca Valenti Gallo; il giornalista Giuseppe Bianca è stato insignito di un diploma di benemerenza. Notevole è stato l’apporto dei giovani: studenti siracusani e stranieri hanno letto Dante, di cui quest’anno ricorre il 750esimo anniversario della nascita; alcuni di loro sono stati premiati per il concorso “Le cime della Dante”.

La manifestazione ha ospitato inoltre il saggio conclusivo dei corsi “Lingua e Letteratura italiana per stranieri” tenuti presso l´Istituto Comprensivo “L. Radice” di Siracusa a cura delle docenti Franca Carpinteri, Maria Favara, Giovanna Morsello, Giuseppina Piazza, Rossella Raudino, Silvia Tomasi e Lucia Zammitti: è emozionante ascoltare voci di Messico, Sri Lanka, Russia, Repubblica Ceca, Norvegia, Canada, Repubblica Domenicana, Bosnia e Brasile recitare in italiano Montale, Pablo Neruda e Nazir Hikmet.

La giornata conclusiva dell’evento ha ospitato il professor Massimo Arcangeli, che insegna all’Università di Cagliari e alla Sapienza di Roma,  qui in veste sia di dantista che di linguista: la conversazione sul linguaggio non verbale nella “Commedia” dantesca è stata l’occasione per spaziare sulla storia della lingua italiana, sull’evoluzione del linguaggio verbale e di quello gestuale nelle diverse culture e lingue, codici privilegiati per entrare in contatto con l’altro da noi. Quale sfida più grande per il mondo multietnico e globalizzato di oggi?

Brillante e documentatissimo come sempre – Arcangeli è stato diverse volte gradito ospite presso la “Dante Alighieri” –, lo studioso si è inoltrato nei dubbi esegetici di alcuni passi danteschi, invitando a un approccio non falsato dalle interpretazioni che si sono stratificate sui versi di Dante spesso divenendo superfetazioni al cui condizionamento è difficile sottrarsi: il battere le mani dei dannati, lo spezzare il ramo dall’insana pianta che è divenuto Pier delle Vigne, lo squadrar le fiche di Vanni Fucci, detti e modi di dire, equivoci comunicativi nel mondo accademico, questi gli ingredienti del suo stimolante intervento.

L’autore Domenico Pisana ha poi presentato “Tra naufragio e speranza”, leggendo alcune poesie tratte dalle tre cantiche della silloge: “Ed ora, la notte”; “Verso l´aurora”; “Sognando la speranza”.

Nulla insegna il poeta. Forse può solo trasmettere la sua esperienza di naufrago alla ricerca della Luce, per riveder dantescamente le stelle.

Volto / volto, Notte / notte, Luce / luce… ecco alcuni degli opposti apparentemente non opposti su cui è giocata la dotta, quasi prosastica poesia di Pisana, cosciente che la “modernità”, la ragione che ha abusato del suo potere, una libertà mal intesa hanno condotto al naufragio l’uomo, che ora raccatta resti di verità scampati alla distruzione e ricerca ancora, brancolando, la Verità. Forse solo la poesia può sciogliere l’umanità dai legacci delle false certezze, delle presunzioni intellettualistiche, come dalle fiere della selva oscura.

Ci si augura che simili manifestazioni possano avere una ricaduta positiva e duratura in termini di riappropriazione degli spazi urbani in nome di una ritrovata socialità e che l’interesse intorno al libro e alla lettura non sia relegato soltanto a giornate celebrative, come lascia sperare l’impegno quotidiano di librai, autori, bibliotecari, docenti e operatori culturali in genere.

Mariannina Coffa and me

02 martedì Ott 2018

Posted by mlriccioli in Eventi culturali, Letteratura, Musica

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Ecco le gentili parole del giovane studioso Stefano Vaccaro, scritte a proposito dell’uscita su LA CIVETTA DI MINERVA di un mio articolo sul suo lavoro svolto presso il Castello di Donnafugata (RG) e che ha visto coinvolta la poetessa e patriota netina Mariannina Coffa…

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2099%3Anel-castello-di-donnafugata-un-inedito-di-mariannina-coffa&catid=17%3Acultura&Itemid=143

Nel Castello di Donnafugata un inedito di Mariannina Coffa

Maria Lucia Riccioli
Giovedì, 16 Febbraio 2017 16:40

Il componimento della poetessa netina, senza data né titolo, trovato all’interno di una miscellanea tra i volumi del barone Corrado Arezzo e del genero visconte. Dalle sue scoperte Stefano Vaccaro ha tratto un libro

La Civetta di Minerva, 10 febbraio 2017

Nell’anno 1878, in una brevissima tornata di giorni (il 9 gennaio il monarca, il 7 febbraio il pontefice) morivano due protagonisti del sofferto e discusso Risorgimento italiano: Vittorio Emanuele II e Papa Pio IX. A Noto, in Sicilia, per un altro dei misteriosi giochi del tempo, a soli trentatré giorni di distanza l’una dall’altra muoiono padre e figlia, la poetessa e patriota netina Mariannina Coffa (il 6 gennaio del 1878, giorno dell’Epifania) e il padre, l’avvocato Salvatore Coffa, massone e liberale (l’8 febbraio).

Tanta e tale è la mole degli studi su questi argomenti e personaggi che fare nuove scoperte in tal senso sembrerebbe impossibile, ma così non è: specie dalla microstoria arrivano rinvenimenti fortunosi che riescono anche a gettare nuova luce sulla macrostoria.

È il caso di Stefano Vaccaro, giovane studioso che si è occupato dell’epistolario di Mariannina Coffa: grazie al Comune e alla Biblioteca di Ragusa ha recentemente pubblicato il saggio “Biblioteca svelata – a carte scoperte” riuscendo ad offrire al pubblico non solo il catalogo della mostra omonima, ospitata nell’antibiblioteca e nella Sala degli Stemmi, ma anche il risultato delle sue scoperte al Castello di Donnafugata, tra i libri del barone Corrado Arezzo e del genero, il visconte Combes de Lestrade (che nome letterario!).

Tra le voci femminili che riemergono dagli scaffali di Donnafugata – segno che un fitto reticolo di penne femminili si intrecciava in Sicilia, nonostante il contesto socio-culturale spesso poco favorevole all’affermazione dei talenti artistici e delle intelligenze delle donne siciliane – spiccano Rosina Muzio Salvo, Letteria Montoro, Giuseppina Turrisi Colonna e la netina Mariannina Coffa, rappresentata con diverse prime edizioni dei volumi dei suoi versi. E non solo.

Una miscellanea è una raccolta di scritti diversi e fascicolati insieme, spesso rilegati più o meno elegantemente. E proprio da una miscellanea della biblioteca del castello Stefano Vaccaro ha tratto una pubblicazione finora sconosciuta: un componimento inedito, senza data né titolo, pubblicata dalla famosa tipografia Piccitto e Antoci di Ragusa, scritto proprio da Mariannina Coffa e donato al dottor Filippo Pennavaria, amico e sodale della poetessa (ne studiò le manifestazioni “medianiche”  quali la “sognazione spontanea”, ovvero il suo raccontare e poetare in apparente stato di trance), che curò la miscellanea.

La poesia, sicuramente composta in periodo quaresimale – e azzardiamo che il dono dei versi dovette avvenire un Venerdì Santo, durante l’Adorazione della Croce -, termina con dei versi drammaticamente potenti: “O sommo Iddio! per te, per la tua Croce, / Trovi perdon chi di perdono è indegno!!..”.

Stefano Vaccaro nel suo saggio ricostruisce i rapporti tra Mariannina Coffa e i baroni di Donnafugata, tramati di poesia naturalmente e di politica, il milieu sociale, politico e culturale che illumina certi particolari dell’epistolario e delle stesse liriche della poetessa: scopriamo che il barone Arezzo fu tra i primi sottoscrittori del monumento a Mariannina Coffa poi inaugurato nel 1892 e che tra gli interessi comuni ai due personaggi ci sono il magnetismo animale, il mesmerismo e l’esoterismo in genere (prova ne sono i volumi afferenti a queste tematiche, oggetto delle poesie “esoteriche” della Coffa).

Un plauso e un incoraggiamento sono dovuti a questo giovane ricercatore, cui auguriamo di poter lumeggiare ancora più approfonditamente i rapporti tra il Castello, la sua biblioteca, la città di Ragusa e la cultura del Val di Noto nell’Otto-Novecento, al Comune di Ragusa e a chi si spende per la valorizzazione del Castello come l’architetto Giuseppe Nuccio Iacono, che ha curato il programma della manifestazione culturale con cui si è aperta la mostra documentaria.

Il 6 gennaio del 1878 si spegneva a Noto la poetessa e patriota Mariannina Coffa, protagonista del mio romanzo FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA.

Il 30 settembre si ricorda invece il compleanno della poetessa, nata nel 1841.

 

Mariannina copertina

Ecco un omaggio poetico…

LA MORTE DI MARIANNINA COFFA

di

Giuseppe Puzzo

Sol Mariannina, non più
Coffa Caruso e in Morana!
Rinnegando chi la distrusse
In quella città da Noto lontana!
Vuol tornare, i bauli son pronti
In quella Noto che non più la vorrà!

Scappò la gentile signora
Tormentata da pene e da lutti!
Quella creatura che mai arte
Conobbe di viver come tutti!
Disperata al mondo gridò che
Libera nacque e libera morrà!

Collere, disprezzi, tradimenti,
Viaggi, infamie e vergogne!
Parole che scriveva la donna esausta
Di un mondo pieno di menzogne!
Lo spirito afflitto ma sempre fiero
Mentre la vita finiva col dolor!

Distesa malata nel letto
in solitudine soffre la poetessa,
Una donna delicata e fragile
Che mai padrona fu di se stessa!
Pensa, rimugina e piange
Ricordando il suo unico amor!

Nel buio delle notti comincia il delirio!
La poveretta parla con  l’angelo!

Uriel è il suo nome e ispirazione le diede
invocandolo rintanata in un angolo!

I suoi versi stanno per avverarsi:
In altri cieli avrà le sue gioie alfin!

Chiamandola Madre, agonizzante
Invoca l’Addolorata nel gelo!
Le parla, scrive mesta alla Vergine
”Gli affetti miei rendimi in cielo!”

Nell’Epifania di Nostro Signore
La moribonda chiuse gli occhi infin!

Così, nel dolore e nell’abbandono
Finisce la passione dell’ispirata
Rinnegata da tutto il suo mondo
raggiunse la pace sospirata!

La gente ipocrita che la maledisse
A San Nicolò il feretro accompagnò!

Vola in cielo o infelice creatura!
Dormi in eterno con gli eletti spiriti!
Tanto dolor patisti in vita
Un’agonia intensa e senza limiti!
Vola in cielo o infelice creatura
Iddio su di te la sua mano posò!

Una foto suggestiva, che ritrae Giuseppe Puzzo intento a rendere omaggio a Mariannina Coffa sulla sua tomba.

L'immagine può contenere: una o più persone

Giuseppe Puzzo, estimatore della poetessa e patriota netina Mariannina Coffa, appassionato del nostro Ottocento letterario e musicale, ha dedicato alla Nostra vari componimenti tra cui questo.

A MARIANNINA COFFA CARUSO

Poetessa Netina

di Giuseppe Puzzo

O sublime spirito gentile!
L’infelicità fu il calice di tua vita!
Tanto cara a me fosti perché in te il mio io scoprì!
Un affetto a te mi lega
Che sol che nel pregare
manifestare non si può
per le diverse ere in cui il Creatore,
per qual mistero ci creò!

O sublime spirito gentile!
Il tuo Angelo dona a me
perché m’ispiri e canti come te
Patria e Dio, Amor e Umanità!
Ma Iddio piu d’ogni cosa
è al centro di mia Psiche!
Sol per lui è il mio canto,
E il lamento delle fatiche!

O sublime spirito gentile!
Quegli sguardi indefiniti
E il grazioso riso sulle labbra!
Qual lecite apparenze
che occultavano
il sanguinar del cor!
Assai dolente fu in tua vita
l’agghiacciante pena d’amor!
O sublime spirito gentile!
La poetessa e il musicista!
Un amore puro e sacro
Che nell’avello non s’estinse!
So ben ciò che vuol dire
Patire le pene dell’amor!
L’alma brucia e della vita
Ogni voglia spenta è ognor!

O sublime spirito gentile!
Il tuo tormento
Generava immani versi
e, come l’alma mia,
nei tuoi canti il mondo perfetto
lamentando desiavi!
Ma sapevi tutta mesta
Che del Terrestre Paradiso non ci son chiavi!

O sublime spirito gentile
Esiliata dalle mura natie
E le brutali amare nozze!
Delle figlie il crudel trapasso
E l’asfissiante comando del vil rozzo!
Poteva l’alma tua, o Mariannina
Desiderosa della Patria Eterna
non pensare alla morfina?

O sublime spirito gentile
Quanto dolente
E’ il Calvario della terrena vita!
Gli istanti dei tanti dì trascorriamo
Col desio dei Santi
Di volare lieti in cielo;
quella Patria dall’alme pure desiata
a cui vorrei squarciare il velo!

O sublime spirito gentile
pochi furon quelli che ti confortavan!
I tuoi versetti
per l’ amica Enrichetta
a me dicati mesto sento!
Come me il bello amavi
E fra i veleni della vita
La bellezza contemplavi!
O sublime spirito gentile
Indefinite sensazioni
La mia mole tutta assalgono
Quando attraverso via Sallicano, ove spirasti
E la via a te dicata ove venisti al mondo
nella quiete delle serate netine!
Il continuo ricordarti
per me non avrà mai fine!

O sublime spirito gentile
Quando passo dalla villetta d’Ercole
Nel tuo viso in marmo meditando
Lo sguardo non posso che posare!
Mi addolora veder che tanta gente
Lo mira senza saper di tua storia il favellìo!
Possa la tua memoria
Non cadere nell’oblìo!

 

L'immagine può contenere: 1 persona, testo

Ecco l’articolo scritto da Giuseppe Puzzo per LA VITA DIOCESANA, il periodico che racconta la vita della Diocesi di Noto (uscito il 30 settembre 2018).

Approfitto dell’occasione per ricordare che la poetessa Mariannina Coffa non teme oblio dato che risulta essere di ispirazione per poeti artisti musicisti… studiosi.

Ringrazio Stefano Vaccaro per questo inedito…

Il 6 gennaio 1878 lasciava questo mondo Mariannina Coffa, la ricordiamo con due quartine inedite di un più ampio componimento scritto dalla Poetessa. Il testo integrale fa parte dei documenti visibili al Castello di Donnafugata all’interno della mostra “La biblioteca svelata – A carte scoperte”.

Si prostri l’empio a cui le voglie immonde Giammai non sazia la viltate e l’oro;
Chi al grido dell’onor mai non risponde,
Chi fa del vizio il suo maggior tesoro.

Chi, turpe il labbro e per velen feroce,
Strazia la fama altrui, l’alma, e l’ingegno…
O sommo Iddio! per te, per la tua Croce,
Trovi perdon di chi perdono è indegno!!

MARIANNINA COFFA E CORRADO AREZZO: STORIA DI UN’INEDITA AMICIZIA

Sono storie di donne e storie di letterate quelle raccontate al Castello di Donnafugata attraverso la mostra documentaria “La biblioteca svelata – A carte scoperte”. Gli ultimi studi condotti ci restituiscono un panorama culturale per molti aspetti inedito e affascinante come fino ad oggi inedita è stata l’affezione del barone Arezzo per certo tipo di letteratura a firma delle maggiori intellettuali isolane del XIX secolo finanche il rapporto d’amicizia che lo legò alla più singolare voce poetica muliebre della Sicilia orientale: Mariannina Coffa.
Ringrazio di cuore Davide Bocchiere per il bell’articolo.

Grazie al lavoro di tanti studiosi e cultori di poesia e critica letteraria e ad artisti sensibili come Carlo Muratori…

SALE

Sopra ho postato una pagina del cd-libro di Carlo Muratori, SALE. Sono emozionata non solo del fatto che mi abbia citata e ringraziata, ma anche del fatto che io e Franco Battiato, per dire, siamo nello stesso disco!

Sì, perché Carlo e Franco cantano assieme uno dei pezzi più intensi di Battiato, POVERA PATRIA, che dava il titolo al tour dedicato da Muratori ai 150 anni dell’Unità d’Italia (e qui torna in gioco la cara Mariannina Coffa, poetessa e patriota netina il cui sonetto OMBRA ADORATA Carlo Muratori ha portato in tour musicandolo).

Ecco una mia breve riflessione sul testo della Coffa e il link per ascoltare il brano di Carlo Muratori.

Il sonetto di Mariannina Coffa “Ombra adorata” è stato pubblicato da Miriam Di Stefano in “Scritti inediti e rari di Mariannina Coffa”, edito dalla FIDAPA di Noto nel 1996.

Ho letto il prezioso volumetto anche grazie al suggerimento della professoressa Renata Russo Drago, esimia docente e cultrice di storia patria.

Qui sarebbe impossibile condensare la vita e l’opera della patriota e poetessa netina, ma mi piace offrire un’analisi – non esaustiva, ci mancherebbe – di questa composizione della Coffa.

Che l’ombra adorata sia quella dell’antico maestro di musica, del fidanzato e sposo mancato, Ascenso Mauceri, possiamo supporlo anche se non darlo per certo.

Già tra i primieri studiosi e critici della Coffa ci fu chi mise in dubbio la realtà effettuale di quest’ombra, dell’angelo di tante liriche della poetessa. Si parlò digenius, del daimon…

Oggi, anche alla luce dei nuovi apporti critici – penso agli studi della Fiume, che affratella anzi assorella la Coffa alle correnti spiritualistiche di area esoterica, massonica, magnetica, che furono tanta parte della cultura del tempo – potremmo anche azzardare un’interpretazione differente: è quasi come se l’ombra adorata fosse quella di uno spirito-guida, di un “angelo” che voglia guidare la poetessa a gradi più alti di perfezione.

Certo che però il fascino romantico della storia d’amore Coffa-Mauceri rimane intatto: immaginiamo Mariannina in preda al rimpianto, malmaritata poetessa che sconta l’esilio – impoetico come il borgo in cui si sente leopardianamente relegata “la giovane favolosa”, come mi è piaciuto definirla durante il convegno “Sguardi plurali” dedicato alla Nostra – a Ragusa pensando all’amato irrimediabilmente perduto.

Dal punto di vista formale, lodevole la musicalità del verso, cantabile nel senso migliore del termine, al punto che il sonetto è stato musicato dal “chiant-autore” (così scherzosamente si autodefinisce) Carlo Muratori, che lo ha eseguito per la prima volta nel 2011 – in occasione dei centocinquant’anni dell’Unità d’Italia – presso l’Archivio di Stato di Noto a Palazzo Impellizzeri durante il convegno dedicato a Mariannina Coffa poetessa e patriota. Successivamente Muratori lo ha cantato durante il tour dedicato ai canti siciliani di epoca risorgimentale – Povera Patria il significativo titolo del tour.

Lo ha eseguito poi a conclusione dell’ultimo convegno dedicato a Mariannina Coffa, che segna una tappa importante nell’evolversi degli studi sulla poetessa.

(Ecco il link per ascoltarlo su YouTube:

Mi piace riportare qui la fotografia dell’originale – tratta sempre dal volume della Di Stefano.

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Le varianti, i pentimenti, le cancellature di un manoscritto ci fanno entrare con emozione e curiosità nella bottega dello scrittore. E quella di Mariannina Coffa è una bottega coltivata fin dalla fanciullezza, sotto la guida di precettori e maestri come Francesco Serra Caracciolo e Corrado Sbano, nutrita di letture e studi, permeata dei dolori di una vita breve ma densissima. Attraversata e trasfigurata dal mistero della creazione, che rimane tale anche per la stessa poetessa, che vive di ispirazione e scrive e va significando al modo che il suo genius le detta dentro.

La grafia peculiare della Coffa, disordinata eppure chiarissima, i pasticci, i versi imbastiti eppure venuti fuori già compiuti: la pagina parla da sé.

Il senno del verso 1 diventa il core,

Se te perdendo ogni Ciel perdei? (v. 2)

nasconde, ci pare di capire,

se perduto il mio Ciel tutto perdei?

Significativa appare la variante del verso finale che cambia il senso della frase.

E più che il labro tuo parla il tuo pianto

diventa

E più che il labro tuo trovo il tuo pianto.

Il dolore muto dell’angelo della Coffa viene trovato anziché manifestarsi parlando alla poetessa, che però non cancella la parola variata.

A proposito… oltre al tour di Carlo Muratori, da segnalare lo spettacolo FIMMINA…

Si parla di sale e anche di Mariannina Coffa…
Rita Abela è una straordinaria performer e attrice che ho avuto il piacere di intervistare spesso e con cui ho lavorato per l’Accademia di Canto Carmelo Mollica e per dei saggi musical-teatrali…
Ricordo anche la bellissima esperienza della rassegna POETI E SCRITTORI DEL VAL DI NOTO, i vari convegni dedicati alla poetessa e il concorso INCHIOSTRO E ANIMA a lei intitolato…
Un mio saggio sulla poetessa è presente in questo volume, frutto degli studi del convegno omonimo dedicato alla poetessa netina.
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Il concorso letterario intitolato a Mariannina Coffa… onorata di far parte della giuria!
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Questa è solo una minima parte delle attività e iniziative legate alla poetessa di Noto… navigando sul mio blog troverete immagini, video e molto altro!
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Si può trovare un su Mariannina Coffa nel volume incentrato sull’anniversario del blog letterario LETTERATITUDINE, uscito per i tipi di LiberAria editrice…
letteratitudine
Grazie a Massimo Maugeri per avermi coinvolta nel progetto!

Un manuale sulla lettura, uno scrigno zeppo di consigli di scrittura, l’ingresso nel laboratorio creativo di tante scrittrici e tanti scrittori di fama nazionale e internazionale, un insieme di percorsi che, tra autoracconti d’autore, interviste e saggi, conducono nel dietro le quinte di libri, scrittori e personaggi letterari che conosciamo e amiamo.
In questi e in tanti altri modi può essere definito Letteratitudine 3 – letture, scritture e metanarrazioni, il nuovo libro curato da Massimo Maugeri, che celebra le attività culturali e letterarie del noto blog Letteratitudine, a dieci anni dalla sua nascita.

Un manuale che si legge come un romanzo, e che costituisce una vera e propria miniera di consigli e ispirazioni per chiunque, addetto ai lavori o semplice appassionato di letteratura, desideri conoscere da vicino i meccanismi che regolano l’universo che ruota intorno alla scrittura e ai suoi protagonisti, siano essi reali o immaginari.

http://www.liberaria.it/catalogo/letteratitudine-3/

Ricordo anche che altri scritti sulla poetessa e patriota netina sono stati da me pubblicati come introduzione alle antologie del premio INCHIOSTRO E ANIMA dedicato alla Coffa e su LA CIVETTA DI MINERVA.
http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=1795:a-palazzo-nicolaci-di-noto-il-premio-dedicato-a-mariannina-coffa&catid=17:cultura&Itemid=143
https://www.google.it/search?q=LA+CIVETTA+DI+MINERVA+%2B+COFFA&client=firefox-b&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=0ahUKEwi7yaTowq_RAhUFQBQKHXiWBRkQ_AUICCgB&biw=1116&bih=537 (le immagini correlate)
Segnalo il concorso dedicato a Mariannina Coffa con annesso convegno e mostra dedicata… al link qui sotto tutte le informazioni.
https://www.facebook.com/marianninacoffacaruso/

Ha pubblicato, per i tipi di Perrone Lab, il suo primo romanzo, “Ferita all’ala un’allodola”, uscito nel gennaio 2011 e dedicato alla figura della poetessa e patriota risorgimentale Mariannina Coffa Caruso.

Il romanzo è stato presentato a Siracusa presso il Palazzo della Cultura di Siracusa (Palazzo Impellizzeri) da Luigi La Rosa e Simona Lo Iacono il 27 febbraio 2011.

Successivamente è partita la tournée di presentazioni che ha toccato Acireale (Istituto Brunelleschi, Fidapa), Catania (Istituto Lombardo Radice, Cafè de Flore), Palermo (Libreria Modusvivendi), Raffadali (Le Cuspidi), Siracusa (Liceo “M.F. Quintiliano”, Istituto comprensivo “Paolo Orsi”), Roma (Chiesa di Santa Lucia al Gonfalone).

È stata tra i relatori del convegno dedicato a Mariannina Coffa con un intervento sul trattamento romanzesco della poetessa (Noto, Palazzo Impellizzeri, Archivio di Stato, 12 aprile 2011).

   Un dibattito sul suo romanzo e le donne del Risorgimento è uscito su “Letteratitudine” e su “Flannery”; il libro è stato recensito, tra gli altri, da Luigi La Rosa su “Centonove”, dalla scrittrice e giornalista Lucia Corsale (“La Sicilia”), da Maria Rita Pennisi (“La Sicilia”), dallo scrittore e giornalista Remo Bassini (“La Nuova Sesia”), da Loredana Faraci (“La Repubblica”, edizione di Palermo), da Luisella Pacco (“Konrad”).

   Il romanzo è entrato nella top five relativa alla narrativa più venduta in Sicilia (“La Repubblica”, edizione di Palermo, 15 maggio 2011) ed è stato segnalato dal libraio Stefano Palumbo come libro rappresentativo della scrittura siciliana sempre su “La Repubblica” – Palermo.

   È stata invitata al Letterando InFest di Sciacca, durante il quale ha presentato il romanzo insieme ad Elena Doni del gruppo “Controparola”, collettivo di giornaliste e scrittrici fondato da Dacia Maraini.

In occasione de “Il Maggio dei Libri 2012”, campagna nazionale per la promozione della lettura patrocinata dall’Unesco e dalla Presidenza della Repubblica, ha vinto il concorso letterario per incipit di romanzi editi “InciZine – Regalami un incipit”, organizzato da Scripta volant e dall’Associazione culturale “Aliantide”. Una volanzine con l’incipit di “Ferita all’ala un’allodola” è stata distribuita gratuitamente in tutta Italia durante le manifestazioni collegate all’iniziativa.

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Il 13 ottobre 2012 è stata premiata come vincitrice ex aequo della sezione “Frammenti letterari” nell’ambito del premio “Portopalo – Più a Sud di Tunisi” per il suo romanzo “Ferita all’ala un’allodola”.

 In occasione del convegno nazionale del 21 – 22 dicembre 2012 dedicato al bicentenario di Matteo Raeli ospitato al Palazzo Trigona di Noto un brano di “Ferita all’ala un’allodola” è stato inserito in un pannello e nel catalogo della mostra realizzata da docenti e allievi del Liceo “Matteo Raeli” di Noto.

 Nell’aprile 2013 l’incipit di “Ferita all’ala un’allodola” è stato pubblicato, insieme alla sinossi e alla biografia dell’autrice, sul primo numero della rivista on line a cartacea POST SCRIPTA, a cura dell’associazione Aliantide.

   Il romanzo è stato presentato durante la mostra-mercato “Io valgo” organizzata dalla FIDAPA di Siracusa presso i locali della Provincia regionale dal 21 al 23 maggio 2013 ed è stato rieditato nel giugno 2013 dalla casa editrice L’Erudita.

   Il 9 giugno del 2013 l’autrice ha presentato il proprio lavoro editoriale presso il complesso di San Domenico a Palermo in occasione di “Una marina di libri”, manifestazione organizzata da Navarra Editore.  Ha preso parte inoltre all’estemporanea di scrittura presso la Cappella di Santa Barbara nell’ambito della stessa kermesse.

Nel gennaio 2014 è risultata finalista, insieme – tra gli altri – a Beatrice Monroy e agli scrittori di Leima edizioni, del Kaos festival di Montallegro (AG) con il suo romanzo.

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   L’8 febbraio 2014 presso la Casa del Libro Rosario Mascali di Siracusa si è tenuta una conversazione tra l’autrice e la scrittrice Annamaria Piccione a proposito della riedizione di “Ferita all’ala un’allodola”.

   Il 14 febbraio 2014, presso la Sala Gagliardi di Noto, è stata tra le relatrici di “Semaforo rosa”, convegno dedicato a “Mariannina e le altre” insieme a Marinella Fiume, avvocate, psicologhe e scrittrici sul tema della violenza contro le donne in nome di Mariannina Coffa. L’evento è stato promosso dal Comune di Noto con il coordinamento artistico dell’associazione “Lighea”.

L’8 marzo, per Historica Edizioni, è uscita l’intervista realizzata con la scrittrice e giornalista Rai Laura Costantini, pubblicata insieme agli interventi di altre autrici nell’e-book “Scrivere? Non è un mestiere per donne”, opera disponibile anche in versione cartacea.

 

   Il 7 novembre 2014 ha preso parte al convegno “Sguardi plurali” dedicato a Mariannina Coffa nell’ambito della manifestazione “Noto per Mariannina”, conversando con Marinella Fiume e Biagio Iacono sull’epistolario curato dagli stessi ed è stata intervistata da Vincenzo Rosana per “Tutto su Noto”.

Il 28 febbraio 2015, presso il Palazzo della Cultura di Modica, è stata ospite del XII appuntamento del Caffè letterario “Salvatore Quasimodo” presieduto da Domenico Pisana, che ha introdotto l’autrice e il romanzo “Ferita all’ala un’allodola” insieme a Lucia Corsale, con letture a cura di Franca Cavallo e Antonella Monica, musiche a cura del pianista Stefano Cintoli.

Il 7 novembre 2015, in qualità di giurata della terza edizione del concorso letterario “Inchiostro e anima” dedicato alla poetessa e patriota netina Mariannina Coffa Caruso e organizzato da “La carovana degli artisti”, ha presenziato presso la sala Gagliardi di Noto (SR) alla cerimonia di premiazione; un suo racconto e un suo scritto di ringraziamenti hanno aperto il volume antologico pubblicato in occasione della manifestazione.

Il 4 maggio 2016, presso la Sala Gagliardi di Noto (SR) ha presenziato in qualità di relatrice e di autrice di uno dei saggi presenti nel volume (“Intorno a Voglio il mio cielo – La scoperta di un inedito sulla Coffa”) alla presentazione di “Sguardi plurali” (a cura di Marinella Fiume, Armando Siciliano Editore), atti dell’omonimo convegno di studi sulla poetessa e patriota netina Mariannina Coffa.

Il 1 ottobre, in qualità di giurata del concorso letterario internazionale “Inchiostro e anima”, quarta edizione, intitolato alla memoria della poetessa e patriota netina Mariannina Coffa, ha presenziato alla cerimonia di premiazione presso il Salone delle feste di Palazzo Nicolaci a Noto (SR). Un suo inedito sulla poetessa ha aperto l’antologia con gli elaborati premiati.

Il 17 gennaio 2017 è stata invitata presso la Feltrinelli Musica e Libri di Catania per la presentazione del volume “Letteratitudine 3”, uscito per i tipi di LiberAria in occasione dei dieci anni del litblog di Massimo Maugeri; all’interno del volume è presente una sua lettera a Mariannina Coffa; il volume è stato presentato ad Adrano (SR) e Siracusa, prime tappe di un lungo tour di presentazioni.

   Il 25 marzo, ospite del Rotaract di Noto sezione Terra di Eloro, ha tenuto una conferenza intitolata “Mariannina Coffa – Una donna, tante donne (La Poetessa dell’Ottocento parla alle donne di oggi)” presso la Biblioteca comunale “Principe di Villadorata” a Noto (SR), relatrice Federica Piluccio, con le musiche eseguite dal maestro Gabriele Bosco.

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   Il 25 novembre 2017, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, presso il Teatro Vecchio Mercato di Gassino Torinese (TO), per la regia di Tommaso Massimo Rotella, Teresa Caporale ha interpretato la poetessa e patriota netina Mariannina Coffa nello spettacolo “Il mio nome è Psiche”, ispirato al romanzo “Ferita all’ala un’allodola”, evento prodotto dall’associazione culturale “Magdeleine G” nell’ambito della stagione “Un’Italia in provincia”, patrocinato dalla Fondazione Piemonte dal Vivo, circuito regionale multidisciplinare, e dal Comune di Gassino Torinese. 

http://www.piemontedalvivo.it/event/mio-nome-psiche/

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  Sul numero 27 (agosto 2018) dell’aperiodico tematico di letteratura online “Euterpe”, avente come tema “Il coraggio delle donne: profili ed esperienze femminili nella storia, letteratura ed arte”, è uscita la recensione di Domenico Pisana intitolata “La “poetessa maledetta” Mariannina Coffa nel romanzo Ferita all’ala un’allodola di Maria Lucia Riccioli”.

Un grazie particolare a Domenico Pisana, di cui vi invito a leggere il saggio…

https://www.ecodegliblei.it/MODICA-LA-VICENDA-DI-MARIANNINA-COFFA-IN-UN-ROMANZO-DI-MARIA-LUCIA-RICCIOLI.htm

https://drive.google.com/file/d/1IboaGLe7fPhxTj3z371WF-a5CoKVAPl1/view

Troverete l’intervento dotto e documentato di Pisana nel pdf della rivista…

Risultati immagini per ferita all'ala un'allodola

… e i trailer!

…e un bel lavoro scolastico…

https://ita.calameo.com/books/002913555c8d9b86fc9e8

… l’intervista di Vincenzo Rosana.

FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA SU EUTERPE

07 venerdì Set 2018

Posted by mlriccioli in Eventi culturali, Letteratura, Musica

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Ringrazio Domenico Pisana per la graditissima sorpresa…

https://www.ecodegliblei.it/MODICA-LA-VICENDA-DI-MARIANNINA-COFFA-IN-UN-ROMANZO-DI-MARIA-LUCIA-RICCIOLI.htm

http://www.ragusaoggi.it/il-dramma-esistenziale-della-poetessa-m-coffa1841/

https://associazioneeuterpe.com/tag/sicilia/

E’ uscito il nuovo numero della rivista “Euterpe”: il coraggio delle donne

E’ uscito il nuovo numero della rivista “Euterpe”: il coraggio delle donne

agosto 24, 2018 da assculturaleeuterpe, posted in critica letteraria, euterpe, eventi, narrativa, notizie, presentazione, racconto, rivista, saggistica, stampa

E’ uscito il nuovo numero della rivista di letteratura “Euterpe”, il n°27 che proponeva quale tematica di riferimento “Il coraggio delle donne: profili ed esperienze femminili nella letteratura, storia e arte”.

A questo numero hanno collaborato: ALIPRANDI Mario, AMARAL Ana Luísa, APA Livia, ASPREA Pasquale, BALDI Massimo, BARDI Stefano, BARENDSON Samantha, BENASSI Luca, BERGNA Anna, BIOLCATI Cristina, BOLLA Giorgio, BISUTTI Donatella, BONANNI Lucia, BONFIGLIO Anna Maria, BUFFONI Franco, CALDIROLA Stefano, CARDILLO Lucia, CARMINA Luigi Pio, CASTAGNOLI Elisabetta, CASUSCELLI Francesco, CASULA Carla Maria, CECCARELLI Liviana, CHIARELLO Maria Salvatrice, CHIARELLO Rosa Maria, CIMARELLI Marinella, CIMINO Tommaso, COPPARI Elena, CORIGLIANO Maddalena, COSSU Marisa, CUPERTINO Lucia, CURZI Valtero, D’AMICO Maria Luisa, DALL’OLIO Anna Maria, DAMIANI Claudio, DAVINIO Caterina, DE GIOVANNI Neria, DE MAGLIE Assunta, DEL MORO Francesca,  DE ROSA Mario, DE STASIO Carmen, DEMI Cinzia, DI IANNI Ida, DI IORIO Rosanna, DI PALMA Claudia, DI SALVATORE Rosa Maria, DI SORA Amedeo, DOMBURG-SANCRISTOFORO Anna Maria, DOMENIGHINI Luciano, FABBRI Angela, FERAZZOLI Andrea, FERRARIS Maria Grazia, FERRERI TIBERIO Tina, FOIS Massimiliano, FOLLACCHIO Diletta, FRESU Grazia, FUSCO Loretta, GABBANELLI Alessandra, GIANGOIA Rosa Elisa, GRECO Angela, GRIFFO Eufemia, GRILLO Emma Giuliana, GUIDOLIN Giuseppe, INNOCENZI Francesca, KEMENY Tomaso, LANDI Chiara, LANIA Cristina, LEONE Ivana, LEALI Maddalena, LINGUAGLOSSA Giorgio, LOSITO Antonietta, LUZZIO Francesca, MAFFIA Dante, MAGGIO Gabriella, MANGIAMELI Antonio, MANNA Anna, MARCUCCIO Emanuele, MARELLI Dario, MARTILLOTTO Francesco, MASSARI Raffaella, MELILLO ANTONIO, MELONI Valentina, MESSINA Raffaele, MONGARDI Gabriella, MONTALI Alessandra, MOREAL Liliana, MOSCE’ Alessandro, MUSICCO Mirella, NARDI Lucia, NICOLOSI Ada, OPPIO Danila, PACILIO Rita, PARDINI Nazario, PAVANELLO Lenny, PELLEGRINI Stefania, PERRONE Cinzia, PIETROPAOLI Alessandro, PISANA Domenico, PITORRI Paolo, PIZZALA Gabriella, PORSTER Brenda, PREDILETTO Vincenzo, PROSPERO Alessandra, RAMPINI Nazarena, RUGGIU Mariangela, SABIA Mara, SANTARELLI Anna, SANTINELLI Franca, SARTARELLI Vittorio, SCAVOLINI Tania, SIROTTI Andrea, SOLDINI Maurizio, SPURIO Lorenzo, STANZIONE Rita, TOFFOLI Davide, VALENTE Maria Laura, VALERI Walter, VALLI Donato, VARGIU Laura, VENEZIA Paola, VESCHI Michele, VITALE Carlos,VIVINETTO Giovanna Cristina, ZANARELLA Michela, ZAVANONE Guido.

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Particolarmente pregevoli i contributi per le rubriche articoli/critica letteraria, segnaliamo i contenuti della rubrica “Ermeneusi”:

ARTICOLI

MARIA LUISA D’AMICO – “Ritratto di una donna coraggiosa: Frida Kahlo”

AMEDEO DI SORA – “Eleonora Duse: il teatro come vita”

CINZIA DEMI – “Il rumore del pennino: Petronilla Paolini Massimi (1663-1726)”

GRAZIA FRESU – “Le madri coi fazzoletti bianchi”

ALESSANDRA GABBANELLI – “Una poetessa del 1500: Gaspara Stampa”

ANNA MANNA – “Il grande affresco barocco nelle inquietudini regali di Cristina di Svezia”

ANNA MARIA BONFIGLIO – “Selma Lagerlof, la prima donna Premio Nobel per la letteratura”

CINZIA PERRONE – “Artemisia Gentileschi: una femminista ante-litteram”

MARISA COSSU – “Grazia Deledda”

ELENA COPPARI – “Anaïs Nin: il coraggio di esprimere la propria sensualità”

FRANCA SANTINELLI – “Stamira, l’eroe di Ancona”

FRANCO BUFFONI – “Emily Dickinson”

LENNY PAVANELLO – “Louisa May Alcott, Margaret Mitchell e Jane Austen: la voce delle donne”

ALESSANDRO PIETROPAOLI – “Jane Austen e l’idea di romanzo al femminile”

TINA FERRERI TIBERIO – “Maria Montessori, donna coraggiosa e anticonformista”

LORETTA FUSCO – “Tina Modotti, tra genio e passione”

FRANCESCA LUZZIO – “Profili da spolverare: la siciliana Maria Alaimo”

LORENZO SPURIO – “Ricordo minimo della poetessa Renata Sellani”

MADDALENA LEALI – “Ritratto di Christine de Pizan (1365-1431)”

CRITICA LETTERARIA 

MARA SABIA – “Di poesia e resilienza: ritratto di Alda Merini”

DILETTA FOLLACCHIO – “Le Novelle orientali di Marguerite Yourcenar e il Genji Monogatari di Murasaki Shikibu”

NERIA DE GIOVANNI – “Grazia Deledda: il coraggio di credere al proprio destino”

VALTERO CURZI – “Ipazia, Eloisa e Frieda Kahlo: il coraggio di vivere al femminile”

DAVIDE TOFFOLI – “Il fascino, sempre rinnovato e indelebile, delle bulbare.  Sull’opera antologica della poetessa Biancamaria Frabotta”

MASSIMILIANO FOIS – “Rina De Liguoro, diva fulgente del cinema silenzioso”

LUCIA BONANNI – “Vita interiore, immaginario e creatività nelle opere di Lauren Simonutti e Anne Sexton”

EUFEMIA GRIFFO – “Jane Austen e quella sottile seducente ironia”

STEFANO BARDI – “Scritture “spirituali”. Note a margine sulle esperienze

letterarie di Patrizia Valduga, Francesca Duranti e Marguerite Yourcenar”

PAOLO PITORRI – “Chi era Sylvia Plath? La campana di vetro e la sua costellazione”

GIORGIO LINGUAGLOSSA – “Una ermeneutica sopra una poesia inedita di Donatella Costantina Giancaspero”

MARIA GRAZIA FERRARIS – “Cristina, ovvero la ricerca della felicità”

LORENZO SPURIO – “Nella casa di Maria Costa. La poetessa messinese attraverso l’universo oggettuale che ha lasciato e il ricordo commosso dell’artista Pippo Crea”

CARMEN DE STASIO – “Virginia Woolf – leggère impressioni: breve viaggio in Le Onde”

MARIA LAURA VALENTE – “Joryū nikki bungaku. Un approfondimento sulla letteratura   diaristica femminile di epoca Heian”

La rivista può essere letta e scaricata in formato pdf cliccando qui.

E’ anche possibile leggerla in formato ISSU (consigliato per tablet e smarphone) cliccando qui.

Come da editoriale si ricorda che:

  • Il vecchio sito della rivista non sarà più raggiungibile perché verrà soppresso. Tutti i materiali in esso contenuti sono stati caricati in una sezione dedicata del sito dell’Associazione Culturale Euterpe dove potranno essere consultati e raggiunti a partire da questo link.
  • A partire da questo numero dedicheremo ogni qual volta un evento pubblico per presentare i contenuti della rivista dove gli autori saranno invitati a partecipare intervenendo con una breve esposizione dei loro testi o lettura di stralci. La presentazione di questo 27esimo numero si terrà a Senigallia (AN) il 8 settembre 2018 presso il Palazzetto Baviera alle ore 17:30. Nella pagina che segue è possibile prendere visione della locandina dell’evento con tutte le informazioni logistiche. Gli autori che vorranno partecipare sono invitati a darne comunicazione a mezzo mail, confermando la loro presenza, almeno 5 giorni prima, di modo da poter organizzare adeguatamente la scaletta.
  • Il prossimo numero della rivista avrà come tema al quale sarà possibile ispirarsi “Musica e letteratura: influenza e contaminazioni”. L’invio dei materiali dovrà avvenire entro il 20-12-2018. Il relativo evento del prossimo numero su FB è presente a questo link.
Presentata l’opera di MARIA LUCIA RICCIOLI

La storia di Mariannina Coffa diventa romanzo
Ha presentato a Modica, nell’ambito del XII sabato letterario del Caffè Quasimodo (nella foto), il suo primo romanzo “Ferita all’ala un’allodola”, insignito del Premio “Portopalo – Più a Sud di Tunisi” e apprezzato da pubblico e critica, MARIA LUCIA RICCIOLI, insegnante di lettere negli istituti superiori e scrittrice. Il volume è stato introdotto da Domenico Pisana, Presidente del Caffè Quasimodo, che ha focalizzato le due cifre semantiche del romanzo, ossia “la mediazione” e “la creazione”, che plasmano tutto il testo nei tre livelli in cui esso si sviluppa: a) il livello storico, b) il livello narrativo, c) il livello letterario. “Questo romanzo, ha affermato Pisana, ci dà un affresco del quadro storico della seconda metà dell’‘800 siciliano; ci consegna la vicenda umana della poetessa netina MARIAnnina Coffa nella sua drammatica realtà, con una scrittura dove verità e realtà diventano la sostanza del romanzo. MARIA LUCIA RICCIOLI – ha proseguito Pisana – ha avuto coraggio, e questo romanzo, alla sua seconda edizione, la ripaga perché lei, pur tenendo conto dell’ ampia bibliografia e di tante altre ricerche da lei effettuate sulla figura di M. Coffa, riesce, con la sua narrazione, ad esprimere un ‘quid’ di novità sulla poetessa netina, di forza espressiva grazie ad una grafia letteraria davvero coinvolgente, elegante e ricca di pathos d’animo”. Le letture distese e piacevoli di Franca Cavallo e Antonella Monaca e le dolci e delicate musiche del giovanissimo pianista Stefano Cintoli hanno creato un’ atmosfera di ascolto e di respiro poetico.
Adriana Occhipinti

05/03/2015

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Grazie davvero agli amici del Caffè Letterario “Salvatore Quasimodo”, in primis a Domenico Pisana per la sua dotta e intensa relazione, ad Antonella Monaca e a Franca Cavallo – amica poetessa come Elia Scionti e Gianni Di Giorgio con i quali ho avuto modo di intrecciare un sodalizio poetico in occasione del premio poetico dedicato all’Immacolata, proprio qui a Siracusa, dagli amici comuni della compagnia Vaccaro- Mauceri, storici pupari aretusei – per le letture molto sentite, al pianista Stefano Cintoli, giovanissimo ma dal tocco delicato ed emozionante.

Io e l’amica Lucia Corsale, giornalista e scrittrice, siamo state accolte con entusiasmo e sincero interesse in una cornice splendida, quella dello storico Palazzo della Cultura di Viale Umberto I a Modica, antica sede del Tribunale: doppia emozione quindi.

Essere ospiti di un circolo dedicato al premio Nobel così fratello della nostra Siracusa – Modica era provincia aretusea, non lo scordiamo, oltre al fatto che Quasimodo fu cognato del nostro Elio Vittorini – e parlare nel luogo che probabilmente ha visto come protagonisti del foro il padre e il fratello di Mariannina Coffa, entrambi avvocati.

Ecco altro materiale…

http://www.laspia.it/dramma-esistenziale-poetessa-coffa-sabato-letterario-quasimodo-modica-ospite-maria-lucia-riccioli/ (grazie all’autore Paolo Borrometi).

Ecco la splendida locandina…

LOCANDINA SERATA 28 FEBBRAIO

Tutti voi conoscete il mio interesse per la poetessa e patriota netina Mariannina Coffa Caruso.

Ho scritto un romanzo storico su di lei, FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA, pubblicato per i tipi di Perrone Lab nel 2011, in occasione del centocinquantesimo anniversario deòll’Unità d’Italia.

Il romanzo è poi stato ripubblicato per i tipi de L’Erudita editrice nel 2013.

Il libro è stato presentato a Siracusa presso il Palazzo della Cultura di Siracusa (Palazzo Impellizzeri) da Luigi La Rosa e Simona Lo Iacono il 27 febbraio 2011.

Successivamente è partita la tournée di presentazioni che ha toccato Acireale (Istituto Brunelleschi, Fidapa), Catania (Istituto Lombardo Radice, Cafè de Flore), Palermo (Libreria Modusvivendi), Raffadali (Le Cuspidi), Siracusa (Liceo “M.F. Quintiliano”, Istituto comprensivo “Paolo Orsi”), Roma (Chiesa di Santa Lucia al Gonfalone).

È stata tra i relatori del convegno dedicato a Mariannina Coffa con un intervento sul trattamento romanzesco della poetessa (Noto, Palazzo Impellizzeri, Archivio di Stato, 12 aprile 2011).

Un dibattito sul suo romanzo e le donne del Risorgimento è uscito su “Letteratitudine” e su “Flannery”; il libro è stato recensito, tra gli altri, da Luigi La Rosa su “Centonove”, dalla scrittrice e giornalista Lucia Corsale (La Sicilia), da Maria Rita Pennisi (La Sicilia), dallo scrittore e giornalista Remo Bassini (La Nuova Sesia), da Loredana Faraci (La Repubblica, edizione di Palermo), da Luisella Pacco (Konrad).

Il romanzo è entrato nella top five relativa alla narrativa più venduta in Sicilia (La Repubblica, edizione di Palermo, 15 maggio 2011) ed è stato segnalato dal libraio Stefano Palumbo come libro rappresentativo della scrittura siciliana sempre su La Repubblica – Palermo.

È stata invitata al Letterando InFest di Sciacca, durante il quale ha presentato il romanzo insieme ad Elena Doni del gruppo “Controparola”, collettivo di giornaliste e scrittrici fondato da Dacia Maraini.

In occasione de “Il Maggio dei Libri 2012”, campagna nazionale per la promozione della lettura patrocinata dall’Unesco e dalla Presidenza della Repubblica, ha vinto il concorso letterario per incipit di romanzi editi “InciZine – Regalami un incipit”, organizzato da Scripta volant e dall’Associazione culturale “Aliantide”. Una volanzine con l’incipit di “Ferita all’ala un’allodola” è stata distribuita gratuitamente in tutta Italia durante le manifestazioni collegate all’iniziativa.

Il 13 ottobre 2012 è stata premiata come vincitrice ex aequo della sezione “Frammenti letterari” nell’ambito del premio “Portopalo – Più a Sud di Tunisi” per il suo romanzo “Ferita all’ala un’allodola”.

In occasione del convegno nazionale del 21 – 22 dicembre 2012 dedicato al bicentenario di Matteo Raeli ospitato al Palazzo Trigona di Noto un brano di “Ferita all’ala un’allodola” è stato inserito in un pannello e nel catalogo della mostra realizzata da docenti e allievi del Liceo “Matteo Raeli” di Noto.

Nell’aprile 2013 l’incipit di “Ferita all’ala un’allodola” è stato pubblicato, insieme alla sinossi e alla biografia dell’autrice, sul primo numero della rivista on line a cartacea POST SCRIPTA, a cura dell’associazione Aliantide.

Il romanzo è stato presentato durante la mostra-mercato “Io valgo” organizzata dalla FIDAPA di Siracusa presso i locali della Provincia regionale dal 21 al 23 maggio 2013 ed è stato rieditato nel giugno 2013 dalla casa editrice L’Erudita.

Il 9 giugno del 2013 l’autrice ha presentato il proprio lavoro editoriale presso il complesso di San Domenico a Palermo in occasione di “Una marina di libri”, manifestazione organizzata da Navarra Editore.  Ha preso parte inoltre all’estemporanea di scrittura presso la Cappella di Santa Barbara nell’ambito della stessa kermesse.

Il 29 giugno 2013 ha preso parte alla manifestazione “I Festa del Libro di Siracusa”, organizzata dalla Biblioteca comunale di Siracusa e da Tempo solidale: è stata protagonista di un incontro con i lettori ed è stata una delle autrici coinvolte nell’incontro-dibattito degli scrittori siracusani con la cittadinanza.

Nel gennaio 2014 è risultata finalista, insieme – tra gli altri – a Beatrice Monroy e agli scrittori di Leima edizioni, del Kaos festival di Montallegro (AG) con il suo romanzo.

L’8 febbraio 2014 presso la Casa del Libro Rosario Mascali di Siracusa si è tenuta una conversazione tra l’autrice e la scrittrice Annamaria Piccione a proposito della riedizione di “Ferita all’ala un’allodola”.

Il 14 febbraio 2014, presso la Sala Gagliardi di Noto, è stata tra le relatrici di “Semaforo rosa”, convegno dedicato a “Mariannina e le altre” insieme a Marinella Fiume, avvocate, psicologhe e scrittrici sul tema della violenza contro le donne in nome di Mariannina Coffa. L’evento è stato promosso dal Comune di Noto con il coordinamento artistico dell’associazione “Lighea”.

Il 13 maggio ha svolto una conferenza sul suo romanzo per la Fildis Teocrito di Siracusa presso l’I.T.C. “Alessandro Rizza” di Siracusa con il violinista Danilo Pistone.

1l 14 settembre 2014 nell’ambito del Premio letterario nazionale “Alessio Di Giovanni” il suo romanzo ha ricevuto una segnalazione di merito vincendo il premio della Presidenza.

Il 7 novembre 2014 ha preso parte al convegno “Sguardi plurali” dedicato a Mariannina Coffa nell’ambito della manifestazione “Noto per Mariannina”, conversando con Marinella Fiume e Biagio Iacono sull’epistolario curato dagli stessi ed è stata intervistata da Vincenzo Rosana per “Tutto su Noto”.

Il 28 febbraio 2015, presso il Palazzo della Cultura di Modica, è stata ospite del XII appuntamento del Caffè letterario “Salvatore Quasimodo” presieduto da Domenico Pisana, che ha introdotto l’autrice e il romanzo “Ferita all’ala un’allodola” insieme a Lucia Corsale, con letture a cura di Franca Cavallo e Antonella Monica, musiche a cura del pianista Stefano Cintoli.

Il 7 novembre 2015, in qualità di giurata della terza edizione del concorso letterario “Inchiostro e anima” dedicato alla poetessa e patriota netina Mariannina Coffa Caruso e organizzato da “La carovana degli artisti”, ha presenziato presso la sala Gagliardi di Noto (SR) alla cerimonia di premiazione; un suo racconto e un suo scritto di ringraziamenti hanno aperto il volume antologico pubblicato in occasione della manifestazione.

Il 4 maggio, presso la Sala Gagliardi di Noto (SR) ha presenziato in qualità di relatrice e di autrice di uno dei saggi presenti nel volume (“Intorno a Voglio il mio cielo – La scoperta di un inedito sulla Coffa”) alla presentazione di “Sguardi plurali” (a cura di Marinella Fiume, Armando Siciliano Editore), atti dell’omonimo convegno di studi sulla poetessa e patriota netina Mariannina Coffa.

Il 26 agosto è stata tra gli autori partecipanti alla sesta edizione della rassegna “Poeti e scrittori del Val di Noto a confronto”, organizzata dalla Libreria editrice Urso e dedicata a Mariannina Coffa, Ibn Hamdis e Giovanni Fronte.

Il 1 ottobre, in qualità di giurata del concorso letterario internazionale “Inchiostro e anima”, quarta edizione, intitolato alla memoria della poetessa e patriota netina Mariannina Coffa, ha presenziato alla cerimonia di premiazione presso il Salone delle feste di Palazzo Nicolaci a Noto (SR). Un suo inedito sulla poetessa ha aperto l’antologia degli elaborati premiati.

Il 18 novembre ha registrato la quinta puntata della trasmissione di Telecittà (ch 654) “Libri in città”, dedicata ai libri e agli autori siracusani e non, condotta da Claudia De Luca e dal professor Luigi Amato.

Il 17 gennaio 2017 è stata invitata presso la Feltrinelli Musica e Libri di Catania per la presentazione del volume “Letteratitudine 3”, uscito per i tipi di LiberAria in occasione dei dieci anni del litblog di Massimo Maugeri; all’interno del volume è presente una sua lettera a Mariannina Coffa; il volume è stato presentato ad Adrano (SR) e Siracusa, prime tappe di un lungo tour di presentazioni.

Il 25 marzo, ospite del Rotaract di Noto sezione Terra di Eloro, ha tenuto una conferenza intitolata “Mariannina Coffa – Una donna, tante donne (La Poetessa dell’Ottocento parla alle donne di oggi)” presso la Biblioteca comunale “Principe di Villadorata” a Noto (SR), relatrice Federica Piluccio, con le musiche eseguite dal maestro Gabriele Bosco.

Il 18 agosto e il 25 agosto, rispettivamente ad Avola e a Noto, ha preso parte a delle letture poetiche organizzate dalla Libreria editrice Urso, leggendo propri testi inediti e delle poetesse Mariannina Coffa e Wislawa Szymborska.

Il 25 novembre 2017, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, presso il Teatro Vecchio Mercato di Gassino Torinese (TO), per la regia di Tommaso Massimo Rotella, Teresa Caporale ha interpretato la poetessa e patriota netina Mariannina Coffa nello spettacolo “Il mio nome è Psiche”, ispirato al romanzo “Ferita all’ala un’allodola”, evento prodotto dall’associazione culturale “Magdeleine G” nell’ambito della stagione “Un’Italia in provincia”, patrocinato dalla Fondazione Piemonte dal Vivo, circuito regionale multidisciplinare, e dal Comune di Gassino Torinese.

Sul numero 27 (agosto 2018) dell’aperiodico tematico di letteratura online “Euterpe”, avente come tema “Il coraggio delle donne: profili ed esperienze femminili nella storia, letteratura ed arte”, è uscita la recensione di Domenico Pisana intitolata “La “poetessa maledetta” Mariannina Coffa nel romanzo Ferita all’ala un’allodola di Maria Lucia Riccioli.

Vi ricordo alcuni link:

http://www.nbtv.it/10.html

Su YouTube:

http://www.youtube.com/watch?list=PL1zqe4wSTDjd2DDsSUzguww9lhdZLyD0B&v=EIAOqrUfyxI&feature=player_embedded (l’intervista di Vincenzo Rosana di NBTV per cui ringrazio ancora sia lui che la collega Ivana Scarpetta. Il programma si chiama IN 10 MINUTI ed è un’occasione frizzante e ghiotta per parlare di argomenti di attualità e cultura rispettando il limite dei dieci minuti, il cui scadere viene sottolineato da un gong).

http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2011/03/14/unita-italia-e-le-donne-nel-risorgimento-italiano/

//www.carlomuratori.it/public/Ombra-adorata-carlo-muratori.mp3

Che mi valse l’ingegno, il core e l’arte
Se te perdendo ogni Ciel perdei?
Se il nume che fu vita ai sogni miei
Mi condanna tacendo e si diparte?

Oh se vedrai queste dolenti carte
Che d’un alito ignoto accendi e bei
Saprai ch’ove sospiri, e piangi e sei
Ivi piange il mio core a parte a parte.

Saprai ch’io t’amo, ed è miracol novo
La vita mia…perchè son morta e vivo,
E là dove non sei non ritrovo!

Saprai, ch’ombra adorata, a me d’accanto
Ti riveggio pur sempre o sogno o scrivo
E più che il labro tuo trovo il tuo pianto.

Testo di Mariannina Coffa (Noto 1841-1878)
Musica, arrangiamento e direzione di Carlo Muratori

http://letteratitudine.blog.kataweb.it/2012/07/19/in-radio-con-massimo-maugeri/

Chiudo in dolcezza come ho cominciato… libri e cioccolata di Modica!

20150301_162356[1]

http://www.lacivettapress.it/online/index.php?option=com_content&view=article&id=656:tutto-un-fiorire-di-iniziative-per-la-giornata-del-libro-a-p

Per saperne di più su Domenico Pisana…

https://domenicopisana.myblog.it/

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