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Maria Lucia Riccioli

~ La Bellezza salverà il mondo (F. Dostoevskij).

Maria Lucia Riccioli

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LA CIVETTA DI MINERVA del 6 aprile 2019

08 lunedì Apr 2019

Posted by mlriccioli in Eventi culturali, Letteratura, Musica, scuola

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In edicola il nuovo numero de LA CIVETTA DI MINERVA!

Ecco la locandina…

L'immagine può contenere: 4 persone, persone che sorridono

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Oggi il giornale si trova in grave crisi economica e l’autosostentamento tra soci e giornalisti non basta più. Ritorniamo in edicola, dopo la pausa estiva, ma non sappiamo garantire per quanto tempo ancora. Chiediamo, pertanto, a quanti apprezzano il nostro modo di fare informazione di aiutarci. L’appello è rivolto sia alle Associazioni ai Movimenti di impegno sociale e civile (ai quali ci offriamo come loro voce e sicuro alleato) sia alle singole individualità che apprezzano il nostro lavoro e ci trovano in edicola. A tutti chiediamo di sottoscrivere un abbonamento annuale (Sostenitore, di almeno 50 euro oppure Ordinario di 25 euro). In cambio promettiamo il nostro rinnovato impegno di cronisti scrupolosi e intellettualmente onesti e l’attenzione verso le loro istanze insieme al piccolo privilegio di poter ricevere il giornale per posta, direttamente a casa, invece di ritirarlo in edicola. Ci rivolgiamo inoltre agli operatori economici, a chi gestisce un’attività commerciale: siamo disponibili ad offrire spazi pubblicitari e redazionali a prezzi veramente contenuti.

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Franco Oddo

Marina De Michele

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Andrea Schiavo: “Attraverso la musica racconto la vita di Caravaggio”

MARIA LUCIA RICCIOLI
Domenica, 31 Marzo 2019 10:48

Il 4 aprile, presso la Biblioteca di Avola, dialogo su “E poi la luce – Cronaca di una fuga”, monologo teatrale dell’autore su uno dei più grandi e irrequieti artisti mai vissuti

 

La Civetta di Minerva, 23 marzo 2019

“Sappiate che suono di chitarriglia et canto alla spagnuola”. La figura di Michelangelo Merisi da Caravaggio ha ispirato una profluvie di opere e testi, non solo strettamente legati all’ambito della pittura o della storia dell’arte: pensiamo ai tanti romanzi, lavori teatrali, cinematografici e televisivi che hanno pescato a piene mani nella biografia “maledetta” dell’artista (ricordiamo ad esempio Pino Di Silvestro con il suo “La fuga, la sosta” sulla breve permanenza siracusana di Caravaggio, che qui dipinse, nel 1608, “Il seppellimento di Santa Lucia”, Andrea Camilleri che ha fantasticato sul possibile destino della tela palermitana trafugata e non più rinvenuta, la siracusana Annalisa Stancanelli e il suo “Il vendicatore oscuro”). Giovedì 4 aprile alle ore 18, presso la Biblioteca comunale “Giuseppe Bianca” di Avola, Sebastiano Burgaretta (che ha curato la pubblicazione, mentre Mariella Macca ne ha scritto la postfazione), Paolo Oddo (responsabile della Biblioteca), Giuseppe Pennisi della Carthago Edizione (che ha pubblicato il testo) dialogheranno su “E poi la luce – Cronaca di una fuga”, monologo teatrale scritto da Andrea Schiavo. Ne parliamo con l’autore, del quale conosciamo l’attività didattica e concertistica.

Com’è nata l’idea di questo monologo teatrale? La copertina di Carmelo Miceli, che cita Caravaggio senza “parodiarlo”, può essere una chiave di lettura del tuo libro?

In realtà ho lavorato sia a questo testo che a un altro libro più tecnico, strettamente musicologico. Studiando Caravaggio e il suo ciclo di quadri ascrivibili al periodo romano, in cui l’artista dipinse le pagine reali di libri musicali posseduti dal cardinale Francesco Maria del Monte, suo mecenate (che a Palazzo Madama conservava una ricca collezione di strumenti musicali e di partiture del Quattrocento e del Cinquecento), ho dato voce a Michelangelo Merisi facendogli spiegare la vita e la cultura dell’epoca, intrecciata alla sua vicenda biografica personale. È un monologo con echi anche classici, stralci immaginati e riflessioni ma basato sulle fonti storiche, sulla bibliografia specifica che ho consultato: cito anche Baldassar Castiglione e Leonardo da Vinci e le note permettono un approfondimento saggistico; è una rievocazione in cui ho voluto far emergere i presupposti estetici del lavoro di Caravaggio.

I tuoi interessi musicali, quindi, ti hanno condotto a studiare i quadri (pensiamo a “Concerto di giovani”, “Il suonatore di liuto”, “Amor vittorioso” o alla splendida tela “Riposo durante la fuga in Egitto”, con l’angelo che suona al violino un madrigale di Noël Bauldewijn sul tema del Cantico dei cantici, “Quam pulchra es”) in cui sono presenti personaggi che suonano e cantano e addirittura degli strumenti e degli spartiti musicali. La musica, quindi, come strumento privilegiato e come possibile percorso per indagare su Caravaggio da altre prospettive. Cosa puoi dirci in proposito?

I brani – musica non coeva a Caravaggio, ma precedente – sono stati individuati dagli studiosi e musicologi, per cui è stato possibile stabilire da quali libri fossero stati copiati. Ne “Il suonatore di liuto”, realizzato per il marchese Giustiniani, sono infatti state riportate fedelmente alcune pagine di madrigali tratti dal “Primo libro di madrigali a quattro voci” di Jacques Arcadelt; ne esiste anche una copia destinata al cardinale del Monte con due madrigali di Layolle e Berchem, che compaiono nella stessa raccolta di Arcadelt data alle stampe nel 1539: questa conobbe molteplici edizioni, e non si sa con esattezza quale fu quella dipinta dal Caravaggio. Si può dedurre che egli si sia servito di una tra le prime, probabilmente quella del 1539, poiché in essa compaiono anche gli altri due madrigali, o forse di un’edizione precedente ma perduta.

Sono state eseguite queste musiche?

Sono state studiate, eseguite e incise, anche se non sempre nella forma completa e originale. Ricordo che la partitura completa va ricostruita, perché nelle edizioni antiche le parti sono singole; il lavoro musicologico sta nel ricostruire le parti vocali insieme a quella del liuto. Altri particolari interessanti sono il fatto che Caravaggio riproduce, più che un suonatore di liuto, un cantore che si accompagna: era ciò che si chiamava “cantare al liuto”, pratica molto diffusa all’epoca, anche se le partiture dipinte da Caravaggio sono più ideali che reali, dato che il manoscritto musicale non è riprodotto fedelmente. Sono state queste le circostanze che mi hanno spinto, insieme alla cantante Graziella Alessi, a recuperate le ristampe dei madrigali e a ricostruire le partiture. Il passo successivo è stato quello di intavolare le tre voci inferiori sul liuto, lasciando la voce superiore al canto, così come la prassi suggeriva in mancanza dei quattro cantori, ma anche per conferire all’esecuzione una dimensione più intimistica.

Durante la conferenza sulla presenza del Merisi in Sicilia, tenuta dell’insigne studioso siciliano Alvise Spadaro al Palazzo della Cultura di Catania, il 5 gennaio del 2013, è stata proposta l’esecuzione dei brani dipinti, realizzata attraverso la voce di Graziella Alessi e dal sottoscritto al liuto. Le musiche estratte dai dipinti ci agevolano a meglio comprendere l’ambientazione ed il contesto in cui l’artista operava. Il 4 dicembre 2015, presso la biblioteca Navarria Grifò di Catania, nel corso della presentazione del saggio di Alvise Spadaro: “Caravaggio in Sicilia – Il percorso smarrito”, sono stati proposti, dall’ensemble “Harmoniosi Concenti”, alcuni brani in riferimento all’ambiente romano del tempo, con la partecipazione del cantante siracusano Raffaele Schiavo. Non un “sottofondo” quindi alla lettura di un testo, per rinchiudere il tutto con una “cornice” sonora, svilendo la natura stessa della musica: per una volta, ho voluto ribaltare le cose e, anziché adattare la musica al testo, ho fatto esattamente il contrario, scrivendo dei testi che, attraverso la musica, raccontassero la vita di uno dei più grandi e irrequieti artisti mai vissuti.

Riportiamo uno stralcio del monologo – e qui la fantasia corre al Caravaggio frequentatore di bettole, che questiona con i padroni di casa e si fa sequestrare una cassa piena, tra le altre cose, di strumenti musicali, all’irrequietezza, all’omicidio del Tomassoni, alla smania di “fuga”, termine specificamente musicale oltre che comune, che è il leimotiv della sua vita, alla progressiva scarnificazione della pittura caravaggesca, che abbandonerà le suggestioni degli anni romani per un realismo sempre più seicentesco e cupo…

Narratio (Arpeggiata di Kapsberger sulla Tiorba)

Una taglia incombeva sulla mia testa. Questa volta la lama era andata più a fondo, lasciando alla terra l’insolente ferito a morte. Fu di certo una congiura a mio danno, ordita per provocare il mio risentimento. Fui sempre un temperamento irruento e facile alla collera, fulmineo nella risposta se aggredito e loro lo sapevano bene. Ebbi la meglio su quello sgherro, il cui fratello era il caporione di Campo Marzio. Era quello che volevano: la mia testa in un canestro. Per questo la sentenza non lasciava speranze: morte per decapitazione. Il taglio della testa da eseguirsi alla stessa cattura. Quel vile aveva parenti potenti e a nulla valsero le suppliche dei miei protettori. Non c’era più tempo e dovetti lasciare la città, malgrado le ferite riportate nel duello. Fuggii come una bestia braccata che teme a ogni passo il dardo mortale. Per qualche giorno fui nascosto nelle tenute dei principi Colonna, poco lontano da Roma, ma presto dovetti allontanarmi, perché il posto non era più sicuro e ripresi la fuga verso Napoli. Roma era ormai alle mie spalle.

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=3620:roberto-disma-tenta-di-completare-il-ciclo-verghiano-dei-vinti&catid=17&Itemid=143

Roberto Disma tenta di completare il ciclo verghiano dei vinti

MARIA LUCIA RICCIOLI
Sabato, 09 Marzo 2019 08:56

In “La duchessa di Leyra” sfilano dinanzi al lettore navi e briganti, soldati e Savoia, Borboni e dame, con scene ricche di dialoghi

 

La Civetta di Minerva, 23 febbraio 2019

De “La duchessa di Leyra” (che come titolo alternativo aveva quello di “La duchessa delle Gargantas”),romanzo incompleto di Giovanni Verga, ci rimangono il primo capitolo e un brevissimo frammento del secondo pubblicati entrambi nel 1922 a cura di Federico De Roberto, che insieme a Capuana appartenne come Verga alla corrente del Verismo.

Terzo romanzo del cosiddetto “ciclo dei vinti” (“I Malavoglia”, “Mastro-don Gesualdo”, “La duchessa di Leyra”, “L’onorevole Scipioni” e “L’uomo di lusso”), incompiuto come gli ultimi due per varie ragioni (era ormai l’epoca dei Fogazzaro e dei d’Annunzio, il verismo come metodo probabilmente non avrebbe funzionato con storie ambientate negli ambienti nobiliari e alto-borghesi, beghe familiari e questioni editoriali lo avevano amareggiato, quindi Verga si chiuse in un più che ventennale silenzio prima di spegnersi nella casa di via Sant’Anna a Catania), ha come protagonista Isabella Motta-Trao, figlia di Gesualdo Motta e di Bianca Trao, che aveva sposato il duca di Leyra dopo una contrastata relazione col cugino Corrado La Gurna (indimenticabili i passi del “Mastro” che vedono nascere l’idillio tra i giovani, condito da musica e poesia come in tante altre storie d’amore ottocentesche).

Con un certo coraggio, Roberto Disma si è proposto di completare il ciclo dei vinti, gli sconfitti dall’onda delle “magnifiche sorti e progressive” che annegano i pescatori di Trezza come i politici senza scrupoli e immense ambizioni: il giovane attore e autore siracusano, che ha fondato e dirige “Teatro alla lettera”, prima compagnia teatrale universitaria professionista della Sicilia e del Sud Italia, con il romanzo “La duchessa di Leyra” ha vinto l’undicesima edizione del premio “Angelo Musco” (sezione narrativa inedita, con menzione speciale dalla sezione narrativa giovani); riprendendo i fatti di Bronte e l’eccidio di Fantina, ripigliando le fila degli intrecci amorosi e politici che hanno costituito la microstoria e macrostoria del nostro Risorgimento, Disma – che ha pubblicato il romanzo per i tipi di A&B editrice – fa muovere i personaggi verghiani fra le taverne catanesi e il porto di Palermo, fra i salotti che sventagliano ipocrisie e pettegolezzi e la dimora del barone Pancali… sfilano davanti agli occhi del lettore navi e briganti, soldati e Savoia, Borboni e dame, descritti in una lingua che in qualche passo conserva la patina di quella verghiana, ricca di dialoghi, con scene dal taglio veloce.

Oggi più che mai, tra smanie neoborboniche e rigurgiti di nazionalismo – sovranismo è solo lo pseudonimo moderno di un atteggiamento secolare – è utile rileggere la Storia e le storie della nascita della nostra nazione e può esserlo anche ripensare alla penna di Verga attraverso il computer di un autore contemporaneo.

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=3614:con-gli-autori-rendiamo-i-loro-testi-validi-per-gli-editori&catid=17&Itemid=143

“Con gli autori rendiamo i loro testi validi per gli editori”

MARIA LUCIA RICCIOLI
Mercoledì, 06 Marzo 2019 12:18

Intervista a Giada Trebeschi e Mariano Sabatini (Agenzia letteraria Maieutica): “Gli agenti fin dalle prime pagine devono accorgersi di avere fra le mani un buon prodotto”

 

La Civetta di Minerva, 23 febbraio 2019

Il “mercato” editoriale – eh sì, perché purtroppo il libro, oltre ad essere oggetto e strumento per fare arte e cultura,medium per eccellenza, è anche una merce – prevede, oltre all’autore e all’editore, al libraio o al bibliotecario, molte figure intermedie come l’editor e l’agente editoriale. Diverse agenzie sorgono proprio per offrire agli scrittori esordienti servizi come l’editing del loro testo o l’intermediazione per piazzare il libro presso una casa editrice. Ne parliamo con Mariano Sabatini (giornalista e scrittore, quindi esperto di comunicazione) e Giada Trebeschi (scrittrice, saggista e interprete, che cura le traduzioni letterarie), che insieme a Divier Nelli (scrittore, consulente editoriale, insegnante di narrazione, dal 2015 editor esterno per la Tea, che si occupa dell’editing) hanno fondato l’agenzia letteraria Maieutica.

Poniamo qualche domanda a Giada Trebeschi.

Quali tipi di autori vi contattano?

Sono molti gli autori che richiedono i nostri servizi, autori noti ed esordienti, autori di genere e non, saggisti e romanzieri. Ci richiedono una consulenza maieutica che li aiuti a ottenere il meglio dal loro scritto ma non solo. Fornendo anche un ufficio stampa dedicato, in molti, dopo aver lavorato sul testo e trovato un editore, restano con noi per affiancarli nella promozione, importantissima soprattutto nei primi mesi dall’uscita del libro.

I generi che praticano rispecchiano il main stream o vi trovate di fronte a diversi tipi di testo?

Ci arrivano testi di vari generi, non necessariamente incasellabili nelle tipologie di main stream. Riceviamo romanzi e anche saggistica, al momento non ci occupiamo di poesia.

Riuscite a intravedere una linea di sviluppo della narrativa italiana o quantomeno una direzione?

Se ci fosse una reale direzione, forse la vedremmo tutti. Il mercato è asfittico, l’impressione generale è che si navighi a vista. Ci sono dei generi che sono stati spremuti così tanto da essere ormai giunti alla fine. Bisognerebbe sperimentare ma non tutti ne hanno il coraggio.

Come lavorate sul testo?

Dopo una prima valutazione cominciamo a lavorare con l’autore discutendo dei punti di forza e dei punti deboli del testo per poi operare, sempre a stretto contatto con l’autore, un editing meticoloso che porti il testo alla migliore forma possibile. È molto importante che il testo sia lavorato con puntigliosità per prepararlo alla presentazione ad agenti o editori i quali, fin dalle prime pagine, devono accorgersi di avere fra le mani un testo valido.

L’editing che operate è massivo o più di livello “piuma”?

Naturalmente questo dipende dal testo. Abbiamo diviso principalmente le nostre tipologie di editing in tre: “piuma”, “medio”, “massimo”, prendendo evidentemente spunto dalle categorie della boxe perché, proprio come fanno gli allenatori dei pugili, dobbiamo costruire su misura per gli autori l’allenamento migliore per loro e per i loro scritti.

Quali sono le aspettative degli esordienti?

Difficile rispondere a questa domanda perché i fattori sono molteplici. Certo se si parte già con un testo forte e ben fatto le possibilità di trovare un agente e un editore sono più alte e dunque vale sempre la pena lavorare sui propri scritti coadiuvati da un professionista della scrittura. Poi molto dipende dalla promozione, dalla critica, dai lettori, da come si presenta l’autore che oggi non è più solo quello che si nasconde dietro ai suoi libri ma che, sempre più spesso, diventa un personaggio pubblico. Per questo, per esempio, è importante avere ufficio stampa e pr dedicato.

Lasciamo la parola a Mariano Sabatini, autore de “L’inganno dell’ippocastano” (Adriano Salani Editore, 2016, vincitore del Premio Flaiano e del Premio Mariano Romiti opera prima 2017, presto tradotto in Francia per Actes Sud) e di “Primo venne Caino” (Adriano Salani Editore, 2018, vincitore del Premio Internazionale di Letteratura Città di Como 2018 e del Premio Logos Cultura Milano International 2018) che tra l’altro si occupa di cultura, costume, spettacoli e società in radio e in televisione (ricordiamo ai lettori che è stato autore di programmi televisivi come quelli dell’indimenticabile anche se non troppo ricordato Luciano Rispoli):

“Da qualche mese come Agenzia ci occupiamo in via quasi privilegiata del lancio massivo di quello che finora è stato un grande produttore della cosiddetta ludattica, ovvero giochi intelligenti, testi interattivi e libri per bambini che sono vere opere d’arte, e penso in particolare alla collana “I leoni d’oro” che ripropone i classici meno noti della letteratura mondiale per ragazzi, sontuosamente illustrati. L’editore in questione è Lisciani di Teramo, che nei prossimi mesi lancerà a livello nazionale nuove collane di genere crime e young adult, non soltanto per minori, anche se la vocazione rimane quella. Per Lisciani cureremo traduzioni letterarie, editing e comunicazione, oltre alla lettura e all’individuazione di autori adatti alla pubblicazione. In particolare, per la mia venticinquennale esperienza giornalistica, io mi applicherò ai rapporti con la stampa: radio, tv, giornali, blog, eccetera. Perché, con l’affollamento di titoli in uscita ogni mese, la vera sfida per autori ed editori è davvero sulla visibilità, che garantisce una maggiore permanenza sugli scaffali più ambiti delle librerie. Per Lisciani, come per gli autori che si rivolgono a noi, cercheremo di vincere la sfida”.

 

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=17&Itemid=143&limitstart=12

La Libreria Fenice di Catania dà il via al Club Jane Austen

REDAZIONE CIVETTA
Sabato, 23 Febbraio 2019 11:39

Il primo incontro con la nostra Maria Lucia Riccioli sull’epistolario della scrittrice. Nei successivi si spazierà dalla musica alla danza, dall’educazione all’etichetta, viaggi…

 

La Civetta di Minerva, 9 febbraio 2019

La fama di Jane Austen, scrittrice inglese vissuta tra il 1775 e il 1817, sembra essere imperitura: non si contano ormai gli adattamenti teatrali e cinematografici dei suoi romanzi o i biopic sulla sua vita; graphic novel, fan fiction, fumetti e riviste legate al mondo Regency (l’epoca della Reggenza in cui visse e operò l’autrice), siti Internet, festival come quello di Bath, pagine Facebook e account Twitter e Instagram pullulano di richiami al modo di vestire, di parlare, di mangiare danzare corteggiare evocato da “Orgoglio e pregiudizio”, “Ragione e sentimento”, “Emma”, “Mansfield Park”, “L’abbazia di Northanger” e “Persuasione”, oltre che dagli scritti minori e giovanili della Austen e dell’epistolario.

Già, le lettere. Proprio dalle lettere di Jane Austen parte la nuova avventura della Libreria Fenice: dare il via al primo Club di Jane Austen a Catania (ricordiamo, tra l’altro, che Karen Joy Fowlet ha scritto un fortunato romanzo trasposto sul grande schermo intitolato proprio “The Jane Austen Book Club”). Il 12 febbraio, infatti, alle ore 18, la Libreria di Alfredo Polizzano (che nella sua libreria dall’aria vintage e steampunk organizza e ospita presentazioni letterarie, incontri di poesia, trasmissioni radiofoniche, letture in lingua inglese guidate da Antonio Famà, appuntamenti dedicati alla lettura dei classici accompagnati da biscotti e tè come nei salotti d’antan) ospiterà il primo incontro dedicato ad approfondire non solo le opere della grande scrittrice inglese ma anche il suo mondo. Gli appuntamenti dedicati alla Austen saranno caratterizzati, di volta in volta, da un tema: dalla musica alla danza, dall’educazione all’etichetta, dalla storia alla politica, dalla società ai viaggi.

Ospite e guida sul tema dell’epistolario sarà la scrittrice e docente, nonché appassionata di Jane Austen, Maria Lucia Riccioli, che sull’autrice inglese ha scritto alcuni racconti e recensioni e che insieme alla pianista Donatella Motta ha ideato e portato in scena un recital sulla Austen rappresentato presso la Biblioteca comunale di Canicattini Bagni (SR) e presso il Cineteatro Italia di Sortino (SR), grazie all’interessamento appassionato delle bibliotecarie Paola Cappè (tra l’altro presidente dell’ABI Sicilia, l’associazione che riunisce i bibliotecari italiani) e Maria Sequenzia e all’impegno del I Istituto comprensivo di Sortino, il “G.M. Columba”).

L’incontro del 12 febbraio avrà quindi per tema le lettere. Partendo dalla corrispondenza della Austen scopriremo come funzionava la corrispondenza nella sua epoca, e quanto fosse differente dalla nostra idea di “lettera”. Indagheremo come tra pagine dedicate a balli e mise, cugini, fratelli, nipoti, corteggiatori, piatti da cucinare e fastidi domestici, la Austen riveli sempre la propria vena ironica e la propria penna di disegnatrice di caratteri e come riesca a manifestare la propria idea di scrittura.

Preparate carta penna e calamaio: si parte!

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=3586:salvatore-accolla-il-ligabue-di-siracusa-su-di-lui-un-docufilm&catid=17&Itemid=143

Salvatore Accolla, il Ligabue di Siracusa. Su di lui un docufilm

MARIA LUCIA RICCIOLI
Giovedì, 21 Febbraio 2019 19:39

Ne scrivono giornali nazionali e quotati critici. C’è in questo figlio di Ortigia, pittore autodidatta e uomo semplice, un frammento dell’anima di questa città

 

La Civetta di Minerva, 9 febbraio 2019

Riconoscibilissimo ormai il suo stile: barche e cavallini rossi e quelle pennellate dai colori vivaci e netti richiamano ormai il nome di Salvatore Accolla. Tra l’altro, da qualche mese anche le barriere new jersey che fanno parte integrante dell’arredo urbano di Ortigia sono diventate delle vere e proprie opere d’arte grazie ai pennelli dell’artista.

Classe 1946, il Ligabue di Siracusa (al pittore ormai definito espressionista, superata l’iniziale etichetta di naïf, lo accomunano le sofferenze e le fragilità psichiche oltre che l’arte) che ama Gauguin e Van Gogh, proviene da una famiglia di pescatori e sono proprio le atmosfere del mare di Ortigia, filtrate dalla sua sensibilità, le protagoniste delle sue opere.

L’interesse di un giornalista de Il Fatto Quotidiano, di Exibart, della critica veronese Daniela Rosi, curatrice internazionale di Arte Irregolare che lo seleziona per la sua prima grande mostra torinese a Palazzo Barolo, “Fuori Serie” e l’impegno del gallerista Benedetto Speranza (invitiamo i nostri lettori a visitare Artigia, l’atelier di via Resalibera, oltre che il sito http://www.artigia.eu), che lo fa conoscere e lo sostiene, hanno fatto sì che Accolla abbia superato l’ambito locale (i nostri Concetto Gilè e il compianto Corrado Brancato, oltre che Salvo Sequenzia e Antonio Randazzo, tra gli altri, gli hanno dato spazio e attenzione critica) e soprattutto abbia travalicato lo stigma socio-culturale che colpì anche “Al Matt” Ligabue: è stato realizzato un docufilm sulla sua vita e la sua pittura intitolato “ACCOLLA (e il cavallino rosso a Siracusa)”. Regista ne è Paolo Boriani (al suo settimo film, dopo “Faccia Gialla”, il primo film con e su Roberto Saviano e l’ultimo videoclip di Vinicio Capossela, “La bestia nel grano”), che lo ha anche prodotto insieme a K-ROCK Film Studio. Il 30 novembre il film è stato presentato ai “Frigoriferi Milanesi” con Marina Mander e Fabio Santopietro a condurre un dibattito dopo la proiezione, mentre il 6 febbraio scorso il film è stato presentato in anteprima presso il Cineteatro Aurora di Belvedere; i primi 44 acquirenti hanno ricevuto in omaggio una locandina del docufilm con un’opera del maestro Accolla sul retro che rappresenta due colombe.

I vicoli di Ortigia, i volti geometrici cristallizzati in un grido, i tratti metafisici, la firma che fa tutt’uno con l’opera fanno dei dipinti di Accolla un qualcosa in più rispetto alle opere comprate a pochi euro per arredare uno studio o le pareti di un corridoio o per fare da souvenir dopo una visita distratta alle bellezze di Siracusa: se è vero che lo Spirito soffia dove vuole, in questo figlio di Ortigia, pittore autodidatta e uomo semplice è possibile trovare un frammento dell’anima di Siracusa.

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=3588:la-libreria-fenice-di-catania-da-il-via-al-club-jane-austen&catid=17&Itemid=143

 

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=3538:u-nannu-randazzo-narra-i-suoi-cunti-alle-nuove-generazioni&catid=17&Itemid=143

U nannu Randazzo narra i suoi “cunti” alle nuove generazioni

MARIA LUCIA RICCIOLI
Martedì, 05 Febbraio 2019 12:50

In “Cumeddia siracusana” in siciliano parlato, anzi parlatissimo, l’autore – già carabiniere, artista poliedrico, benefattore, cultore delle antiche memorie, ripercorre storie e luoghi

 

La Civetta di Minerva, 26 gennaio 2019

Il siracusano che si trovasse a passare per la via Agostino Scilla, all’altezza del civico 29 troverebbe un’associazione culturale del tutto sui generis, ovvero il Cenacolo della siracusanità, un luogo del tutto scevro di intellettualismi, dove non sono necessarie tessere o bandiere di qualsivoglia colore ma il desiderio di incontrarsi e parlare di tutto e di niente. Anima ne è Antonio Randazzo, “una vita per fare, vivere volendo e dire facendo”, secondo le sue stesse parole: figlio di Ortigia, “ ‘u scogghiu” di Siracusa, carabiniere in pensione (tra l’altro ha ricevuto varie benemerenze come quella di “Angelo del fango” in occasione del servizio prestato durante l’alluvione di Firenze del 1966), artista del legno (notevoli le sue sculture, che sarebbe disposto a donare al Comune di Siracusa qualora trovassero degna collocazione; ricordiamo i suoi lavori per la Parrocchia di Bosco Minniti di Siracusa, tanto per citarne alcuni), gestisce un sito documentatissimo, imprescindibile per chi desideri immergersi nelle memorie siracusane, nella storia e archeologia del nostro territorio, nelle nostre radici etniche e antropologiche: www.antoniorandazzo.it è una miniera di testi immagini curiosità.

Insieme ad Ermanno Adorno si è fatto promotore di una lodevole iniziativa per il recupero della lapide commemorativa del sisma del 1693 e datata 1696, sita in via Cavour; le sue opere editoriali non hanno mai fine di lucro ma il ricavato della loro vendita viene sempre destinato a fini benefici, come nel caso di “Cumeddia siracusana – I cunti ro nannu”, presentato nell’ottobre scorso presso l’Urban center (ci ripromettiamo di dedicare un pezzo anche alla meritoria traduzione del saggio di Hans-Peter Drögemuller “Siracusa – Storia e topografia di una città greca”).

Tornando a “Cumeddia siracusana”, scritto in un siciliano parlato, parlatissimo, riprodotto il più possibile foneticamente, Randazzo si lascia andare alle memorie personali e familiari, alla nostalgia per una Siracusa d’antan, più povera materialmente ma forse più ricca umanamente e culturalmente in senso lato: alla perdita del senso del tempo e delle sue stratificazioni, tipica delle generazioni “liquide”, diremmo con Bauman, che non sanno collocare diacronicamente la propria presenza, il proprio stare, ri-manere in un luogo così denso di cultura e Storia oltre che di storie (quelle dei singoli individui, delle corporazioni, delle classi sociali…) come Siracusa, Randazzo oppone il suo personale esercizio di memoria.

Così sfilano davanti ai nostri occhi le ferite della Siracusa bombardata durante l’ultima guerra, Ortigia e i suoi rioni, la via Gargallo con i suoi cuttigghi e le sue putìe, il salotto buono della città, il porto, le trattorie e i caffè – con le loro connotazioni sociali, il dialetto a contrappuntare la lingua, i colori i profumi i sapori, la musica e i balli, le feste di quartiere, la fede popolare vissuta tra processioni, messe e culto delle cone…

I fatti di cronaca e le partite del Siracusa si mescolano ai coriandoli del “festivallu”, alle tragedie dell’INDA, alle corse del circuito, agli stabilimenti balneari, al miracolo del 1953 e a quello economico che sconvolse il sistema produttivo e urbanistico oltre che l’intero tessuto culturale e sociale della città, alle notazioni sapide su moralità e valori.

Non mancano i riferimenti all’antico passato di Siracusa, costantemente raffrontato al presente che ha spesso tradito la grandezza delle memorie.

“’U nannu” Randazzo narra i suoi “cunti” alle nuove generazioni, immemori e smemorate, rievocando, rammentando, ricucendo gli strappi nella tela del tempo: “Purtroppu a Sarausa, ma nun sulu, ni manca ‘a memoria, o na ma scuddatu ‘u passatu”.

Il volume si chiude con un utile glossario siracusano: giorno 17 gennaio è stata celebrata la Giornata nazionale del dialetto e ci sembra doveroso divulgare storie e opere che valorizzino le nostre radici anche linguistiche.

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=3509:biblioteca-comunale-bella-bella-e-impossibile&catid=15:attualita&Itemid=139

Biblioteca comunale bella, bella e impossibile

Maria Lucia Riccioli
Lunedì, 21 Gennaio 2019 07:34

C’è troppo freddo, niente wi-fi, ascensore guasto, orari di apertura inadeguati per studenti. L’Urban Center (ex sala Randone) di via Nino Bixio potrebbe esserne il prolungamento

 

La Civetta di Minerva, 12 gennaio 2019

“Fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro un inverno dello spirito che, da molti indizi, mio malgrado, vedo venire”. Così scriveva Marguerite Yourcenar in “Memorie di Adriano”.

L’inverno però, oltre ad essere una stagione dello spirito, lo è innanzitutto in senso meteorologico e la nostra Biblioteca comunale di via dei Santi Coronati – che, ricordiamo ai nostri lettori, venne costituita nel 1867 con il materiale librario delle congregazioni religiose soppresse, arricchito poi con le raccolte dell’ex Gabinetto di storia letteraria e del Consiglio agrario, oltre che con donazioni (Fondo Gubernale e Carpinteri-Rio), lasciti e acquisti; custodisce una notevole raccolta di manoscritti sul Risorgimento come le lettere del Pancali, di Emanuele Giaracà e di Luigi Greco Cassia, i Privilegi e diplomi di Siracusa e “Le consuetudini di Siracusa” di G. Perno (1429), incunaboli, cinquecentine e volumi in pergamena del 1600 e del 1700 – patisce anche il freddo della stagione: personale ed utenti non possono contare sul riscaldamento.

Altri non meno gravi motivi di disagio sono l’ascensore guasto da mesi – pensiamo alle difficoltà per i visitatori anziani o diversamente abili, che dovrebbero essere portati su a braccia – e la mancanza del collegamento wi-fi, che risulta oggi necessario sia per le ricerche in rete che per attirare la fascia dei lettori più giovani (suggeriamo anche che sarebbe auspicabile modificare l’orario di apertura della biblioteca per permetterne la fruizione agli studenti, cui non possono bastare le poche ore delle due aperture pomeridiane settimanali).

Speriamo nella sensibilità della nostra amministrazione per favorire le attività della biblioteca, che comunque offre oltre al servizio del prestito librario quello del prestito digitale (Mlol), di cui ci siamo occupati in un precedente articolo (http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2993:nelle-biblioteche-siracusane-avviato-il-prestito-digitale&catid=17:cultura&Itemid=143), letture animate, presentazioni letterarie e laboratori di varie tipologie tenuti da volontari che credono nel valore della conoscenza e del fare insieme.

L’Urban center (ex sala Randone) di via Nino Bixio (che ha recentemente ospitato, tra l’altro, l’incontro con Catena Fiorello e il Festival dell’educazione, sulle orme di Pino Pennisi) potrà essere sempre di più il prolungamento della biblioteca comunale fuori dall’isola di Ortigia; pensando al nucleo originario della biblioteca; ricordiamo che a dicembre è stata inaugurata la storica sede della Biblioteca Comunale di Siracusa in via San Pietro in Ortigia dopo un accurato lavoro di ristrutturazione per ospitare il Fondo antico, recentemente restaurato: si auspica che il fondo sia presto fruibile nuovamente da parte di studiosi, visitatori e studenti.

 

 

 

 

LA CIVETTA DI MINERVA del 23 marzo 2019

26 martedì Mar 2019

Posted by mlriccioli in Eventi culturali, Letteratura, Musica, scuola

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A&B editrice, ABI, Agenzia Maieutica, Alfredo Polizzano, Antonio Famà, Antonio Ligabue, Antonio Randazzo, Arte Irregolare, Artigia, “ACCOLLA (e il cavallino rosso a Siracusa)”, “Faccia Gialla”, “Fuori Serie”, “La bestia nel grano”, Benedetto Speranza, Biblioteca comunale di Canicattini Bagni, Caravaggio, Cineteatro Aurora, CineTeatro Italia, Concetto Gilè, Corrado Brancato, Cumeddia siracusana, Daniela Rosi, Divier Nelli, epistolario, Exibart, Fabio Santopietro, Frigoriferi Milanesi, Giada Trebeschi, Il Club di Jane Austen, Il fatto quotidiano, Jane Austen, K-ROCK Film Studio, Karen Joy Fowlet, La Civetta di Minerva, La duchessa di Leyra, Libreria Fenice, Maria Sequenzia, Mariano Sabatini, Marina Mander, Ortigia, Palazzo Barolo, Paola Cappè, Paolo Boriani, Premio Angelo Musco, Roberto Disma, Roberto Saviano, Salvo Sequenzia, Siracusa, Sortino, Stefano Vaccaro, The Jane Austen Book Club, Vinicio Capossela

In edicola il nuovo numero de LA CIVETTA DI MINERVA!

Ecco la locandina…

Caro lettore,

Il quindicinale La Civetta di Minerva è impegnato nella difesa dell’ambiente e del territorio, dei diritti civili, della legalità, dello sviluppo economico ecosostenibile, di una società inclusiva e solidale.

Editore del giornale è l’Associazione Culturale Minerva autofinanziata dai giornalisti e da alcuni soci, tutti insieme impegnati a sostenere una sfida coraggiosa e difficilissima, soprattutto in una provincia come la nostra dove è difficile poter affermare le proprie idee senza alcun timore, a dare la parola a chi non ce l’ha e pubblicare inchieste e notizie che non si trovano sui giornali di maggiore diffusione.

Oggi il giornale si trova in grave crisi economica e l’autosostentamento tra soci e giornalisti non basta più. Ritorniamo in edicola, dopo la pausa estiva, ma non sappiamo garantire per quanto tempo ancora. Chiediamo, pertanto, a quanti apprezzano il nostro modo di fare informazione di aiutarci. L’appello è rivolto sia alle Associazioni ai Movimenti di impegno sociale e civile (ai quali ci offriamo come loro voce e sicuro alleato) sia alle singole individualità che apprezzano il nostro lavoro e ci trovano in edicola. A tutti chiediamo di sottoscrivere un abbonamento annuale (Sostenitore, di almeno 50 euro oppure Ordinario di 25 euro). In cambio promettiamo il nostro rinnovato impegno di cronisti scrupolosi e intellettualmente onesti e l’attenzione verso le loro istanze insieme al piccolo privilegio di poter ricevere il giornale per posta, direttamente a casa, invece di ritirarlo in edicola. Ci rivolgiamo inoltre agli operatori economici, a chi gestisce un’attività commerciale: siamo disponibili ad offrire spazi pubblicitari e redazionali a prezzi veramente contenuti.

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Franco Oddo

Marina De Michele

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Roberto Disma tenta di completare il ciclo verghiano dei vinti

MARIA LUCIA RICCIOLI
Sabato, 09 Marzo 2019 08:56

In “La duchessa di Leyra” sfilano dinanzi al lettore navi e briganti, soldati e Savoia, Borboni e dame, con scene ricche di dialoghi

 

La Civetta di Minerva, 23 febbraio 2019

De “La duchessa di Leyra” (che come titolo alternativo aveva quello di “La duchessa delle Gargantas”),romanzo incompleto di Giovanni Verga, ci rimangono il primo capitolo e un brevissimo frammento del secondo pubblicati entrambi nel 1922 a cura di Federico De Roberto, che insieme a Capuana appartenne come Verga alla corrente del Verismo.

Terzo romanzo del cosiddetto “ciclo dei vinti” (“I Malavoglia”, “Mastro-don Gesualdo”, “La duchessa di Leyra”, “L’onorevole Scipioni” e “L’uomo di lusso”), incompiuto come gli ultimi due per varie ragioni (era ormai l’epoca dei Fogazzaro e dei d’Annunzio, il verismo come metodo probabilmente non avrebbe funzionato con storie ambientate negli ambienti nobiliari e alto-borghesi, beghe familiari e questioni editoriali lo avevano amareggiato, quindi Verga si chiuse in un più che ventennale silenzio prima di spegnersi nella casa di via Sant’Anna a Catania), ha come protagonista Isabella Motta-Trao, figlia di Gesualdo Motta e di Bianca Trao, che aveva sposato il duca di Leyra dopo una contrastata relazione col cugino Corrado La Gurna (indimenticabili i passi del “Mastro” che vedono nascere l’idillio tra i giovani, condito da musica e poesia come in tante altre storie d’amore ottocentesche).

Con un certo coraggio, Roberto Disma si è proposto di completare il ciclo dei vinti, gli sconfitti dall’onda delle “magnifiche sorti e progressive” che annegano i pescatori di Trezza come i politici senza scrupoli e immense ambizioni: il giovane attore e autore siracusano, che ha fondato e dirige “Teatro alla lettera”, prima compagnia teatrale universitaria professionista della Sicilia e del Sud Italia, con il romanzo “La duchessa di Leyra” ha vinto l’undicesima edizione del premio “Angelo Musco” (sezione narrativa inedita, con menzione speciale dalla sezione narrativa giovani); riprendendo i fatti di Bronte e l’eccidio di Fantina, ripigliando le fila degli intrecci amorosi e politici che hanno costituito la microstoria e macrostoria del nostro Risorgimento, Disma – che ha pubblicato il romanzo per i tipi di A&B editrice – fa muovere i personaggi verghiani fra le taverne catanesi e il porto di Palermo, fra i salotti che sventagliano ipocrisie e pettegolezzi e la dimora del barone Pancali… sfilano davanti agli occhi del lettore navi e briganti, soldati e Savoia, Borboni e dame, descritti in una lingua che in qualche passo conserva la patina di quella verghiana, ricca di dialoghi, con scene dal taglio veloce.

Oggi più che mai, tra smanie neoborboniche e rigurgiti di nazionalismo – sovranismo è solo lo pseudonimo moderno di un atteggiamento secolare – è utile rileggere la Storia e le storie della nascita della nostra nazione e può esserlo anche ripensare alla penna di Verga attraverso il computer di un autore contemporaneo.

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=3614:con-gli-autori-rendiamo-i-loro-testi-validi-per-gli-editori&catid=17&Itemid=143

“Con gli autori rendiamo i loro testi validi per gli editori”

MARIA LUCIA RICCIOLI
Mercoledì, 06 Marzo 2019 12:18

Intervista a Giada Trebeschi e Mariano Sabatini (Agenzia letteraria Maieutica): “Gli agenti fin dalle prime pagine devono accorgersi di avere fra le mani un buon prodotto”

 

La Civetta di Minerva, 23 febbraio 2019

Il “mercato” editoriale – eh sì, perché purtroppo il libro, oltre ad essere oggetto e strumento per fare arte e cultura,medium per eccellenza, è anche una merce – prevede, oltre all’autore e all’editore, al libraio o al bibliotecario, molte figure intermedie come l’editor e l’agente editoriale. Diverse agenzie sorgono proprio per offrire agli scrittori esordienti servizi come l’editing del loro testo o l’intermediazione per piazzare il libro presso una casa editrice. Ne parliamo con Mariano Sabatini (giornalista e scrittore, quindi esperto di comunicazione) e Giada Trebeschi (scrittrice, saggista e interprete, che cura le traduzioni letterarie), che insieme a Divier Nelli (scrittore, consulente editoriale, insegnante di narrazione, dal 2015 editor esterno per la Tea, che si occupa dell’editing) hanno fondato l’agenzia letteraria Maieutica.

Poniamo qualche domanda a Giada Trebeschi.

Quali tipi di autori vi contattano?

Sono molti gli autori che richiedono i nostri servizi, autori noti ed esordienti, autori di genere e non, saggisti e romanzieri. Ci richiedono una consulenza maieutica che li aiuti a ottenere il meglio dal loro scritto ma non solo. Fornendo anche un ufficio stampa dedicato, in molti, dopo aver lavorato sul testo e trovato un editore, restano con noi per affiancarli nella promozione, importantissima soprattutto nei primi mesi dall’uscita del libro.

I generi che praticano rispecchiano il main stream o vi trovate di fronte a diversi tipi di testo?

Ci arrivano testi di vari generi, non necessariamente incasellabili nelle tipologie di main stream. Riceviamo romanzi e anche saggistica, al momento non ci occupiamo di poesia.

Riuscite a intravedere una linea di sviluppo della narrativa italiana o quantomeno una direzione?

Se ci fosse una reale direzione, forse la vedremmo tutti. Il mercato è asfittico, l’impressione generale è che si navighi a vista. Ci sono dei generi che sono stati spremuti così tanto da essere ormai giunti alla fine. Bisognerebbe sperimentare ma non tutti ne hanno il coraggio.

Come lavorate sul testo?

Dopo una prima valutazione cominciamo a lavorare con l’autore discutendo dei punti di forza e dei punti deboli del testo per poi operare, sempre a stretto contatto con l’autore, un editing meticoloso che porti il testo alla migliore forma possibile. È molto importante che il testo sia lavorato con puntigliosità per prepararlo alla presentazione ad agenti o editori i quali, fin dalle prime pagine, devono accorgersi di avere fra le mani un testo valido.

L’editing che operate è massivo o più di livello “piuma”?

Naturalmente questo dipende dal testo. Abbiamo diviso principalmente le nostre tipologie di editing in tre: “piuma”, “medio”, “massimo”, prendendo evidentemente spunto dalle categorie della boxe perché, proprio come fanno gli allenatori dei pugili, dobbiamo costruire su misura per gli autori l’allenamento migliore per loro e per i loro scritti.

Quali sono le aspettative degli esordienti?

Difficile rispondere a questa domanda perché i fattori sono molteplici. Certo se si parte già con un testo forte e ben fatto le possibilità di trovare un agente e un editore sono più alte e dunque vale sempre la pena lavorare sui propri scritti coadiuvati da un professionista della scrittura. Poi molto dipende dalla promozione, dalla critica, dai lettori, da come si presenta l’autore che oggi non è più solo quello che si nasconde dietro ai suoi libri ma che, sempre più spesso, diventa un personaggio pubblico. Per questo, per esempio, è importante avere ufficio stampa e pr dedicato.

Lasciamo la parola a Mariano Sabatini, autore de “L’inganno dell’ippocastano” (Adriano Salani Editore, 2016, vincitore del Premio Flaiano e del Premio Mariano Romiti opera prima 2017, presto tradotto in Francia per Actes Sud) e di “Primo venne Caino” (Adriano Salani Editore, 2018, vincitore del Premio Internazionale di Letteratura Città di Como 2018 e del Premio Logos Cultura Milano International 2018) che tra l’altro si occupa di cultura, costume, spettacoli e società in radio e in televisione (ricordiamo ai lettori che è stato autore di programmi televisivi come quelli dell’indimenticabile anche se non troppo ricordato Luciano Rispoli):

“Da qualche mese come Agenzia ci occupiamo in via quasi privilegiata del lancio massivo di quello che finora è stato un grande produttore della cosiddetta ludattica, ovvero giochi intelligenti, testi interattivi e libri per bambini che sono vere opere d’arte, e penso in particolare alla collana “I leoni d’oro” che ripropone i classici meno noti della letteratura mondiale per ragazzi, sontuosamente illustrati. L’editore in questione è Lisciani di Teramo, che nei prossimi mesi lancerà a livello nazionale nuove collane di genere crime e young adult, non soltanto per minori, anche se la vocazione rimane quella. Per Lisciani cureremo traduzioni letterarie, editing e comunicazione, oltre alla lettura e all’individuazione di autori adatti alla pubblicazione. In particolare, per la mia venticinquennale esperienza giornalistica, io mi applicherò ai rapporti con la stampa: radio, tv, giornali, blog, eccetera. Perché, con l’affollamento di titoli in uscita ogni mese, la vera sfida per autori ed editori è davvero sulla visibilità, che garantisce una maggiore permanenza sugli scaffali più ambiti delle librerie. Per Lisciani, come per gli autori che si rivolgono a noi, cercheremo di vincere la sfida”.

 

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=17&Itemid=143&limitstart=12

La Libreria Fenice di Catania dà il via al Club Jane Austen

REDAZIONE CIVETTA
Sabato, 23 Febbraio 2019 11:39

Il primo incontro con la nostra Maria Lucia Riccioli sull’epistolario della scrittrice. Nei successivi si spazierà dalla musica alla danza, dall’educazione all’etichetta, viaggi…

 

La Civetta di Minerva, 9 febbraio 2019

La fama di Jane Austen, scrittrice inglese vissuta tra il 1775 e il 1817, sembra essere imperitura: non si contano ormai gli adattamenti teatrali e cinematografici dei suoi romanzi o i biopic sulla sua vita; graphic novel, fan fiction, fumetti e riviste legate al mondo Regency (l’epoca della Reggenza in cui visse e operò l’autrice), siti Internet, festival come quello di Bath, pagine Facebook e account Twitter e Instagram pullulano di richiami al modo di vestire, di parlare, di mangiare danzare corteggiare evocato da “Orgoglio e pregiudizio”, “Ragione e sentimento”, “Emma”, “Mansfield Park”, “L’abbazia di Northanger” e “Persuasione”, oltre che dagli scritti minori e giovanili della Austen e dell’epistolario.

Già, le lettere. Proprio dalle lettere di Jane Austen parte la nuova avventura della Libreria Fenice: dare il via al primo Club di Jane Austen a Catania (ricordiamo, tra l’altro, che Karen Joy Fowlet ha scritto un fortunato romanzo trasposto sul grande schermo intitolato proprio “The Jane Austen Book Club”). Il 12 febbraio, infatti, alle ore 18, la Libreria di Alfredo Polizzano (che nella sua libreria dall’aria vintage e steampunk organizza e ospita presentazioni letterarie, incontri di poesia, trasmissioni radiofoniche, letture in lingua inglese guidate da Antonio Famà, appuntamenti dedicati alla lettura dei classici accompagnati da biscotti e tè come nei salotti d’antan) ospiterà il primo incontro dedicato ad approfondire non solo le opere della grande scrittrice inglese ma anche il suo mondo. Gli appuntamenti dedicati alla Austen saranno caratterizzati, di volta in volta, da un tema: dalla musica alla danza, dall’educazione all’etichetta, dalla storia alla politica, dalla società ai viaggi.

Ospite e guida sul tema dell’epistolario sarà la scrittrice e docente, nonché appassionata di Jane Austen, Maria Lucia Riccioli, che sull’autrice inglese ha scritto alcuni racconti e recensioni e che insieme alla pianista Donatella Motta ha ideato e portato in scena un recital sulla Austen rappresentato presso la Biblioteca comunale di Canicattini Bagni (SR) e presso il Cineteatro Italia di Sortino (SR), grazie all’interessamento appassionato delle bibliotecarie Paola Cappè (tra l’altro presidente dell’ABI Sicilia, l’associazione che riunisce i bibliotecari italiani) e Maria Sequenzia e all’impegno del I Istituto comprensivo di Sortino, il “G.M. Columba”).

L’incontro del 12 febbraio avrà quindi per tema le lettere. Partendo dalla corrispondenza della Austen scopriremo come funzionava la corrispondenza nella sua epoca, e quanto fosse differente dalla nostra idea di “lettera”. Indagheremo come tra pagine dedicate a balli e mise, cugini, fratelli, nipoti, corteggiatori, piatti da cucinare e fastidi domestici, la Austen riveli sempre la propria vena ironica e la propria penna di disegnatrice di caratteri e come riesca a manifestare la propria idea di scrittura.

Preparate carta penna e calamaio: si parte!

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=3586:salvatore-accolla-il-ligabue-di-siracusa-su-di-lui-un-docufilm&catid=17&Itemid=143

Salvatore Accolla, il Ligabue di Siracusa. Su di lui un docufilm

MARIA LUCIA RICCIOLI
Giovedì, 21 Febbraio 2019 19:39

Ne scrivono giornali nazionali e quotati critici. C’è in questo figlio di Ortigia, pittore autodidatta e uomo semplice, un frammento dell’anima di questa città

 

La Civetta di Minerva, 9 febbraio 2019

Riconoscibilissimo ormai il suo stile: barche e cavallini rossi e quelle pennellate dai colori vivaci e netti richiamano ormai il nome di Salvatore Accolla. Tra l’altro, da qualche mese anche le barriere new jersey che fanno parte integrante dell’arredo urbano di Ortigia sono diventate delle vere e proprie opere d’arte grazie ai pennelli dell’artista.

Classe 1946, il Ligabue di Siracusa (al pittore ormai definito espressionista, superata l’iniziale etichetta di naïf, lo accomunano le sofferenze e le fragilità psichiche oltre che l’arte) che ama Gauguin e Van Gogh, proviene da una famiglia di pescatori e sono proprio le atmosfere del mare di Ortigia, filtrate dalla sua sensibilità, le protagoniste delle sue opere.

L’interesse di un giornalista de Il Fatto Quotidiano, di Exibart, della critica veronese Daniela Rosi, curatrice internazionale di Arte Irregolare che lo seleziona per la sua prima grande mostra torinese a Palazzo Barolo, “Fuori Serie” e l’impegno del gallerista Benedetto Speranza (invitiamo i nostri lettori a visitare Artigia, l’atelier di via Resalibera, oltre che il sito http://www.artigia.eu), che lo fa conoscere e lo sostiene, hanno fatto sì che Accolla abbia superato l’ambito locale (i nostri Concetto Gilè e il compianto Corrado Brancato, oltre che Salvo Sequenzia e Antonio Randazzo, tra gli altri, gli hanno dato spazio e attenzione critica) e soprattutto abbia travalicato lo stigma socio-culturale che colpì anche “Al Matt” Ligabue: è stato realizzato un docufilm sulla sua vita e la sua pittura intitolato “ACCOLLA (e il cavallino rosso a Siracusa)”. Regista ne è Paolo Boriani (al suo settimo film, dopo “Faccia Gialla”, il primo film con e su Roberto Saviano e l’ultimo videoclip di Vinicio Capossela, “La bestia nel grano”), che lo ha anche prodotto insieme a K-ROCK Film Studio. Il 30 novembre il film è stato presentato ai “Frigoriferi Milanesi” con Marina Mander e Fabio Santopietro a condurre un dibattito dopo la proiezione, mentre il 6 febbraio scorso il film è stato presentato in anteprima presso il Cineteatro Aurora di Belvedere; i primi 44 acquirenti hanno ricevuto in omaggio una locandina del docufilm con un’opera del maestro Accolla sul retro che rappresenta due colombe.

I vicoli di Ortigia, i volti geometrici cristallizzati in un grido, i tratti metafisici, la firma che fa tutt’uno con l’opera fanno dei dipinti di Accolla un qualcosa in più rispetto alle opere comprate a pochi euro per arredare uno studio o le pareti di un corridoio o per fare da souvenir dopo una visita distratta alle bellezze di Siracusa: se è vero che lo Spirito soffia dove vuole, in questo figlio di Ortigia, pittore autodidatta e uomo semplice è possibile trovare un frammento dell’anima di Siracusa.

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=3588:la-libreria-fenice-di-catania-da-il-via-al-club-jane-austen&catid=17&Itemid=143

 

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=3538:u-nannu-randazzo-narra-i-suoi-cunti-alle-nuove-generazioni&catid=17&Itemid=143

U nannu Randazzo narra i suoi “cunti” alle nuove generazioni

MARIA LUCIA RICCIOLI
Martedì, 05 Febbraio 2019 12:50

In “Cumeddia siracusana” in siciliano parlato, anzi parlatissimo, l’autore – già carabiniere, artista poliedrico, benefattore, cultore delle antiche memorie, ripercorre storie e luoghi

 

La Civetta di Minerva, 26 gennaio 2019

Il siracusano che si trovasse a passare per la via Agostino Scilla, all’altezza del civico 29 troverebbe un’associazione culturale del tutto sui generis, ovvero il Cenacolo della siracusanità, un luogo del tutto scevro di intellettualismi, dove non sono necessarie tessere o bandiere di qualsivoglia colore ma il desiderio di incontrarsi e parlare di tutto e di niente. Anima ne è Antonio Randazzo, “una vita per fare, vivere volendo e dire facendo”, secondo le sue stesse parole: figlio di Ortigia, “ ‘u scogghiu” di Siracusa, carabiniere in pensione (tra l’altro ha ricevuto varie benemerenze come quella di “Angelo del fango” in occasione del servizio prestato durante l’alluvione di Firenze del 1966), artista del legno (notevoli le sue sculture, che sarebbe disposto a donare al Comune di Siracusa qualora trovassero degna collocazione; ricordiamo i suoi lavori per la Parrocchia di Bosco Minniti di Siracusa, tanto per citarne alcuni), gestisce un sito documentatissimo, imprescindibile per chi desideri immergersi nelle memorie siracusane, nella storia e archeologia del nostro territorio, nelle nostre radici etniche e antropologiche: www.antoniorandazzo.it è una miniera di testi immagini curiosità.

Insieme ad Ermanno Adorno si è fatto promotore di una lodevole iniziativa per il recupero della lapide commemorativa del sisma del 1693 e datata 1696, sita in via Cavour; le sue opere editoriali non hanno mai fine di lucro ma il ricavato della loro vendita viene sempre destinato a fini benefici, come nel caso di “Cumeddia siracusana – I cunti ro nannu”, presentato nell’ottobre scorso presso l’Urban center (ci ripromettiamo di dedicare un pezzo anche alla meritoria traduzione del saggio di Hans-Peter Drögemuller “Siracusa – Storia e topografia di una città greca”).

Tornando a “Cumeddia siracusana”, scritto in un siciliano parlato, parlatissimo, riprodotto il più possibile foneticamente, Randazzo si lascia andare alle memorie personali e familiari, alla nostalgia per una Siracusa d’antan, più povera materialmente ma forse più ricca umanamente e culturalmente in senso lato: alla perdita del senso del tempo e delle sue stratificazioni, tipica delle generazioni “liquide”, diremmo con Bauman, che non sanno collocare diacronicamente la propria presenza, il proprio stare, ri-manere in un luogo così denso di cultura e Storia oltre che di storie (quelle dei singoli individui, delle corporazioni, delle classi sociali…) come Siracusa, Randazzo oppone il suo personale esercizio di memoria.

Così sfilano davanti ai nostri occhi le ferite della Siracusa bombardata durante l’ultima guerra, Ortigia e i suoi rioni, la via Gargallo con i suoi cuttigghi e le sue putìe, il salotto buono della città, il porto, le trattorie e i caffè – con le loro connotazioni sociali, il dialetto a contrappuntare la lingua, i colori i profumi i sapori, la musica e i balli, le feste di quartiere, la fede popolare vissuta tra processioni, messe e culto delle cone…

I fatti di cronaca e le partite del Siracusa si mescolano ai coriandoli del “festivallu”, alle tragedie dell’INDA, alle corse del circuito, agli stabilimenti balneari, al miracolo del 1953 e a quello economico che sconvolse il sistema produttivo e urbanistico oltre che l’intero tessuto culturale e sociale della città, alle notazioni sapide su moralità e valori.

Non mancano i riferimenti all’antico passato di Siracusa, costantemente raffrontato al presente che ha spesso tradito la grandezza delle memorie.

“’U nannu” Randazzo narra i suoi “cunti” alle nuove generazioni, immemori e smemorate, rievocando, rammentando, ricucendo gli strappi nella tela del tempo: “Purtroppu a Sarausa, ma nun sulu, ni manca ‘a memoria, o na ma scuddatu ‘u passatu”.

Il volume si chiude con un utile glossario siracusano: giorno 17 gennaio è stata celebrata la Giornata nazionale del dialetto e ci sembra doveroso divulgare storie e opere che valorizzino le nostre radici anche linguistiche.

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=3509:biblioteca-comunale-bella-bella-e-impossibile&catid=15:attualita&Itemid=139

Biblioteca comunale bella, bella e impossibile

Maria Lucia Riccioli
Lunedì, 21 Gennaio 2019 07:34

C’è troppo freddo, niente wi-fi, ascensore guasto, orari di apertura inadeguati per studenti. L’Urban Center (ex sala Randone) di via Nino Bixio potrebbe esserne il prolungamento

 

La Civetta di Minerva, 12 gennaio 2019

“Fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro un inverno dello spirito che, da molti indizi, mio malgrado, vedo venire”. Così scriveva Marguerite Yourcenar in “Memorie di Adriano”.

L’inverno però, oltre ad essere una stagione dello spirito, lo è innanzitutto in senso meteorologico e la nostra Biblioteca comunale di via dei Santi Coronati – che, ricordiamo ai nostri lettori, venne costituita nel 1867 con il materiale librario delle congregazioni religiose soppresse, arricchito poi con le raccolte dell’ex Gabinetto di storia letteraria e del Consiglio agrario, oltre che con donazioni (Fondo Gubernale e Carpinteri-Rio), lasciti e acquisti; custodisce una notevole raccolta di manoscritti sul Risorgimento come le lettere del Pancali, di Emanuele Giaracà e di Luigi Greco Cassia, i Privilegi e diplomi di Siracusa e “Le consuetudini di Siracusa” di G. Perno (1429), incunaboli, cinquecentine e volumi in pergamena del 1600 e del 1700 – patisce anche il freddo della stagione: personale ed utenti non possono contare sul riscaldamento.

Altri non meno gravi motivi di disagio sono l’ascensore guasto da mesi – pensiamo alle difficoltà per i visitatori anziani o diversamente abili, che dovrebbero essere portati su a braccia – e la mancanza del collegamento wi-fi, che risulta oggi necessario sia per le ricerche in rete che per attirare la fascia dei lettori più giovani (suggeriamo anche che sarebbe auspicabile modificare l’orario di apertura della biblioteca per permetterne la fruizione agli studenti, cui non possono bastare le poche ore delle due aperture pomeridiane settimanali).

Speriamo nella sensibilità della nostra amministrazione per favorire le attività della biblioteca, che comunque offre oltre al servizio del prestito librario quello del prestito digitale (Mlol), di cui ci siamo occupati in un precedente articolo (http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2993:nelle-biblioteche-siracusane-avviato-il-prestito-digitale&catid=17:cultura&Itemid=143), letture animate, presentazioni letterarie e laboratori di varie tipologie tenuti da volontari che credono nel valore della conoscenza e del fare insieme.

L’Urban center (ex sala Randone) di via Nino Bixio (che ha recentemente ospitato, tra l’altro, l’incontro con Catena Fiorello e il Festival dell’educazione, sulle orme di Pino Pennisi) potrà essere sempre di più il prolungamento della biblioteca comunale fuori dall’isola di Ortigia; pensando al nucleo originario della biblioteca; ricordiamo che a dicembre è stata inaugurata la storica sede della Biblioteca Comunale di Siracusa in via San Pietro in Ortigia dopo un accurato lavoro di ristrutturazione per ospitare il Fondo antico, recentemente restaurato: si auspica che il fondo sia presto fruibile nuovamente da parte di studiosi, visitatori e studenti.

 

 

 

 

LA CIVETTA DI MINERVA del 9 marzo 2019

11 lunedì Mar 2019

Posted by mlriccioli in Eventi culturali, Letteratura, Musica, scuola

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A&B editrice, ABI, Agenzia Maieutica, Alfredo Polizzano, Antonio Famà, Antonio Ligabue, Antonio Randazzo, Arte Irregolare, Artigia, “ACCOLLA (e il cavallino rosso a Siracusa)”, “Faccia Gialla”, “Fuori Serie”, “La bestia nel grano”, Benedetto Speranza, Biblioteca comunale di Canicattini Bagni, Caravaggio, Cineteatro Aurora, CineTeatro Italia, Concetto Gilè, Corrado Brancato, Cumeddia siracusana, Daniela Rosi, Divier Nelli, epistolario, Exibart, Fabio Santopietro, Frigoriferi Milanesi, Giada Trebeschi, Il Club di Jane Austen, Il fatto quotidiano, Jane Austen, K-ROCK Film Studio, Karen Joy Fowlet, La Civetta di Minerva, La duchessa di Leyra, Libreria Fenice, Maria Sequenzia, Mariano Sabatini, Marina Mander, Ortigia, Palazzo Barolo, Paola Cappè, Paolo Boriani, Premio Angelo Musco, Roberto Disma, Roberto Saviano, Salvo Sequenzia, Siracusa, Sortino, Stefano Vaccaro, The Jane Austen Book Club, Vinicio Capossela

In edicola il nuovo numero de LA CIVETTA DI MINERVA!

Ecco la locandina…

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Roberto Disma tenta di completare il ciclo verghiano dei vinti

MARIA LUCIA RICCIOLI
Sabato, 09 Marzo 2019 08:56

In “La duchessa di Leyra” sfilano dinanzi al lettore navi e briganti, soldati e Savoia, Borboni e dame, con scene ricche di dialoghi

 

La Civetta di Minerva, 23 febbraio 2019

De “La duchessa di Leyra” (che come titolo alternativo aveva quello di “La duchessa delle Gargantas”),romanzo incompleto di Giovanni Verga, ci rimangono il primo capitolo e un brevissimo frammento del secondo pubblicati entrambi nel 1922 a cura di Federico De Roberto, che insieme a Capuana appartenne come Verga alla corrente del Verismo.

Terzo romanzo del cosiddetto “ciclo dei vinti” (“I Malavoglia”, “Mastro-don Gesualdo”, “La duchessa di Leyra”, “L’onorevole Scipioni” e “L’uomo di lusso”), incompiuto come gli ultimi due per varie ragioni (era ormai l’epoca dei Fogazzaro e dei d’Annunzio, il verismo come metodo probabilmente non avrebbe funzionato con storie ambientate negli ambienti nobiliari e alto-borghesi, beghe familiari e questioni editoriali lo avevano amareggiato, quindi Verga si chiuse in un più che ventennale silenzio prima di spegnersi nella casa di via Sant’Anna a Catania), ha come protagonista Isabella Motta-Trao, figlia di Gesualdo Motta e di Bianca Trao, che aveva sposato il duca di Leyra dopo una contrastata relazione col cugino Corrado La Gurna (indimenticabili i passi del “Mastro” che vedono nascere l’idillio tra i giovani, condito da musica e poesia come in tante altre storie d’amore ottocentesche).

Con un certo coraggio, Roberto Disma si è proposto di completare il ciclo dei vinti, gli sconfitti dall’onda delle “magnifiche sorti e progressive” che annegano i pescatori di Trezza come i politici senza scrupoli e immense ambizioni: il giovane attore e autore siracusano, che ha fondato e dirige “Teatro alla lettera”, prima compagnia teatrale universitaria professionista della Sicilia e del Sud Italia, con il romanzo “La duchessa di Leyra” ha vinto l’undicesima edizione del premio “Angelo Musco” (sezione narrativa inedita, con menzione speciale dalla sezione narrativa giovani); riprendendo i fatti di Bronte e l’eccidio di Fantina, ripigliando le fila degli intrecci amorosi e politici che hanno costituito la microstoria e macrostoria del nostro Risorgimento, Disma – che ha pubblicato il romanzo per i tipi di A&B editrice – fa muovere i personaggi verghiani fra le taverne catanesi e il porto di Palermo, fra i salotti che sventagliano ipocrisie e pettegolezzi e la dimora del barone Pancali… sfilano davanti agli occhi del lettore navi e briganti, soldati e Savoia, Borboni e dame, descritti in una lingua che in qualche passo conserva la patina di quella verghiana, ricca di dialoghi, con scene dal taglio veloce.

Oggi più che mai, tra smanie neoborboniche e rigurgiti di nazionalismo – sovranismo è solo lo pseudonimo moderno di un atteggiamento secolare – è utile rileggere la Storia e le storie della nascita della nostra nazione e può esserlo anche ripensare alla penna di Verga attraverso il computer di un autore contemporaneo.

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=3614:con-gli-autori-rendiamo-i-loro-testi-validi-per-gli-editori&catid=17&Itemid=143

“Con gli autori rendiamo i loro testi validi per gli editori”

MARIA LUCIA RICCIOLI
Mercoledì, 06 Marzo 2019 12:18

Intervista a Giada Trebeschi e Mariano Sabatini (Agenzia letteraria Maieutica): “Gli agenti fin dalle prime pagine devono accorgersi di avere fra le mani un buon prodotto”

 

La Civetta di Minerva, 23 febbraio 2019

Il “mercato” editoriale – eh sì, perché purtroppo il libro, oltre ad essere oggetto e strumento per fare arte e cultura,medium per eccellenza, è anche una merce – prevede, oltre all’autore e all’editore, al libraio o al bibliotecario, molte figure intermedie come l’editor e l’agente editoriale. Diverse agenzie sorgono proprio per offrire agli scrittori esordienti servizi come l’editing del loro testo o l’intermediazione per piazzare il libro presso una casa editrice. Ne parliamo con Mariano Sabatini (giornalista e scrittore, quindi esperto di comunicazione) e Giada Trebeschi (scrittrice, saggista e interprete, che cura le traduzioni letterarie), che insieme a Divier Nelli (scrittore, consulente editoriale, insegnante di narrazione, dal 2015 editor esterno per la Tea, che si occupa dell’editing) hanno fondato l’agenzia letteraria Maieutica.

Poniamo qualche domanda a Giada Trebeschi.

Quali tipi di autori vi contattano?

Sono molti gli autori che richiedono i nostri servizi, autori noti ed esordienti, autori di genere e non, saggisti e romanzieri. Ci richiedono una consulenza maieutica che li aiuti a ottenere il meglio dal loro scritto ma non solo. Fornendo anche un ufficio stampa dedicato, in molti, dopo aver lavorato sul testo e trovato un editore, restano con noi per affiancarli nella promozione, importantissima soprattutto nei primi mesi dall’uscita del libro.

I generi che praticano rispecchiano il main stream o vi trovate di fronte a diversi tipi di testo?

Ci arrivano testi di vari generi, non necessariamente incasellabili nelle tipologie di main stream. Riceviamo romanzi e anche saggistica, al momento non ci occupiamo di poesia.

Riuscite a intravedere una linea di sviluppo della narrativa italiana o quantomeno una direzione?

Se ci fosse una reale direzione, forse la vedremmo tutti. Il mercato è asfittico, l’impressione generale è che si navighi a vista. Ci sono dei generi che sono stati spremuti così tanto da essere ormai giunti alla fine. Bisognerebbe sperimentare ma non tutti ne hanno il coraggio.

Come lavorate sul testo?

Dopo una prima valutazione cominciamo a lavorare con l’autore discutendo dei punti di forza e dei punti deboli del testo per poi operare, sempre a stretto contatto con l’autore, un editing meticoloso che porti il testo alla migliore forma possibile. È molto importante che il testo sia lavorato con puntigliosità per prepararlo alla presentazione ad agenti o editori i quali, fin dalle prime pagine, devono accorgersi di avere fra le mani un testo valido.

L’editing che operate è massivo o più di livello “piuma”?

Naturalmente questo dipende dal testo. Abbiamo diviso principalmente le nostre tipologie di editing in tre: “piuma”, “medio”, “massimo”, prendendo evidentemente spunto dalle categorie della boxe perché, proprio come fanno gli allenatori dei pugili, dobbiamo costruire su misura per gli autori l’allenamento migliore per loro e per i loro scritti.

Quali sono le aspettative degli esordienti?

Difficile rispondere a questa domanda perché i fattori sono molteplici. Certo se si parte già con un testo forte e ben fatto le possibilità di trovare un agente e un editore sono più alte e dunque vale sempre la pena lavorare sui propri scritti coadiuvati da un professionista della scrittura. Poi molto dipende dalla promozione, dalla critica, dai lettori, da come si presenta l’autore che oggi non è più solo quello che si nasconde dietro ai suoi libri ma che, sempre più spesso, diventa un personaggio pubblico. Per questo, per esempio, è importante avere ufficio stampa e pr dedicato.

Lasciamo la parola a Mariano Sabatini, autore de “L’inganno dell’ippocastano” (Adriano Salani Editore, 2016, vincitore del Premio Flaiano e del Premio Mariano Romiti opera prima 2017, presto tradotto in Francia per Actes Sud) e di “Primo venne Caino” (Adriano Salani Editore, 2018, vincitore del Premio Internazionale di Letteratura Città di Como 2018 e del Premio Logos Cultura Milano International 2018) che tra l’altro si occupa di cultura, costume, spettacoli e società in radio e in televisione (ricordiamo ai lettori che è stato autore di programmi televisivi come quelli dell’indimenticabile anche se non troppo ricordato Luciano Rispoli):

“Da qualche mese come Agenzia ci occupiamo in via quasi privilegiata del lancio massivo di quello che finora è stato un grande produttore della cosiddetta ludattica, ovvero giochi intelligenti, testi interattivi e libri per bambini che sono vere opere d’arte, e penso in particolare alla collana “I leoni d’oro” che ripropone i classici meno noti della letteratura mondiale per ragazzi, sontuosamente illustrati. L’editore in questione è Lisciani di Teramo, che nei prossimi mesi lancerà a livello nazionale nuove collane di genere crime e young adult, non soltanto per minori, anche se la vocazione rimane quella. Per Lisciani cureremo traduzioni letterarie, editing e comunicazione, oltre alla lettura e all’individuazione di autori adatti alla pubblicazione. In particolare, per la mia venticinquennale esperienza giornalistica, io mi applicherò ai rapporti con la stampa: radio, tv, giornali, blog, eccetera. Perché, con l’affollamento di titoli in uscita ogni mese, la vera sfida per autori ed editori è davvero sulla visibilità, che garantisce una maggiore permanenza sugli scaffali più ambiti delle librerie. Per Lisciani, come per gli autori che si rivolgono a noi, cercheremo di vincere la sfida”.

 

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=17&Itemid=143&limitstart=12

La Libreria Fenice di Catania dà il via al Club Jane Austen

REDAZIONE CIVETTA
Sabato, 23 Febbraio 2019 11:39

Il primo incontro con la nostra Maria Lucia Riccioli sull’epistolario della scrittrice. Nei successivi si spazierà dalla musica alla danza, dall’educazione all’etichetta, viaggi…

 

La Civetta di Minerva, 9 febbraio 2019

La fama di Jane Austen, scrittrice inglese vissuta tra il 1775 e il 1817, sembra essere imperitura: non si contano ormai gli adattamenti teatrali e cinematografici dei suoi romanzi o i biopic sulla sua vita; graphic novel, fan fiction, fumetti e riviste legate al mondo Regency (l’epoca della Reggenza in cui visse e operò l’autrice), siti Internet, festival come quello di Bath, pagine Facebook e account Twitter e Instagram pullulano di richiami al modo di vestire, di parlare, di mangiare danzare corteggiare evocato da “Orgoglio e pregiudizio”, “Ragione e sentimento”, “Emma”, “Mansfield Park”, “L’abbazia di Northanger” e “Persuasione”, oltre che dagli scritti minori e giovanili della Austen e dell’epistolario.

Già, le lettere. Proprio dalle lettere di Jane Austen parte la nuova avventura della Libreria Fenice: dare il via al primo Club di Jane Austen a Catania (ricordiamo, tra l’altro, che Karen Joy Fowlet ha scritto un fortunato romanzo trasposto sul grande schermo intitolato proprio “The Jane Austen Book Club”). Il 12 febbraio, infatti, alle ore 18, la Libreria di Alfredo Polizzano (che nella sua libreria dall’aria vintage e steampunk organizza e ospita presentazioni letterarie, incontri di poesia, trasmissioni radiofoniche, letture in lingua inglese guidate da Antonio Famà, appuntamenti dedicati alla lettura dei classici accompagnati da biscotti e tè come nei salotti d’antan) ospiterà il primo incontro dedicato ad approfondire non solo le opere della grande scrittrice inglese ma anche il suo mondo. Gli appuntamenti dedicati alla Austen saranno caratterizzati, di volta in volta, da un tema: dalla musica alla danza, dall’educazione all’etichetta, dalla storia alla politica, dalla società ai viaggi.

Ospite e guida sul tema dell’epistolario sarà la scrittrice e docente, nonché appassionata di Jane Austen, Maria Lucia Riccioli, che sull’autrice inglese ha scritto alcuni racconti e recensioni e che insieme alla pianista Donatella Motta ha ideato e portato in scena un recital sulla Austen rappresentato presso la Biblioteca comunale di Canicattini Bagni (SR) e presso il Cineteatro Italia di Sortino (SR), grazie all’interessamento appassionato delle bibliotecarie Paola Cappè (tra l’altro presidente dell’ABI Sicilia, l’associazione che riunisce i bibliotecari italiani) e Maria Sequenzia e all’impegno del I Istituto comprensivo di Sortino, il “G.M. Columba”).

L’incontro del 12 febbraio avrà quindi per tema le lettere. Partendo dalla corrispondenza della Austen scopriremo come funzionava la corrispondenza nella sua epoca, e quanto fosse differente dalla nostra idea di “lettera”. Indagheremo come tra pagine dedicate a balli e mise, cugini, fratelli, nipoti, corteggiatori, piatti da cucinare e fastidi domestici, la Austen riveli sempre la propria vena ironica e la propria penna di disegnatrice di caratteri e come riesca a manifestare la propria idea di scrittura.

Preparate carta penna e calamaio: si parte!

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=3586:salvatore-accolla-il-ligabue-di-siracusa-su-di-lui-un-docufilm&catid=17&Itemid=143

Salvatore Accolla, il Ligabue di Siracusa. Su di lui un docufilm

MARIA LUCIA RICCIOLI
Giovedì, 21 Febbraio 2019 19:39

Ne scrivono giornali nazionali e quotati critici. C’è in questo figlio di Ortigia, pittore autodidatta e uomo semplice, un frammento dell’anima di questa città

 

La Civetta di Minerva, 9 febbraio 2019

Riconoscibilissimo ormai il suo stile: barche e cavallini rossi e quelle pennellate dai colori vivaci e netti richiamano ormai il nome di Salvatore Accolla. Tra l’altro, da qualche mese anche le barriere new jersey che fanno parte integrante dell’arredo urbano di Ortigia sono diventate delle vere e proprie opere d’arte grazie ai pennelli dell’artista.

Classe 1946, il Ligabue di Siracusa (al pittore ormai definito espressionista, superata l’iniziale etichetta di naïf, lo accomunano le sofferenze e le fragilità psichiche oltre che l’arte) che ama Gauguin e Van Gogh, proviene da una famiglia di pescatori e sono proprio le atmosfere del mare di Ortigia, filtrate dalla sua sensibilità, le protagoniste delle sue opere.

L’interesse di un giornalista de Il Fatto Quotidiano, di Exibart, della critica veronese Daniela Rosi, curatrice internazionale di Arte Irregolare che lo seleziona per la sua prima grande mostra torinese a Palazzo Barolo, “Fuori Serie” e l’impegno del gallerista Benedetto Speranza (invitiamo i nostri lettori a visitare Artigia, l’atelier di via Resalibera, oltre che il sito http://www.artigia.eu), che lo fa conoscere e lo sostiene, hanno fatto sì che Accolla abbia superato l’ambito locale (i nostri Concetto Gilè e il compianto Corrado Brancato, oltre che Salvo Sequenzia e Antonio Randazzo, tra gli altri, gli hanno dato spazio e attenzione critica) e soprattutto abbia travalicato lo stigma socio-culturale che colpì anche “Al Matt” Ligabue: è stato realizzato un docufilm sulla sua vita e la sua pittura intitolato “ACCOLLA (e il cavallino rosso a Siracusa)”. Regista ne è Paolo Boriani (al suo settimo film, dopo “Faccia Gialla”, il primo film con e su Roberto Saviano e l’ultimo videoclip di Vinicio Capossela, “La bestia nel grano”), che lo ha anche prodotto insieme a K-ROCK Film Studio. Il 30 novembre il film è stato presentato ai “Frigoriferi Milanesi” con Marina Mander e Fabio Santopietro a condurre un dibattito dopo la proiezione, mentre il 6 febbraio scorso il film è stato presentato in anteprima presso il Cineteatro Aurora di Belvedere; i primi 44 acquirenti hanno ricevuto in omaggio una locandina del docufilm con un’opera del maestro Accolla sul retro che rappresenta due colombe.

I vicoli di Ortigia, i volti geometrici cristallizzati in un grido, i tratti metafisici, la firma che fa tutt’uno con l’opera fanno dei dipinti di Accolla un qualcosa in più rispetto alle opere comprate a pochi euro per arredare uno studio o le pareti di un corridoio o per fare da souvenir dopo una visita distratta alle bellezze di Siracusa: se è vero che lo Spirito soffia dove vuole, in questo figlio di Ortigia, pittore autodidatta e uomo semplice è possibile trovare un frammento dell’anima di Siracusa.

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=3588:la-libreria-fenice-di-catania-da-il-via-al-club-jane-austen&catid=17&Itemid=143

 

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=3538:u-nannu-randazzo-narra-i-suoi-cunti-alle-nuove-generazioni&catid=17&Itemid=143

U nannu Randazzo narra i suoi “cunti” alle nuove generazioni

MARIA LUCIA RICCIOLI
Martedì, 05 Febbraio 2019 12:50

In “Cumeddia siracusana” in siciliano parlato, anzi parlatissimo, l’autore – già carabiniere, artista poliedrico, benefattore, cultore delle antiche memorie, ripercorre storie e luoghi

 

La Civetta di Minerva, 26 gennaio 2019

Il siracusano che si trovasse a passare per la via Agostino Scilla, all’altezza del civico 29 troverebbe un’associazione culturale del tutto sui generis, ovvero il Cenacolo della siracusanità, un luogo del tutto scevro di intellettualismi, dove non sono necessarie tessere o bandiere di qualsivoglia colore ma il desiderio di incontrarsi e parlare di tutto e di niente. Anima ne è Antonio Randazzo, “una vita per fare, vivere volendo e dire facendo”, secondo le sue stesse parole: figlio di Ortigia, “ ‘u scogghiu” di Siracusa, carabiniere in pensione (tra l’altro ha ricevuto varie benemerenze come quella di “Angelo del fango” in occasione del servizio prestato durante l’alluvione di Firenze del 1966), artista del legno (notevoli le sue sculture, che sarebbe disposto a donare al Comune di Siracusa qualora trovassero degna collocazione; ricordiamo i suoi lavori per la Parrocchia di Bosco Minniti di Siracusa, tanto per citarne alcuni), gestisce un sito documentatissimo, imprescindibile per chi desideri immergersi nelle memorie siracusane, nella storia e archeologia del nostro territorio, nelle nostre radici etniche e antropologiche: www.antoniorandazzo.it è una miniera di testi immagini curiosità.

Insieme ad Ermanno Adorno si è fatto promotore di una lodevole iniziativa per il recupero della lapide commemorativa del sisma del 1693 e datata 1696, sita in via Cavour; le sue opere editoriali non hanno mai fine di lucro ma il ricavato della loro vendita viene sempre destinato a fini benefici, come nel caso di “Cumeddia siracusana – I cunti ro nannu”, presentato nell’ottobre scorso presso l’Urban center (ci ripromettiamo di dedicare un pezzo anche alla meritoria traduzione del saggio di Hans-Peter Drögemuller “Siracusa – Storia e topografia di una città greca”).

Tornando a “Cumeddia siracusana”, scritto in un siciliano parlato, parlatissimo, riprodotto il più possibile foneticamente, Randazzo si lascia andare alle memorie personali e familiari, alla nostalgia per una Siracusa d’antan, più povera materialmente ma forse più ricca umanamente e culturalmente in senso lato: alla perdita del senso del tempo e delle sue stratificazioni, tipica delle generazioni “liquide”, diremmo con Bauman, che non sanno collocare diacronicamente la propria presenza, il proprio stare, ri-manere in un luogo così denso di cultura e Storia oltre che di storie (quelle dei singoli individui, delle corporazioni, delle classi sociali…) come Siracusa, Randazzo oppone il suo personale esercizio di memoria.

Così sfilano davanti ai nostri occhi le ferite della Siracusa bombardata durante l’ultima guerra, Ortigia e i suoi rioni, la via Gargallo con i suoi cuttigghi e le sue putìe, il salotto buono della città, il porto, le trattorie e i caffè – con le loro connotazioni sociali, il dialetto a contrappuntare la lingua, i colori i profumi i sapori, la musica e i balli, le feste di quartiere, la fede popolare vissuta tra processioni, messe e culto delle cone…

I fatti di cronaca e le partite del Siracusa si mescolano ai coriandoli del “festivallu”, alle tragedie dell’INDA, alle corse del circuito, agli stabilimenti balneari, al miracolo del 1953 e a quello economico che sconvolse il sistema produttivo e urbanistico oltre che l’intero tessuto culturale e sociale della città, alle notazioni sapide su moralità e valori.

Non mancano i riferimenti all’antico passato di Siracusa, costantemente raffrontato al presente che ha spesso tradito la grandezza delle memorie.

“’U nannu” Randazzo narra i suoi “cunti” alle nuove generazioni, immemori e smemorate, rievocando, rammentando, ricucendo gli strappi nella tela del tempo: “Purtroppu a Sarausa, ma nun sulu, ni manca ‘a memoria, o na ma scuddatu ‘u passatu”.

Il volume si chiude con un utile glossario siracusano: giorno 17 gennaio è stata celebrata la Giornata nazionale del dialetto e ci sembra doveroso divulgare storie e opere che valorizzino le nostre radici anche linguistiche.

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=3509:biblioteca-comunale-bella-bella-e-impossibile&catid=15:attualita&Itemid=139

Biblioteca comunale bella, bella e impossibile

Maria Lucia Riccioli
Lunedì, 21 Gennaio 2019 07:34

C’è troppo freddo, niente wi-fi, ascensore guasto, orari di apertura inadeguati per studenti. L’Urban Center (ex sala Randone) di via Nino Bixio potrebbe esserne il prolungamento

 

La Civetta di Minerva, 12 gennaio 2019

“Fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro un inverno dello spirito che, da molti indizi, mio malgrado, vedo venire”. Così scriveva Marguerite Yourcenar in “Memorie di Adriano”.

L’inverno però, oltre ad essere una stagione dello spirito, lo è innanzitutto in senso meteorologico e la nostra Biblioteca comunale di via dei Santi Coronati – che, ricordiamo ai nostri lettori, venne costituita nel 1867 con il materiale librario delle congregazioni religiose soppresse, arricchito poi con le raccolte dell’ex Gabinetto di storia letteraria e del Consiglio agrario, oltre che con donazioni (Fondo Gubernale e Carpinteri-Rio), lasciti e acquisti; custodisce una notevole raccolta di manoscritti sul Risorgimento come le lettere del Pancali, di Emanuele Giaracà e di Luigi Greco Cassia, i Privilegi e diplomi di Siracusa e “Le consuetudini di Siracusa” di G. Perno (1429), incunaboli, cinquecentine e volumi in pergamena del 1600 e del 1700 – patisce anche il freddo della stagione: personale ed utenti non possono contare sul riscaldamento.

Altri non meno gravi motivi di disagio sono l’ascensore guasto da mesi – pensiamo alle difficoltà per i visitatori anziani o diversamente abili, che dovrebbero essere portati su a braccia – e la mancanza del collegamento wi-fi, che risulta oggi necessario sia per le ricerche in rete che per attirare la fascia dei lettori più giovani (suggeriamo anche che sarebbe auspicabile modificare l’orario di apertura della biblioteca per permetterne la fruizione agli studenti, cui non possono bastare le poche ore delle due aperture pomeridiane settimanali).

Speriamo nella sensibilità della nostra amministrazione per favorire le attività della biblioteca, che comunque offre oltre al servizio del prestito librario quello del prestito digitale (Mlol), di cui ci siamo occupati in un precedente articolo (http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2993:nelle-biblioteche-siracusane-avviato-il-prestito-digitale&catid=17:cultura&Itemid=143), letture animate, presentazioni letterarie e laboratori di varie tipologie tenuti da volontari che credono nel valore della conoscenza e del fare insieme.

L’Urban center (ex sala Randone) di via Nino Bixio (che ha recentemente ospitato, tra l’altro, l’incontro con Catena Fiorello e il Festival dell’educazione, sulle orme di Pino Pennisi) potrà essere sempre di più il prolungamento della biblioteca comunale fuori dall’isola di Ortigia; pensando al nucleo originario della biblioteca; ricordiamo che a dicembre è stata inaugurata la storica sede della Biblioteca Comunale di Siracusa in via San Pietro in Ortigia dopo un accurato lavoro di ristrutturazione per ospitare il Fondo antico, recentemente restaurato: si auspica che il fondo sia presto fruibile nuovamente da parte di studiosi, visitatori e studenti.

 

 

 

 

LA CIVETTA DI MINERVA del 23 febbraio 2019

23 sabato Feb 2019

Posted by mlriccioli in Eventi culturali, Letteratura, Musica, scuola

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ABI, Alfredo Polizzano, Antonio Famà, Antonio Ligabue, Antonio Randazzo, Arte Irregolare, Artigia, “ACCOLLA (e il cavallino rosso a Siracusa)”, “Faccia Gialla”, “Fuori Serie”, “La bestia nel grano”, Benedetto Speranza, Biblioteca comunale di Canicattini Bagni, Caravaggio, Cineteatro Aurora, CineTeatro Italia, Concetto Gilè, Corrado Brancato, Cumeddia siracusana, Daniela Rosi, epistolario, Exibart, Fabio Santopietro, Frigoriferi Milanesi, Il Club di Jane Austen, Il fatto quotidiano, Jane Austen, K-ROCK Film Studio, Karen Joy Fowlet, La Civetta di Minerva, Libreria Fenice, Maria Sequenzia, Marina Mander, Ortigia, Palazzo Barolo, Paola Cappè, Paolo Boriani, Roberto Saviano, Salvo Sequenzia, Siracusa, Sortino, Stefano Vaccaro, The Jane Austen Book Club, Vinicio Capossela

In edicola il nuovo numero de LA CIVETTA DI MINERVA!

Ecco la locandina…

L'immagine può contenere: 4 persone, tra cui Michelangelo Giansiracusa, persone che sorridono

Caro lettore,

Il quindicinale La Civetta di Minerva è impegnato nella difesa dell’ambiente e del territorio, dei diritti civili, della legalità, dello sviluppo economico ecosostenibile, di una società inclusiva e solidale.

Editore del giornale è l’Associazione Culturale Minerva autofinanziata dai giornalisti e da alcuni soci, tutti insieme impegnati a sostenere una sfida coraggiosa e difficilissima, soprattutto in una provincia come la nostra dove è difficile poter affermare le proprie idee senza alcun timore, a dare la parola a chi non ce l’ha e pubblicare inchieste e notizie che non si trovano sui giornali di maggiore diffusione.

Oggi il giornale si trova in grave crisi economica e l’autosostentamento tra soci e giornalisti non basta più. Ritorniamo in edicola, dopo la pausa estiva, ma non sappiamo garantire per quanto tempo ancora. Chiediamo, pertanto, a quanti apprezzano il nostro modo di fare informazione di aiutarci. L’appello è rivolto sia alle Associazioni ai Movimenti di impegno sociale e civile (ai quali ci offriamo come loro voce e sicuro alleato) sia alle singole individualità che apprezzano il nostro lavoro e ci trovano in edicola. A tutti chiediamo di sottoscrivere un abbonamento annuale (Sostenitore, di almeno 50 euro oppure Ordinario di 25 euro). In cambio promettiamo il nostro rinnovato impegno di cronisti scrupolosi e intellettualmente onesti e l’attenzione verso le loro istanze insieme al piccolo privilegio di poter ricevere il giornale per posta, direttamente a casa, invece di ritirarlo in edicola. Ci rivolgiamo inoltre agli operatori economici, a chi gestisce un’attività commerciale: siamo disponibili ad offrire spazi pubblicitari e redazionali a prezzi veramente contenuti.

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La Libreria Fenice di Catania dà il via al Club Jane Austen

REDAZIONE CIVETTA
Sabato, 23 Febbraio 2019 11:39

Il primo incontro con la nostra Maria Lucia Riccioli sull’epistolario della scrittrice. Nei successivi si spazierà dalla musica alla danza, dall’educazione all’etichetta, viaggi…

 

La Civetta di Minerva, 9 febbraio 2019

La fama di Jane Austen, scrittrice inglese vissuta tra il 1775 e il 1817, sembra essere imperitura: non si contano ormai gli adattamenti teatrali e cinematografici dei suoi romanzi o i biopic sulla sua vita; graphic novel, fan fiction, fumetti e riviste legate al mondo Regency (l’epoca della Reggenza in cui visse e operò l’autrice), siti Internet, festival come quello di Bath, pagine Facebook e account Twitter e Instagram pullulano di richiami al modo di vestire, di parlare, di mangiare danzare corteggiare evocato da “Orgoglio e pregiudizio”, “Ragione e sentimento”, “Emma”, “Mansfield Park”, “L’abbazia di Northanger” e “Persuasione”, oltre che dagli scritti minori e giovanili della Austen e dell’epistolario.

Già, le lettere. Proprio dalle lettere di Jane Austen parte la nuova avventura della Libreria Fenice: dare il via al primo Club di Jane Austen a Catania (ricordiamo, tra l’altro, che Karen Joy Fowlet ha scritto un fortunato romanzo trasposto sul grande schermo intitolato proprio “The Jane Austen Book Club”). Il 12 febbraio, infatti, alle ore 18, la Libreria di Alfredo Polizzano (che nella sua libreria dall’aria vintage e steampunk organizza e ospita presentazioni letterarie, incontri di poesia, trasmissioni radiofoniche, letture in lingua inglese guidate da Antonio Famà, appuntamenti dedicati alla lettura dei classici accompagnati da biscotti e tè come nei salotti d’antan) ospiterà il primo incontro dedicato ad approfondire non solo le opere della grande scrittrice inglese ma anche il suo mondo. Gli appuntamenti dedicati alla Austen saranno caratterizzati, di volta in volta, da un tema: dalla musica alla danza, dall’educazione all’etichetta, dalla storia alla politica, dalla società ai viaggi.

Ospite e guida sul tema dell’epistolario sarà la scrittrice e docente, nonché appassionata di Jane Austen, Maria Lucia Riccioli, che sull’autrice inglese ha scritto alcuni racconti e recensioni e che insieme alla pianista Donatella Motta ha ideato e portato in scena un recital sulla Austen rappresentato presso la Biblioteca comunale di Canicattini Bagni (SR) e presso il Cineteatro Italia di Sortino (SR), grazie all’interessamento appassionato delle bibliotecarie Paola Cappè (tra l’altro presidente dell’ABI Sicilia, l’associazione che riunisce i bibliotecari italiani) e Maria Sequenzia e all’impegno del I Istituto comprensivo di Sortino, il “G.M. Columba”).

L’incontro del 12 febbraio avrà quindi per tema le lettere. Partendo dalla corrispondenza della Austen scopriremo come funzionava la corrispondenza nella sua epoca, e quanto fosse differente dalla nostra idea di “lettera”. Indagheremo come tra pagine dedicate a balli e mise, cugini, fratelli, nipoti, corteggiatori, piatti da cucinare e fastidi domestici, la Austen riveli sempre la propria vena ironica e la propria penna di disegnatrice di caratteri e come riesca a manifestare la propria idea di scrittura.

Preparate carta penna e calamaio: si parte!

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=3586:salvatore-accolla-il-ligabue-di-siracusa-su-di-lui-un-docufilm&catid=17&Itemid=143

Salvatore Accolla, il Ligabue di Siracusa. Su di lui un docufilm

MARIA LUCIA RICCIOLI
Giovedì, 21 Febbraio 2019 19:39

Ne scrivono giornali nazionali e quotati critici. C’è in questo figlio di Ortigia, pittore autodidatta e uomo semplice, un frammento dell’anima di questa città

 

La Civetta di Minerva, 9 febbraio 2019

Riconoscibilissimo ormai il suo stile: barche e cavallini rossi e quelle pennellate dai colori vivaci e netti richiamano ormai il nome di Salvatore Accolla. Tra l’altro, da qualche mese anche le barriere new jersey che fanno parte integrante dell’arredo urbano di Ortigia sono diventate delle vere e proprie opere d’arte grazie ai pennelli dell’artista.

Classe 1946, il Ligabue di Siracusa (al pittore ormai definito espressionista, superata l’iniziale etichetta di naïf, lo accomunano le sofferenze e le fragilità psichiche oltre che l’arte) che ama Gauguin e Van Gogh, proviene da una famiglia di pescatori e sono proprio le atmosfere del mare di Ortigia, filtrate dalla sua sensibilità, le protagoniste delle sue opere.

L’interesse di un giornalista de Il Fatto Quotidiano, di Exibart, della critica veronese Daniela Rosi, curatrice internazionale di Arte Irregolare che lo seleziona per la sua prima grande mostra torinese a Palazzo Barolo, “Fuori Serie” e l’impegno del gallerista Benedetto Speranza (invitiamo i nostri lettori a visitare Artigia, l’atelier di via Resalibera, oltre che il sito http://www.artigia.eu), che lo fa conoscere e lo sostiene, hanno fatto sì che Accolla abbia superato l’ambito locale (i nostri Concetto Gilè e il compianto Corrado Brancato, oltre che Salvo Sequenzia e Antonio Randazzo, tra gli altri, gli hanno dato spazio e attenzione critica) e soprattutto abbia travalicato lo stigma socio-culturale che colpì anche “Al Matt” Ligabue: è stato realizzato un docufilm sulla sua vita e la sua pittura intitolato “ACCOLLA (e il cavallino rosso a Siracusa)”. Regista ne è Paolo Boriani (al suo settimo film, dopo “Faccia Gialla”, il primo film con e su Roberto Saviano e l’ultimo videoclip di Vinicio Capossela, “La bestia nel grano”), che lo ha anche prodotto insieme a K-ROCK Film Studio. Il 30 novembre il film è stato presentato ai “Frigoriferi Milanesi” con Marina Mander e Fabio Santopietro a condurre un dibattito dopo la proiezione, mentre il 6 febbraio scorso il film è stato presentato in anteprima presso il Cineteatro Aurora di Belvedere; i primi 44 acquirenti hanno ricevuto in omaggio una locandina del docufilm con un’opera del maestro Accolla sul retro che rappresenta due colombe.

I vicoli di Ortigia, i volti geometrici cristallizzati in un grido, i tratti metafisici, la firma che fa tutt’uno con l’opera fanno dei dipinti di Accolla un qualcosa in più rispetto alle opere comprate a pochi euro per arredare uno studio o le pareti di un corridoio o per fare da souvenir dopo una visita distratta alle bellezze di Siracusa: se è vero che lo Spirito soffia dove vuole, in questo figlio di Ortigia, pittore autodidatta e uomo semplice è possibile trovare un frammento dell’anima di Siracusa.

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=3588:la-libreria-fenice-di-catania-da-il-via-al-club-jane-austen&catid=17&Itemid=143

 

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=3538:u-nannu-randazzo-narra-i-suoi-cunti-alle-nuove-generazioni&catid=17&Itemid=143

U nannu Randazzo narra i suoi “cunti” alle nuove generazioni

MARIA LUCIA RICCIOLI
Martedì, 05 Febbraio 2019 12:50

In “Cumeddia siracusana” in siciliano parlato, anzi parlatissimo, l’autore – già carabiniere, artista poliedrico, benefattore, cultore delle antiche memorie, ripercorre storie e luoghi

 

La Civetta di Minerva, 26 gennaio 2019

Il siracusano che si trovasse a passare per la via Agostino Scilla, all’altezza del civico 29 troverebbe un’associazione culturale del tutto sui generis, ovvero il Cenacolo della siracusanità, un luogo del tutto scevro di intellettualismi, dove non sono necessarie tessere o bandiere di qualsivoglia colore ma il desiderio di incontrarsi e parlare di tutto e di niente. Anima ne è Antonio Randazzo, “una vita per fare, vivere volendo e dire facendo”, secondo le sue stesse parole: figlio di Ortigia, “ ‘u scogghiu” di Siracusa, carabiniere in pensione (tra l’altro ha ricevuto varie benemerenze come quella di “Angelo del fango” in occasione del servizio prestato durante l’alluvione di Firenze del 1966), artista del legno (notevoli le sue sculture, che sarebbe disposto a donare al Comune di Siracusa qualora trovassero degna collocazione; ricordiamo i suoi lavori per la Parrocchia di Bosco Minniti di Siracusa, tanto per citarne alcuni), gestisce un sito documentatissimo, imprescindibile per chi desideri immergersi nelle memorie siracusane, nella storia e archeologia del nostro territorio, nelle nostre radici etniche e antropologiche: www.antoniorandazzo.it è una miniera di testi immagini curiosità.

Insieme ad Ermanno Adorno si è fatto promotore di una lodevole iniziativa per il recupero della lapide commemorativa del sisma del 1693 e datata 1696, sita in via Cavour; le sue opere editoriali non hanno mai fine di lucro ma il ricavato della loro vendita viene sempre destinato a fini benefici, come nel caso di “Cumeddia siracusana – I cunti ro nannu”, presentato nell’ottobre scorso presso l’Urban center (ci ripromettiamo di dedicare un pezzo anche alla meritoria traduzione del saggio di Hans-Peter Drögemuller “Siracusa – Storia e topografia di una città greca”).

Tornando a “Cumeddia siracusana”, scritto in un siciliano parlato, parlatissimo, riprodotto il più possibile foneticamente, Randazzo si lascia andare alle memorie personali e familiari, alla nostalgia per una Siracusa d’antan, più povera materialmente ma forse più ricca umanamente e culturalmente in senso lato: alla perdita del senso del tempo e delle sue stratificazioni, tipica delle generazioni “liquide”, diremmo con Bauman, che non sanno collocare diacronicamente la propria presenza, il proprio stare, ri-manere in un luogo così denso di cultura e Storia oltre che di storie (quelle dei singoli individui, delle corporazioni, delle classi sociali…) come Siracusa, Randazzo oppone il suo personale esercizio di memoria.

Così sfilano davanti ai nostri occhi le ferite della Siracusa bombardata durante l’ultima guerra, Ortigia e i suoi rioni, la via Gargallo con i suoi cuttigghi e le sue putìe, il salotto buono della città, il porto, le trattorie e i caffè – con le loro connotazioni sociali, il dialetto a contrappuntare la lingua, i colori i profumi i sapori, la musica e i balli, le feste di quartiere, la fede popolare vissuta tra processioni, messe e culto delle cone…

I fatti di cronaca e le partite del Siracusa si mescolano ai coriandoli del “festivallu”, alle tragedie dell’INDA, alle corse del circuito, agli stabilimenti balneari, al miracolo del 1953 e a quello economico che sconvolse il sistema produttivo e urbanistico oltre che l’intero tessuto culturale e sociale della città, alle notazioni sapide su moralità e valori.

Non mancano i riferimenti all’antico passato di Siracusa, costantemente raffrontato al presente che ha spesso tradito la grandezza delle memorie.

“’U nannu” Randazzo narra i suoi “cunti” alle nuove generazioni, immemori e smemorate, rievocando, rammentando, ricucendo gli strappi nella tela del tempo: “Purtroppu a Sarausa, ma nun sulu, ni manca ‘a memoria, o na ma scuddatu ‘u passatu”.

Il volume si chiude con un utile glossario siracusano: giorno 17 gennaio è stata celebrata la Giornata nazionale del dialetto e ci sembra doveroso divulgare storie e opere che valorizzino le nostre radici anche linguistiche.

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=3509:biblioteca-comunale-bella-bella-e-impossibile&catid=15:attualita&Itemid=139

Biblioteca comunale bella, bella e impossibile

Maria Lucia Riccioli
Lunedì, 21 Gennaio 2019 07:34

C’è troppo freddo, niente wi-fi, ascensore guasto, orari di apertura inadeguati per studenti. L’Urban Center (ex sala Randone) di via Nino Bixio potrebbe esserne il prolungamento

 

La Civetta di Minerva, 12 gennaio 2019

“Fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro un inverno dello spirito che, da molti indizi, mio malgrado, vedo venire”. Così scriveva Marguerite Yourcenar in “Memorie di Adriano”.

L’inverno però, oltre ad essere una stagione dello spirito, lo è innanzitutto in senso meteorologico e la nostra Biblioteca comunale di via dei Santi Coronati – che, ricordiamo ai nostri lettori, venne costituita nel 1867 con il materiale librario delle congregazioni religiose soppresse, arricchito poi con le raccolte dell’ex Gabinetto di storia letteraria e del Consiglio agrario, oltre che con donazioni (Fondo Gubernale e Carpinteri-Rio), lasciti e acquisti; custodisce una notevole raccolta di manoscritti sul Risorgimento come le lettere del Pancali, di Emanuele Giaracà e di Luigi Greco Cassia, i Privilegi e diplomi di Siracusa e “Le consuetudini di Siracusa” di G. Perno (1429), incunaboli, cinquecentine e volumi in pergamena del 1600 e del 1700 – patisce anche il freddo della stagione: personale ed utenti non possono contare sul riscaldamento.

Altri non meno gravi motivi di disagio sono l’ascensore guasto da mesi – pensiamo alle difficoltà per i visitatori anziani o diversamente abili, che dovrebbero essere portati su a braccia – e la mancanza del collegamento wi-fi, che risulta oggi necessario sia per le ricerche in rete che per attirare la fascia dei lettori più giovani (suggeriamo anche che sarebbe auspicabile modificare l’orario di apertura della biblioteca per permetterne la fruizione agli studenti, cui non possono bastare le poche ore delle due aperture pomeridiane settimanali).

Speriamo nella sensibilità della nostra amministrazione per favorire le attività della biblioteca, che comunque offre oltre al servizio del prestito librario quello del prestito digitale (Mlol), di cui ci siamo occupati in un precedente articolo (http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2993:nelle-biblioteche-siracusane-avviato-il-prestito-digitale&catid=17:cultura&Itemid=143), letture animate, presentazioni letterarie e laboratori di varie tipologie tenuti da volontari che credono nel valore della conoscenza e del fare insieme.

L’Urban center (ex sala Randone) di via Nino Bixio (che ha recentemente ospitato, tra l’altro, l’incontro con Catena Fiorello e il Festival dell’educazione, sulle orme di Pino Pennisi) potrà essere sempre di più il prolungamento della biblioteca comunale fuori dall’isola di Ortigia; pensando al nucleo originario della biblioteca; ricordiamo che a dicembre è stata inaugurata la storica sede della Biblioteca Comunale di Siracusa in via San Pietro in Ortigia dopo un accurato lavoro di ristrutturazione per ospitare il Fondo antico, recentemente restaurato: si auspica che il fondo sia presto fruibile nuovamente da parte di studiosi, visitatori e studenti.

 

 

 

 

The Jane Austen Book Club… a Catania!

11 lunedì Feb 2019

Posted by mlriccioli in Eventi culturali, Letteratura, Musica

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L’orgoglio si riferisce all’opinione che abbiamo di noi stessi, la vanità a ciò che vorremmo gli altri pensassero di noi.

JANE AUSTEN

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Libreria Fenice· 

Un nuovo anno che porta tantissime novità, molti progetti stanno per cominciare, come il nuovo Il Club di Jane Austen: Lettere e il Salotto Poetico: forza creatrice o distruttiva?
I Gruppi di lettura alla Libreria Fenice continuano sempre più entusiasmanti e numerosi e molte “grosse” novità nei prossimi mesi. La nostra Fenice sta cominciando a volare alto!

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https://www.facebook.com/events/590527161407974/ (l’evento Facebook)

Una nuova avventura da il via al primo Club di Jane Austen a Catania.
Un pomeriggio dedicato non solo agli appassionati della grande scrittrice inglese ma ad approfondire il “suo” mondo.

Un appuntamento mensile alla Libreria Fenice caratterizzato, di volta in volta, da un tema: dalla musica alla danza, dall’educazione all’etichetta, dalla storia alla politica, dalla società ai viaggi.
Ospite e guida su questo argomento sarà la scrittrice, docente e drammaturga, nonché appassionata di Jane Austen Maria Lucia Riccioli

Il primo incontro avrà per tema le lettere. Partendo dalla corrispondenza della Austen scopriremo come funzionava la corrispondenza nella sua epoca, e quanto fosse differente dalla nostra idea di “lettera”.
Preparate carta penna e calamaio: Si parte!

Vi aspettiamo tutti… e qui del materiale sul recital sulla Austen che ho allestito insieme all’amica pianista Donatella Motta…

Successo al Cineteatro Italia di Sortino per lo spettacolo VI PRESENTO JANE AUSTEN.

Io e Donatella Motta ci siamo tanto divertite ad impersonare Lizzy – oltre che Jane Austen – e Mr. Darcy!
Un plauso particolare non solo alla dottoressa Maria Sequenzia, della biblioteca comunale di Sortino intitolata ad Andrea Gurciullo, che ha voluto fortemente l’evento, ma anche alle colleghe del I Istituto comprensivo “G. M. Columba” di Sortino e ai loro alunni, oltre che al service, da elogiare per la professionalità.

I ragazzi hanno presentato delle schede – clip in PowerPoint da loro stessi realizzate e commentate – sull’autrice, il periodo storico in cui visse, le correnti culturali e artistiche che attraversarono il periodo tra Settecento e Ottocento in cui la Austen operò, sui suoi romanzi – e perfino recitato in inglese una parte di PRIDE AND PREJUDICE (un gustoso dialogo tra Mr. e Mrs. Bennet).

L’incontro è stato reso possibile dal Comune di Sortino in collaborazione con la Dirigente scolastica Dott.ssa Gloriana Russitto e la Dott.ssa Maria Immacolata Sequenzia, responsabile della Biblioteca comunale.

Referenti del progetto, le docenti Eloisa Manca, Roberta Pane, Liliana Passamonte, Antonino Reitano.

L’incontro è stato introdotto dagli interventi di Pia Parlato, presidente del Consiglio comunale, Sebastian Custode, assessore all’Istruzione, Maria Sequenzia, Roberta Pane e Lisa Manca.

Un ringraziamento doveroso alla professionalità di GieFFE Service – RCF Sound culture (audio – video – luci).

Ecco le parole della dottoressa Sequenzia:

Nel salotto di Jane Austen con la voce della scrittrice M.Lucia Riccioli e la musica del maestro Donatella Motta si sono celebrati le parole, la letteratura, i libri che non tramonteranno mai,
Grazie all’Amministrazione comunale, all’Assessore ai beni culturali Sebastian Custode, alla prof.ssa Lisa Manca, alla prof.ssa Roberta Pane, ai ragazzi del I° Istituto Comprensivo “G.M. Columba”.
Si è realizzato un progetto comune didatticamente formativo che, nel contempo, ci ha deliziati con una stupenda serata.

Grazie!

L'immagine può contenere: una o più persone e spazio al chiuso

Incontro letterario-musicale al CineTeatro Italia a Sortino. L’evento è organizzato dal Comune di Sortino in collaborazione con la Biblioteca Comunale ”Andrea Gurciullo” e il ”1° I.C. ”G.M. Columba”.

https://allevents.in/provincia%20di%20siracusa/vi-presento-jane-austen/762078164002188

 

Uno splendido evento che coniuga comunità, scuola e cultura… grazie a Maria Sequenzia e Lisa Manca, oltre che alla Commissione cultura del Comune di Sortino, sindaco Vincenzo Parlato.

L’evento Facebook…

https://www.facebook.com/events/762078164002188/

Io e la pianista Donatella Motta siamo felici di riproporre il recital che ha debuttato lo scorso 11 luglio a Canicattini Bagni (SR)…

Ecco un flashback per chi se lo fosse perso… insieme ad altro materiale austeniano!

(Vedi anche il numero de LA CIVETTA DI MINERVA uscito il 30 giugno 2017).

Una splendida esperienza austeniana inserita in questo festival…

Risultati immagini per canicattini + austen

La Biblioteca Agnello ha organizzato interessanti attività per i bambini e gli adulti per un’estate all’insegna del divertimento e dei grandi temi culturali.

MARTEDÌ 11 LUGLIO
• ore 18.30: Aperitivo letterario musicale con Jane Austen, voce narrante Maria Lucia Riccioli, accompagnamento musicale Donatella Motta
MARTEDÌ 18 LUGLIO
• ore 16.00: Un’estate da giocare
GIOVEDÌ 3 AGOSTO
• ore 18.30: Aperitivo letterario con Pierpaolo Pasolini raccontato attraverso i colori e le fotografie, voce narrante Alessia Lorefice
VENERDÌ 11 AGOSTO
• ore 18.30: Presentazione del libro I doni degli Dei di Giusi Norcia, Verbavolant Edizioni.
• Proiezione del cortometraggio Qualcosa da dirti, vincitore premio “A corto di libri”
MARTEDÌ 22 AGOSTO
• ore 16.00: Un’estate da giocare

Duecento anni e non sentirli…

Sono trascorsi duecento anni da quel 18 luglio 1817, quando morì la grandissima scrittrice inglese Jane Austen.

Come vedete, la Biblioteca di Canicattini Bagni (SR) all’interno della propria programmazione estiva ha inserito un omaggio a Jane Austen!

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Aperitivo letterario musicale con Jane Austen, voce narrante Maria Lucia Riccioli, accompagnamento musicale Donatella Motta.

L’omaggio a Jane Austen, nel secondo centenario della sua morte, è un evento a ingresso libero rivolto a tutti gli appassionati della Austen.
Se volete rivivere le parole di una delle più grandi scrittici della storia della letteratura non potete farvi sfuggire questa serata all’insegna della cultura e della figura femminile.

Un aperitivo concluderà l’incontro

Info
3343418435

https://www.facebook.com/events/687756681396678/?acontext=%7B%22ref%22%3A%2222%22%2C%22feed_story_type%22%3A%2222%22%2C%22action_history%22%3A%22null%22%7D&pnref=story (ecco l’evento Facebook)

Ecco qualche foto e un video del bellissimo pomeriggio letterario all’insegna delle eroine austeniane!

Grazie davvero alla dottoressa Paola Cappè per aver realizzato il nostro sogno… quello di omaggiare Jane Austen leggendo qualcuna delle sue pagine e immergendoci nell’atmosfera musicale dell’epoca Regency…

Maria Lucia Riccioli voce narrante e Donatella Motta pianista protagoniste alla Biblioteca Agnello di Canicattini Bagni per l’omaggio a Jane Austen.

Ieri pomeriggio una fantastica rilettura di Jane Austen realizzata da Maria Lucia Riccioli accompagnata al pianoforte da Donatella Motta.
Interpretazione originale , interessante , coinvolgente,
Bravissime !!!!

SILENT WORSHIP, di G.F. Haendel… quale pezzo migliore per parlare di EMMA?

Ringrazio della presenza Tiziana Urso (le amiche di Facebook esistono davvero e vengono a trovarti! Molto orgogliosa, ma con pochi pregiudizi 😉 ) e Maria Sequenzia, oltre ai meravigliosi ragazzi del servizio civile…

E adesso altro materiale che mi riguarda a proposito di una delle mie autrici del cuore…

http://www.letteratu.it/2013/12/16/lady-susan/

Su LETTERATU abbiamo ricordato la grandissima Jane Austen con la mia recensione di LADY SUSAN, romanzo epistolare giovanile della scrittrice, nata il 16 dicembre 1775.

E poi, tanto per rinfrescarci la memoria, un articolo mio dell’anno precedente:

IL COMPLEANNO DI JANE

La canonica era immersa nel silenzio. Il verde pendio sul retro della casa era una coltre buia e fredda.

La ragazza rabbrividì e ravvolse la coperta più strettamente sulla vestina da notte.

Ancora poche ore e il sole sarebbe sorto sul giorno del suo compleanno.

Riusciva quasi a vederli, il babbo e la mamma, sorpresi ma non troppo di trovarla alzata di buon mattino, pronti a darle il bacio d’augurio. Cassy avrebbe fatto un pudding o una delle sue torte fantasia. E la giornata sarebbe trascorsa così, tra una canzone al pianoforte, uno scherzo dei suoi fratelli, le faccende domestiche, il sermone di papà ancora da scrivere, la casa da preparare per i giorni di festa di là da venire. Bel giorno, il 16 dicembre, per venire al mondo. Troppo freddo per uscire e il Santo Natale alle porte.

Un tempo ideale per leggere. Finirò Gilpin. O meglio la Barney.

Ma non si era alzata per terminare l’ennesimo libro.

I quaderni reclamavano la sua attenzione.

Intinse la penna nella boccetta d’inchiostro e per un tempo indefinito – si fece giorno, il sole filtrò dalla siepe e batté alla finestra per augurarle buon giorno e buon compleanno, il reverendo Austen la vide intenta a scrivere e le carezzò la testa prima di abbracciarla – non ebbe più freddo né sonno, né riuscì a pensare al ballo di Natale o alla torta di Cassandra, alla mamma che le avrebbe rimproverato l’alzataccia.

Era a Lesley Castle, riviveva le avventure di “Love and Freindship”, palpitava per Catherine. Riandava con gli occhi e la mente ai suoi primi imparaticci e affrontava i nodi delle nuove storie.

Aveva iniziato per divertire se stessa, Charles e tutti gli Austen, e non aveva intenzione di smettere.

ACQUISTATE IN EDICOLA “LA CIVETTA DI MINERVA” DEL 30 GIUGNO!

TROVERETE ANCHE UN MIO ARTICOLO SULLA AUSTEN…

Due parole sulla Biblioteca “Giuseppe Agnello” di Canicattini Bagni (SR)…

L’evento su Jane Austen è stato fortemente voluto dalla dottoressa Paola Cappè, impegnata nel diffondere l’amore per i libri e la lettura (basti pensare alla recente premiazione al Salone del Libro di Torino nella sezione soggetto della nona edizione di A corto di libri del corto Qualcosa da dirti di Francesco Cultrera girato proprio nella biblioteca Agnello di Canicattini Bagni.

Ecco il link al video…

https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=3&cad=rja&uact=8&ved=0ahUKEwjD2-7ukfnUAhXIKlAKHftdBFsQtwIINDAC&url=https%3A%2F%2Fwww.youtube.com%2Fwatch%3Fv%3DqMgN8PiKaNo&usg=AFQjCNEbcSHnKxK2oV2gGMgZu2YTLxbGwg

Let’s play…

Trovate 25 residenze citate dalla Austen nei suoi romanzi…

Ed ecco la locandina di PRIDE AND PREJUDICE con Keira Knightley.

Risultati immagini

Un suggerimento che devo a Michelle Messina Reale, thanks dear!

https://www.theguardian.com/books/audio/2017/jul/18/sara-pascoe-and-lucy-worsley-on-jane-austen-books-podcast

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