• About

Maria Lucia Riccioli

~ La Bellezza salverà il mondo (F. Dostoevskij).

Maria Lucia Riccioli

Archivi tag: Sguardi plurali

Mariannina Coffa e la Patria

02 martedì Nov 2021

Posted by mlriccioli in Eventi culturali, Letteratura

≈ Lascia un commento

Tag

Mariannina Coffa, Marinella Fiume, Matria, Noto, Patria, poetessa, Ragusa, repubblica, Risorgimento, Sguardi plurali, Spagna, vate, Voglio il mio cielo

Marinella Fiume, docente, studiosa, scrittrice – la sua bibliografia spazia dai saggi ai romanzi alle curatele – in un periodo in cui il concetto di Patria viene messo in discussione, in cui i valori legati al patriottismo sembrano obsoleti, in cui emerge la definizione di Matria, ci offre una riflessione sulla visione che la poetessa e patriota netina Mariannina Coffa aveva della Patria, visione personalissima e per certi versi divergente: la stessa Mariannina, da enfant prodige improvvisatrice e stella dei salotti, da vate con la missione di incitare alla lotta risorgimentale tramite la parola, maturerà una visione diversa.

(Ri)scopriamo così una poetessa e un’intellettuale risorgimentale sì, ma sui generis.

Non mi pare inutile rifletterci su, pensando anche al 4 novembre 2021, giornata in cui si commemoreranno i 100 anni del Milite ignoto, il soldato senza nome che divenne il figlio dell’Italia intera, e la signora Maria Bergamas, la Mater dolorosa che scelse la salma tra 11 bare perché rappresentasse i 650000 caduti della I guerra mondiale.

Il poeta ha una Patria? La sua è soltanto la Repubblica delle Lettere o molto di più? Qual è il cielo cui aspirare?

Ecco le domande cui Mariannina Coffa ha risposto e le riflessioni di Marinella Fiume in proposito, con la doverosa contestualizzazione storica.

Qui l’articolo uscito su LA SICILIA domenica scorsa.

Nessuna descrizione disponibile.

 

Sibilla arcana mariannina coffa (1841-1878) nuovo | 290

 

Marianna Coffa. Sguardi plurali - - Libro - Mondadori Store

Ritrovo nell’archivio del mio blog dei link a materiale vario che ho il piacere di riproporre:

TuttosuNoto ci propone la prima giornata del convegno SGUARDI PLURALI dedicato alla figura e all’opera della poetessa e patriota netina Mariannina Coffa Caruso:

 

Qui invece l’intervista realizzata da Vincenzo Rosana per TuttosuNoto in occasione del convegno SGUARDI PLURALI dedicato alla poetessa e patriota netina Mariannina Coffa Caruso: l’assessora Cettina Raudino parla di questa splendida iniziativa.
Sono stata onorata, il pomeriggio del 7 novembre 2014, di prendervi parte in qualità di moderatrice dialogando con Marinella Fiume e Biagio Iacono sul loro ultimo lavoro dedicato proprio alla figura della Coffa, VOGLIO IL MIO CIELO (Bonanno editore).

Ecco il programma.

Mariannina SGUARDI PLURALI programma

Ringrazio nuovamente Vincenzo Rosana e Marco Marescalco per l’attenzione e la cortesia usata nei miei riguardi.

Ecco i link per seguire TuttosuNoto:

http://www.youtube.com/user/Tuttosunoto
 
https://www.facebook.com/tuttosunoto.
 
Ringraziamo chi ha dato voce al convegno anche tramite articoli o post:
 
http://www.siracusanews.it/node/53128
 
http://www.siracusaoggi.it/o-inaugurata-la-mostra-su-mariannina-coffa-aperto-il-convegno-sguardi-plurali/
 
http://www.canale8news.it/2014/11/sguardi-plurali-per-raccontare-la-capinera-di-noto-doveroso-tributo-a-mariannina-coffa-alla-poesia-alla-donna/
 
https://marialuciariccioli.wordpress.com/2014/11/11/sguardi-plurali-seconda-giornata-marinella-fiume-lucia-sardo-maria-lucia-riccioli-a-tuttosunoto/
 

 

LA CIVETTA DI MINERVA del 25 gennaio 2020

02 domenica Feb 2020

Posted by mlriccioli in Eventi culturali, Letteratura, Musica

≈ Lascia un commento

Tag

Aldo Mantineo, Algra Editore, Andrea Pagliari, Angelo Bonomo, Antonio Amato, Antonio Pica, Antonio Raciti, approfondimenti, articoli, articolo, Bach, Barbara Pindo, Biblioteca provinciale, Brett Dpuglas Deubner, Bruno Sauza, Carmen Dollo, Cettina Raudino, Chiara Mongiovì, Claudio Ruggeri, Corelli, Corrado Sorrentino, Cristina Artale, Daniela Cavarra, Daniela Tralongo, Daniele Lorefice, Dario Giannobile, Dario Monzù, Domenico Lo Bue, Doulce Memoire, Eduardo Cannata, Egidio Ortisi, Eleonora Turco, Elio Cappuccio, Elio Tocco, Elio Vittorini, Emanuela Abbadessa, Emanuele Liali, Enrico Luca, Eugenio Bruno, Fabio Di Stefano, Fausto Renda, Federica Miceli, fotografia, Francesco Aversa, Francesco Barreca, Franco Oddo, Franco Perlasca, Gabriele Midolo, gender studies, Giambattista Bufardeci, Giancanio Sileo, Giorgia Cinciripi, Giorgio Perlasca, giornale, giornalismo, Giovanna Caggegi, Giovanni Bove, Giovanni Di Giorgio, Giovanni Fontana, Giovanni Tumminelli, Gisella Calì, Giuseppe Aliano, Giuseppe Bellofiore, Giuseppe Giardina, Giuseppe La Colla, Giuseppe Mazzarella, Ignazio Calà, Ilenia Nicolosi, IMSU, inchieste, Kevin Saragozza, La Civetta di Minerva, La voce del recensore, Larita Sarta, Laura Marchetti, Le formiche del fuoco, Lovemà, Luca Ambrosio, Luca Parmitano, Madonie Musica Antica, Marcello Bianca, Marco Brunetti, Maria Cristina Picciolini, Maria Lucia Riccioli, Mariannina Coffa, Marina De Michele, Marinella Fiume, Mario Blancato, Marisa Berretta, Martina De Sensi, Massimo Di Stefano, Massimo Tamajo, Matteo Collura, Maurizio Formati, Maurizio Randieri, Michela Di Rosa, Michele Ponzio, mostra, Mozart, news, Niccolò Vincenzo Salvia, Notabilis, OBS, Orazio Mezzio, Orchestra Barocca Siciliana, Palermo, Paola Modicano, Paolo Borrometi, Paolo Fai, Paolo Sanzaro, Piero Amara, Piero Cartosio, Piero Terracina, PP. Cappuccini, Rai3, redazione, Report, Salvatore Di Giorgio, Salvatore Di Maria, Salvatore Lorefice, Salvo Fresta, Salvo Vasile, Salvo Zappulla, Sampognaro & Pupi, Sebastiano Cristaldi, Sebastiano Gozzo, Sebastiano Pirruccio, Sebastiano Valenti, Serafiche frequenze, Sguardi plurali, Sicily Fest, Siracusa, Sistema Siracusa, Stazione spaziale internazionale, Stefania Genovese, Stefano Piazza, Valentina Sorrentino, Vespro della Beata Vergine, Vincenzo Miconi, Vivaldi, Voglio il mio cielo

Ecco la nuova prima pagina de LA CIVETTA DI MINERVA… in edicola!

Sabato 8 febbraio uscirà il nuovo numero…

L'immagine può contenere: 2 persone

Oggi il concerto finale…

Sostieni il nostro impegno: chiedilo in edicola. Per te è solo un euro, per noi un grande aiuto, per la realtà sociale un mezzo di informazione libero, unico e originale. Non fermiamo le poche voci che sono svincolate da chi decide cosa e quando bisogna sapere. L’informazione è potere. Riappropriamoci della capacità di avere un nostro strumento d’informazione. Ti aspettiamo!

Caro lettore,

Il quindicinale La Civetta di Minerva è impegnato nella difesa dell’ambiente e del territorio, dei diritti civili, della legalità, dello sviluppo economico ecosostenibile, di una società inclusiva e solidale.

Editore del giornale è l’Associazione Culturale Minerva autofinanziata dai giornalisti e da alcuni soci, tutti insieme impegnati a sostenere una sfida coraggiosa e difficilissima, soprattutto in una provincia come la nostra dove è difficile poter affermare le proprie idee senza alcun timore, a dare la parola a chi non ce l’ha e pubblicare inchieste e notizie che non si trovano sui giornali di maggiore diffusione.

Oggi il giornale si trova in grave crisi economica e l’autosostentamento tra soci e giornalisti non basta più. Ritorniamo in edicola, dopo la pausa estiva, ma non sappiamo garantire per quanto tempo ancora. Chiediamo, pertanto, a quanti apprezzano il nostro modo di fare informazione di aiutarci. L’appello è rivolto sia alle Associazioni ai Movimenti di impegno sociale e civile (ai quali ci offriamo come loro voce e sicuro alleato) sia alle singole individualità che apprezzano il nostro lavoro e ci trovano in edicola. A tutti chiediamo di sottoscrivere un abbonamento annuale (Sostenitore, di almeno 50 euro oppure Ordinario di 25 euro). In cambio promettiamo il nostro rinnovato impegno di cronisti scrupolosi e intellettualmente onesti e l’attenzione verso le loro istanze insieme al piccolo privilegio di poter ricevere il giornale per posta, direttamente a casa, invece di ritirarlo in edicola. Ci rivolgiamo inoltre agli operatori economici, a chi gestisce un’attività commerciale: siamo disponibili ad offrire spazi pubblicitari e redazionali a prezzi veramente contenuti.

Per sottoscrivere materialmente l’abbonamento si può effettuare direttamente un bonifico ad Associazione Culturale Minerva UGF Banca, Viale Teracati 304 SR   IBAN IT 37 O 03127 17100 000000000726; oppure contattandoci direttamente: cell. 3337179937 – 3331469405.

Leggete La Civetta, diffondetela, acquistatela in edicola o sostenetela con un abbonamento da regalare agli amici o sponsorizzando la vs. attività commerciale.

Grazie per l’attenzione. Con i più cordiali saluti.

Franco Oddo

Marina De Michele

Tutta la Redazione

Sono fiera, nel mio piccolo, di far parte dei collaboratori di questo giornale che dalla Sicilia, da Siracusa e dalla sua provincia, fa sentire la propria voce…
Un video di Rainews del giugno 2012…

Più giù, alcuni pezzi recenti…

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=4005:in-morte-di-piero-terracina-cittadino-onorario-di-siracusa-uomo-che-ha-guardato-in-faccia-l-inferno-di-auschwitz&catid=17&Itemid=143

In morte di Piero Terracina, cittadino onorario di Siracusa uomo che ha guardato in faccia l’inferno di Auschwitz

MARIA LUCIA RICCIOLI

Giovedì, 09 Gennaio 2020 12:33

L’8 dicembre scorso è morto a Roma Piero Terracina, uno degli ultimi testimoni della Shoah, sopravvissuto all’inferno di Auschwitz.

Forse non tutti sanno che piangiamo non solo la scomparsa di un martire di una delle pagine peggiori della Storia – e ci teniamo a ricordarlo perché i rigurgiti nazifascisti e l’antisemitismo strisciante devono farci tenere la guardia alta –, ma di un nostro concittadino, perché a Piero Terracina, oltre a quella di Palermo e di diverse altre città, era stata conferita la cittadinanza onoraria di Siracusa nel 2005, promotore Elio Tocco; ringrazio Maurizio Landieri per l’immagine reperita, per la preziosa testimonianza sulla successiva visita a Siracusa di Terracina nel 2015 e per aver recuperato la motivazione del conferimento della cittadinanza onoraria: “Il Sindaco / Avv. Giambattista Bufardeci / Onorando in / Piero Terracina / L’instancabile ambasciatore di memoria e di umanità, che / ha suscitato, nel nostro Paese, partecipata coscienza nei / confronti della Shoah, / Su proposta dell’Istituto Mediterraneo / di Studi Universitari / gli Conferisce / La Cittadinanza Onoraria di Siracusa.

Piero Terracina, sopravvissuto alla Shoah, attraverso la Sua Parola, che ha trasformato il dolore in testimonianza di vita e di speranza, ha saputo creare argini di ragione e di coscienza, nei nostri giovani, contro ogni fanatismo, intolleranza, razzismo, cause di ogni orrore. Egli ci ha insegnato che ricordare è l’unico modo per difendere il nostro futuro dagli incubi dell’odio”.

Recupero gli appunti scritti sull’onda dell’emozione del pomeriggio del 27 gennaio 2008, quando ho avuto modo di conoscere personalmente Terracina e di ascoltare la sua testimonianza e mi piace riparlarne a ridosso della festa di Hanukkah (tra l’altro sul canale per bambini Rai Gulp domenica 22 dicembre alle 15:25, andrà in onda il cortometraggio “Hanukkah-La festa delle luci”, prodotto da Rai Ragazzi e dalla Graphilm Entertainment di Roma, opera di un maestro dell’animazione italiana come Maurizio Forestieri; il film racconta la storia fantasiosa della giovane pasticciera Anna, ricorda l’origine di una delle più antiche e affascinanti feste ebraiche e sarà visibile anche su Rai Play), che per la simbologia delle luci, lo scambio dei doni, il senso dello stare insieme si può apparentare al nostro Natale.

A Siracusa, nella Chiesa di San Martino, per ricordare la figura di Monsignor Sebastiano Gozzo (che era recentemente scomparso e che aveva programmato quest’evento poco prima della sua morte), si era tenuto l’ultimo incontro della settimana dedicata alla cultura ebraica e promosso dalla Provincia Regionale di Siracusa e dall’IMSU (Istituto Mediterraneo di Studi Universitari).

Moderatore Elio Tocco, hanno offerto la propria testimonianza nel giorno della memoria (il 27 gennaio, se ci fosse ancora bisogno di ricordarlo, è dedicato dal 2000 alla memoria della Shoah) Franco Perlasca, figlio di Giorgio Perlasca, ed un sopravvissuto di Auschwitz, Piero Terracina.

Franco Perlasca ha rievocato la figura del padre, che durante la seconda guerra mondiale si trovava in Ungheria e per un rocambolesco caso del destino (destino?) si è ritrovato ad essere eroe suo malgrado. Fingendosi il nuovo ambasciatore di Spagna, è riuscito a salvare all’incirca 5200 ebrei ungheresi dalla deportazione.

Un eroe. Ma Franco Perlasca ci tiene a distinguere l’eroe dal giusto: pensiamo a Pirandello per cui è “molto più facile essere un eroe che un galantuomo. Eroi si può essere ogni tanto, galantuomini sempre”. L’azione eroica a volte viene ostentata e un singolo gesto eroico può essere perfino in contrasto con la natura profonda di un essere umano. Giorgio Perlasca, invece, come i veri giusti, ha compiuto un gesto da eroe ma quasi suo malgrado e, cessata la situazione straordinaria in cui si è trovato a scegliere il bene opponendosi con coraggio e determinazione al male, è tornato alla vita di sempre, mantenendo il silenzio anche con le persone care.

Questa storia, scritta in un memoriale di cui una copia andò al governo italiano, l’altra a quello spagnolo, che l’ignorarono completamente, sarebbe rimasta per sempre nel cassetto e nel cuore di Perlasca se non fosse accaduta una serie di fatti: un ictus, che lo portò a rivelare alla nuora e al figlio l’esistenza del memoriale, di cui però ancora una volta i familiari stessi sottovalutarono l’importanza. Perlasca, una volta guarito, come prima cosa ripose lo scritto nel cassetto. Altro motivo per cui ritenerlo un vero giusto: solo la morte imminente l’aveva indotto a quella rivelazione perché temeva che quel passato andasse perduto per sempre.

Decenni di silenzio. Poi, accade qualcosa che fa riemergere potentemente quell’atto di eroismo, di compassione, di solidarietà umana. Delle donne ungheresi, all’epoca dei fatti ragazzine, avevano cercato notizie di quell’Jorge Perlasca sedicente diplomatico spagnolo e riescono a scovarlo in Italia, a Padova, nella sua casa di Via Guglielmo Marconi 13, giusto di fronte alla basilica di Sant’Antonio da Padova.

Le donne, un po’ in ungherese, un po’ in tedesco, un po’ in italiano, un po’ nel linguaggio universale dei gesti, rievocano quella storia davanti agli occhi allibiti di Franco, che inizia finalmente a capire che suo padre Giorgio forse aveva compiuto qualcosa di veramente straordinario. Franco Perlasca racconta con garbo, perfino riesce a far sorridere, ma la commozione gli vela la voce quando narra cosa quelle donne regalarono a suo padre in segno di gratitudine. Pacchi e pacchettini dei tipici prodotti ungheresi. Quello che ogni turista porta in dono. Poi, tre oggetti. Che Franco Perlasca tuttora conserva religiosamente. Piccole povere cose cariche di un dolore indicibile. Una tazzina, un cucchiaino, un medaglione. Perlasca rifiuta. Le donne insistono. Il balletto di offerte e rifiuti si ripete per qualche minuto. Perlasca dice: “Dovete tenere voi queste cose, per lasciarle in ricordo ai vostri figli, che poi le lasceranno ai vostri nipoti”. E quelle donne, in un italiano perfetto che ha del miracoloso, gli rispondono: “Queste cose deve averle lei. Se non fosse per lei, noi non avremmo figli né nipoti”.

La storia di Perlasca inizia così a diventare conosciuta. Se ne occupano Enrico Deaglio, che dopo una lunga serie di interviste scrive “La banalità del bene” (poi uscirà anche “L’impostore”) e Giovanni Minoli con la sua trasmissione “Mixer”. La vita di Perlasca viene allo scoperto ed è tutto un susseguirsi di incontri con le scuole, di interviste, di riconoscimenti anche internazionali, alcuni preziosi e importanti. Ma quello a cui Perlasca tiene di più sta sulla scrivania del suo studiolo. Una targa consegnatagli da ragazzi di una scuola della provincia vicentina. La semplice iscrizione dice: Ad un uomo al quale vorremmo assomigliare. In un tempo mediocre, di falsi miti ed eroi, Perlasca il giusto, riconosciuto tale anche dalla commissione dello Yad Vashem in Israele, che esamina le cause di chi, non ebreo, si è comportato da giusto (e non si autopresenta ma è presentato da terzi, le cui testimonianze sono attentamente vagliate), Perlasca il giusto dicevamo, rappresenta sicuramente un modello positivo, una luce per le nuove generazioni. Un uomo che ha vissuto nel silenzio, che ha risposto con sincerità e semplicità disarmante a chi gli chiedeva come avesse fatto a compiere quell’impresa disperata: “Lei non avrebbe fatto lo stesso al posto mio?”.

Hannah Arendt, a proposito di Eichmann e altri nazisti, ha parlato di banalità del male. Il mostro, il torturatore, possono essere anche i nostri vicini di casa. Il male non ha corna né puzza di zolfo ma può avere il volto di ognuno di noi. Di chi ubbidisce agli ordini ricevuti senza discuterli. Di chi volta la faccia dall’altra parte per non essere coinvolto. Anche il bene è banale, in fondo. Un gesto semplice può salvare una vita. E come dice il Talmud, chi salva una vita salva l’universo intero.

C’è una leggenda ebrea meravigliosa. Esistono nel mondo 36 giusti, sempre. Neanche loro sanno di essere giusti, ma quando c’è da dire un sì o un no, quando c’è da prendere posizione, lo fanno e basta. Poi tornano alla vita di sempre, neanche consci loro stessi fino in fondo di aver cambiato la storia. E grazie a loro Dio non distrugge il mondo.

Vi invito a visitare il sito della fondazione intitolata a Giorgio Perlasca, dove troverete altro materiale interessantissimo – bibliografia e filmografia, storia della Shoah e vari documenti – : http://www.giorgioperlasca.it.

Dopo il racconto emozionante di Franco Perlasca – che ci narra anche del film tratto dalla vita del padre, interpretato da Luca Zingaretti, giudicato dalla moglie di Perlasca bravissimo ma molto, molto meno bello del marito… – attendiamo tutti le parole di Piero Terracina. Non è un film. È vita vissuta, sangue e lacrime. Una disperazione senza fine.

Piccolo uomo vestito di verde, ti riconosco ebreo dall’aspetto mite che Umberto Saba seppe così bene ritrarre. Occhialetti tondi a difendere gli occhi pensosi scrutati da occhi attenti, rispettosi sì, ma che indugiano su di te come su una bestia da fiera, l’animale da circo che deve fare il suo numero da deportato testimone speranzoso nonostante tutto.

Ma tu non ci stai. Da subito. “Per me non c’è stato un Giorgio Perlasca”. Voce scura, bassa e dignitosa.

E il dolore fluisce come una piena, trattenuto dalle parole ferme di chi si sa innocente eppure perseguitato, di chi è vittima e ha subito le sevizie di carnefici infernali eppure uomini come lui, unico scampato su una famiglia di otto persone.

Il male può essere banale, quotidiano. È il compagno di scuola sempre amico che ti volta le spalle e ti lascia da solo perché sei ebreo; è l’insegnante che salta il tuo nome nell’appello e ti dice che non puoi entrare in classe. “Che cosa ho fatto?” chiedi. E ti viene risposto con tre parole che uccidono la tua sensibilità, il tuo amore per lo studio, la tua innocenza di bambino di otto anni. “Perché sei ebreo”. È il traditore che consegna te e la tua famiglia per 5000 lire ciascuno – 40000 lire durante la seconda guerra mondiale sono soldi – mentre avete deciso di riunirvi per la Pasqua ebraica, finalmente insieme dopo essere stati separati perché protetti in case diverse da persone buone – i giusti senza nome – che avevano avuto pietà di voi.

Piero ha 8 anni quando vengono emanate le leggi razziali e 14 anni quando viene arrestato con i suoi dai nazisti che non hanno pietà neanche del nonno anziano. Ed è dolore infinito: il carcere di Regina Coeli – avete idea di cosa sia entrare in carcere quando si è innocenti? – dove, faccia a muro, con la consegna del silenzio, il padre di Piero, lucido profeta di ciò che sarà, intima ai figli di conservare la dignità, almeno quella. “Siate uomini”.

Ma è proprio quello che i nazisti vogliono distruggere: l’umanità di questa povera gente, stipata sul treno che parte dalla stazione Tiburtina di Roma per Fossoli, tappa intermedia del viaggio verso Auschwitz, l’inferno di un pazzo.

Niente cibo né soprattutto acqua, implorata a mani tese di stazione in stazione a gente indifferente. Piero si interrompe spesso scusandosi con noi, noi che dovremmo baciargli le mani, quelle stesse mani di ragazzo tese disperatamente dal carro bestiame di un treno, per la commozione che gli stringe la gola e che taglia la nostra. Il silenzio in chiesa è tangibile, solido e compatto. Le lacrime scendono e ci domandiamo che cosa potrebbe risarcire sofferenze così grandi. “Nemmeno uno sguardo di pietà”.

Cinque giorni cinque notti escrementi urine un bambino è nato per morire ad Auschwitz.

E l’arrivo. E la verità, subito. Di qui si esce solo per il camino.

E gli appelli, e la neve gelata da bere, che non sia troppo contaminata. E la supplica con gli occhi all’aguzzino perché affondi un’altra volta il cucchiaio nella brodaglia immonda. Qui non c’è più dignità, quella che aveva raccomandato ai figli il padre di Piero. Ma un ragazzo di quattordici anni vuole vivere, anche un giorno soltanto di più.

Piero parla e i suoi occhi sono oltre noi, fuori dal portone di questa chiesa dove lui si sente fuori posto, perché è fuori anche da questo tempo Piero, forse perché è il 27 gennaio e nel 1945 i Russi aprirono quei dannati cancelli da cui i suoi cari non sono usciti. E non c’è esultanza e non c’è scampo al senso di colpa per essere ancora vivi.

Piero non ci narra l’orrore, non ci narra la follia cieca e stupida di gente che era capace di indicibili crudeltà eppure amava la famiglia l’arte la letteratura la musica. Piero si scusa ancora. “Mi sento lì. Scusatemi, non ce la faccio a continuare”.

Lo applaudiamo e sfiliamo fuori. Qualcuno di noi va a stringergli la mano. Il peso che quest’uomo porta è troppo grande, ma che lo abbia condiviso con noi è bellissimo. Penseremo a lui, pregheremo per questo piccolo uomo che ha guardato in faccia l’inferno e ne è uscito vivo.

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=4045:siracusa-in-mostra-collettiva-di-fotografia&catid=17&Itemid=143

SIRACUSA IN MOSTRA: COLLETTIVA DI FOTOGRAFIA

MARIA LUCIA RICCIOLI
Martedì, 21 Gennaio 2020 14:17
Il 13 gennaio alle ore 17, presso la Biblioteca provinciale dedicata e intitolata ad Elio Vittorini, situata in Via Roma 31, si terrà l’inaugurazione della mostra che vedrà esposte le fotografie di Antonio Pica, Angelo Bonomo, Corrado Sorrentino, Kevin Saragozza, Giovanni Di Giorgio, Antonio Amato, Dario Monzù, Francesco Aversa, Marco Brunetti, Bruno Sauza, Chiara Mongiovì, Vincenzo Miconi, Francesco Barreca, Domenico Lo Bue, Giuseppe Aliano, Massimo Di Stefano, Daniela Cavarra, Larita Sarta, Laura Marchetti, Ignazio Calà, Maurizio Formati, Andrea Pagliari, Stefania Genovese, Stefano Piazza, Salvatore Di Maria, Eduardo Cannata, Barbara Pindo, Giuseppe Giardina, Cristina Artale, Valentina Sorrentino, Michele Ponzio, Giovanni Tumminelli, Giovanni Fontana, Fabio Di Stefano, Giancanio Sileo, Gabriele Midolo, Eleonora Turco, Eugenio Bruno, Emanuele Liali, Giuseppe Bellofiore, Giuseppe Mazzarella, Sebastiano Pirruccio, Fausto Renda, Giuseppe La Colla.

Alcuni degli espositori hanno alle spalle la partecipazione a mostre collettive o personali, docenze e partecipazioni a laboratori e corsi di fotografia, riconoscimenti su portali relativi alla fotografia, collaborazioni con istituti scolastici e molto altro, diversi di loro sono dei semplici appassionati che tentano di catturare momenti, di “scrivere con la luce” la loro personale visione del mondo e delle cose.

Organizzatori sono Salvatore Di Giorgio, Salvo Vasile, Sebastiano Valenti, Giovanni Bove, Dario Giannobile, Marcello Bianca e Massimo Tamajo, che hanno realizzato l’evento grazie anche al supporto di alcuni sponsor; l’intento del progetto è quello di veicolare idee e immagini e raccogliere il maggior numero possibile di diverse visioni fotografiche di Siracusa e i suoi immediati dintorni: 51 fotografi, un vero record nella storia culturale della città, che espongono 110 fotografie raccontando il loro sguardo su Siracusa.

L’ingresso è gratuito e sarà possibile visitarla dalle 10.30 alle 13 e dalle 16 alle 20, dal 14 al 24 gennaio 2020.

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=4046:l-orchestra-barocca-siciliana-sbarca-a-siracusa&catid=17&Itemid=143

L’ORCHESTRA BAROCCA SICILIANA “SBARCA” A SIRACUSA

MARIA LUCIA RICCIOLI
Martedì, 21 Gennaio 2020 14:19
L’OBS “sbarca” a Siracusa: l’Orchestra Barocca Siciliana, fondata a Palermo dal flautista Piero Cartosio, dal 1986 si è distinta nell’organizzazione di concerti, festival come Palermo e Madonie Musica Antica, registrazioni discografiche e corsi di perfezionamento (a Polizzi Generosa) sulla prassi storicamente informata della musica antica e dal 2020 la sua nuova sede sarà proprio la nostra città, scelta per promuovere le sue attività istituzionali anche nella Sicilia orientale la sua attività istituzionale.

Proprio a Siracusa infatti lo scorso 5 gennaio si è tenuto il primo concerto, che ha così ufficialmente aperto la nuova stagione dell’ensemble: presso la suggestiva Chiesa di San Martino nel cuore di Ortigia sono risuonate le note dell’organo suonato da Luca Ambrosio, quelle del flauto di Piero Cartosio e della voce del soprano Paola Modicano.

Il refettorio, la Biblioteca e la Chiesa dei PP. Cappuccini di Siracusa, dedicata a Maria Ss.ma della Misericordia e dei Pericoli, saranno protagonisti dei successivi appuntamenti: il clavicembalo di Sebastiano Cristaldi, il flauto traversiere e il virginale di Enrico Luca e di Luca Ambrosio, gli archi di Salvatore Lorefice, Martina De Sensi e Daniele Lorefice, le voci del soprano Giorgia Cinciripi e del tenore Salvo Fresta e del coro Doulce Mémoire accompagneranno gli spettatori lungo un percorso musicale alla ri-scoperta di Corelli, Vivaldi, Bach, Mozart – interessanti le suggestioni mariane del “Vespro della Beata Vergine” al tempo di Luigi XIV, il parallelismo tra le hit parade contemporanee e quelle del Sei-Settecento e il salotto bachiano fra note e tazze di tè.

Al pubblico interessato la gioia di seguire questo cartellone che si snoderà da febbraio a giugno.

Per maggiori informazioni, scrivete ad orchestrabaroccasiciliana@gmail.com oppure consultate i social.

Nessuna descrizione della foto disponibile.

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=4049:la-voce-del-recensore-una-nuova-opportunita-per-giovani-scrittori&catid=17&Itemid=143

LA VOCE DEL RECENSORE: UNA NUOVA OPPORTUNITÀ PER GIOVANI SCRITTORI

REDAZIONE CIVETTA
Martedì, 21 Gennaio 2020 14:34
Attorno ai libri ruota tutto un mondo a molti sconosciuto: oltre ai librai vanno considerati i distributori e prima ancora gli editor e gli agenti letterari. Altre figure della “filiera” del libro sono i recensori, che tramite i siti letterari, i blog e i social come Facebook, Twitter, Instagram e altri diffondono le notizie relative al libro, al suo autore e al suo mondo.

Il recensore odierno riveste il ruolo che fino a qualche anno fa era di competenza più accademica, cioè dei critici letterari – docenti universitari, giornalisti specializzati, scrittori di riconosciuta fama e peso.

Occorre quindi ponderare con attenzione ciò che viene pubblicato in rete, specie alcune recensioni volutamente o esageratamente positive o stroncature immotivate.

Riceviamo e pubblichiamo la proposta di uno spazio nato di recente e specificamente dedicato alla promozione degli autori: La Voce del Recensore che, dopo una soddisfacente esperienza decennale in campo editoriale, diventa spazio per la valutazione delle opere letterarie: quelle ritenute meritevoli (da inviare a valutazioneopere@libero.it) saranno recensite da editor qualificati e recensori che metteranno a disposizione dell’autore la propria professionalità e competenza, il tutto gratuitamente (diffidare sempre dei servizi a pagamento, se non offerti da agenzie di riconosciuta serietà) a fronte di simbolici e volontari contributi a sostegno dello spazio stesso.

Il sito in questione sarà visionabile all’indirizzo http://www.scritturaviva.simplesite.com.

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=3978:niccolo-salvia-l-esemplarita-di-mariannina-coffa&catid=17&Itemid=143

Niccolò Salvia: l’esemplarità di Mariannina Coffa

MARIA LUCIA RICCIOLI
Giovedì, 19 Dicembre 2019 11:29
Mariannina Coffa, poetessa e patriota netina, donna e artista impegnata anche nella causa risorgimentale, visse la sua breve parabola tra il 1841 e il 1878.

La sua biografia e la sua opera sono state indagate con acribia e passione, anche per via degli aspetti “romantici” della sua vicenda di donna e artista, malmaritata e costretta a sublimare dolorosamente il primo amore, quello per il drammaturgo e musicista Ascenzio Mauceri, poi primo preside del Liceo classico di Noto.

“La Civetta di Minerva” ha seguito il procedere degli studi sulla Coffa – mostre, convegni come “Sguardi plurali”, pubblicazioni sulla poetessa: ricordiamo almeno “Voglio il mio cielo”, che raccoglie a cura di Biagio Iacono e Marinella Fiume le lettere che Mariannina indirizzò a familiari, ad amici e al precettore Corrado Sbano –, anche nella speranza che gli scritti della Coffa e la sua stessa figura siano svincolati dall’ambito più prettamente locale e siano sempre più oggetto di indagini accademiche, come sta accadendo da qualche anno a questa parte, grazie sia agli studiosi ed estimatori “storici” della poetessa che alla nuova generazione di indagatori di aspetti nuovi o poco studiati delle poesie e della biografia coffiana.

Venerdì 29 novembre scorso si è laureato in Lettere classiche – relatore il professor Andrea Manganaro, auspici affettuosi i familiari, gli amici, i docenti come Michela Di Rosa, Marisa Berretta e Cettina Raudino, già assessora alla Cultura e sensibile tra l’altro alle tematiche della scrittura al femminile, della toponomastica, della violenza di genere – Niccolò Vincenzo Salvia, studente netino, impegnato non solo negli studi e nella realizzazione del sogno di insegnare, ma anche di “dedicare tempo, energie, passioni, progetti per ciò che si ama”, per usare le sue stesse parole: la candidatura alle elezioni studentesche, l’interesse attivo per la politica, l’associazionismo con “Le formiche del fuoco” sono alcuni degli aspetti che ne contraddistinguono il percorso. Niccolò Salvia ha scelto come argomento per il suo elaborato il rapporto tra Mariannina Coffa e i gender studies; si tratta dei cosiddetti studi di genere, che possono fornire utili strumenti ermeneutici per la comprensione e la descrizione della storia e della produzione della Nostra: quanto conta per un letterato un artista un intellettuale uno scienziato l’appartenenza a un genere? Quanto ha influito nella vita e nell’opera della Coffa la specificità del suo essere donna, in un contesto – quello della Sicilia del secondo Ottocento, tra conservatorismo, lotte risorgimentali, primo e secondo Romanticismo – nel quale le istanze femministe erano in fieri?

L’esemplarità della vicenda della Coffa, le figure femminili della sua poesia – ad esempio le sorelle spose madri dei patrioti, l’Italia stessa raffigurata come donna negletta e schiava com’era costume letterario dell’epoca, pensiamo a Leopardi… -, la sua volontà di essere più di una “donna di casa”, i suoi impegni interessi stilemi, possono essere indagati alla luce di una critica femminista o dell’approccio degli studi di genere? Questo il tema interessante della tesi di Niccolò Salvia, cui auguriamo un proficuo prosieguo degli studi e la realizzazione dei suoi obiettivi e progetti – qualcuno riguarda anche una maggiore valorizzazione di Mariannina Coffa, gloria netina e non solo.

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=3828:in-fratelli-di-cielo-di-don-aprile-liriche-e-testimonianze-di-fede&catid=17&Itemid=143

In “Fratelli di cielo” di don Aprile liriche e testimonianze di fede

MARIA LUCIA RICCIOLI
Domenica, 23 Giugno 2019 22:20
Il libro comprende la prefazione di Claudio Maniago, vescovo di Castellaneta, e i contributi di vari poeti

 

La Civetta di Minerva, 15 giugno 2019

“La Civetta di Minerva” ha dedicato diversi articoli all’opera pastorale e letteraria di don Raffaele Aprile, che, dopo “Innamorato del cielo”, ha deciso di dare alle stampe il volume “Fratelli di cielo – in versi si raccontano in cammino con Maria” (Bonfirraro Editore), che verrà presentato il 20 giugno alle ore 20 presso il Salone Baranzini della Basilica Santuario Madonna delle Lacrime di Siracusa.

Don Aprile, augustano, oltre a svolgere il suo ministero presbiteriale come assistente spirituale del gruppo di preghiera Madonna delle Lacrime e del gruppo Caritas, accoglie i pellegrini che vengono a visitare la Basilica Santuario e si occupa anche delle missioni con il Reliquiario. Ricordiamo alcuni dei riconoscimenti che ha ottenuto per la sua passione per la scrittura: ha partecipato alla stesura di un’antologia poetico-letteraria in omaggio a Luigi Pirandello a cura di Giuseppe La Delfa, al libro di don Francesco Cristofaro, conduttore televisivo presso Padre Pio TV e a vari concorsi poetici (quello di Favara intitolato ad Ignazio Buttitta, “Il Federiciano”…); per iniziativa del parroco don Domenico Cirigliano, a ricordo della visita del Reliquiario della Madonna delle Lacrime, è stato collocato in modo definitivo nella parete laterale esterna della Chiesa Madre di Rocca Imperiale il quadretto della Madonnina con una sua preghiera/poesia Vergine delle Lacrime; collabora col settimanale “Notizie della diocesi” di Carpi, curando una rubrica poetica.

La pubblicazione collettanea comprende la prefazione di Claudio Maniago, vescovo di Castellaneta, e di Francesco Maria Marino OP, una introduzione di Fabrizio Mattioli, Avvocato della Rota Romana, e i contributi dei poeti Monsignor Giuseppe Greco, Loris Filippetto, Sonia Accossano, Roberto Giovanni Bizzotto, Filippo Cacioppo, Albino Fattore, Don Ernesto Piraino, Giuseppe Puzzo, Maria Lucia Riccioli, Andrea Maniglia, Nino Cardillo, Don Pasqualino di Dio, Rita Masala, Suor Vincenzina Botindari, Michele Taboni, Rafał Soroczyński, Gruppo di Preghiera Carismatica Madonna delle Lacrime, Nicola Douglas De Fenzi, Claudia Koll e le testimonianze di Salvatore Pappalardo Arcivescovo di Siracusa, Aurelio Russo, Gabriele Russo, Lucia Palmieri, Gabriele Dini, Ida Vasta, Giuseppe Aletti, Danilo Zirone, Loris Filippetto: ecclesiastici e laici, semplici devoti e studiosi, ma comunque voci che narrano, che liricamente si effondono, voci pellegrine, in cammino dunque, come suggerisce il sottotitolo del volume.

Il libro raccoglie sia poesie che testimonianze di fede e di guarigione fisica e spirituale: la parola è canale privilegiato di espressione dei sentimenti più profondi e quindi anche della contemplazione mistica, del rapporto con la Natura e con il Divino, delle lacerazioni, delle sofferenze e delle gioie; se l’arte è a suo modo testimonianza, la narrazione di un percorso di vita, dei bivi e delle svolte inattese dovute ad un incontro con qualcosa che trascende il solco dell’abitudine o peggio ancora della rassegnazione lo è ad un altro livello.

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=4020:il-bimestre-di-cultura-notabilis-festeggia-i-10-anni&catid=17&Itemid=143

Daniela Tralongo: “A noi tocca ricordare che pensare non è una perdita di tempo”

Non è semplice per un giornale o una rivista cartacea giungere a tagliare traguardi importanti in termini di durata: la concorrenza dei new media e una certa disaffezione verso la lettura e l’approfondimento – spesso si preferiscono veloci post composti di poche immagini ad effetto e di ancor meno parole – rendono sempre più complicata la sopravvivenza di mezzi “lenti” come il quotidiano, il quindicinale, il mensile. Eppure.

Eppure qualche giorno fa “Notabilis”, bimestrale di cultura che mette in risalto “Persone, fatti ed eventi degni di nota in Sicilia” e che si è posto l’ambizioso obiettivo di difendere la cultura siciliana sul territorio e nel mondo, ha tagliato il nastro dei suoi primi dieci anni: grazie alla caparbia dolcezza di Daniela Tralongo, che lo dirige e lo pubblica, affiancata da una squadra di validissimi collaboratori e simpatizzanti – pensiamo ad Egidio Ortisi, Mario Blancato, Paolo Fai, Elio Cappuccio, a docenti operatori culturali studiosi artisti e scrittori come Salvo Zappulla, Emanuela Abbadessa, Marinella Fiume e Maria Lucia Riccioli, a Carmen Dollo, Antonio Raciti, Maria Cristina Picciolini, Giovanna Caggegi, Orazio Mezzio, Paolo Sanzaro… – questo periodico raffinato è riuscito a ritagliarsi uno spazio importante nell’editoria siciliana e oltre.

La sfida è quella di seguire la tradizione e si sapersi rinnovare: la grafica gioca un ruolo importante così come l’individuazione di nuovi target (ad esempio una sezione è dedicata ai piccoli lettori); la costola digitale di Notabilis offre inoltre un aggiornamento quotidiano sugli eventi di maggiore spessore – fondamentale il lavoro di Ilenia Nicolosi, Federica Miceli, Claudio Ruggeri, una cui splendida illustrazione raffigurante Luca Parmitano, siciliano di Paternò a capo della Stazione spaziale internazionale, è stata offerta in dono agli ospiti della serata per festeggiare il decennale di Notabilis.

Si è parlato di moda in Sicilia grazie alle creazioni sartoriali di Lovemà, di festival culturali come Sicily Fest, di teatro con Gisella Calì, di scrittura che si unisce al volontariato con Aldo Mantineo e “Serafiche frequenze”, la raccolta di racconti edita da Sampognaro & Pupi il cui ricavato finanzierà l’acquisto di un defribillatore per un istituto scolastico di Siracusa e la formazione per gli operatori che lo utilizzeranno… e molto altro.

Ecco le parole di Daniela Tralongo: “… è stata una vera e propria festa, che attraverso la voce dei presenti, ma anche di chi non è potuto esserci, ha permesso di raccontare questi dieci anni di attività del lavoro di Notabilis: fare informazione culturale, consegnare approfondimenti che generino letture critiche e scoprire risorse umane e territoriali che siano di esempio e ispirazione. Fare informazione culturale è davvero una scommessa, e decidere di farlo con un’edizione cartacea e una online forse è follia. Riconoscere le professionalità diventa fondamentale. Viviamo bombardati da informazioni che ci aggiornano minuto per minuto di tutto ciò che ci circonda e al 90% tutto assume toni sensazionalistici (l’urgenza dei click). Diventa facile in questo modo perdere di vista non solo la complessità di alcuni eventi che necessitano letture critiche, ergo spazio per una narrazione polivalente, ergo tempo per leggere questi approfondimenti; ma diventa fondamentale anche offrire letture che siano di ispirazione, che facciano maturare nuove considerazioni e spingano a lavorare a un cambiamento. Degli stereotipi e delle lamentele sterili non se ne può più. E questo tocca a noi! Tocca a chi fa informazione culturale. A noi tocca ricordare che pensare non è una perdita di tempo. Che le competenze vanno riconosciute e valorizzate perché quelli sono gli esempi a cui bisogna dare una voce seria. In pochi secondi siamo informati su tutto, ma solo in alcuni minuti riusciamo a costruirci un’idea. E quell’idea è quella che ci garantisce di non perderci in mezzo alla valanga di fake news e di modelli effimeri. Quell’idea ci consente di poter avere discussioni in cui ci si confronta discutendo guardandosi negli occhi, senza urlarsi contro ma con il solo potere delle idee, dei ragionamenti e delle relazioni che arricchiscono sempre. Perché in fondo di questo si tratta. Di relazioni tra persone che guardandosi in faccia capiscono di non essere sole, in quello che pensano, in quello che fanno, in quello che sperano. Lo spirito della Festa di Notabilis sta tutto in queste righe. Essere insieme e insieme costruire un cambiamento. Le narrazioni si sono intrecciate con i volti di chi le scrive e chi le legge. Tutti insieme, pronti per iniziare i prossimi anni…!”.

LA CIVETTA DI MINERVA dell’11 gennaio 2020

13 lunedì Gen 2020

Posted by mlriccioli in Eventi culturali, Letteratura, Musica

≈ Lascia un commento

Tag

#amaragiustizia #Report #fblive, #natiperleggere, #poems, #prosepoems, Alessio Lo Giudice, Algra Editore, Andrea Bisicchia, Andrea Manganaro, approfondimenti, Arcadia University, Arte Padova, articoli, articolo, Associazione culturale Alexandria, Associazione Radicali Italiani, Avagliano, Canicattini Bagni, Cettina Raudino, Cobas, Consuelo Consoli, CTL Edizioni, Davide Sbrogiò, Detti celebri delle mamme sicule, Elio Cappuccio, Fiamma Fogliani, Franco Oddo, Galleria Accorsi Arte, gender studies, Gianfranco Spadaccia, Gigarte, giornale, giornalismo, I Romanzi della Black List, Il Cerchio, Il maestro di Regalpetra, Il pugnale di Toledo, inchieste, L'orma del lupo, La Civetta di Minerva, La notte della colpa, La sciabola spezzata, Le formiche del fuoco, Leonardo Sciascia, Liceo scientifico Einaudi, Lisciani Libri, Maria Lucia Riccioli, Mariannina Coffa, Mariano Sabatini, Marina De Michele, Marisa Berretta, Matteo Collura, Michela Di Rosa, Michelle Messina Reale, Nelly Marlier, news, Niccolò Vincenzo Salvia, Ovunque Siamo: New Italian-American Writing, Paola Cappè, Paola Liotta. Piano concerto piano Schumann, Paolo Borrometi, Philadelphia, Piero Amara, Pitturiamo, Rai3, redazione, Report, Rosa Rosita Loiodice, Rubbettino, Schegge, Season of Subtraction, Sguardi plurali, Siracusa, Sistema Siracusa, Teresa Laterza, Vito Catalano, Voglio il mio cielo

Ecco la nuova prima pagina de LA CIVETTA DI MINERVA… in edicola!

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=4008%3Ala-civetta-di-minerva-in-edicola-il-nuovo-numero-di-sabato-11-gennaio-2020&catid=15%3Aattualita&Itemid=139&fbclid=IwAR04QKdDoJj7DdDGKlCTEt8TeOJ9vOwhyxrnob6-OCK-BIR0wvve2tdc4KI

Sostieni il nostro impegno: chiedilo in edicola. Per te è solo un euro, per noi un grande aiuto, per la realtà sociale un mezzo di informazione libero, unico e originale. Non fermiamo le poche voci che sono svincolate da chi decide cosa e quando bisogna sapere. L’informazione è potere. Riappropriamoci della capacità di avere un nostro strumento d’informazione. Ti aspettiamo!

Caro lettore,

Il quindicinale La Civetta di Minerva è impegnato nella difesa dell’ambiente e del territorio, dei diritti civili, della legalità, dello sviluppo economico ecosostenibile, di una società inclusiva e solidale.

Editore del giornale è l’Associazione Culturale Minerva autofinanziata dai giornalisti e da alcuni soci, tutti insieme impegnati a sostenere una sfida coraggiosa e difficilissima, soprattutto in una provincia come la nostra dove è difficile poter affermare le proprie idee senza alcun timore, a dare la parola a chi non ce l’ha e pubblicare inchieste e notizie che non si trovano sui giornali di maggiore diffusione.

Oggi il giornale si trova in grave crisi economica e l’autosostentamento tra soci e giornalisti non basta più. Ritorniamo in edicola, dopo la pausa estiva, ma non sappiamo garantire per quanto tempo ancora. Chiediamo, pertanto, a quanti apprezzano il nostro modo di fare informazione di aiutarci. L’appello è rivolto sia alle Associazioni ai Movimenti di impegno sociale e civile (ai quali ci offriamo come loro voce e sicuro alleato) sia alle singole individualità che apprezzano il nostro lavoro e ci trovano in edicola. A tutti chiediamo di sottoscrivere un abbonamento annuale (Sostenitore, di almeno 50 euro oppure Ordinario di 25 euro). In cambio promettiamo il nostro rinnovato impegno di cronisti scrupolosi e intellettualmente onesti e l’attenzione verso le loro istanze insieme al piccolo privilegio di poter ricevere il giornale per posta, direttamente a casa, invece di ritirarlo in edicola. Ci rivolgiamo inoltre agli operatori economici, a chi gestisce un’attività commerciale: siamo disponibili ad offrire spazi pubblicitari e redazionali a prezzi veramente contenuti.

Per sottoscrivere materialmente l’abbonamento si può effettuare direttamente un bonifico ad Associazione Culturale Minerva UGF Banca, Viale Teracati 304 SR   IBAN IT 37 O 03127 17100 000000000726; oppure contattandoci direttamente: cell. 3337179937 – 3331469405.

Leggete La Civetta, diffondetela, acquistatela in edicola o sostenetela con un abbonamento da regalare agli amici o sponsorizzando la vs. attività commerciale.

Grazie per l’attenzione. Con i più cordiali saluti.

Franco Oddo

Marina De Michele

Tutta la Redazione

Sono fiera, nel mio piccolo, di far parte dei collaboratori di questo giornale che dalla Sicilia, da Siracusa e dalla sua provincia, fa sentire la propria voce…
Un video di Rainews del giugno 2012…

 

 

 

Alcuni pezzi recenti…

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=3979:scomparsa-la-prof-ssa-maria-grazia-di-giorgio-moglie-del-maestro-michele-pupillo-cordoglio-unanime&catid=17&Itemid=143

È venuta a mancare prematuramente, stroncata da una malattia, Maria Grazia Di Giorgio, moglie del Maestro Michele Pupillo – già suo maestro di armonia, poi compagno di vita e di lavoro.

Laureata in Lettere Classiche, docente, pianista, Maria Grazia Di Giorgio si è spesa per le iniziative e gli spazi culturali della nostra città, come ad esempio il Teatro Comunale; ha sostenuto sia da corista che da pianista, da organizzatrice, maestro sostituto e da regista le scelte musicali di Michele Pupillo – pensiamo ai concerti e all’allestimento di opere liriche come “Norma”, “Cavalleria rusticana” e “La Bohème” dell’Associazione Concertistica corale Mediterranea Orchestra Giovanile Siracusana –, forte anche dell’esperienza teatrale con La Nuova Scena delle sorelle Peluso.

Sgomento e cordoglio sono stati manifestati da colleghi, coristi, orchestrali oltre che naturalmente dalla famiglia e dagli amici che si stringono attorno a Michele Pupillo e al figlio della coppia.

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=3978:niccolo-salvia-l-esemplarita-di-mariannina-coffa&catid=17&Itemid=143

Niccolò Salvia: l’esemplarità di Mariannina Coffa

MARIA LUCIA RICCIOLI
Giovedì, 19 Dicembre 2019 11:29
Mariannina Coffa, poetessa e patriota netina, donna e artista impegnata anche nella causa risorgimentale, visse la sua breve parabola tra il 1841 e il 1878.

La sua biografia e la sua opera sono state indagate con acribia e passione, anche per via degli aspetti “romantici” della sua vicenda di donna e artista, malmaritata e costretta a sublimare dolorosamente il primo amore, quello per il drammaturgo e musicista Ascenzio Mauceri, poi primo preside del Liceo classico di Noto.

“La Civetta di Minerva” ha seguito il procedere degli studi sulla Coffa – mostre, convegni come “Sguardi plurali”, pubblicazioni sulla poetessa: ricordiamo almeno “Voglio il mio cielo”, che raccoglie a cura di Biagio Iacono e Marinella Fiume le lettere che Mariannina indirizzò a familiari, ad amici e al precettore Corrado Sbano –, anche nella speranza che gli scritti della Coffa e la sua stessa figura siano svincolati dall’ambito più prettamente locale e siano sempre più oggetto di indagini accademiche, come sta accadendo da qualche anno a questa parte, grazie sia agli studiosi ed estimatori “storici” della poetessa che alla nuova generazione di indagatori di aspetti nuovi o poco studiati delle poesie e della biografia coffiana.

Venerdì 29 novembre scorso si è laureato in Lettere classiche – relatore il professor Andrea Manganaro, auspici affettuosi i familiari, gli amici, i docenti come Michela Di Rosa, Marisa Berretta e Cettina Raudino, già assessora alla Cultura e sensibile tra l’altro alle tematiche della scrittura al femminile, della toponomastica, della violenza di genere – Niccolò Vincenzo Salvia, studente netino, impegnato non solo negli studi e nella realizzazione del sogno di insegnare, ma anche di “dedicare tempo, energie, passioni, progetti per ciò che si ama”, per usare le sue stesse parole: la candidatura alle elezioni studentesche, l’interesse attivo per la politica, l’associazionismo con “Le formiche del fuoco” sono alcuni degli aspetti che ne contraddistinguono il percorso. Niccolò Salvia ha scelto come argomento per il suo elaborato il rapporto tra Mariannina Coffa e i gender studies; si tratta dei cosiddetti studi di genere, che possono fornire utili strumenti ermeneutici per la comprensione e la descrizione della storia e della produzione della Nostra: quanto conta per un letterato un artista un intellettuale uno scienziato l’appartenenza a un genere? Quanto ha influito nella vita e nell’opera della Coffa la specificità del suo essere donna, in un contesto – quello della Sicilia del secondo Ottocento, tra conservatorismo, lotte risorgimentali, primo e secondo Romanticismo – nel quale le istanze femministe erano in fieri?

L’esemplarità della vicenda della Coffa, le figure femminili della sua poesia – ad esempio le sorelle spose madri dei patrioti, l’Italia stessa raffigurata come donna negletta e schiava com’era costume letterario dell’epoca, pensiamo a Leopardi… -, la sua volontà di essere più di una “donna di casa”, i suoi impegni interessi stilemi, possono essere indagati alla luce di una critica femminista o dell’approccio degli studi di genere? Questo il tema interessante della tesi di Niccolò Salvia, cui auguriamo un proficuo prosieguo degli studi e la realizzazione dei suoi obiettivi e progetti – qualcuno riguarda anche una maggiore valorizzazione di Mariannina Coffa, gloria netina e non solo.

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=3967:dal-2-al-17-dicembre-in-via-roma-la-collettiva-moadim&catid=17&Itemid=143

Dal 2 al 17 dicembre in via Roma la collettiva Moadim

MARIA LUCIA RICCIOLI
Lunedì, 16 Dicembre 2019 22:30
Dal 2 al 17 dicembre 2019, sabati e domeniche esclusi, presso la Biblioteca museo “Elio Vittorini” che si trova nel Palazzo del governo di via Roma 31 a Siracusa, dalle 9 alle 20 sarà possibile visitare la mostra “MOADIM – Giorni di festa”. Si tratta di una collettiva di pittura, scultura, grafica, fotografia, ceramica, poesia e molto altro: venerdì 6 dicembre alle ore 17 ha relazionato sull’evento Maria Lucia Riccioli, presentando i protagonisti dell’incontro culturale e dell’esposizione. Tra gli altri, ricordiamo in primis Veronica Tomassini – scrittrice, collaboratrice de Il Fatto Quotidiano dove cura anche il blog: http://www.ilfattoquotidiano.it/blog/vtomassini/, e della quale citiamo almeno il romanzo uscito per i tipi di Miraggi edizioni, “Mazzarrona”, candidato allo Strega 2019 –, qui in veste di new Penelope tra arsenico e merletti (unisce infatti la vocazione letteraria a quella di tessitrice di fili oltre che di parole), poi Marilena Vita e le sue fotografie, Salvatore Ciranna – il “Gandhi ortigiano” –, l’iconico Salvatore Accolla ed altri creatori di versi e pensieri colorati che si fanno pittura, ceramica, maglieria e ancora.

La locandina dell’evento è tratta da un’immagine di David Hamilton.

Il titolo della mostra è MOADIM perché la Torah chiama le grandi feste ebraiche Moadim (giorni di incontro con Dio): il Natale cristiano ormai vicino – siamo nel periodo liturgico dell’avvento – si affianca all’attesa ebraica di Chanukkah, conosciuta anche con il nome di Festa delle luci o Festa dei lumi.

L’iniziativa si deve a Juan Khaim Jehuda Dayan, cioè Giovanni Ferdinando Giudice, “il poeta di Ortigia”, del quale conosciamo i progetti socio-culturali e l’impegno militante per il riconoscimento della comunità ebraica di Siracusa, che dopo i fatti denunciati anche dal nostro giornale non ha più un rabbino capo né una sinagoga – annosa è la questione relativa alla chiesa di San Giovannello alla Giudecca, per la quale auspicheremmo una lieta conclusione con la collaborazione dell’arcivescovado di Siracusa: “i nostri fratelli maggiori” sono proprio gli Ebrei, per dirla con Giovanni Paolo II, e non sembra inutile ricordarlo in un’epoca di rigurgiti antisemiti e di revisionismo storico, in cui alla senatrice Liliana Segre è stata assegnata la scorta, si negano contributi per un viaggio ad Auschwitz, si rifiutano le pietre d’inciampo perché divisive, si attenta alla memoria.

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=3923:lo-scrittore-vito-catalano-e-l-impronta-genetica-di-sciascia&catid=17&Itemid=143

Lo scrittore Vito Catalano e l’impronta “genetica” di Sciascia

MARIA LUCIA RICCIOLI
Venerdì, 29 Novembre 2019 19:00

Il nuovo romanzo “La notte della colpa” apre a suggestioni inaspettate

 

Nel maggio 2019 abbiamo salutato l’uscita in tutte le librerie e i web store de “I romanzi della black list”, per i tipi di Lisciani libri: storie gialle noir thriller, anche mirate ad un pubblico più giovane da avvicinare alla lettura, come è accaduto per le prime uscite.

Grazie al giornalista e scrittore Mariano Sabatini – tra l’altro spesso opinionista oltre che autore per la Rai, Tmc e altri network nazionali di programmi televisivi come “Tappeto volante”, “Campionato di lingua italiana”, “Parola mia”, “Uno Mattina”), ideatore e conduttore di ATuXTv e Techetechemé su InBlu Radio, autore di noir quali “L’inganno dell’ippocastano”, premio Flaiano opera prima 2017, e “Primo venne Caino” – abbiamo conosciuto l’Agenzia letteraria Maieutica e i suoi lanci di diversi prodotti editoriali tra cui l’antologia “Moon” curata da Divier Nelli (che comprende anche un racconto di Giada Trebeschi, uno dei volti di Maieutica) e, appunto, “I romanzi della black list”.

A questa collana appartiene “La notte della colpa” di Vito Catalano, palermitano, autore inoltre di “L’orma del lupo” e “Il pugnale di Toledo” per Avagliano e de “La sciabola spezzata” per Rubbettino.

Il primo uomo. Il secondo uomo. Il terzo uomo. Confessione. Senza via di scampo.

Come in un dramma in cinque atti, “La notte della colpa” si divide in cinque sezioni dalle trame in apparenza slegate ma che si interconnetteranno svelando il mistero della notte eponima, senza finali consolatori e senza che si ristabilisca – apparentemente – un equilibrio di giustizia e verità: forse la notte vera è quella dell’animo umano, capace di passione e forse anche di amore ma dal fondale oscuro; forse è la notte della memoria, i cui fantasmi continuano a perseguitarci nonostante l’apparenza luminosa di vite che apparecchiamo a noi stessi e agli altri ma che hanno la consistenza del fumo.

Vincenzo Cardella, Marcello Guzzo, Daniele Torrisi, Sergio Massaro – quanta Sicilia nei semplici nomi –, donne intriganti o forse davvero innamorate, l’incombere di misteri e ricatti, la leggenda oscura del castello di Liw, un’ombra che incombe da un passato sepolto…

La scrittura disvela eppure al contempo predispone depistaggi e cortine. Forse è lo specchio deformato dello stesso destino che “gioca e si fa beffe di noi uomini”.

“La Civetta di Minerva” ha intervistato Vito Catalano per voi.

L’occasione è doppiamente gradita perché è anche l’occasione per ricordare Leonardo Sciascia – di cui Vito Catalano è uno dei nipoti – nel trentesimo anniversario della scomparsa, avvenuta il 20 novembre del 1989.

Senza voler troppo svelare della trama, mi è venuto spontaneo fare un’associazione con certo Cornell Woolrich: quali sono i suoi modelli di riferimento?

Sì, ha centrato. Nello scrivere il romanzo erano presenti in me grandi autori di noir e thriller attivi intorno alla metà del Novecento: l’americano Cornell Woolrich, appunto, e insieme a lui Georges Simenon e la coppia Boileau-Narcejac (ma anche il cinema di Hitchcock dello stesso periodo).

Alla base del romanzo, ma forse potremmo dire di ogni buona storia, c’è il disvelamento di una “impostura”, specie quando parliamo di gialli thriller noi nelle loro innumerevoli sfaccettature. Impossibile non ripensare alle riscritture e alle imposture sciasciane. In “La notte della colpa” l’impostura è privata e i riferimenti alla società sono blandi e lontani. Ma è proprio così? I personaggi del romanzo e le “imposture” delle loro vite, che li conducono alla colpa, all’espiazione o al castigo – non c’è comunque redenzione in questo romanzo e forse ne è spia lo stesso linguaggio, referenziale, raggelato, distaccato, quasi anodino nella sua registrazione dei fatti – possono essere ricondotti ad un male sociale oppure il male che li pervade è radicale, incistato nella condizione umana?

Almeno nelle mie intenzioni, al centro della narrazione c’è la condizione umana più che un male sociale. D’altra parte ogni lettore sente, vive e vede a modo proprio ciò che legge e dunque altre letture sono possibili al di là di quelle che erano le mie intenzioni iniziali.

I luoghi del romanzo spaziano da una Palermo e una Randazzo per nulla oleografiche o da cartolina a una Polonia inedita, quindi appaiono provinciali nel senso cechoviano e internazionali insieme, quasi universali – anche se, fresca di rilettura de “Il maestro di Regalpetra” di Matteo Collura, ho sussultato nel leggere alcune descrizioni -: questo rispecchia la sua vita personale e il suo lavoro? C’è una volontà precisa di fare dei luoghi un “everywhere” in cui ogni lettore possa trovarsi a suo agio?

Sì, i luoghi narrati rispecchiano le mie esperienze di vita. Palermo è la città dove sono nato e cresciuto; con Randazzo e con la campagna etnea ho una certa confidenza; a Varsavia vivo per buona parte dell’anno. È anche vero che credo bello e riuscito che ognuno trovi senza difficoltà delle immagini leggendo i luoghi descritti dall’autore. Quando, ne “I miserabili”, leggiamo della piccola Cosette che deve andare a prendere l’acqua percorrendo la via che dal paese esce fino ad arrivare al bosco buio, Victor Hugo ci sta parlando del paesaggio intorno a Montfermeil ma ad ogni lettore non viene facile associare i luoghi descritti a quelli che gli sono familiari o che conosce?

I suoi progetti futuri: a cosa sta lavorando? Il genere che ha frequentato finora le è più congeniale o farà incursione in altri campi della scrittura letteraria?

Ci sono in cantiere due romanzi a sfondo storico che incrociano mistero e avventura, ambientati entrambi in Sicilia (uno nel XVII secolo, l’altro nel XVIII). La mia immaginazione viene più intensamente stimolata da immagini e vicende legate al passato. Ma alle volte i percorsi di ognuno di noi fanno svolte inaspettate.

 

L'immagine può contenere: 3 persone

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=3951:nei-dialoghi-con-sciascia-a-siracusa-piu-poli-tematici&catid=17&Itemid=143

Nei Dialoghi con Sciascia a Siracusa più poli tematici

MARIA LUCIA RICCIOLI
Mercoledì, 04 Dicembre 2019 09:11
Su mafia, teatro, ironia e ragione, Sicilia e Messico. Il convegno dell’Associazione Radicali Italiani si è svolto nel liceo scientifico Einaudi

 

La Civetta di Minerva, novembre 2019

Trent’anni senza Leonardo Sciascia. Senza le sue parole, senza i suoi libri articoli interventi sempre puntuali, affilati come solo la verità ricercata indagata perseguita con rigore lucido può essere. Senza il suo sorriso che ricorda quello dell’ignoto marinaio di Antonello su cui il conterraneo e sodale Consolo ebbe a scrivere. “Ce ne ricorderemo, di questo pianeta”. Così recita la sua epigrafe tombale, a suggellare con una frase di Villiers una vita che ha fatto delle contraddizioni tra razionalismo illuminista e il salto verso un “di più”, degli incontri-scontri di parole, del disvelamento delle imposture, dell’indagine – diremmo poliziesca nel metodo, filosofica e radicale nell’intenzione – le sue cifre distintive.

Particolarmente meritoria ci sembra allora l’iniziativa di Alexandria – Associazione Radicali Italiani per ricordarlo: i “Dialoghi con Sciascia” si svolgeranno a Siracusa giorno 22 e 23, presso rispettivamente la sede del Liceo “Luigi Einaudi” di Siracusa e la sede del centro studi arti e scienze “Il Cerchio”; il convegno di venerdì vedrà la partecipazione del giornalista e scrittore Matteo Collura (tra l’altro autore per TEA della documentata, splendida biografia di Sciascia intitolata “Il maestro di Regalpetra”: Sciascia, che nella sua vita fu doppiamente maestro nella sua Racalmuto trasfigurata letterariamente e divenuta metafora della Sicilia sineddoche del mondo, qui è colto nella sua parabola esistenziale e culturale con un piglio da saggista e romanziere insieme), Elio Cappuccio del Collegio Siciliano di Filosofia, Alessio Lo Giudice in veste di filosofo del diritto, Andrea Bisicchia storico del teatro, Gianfranco Spadaccia – già parlamentare del Partito Radicale –, moderatore Vincenzo Pennone (delle cui iniziative culturali con Alexandria si è spesso occupata La Civetta, come il convegno su Vittorini, le pubblicazioni e le conferenze sullo sport a Siracusa, mostre d’arte). Introdurranno l’incontro la dirigente scolastica Teresella Celesti e Fabio Granata, assessore alla cultura.

Politica e mafia, teatro, ironia e ragione, Sicilia e Messico – Messico e nuvole ci scapperebbe di penna per citare un verso di canzone –: questi i poli tematici intorno ai quali ruoterà il convegno, che inizierà nella sede dell’istituto alle 9.30. Le letture saranno a cura degli stessi studenti guidati da una voce d’eccezione, quella dell’attore Davide Sbrogiò, non nuovo alle collaborazioni con Alexandria.

L’incontro di giorno 23 si è svolto invece presso la sede de Il Cerchio in Via Arsenale 40/A.

Manca, la voce di Sciascia, a questo tempo immemore, a questa Sicilia sempre più zattera nel Mediterraneo, a questa Italia che cerca punti di riferimento o che forse ha disimparato a cercarli negli scrittori, negli intellettuali, nelle voci di razza come quella di Leonardo Sciascia, il “Nanà” che seppe fare della Sicilia l’omphalos del mondo.

Doveroso quindi ricordarlo come merita e come nel corso degli anni e con questa iniziativa ha mostrato di voler fare Alexandria – molto ci sarebbe da dire, tra l’altro, del rapporto tra Sciascia e Siracusa, le sue librerie, specie Mascali, i suoi artisti e scrittori, come Tranchino e Di Silvestro, e forse questi due incontri saranno l’occasione per dibatterne e soprattutto rievocare.

“Ce ne ricorderemo, di Leonardo Sciascia”.

L'immagine può contenere: 1 persona, spazio al chiuso
http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=3953:intervista-all-autrice-di-detti-celebri-delle-mamme-sicule&catid=17&Itemid=143

Intervista all’autrice di “Detti celebri delle mamme sicule”

MARIA LUCIA RICCIOLI
Mercoledì, 04 Dicembre 2019 09:29
La catanese Consuelo Consoli: “In questo libro emerge la figura della mater sicula, nell’educazione dei figli. Intanto sto lavorando al penultimo capitolo di un romanzo fantasy…”

 

“La Civetta di Minerva” si è occupata già in passato di Consuelo Consoli, catanese, che insegna educazione sanitaria nelle scuole e nel contempo coltiva la passione per la scrittura: “Amori impossibili” è la sua raccolta d’esordio; ha collaborato con alcuni dei suoi racconti ad antologie edite da Bonanno, Algra Editore, Ensemble, L’Erudita e Perrone; ha curato insieme a Luigi La Rosa i volumi antologici “Aurore”, “Zenith” e “Ci rifaremo vivi” per Algra di Alfio Grasso, l’editore che ha pubblicato anche il suo primo romanzo, “Un solo abbraccio”.

Salutiamo l’uscita, sempre per i tipi di Algra Editore, del suo “Detti celebri delle mamme sicule”, in cui l’autrice sviscera con ironia alcune frasi fatte che le donne siciliane si tramandano di generazione in generazione: dietro il modo di dire c’è un mondo fatto di storie che affondano le proprie radici nella cultura matricentrica della società siciliana, a dispetto del patriarcato – in fondo la mater familias siciliana è sempre stata il perno delle comunità, dei “cuttigghi”, dei rioni, dei quartieri, e tende ancora ad esercitare il proprio potere, fatto questo cristallizzato nelle frasi analizzate da Consuelo Consoli con la sua catanesitas di mater sicula tutta verve e autoironia: chi non ha detto o non si è sentito dire “Mancia ca si’ patutu” oppure non si è sentito apostrofare con ossimoriche considerazioni quali “Si’ sempri rintra” versus “Si’ sempri fora”?

Ma parliamone con l’autrice, che ha presentato il volume ad Aci Sant’Antonio – attendiamo l’imminente presentazione siracusana –, relatrice la giornalista Lucia Russo, anche lei non nuova alle incursioni letterarie, lettore d’eccezione l’attore Bruno Torrisi, noto ai più sia per l’interpretazione del Questore Licata nella serie “Squadra antimafia – Palermo oggi” che nella costola “Rosy Abate – La serie” e che abbiamo avuto modo di apprezzare recentemente nella produzione Rai dedicata alla storia di Enrico Piaggio.

Com’è nato “Detti celebri delle madri sicule”?

Da uno scherzo con mia figlia. Mi rimprovera sempre di esprimermi per stereotipi.

Qual è il tuo rapporto con il dialetto siciliano? (Ricordiamo, tra l’altro, che quest’opera ha ricevuto il premio Umberto Domina come migliore lavoro a carattere siciliano).

Il dialetto è una lingua che amo e desidero conservare e tramandare. Mi ricorda i miei nonni, soprattutto Antonia, nonna materna, mi riporta all’incanto della fanciullezza e poi trovo che abbia delle espressioni impareggiabili e intraducibili.

Che figura di donna emerge dalle tue notazioni scherzose ma non troppo?

La mater sicula con tutto il suo bisogno di controllo e di protezione nei confronti dei suoi cari.

Quali sono i tuoi progetti di scrittura?

In questo preciso momento sono al penultimo capitolo di un fantasy. È un progetto nato in sintonia con un’amica pittrice, Anna Nolfo, che mi ha coinvolto con il suo entusiasmo a interessarmi alla cultura Maya e ai suoi miti. Tra poco uscirà l’ultima antologia curata con Luigi La Rosa, “Tracce di desiderio”. Ho in stand by un romanzo e, infine, una raccolta di racconti. Troppa roba, vero? È che scrivere mi piace proprio!

 

 

 

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=3940:nati-per-leggere-alla-biblioteca-comunale-di-canicattini-bagni&catid=17&Itemid=143

“Nati per leggere” alla Biblioteca comunale di Canicattini Bagni

MARIA LUCIA RICCIOLI
Martedì, 03 Dicembre 2019 12:44
Leggere un libro ai neonati e ai bambini fino ai sei anni rinsalda il legame affettivo con l’adulto

La Civetta di Minerva, novembre 2019

“Gli Stati incoraggiano la produzione e la diffusione di libri per l’infanzia (Convenzione sui diritti del fanciullo, art. 17 comma C).

Sono iniziati a novembre gli incontri di Nati per Leggere: in occasione della settimana dedicata al progetto, la Biblioteca comunale “G. Agnello” di Canicattini Bagni e le volontarie di Nati per Leggere, Lucia Basile e Giusy Alicata, di concerto con l’Amministrazione comunale e grazie al coordinamento con l’insegnante Giuseppina Scatà del Primo istituto comprensivo “Giovanni Verga”, hanno incontrato i bambini di tre, quattro e cinque anni del plesso Giuseppe Mazzini.

Letture e sensibilizzazione sul “Diritto alle Storie” delle bambine e dei bambini: questo il cuore delle iniziative. Leggere un libro ai neonati e ai bambini fino a sei anni – cioè fino a quando non siano autonomi nella lettura – costituisce un’esperienza fondamentale per rinsaldare il legame affettivo tra l’adulto e il bambino, oltre che essere di capitale importanza per lo sviluppo linguistico e intellettivo, per “dare un nome” alle emozioni, per arricchire il patrimonio emotivo. Gli effetti della lettura – e qui sono pediatri e neuropsichiatri ad affermarlo – sono stati sperimentati e dimostrati: la stessa salute psicofisica del bambino risentirà di conseguenze positive di lunga durata grazie ad una “esposizione” precoce al libro e al mondo delle storie narrate, lette, inventate insieme ai genitori e agli adulti in genere (nella pagina <http://www.natiperleggere.it/il-vento-dei-20-convegno-e-fes…> potete scaricare il rapporto “Nati per Leggere 1999 – 2019. La storia, le attività, i risultati, le prospettive. – Trieste, Centro per la salute del bambino, 2019” e le videoregistrazioni del convegno e festa di compleanno del 26 settembre 2019).

Ecco gli appuntamenti che ne sono seguiti: venerdì 15 novembre, bambini di 4 anni del plesso Garibaldi e alle 11:30 bambini di 5 anni del plesso Garibaldi; lunedì 18 novembre, alle 9:30, bambini di 4 anni del plesso San Nicola; e, alle 10:30, bambini di 5 anni del plesso San Nicola; venerdì 22 novembre, alle 9:30, bambini di 3 anni del plesso Garibaldi; e alle 10:30, bambini di 3 anni del plesso San Nicola.

Tra i precursori a Canicattini Bagni e in provincia di Siracusa del progetto “Nati per Leggere” naturalmente menzioniamo la dottoressa Paola Cappè, che oltre a dirigere la Biblioteca comunale “G. Agnello” e a supportarne le iniziative collaterali come letture, incontri letterari e musicali, gaming – giochi da tavolo e oltre –, in sinergia con le realtà culturali del territorio, per rendere la Biblioteca luogo di incontro e aggregazione sociale oltre che di conservazione, consultazione e prestito del patrimonio librario – ricordiamo tra l’altro che proprio la Biblioteca di Canicattini è stata tra le prime in Italia ad ospitare il #BiblioHub – è Presidente regionale Sicilia dell’AIB (Associazione Biblioteche Italiane).

Ci sia consentito nominare due siracusani che si sono spesi per i progetti relativi all’infanzia e alla diffusione della cultura del libro nei suoi aspetti relazionali e sociali: l’indimenticato Pino Pennisi – è imminente il Festival dell’educazione 2019 progettato sulla scia del suo lavoro – e Tanina Zito, recentemente scomparsa, figura di volontaria luminosa.

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=3918:nelly-marlier-l-arte-come-terapia&catid=17:cultura&Itemid=143

Nelly Marlier: L’arte come terapia

MARIA LUCIA RICCIOLI
Mercoledì, 20 Novembre 2019 15:04
“Ero affetta da artrite reumatoide, quando ho ripreso i pennelli in mano, poco alla volta i dolori sono scomparsi. Nella morbidezza della pittura ad olio, la voluttà della natura”

 

Nelly Marlier è stata per così dire “adottata” da Siracusa che l’ha accolta facendone una delle sue cittadine d’elezione: si è scelti da una città più che sceglierla e questo è particolarmente vero nel suo caso.

Donna curiosa, gentile, ironica e arguta, dai molteplici interessi – non ultima la scrittura creativa –, è appassionata di pittura: dal 15 al 18 novembre 2019, ha esposto ad Arte Padova; con alcuni dei suoi lavori ha partecipato a Torino, sino al 14 novembre, a una collettiva presso la Galleria Accorsi Arte, intitolata Mostra Internazionale d’Arte Contemporanea; ha siglato un contratto di un anno sempre con la Galleria Accorsi Arte e le sue tele saranno esposte sia nella sede di Torino che in quella di Venezia.

Le sue opere possono anche essere viste dai nostri lettori in due negozi virtuali: il primo con Gigarte (https://www.gigarte.com/nellymarlier); il secondo con Pitturiamo; il terzo è in fase di realizzazione. La intervistiamo.

Quando hai iniziato a dipingere? Quali sono le tecniche che prediligi?

Ho iniziato a dipingere cinque o sei anni fa. Ho preso lezioni da un maestro per circa due anni, si può dire però che sia autodidatta. Principalmente olio su tela: mi piace l’untuosità e la morbidezza della pittura ad olio, il vedere come i pigmenti si mescolano tra di loro, gli arabeschi che formano man mano che i colori si amalgamano. Mi dà un senso di dolce voluttà. Quella parte che a volte precede l’azione di dipingere mi dà un senso di pace mentre il mescolare direttamente i colori sulla tela mi inebria. Per questo, la mia pennellata è formosa. I pigmenti devono avvicinarsi, incontrarsi, baciarsi, a volte compenetrarsi. Ogni volta è qualche cosa di diverso e mi capita di lasciare al caso il risultato finale. Mi piace accarezzare i miei dipinti ad occhi chiusi per assaporare la texture sotto le dita. Mi piace pensare che le mie tele siano sentite non solo guardate.

Quali soggetti preferisci?

I soggetti che preferisco sono quelli appartenenti alla natura: le nuvole, l’acqua, la vegetazione… Mi piace interpretare a modo mio paesaggi, tramonti, albe. Adoro i riflessi della luce e i giochi che essa crea nell’acqua. Mi perdo nel vedere fremere la superficie di un torrente, nell’osservare il via vai delle nuvole, il loro cambiar forma in continuazione.

Per ora, dipingo in atelier spesso da foto realizzate da me o da amici. Ma, appena starò ancora meglio di salute, desidero dipingere en plein air. È importante poter utilizzare tutti i sensi. L’udito e l’olfatto anch’essi trasmettono sensazioni influendo la percezione dell’ambiente.

Credi che l’arte abbia una funzione catartica, oltre che estetica? C’è una connessione tra arte e benessere psicofisico a tuo modo di vedere?

Questa domanda riveste per me un’importanza fondamentale, perché tocca uno degli aspetti per me più importanti e che vorrei far conoscere attorno a me perché penso possa aiutare persone ammalate a ritrovare fiducia, libertà di pensiero e d’azione e a liberarsi dalle paure.

Tutto è nato dalla malattia, l’artrite reumatoide. Nel 2001, la diagnosi dopo mesi di terribili dolori fisici e di limitazioni sempre più diffuse nell’uso delle mani e nel camminare. È iniziato allora il percorso della malattia cronica, invalidante e senza ritorno. Così, in effetti, mi presentarono questa compagna degli anni che avevo di fronte.

A distanza di anni, di terapie mediche spesso pesanti, di rifiuto della malattia e delle medicine, di digiuni esagerati, di ricerche di percorsi per una crescita interiore, di lettura di decine e decine di libri, di un ricovero ospedaliero urgente, arriva la consapevolezza di voler riprendere i pennelli in mano subito, oggi, domani, e di nuovo, sempre più spesso. E un pomeriggio di un anno fa circa, mi resi conto che i dolori erano praticamente scomparsi mentre seduta davanti al cavalletto ed ascoltando i Queen stavo dipingendo un tormentato cielo nuvoloso. Ho ripetuto l’esperimento il giorno dopo. Sostituii gli antidolorifici con la pittura e… funzionò. E funziona ancora oggi. Funziona sul fisico ma anche sulla mente.  Ho ritrovato le forze che avevo perse da lungo tempo, ho ritrovato la voglia di incontrare gente, ho ricominciato a fare progetti.  Per me, è una rinascita.

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=3901:michelle-messina-reale-la-sicilia-e-siracusa-sono-il-mio-rifugio&catid=17&Itemid=143

Michelle Messina Reale: “La Sicilia e Siracusa sono il mio rifugio”

MARIA LUCIA RICCIOLI
Sabato, 02 Novembre 2019 20:02
La scrittrice e poetessa di Philadelfia è autrice di molte opere, tra cui “Season of Subtraction”, che richiama la nostra prosa d’arte di primo ‘900

 

La Civetta di Minerva, 26 ottobre 2019 – I legami tra gli italoamericani e il nostro paese sono fatti di sangue ma anche di sapori, di odori, di lingua storie tradizioni. Di parole. È così anche per Michelle Messina Reale, scrittrice e poetessa di Philadelphia, docente associata presso l’Arcadia University della Pennsylvania (tra l’altro fondatrice e direttrice del progetto “Ovunque Siamo: New Italian-American Writing”), che unisce gli interessi accademici – è tra l’altro responsabile dei servizi di accesso, di ricerca e comunicazione dell’ateneo – all’attitudine poetica e narrativa: testi come “Inquiry and Research: A Relational Approach in the Classroom”, “Mentoring and Managing Students in the Academic Library, The Indispensable Academic Librarian: Teaching and Academig for Change” e “Becoming a Reflective Librarian and Teacher: Strategies for Mindful Academic Practice” si alternano ad opere come “Season of Subtraction – Prose Poems” (Bordighera Press, New York 2019), raccolta di poesie in prosa o di prose poetiche che dir si voglia, genere che richiama la nostra prosa d’arte di primo Novecento, la rivista “La Voce”, certi calligrafismi tra l’ermetico e il crepuscolare.

Ma qui la “stagione della sottrazione” è molto di più: “ciò che va via è ciò che rimane”, come recitano in esergo le parole di Charles Wright: il tempo sottrae volti odiosamati, gesti, voci, consuma gli oggetti ma ne lascia le persistenti reliquie nella retina ostinata della memoria. E si fa parola. Accurata, precisa, geometrica. Preziosa. Eppure allusiva, sfuggente, enigmatica. Parola che tende a definire, scolpire, dipingere con nettezza, parola che rivela, che ricerca, che rievoca un passato a volte difficile da rielaborare, luoghi dell’anima, antenati che sono custodi ma anche presenze insistenti, fantasmi inconciliati o memento per un presente da ridefinire. Per un futuro che è carico del peso dolce e insieme amaro del passato.

“Season of Subtraction” è dunque uno scavo memoriale e insieme un lavoro di immaginazione alla ricerca delle proprie radici, un viaggio tra i rami noti e sconosciuti della propria famiglia, un’indagine sul senso della presenza propria e altrui nel mondo, tra nostalgia per la terra d’origine e la vita oltreoceano.

Abbiamo incontrato Michelle Messina Reale insieme a Patti Trimble in occasione di un reading trilingue, a Siracusa, grazie all’iniziativa “101 Poets for Change”; poi i contatti in rete, un caffè in Ortigia a parlare di poesia e di Trump, di Sicilia e d’America. Ecco qualche risposta alle nostre domande.

Le tue radici italiane e familiari sono molto forti e questo risalta chiaramente anche negli allusivi versi del tuo libro. Puoi parlarcene?

I miei legami familiari con l’Italia sono molto forti, questo è un nodo che non si spezzerà mai. Ancora ho molti parenti in Italia, specialmente in Sicilia. Ho avuto un’infanzia molto italiana: scuola prevalentemente italoamericana, parrocchia italoamericana e vicinato italoamericano. Ci sentivamo diversi dagli altri perché la nostra cultura era molto forte. A mia madre non piacevano i modi di fare o le abitudini che non coincidessero con le nostre. Ha sempre pensato che gli americani fossero freddi ed egoisti, e non apprezzava la loro idea di famiglia. Eravamo diversi.

La Sicilia e Siracusa sono per te dei luoghi dell’anima, vero?

Trascorro molto tempo in Sicilia, che è semplicemente “casa” per me [… da notare che Michelle Messina Reale usa la parola “home”, che in inglese significa sia “casa” nel senso più domestico e intimo sia “patria”, un po’ come avviene con il latino “domi”, n.d.r.]. La Sicilia e Siracusa sono il mio rifugio. Lo avverto non appena arrivo proprio perché posso rilassarmi. Questo è un aspetto molto diverso rispetto al modo di vivere americano, che mantiene un passo molto veloce e mette in competizione le persone tra loro. Io vivo vicino Philadelphia e la “cultura” può essere molto dura, sbrigativa e perfino rude. A Siracusa trovo ancora gentilezza nelle persone, vedo che la gente dà valore al tempo e agli altri. E il mare sempre bellissimo a fare da panorama e da sfondo pacifica la mia anima.

“Sottrazione” è una parola piena di significati: ha qualcosa a che vedere con le mancanze nella nostra vita e nel nostro spirito, ma la sottrazione è anche il potere dell’artista: eliminare ciò che è vecchio e morto per lasciar crescere ciò che rimane. Sei d’accordo?

Sono pienamente d’accordo su ciò che dici su “Season of Subtraction”! Ci sono molte ferite traumatiche nella mia famiglia. Mio nonno non avrebbe mai voluto lasciare la Sicilia ma fu costretto a farlo… odiava gli States e tutto ciò che comportava viverci. Questo lo rese rabbioso e aggressivo verso tutti e verso la vita. Noi siamo stati costretti a fare i conti con le sofferenze che ha provocato. E la figlia che ebbe e non riconobbe mai ferì tutti noi. Quel rifiuto fu difficile da accettare. Quando trovammo la sorella di mio padre, cercammo di costruire un rapporto nuovo. Lei dice di sentirsi siciliana, ma visto che non è stata cresciuta come tale, non riesce a spiegarsi perché provi questo! [Nella postfazione del libro, Michelle Messina Reale riassume la rocambolesca vicenda della ricerca di questa zia “sottratta”, motore pulsante dei versi di “Season of Subtraction”, omaggio alla tenacità dei legami, n.d.r.].

I tuoi versi sono come prosa e la tua prosa è molto poetica… questo è comune nella poesia americana attuale oppure nella storia più antica o recente della letteratura americana?

No, non è molto comune nella poesia americana, ma è una forma che amo molto utilizzare perché mi permette di usare un linguaggio molto immaginifico in una piccola forma narrativa. Amo leggere poesie in prosa e scriverne, anche!

Salutiamo Michelle Messina Reale e attendiamo le nuove raccolte “Confini: Poems of Refugees in Sicily” e “In the Blink of a Mottled Eye”, che vedranno la luce tra il 2019 e il 2020 per i tipi di Cervena Barva Press e Kelsey Books.

 

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=3828:in-fratelli-di-cielo-di-don-aprile-liriche-e-testimonianze-di-fede&catid=17&Itemid=143

In “Fratelli di cielo” di don Aprile liriche e testimonianze di fede

MARIA LUCIA RICCIOLI
Domenica, 23 Giugno 2019 22:20
Il libro comprende la prefazione di Claudio Maniago, vescovo di Castellaneta, e i contributi di vari poeti

 

La Civetta di Minerva, 15 giugno 2019

“La Civetta di Minerva” ha dedicato diversi articoli all’opera pastorale e letteraria di don Raffaele Aprile, che, dopo “Innamorato del cielo”, ha deciso di dare alle stampe il volume “Fratelli di cielo – in versi si raccontano in cammino con Maria” (Bonfirraro Editore), che verrà presentato il 20 giugno alle ore 20 presso il Salone Baranzini della Basilica Santuario Madonna delle Lacrime di Siracusa.

Don Aprile, augustano, oltre a svolgere il suo ministero presbiteriale come assistente spirituale del gruppo di preghiera Madonna delle Lacrime e del gruppo Caritas, accoglie i pellegrini che vengono a visitare la Basilica Santuario e si occupa anche delle missioni con il Reliquiario. Ricordiamo alcuni dei riconoscimenti che ha ottenuto per la sua passione per la scrittura: ha partecipato alla stesura di un’antologia poetico-letteraria in omaggio a Luigi Pirandello a cura di Giuseppe La Delfa, al libro di don Francesco Cristofaro, conduttore televisivo presso Padre Pio TV e a vari concorsi poetici (quello di Favara intitolato ad Ignazio Buttitta, “Il Federiciano”…); per iniziativa del parroco don Domenico Cirigliano, a ricordo della visita del Reliquiario della Madonna delle Lacrime, è stato collocato in modo definitivo nella parete laterale esterna della Chiesa Madre di Rocca Imperiale il quadretto della Madonnina con una sua preghiera/poesia Vergine delle Lacrime; collabora col settimanale “Notizie della diocesi” di Carpi, curando una rubrica poetica.

La pubblicazione collettanea comprende la prefazione di Claudio Maniago, vescovo di Castellaneta, e di Francesco Maria Marino OP, una introduzione di Fabrizio Mattioli, Avvocato della Rota Romana, e i contributi dei poeti Monsignor Giuseppe Greco, Loris Filippetto, Sonia Accossano, Roberto Giovanni Bizzotto, Filippo Cacioppo, Albino Fattore, Don Ernesto Piraino, Giuseppe Puzzo, Maria Lucia Riccioli, Andrea Maniglia, Nino Cardillo, Don Pasqualino di Dio, Rita Masala, Suor Vincenzina Botindari, Michele Taboni, Rafał Soroczyński, Gruppo di Preghiera Carismatica Madonna delle Lacrime, Nicola Douglas De Fenzi, Claudia Koll e le testimonianze di Salvatore Pappalardo Arcivescovo di Siracusa, Aurelio Russo, Gabriele Russo, Lucia Palmieri, Gabriele Dini, Ida Vasta, Giuseppe Aletti, Danilo Zirone, Loris Filippetto: ecclesiastici e laici, semplici devoti e studiosi, ma comunque voci che narrano, che liricamente si effondono, voci pellegrine, in cammino dunque, come suggerisce il sottotitolo del volume.

Il libro raccoglie sia poesie che testimonianze di fede e di guarigione fisica e spirituale: la parola è canale privilegiato di espressione dei sentimenti più profondi e quindi anche della contemplazione mistica, del rapporto con la Natura e con il Divino, delle lacerazioni, delle sofferenze e delle gioie; se l’arte è a suo modo testimonianza, la narrazione di un percorso di vita, dei bivi e delle svolte inattese dovute ad un incontro con qualcosa che trascende il solco dell’abitudine o peggio ancora della rassegnazione lo è ad un altro livello.

 

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=3830:paola-m-liotta-puntare-su-fiamma-fogliani-e-stata-una-scommessa&catid=17&Itemid=143

Paola M. Liotta: “Puntare su Fiamma Fogliani è stata una scommessa”

MARIA LUCIA RICCIOLI
Lunedì, 24 Giugno 2019 08:22
“Per me la scrittura è musica, esigenza che risuona di vibrazioni, sonorità, echi che intarsiano il romanzo”

 

La Civetta di Minerva, 15 giugno 2019

“La Civetta di Minerva” ha incontrato per voi Paola Maria Liotta, appassionata docente, fine poetessa e scrittrice (i suoi lavori poetici e narrativi le hanno meritato l’attenzione di critici e giurati in vari concorsi letterari come il Premio “Pietro Carrera” e il Premio Letterario Città di Castiglione “Cento Sicilie Cento Scrittori”), animatrice culturale nella sua Avola ed oltre. “Piano concerto Schumann” è il suo ultimo romanzo, uscito per i tipi de Il seme bianco.

Fiamma Fogliani, il maestro Marni e una misteriosa spinetta, “invenzione” all’interno di ciò che è manzonianamente “storia”, ovvero la musica e compositori come Schumann… quanto del tuo amore per la musica è confluito nella stesura del tuo romanzo?

L’amore per la musica convoglia e rappresenta i miei amori, i miei interessi, e molti altri sensi e sentimenti. E non ritroviamo nel romanzo solo Schumann, il cui celebre Piano Concerto gli dà il titolo e ne catalizza vicende e intrighi, ma anche molti altri bei nomi della musica. Le notizie legate all’invenzione del fortepiano, sullo sfondo, delineano il quadro perfetto in cui le passioni, le gioie, la forte testimonianza di vita della mia protagonista si incarnano a pieno. La scrittura, poi, è fatta di lettere e di suoni e, proprio come una musica, può riprodurre la musica della vita, le sue luci e le sue ombre. Sicuramente, questo romanzo è un atto d’amore per la musica, “la più rivelatoria di tutte le arti”, come asserisce, in un passo del romanzo, uno degli affascinanti personaggi maschili che ruotano attorno a Fiamma. Da ciò, si evince come la musica sia tutto (o quasi) anche per me.

Non sei nuova all’alternarsi di libri in prosa e di poesia… come convivono in te la narratrice e la poetessa oltre che la docente?

La narratrice in prosa e in versi e la docente convivono, in me, come i famosi “tria corda” dal momento che le possibilità della scrittura sono infinite. Mi esploro in questo e in molti altri modi, cercando di instillare nei miei studenti l’amore per la lettura. Per me, scrittura creativa, laboratorio di scrittura, biblioteca di classe sono parole magiche. Le parole veicolano idealità, interiorità, speranze, e oggi c’è molto bisogno di idee, di ideali e di speranza. L’amore per ciò che faccio si traduce pure in Paola che scrive in prosa, Paola che scrive versi, Paola che insegna. E in molte altre “Paole”, tutte riflessive, impavide, piene di voglia di fare, desiderose di nuovi mondi da scoprire, mai paghe di un fine, di uno scopo, pur di offrire alle giovani generazioni validi spunti di riflessione e spronarle verso il meglio per sé stesse e per la società attuale, tanto bisognosa d’amore, così devastata dall’egoismo, insanguinata da guerre e violenze di ogni sorta quale essa, purtroppo, è. E il riferimento agli aspetti negativi del reale rintocca in tutto il romanzo, in contrapposizione con la bellezza e con la solarità evocate dalla musica di Fiamma.

Scrivi che “La musica è energia, ma anche controllo; è rigore, ma anche avventura”. Credi possa dirsi lo stesso della scrittura?

Come per Fiamma Fogliani, la protagonista del “Piano Concerto Schumann”, la musica di Schumann, e tutta la musica è vita, così per me la scrittura è musica. La scrittura è un’esigenza insopprimibile, che risuona, come musica, di vibrazioni, di sonorità, di echi, quelli che intarsiano il percorso di ricerca che il romanzo traccia e disvela davanti ai nostri occhi. Leggendo di Fiamma, non si può non immaginarsela vibrante e appassionata, al suo piano. Per infondere questa vita alle parole, si scommette su di sé, ci si precipita a capofitto in un mondo che sta nascendo, evocato sulla carta, non meno reale di quello in cui viviamo, e non si può deviare o filtrare quanto sta nascendo mentre lo si crea, mentre lo si vive. Il rigore e l’eleganza sono connaturati sia alla buona musica che alla buona scrittura: dipende da quanto si è fedeli a criteri stilistici e di buon gusto che corrispondano esattamente all’onestà dei nostri stessi intenti di scrittura. La storia si rivela e piace nell’esatta misura in cui scatta il riconoscimento di chi legge in quelle pagine, ricreando in proprio la storia, vivendola in consonanza – o meno – con il proprio mondo interiore. La scrittura è una bellissima avventura dello spirito se ci trasporta nell’altro, e nell’oltre, sempre in adesione con quanto sentiamo, con quanto vogliamo dire, con il messaggio che affidiamo al nostro scritto.

Fiamma Fogliani è artista e donna. Quanto ha contato per te confrontarti con le figure di musiciste come la tua protagonista?

Nel romanzo vi è una miriade di figure femminili: pianiste quali Clara Wieck Schumann, Annie Fisher, Clara Haskil, Martha Argerich, Hélène Grimaud, ma anche artiste, tipo Giovanna Fratellini, pittrice di corte che venne paragonata a Rosalba Carriera e fu la ritrattista della Gran Principessa Beatrice Violante di Baviera. Quest’ultima visse proprio alla corte medicea e dovette conoscere il ‘nostro’ Bartolomeo Cristofori, l’inventore del gravicembalo ‘col piano e col forte’, cioè l’antenato del pianoforte. Man mano che la storia cresceva e sbocciava nelle mie righe, ho ritrovato tutte queste figure; alcune le conoscevo già, infatti amo molto la Argerich, come pianista, e la Grimaud. Menzionare Beatrice Violante mi ha permesso di darle il giusto risalto; peraltro, fu anche un’ottima statista nel governatorato della città di Siena. L’ultima volta che, in pubblico, ho accennato a questa galleria di figure eccezionali, e spesso le donne stanno ai margini della storia, o sono appena menzionate, mi son sentita dire, proprio da una donna: “Lei non ama molto gli uomini”! Ecco, vorrei sconfessare quest’appunto. Rendere il giusto tributo a figure obliate, o meno note di corrispettive personalità maschili, ha validato ulteriormente la mia scrittura di quegli slanci che io amo esprimere. Anche portare alla ribalta Fiamma Fogliani è stata indubbiamente una bella scommessa per dare corpo a ciò che io amo, alla vera bellezza, che ci deve guidare verso il meglio, nell’arte e nella vita.

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=3912:teresa-laterza-le-mie-sono-un-emozione-che-cambia&catid=17&Itemid=143

Teresa Laterza: “Le mie Schegge sono un’emozione che cambia”

MARIA LUCIA RICCIOLI
Mercoledì, 06 Novembre 2019 10:46
Raccolta di aforismi, riflessioni e poesie edita da CTL Edizioni, copertina di Rosa Rosita Loiodice

 

La Civetta di Minerva, 26 ottobre 2019

Torniamo ad occuparsi di Teresa Laterza: l’autrice, pugliese di origine, vive a Caltagirone ed è impegnata nel settore della formazione; collabora con testate giornalistiche locali, nazionali e internazionali, come il periodico dell’Automobile Club Bologna (AutoBo) e la Rivista Internazionale Le Muse, fondata da Paolo Borruto e Maria Teresa Liuzzo (direttrice), oltre a proporsi come editor e book counselor. Le sue incursioni poetiche e narrative spaziano dal romanzo “Imprevisti di primavera” (Kimerik) alle sillogi poetiche “I sentieri dell’anima”, “Le stagioni del cuore” e “Frammenti d’infinito” (Irda edizioni), dalla stesura di articoli e saggi ad una nuova silloge poetica, “Armonia d’essenza”.

La sua ultima pubblicazione è “Schegge”, raccolta di aforismi, riflessioni e poesie edita da CTL Edizioni di Nino Bozzi. La copertina è illustrata da Rosa Rosita Loiodice, tra l’altro curatrice editoriale.Scheggia è un frammento, scheggia è una freccia, scheggia è un proiettile che penetra le carni, ferisce e diventa parte di noi. Ma la scheggia che ci colpisce può essere una forza, una verità, un’emozione che provocandoci dolore ci restituisce contemporaneamente a noi stessi e alla nostra vera essenza, un lampo che illumina la nostra cecità. Come fa la parola, in primis quella poetica.

Ecco allora l’invito ad evitare gli abbracci mancati, a non lasciarsi rinchiudere “dai cancelli degli schemi”; ecco l’amore per l’arte e la parola, grazie ai quali si può attingere l’infinito, l’accoglienza di se stessi e del prossimo – migrante è anche chi cerca l’amore che la “patria” della sua famiglia gli ha negato e infinite sono le povertà mentali e spirituali –, ecco il richiamo all’interconnessione degli esseri viventi e dell’universo che si rivela anche nelle azioni e nei pensieri in apparenza insignificanti… perché la vita è un “gioco duale”. I versi sono lampi, briciole di ricordi, attimi di consapevolezza, bagliori di vero, gli aforismi e le considerazioni sono bocconi, minutaglie, tessere sparse di un mosaico di cui non conosciamo il disegno, quello sempre incompiuto della saggezza.

Il titolo “Schegge” è significativo e polisemico… cosa vuol dire per te e come lo hai scelto per intitolare il libro?

Esattamente: la scheggia penetra in profondità e lascia un segno. Può far male, ma induce alla riflessione. La nostra carne, il nostro corpo è la vita e le schegge sono le esperienze. È questo il motivo della scelta del titolo. Mi auguro che le mie poesie e le mie riflessioni aiutino a fare luce dove regnano il buio o le ombre.

I tuoi progetti futuri riguardano la teoria oltre che la pratica della scrittura: puoi anticiparci qualcosa?

Tra mille difficoltà, considerate le incombenze quotidiane, sto portando avanti la stesura di un saggio sulla scrittura. L’intento è quello di fornire consigli e regole utili a chi desideri scrivere un libro di qualsiasi genere, affinché l’opera possa incontrare l’interesse del pubblico. Si tratta, in sostanza, di una specie di vademecum dello scrivere efficacemente.

POESIAVOLA…

22 mercoledì Ago 2018

Posted by mlriccioli in Eventi culturali, Letteratura, Musica

≈ Lascia un commento

Tag

#trekking, Ada Neri, al-Mu'tamid, Alessio Di Giovanni, Angelo Rullini, Annamaria Piccione, Antonella Monica, associazione Aliantide, Associazione culturale Aliantide, Bar Girlando, Beatrice Monroy, Benito Marziano, Biagio Iacono, Cafè de Flore, Caffè Letterario Salvatore Quasimodo, Carlo Sorgia, Carmela Di Rosa, Carmelo Denaro, Casa del Libro Rosario Mascali, Centonove, Chiesa di Santa Lucia al Gonfalone, Ciao Libri, Ciccio Urso, Controparola, Corrado Bono, Corrado Calafiore, Corrado Carbè, Corrado Denaro, Corrado Iacono, Dacia Maraini, Danilo Pistone, Domenico Pisana, Elena Doni, Ferita all'ala un'allodola, FIDAPA, Fildis Teocrito, Flannery, Frammenti letterari, Franca Cavallo, Francesco Urso, Giovanni Fronte, Giovanni Parentignoti, Giovanni Stella, Giuseppe Eroe, Giuseppe Mistretta, Giuseppina Boccaccio, Historica edizioni, I Festa del Libro di Siracusa, Ibn Hamdis, Il Maggio dei Libri, Inchiostro e anima, InciZine – Regalami un incipit, Intorno a Voglio il mio cielo – La scoperta di un inedito sulla Coffa, Istituto Brunelleschi, Istituto comprensivo “Paolo Orsi”, Istituto Lombardo Radice, Kaos festival di Montallegro, Konrad, L'Erudita Editrice, La carovana degli artisti, La Nuova Sesia, La Repubblica, La Sicilia, Laura Costantini, Le Cuspidi, Leima edizioni, Letterando InFest, Letteratitudine, Libreria Editrice Urso, Libreria Modusvivendi, Liceo “M.F. Quintiliano”, Liceo “Matteo Raeli”, Lighea, Liliana Calabrese, Liliana Moreal, Loredana Faraci, Lucia Corsale, Luigi La Rosa, Luisella Pacco, Maria Lucia Riccioli, Maria Rita Pennisi, Mariannina Coffa, Mariannina Coffa Caruso, Mariannina e le altre, Mariapina Astuni, Marinella Fiume, Matteo Raeli, Mia Vinci, Navarra Editore, Noto, Noto per Mariannina, Perrone Lab, Piazza XVI Maggio, Piero Mandia, Poesia, Poesiavola, Poeti e scrittori del Val di Noto a confronto, POST SCRIPTA, Premio Portopalo - Più a Sud di Tunisi, RAI, Remo Bassini, Salvatore Conti, Salvatore Di Pietro, Salvatore Elera, Sciacca, Scripta volant, Scrivere? Non è un mestiere per donne, Sebastano Burgaretta, Sebastiano Artale, Semaforo Rosa, Sguardi plurali, Simona Lo Iacono, Società Italiana delle Letterate, Stefano Cintoli, Stefano Palumbo, Tempo solidale, Totò Roberto Candileno, Tutto su Noto, Umberto Confalonieri, Una marina di libri, Valentina Spallino

Avola 18-8-2018 – Sesta edizione di “PoesiAvola”.
Liliana Calabrese Urso lancia l’INCANTO nella manifestazione.
Eravamo nello spazio del Bar “Girlando” di C. Iacono in Corso Garibaldi ad Avola.
COMINCIAMMO COSÌ, come si può vedere in questo video.
Per altri video collegati a “PoesiAvola” vai in https://www.youtube.com/playlist…

Potrete così vedere i video che riguardano la mia partecipazione ad una manifestazione che mi è cara…

L'immagine può contenere: 1 persona, testo

Grazie a Liliana e Ciccio per queste belle occasioni di comunione poetica e umana.
Grazie a Sebastiano e Rosa Burgaretta… loro sanno perché.
Grazie a tutti i poeti convenuti per il dono delle parole.

Avola 18-8-2018 – Sesta edizione di “PoesiAvola”.
Salvatore Lazzaro e Ciccio Urso danno inizio alla manifestazione.
Eravamo nello spazio del Bar “Girlando” di C. Iacono in Corso Garibaldi ad Avola.
COMINCIAMMO COSÌ, come si può vedere in questo video.
Per altri video collegati a “PoesiAvola” vai in https://www.youtube.com/playlist…

SI INVITANO I POETI DI QUESTO GRUPPO A PARTECIPARE NUMEROSI!!!
SABATO 18 AGOSTO 2018 A PARTIRE DALLE ORE 21 ti aspettiamo in Corso Garibaldi, nel Bar “Girlando” di Corrado Iacono per un’altra edizione di “PoesiAvola”.
Senza costi per nessuno, senza soldi da dare al Comune, e senza riceverne dalla Pro Loco, gratis per i poeti, a costo zero per la Libreria Editrice Urso.
Questa gratuità dell’evento, chiaramente raggiunta col saper fare con intelligenza e con l’esperienza multidecennale, una volta, prima che scadessero valori e che tutto si appiattisse nella relazione di sudditanza nei confronti di qualcuno, era oggetto di stima e modello da emulare.
La poesia e le persone in gamba ci sosterranno ancora una volta e aggiungeremo un ulteriore tassello positivo ai nostri e ai loro ricordi più belli.
Si partecipa intervenendo con lettura di proprie poesie o di poesie di altri a tema libero, con moderazione di Francesco Urso e assolutamente senza schemi e programmazione organizzativa.

Per saperne di più: http://www.libreriaeditriceurso.com/poesiavola.html/poesiavola.html

Una bella manifestazione cui ho avuto la gioia di partecipare negli anni precedenti…

Ecco del materiale…

http://www.libreriaeditriceurso.com/

evento

Venerdì 18 agosto 2017 a partire dalle 21
nel Bar Girlando di Corrado Iacono, in prossimità di Piazza Umberto I

EVENTO APERTO A CHIUNQUE VOGLIA RECITARE PROPRIE POESIE O DI ALTRI POETI SENZA CENSURE E PROGRAMMAZIONI
con l’unica necessità di adeguarsi al tempo a disposizione e alla voglia di aggiungere bellezza alla manifestazione…
“POESIAVOLA”, quinta edizione!
Senza costi per nessuno, senza soldi da dare al Comune,
e senza riceverne dalla Pro Loco, gratis per i poeti, a costo zero per la Libreria Editrice Urso.

Il tutto per la voglia di poesia, nonostante tutte le difficoltà…
A cura di Francesco Urso e con la partecipazione di alcuni poeti di questo gruppo di Facebook
e del gruppo “Libri di-versi in diversi libri”.
PER ADERIRE invia un messaggio a info@libreriaeditriceurso.com
Per saperne di più: http://www.libreriaeditriceurso.com/poesiavola.html
PASSATE PAROLA!
VOI DOVETE SOSTITUIRVI ALLA STAMPA
E AI MEZZI DI INFORMAZIONE RADIOTELEVISIVI CHE CI IGNORANO!

Nel corso della serata, leggeremo anche a caso poesie tratte da libri pubblicati dalla Libreria Editrice Urso e di poeti che non partecipano più per un motivo o un altro ai nostri incontri che si distinguono comunque per semplicità, leggerezza e passione nell’impegno di coordinamento di un amplissimo universo creativo (per citare solamente alcuni di questi autori: Giovanni Stella, Sebastiano Burgaretta, Benito Marziano, Giovanni Parentignoti, Angelo Rullini, Giuseppina Boccaccio, Corrado Calafiore, Giuseppe Eroe, Umberto Confalonieri, ecc.).

Qualche foto…

L'immagine può contenere: 1 persona

Liliana Calabrese e Ciccio Urso…

L'immagine può contenere: 5 persone, persone che sorridono, persone sedute

Eccomi, allo stesso tavolo con Paolo Pantano e Carmela Di Rosa oltre che con Carmelo Denaro e Ada Neri (presenti anche Sebastiano e Rosa Burgaretta, preziosi amici).

L'immagine può contenere: 10 persone, spazio al chiuso

L'immagine può contenere: 1 persona, persona seduta, tabella e spazio al chiuso

L'immagine può contenere: 2 persone, tra cui Ciccio Urso

Io con Ciccio Urso… mentre leggevo una mia poesia in italiano.

L'immagine può contenere: 1 persona, in piedi e spazio al chiuso

L'immagine può contenere: 5 persone, persone che sorridono

Sebastiano Burgaretta…

L'immagine può contenere: 2 persone, persone che sorridono, persone sedute e occhiali

Io e i miei cunti in dialetto… QUANNU ‘U SIGNURI PASSAVA P’ ‘O MUNNU (Algra editore).

L'immagine può contenere: 4 persone, persone che sorridono, persone sedute e occhiali

L'immagine può contenere: 2 persone, barba

Il prossimo evento…

Nessun testo alternativo automatico disponibile.

Il 24 agosto 2018 ritorneremo alle tipiche nostre emozioni condivise, senza necessità di alcunché (di soldi pubblici, di sedi del Comune, di “complicità” con sindaci o assessori), ma con la collaborazione fondamentale di chi vorrà esserci, senza se e senza ma…

24 AGOSTO 2018 – POETI E SCRITTORI DEL VAL DI NOTO A CONFRONTO
VI ASPETTEREMO A PARTIRE DALLE 21 IN PIAZZA XVI MAGGIO A NOTO.
8ª Edizione della consolidata manifestazione “Poeti e scrittori del Val di Noto a confronto”, che ogni anno si svolge il venerdì sera della festa di San Corrado a Noto.
Le prime tre edizioni si svolsero in locali concessi senza problemi dalle Amministrazioni comunali di allora, mentre le ultime edizioni si svolgono in modo informale e contro ogni logica prevedibile attraverso un trekking poetico per il corso principale di Noto, con soste nelle tre piazze più idonee per soste poetiche, e cioè Piazza XVI Maggio, Piazza del Municipio e, infine, sulla scalinata della Chiesa di San Francesco all’Immacolata.
Si partecipa prenotandosi con un messaggio a info@libreriaeditriceurso.com, o aggiungendosi anche all’ultimo momento, declamando una propria poesia o una propria scrittura, oppure qualsivoglia scrittura di altri, senza censura e senza programmazione premeditata.
E il tutto avviene entro limiti di buon senso e civiltà, senza dispendio di denaro pubblico e senza altri fini se non quelli dell’esaltazione della bellezza e della poesia.
Grazie a quanti fanno di tutto per esserci, abitando a Noto, in provincia, e soprattutto a quelli, che, anche, collaborano, provenendo da realtà lontane dalla città barocca e a tutti quelli che ci seguono virtualmente e che individuano un senso positivo nel nostro operare.
Viva la poesia.
HANNO GIÀ DATO LA LORO ADESIONE: Liliana Calabrese (Avola), Ciccio Urso (Avola), Giuseppe Mistretta (Enna), Liliana Moreal (Catania), Carmela Di Rosa (Alessandria-Avola), Ada Neri (Bergamo-Avola), Salvatore Elera (Avola), Maria Lucia Riccioli (Siracusa), Carmelo Denaro (Siracusa-Noto), Totò Roberto Candileno (Milano-Noto), Sebastiano Artale (Avola), Mariapina Astuni (Bisignano-Cs), Corrado Bono (Avola)

Ecco altro materiale sulla Libreria Editrice Urso e le sue iniziative…

http://ciaolibri.it/2017/06/30/libri-di-versi-in-diversi-libri-20172018/#comment-3

GIUGNO 30, 2017 DI MIA

LIBRI DI-VERSI IN DIVERSI LIBRI 2017/2018

I POETI SON TORNATI…

Amanti della poesia! Voglio presentarvi un concorso molto interessante a cui potete partecipare e di cui io stessa ho cari ricordi: “Libri di versi in diversi libri”, realizzato dall’editore Francesco Urso, responsabile della Libreria Editrice Urso di Avola, in provincia di Siracusa.

Libri di-versi in diversi libri

…è un concorso letterario internazionale di lingua italiana, ormai giunto alla settima edizione e che ha avuto molto successo grazie alla collaborazione di molti poeti e al passaparola! …e soprattutto grazie all’ingrediente principale: l’Amore per la poesia!

Ecco il link per leggere il regolamento:

Regolamento Libri di-versi in diversi libri edizione 2017/2018

Vi invito a partecipare, avete tempo fino al 31 luglio! E gli autori selezionati in finale, riceveranno in regalo una copia della loro raccolta poetica! Non è stupendo veder vivere le proprie poesie? e respirarne il profumo tra le pagine?

Ecco qui la raccolta delle copertine “a sorpresa” realizzate dall’editore in base alle emozioni suscitate dalle raccolte poetiche dei singoli autori.

Una più bella dell’altra, ed è stata una piacevole sorpresa vedere il mio libro tra i selezionati!

Vi mostro la copertina della mia raccolta poetica:

Partecipare è stata una bellissima esperienza, confrontarsi con altri poeti, conoscere la loro poesia e la loro anima variopinta di emozioni è qualcosa di unico e imperdibile, vi racconto la magnifica giornata che ho trascorso…

Poetare per le vie di Noto è stata un’esperienza molto suggestiva, Libri di-versi in diversi libri, non è soltanto un concorso di poesia che mira a pubblicizzare editore autore e poesie, ma è un concorso che porta a spasso l’Anima tutta, interamente, ed il poeta stesso, è un concorso che abbraccia pienamente il cuore e la persona rendendola piena. Tra le vie del paese, location barocca incantevole: Noto, il poeta ritrova se stesso e vive magiche emozioni circondato di luce che avvolge e riscalda.

L’incontro tra poeti ed editore è avvenuto presso la Porta Reale:

Qui ho conosciuto poeti di tutta Italia e qui ha avuto inizio il percorso poetico barocco.

Prima tappa è stata la chiesa dell’Immacolata, dove, con gli amici poeti, abbiamo sostato leggendo poesie e dialogando con il gentilissimo prete della chiesa che ci ha accolto.

Dopo aver letto poesie presso la Chiesa dell’Immacolata, abbiamo ripreso il cammino lungo il Corso Vittorio Emanuele:

Fino ad arrivare dinnanzi al gioiello barocco per eccellenza: la Cattedrale! O Duomo di San Nicolò.

Qui abbiamo reso omaggio al Santo Patrono della città: San Corrado Confalonieri, leggendo poesie di devozione all’interno del Duomo.

Tra Duomo e Municipio, abbiamo continuato a poetare, complice un’atmosfera barocca meravigliosa, un clima primaverile e persone stupende dall’animo sensibile.

Il percorso poetico è terminato presso piazza XVI Maggio, immersi nel barocco tra il teatro e la chiesa di San Domenico:

E la premiazione dei primi tre classificati è avvenuta in un locale di Avola, comune vicino Noto, dove la poesia è stata omaggiata ancora ed ogni libro presentato.

Ad accompagnare la manifestazione poetica, la splendida voce di Liliana Calabrese, moglie dell’editore Francesco Urso:

Il vincitore del concorso, primo classificato, è stato Carlo Sorgia:

Ecco qui la copertina della raccolta poetica vincente:

E conclusosi l’edizione 2016/2017 dedicata al poeta scomparso Salvatore Di Pietro, è stata inaugurata la nuova:  edizione 2017/2018 dedicata al poeta, recentemente scomparso, Corrado Carbè.

Per partecipare, riporto il link con il regolamento:

Regolamento Libri di-versi in diversi libri 2017/2018

Di poetare non si smette mai, perché la poesia è respiro continuo del mondo, respiro del quotidiano vivere, e partecipare a questo concorso come poetessa è stata una bellissima esperienza perché resta nel cuore il ricordo di una incantevole giornata e lo sguardo indimenticabile di chi è poeta nell’Anima. Conoscere poeti di tutta Italia, respirare la loro arte, venire a conoscenza delle loro tradizioni, della storia della loro terra, delle loro passioni, non c’è nulla di più emozionante che questo vivere!

Parteciperò ancora perché poetare è un continuo commuoversi dell’Anima.

Vi riporto un articolo scritto dalla docente e scrittrice Maria Lucia Riccioli, sulle due giornate conclusive del concorso, pubblicato sul giornale quindicinale “La Civetta di Minerva” del 24 Marzo 2017 :

Fatevi avanti poeti, questo è il nostro tempo, armiamoci di carta penna e tastiera, e viviamo!

Link concorso:

Regolamento Libri di-versi in diversi libri 2017/2018

Ringrazio tutti voi poeti, l’editore Urso, ed il fotografo Flavio Casoni per aver acconsentito gentilmente all’utilizzo delle sue foto.

Ho riportato un bel post tratto dal blog – nato recentissimamente – di Mia Vinci, che ringrazio per aver riportato il mio articolo scritto per LA CIVETTA DI MINERVA proprio per l’occasione (il blog si chiama CIAO LIBRI perché… leggere è salutare!)

Ecco altro materiale sul rapporto tra me, Liliana Calabrese e Ciccio Urso e il gruppo dei poeti che si riconosce nelle loro iniziative di promozione della poesia come utopia ed esperienza compartita…

PER IL PIACERE DI INTRODURRE POESIA NEL QUOTIDIANO
In questo video di Valentina Spallino l’intervento della poetessa e scrittrice Maria Lucia in Piazza XVI Maggio a favore della poesia e a testimoniare, come fa da sempre, il suo amore e interesse per Mariannina Coffa. Sullo sfondo, a destra del video il candido busto marmoreo di Mariannina assiste all’evento.
Il trekking di poeti e scrittori per piazze di Noto si svolgeva venerdì 26 agosto 2016, per la sesta volta, nel venerdì della Festa netina di San Corrado.
Come ogni anno, senza costi per la comunità e senza quote di adesione per i partecipanti siamo giunti alla sesta edizione di “Poeti e scrittori del Val di Noto a confronto”.
Con tanta bellezza, creatività – e assolutamente senza programmazione di nulla – e ci viene da aggiungere, senza uomini di potere, o “personaggi” dell’establishment culturale, abbiamo realizzato con intervento di poeti e scrittori di più città della Sicilia un evento da ricordare per la sua originalità.
Seguono altri video di Valentina Spallino nella nostra playlist: https://www.youtube.com/playlist?list…

Per saper di più:http://www.libreriaeditriceurso.com/p…

Sei poeta o scrittore e vuoi prenotarti per una successiva manifestazione?
Contattaci in info@libreriaeditriceurso.com

Bella esperienza… una serata poetica itinerante e perfettamente informale com’è nello stile di Liliana Calabrese, tra l’altro magnifica performer, e Ciccio Urso, infaticabili promotori di poesia…

https://www.facebook.com/giusy.ferrante.18/videos/1418454274834564/ (video della performance di Giusy Ferrante, palermitana)

Io ho avuto il piacere e l’onore di parlare di Mariannina Coffa in piazzetta Ercole (Piazza XVI maggio) davanti al busto del Niccoli, spiegando le lapidi e i monumenti legati alla poetessa e al nostro Risorgimento; dopo un’altra sosta presso la Cattedrale, ai piedi della scalinata della Chiesa di San Francesco all’Immacolata – di cui serbo un ricordo speciale perché ebbi modo anni fa di cantarvi – ho letto alcuni versi della Coffa dedicati a San Corrado Confalonieri, patrono di Noto… naturalmente ho anche letto qualche passo del mio romanzo FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA dedicato alla figura della poetessa e patriota netina.

Ricevo e pubblico… grazie a Ciccio e Liliana Urso per il loro entusiasmo e il loro amore per la poesia!

POETI E AMANTI DELLA POESIA
PARTECIPATE…
Non aspettatevi inviti personali o particolari sollecitazioni! Da noi si partecipa liberamente, e se si vuole! E, soprattutto, senza costi pubblici e del tutto gratis per i partecipanti.
VENERDÌ 26 AGOSTO 2016 DALLE 21,00
LA SESTA EDIZIONE DI
“Poeti e scrittori del Val di Noto a confronto”
DEDICATA
A IBN HAMDIS
MARIANNINA COFFA
E A GIOVANNI FRONTE
liberamente – per quel che riguarda i partecipanti – con scritture in prosa o poesie proprie, o di altri autori sarà il 26 agosto 2016
a partire dalle ore 21 in Piazza XVI Maggio (detta Piazza “Ercole”) a Noto (Sr) a fianco del monumento a Mariannina Coffa e, poi, lungo il corso principale di Noto, con due soste, una davanti al Municipio e alla Cattedrale di Noto, e un’altra davanti alla Chiesa dell’Immacolata.

PASSATE PAROLA!
Visto il carattere informale e libertario della manifestazione abbiamo bisogno di tutta la vostra solidarietà.

…Custodisca Iddio una casa di Noto,
e fluiscano su di lei le rigonfie nuvole!
Con nostalgia filiale anelo alla patria, verso cui mi attirano
le dimore delle belle sue donne.
E chi ha lasciato l’anima a vestigio di una dimora,
a quella brama col corpo fare ritorno….
Viva quella terra popolata e colta,
vivano anche in lei le tracce e le rovine!
Io anelo alla mia terra,
nella cui polvere si son consumate le membra e le ossa dei miei avi.
E chi ha lasciato il cuore a vestigio di una dimora,
a quella brama col corpo fare ritorno…

Ibn Hamdîs
(poeta arabo-siciliano, 1056-1133)

Nacque a Noto (Siracusa), e dopo aver preso parte alle lotte contro i normanni emigrò alla corte di Siviglia accolto dal sovrano – anche lui poeta – al-Mu’tamid. Qui vi rimase fino al 1091; poi venne espulso e si rifugiò presso le corti di Algeria e Tunisia. La sua produzione poetica – bacchica ed elegiaca – fu molto vasta e conta circa seimila versi. In una epoca di vasti disordini politici, nessuno seppe esprimere come questo poeta l’amore, il dolore e una struggente nostalgia per la bella terra di origine. Si spense in esilio, e probabilmente a Maiorca, quando il potere degli Altavilla si era oramai definitivamente consolidato in Sicilia.

Liliana Calabrese canta “Poesia” a Noto per “Poeti e scrittori del Val di Noto a confronto” (26 agosto 2016)

Ecco un altro video sempre realizzato in piazza XVI Maggio…

Carmelo Denaro, poeta di origini netine, e residente a Siracusa, dà il via poeticamente ma forma scherzosa e si rivolge agli astanti, tanto da far sorridere tutti.
Siamo in Piazza XVI Maggio a Noto, davanti al busto marmoreo dedicato a Mariannina Coffa…
Stiamo realizzando la sesta edizione di “Poeti e scrittori del Val di Noto onfronto”.

Video… con un omaggio ai fratelli terremotati del Centro Italia.

Noto (Sr) 26 agosto 2016 – Una foto in evidenza con il poeta Franco Monello!

Erano presenti – e articolavano armoniosamente le loro poesie – poeti di Avola, Noto, Siracusa, Agrigento, Palermo, Milano, Alessandria, ecc.
Foto dedicata anche a tutti gli altri che c’erano, e che hanno contribuito alla riuscita della manifestazione, nonché a tutti quelli che ovunque nel mondo seguono e apprezzano il … Altro…

— con Liliana Moreal, Salvatore Spadaro, Roberto Totò Candileno, Antonina Coletta, Franco Monello,Cettina Sortino, Salvatore Conti, Carmela Di Rosa,Giusy Ferrante, Liliana Calabrese Urso, Maria Lucia Riccioli, Lilia Delizia Urso, Pietro Mandia eSalvatore Elera

 Per te, in ricordo di una serata magica (grazie a Liliana Calabrese)

Ricordo la mia prima partecipazione alla manifestazione… era appena uscito il mio romanzo sulla poetessa e patriota netina Mariannina Coffa, FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA.

Mariannina copertina

Per i tipi di Perrone Lab nel gennaio 2011 è uscito il primo romanzo di Maria Lucia Riccioli, “Ferita all’ala un’allodola”, dedicato alla figura della poetessa e patriota risorgimentale Mariannina Coffa Caruso.

Il romanzo è stato presentato a Siracusa presso il Palazzo della Cultura di Siracusa (Palazzo Impellizzeri) da Luigi La Rosa e Simona Lo Iacono il 27 febbraio 2011.

Successivamente è partita la tournée di presentazioni che ha toccato Acireale (Istituto Brunelleschi, Fidapa), Catania (Istituto Lombardo Radice, Cafè de Flore), Palermo (Libreria Modusvivendi), Raffadali (Le Cuspidi), Siracusa (Liceo “M.F. Quintiliano”, Istituto comprensivo “Paolo Orsi”), Roma (Chiesa di Santa Lucia al Gonfalone).

L’autrice è stata tra i relatori del convegno dedicato a Mariannina Coffa con un intervento sul trattamento romanzesco della poetessa (Noto, Palazzo Impellizzeri, Archivio di Stato, 12 aprile 2011).

Un dibattito sul suo romanzo e le donne del Risorgimento è uscito su “Letteratitudine” e su “Flannery”; il libro è stato recensito, tra gli altri, da Luigi La Rosa su “Centonove”, dalla scrittrice e giornalista Lucia Corsale (La Sicilia), da Maria Rita Pennisi (La Sicilia), dallo scrittore e giornalista Remo Bassini (La Nuova Sesia), da Loredana Faraci (La Repubblica, edizione di Palermo), da Luisella Pacco (Konrad).

Il romanzo è entrato nella top five relativa alla narrativa più venduta in Sicilia (La Repubblica, edizione di Palermo, 15 maggio 2011) ed è stato segnalato dal libraio Stefano Palumbo come libro rappresentativo della scrittura siciliana sempre su La Repubblica – Palermo.

L’autrice è stata invitata al Letterando InFest di Sciacca, durante il quale ha presentato il romanzo insieme ad Elena Doni del gruppo “Controparola”, collettivo di giornaliste e scrittrici fondato da Dacia Maraini.

In occasione de “Il Maggio dei Libri 2012”, campagna nazionale per la promozione della lettura patrocinata dall’Unesco e dalla Presidenza della Repubblica, ha vinto il concorso letterario per incipit di romanzi editi “InciZine – Regalami un incipit”, organizzato da Scripta volant e dall’Associazione culturale “Aliantide”. Una volanzine con l’incipit di “Ferita all’ala un’allodola” è stata distribuita gratuitamente in tutta Italia durante le manifestazioni collegate all’iniziativa.

Il 13 ottobre 2012 è stata premiata come vincitrice ex aequo della sezione “Frammenti letterari” nell’ambito del premio “Portopalo – Più a Sud di Tunisi” per il suo romanzo “Ferita all’ala un’allodola”.

In occasione del convegno nazionale del 21 – 22 dicembre 2012 dedicato al bicentenario di Matteo Raeli ospitato al Palazzo Trigona di Noto un brano di “Ferita all’ala un’allodola” è stato inserito in un pannello e nel catalogo della mostra realizzata da docenti e allievi del Liceo “Matteo Raeli” di Noto.

Nell’aprile 2013 l’incipit di “Ferita all’ala un’allodola” è stato pubblicato, insieme alla sinossi e alla biografia dell’autrice, sul primo numero della rivista on line a cartacea POST SCRIPTA, a cura dell’associazione Aliantide.

Il romanzo è stato presentato durante la mostra-mercato “Io valgo” organizzata dalla FIDAPA di Siracusa presso i locali della Provincia regionale dal 21 al 23 maggio 2013 ed è stato rieditato nel giugno 2013 dalla casa editrice L’Erudita.

Il 9 giugno del 2013 l’autrice ha presentato il proprio lavoro editoriale presso il complesso di San Domenico a Palermo in occasione di “Una marina di libri”, manifestazione organizzata da Navarra Editore.  Ha preso parte inoltre all’estemporanea di scrittura presso la Cappella di Santa Barbara nell’ambito della stessa kermesse.

Il 29 giugno 2013 ha preso parte alla manifestazione “I Festa del Libro di Siracusa”, organizzata dalla Biblioteca comunale di Siracusa e da Tempo solidale: è stata protagonista di un incontro con i lettori ed è stata una delle autrici coinvolte nell’incontro-dibattito degli scrittori siracusani con la cittadinanza.

Nel gennaio 2014 è risultata finalista, insieme – tra gli altri – a Beatrice Monroy e agli scrittori di Leima edizioni, del Kaos festival di Montallegro (AG) con il suo romanzo.

L’8 febbraio 2014 presso la Casa del Libro Rosario Mascali di Siracusa si è tenuta una conversazione tra l’autrice e la scrittrice Annamaria Piccione a proposito della riedizione di “Ferita all’ala un’allodola”.

Il 14 febbraio 2014, presso la Sala Gagliardi di Noto, è stata tra le relatrici di “Semaforo rosa”, convegno dedicato a “Mariannina e le altre” insieme a Marinella Fiume, avvocate, psicologhe e scrittrici sul tema della violenza contro le donne in nome di Mariannina Coffa. L’evento è stato promosso dal Comune di Noto con il coordinamento artistico dell’associazione “Lighea”.

L’8 marzo, per Historica Edizioni, è uscita l’intervista realizzata con la scrittrice e giornalista Rai Laura Costantini, pubblicata insieme agli interventi di altre autrici nell’e-book “Scrivere? Non è un mestiere per donne”. L’opera è poi uscita anche in versione cartacea.

Il 13 maggio ha svolto una conferenza sul suo romanzo per la Fildis Teocrito di Siracusa presso l’I.T.C. “Alessandro Rizza” di Siracusa con il violinista Danilo Pistone.

1l 14 settembre 2014 nell’ambito del Premio letterario nazionale “Alessio Di Giovanni” il suo romanzo ha ricevuto una segnalazione di merito vincendo il premio della Presidenza.

Il 7 novembre 2014 ha preso parte al convegno “Sguardi plurali” dedicato a Mariannina Coffa nell’ambito della manifestazione “Noto per Mariannina”, conversando con Marinella Fiume e Biagio Iacono sull’epistolario curato dagli stessi ed è stata intervistata da Vincenzo Rosana per “Tutto su Noto”.

Il 28 febbraio, presso il Palazzo della Cultura di Modica, è stata ospite del XII appuntamento del Caffè letterario “Salvatore Quasimodo”, presieduto da Domenico Pisana che ha introdotto l’autrice e il romanzo “Ferita all’ala un’allodola” insieme a Lucia Corsale, con letture a cura di Franca Cavallo e Antonella Monica, musiche a cura del pianista Stefano Cintoli.

Il 7 novembre 2015, in qualità di giurata della terza edizione del concorso letterario “Inchiostro e anima” dedicato alla poetessa e patriota netina Mariannina Coffa Caruso e organizzato da “La carovana degli artisti” ha presenziato presso la sala Gagliardi di Noto (SR) alla cerimonia di premiazione; un suo racconto e un suo scritto di ringraziamenti hanno aperto il volume antologico pubblicato in occasione della manifestazione.

Il 4 maggio, presso la Sala Gagliardi di Noto (SR) ha presenziato in qualità di relatrice e di autrice di uno dei saggi presenti nel volume (“Intorno a Voglio il mio cielo – La scoperta di un inedito sulla Coffa”) alla presentazione di “Sguardi plurali” (a cura di Marinella Fiume, Armando Siciliano Editore), atti dell’omonimo convegno di studi sulla poetessa e patriota netina Mariannina Coffa.

Ferita-all'ala-sito-piccolo

Lo ricordo copincollandovi il post che scrissi allora…

A Noto, presso la Loggia del Mercato, in Via Rocco Pirri (esattamente alle spalle del Palazzo Nicolaci-Villadorata) venerdì 24 agosto a partire dalle 19.30 si svolgerà l’evento

POETI E SCRITTORI DEL VAL DI NOTO A CONFRONTO
(SECONDA EDIZIONE)
L’evento è principalmente rivolto agli autori della Libreria Editrice Urso, agli amici del Gruppo “Libri di-versi in diversi libri”, agli iscritti al “Forum dei cammini europei del pellegrino” e a quanti, pur non facendo parte attivamente di questi contesti, vogliano rendere visibile la loro creatività.

Contatta al più presto Francesco Urso per essere inserito in programma (info@libreriaeditriceurso.com).
…HANNO GIÀ DATO LA LORO ADESIONE:
Carmela Di Rosa, Benito Marziano, Sonia Alia, Salvatore Di Pietro, Cettina Lascia Cirinnà, Nino Muccio, Peppe Montalto, Corrado Marescalco, Mary Di Martino, Orazio Di Rosa, Mia Vinci, Salvatore Spadaro, Nino Guarino, Federico Guastella, Maria Barone, Gioacchino Scorsonelli, Franco Perricone, Giuseppe Cristofani, Margherita Moncada, Marco Urso, Roberta Coffa, Giuseppe Rosana, ecc.

CON INTERVENTO DI LILIANA CALABRESE (VOCE E CHITARRA)

(Vedi le foto della prima edizione Noto ex Convitto Ragusa 26 agosto 2011 in https://www.facebook.com/media/set/?set=a.10150268001432914.329416.255299387913&amp%3Btype=3)Visualizza altro

Ci sarò anch’io per parlare di FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA (Perrone Lab) e naturalmente di Mariannina Coffa.

https://letteratitudinenews.wordpress.com/2013/06/29/ferita-allala-unallodola-di-maria-lucia-riccioli/ (IL DIBATTITO SUL LITBLOG LETTERATITUDINE)

La casa editrice L’Erudita ha ripubblicato il romanzo FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA, di Maria Lucia Riccioli (incentrato sulla vita della poetessa Mariannina Coffa). Vi proponiamo la quarta di copertina di Lia Levi, la bandella di Paolo Di Paolo e la prefazione di Luigi La Rosa

Segui il dibattito su “Ferita all’ala un’allodola” suLetteratitudineBlog

* * *

di Lia Levi

Una ricerca storica tanto approfondita e minuziosa farebbe presupporre
un romanzo che tragga il suo valore dalla forza dei fatti. Niente di più
sbagliato.
I fatti – e quali fatti – restano, ma sopra di loro Mariannina prende il volo per offrirsi come uno dei più trepidi e irradianti personaggi del nostro panorama letterario. E lo stile della Riccioli! Basterà leggersi la magistrale scena delle nozze in cattedrale in un’alba livida e la sposa “presa di freddo”, presagio di un amaro destino.
Una prosa sfumata e robusta, mai dimentica di ritmo e poesia in un
impianto di scrittura senza cedimenti né pause, in una parola, che va dritta al cuore.

* * *

di Paolo Di Paolo

Per sentirsi in esilio, a volte, non è necessario andare lontano. Accade di sentirsi in esilio nel proprio corpo, nella propria casa, nel proprio tempo. Accade di sentire estranee persone che dovrebbero essere familiari, quelle che abbiamo intorno da sempre. Marianna, in questo romanzo, scopre che il proprio talento – scrive versi da quando era bambina – non è un vantaggio, ma un ostacolo. È donna, intanto: in una Sicilia – la sua città di Noto, bella e dolente – che osserva con sospetto le sue ansie di libertà. L’Italia è ancora il cantiere faticoso del Risorgimento: un tempo carico di attese, di molte speranze destinate a infrangersi. Maria Lucia Riccioli si inabissa in questo secondo Ottocento siciliano riafferrandone i dettagli, le atmosfere, il senso di qualcosa – un progetto, un ideale – che, sul punto di compiersi, si perde. E si affida a una piccola, straziante storia vera: quella di Mariannina Coffa, che insegue con ostinazione il suo sogno di poetessa e di donna libera. Mariannina legge, scrive, cerca di entrare in dialogo con un mondo intellettuale che un po’ la ammira, un po’ ne diffida. Mariannina si innamora: di un giovane maestro di pianoforte. Ma il suo destino è scritto: un padre e una famiglia nemica hanno già deciso per lei, dovrà sposare un possidente terriero. Mariannina, ostaggio della sua stessa vita, non si arrende: continua a scrivere, a cercare. Fugge via dal marito. Non rinuncia a niente di sé, anche se il cammino è duro. Maria Lucia Riccioli la segue passo per passo, giorno per giorno, mentre una pioggia nera si accanisce su Noto e sulle illusioni. I libri, i versi, la musica, nuovi spazi e possibilità del pensiero. Con una prosa elegante, ricca di intarsi, spesso poetica, Ferita all’ala un’allodola ci porta fino al punto in cui il dolore e l’ingiustizia possono spezzare la forza di volontà e la fedeltà a sé stessi. Pur di restare ciò che davvero e intimamente sente di essere, Mariannina corre tutti i rischi: con un coraggio, una vitalità che, facendo resistenza a un mondo vecchio, ottuso, prepotente, cominciano a cambiarlo.

* * *

di Luigi La Rosa

Quella di Mariannina Coffa – netina per natali ma affratellata all’universale per vocazione e libertà di spirito – rappresenta una delle parabole umane ed esistenziali più drammatiche e interessanti di tutto il Risorgimento italiano.
Poeta tormentato e altamente civile, sensibile agli afflati della giustizia sociale e della modernità, artista eclettica, corrispondente vivace delle maggiori voci del suo tempo, femminista, spiritista ma prima d’ogni cosa donna e patriota, la Mariannina che vien fuori dalle pagine di questo romanzo si lascia leggere e interpretare alla luce di un assoluto nitore letterario e storiografico.
La fuga dai rigidi schemi famigliari, gli strazi della maternità, l’amore negato, la solitudine e la passione politica sono solo alcuni degli aspetti di una vicenda che ha del leggendario. Nell’assecondare le pieghe del racconto e le verità del personaggio la scrittura di Maria Lucia Riccioli ne restituisce lo splendore evocativo, insieme alla genialità ribelle e dolorosa e alla statura indiscutibilmente intellettuale.
Sullo sfondo del racconto, i giorni tumultuosi ed emozionanti dell’Italia nascente, consapevole del proprio coraggio e disposta a lottare per il diritto all’identità. Un libro intimo e struggente sulle necessità del genio e della Storia, ma non meno attento, non meno sensibile alle motivazioni poeticissime del cuore. In una parola: bellissimo.

* * *

 

Maria Lucia Riccioli, nata il 18 settembre 1973 nella città di Archimede, Santa Lucia e Vittorini, insegna Lettere negli Istituti superiori.
Scrive da sempre, in dialetto siciliano e in lingua, in versi e in prosa: aforismi, fiabe, novelle, racconti.
È stata semifinalista al II Campionato nazionale della lingua italiana condotto da Luciano Rispoli (TMC).
Ha partecipato a varie rassegne e concorsi (tra cui Volo Rapido e Tiro Rapido Porsche, Roma Noir eCarabinieri in giallo 4, primo premio con pubblicazione nei Gialli Mondadori) e alcuni dei suoi lavori sono apparsi su quotidiani, riviste ed antologie.
Ha frequentato i corsi di scrittura creativa tenuti da Silvana La Spina, Claudio Fava e  Luigi La Rosa.
“Ferita all’ala un’allodola” (Perrone Lab, Roma 2011) è il suo primo romanzo, insignito del Premio “Portopalo – Più a Sud di Tunisi” e apprezzato da pubblico e critica.
Scrive, tra gli altri, sui noti siti letterari “Letteratitudine” e “Letteratu” e cura il blogwww.marialuciariccioli.wordpress.com.

© Letteratitudine

https://letteratitudinenews.wordpress.com/2013/09/30/mariannina-coffa/

Ricordiamo la poetessa Mariannina Coffa (Noto, 30 settembre 1841 – Noto, 6 gennaio 1878) nell’anniversario della nascita proponendo il romanzo a lei dedicato da Maria Lucia Riccioli intitolato “Ferita all’ala un’allodola” (L’Erudita edizioni)

Gli interventi di Lia Levi, Paolo Di Paolo e Luigi La Rosa – Il dibattito su LetteratitudineBlog – L’intervento dell’autrice a “Letteratitudine in Fm“

Nota dell’autrice (2011-2013)

di Maria Lucia Riccioli

Rieditare un libro vuol dire spiegare le ragioni di un viaggio. L’imbarcarsi per nuovi lidi, nuove interpretazioni. Verso nuovi lettori.
Un romanzo è la storia di un incontro.
Mariannina Coffa ed io ci siamo sfiorate, incrociate. Tra i corridoi del Liceo “Matteo Raeli”. Tra i vicoli e le inferriate di
Noto e Ragusa. Tra marmi, versi e scartafacci d’archivio. Tra le note di spartiti belliniani e verdiani. Per poi incontrarci in queste pagine, intrise delle suggestioni di un’epoca amata e studiata in letteratura e in storia.
Anni di ricerche, di stesure e riscritture, di scoramenti e illuminazioni.
Poi, come per tutte le creature, anche quelle fatte di fogli, arriva il momento di spiccare il volo.
“Ferita all’ala un’allodola” ha viaggiato tra Noto e Siracusa, a Militello, a Catania, Acireale, Raffadali. Al Festival della Letteratura di Sciacca. A Palermo. A Portopalo, più a sud di Tunisi. A Roma.
Nelle librerie, tra i banchi delle scuole, in sale e palazzi. In una chiesa. Nei regni del virtuale.
Conservo. Inviti e sorrisi, commenti e petali di fiori. Complimenti e perplessità, domande curiose e recensioni. Fotografie. Video e commenti su Internet. La storia dell’accoglienza di un libro passa attraverso canali prevedibili e insoliti insieme, vecchi e nuovi.
Perché rieditare questo romanzo, quando ormai sono sopiti gli entusiasmi per il centocinquantesimo compleanno della nostra difficile unificazione?
Il libro è uscito nel 2011, ma non è stato solo un lavoro d’occasione.
La stagione risorgimentale è una questione quanto mai aperta. Eppure questo ancora non basta.
Mariannina Coffa è una siciliana, una poetessa, una donna. E le ragioni di una vita – pur essendo l’esistenza della poetessa e patriota netina un volo dalla breve parabola – non possono esaurirsi in un percorso pur lieto qual è stato finora quello del mio romanzo.
Rieditarlo vuol dire ripensare all’incontro fra una donna del 1860 e una degli anni Duemila.
Percorrere dedali di scale e portoni, compulsare scaffali per seguire Mariannina Coffa, interrogarla, leggere la sua vita attraverso la mia e la mia attraverso la sua, scandagliare il senso di una stagione politica esaltante e complessa vuol dire ripiegarsi all’indietro per capire e cercare nel passato altre chiavi di lettura del presente. Della condizione delle donne oggi, specie delle artiste. Della Sicilia e dell’Italia odierna, figlie di quella stagione come le scrittrici lo sono di Mariannina e di tutte le altre che la Storia ci ha consegnato o ha spazzato via.
Il mio approccio – coincidenza? serendipità? – è stato all’inizio conoscitivo ma poi è divenuto sentimentale, adesione pietosa al personaggio che è stato ed è persona – quanto mi è pesata la responsabilità di ridarle voce! – , restituzione di un’esistenza che ha ancora da dire.
E poi: lavoro sul linguaggio, che è la forma delle cose, non semplice involucro di parole. Libretti d’opera, italiano d’archivio, dialetto, versi, proclami, tutto il mio amore per la letteratura sono confluiti nella partitura di questo romanzo. Scriverlo è stato musicare la Storia. Darle ritmo e melodia utilizzando tutta la gamma delle sonorità di cui sono stata capace.
E adesso lo riconsegno al pubblico, con una trepidazione simile e diversa insieme rispetto a due anni fa.

* * *

Maria Lucia Riccioli, nata il 18 settembre 1973 nella città di Archimede, Santa Lucia e Vittorini, insegna Lettere negli Istituti superiori.
Scrive da sempre, in dialetto siciliano e in lingua, in versi e in prosa: aforismi, fiabe, novelle, racconti.
È stata semifinalista al II Campionato nazionale della lingua italiana condotto da Luciano Rispoli (TMC).
Ha partecipato a varie rassegne e concorsi (tra cui Volo Rapido e Tiro Rapido Porsche, Roma Noir eCarabinieri in giallo 4, primo premio con pubblicazione nei Gialli Mondadori) e alcuni dei suoi lavori sono apparsi su quotidiani, riviste ed antologie.
Ha frequentato i corsi di scrittura creativa tenuti da Silvana La Spina, Claudio Fava e  Luigi La Rosa.
“Ferita all’ala un’allodola” (Perrone Lab, Roma 2011) è il suo primo romanzo, insignito del Premio “Portopalo – Più a Sud di Tunisi” e apprezzato da pubblico e critica.
Scrive, tra gli altri, sui noti siti letterari “Letteratitudine” e “Letteratu” e cura il blogwww.marialuciariccioli.wordpress.com.

© Letteratitudine

https://letteratitudinenews.wordpress.com/2012/09/16/premio-piu-a-sud-di-tunisi-2012/

Ufficializzati i vincitori della VII edizione del Premio Nazionale di Giornalismo, Saggistica e Letteratura “Più a sud di Tunisi”, che si svolge a Portopalo di Capo Passero, borgo marinaro siciliano, in provincia di Siracusa, collocato geograficamente al di sotto del parallelo della capitale tunisina. Un appuntamento incentrato sul giornalismo, la saggistica e la narrativa di qualità. Tra i temi scelti quest’anno spiccano un reportage sulla tragica campagna italiana in Russia della seconda guerra mondiale, la lotta alla pedofilia, il binomio tra calcio e giornalismo d’inchiesta e l’integrazione degli immigrati. Il Premio è patrocinato dalla Provincia Regionale di Siracusa, dal Comune di Portopalo e dalla Camera di Commercio di Siracusa.
Nella categoria “Giornalismo” il premio è andato a Pino Scaccia. L’inviato speciale del Tg1 Rai è stato premiato per il libro “Lettere dal Don” (Rai Eri), reportage nei luoghi della tragica “Campagna di Russia” della seconda guerra mondiale, dove migliaia di soldati italiani persero la vita, a settant’anni da quei tragici eventi. Il comitato organizzatore del Premio – composto da operatori del mondo della comunicazione (giornalisti, editori, webmaster, scrittori e documentaristi) – ha attribuito due riconoscimenti nella sezione “Saggistica”: a don Fortunato Di Noto per “Abbiamo ritrovato la vita” (San Paolo), un libro drammatico ma pieno di speranza sulle piccole vittime dei pedofili, ed aMaurizio Martucci, autore del libro “Non scherzo” (Eraclea Libreria Sportiva), meticolosa inchiesta sulla tragica morte del calciatore italiano Luciano Re Cecconi nel gennaio del 1977.

Maria Lucia Riccioli – con il libro “Ferita all’ala un’allodola” (Lab), incentrato sulla vita della netina Mariannina Coffa (poetessa e artista, personaggio di rilievo del Risorgimento Italiano) – e Michele Giardina – con “Un uomo di Borgata” (Prova d’Autore), romanzo sul tema dell’immigrazione, della solidarietà e dell’integrazione dei migranti – sono i vincitori della sezione “Frammenti Letterari”.

Le menzioni speciali “Capo Passero” sono andate al giornalista Alfio Di Marco (per un ampio reportage sul faro “Cozzo Spadaro” di Portopalo pubblicato sul quotidiano La Sicilia) ad Andrea Rebolino – (conduttore della trasmissione web-radiofonica “Librando”, su Dimensione Radio SR) e alla docente Silvana Scrofani (per un saggio incentrato sulla violenza sulle donne).

Tra i vincitori delle precedenti edizioni del “Più a sud di Tunisi” spiccano i nomi di Giulio Albanese, Alfio Caruso, Claudio Monici, Maurizio Di Schino, Nello Scavo, Vincenzo Grienti, Felice Cavallaro e Sandro Petrone. La cerimonia di consegna si svolgerà sabato 13 ottobre 2012 – con inizio alle ore 21 – al Teatro Comunale “Gozzo” di Portopalo (Siracusa).

fonte: SiracusaNews

–

© Letteratitudine

https://letteratitudinenews.wordpress.com/2014/11/03/mariannina-coffa-di-marinella-fiume/

MARINELLA FIUME
ci racconta
MARIANNINA COFFA (la poetessa, il nuovo libro, il convegno)

Il 7 e l’8 novembre 2014, a Noto, il convegno “Mariannina Coffa: sguardi plurali” (a fine post, la locandina relativa all’evento)

Mariannina Coffa, la donna inquieta, l’intellettuale antesignana, la poetessa visionaria

di Marinella Fiume

Mariannina Coffa Caruso (1841-1878) – la “Saffo”, la “Capinera di Noto” – è una poetessa vissuta negli anni cruciali tra le battaglie risorgimentali e l’assestamento del nuovo Stato unitario. La sua vicenda umana, per certi versi comune a tante borghesi dell’Ottocento – e non solo in Sicilia – si evolve in chiave originale attraverso il contatto con filoni di pensiero riconducibili alla Massoneria, al Magnetismo o Mesmerismo animale, al Sonnambulismo, allo Spiritismo, al Raffaellismo, all’Omeopatia. Attraverso una ricostruzione accurata dei codici culturali e simbolici del contesto e la lettura integrale del suo ricco Epistolario custodito presso la Biblioteca “Principe di Villadorata” di Noto (SR), è possibile seguirne le tracce private e pubbliche che, insieme a uno spaccato inedito della Sicilia di quegli anni, ci restituiscono il dramma esistenziale e le progressive tappe della presa di coscienza di una donna inquieta, di una poetessa visionaria, di un’intellettuale antesignana che affida a una protesta metafisica la possibilità di un riscatto e di una realizzazione personale, in un’epoca alle soglie della scoperta dell’inconscio.
A Noto (Siracusa), il 30 settembre 1841, dall’avvocato Salvatore Coffa Ferla di accesi spiriti antiborbonici ed esiliato a Malta dopo i fatti del ‘48 insieme a Matteo Raeli, futuro Ministro dell’Italia unita, e da donna Celestina Caruso, nasceva Mariannina. La sua era tra le più illustri famiglie della borghesia delle professioni, di spicco per meriti culturali tanto per ascendenza paterna che materna: il nonno materno, Giuseppe Caruso Olivo, era medico, l’avo paterno, Giuseppe Coffa, segretario dell’Accademia dei Trasformati, latinista e dilettante scrittore di teatro. In questo vivace ambiente liberale dominato dalla cultura e dalla sociabilità massoniche, di quella Noto che doveva essere ancora per pochi anni capovalle prima che il titolo andasse a Siracusa, si svolge l’infanzia della “sensitiva” Mariannina.
Dà segni precoci di vocazione poetica e a dieci anni frequenta il Collegio laico Peratoner di Siracusa, dove apprende i primi rudimenti di versificazione da Francesco Serra Caracciolo. Nel 1852, gli viene affiancato come precettore, a Noto, l’intransigente sacerdote Corrado Sbano che guida sapientemente le sue letture e disciplina il suo estro.
Un primo saggio di poesie scritte a dodici anni è pubblicato a Siracusa nel 1855; un altro, a cura di parenti e amici, vede la luce a Noto nel 1859. Il successo che arride a questi volumetti e la fama che viene acquistando le meritano diplomi di varie Accademie italiane e straniere, come quella di Scienze e Lettere di Parigi.
Dal 1855 al 1859, seppur senza continuità, le vengono impartite lezioni di piano dall’avvenente Ascenzio (o Ascenso, come lei ama chiamarlo) Mauceri, drammaturgo e musicista di belle speranze, che ha studiato al Conservatorio di Napoli, liberale del circolo di Matteo Raeli e suo protetto.
L’amore sboccia spontaneo tra questi due figli del secolo, appassionati del melodramma e di Byron, entrambi soci della rinomata Accademia netina dei Trasformati e frequentatori degli stessi salotti, dove la poetessa è ricercata, fanciulla, per l’ispirata vena improvvisatrice, assai in voga in quegli anni.
La formale promessa di matrimonio fatta dai Coffa ad Ascenso – da cui ci si aspettava un glorioso futuro di drammaturgo, come dimostrava l’apprezzamento ai suoi Drammi da parte di molti intellettuali siciliani ed anche fiorentini – non viene rispettata dalla famiglia di lei ,che preferisce un più vantaggioso matrimonio di convenienza col proprietario terriero ragusano Giorgio Morana.
Già nel ‘59 entra nella vita della poetessa il democratico magnetista e omeopata originario di Augusta, dott. Giuseppe Migneco che, chiamato a Noto per la cura efficacemente messa a punto delle epidemie di colera, dopo il suo ritorno dall’esilio comminatogli su denuncia del Tribunale dell’Inquisizione, è ospite in casa Coffa. Quella sera Mariannina sperimenta gli effetti di quel “sonnambulismo indotto” e quelle tecniche estatiche che approfondirà in seguito e le cui visioni canterà nella produzione poetica successiva alla prima stagione patriottica.
Le lettere di Mariannina al precettore, ai familiari, agli amici e ai conoscenti, ma particolarmente l’Epistolario amoroso ricostruiscono il rapporto con Ascenso dagli anni del fidanzamento al 1872, anno in cui l’uomo decide di interrompere bruscamente e senza un’apparente ragione la relazione epistolare. Le lettere ad Ascenso e le altre al precettore, ai familiari, agli amici e ai conoscenti, scritte dopo che la poetessa è divenuta la Signora Morana, una mal mariée come tante aristocratiche e borghesi della Sicilia del XIX secolo, descrivono l’inferno domestico nella sua casa di Ragusa, in quella città fredda ed emarginata dell’interno dell’isola, accanto a un marito succube del padre, un suocero rozzo e violento che le rimprovera l’esiguità della dote, le apre la corrispondenza e le vieta la scrittura perché “rende le donne disoneste”, a delle cognate da cui non può attendersi comprensione. Una quotidianità fatta di pesanti incombenze domestiche, di mal tollerate e ravvicinate gravidanze che minano il suo gracile fisico, di malattie e mortalità dei figli, ma fatta anche dell’angosciante senso di colpa per aver ceduto al volere dei genitori quel fatidico 8 aprile 1860.
L’ineluttabilità della separazione, l’invito alla realtà presente, l’orgoglio ferito restano invece il tasto preferito nelle sue lettere da Ascenso, che non le perdonerà mai quel cedimento e il suo debole carattere, mentre cercherà di ricondurre il dialogo ai temi impersonali della conversazione tra amici e intellettuali.
Nel 1864, in occasione di una grave malattia che porterà alla morte una figlioletta, l’insofferente coscienza del presente e la drammatica impotenza a cambiare una vita non scelta esploderanno nella “crisi isterica con estasi e sognazione spontanea”, che il medico ragusano Filippo Pennavaria descrive nel “caso clinico”.
L’anno precedente veniva pubblicata a Torino la terza raccolta di Canti a cura dell’ammiratore avvocato Michele Bertolami, altre poesie compaiono sparse in vari periodici.
I rapporti tra la poetessa e il medico omeopata e magnetista dott. Migneco riprendono dopo il matrimonio di lei: gli si rivolgerà per la salute dei figli, dopo che la medicina allopatica gliene avrà “uccisi due”, ed egli li curerà a distanza con rimedi omeopatici. A lui e alle sue metodiche del magnetismo animale e dell’omeopatia affiderà anche la salute propria, quando la malattia del corpo e della psiche si aggraverà, facendosi accompagnare dal marito nella casa di Catania del medico e risiedendovi alquanti giorni. Alle dottrine del “sapiente maestro”, cui dedicherà un’Ode, affiderà l’ultima possibilità di “protesta metafisica”, di redenzione e sublimazione del dolore e di conseguimento di una improbabile felicità. Il magnetismo fu infatti, non solo un nuovo modo di guarigione individuale, ma una speranza di palingenesi socio-politica e di rivendicazione di un nuovo protagonismo delle donne. Diverrà socia di numerose società occultiste magnetiche, “spirituali” e teosofiche, in Italia e all’estero, come la “Società magnetica d’Italia” con sede a Bologna e quella “Società Elorina” fondata a Noto dal dott. Lucio Bonfanti, vecchio democratico, medico omeopata e referente netino del Migneco.
La svolta, forse non imprevista, aprirà una nuova stagione poetica che veicolerà nella produzione di questi anni un fitto simbolismo esoterico, inedito nel panorama letterario tardo-romantico italiano: scriverà in stato “d’estasi magnetica” poesie visionarie e profetiche.
Si aprirà, così, l’ultima fase della vita della donna, quella della coscienza e di un’autonomia recuperata proprio a causa della malattia, nella quale, contro la volontà della famiglia e nell’indifferenza del marito, si allontanerà da Ragusa per farsi curare a Noto dal dott. Lucio Bonfanti, il vecchio democratico del ‘60, nemico del moderato Coffa e dei medici allopatici a lui vicini; scriverà parole di odio contro i genitori e i loro “ipocriti” amici, dichiarerà la volontà di divorziare dal marito, si rassegnerà a vivere lontano dai figli, finirà i suoi giorni nella miseria, nell’inedia e nell’abbandono, assistita solo dalle cure del Bonfanti e di pochi altri amici.
Un’estrema lucida coerenza le fa concludere i suoi giorni, a 36 anni, non col perdono, ma con un lucido desiderio di vendetta. E se il Comune non avesse decretato il lutto cittadino e i pubblici funerali, alla sua morte, avvenuta all’alba del 6 gennaio 1878, la “capinera di Noto” sarebbe stata sepolta nella bara dei poveri. Ai funerali, nessuno della famiglia ragusana.
La seguirà nella tomba, l’8 febbraio dello stesso anno, il padre, mentre il Migneco morirà a Catania il 1 febbraio 1884 e Ascenso Mauceri, Preside del Liceo di Noto e marito mancato della poetessa, che curerà la pubblicazione postuma di un volume di sue poesie, il 13 aprile 1893. Il medico omeopata Lucio Bonfanti, che assistette pietosamente la poetessa morente, si spegne in ombra nel 1880.

* * *

voglio il mio cieloIl libro

Il nuovo libro edito da Bonanno, appena approdato nelle librerie, Voglio il mio cielo. Lettere di Mariannina Coffa al precettore, ai familiari, agli amici, è diviso in due parti: la prima, di Marinella Fiume, è un saggio critico sul contesto politico e culturale, le vicende biografiche e la poesia della netina; la seconda, scritta con Biagio Iacono, comprende tutto il corpus delle lettere scritte dalla Nostra al precettore, canonico Corrado Sbano, ai familiari e agli amici, praticamente per tutto il corso della sua breve vita. Un vero e proprio scoop è l’ultimo capitolo: “Il giallo dei manoscritti scomparsi” nel quale, attraverso documenti inediti dell’Archivio di Stato di Noto, si ricostruiscono gli eventi subito dopo la morte della poetessa, con la scomparsa degli scritti che ci sottraggono opere probabilmente pregevoli della Nostra, e la lite giudiziaria tra il medico curante, l’omeopata dott. Lucio Bonfanti – che pretende il pagamento delle cure e dei prestiti fatti alla poetessa abbandonata dai familiari nei mesi che preludevano alla morte – e il vedovo Giorgio Morana – che accusa il medico di averla fatta morire per l’uso di un sistema di cura non riconosciuto dalla medicina allopatica.

* * *

Il Convegno

Il Sindaco del Comune di Noto Corrado Bonfanti e l’Assessore alla Cultura Cettina Raudino, riconoscendo l’alto valore della poesia della Coffa, orgoglio del Campanile e testimonianza di una figura esemplare di donna, di un’intellettuale precorritrice dei tempi – e perciò all’epoca non sempre compresa-, la onora con un importante Convegno che si terrà a Noto tra il 7 e l’8 novembre e che vedrà la partecipazione di studiosi ed esperti di fama nazionale: dal prof. Santi Fedele dell’Università di Messina, che inquadrerà storicamente la figura, al prof. emerito Nicolò Mineo, che relazionerà sulla sua Poetica, alla prof. Maria Conforti dell’Università la Sapienza di Roma, che relazionerà sulla Medicina in Italia e in Sicilia nell’Ottocento, alla prof. Ida Fazio, dell’Università di Palermo, che inquadrerà la figura della Coffa nell’ambito degli studi di Storia di genere. Saranno presenti anche studiosi locali della poetessa, come Stefano Vaccaro, Angelo Fortuna, Enzo Papa, Salvatore Martorana, Maria Lucia Riccioli e Paola Liotta. Non mancherà il momento della drammatizzazione e della musica: la prima affidata a Lucia Sardo e a Donatella Liotta per la regia di Beppe Rosana, la seconda a Carlo Muratori. Il Convegno, dal titolo “Sguardi Plurali”, ad indicare la pluralità di approcci per la comprensione a tutto tondo della donna e della poetessa, una due giorni che si svolgerà nelle prestigiose cornici barocche di Palazzo Impellizzeri e di Palazzo Trigona, è stato organizzato da un Comitato scientifico presieduto dall’infaticabile Assessore Raudino e formato, oltre che da studiosi locali, dalla direttrice della Biblioteca civica “Principe di Villadorata” di Noto, Carmen Tiralongo e dalla responsabile dell’Archivio di Stato di Noto Giuseppina Calvo. A corredo del Convegno, una preziosa mostra di inediti tratti dall’Archivio di Stato, dalla Biblioteca comunale e dal Museo delle carte, dal titolo “Mariannina Coffa: la coscienza della donna, la maturità della poetessa”, inaugurerà i lavori.

https://marialuciariccioli.files.wordpress.com/2014/10/mariannina-sguardi-plurali-programma.jpg?w=678&h=710

© Letteratitudine

Se ne parla anche nel sito della SIL, la Società Italiana delle Letterate.

http://www.societadelleletterate.it/2014/10/convegno-su-mariannina-coffa/

Copertina-Incizine1

La volanzine con l’incipit di FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA.

Opere finaliste KAOS 2014

KAOS FESTIVAL e le opere finaliste, tra cui FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA.

DSC04612

Io al KAOS FESTIVAL.

Mariannina e Angelo

L’angelo del monumento alla poetessa…

Scrivere non è un mestiere per donne

La copertina del volume con un’intervista fattami da Laura Costantini e la citazione degli scritti della Coffa.

DSC04866

Recensione su LA CIVETTA DI MINERVA (grazie ad Alessandra Privitera)

invito fildis riccioli (1)

L’evento FILDIS TEOCRITO.

Un tè con l'autore

Il tè con l’autore a cura di Paola Liotta…

Carlo Muratori e Mariannina Coffa 4 marzo 2016

Carlo Muratori alla Biblioteca dei Cappuccini con la raccolta postuma della poetessa.

Mariannina Coffa ANDY WARHOL 14 febbraio 2014

SEMAFORO ROSA.

20150301_162728[1]

Ricordo della splendida presentazione modicana.

https://www.youtube.com/results?search_query=maria+lucia+riccioli

Qui trovate i booktrailer e l’intervista di Vincenzo Rosana oltre ad altro materiale sui miei libri e le mie attività.

Molti altri ricordi sono presenti in rete e soprattutto nel mio cuore.

Ringrazio presentatori, relatori, recensori… e soprattutto i miei venticinque lettori.

IL TREKKING DEI POETI E SCRITTORI PER PIAZZE DI NOTO
Ieri sera (venerdì 26 agosto 2016) come al solito con tanta bellezza e creatività abbiamo realizzato con intervento di poeti e scrittori di più città della Sicilia la sesta edizione di “Poeti e scrittori del Val di Noto a confronto”. In questo video del gen. Piero Mandia l’inizio della manifestazione in Piazza XVI Maggio. Seguono altri video di Valentina Spallino.

LA CIVETTA DI MINERVA del 22 settembre 2017

23 sabato Set 2017

Posted by mlriccioli in Eventi culturali, Letteratura, Musica

≈ Lascia un commento

Tag

17 minuti, Accademia Vivarium Novum, adozione, adozioni, aedo, Alessandra Nateri Sangiovanni, Algra Editore, Angela D’Amico, Anna Brancati, Anna Lorenzano, Annandrea Vitrano, Antonella Santoro, Antonino Causi, Antonio Capodicasa, Archimede, Armando Siciliano Editore, Ascenso Mauceri, Aspettiamo!, Augusta, Benito Marziano, biblioteca, Biblioteca comunale Principe di Villadorata, Camicette bianche, canti, Capinera di Noto, Capo d'Orlando, Caravaggio, Carlo Genova, Carlo Muratori, Carola Pennavaria, Caruso, Castello di Donnafugata, Castello Eurialo, Castello Maniace, Catania, Centrum Latinitatis Europae, Cettina Lascia Cirinnà, Chierzi, Chopin, Christian Bianca, Cineteatro Aurora, CineTeatro Vasquez, Circolo Unione Augusta, Claudio Casisa, club, Con gli occhi di Maria. La preghiera del Rosario, Concetta Corridore, Corrado Bono, Corrado Carbè, corto, Cristina Gennaro, Daniele Liberto, Davide Giannelli, Deborah Lentini, Dies Irae, Don Raffaele Aprile, EDB, Edizioni Dehoniane, Emanuele Lelli, Epipoli, Ester Rizzo, Etna, Eva Cantarella, Faro Santa Croce, Fausto Politino, Federica Piluccio, Federico Guastella, Ferita all'ala un'allodola, film, filosofo e critico, Folkstudio Ensemble, Fondazione Piccolo di Calanovella, fondazioni, Francesca Corsico, Francesco Bazzano, Francesco Di Martino, Fulvia Toscano, Gaetana Midolo, Gariele Bosco, Gianluca Macelloni, Gianluca Vindigni, Giardini Naxos, Giorgio Bassani, giornale, Giovanna Pignataro, Giovanni Catalano, Giovanni Peligra, Giovanni Pelligra, Giuseppe Pitrè, Giuseppe Puzzo, Giuseppina Calvo, Grazia La Gatta, Historica edizioni, Hollis Hammonds, I Cilliri, I Soldi Spicci, Il giovane Montalbano, Il Sipario, Ilenia D’Izzia, Inchiostro e anima, Inda, intervista, Istituto Superiore di Scienze Religiose San Metodio, Italia Nostra, Kierkegaard, L'altro Sè, La cantata di li rujni, La casa dei conigli, La Civetta di Minerva, La giara di Brucoli, La Riccioli su Mariannina Coffa, La Sapienza, La sirena, Latino, Le Fate editore, Lec, Letteratitudine 3, letture, LiberAria Editrice, Libreria Editrice Urso, Lidia Pizzo, Lighea, Lilia Urso, Liliana Calabrese, Luigi Ficara, Luigi Lombardo, Luigi Miraglia, Manuela Magi, Marco Urso, Maria, Maria Antonietta Ferraloro, Maria Barone, Maria Chiara Quartu, Maria Pia Vido, Maria Restuccia, Maria Teresa Arturia, Maria Teresa Azzarelli, Marianinfa Terranova, Mariannina Coffa, Mariannina una donna tante donne, Marinella Fiume, Marotta&Cafiero, Marta Allegra, Massimo Maugeri, Matteo Blundo, metanarrazioni, Mimma Raspanti, Mimmo Contestabile, Miriam Vinci, Multisala Planet, Neapolis, Nino Motta, Nola, Noto, Noto Terra di Eloro, Opposizioni letterarie dal Sud, Orazio Parisi, organizzato dal Rotaract, Ornella Vella, Ortigia, padre Luca Saraceno, Palma di Montechiaro, Papa Francesco, parchi Letterari, Pesah, Piazza Nino Bixio, piazze, Pietro Vizzini, poesie, Polizia stradale, Principe di Villadorata, Progetto Icaro, Riccardo Lionelli, Rita Stanzione, Rosario La Ciura, Rosolini, Rotaract, Saffo netina, Sale, Salvatore Tringali, Salvatore Zuppardo, Salvo Amato, Santa Lucia alla Badia, Santa Margherita del Belice, scuole, sensazioni, Sguardi plurali, Simona Forte, Siracusa, soprattutto, Stefania Cannata, Stefano Pulvirenti, Stefano Vaccaro, storie, Studio Teologico San Paolo, Sud antico, SulidArte, Taormina, teaser, Tempo di domande. La passione di Gesù si racconta, Tiziana Squillace, Tiziano Squillace, Tomasi di Lampedusa, Triangle Waist Company, Unesco, Vangelo, Vera Parisi, World Heritage List

Siamo tornati in edicola sempre con lo stesso spirito e la stessa idea: l’informazione è potere. Riappropriamoci della capacità di avere un nostro strumento d’informazione. Ti aspettiamo!

Ecco il nuovo numero del giornale bisettimanale LA CIVETTA DI MINERVA!

 L'immagine può contenere: 2 persone, persone che sorridono
Sostieni il nostro impegno: chiedilo in edicola. Per te è solo un euro, per noi un grande aiuto, per la realtà sociale un mezzo di informazione libero, unico e originale. Non fermiamo le poche voci che sono svincolate da chi decide cosa e quando bisogna sapere. L’informazione è potere. Riappropriamoci della capacità di avere un nostro strumento d’informazione. Ti aspettiamo!
http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2510:antiche-pagine-lette-con-le-persistenze-nella-cultura-popolare&catid=17&Itemid=143

Emanuele Lelli, docente de “La Sapienza” di Roma, è l’alfiere di una nuova disciplina, la demofilologia, che tenta di lumeggiare la letteratura greca e latina alla luce di ciò che resta dell’immenso patrimonio immateriale nella zona euromediterranea

La Civetta di Minerva, 30 giugno 2017

I confini tra le discipline sono fortunatamente labili, perché è proprio dalla contaminazione dei saperi e delle competenze che nascono nuove ipotesi di ricerca e si spalancano nuovi campi aperti alla sperimentazione. Spesso la specializzazione settoriale – seppur fondamentale – fa perdere di vista i fil rouge che ci sono tra i diversi ambiti della conoscenza; non solo: spesso il mondo accademico ha guardato con sospetto allo “sporcarsi le mani” con la cultura popolare, l’etnologia, la demopsicologia, quando invece tante pagine della letteratura latina e greca – a torto quasi “imbalsamate”, fossilizzate, come se non fossero nate da sudore sangue lacrime, da una cultura che non conosceva barriere rigide tra “alto” e “basso” ma che anzi nasceva da un sostrato agropastorale con tutto il suo corollario di modi di dire, superstizioni, riti… – si spiegano aprendo gli occhi sulle persistenze, su quanto della cultura “bassa”, contadina, pastorale, popolare rimane oggi, a dispetto delle seduzioni del presente, dei nuovi media, dei nuovi riti della socialità, di una lingua imbastardita con l’inglese, della digitalizzazione a volte spersonalizzante.

Emanuele Lelli, docente de “La Sapienza” di Roma, è l’alfiere di una nuova disciplina, la demofilologia, che tenta di leggere le pagine del mondo antico alla luce di quanto rimane dell’immenso patrimonio di cultura popolare nella zona euromediterranea, particolarmente conservativa da questo punto di vista: Calabria, Basilicata, Molise, Abruzzo, Lazio, Campania, Puglia, Sicilia, Sardegna sono state e sono il campo etnografico del professor Lelli: tramite interviste e domande mirate (un questionario etnografico in cui nulla è lasciato al caso) il docente ha indagato sulle analogie e identità tra quanto letto nei classici greci e latini (alcuni molto studiati e noti, altri meno, specie i testi non  letterari), spaziando dalle superstizioni alla farmacopea, convinto che tutto quanto è liquidato come “folklore” sia utile non solo per leggere gli antichi.

Facciamo qualche esempio: il fatto che il tonno sia considerato il maiale del mare è cosa perfettamente nota da millenni nel nostro Sud, eppure generazioni di studiosi si sono scervellati nel cercare di capire a quale misterioso animale si riferissero le fonti antiche. O ancora: pensiamo alla persistenza di pratiche desacralizzate ma ripetute, come l’abitudine di porre nelle tasche dei defunti del denaro: come non pensare all’obolo per Caronte del mondo pagano, alla pratica del refrigerium, ‘u rifriscu siciliano, all’attraversamento del fiume Giordano e all’offerta a San Pietro dello stesso mondo, cristianizzato ma in cui la nuova religione rappresenta un innesto, un nuovo strato che si aggiunge a millenni di pratiche religiose?

La cultura e la scuola hanno spesso fornito una lettura classicistica degli antichi, all’interno della quale un testo è già connotato come classico, quindi canonico, quasi immobile e marmorizzato.

Il professor Lelli è stato recentemente ospitato dal Liceo Classico “Tommaso Gargallo” di Siracusa, insieme alla nota studiosa Eva Cantarella. La conferenza, introdotta dalla dirigente scolastica Maria Grazia Ficara, ha dato modo al docente di parlare delle tematiche confluite nei suoi testi come “Sud antico – Diario di una ricerca tra filologia ed etnologia” (Bompiani) e “Folklore antico e moderno. Una proposta di ricerca sulla cultura popolare greca e romana” (Fabrizio Serra editore): da Filita di Kos a Plinio il Vecchio, da Varrone a Petronio, da Omero ad Eschilo, Sofocle, Euripide, Catullo, Aristofane, Marziale, passando per i grandi pionieri dell’etnoantropologia come il medico siciliano Giuseppe Pitrè, Raffaele Lombardi Satriano, Gennaro Finamone (che studiarono le tradizioni popolari siciliane, calabresi, abruzzesi), Lelli ha letto e commentato testi, anche tramite l’aiuto di slide e video della sua esperienza sul campo. L’incontro è stato fortemente voluto dal Centrum Latinitatis Europaenella persona della professoressa Lidia Pizzo, presidentessa della sezione siracusana dell’associazione.

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2480:nel-libro-di-lorenzo-perrona-il-sud-come-alterita-italiana&catid=17&Itemid=143

Nel libro di Lorenzo Perrona il Sud come alterità italiana

Maria Lucia Riccioli
Martedì, 04 Luglio 2017 11:16
Luogo e metafora della diversità a condizioni politiche ingiuste. “L’altro sé – Opposizioni letterarie dal Sud (Silone, Levi, Brancati, Pasolini, Sciascia)”

La Civetta di Minerva, 16 giugno 2017

Crisi come destabilizzazione e crisi come cambiamento. Identità e alterità. Sistema e opposizione ad esso. Visione ideologica del mondo e relativismo. Queste e molte altre le coppie oppositive di concetti che costituiscono l’ossatura del dibattito culturale attuale, nell’ambito del quale ci si domanda quale posto abbiano la letteratura e la critica letteraria in un mondo dominato da letture economicistiche del reale: che impatto ha sul reale un libro?

I lettori de “La Civetta di Minerva” potranno trovare spunti di riflessione in questo senso nel libro di Lorenzo Perrona edito da Algra editore “L’altro sé – Opposizioni letterarie dal Sud (Silone, Levi, Brancati, Pasolini, Sciascia)”. L’autore, che nel volume fa confluire il progetto di ricerca nato tra l’Italia e l’Università di Losanna (fondamentale il contributo di Jean-Jacques Marchand e Raffaella Castagnola e il confronto con Marc Praloran, Nicolò Scaffai e Paolo Orvieto), pone come idea centrale del libro quella del Sud come alterità italiana per eccellenza, luogo fisico e metafora insieme della differenza, della diversità, dell’opposizione a condizioni socioculturali e politiche ingiuste.

Chi era l’altro nella letteratura ottocentesca? E in quella del Novecento? E chi è l’altro oggi? La psicologia ci dice che la costruzione del Sé avviene per differenziazione dall’Altro-da-Sé e questo avviene sia a livello individuale che collettivo (pensiamo alla costruzione dell’idea di nazione, alla formazione degli stati nazionali, dei partiti politici, ai populismi, ai totalitarismi, alla negazione e all’esaltazione delle differenze sessuali, sociali, politiche, economiche, linguistico-culturali…): di questo si occupa una disciplina chiamata imagologia, che quindi ha a che fare con la rappresentazione (imagerie) e l’autorappresentazione (autoimage).

Il libro di Lorenzo Perrona ci mostra dunque come il pensiero divergente della letteratura, con il suo sguardo “altro”, spesso non omologato al sistema ma ad esso oppositivo, possa dar voce ai “villani”, ai “cafoni”, ai diversi in ogni senso di ieri e di oggi, scardinando gli stereotipi e le false rappresentazioni (pensiamo a come sia malposta la secolare questione meridionale, ad esempio) in un’ottica di letteratura “civile” che incida concretamente sul reale.

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2397:al-palazzo-impellizzeri-di-noto-storie-di-donne-in-atti-d-archivio&catid=17:cultura&Itemid=143
Ecco uno dei miei ultimi articoli confluiti sul sito…

Interessante mostra documentaria su 400 anni di vicende femminili. Non solo aborti, stupri e delitti ma anche testamenti e figure storiche. Donne dalle condizioni socioeconomiche diverse, donne dalle storie variegate, donne da conoscere e ricordare

La Civetta di Minerva, 19 maggio 2017

Sarà visitabile fino al 31 maggio 2017 – quindi anche durante l’Infiorata – nei saloni espositivi di Palazzo Impellizzeri, sede della Sezione di Noto dell’Archivio di Stato di Siracusa, la mostra documentaria ”Storie di donne nei documenti d’archivio”.

L’esposizione, inaugurata a marzo con un evento teatrale suggestivo, l’emozionante performance delle artiste Chiara Spicuglia, Rina Rossitto e Miriam Scala, che hanno dato respiro e anima con “Voci di donne” a Gaetana Midolo, Marianna Ciccone e Franca Viola, accompagnate dal gruppo dei ragazzi del S.Cuore –,  è stata realizzata utilizzando la documentazione proveniente da vari fondi archivistici: fascicoli processuali della Gran Corte Criminale, atti notarili, atti dell’Università di Noto e Prefettura, tutti documenti riferiti a vicende e figure femminili del nostro territorio vissute nell’arco di quattrocento anni.

Regestazione ed allestimento della mostra sono stati curati dalle archiviste della Sezione di Noto, Giuseppina Calvo e Anna Lorenzano, con la collaborazione di Maria Teresa Azzarelli. Coordinatore della mostra è Concetta Corridore, direttore dell’Archivio di Stato di Siracusa. Importante anche il contributo di Salvatore Zuppardo, che ha realizzato la brochure esplicativa dell’esposizione.

Il visitatore sarà suggestionato da tante voci provenienti dal passato: quella del charaullo – meraviglia lessicale per una tradizione tipicamente siciliana – che motus amore divino perdona la moglie adultera nel 1551, quella di Eleonora Nicolaci che parla attraverso il proprio testamento, quella del letterato e scienziato avolese Giuseppe Bianca che ringrazia la poetessa e patriota netina Mariannina Coffa per il dono della sua pubblicazione “Nuovi Canti” (1859)…

Interessante notare anche il progresso della condizione femminile (vedi il documento sull’Unione donne italiane ad esempio) nell’ambito dell’istruzione e dell’introduzione alle professioni.

Toccante leggere l’atto di nascita di Gaetana Midolo, che morì appena quindicenne nel rogo della fabbrica newyorkese “Triangle Waist Company”: insieme a tante altre operaie, sfruttate e sottoposte a condizioni di lavoro disumane, è una delle “camicette bianche” la cui vicenda ha dato origine alla tradizione dell’8 marzo e che è stata studiata da Ester Rizzo (il volume sulle ricerche della studiosa è edito da Navarra editore e ha permesso di dare un nome e far intitolare vie ed altri spazi pubblici alle operaie, 24 delle quali siciliane, morte nell’incendio della fabbrica di camicie).

Agghiaccianti le notizie relative ad aborti stupri e quelli che oggi chiameremmo con parola moderna “femminicidi”: Barbara e tante, troppe ragazze e perfino bambine (intollerabile la bestiale violenza su una bimba di quattro anni) gridano ancora il proprio dolore per le torture e la morte inflitte loro da conoscenti, parenti, tutori oltre che sconosciuti.

Donne dalle condizioni socioeconomiche diverse, donne dalle storie variegate, donne da conoscere e ricordare.

La mostra permette quindi di ripercorrere secoli di storia non solo locale sulla condizione femminile: fare memoria può servire non solo a riascoltare le voci delle donne del passato ma a farsene ispirare per migliorare le condizioni di vita e lavoro di chi ancora, sfruttato, umiliato e vittima di violenza, non trova voce né giustizia.

Ecco la rubrica Chiesa e dintorni, dove troverete vari articoli sulla vita del Santuario e non solo…
http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=69&Itemid=200
http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2303:le-parole-di-muratori-in-dies-irae-come-un-canto-d-aedo&catid=17&Itemid=143

Storie del Settecento siciliano rivivono animate dalla forza scenica e musicale dell’artista. E di teatro-canzone in effetti si tratta, basato sui testi e le musiche della sua omonima e recente pubblicazione. Il progetto è impreziosito dalle opere dell’artista americana Hollis Hammonds

La Civetta di Minerva, 21 aprile 2017

Ieri 20 aprile alle ore 21, presso il CineTeatro “Aurora” di Belvedere (un plauso particolare va a Nino Motta per le sue rassegne di cinema d’essai e per l’organizzazione di eventi lontani dal mainstream dove cinema, musica e parola si fondono), Carlo Muratori e il Folkstudio Ensemble hanno presentato in anteprima nazionale lo spettacolo di teatro-canzone “Dies irae – La cantata di li rujni”, basato sui testi e le musiche della sua omonima e recente pubblicazione (Le Fate editore), cui è accluso “Catastrofi e storie di popolo”, un libro dello storico Luigi Lombardo, da cui sono tratti anche i testi delle storie che ha musicato Muratori. Il progetto è impreziosito dalle opere dell’artista americana Hollis Hammonds.

Storie del Settecento siciliano che rivivono animate dalla forza scenica e musicale dell’artista. Una lingua siciliana arcaica, apocalittica, teatrale, roboante nella emozionante rappresentazione dello smarrimento popolare dinanzi alla morte e alla distruzione. Processioni di santi e di beate chiamate a raccolta per intercedere e arginare la rabbia di un Dio furente e vendicativo contro i peccati dell’uomo.

La determinazione della gente di Sicilia a sperare per risorgere dalle macerie. Scene di un vissuto popolare dinanzi alle catastrofi mai archiviato definitivamente come l’attualità dei nostri giorni sembra riproporci.

Muratori dipana la sua narrazione all’interno di un’inedita struttura musicale dove convergono recitativi e arie cantate, parole per una musica senza tempo. L’artista si muove tra le sembianze di un moderno cantastorie, un novello personaggio delle Cantate barocche e un cantautore dalle raffinate intuizioni.

Sul palco insieme a Muratori le attrici Cristina Gennaro e Ilenia D’Izzia, i musicisti Maria Teresa Arturia pianoforte e fisarmonica, Christian Bianca al violino, Matteo Blundo alla viola, Stefania Cannata al violoncello, Francesco Bazzano alle percussioni.

“Dies irae” secondo le stesse parole del “chianta-autore”, come ama autodefinirsi, “è il racconto di una umanità dolente che prende sulle sue spalle una catastrofe come il terremoto o l’eruzione dell’Etna e attraverso tutta una serie di riti propiziatori e purificazioni che ottiene grazie a Maria e ai Santi risorge dalle sue macerie”. Un racconto fatto nella lingua dei nostri avi, il metro endecasillabo tanto caro a Dante Alighieri che il popolo siciliano utilizza con una maestria straordinaria: “Ratimi aurenzia gentili signuri / cosi trimenni vorrò accuminzari / Cumanna Cristu pi li piccaturi / e ogni uomo c’avissi a pinzari”.

“Succurru a vui supremu Criaturi / dati forza a sta lingua spiegari / ‘n vènniri di notti a li cincu uri / menu ‘na quarta se è giustu parrari / forti la terra accuminzau a trimari”.

Parole che i richiamano cantàri, i poemi epici, che hanno un che di omerico, di canto d’aedo.

Muratori con “I Cilliri” aveva esplorato il repertorio folk siciliano, approfondendo nei suoi lavori successivi la ricerca sul patrimonio etnoantropologico della Sicilia (pensiamo a “Pesah” e ai riti siciliani della Pasqua, con i “lamienti” sul Cristo condannato e morto in Croce e il dolore mariano); con il libro-cd “Sale” aveva regalato un viaggio fatto di mare e salgemma nella Sicilia attuale, in quella del ricordo e della Storia (il nostro dibattuto Risorgimento, i fatti di Bronte, la poetessa Mariannina Coffa…).

Adesso con “Dies irae” – ricordiamo che sono le prime due parole della celeberrima sequenza del Requiem: “il giorno dell’ira” – un’indagine poetico-musicale sul terremoto del 1693 che cambiò il volto della Sicilia sudorientale e le eruzioni dell’Etna, sul modo siciliano di rappresentare e autorappresentarsi.

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2261%3Aspesso-gli-adulti-trasmettiamo-ai-ragazzi-modelli-negativi&catid=48&Itemid=144

Il Comandante della Polizia Stradale a colloquio coi ragazzi delle scuole. “Assurdo che accada un incidente per un selfie”. “Proviamo una grande tristezza quando suoniamo un campanello per comunicare un lutto sulla strada”

 

La Civetta di Minerva, 7 aprile 2017

La vita vale più di un selfie: con il messaggio dei giovani vincitori del contest sulla sicurezza stradale si è conclusa il 5 aprile, presso il Multisala Planet (Cineteatro Vasquez) di Siracusa, una delle fasi più significative della manifestazione dedicata alla diciassettesima edizione del Progetto “Icaro”, promosso dalla Polizia di Stato con la collaborazione del Miur e della Facoltà di Psicologia dell’Università “La Sapienza” di Roma.

Il comandante della polizia stradale Antonio Capodicasa ha parlato con noi de “La Civetta di Minerva” sia da professionista che come uomo e padre, mostrando il lato umano del lavoro quotidiano proprio e di quelli che chiama “i miei ragazzi”: rischiano la vita ogni giorno per la nostra sicurezza gli “angeli in blu”, come li ha definiti Mimmo Contestabile, maestro delle cerimonie sempre impeccabile e ironico – media partner dell’iniziativa sono SiracusaOggi.it ed FM Italia, con Anna Brancati e Ornella Vella dallo studio a coinvolgere gli studenti, tra cui quelli dei Licei Quintiliano, Corbino ed Einaudi di Siracusa, nell’elaborazione di uno status su WhatsApp per ideare uno slogan sulla sicurezza.

Significativa la messa in scena, ad opera della compagnia “Il Sipario”, dello spettacolo “17 minuti”, lavoro teatrale del regista e attore Riccardo Lionelli: flash tratti da quella che potrebbe essere la quotidianità dei ragazzi, fatta di lezioni a scuola, compiti a casa e uscite con gli amici, amori e dissapori, lacrime di rabbia e gioia, di gelosia e dolore. Al centro della pièce, la fretta che avvolge con le sue spire le nostre vite, l’invasività dei social network se permettiamo loro di condizionare la nostra esistenza, la necessità di compiere le scelte giuste e di avere modelli educativi validi – contro il narcisismo patologico che ormai ha preso possesso di chi dovrebbe fare da guida alle giovani generazioni.

Ma ecco la nostra conversazione con il comandante Capodicasa.

Qual è lo scopo che vi siete proposti?

L’obiettivo non è quello di fare paternali o di illustrare agli studenti gli articoli del codice della strada, ma cercare di divertire ed emozionare i giovani per farli riflettere sui comportamenti e sulle scelte che possono impattare sulla propria vita e su quelle degli altri.

Da dove è partita l’idea che ha dato vita a questo progetto?

Dalla quotidianità del nostro lavoro di funzionari di polizia. La repressione fa parte dei nostri compiti istituzionali, ma si è pensato di investire sulla formazione per prevenire gli incidenti e sensibilizzare soprattutto i giovani, anche se spesso siamo noi adulti a sbagliare e a trasmettere modelli negativi di comportamento: i ragazzi sono lo specchio delle nostre scelte sbagliate. Non vorremmo mai, come funzionari di polizia e soprattutto come esseri umani, suonare a un campanello, alzare una cornetta, digitare su un palmare un numero per comunicare un lutto che è come un ergastolo del dolore.

Toccante in questo senso la testimonianza di Deborah Lentini, mamma di Stefano Pulvirenti, che ha detto “Basta” alle foto di ragazzi che perdono la vita sulla strada, “Basta” al dolore delle mamme come lei, come quelle di Chierzi e Caruso (ricorderete certamente gli ex corbiniani falciati da un terribile incidente) e tante altre che nessuna sentenza potrà mai risarcire.

Quali sono stati i riscontri dell’iniziativa?

C’è stata nel corso degli anni una contrazione significativa del numero delle vittime: dai circa 8000 morti l’anno siamo passati a poco più di 3400. Anche le tipologie di infrazioni che noi sanzioniamo sono cambiate: oggi, forse anche grazie al Progetto Icaro, c’è una maggiore consapevolezza dei rischi che si corrono mettendosi alla guida in modalità scorretta e sapere che il 74% dei ragazzi che hanno partecipato al progetto ha cambiato la propria mentalità alla guida di un veicolo per noi è un grandissimo risultato.

Che risonanza ha avuto il progetto?

L’Italia ormai è capofila nell’Unione Europea su questa tematica: con il nome di “Icarus” il progetto è diventato una ricerca ad ampio respiro che coinvolge ricercatori, studiosi, fondazioni e associazioni.

La legge del 2016 sull’omicidio stradale ha avuto una ricaduta significativa sul vostro lavoro?

Sicuramente. Non si parla più di omicidio colposo ma di omicidio stradale con la legge 41 del 23 marzo 2016 ed è un cambiamento importante; stiamo assistendo a una modificazione di certi comportamenti sbagliati alla guida. Adesso la nostra sfida è la lotta – oltre che naturalmente che contro la guida in stato di ebbrezza o dopo l’assunzione di stupefacenti – al multitasking: è assurdo che si provochino incidenti per inviare un sms o scattare un selfie (si calcola che compiere queste operazioni mentre si è alla guida equivalga a procedere alla cieca dai quattrocento agli ottocento metri circa).

Come avete trovato l’approccio comunicativo più adatto per arrivare ai giovani?

La comunicazione passa attraverso il divertimento, la musica, il ballo. La stessa pista teatrale proposta è stata un percorso per giungere a veicolare il messaggio finale.

Testimonial d’eccezione del progetto sono stati “I soldi spicci”, il duo comico formato da Annandrea Vitrano e Claudio Casisa (imminente l’uscita del loro primo film, dopo l’enorme successo sui social, con oltre un milione di visualizzazioni per i loro video che ritraggono in chiave ironica e intelligente aspetti della quotidianità; Casisa ha anche preso parte ad un episodio de “Il giovane Montalbano”): vicini al mondo dei ragazzi, hanno saputo divertire e nello stesso tempo, secondo le loro stesse parole, “approfittando della popolarità, far giungere ai giovani come noi dei messaggi positivi”.

E ancora…

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2262:un-film-sulla-storia-vera-del-tracomatosario-di-bivona&catid=17:cultura&Itemid=143

Tratto da un libro del giornalista Carmelo Miduri, si girerà a Noto. Tra i  ricoverati nell’ospedale il figlio di un mafioso di Portella della Ginestra. Carabiniere scopre una verità inattesa

La Civetta di Minerva, 7 aprile 2017

Monti Sicani, anno scolastico 1960-1961. Tempo di emigrazione, di fame, di malattie che oggi associamo ai paesi del Terzo e Quarto mondo. Una parola che fa paura: tracoma. Un misterioso sanatorio bianco, teatro di cure contro la cecità, di severità, di punizioni come in un campo di prigionia. Tra gli ospiti dell’ospedale, il figlio di uno dei mafiosi di Portella della Ginestra. Un carabiniere indaga e scoprirà una verità inattesa.

Questa la trama del racconto del giornalista Carmelo Miduri “I bambini della Croce bianca”, edito da Arnaldo Lombardi, che in autunno diverrà un film per la produzione di Paolo Ghezzi grazie ad un protocollo d’intesa con il Comune di Noto, location delle riprese; verranno utilizzate risorse professionali del luogo e si tenterà di valorizzare architetture e paesaggi di quella che è certo una perla del Barocco siciliano.

La storia, realmente avvenuta nel comune di Bivona in provincia di Agrigento, diverrà dunque un film per la regia di Andrea Zaniol; tra gli interpreti, Francesco Di Lorenzo, Gennaro Piccirillo e Lorenzo Falletti. Tra gli artisti siciliani cui è stato proposto di collaborare c’è inoltre il musicista – o come ama definirsi il “chiantautore” – Carlo Muratori.

Il libro “I bambini della Croce Bianca” nelle primitive intenzioni di Miduri, autore sia di saggi che di opere di narrativa, sarebbe dovuto diventare un’opera teatrale, ma l’incontro con l’attore Di Lorenzo ha fatto virare l’operazione verso tutt’altri lidi. Significativa e toccante è stata l’esperienza del ritorno nei luoghi dove la storia ha avuto origine: Bivona e il tracomatosario. La documentazione fotografica, l’incontro con i protagonisti superstiti di una vicenda triste, fatta di povertà, abbandono, sofferenza hanno reso più intensa la scrittura della sceneggiatura.

L’iniziativa non solo contribuirà a gettare nuova luce su una vicenda del nostro recente passato spesso sepolto nell’oblio, ma potrà essere l’occasione di convogliare nuove energie per legare le produzioni cinematografiche alla valorizzazione del nostro territorio – pensiamo al Collettivo Frame Off composto da giovani professionisti che hanno investito nel campo documentaristico e che si sono lanciati in questa nuova sfida.

CHI E’ CARMELO MIDURI

Carmelo Miduri (Augusta 1951), giornalista professionista. Ha lavorato per vari

quotidiani ed altri mezzi di informazione. Esperto di comunicazione di impresa, ha

ricoperto ruoli di responsabilità nei servizi di comunicazione di varie organizzazioni, docente in corsi di Comunicazione, direttore di pubblicazioni tecniche, autore di

documentari televisivi.

Ha pubblicato saggi e testi di narrativa: Dal vostro corrispondente (Studioemme Edizioni, 1988), Siracusa anni ottanta (Romeo Edizioni, 1990), La boa e il terremoto

(Ediprint, 1991), Il tempo che non ricorderai (Lombardi Editore, 2002), Lezioni di comunicazione (Lombardi Editore, 2003), Un anno in quaranta e-mail (Lombardi

Editore 2005), L’Ufficio Stampa nella Comunicazione Pubblica (Lombardi Editore, 2012, Raffineria di Augusta, Storia di uomini e di progresso (ExxonMobil, 2015), Psico-Intervista alla Crisi ( Lombardi Editori, 2016).

E ancora…

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2284:decennale-di-letteratitudine-con-maugeri-ideatore-del-blog&catid=17&Itemid=143

Dieci anni sono un’eternità nel vorticoso fluire di post consumati in pochi secondi, eppure non sembra inutile volgersi indietro per rimirare il cammino compiuto per poi solcare nuovi spazi su carta e pixel

La Civetta di Minerva, 7 aprile 2017

Un tempo artisti, poeti e intellettuali si ritrovavano nelle accademie, poi venne il tempo dei caffè letterari,luoghi di elaborazione artistica e spesso laboratori politici, di certo volano per le nuove idee, centri di propaganda per le correnti innovatrici in ogni ambito del sapere.

Oggi è tempo di social, di piazze virtuali: Twitter, Facebook e tutte le piattaforme che consentono di condividere testi, immagini, video. I blog – diari di bordo telematici, mi piace definirli – sono stati e sono ancora per certi versi una via di mezzo tra l’incontro de visu e quello mordi e fuggi dei like e dei tweet: botteghe, laboratori, officine in cui il blogger scrive e condivide post a tema oppure OT, off topic. Alcuni di questi sono dei punti di riferimento per gli intellettuali o gli appassionati di letteratura e non solo, anche se il loro ruolo di filtro e catalizzatore di energie e materiali ora sembra polverizzato tra le bacheche di Facebook sulle quali tendono ormai a spostarsi le discussioni on line.

Oggi, venerdì 7 aprile alle ore 18, presso la Casa del Libro Rosario Mascali in via Maestranza a Siracusa,Simona Lo Iacono (scrittrice e magistrato, autrice de “Le streghe di Lenzavacche” per i tipi di E/O, romanzo finalista al Premio Strega 2016) presenterà insieme a Daniela Sessa, docente di Lettere del Liceo Quintiliano di Siracusa, il volume “Letteratitudine 3 – Letture, scritture e metanarrazioni (LiberAria editore), curato dallo scrittore e blogger Massimo Maugeri, ideatore del blog “Letteratitudine”, che festeggia il decennale. Interpreteranno alcuni dei “fantasmi” letterari del libro Arianna Vinci, Beatrice Margagliotti e Sofiya Vlasova.

Il 10 marzo scorso Massimo Maugeri era stato ospite dell’Istituto Tecnico Commerciale P. Branchina di Adrano (CT) nell’ambito della manifestazione “Viaggio tra le parole”, mentre la prima assoluta di “Letteratitudine 3” si è tenuta presso La Feltrinelli di Catania il 17 gennaio in occasione della serata inaugurale del nuovo anno di incontri della libreria.

“Letteratitudine 3” viene dopo altri due volumi (editi da Azimut e Historica Edizioni) in cui Maugeri ha fatto il punto del suo decennale lavoro, trasformando in cartaceo il meglio delle discussioni di quello che è uno dei blog d’autore del gruppo Kataweb/L’Espresso. Il taglio di questo libro, che chiude quasi un’ideale trilogia, è differente: possiamo leggerlo sia come un manuale di lettura che come un prontuario di scrittura – possiamo infatti sbirciare nell’antro di quelli che sono gli alchimisti della letteratura italiana (e non solo) contemporanea –, possiamo “navigarlo” quasi come un blog o un sito Internet per saltare da uno scrittore a un personaggio a un libro. Particolarmente interessante è la sezione dedicata alle autofiction, ai racconti ideati dagli scrittori per presentare i loro libri, quasi una sorta di selftailer, mentre è un vero e proprio tuffo nella passione per la lettura il poter leggere le lettere a personaggi letterari e autori scomparsi. Particolarmente opportuno per ricordare un faro della nostra letteratura è il l’omaggio a Vincenzo Consolo, raccolta di saggi che chiude il volume.

Massimo Maugeri, che all’attività di blogger unisce quella di collaboratore di testate come “Il Venerdì” di Repubblica, su Radio Hinterland cura e conduce Letteratitudine in Fm, trasmissione culturale di libri e letteratura, scrive romanzi, racconti e saggi; Trinacria Park (Edizioni E/O, 2013), inserito da Panorama nell’elenco dei dieci migliori romanzi italiani pubblicati nel 2013, è stato insignito del Premio Vittorini, del quale purtroppo segnaliamo la scomparsa, perché ha rappresentato un emblema di siracusanità. Maugeri ha anche ricevuto premi come l’Addamo, il Martoglio, il Portopalo – Più a Sud di Tunisi e il Premio Internazionale Sicilia “Il Paladino”, per ricordare soltanto quelli siciliani.

L’evento di oggi servirà a ricordare il decennale del blog e i fili da questo creati fra autori, librai, bibliotecari, traduttori, editori, accademici, esperti e semplici lettori, istituti italiani di cultura all’estero e università: tutto quanto gravita intorno al libro è gravitato tra le pagine virtuali di “Letteratitudine” con la sua costola dedicata alle news letterarie.

Dieci anni sono un’eternità nel vorticoso fluire di post consumati in pochi secondi, eppure non sembra inutile volgersi indietro per rimirare il cammino compiuto per poi solcare nuovi spazi su carta e pixel e magari trovare nuovi sentieri in un mondo come quello editoriale che ha visto la rivoluzione di Internet, la nascita dell’e-book e l’esplodere dei social con l’orizzontalizzazione della conoscenza. Non sembra nostalgico rileggere nomi e nickname che si rincorrevano sulle autostrade telematiche, ritrovandosi in autogrill virtuali per condividere frasi, versi, citazioni, recensioni, riflessioni, auguri, scherzi letterari… Come dimenticare Sergio Sozi (il ponte con la Slovenia insieme alla moglie Veronika Simoniti, traduttrice), Carloesse Sirotti Speranza, Eventounico, Enrico Gregori, Laura Costantini e Loredana Falcone, Gea, Cristina Bove, Maria Di Lorenzo, Stefano Mina, Francesco Didò Didomenico, Salvo Zappulla, Teresa Santalucia Scibona, Fausta Maria Rigo, solo per ricordare qualche nome? Rubriche dedicate al diritto, alla scuola, alle alternative ai classici, cene letterarie, collaborazioni… per dieci anni è stato possibile accalorarsi dietro un monitor ticchettando di libri su una tastiera, magari a tu per tu con l’autore del libro che ci aveva tanto emozionato, insieme a tanti altri come noi che compartiscono l’amore per la lettura e la scrittura.

“Letteratitudine” forse ha addirittura travalicato le primitive intenzioni del suo ideatore, che voleva unire Letteratura e “sicilitudine” contro la solitudine, superando i limiti di lati- e longitudine. Un blog multidimensionale, poliedrico come le geometrie evocative della copertina del volume.

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2281:ad-augusta-si-vuole-intitolare-alla-sirena-lighea-una-piazzetta&catid=18:provincia&Itemid=145

Ad Augusta si vuole intitolare alla sirena Lighea una piazzetta

Maria Lucia Riccioli
Sabato, 22 Aprile 2017 09:55

Al Faro Santa Croce. A sessant’anni dalla morte di Tomasi di Lampedusa il direttore di Naxoslegge e una studiosa incontrano i liceali

La Civetta di Minerva, 7 aprile 2017

“La sirena”, racconto lungo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, è conosciuto anche col titolo di “Lighea”, nome che la moglie dell’autore aveva scelto per chiamare la protagonista – essere di mezzo tra il reale e il fantastico – della novella, scritta nell’inverno del 1956-1957 durante una purtroppo brevissima ma felice stagione narrativa dello scrittore de “Il Gattopardo”.

Pubblicato solo postumo nel 1961 da Feltrinelli, il racconto (il cui manoscritto era stato consegnato da Elena Croce, figlia di Benedetto, filosofo e critico, a Giorgio Bassani, curatore e prefatore del volume) narra l’incontro fra Rosario La Ciura, classicista e professore in pensione, e il giovane nobile Paolo Corbera di Salina, laureato in legge, bon vivant e galleggiatore nel mare magnum del giornalismo.

Dalle conversazioni dei due nella Torino del 1938, nebbiosa e cupa, si passa al piano dei ricordi: il professore rivelerà al giovane l’incontro fatato con la sirena Lighea, avvenuto sulle coste ancora selvagge di Augusta, in una Sicilia a metà tra la realtà e il mito.

Sabato 8 aprile, nell’ambito di “Naxoslegge”, in collaborazione con il Liceo classico “Megara” di Augusta, SulidArte, La giara di Brucoli, Circolo Unione Augusta, Italia Nostra, Historica Edizioni, Fulvia Toscano, direttore artistico di Naxoslegge, e Maria Antonietta Ferraloro, studiosa di Tomasi di Lampedusa – si terranno comunque altri incontri in vari comuni siciliani, nonché in luoghi cari all’autore del Gattopardo, come Ficarra, la Fondazione Verga a Catania, Santa Margherita del Belice, Palma di Montechiaro, Capo d’Orlando con la Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella, Ragusa-Donnafugata, Giardini Naxos, Taormina, Palermo e Messina, con il coinvolgimento di enti, scuole, fondazioni, parchi Letterari, accademie e associazioni – incontreranno i ragazzi del Liceo di Augusta; verrà inoltre proposta l’intitolazione di una piazzetta a Lighea di Tomasi di Lampedusa presso il Faro Santa Croce. Interverranno la dirigente scolastica M.C. Castorina e le docenti Di Venuta e Insinga, oltre alle autorità e alle associazioni partner dell’iniziativa.

La casa editrice Historica edizioni di Francesco Giubilei, il più giovane editore italiano, pubblicherà una sorta di cahier di viaggio dell’esperienza per celebrare nel biennio 2017/2018 i sessant’anni trascorsi dalla morte dello scrittore e dalla prima pubblicazione de “Il gattopardo”.

Particolarmente significativa è la volontà di legare le parole di Tomasi ai luoghi che le hanno ispirate, in un’ottica non solo di valorizzazione ma soprattutto di custodia della memoria.

 http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2214:tra-avola-e-noto-echeggiar-di-versi-per-la-festa-della-poesia&catid=18&Itemid=145

Tra Avola e Noto echeggiar di versi per la festa della poesia

Marialucia Riccioli
Giovedì, 06 Aprile 2017 00:19
https://www.facebook.com/plugins/like.php?app_id=262357397227600&channel=http%3A%2F%2Fstaticxx.facebook.com%2Fconnect%2Fxd_arbiter%2Fr%2F96nq-xsaNcg.js%3Fversion%3D42%23cb%3Dfdc85a380fe3a8%26domain%3Dwww.lacivettapress.it%26origin%3Dhttp%253A%252F%252Fwww.lacivettapress.it%252Ff1cb3d9ed91827c%26relation%3Dparent.parent&container_width=123&href=http%3A%2F%2Fwww.lacivettapress.it%2Fit%2Findex.php%3Foption%3Dcom_content%26view%3Darticle%26id%3D2214%3Atra-avola-e-noto-echeggiar-di-versi-per-la-festa-della-poesia%26catid%3D18%3Aprovincia%26Itemid%3D145&layout=button_count&locale=en_US&sdk=joey&send=true&show_faces=false&width=450
http://platform.twitter.com/widgets/tweet_button.5c39137502ea1894df4434ae5ed041c5.en.html#dnt=false&id=twitter-widget-0&lang=en&original_referer=http%3A%2F%2Fwww.lacivettapress.it%2Fit%2Findex.php%3Foption%3Dcom_content%26view%3Darticle%26id%3D2214%3Atra-avola-e-noto-echeggiar-di-versi-per-la-festa-della-poesia%26catid%3D18%26Itemid%3D145&size=m&text=Tra%20Avola%20e%20Noto%20echeggiar%20di%20versi%20per%20la%20festa%20della%20poesia&time=1492865354930&type=share&url=http%3A%2F%2Fwww.lacivettapress.it%2Fit%2Findex.php%3Foption%3Dcom_content%26view%3Darticle%26id%3D2214%3Atra-avola-e-noto-echeggiar-di-versi-per-la-festa-della-poesia%26catid%3D18%26Itemid%3D145&via=cooltemplates

Riempite strade, piazze, cortili e chiese con note di armonia, canti, musica. Questa edizione dedicata a Salvatore Di Pietro, l’anno prossimo a Corrado Carbè

La Civetta di Minerva, 24 marzo 2017

Domenica 19 marzo, in occasione della Festa mondiale della poesia ad Avola, declinata in due giorni speciali tra Avola e Noto, si sono concluse la quindicesima edizione di “Dalle otto alle otto” e la sesta edizione di “Libri di-versi in diversi libri” dedicata a Salvatore Di Pietro: Carlo Sorgia, Alessandra Nateri Sangiovanni e Maria Pia Vido si sono classificati rispettivamente al primo, secondo e terzo posto in quella che non è tanto una tenzone letteraria ma un’occasione di incontro, scambio e crescita nel nome della poesia: in un tempo arido e materialista, in cui scrivere versi sembrerebbe anacronistico e del tutto inutile, poesia è anche riempire strade, piazze, cortili e chiese di Avola e Noto di armonia, canti, musica e, soprattutto, poesie, “celebrando” secondo l’anima di questo concorso, il libraio-editore Ciccio Urso, sostenuto come sempre da Liliana Calabrese, dai giurati e dal manipolo di artisti del Val di Noto che seguono le loro iniziative, “la magia della creatività, spontaneamente e senza programmazione, nonostante l’indifferenza di intellettuali egocentrici e della massa insignificante che ci circonda, e, soprattutto, senza sindaci e assessori e a personaggi di potere, perché l’unico potere abbracciato da ciascuno è quello della fantasia e della bellezza di un verso, dell’incontro con un accadimento inaspettato, ma collegato a ciascuno, e l’adesione entusiastica di persone graditissime”.

Tra i giurati, docenti e poeti: Maria Barone, Corrado Bono, Liliana Calabrese, Antonino Causi, Francesca Corsico, Luigi Ficara, Benito Marziano, Orazio Parisi, Vera Parisi, Fausto Politino, Maria Restuccia, Lilia Urso, Marco Urso e i poeti vincitori Giovanni Catalano, Manuela Magi, Maria Chiara Quartu, Pietro Vizzini, Nina Esposito.

Sono state consegnate le targhe della memoria dedicate a poeti sparsi in diverse città italiane e grazie all’intervento di poeti di diverse regioni italiane, compresa la Sardegna, è stato raggiunto l’obiettivo di creare ponte con gli altri, ascoltando e uscendo da sé, diventando ideali punti di riferimento e modelli di vivere creativo positivo, da moltiplicare nel mondo.

La nuova edizione del concorso letterario verrà come ormai consuetudine dedicata a un poeta amico della Libreria Editrice Urso, scomparso anzitempo, e cioè al poeta-scrittore Corrado Carbè scomparso il 20 febbraio 2017 nel mentre stava partecipando alla precedente edizione di questo Concorso, dove, tra l’altro, si classificava al sesto posto della classifica finale, insieme a Cettina Lascia Cirinnà, Mimma Raspanti, Federico Guastella, Rita Stanzione, Simona Forte, Marianinfa Terranova, Antonella Santoro, Gianluca Macelloni, Grazia La Gatta.

Meritano una menzione particolare e vanno incoraggiati i giovani artisti: in un’edizione di qualche anno fa Davide Giannelli scriveva che quando saprai che stai per morire, / dalle tue ceneri di nuovo un sorriso. / E la tua melodia canterai (da Vivere d’amore).

Miriam Vinci, selezionata nell’edizione 2016/2017, ben rappresenta l’anelito giovanile alla Bellezza nonostante il grigiore del quotidiano e le difficoltà dell’esistenza e ci piace chiudere proprio con i suoi versi, che con voce fresca in ritmi franti ricantano i temi eterni della poesia, tra illusioni ingenue dell’età ed echi leopardiani:

Ed è in questa nudità / che vorrei / vestiti di poesia.

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2215:un-corto-sulle-adozioni-girato-tra-noto-rosolini-e-catania&catid=17&Itemid=143

Un corto sulle adozioni girato tra Noto, Rosolini e Catania

Marialucia Riccioli
Domenica, 09 Aprile 2017 11:10
https://www.facebook.com/plugins/like.php?app_id=262357397227600&channel=http%3A%2F%2Fstaticxx.facebook.com%2Fconnect%2Fxd_arbiter%2Fr%2F96nq-xsaNcg.js%3Fversion%3D42%23cb%3Df35241b8e7dec3%26domain%3Dwww.lacivettapress.it%26origin%3Dhttp%253A%252F%252Fwww.lacivettapress.it%252Ff31d524fcc7d1c%26relation%3Dparent.parent&container_width=123&href=http%3A%2F%2Fwww.lacivettapress.it%2Fit%2Findex.php%3Foption%3Dcom_content%26view%3Darticle%26id%3D2215%3Aun-corto-sulle-adozioni-girato-tra-noto-rosolini-e-catania%26catid%3D17%3Acultura%26Itemid%3D143&layout=button_count&locale=en_US&sdk=joey&send=true&show_faces=false&width=450
http://platform.twitter.com/widgets/tweet_button.5c39137502ea1894df4434ae5ed041c5.en.html#dnt=false&id=twitter-widget-0&lang=en&original_referer=http%3A%2F%2Fwww.lacivettapress.it%2Fit%2Findex.php%3Foption%3Dcom_content%26view%3Darticle%26id%3D2215%3Aun-corto-sulle-adozioni-girato-tra-noto-rosolini-e-catania%26catid%3D17%26Itemid%3D143&size=m&text=Un%20corto%20sulle%20adozioni%20girato%20tra%20Noto%2C%20Rosolini%20e%20Catania&time=1492865595780&type=share&url=http%3A%2F%2Fwww.lacivettapress.it%2Fit%2Findex.php%3Foption%3Dcom_content%26view%3Darticle%26id%3D2215%3Aun-corto-sulle-adozioni-girato-tra-noto-rosolini-e-catania%26catid%3D17%26Itemid%3D143&via=cooltemplates
inShare

Da tre storie vere un libro e un film, finanziato in parte grazie al  crowdfunding. Le responsabili del progetto: “Gli attori ne hanno acquisito e fatta propria l’esperienza”

La Civetta di Minerva, 24 marzo 2017

Tre storie. Tre desideri che si riassumono in uno solo: essere genitori. Un corto sul delicato e attuale tema dell’adozione è stato girato nel Siracusano. “La Civetta di Minerva” si è incuriosita e ha incontrato per voi i responsabili del progetto, Giovanna Pignataro e Francesco Di Martino.

Come è nata l’idea del corto? È un lavoro autoprodotto o qualcuno ha investito in questo progetto?

“La casa dei conigli di Nola ha iniziato il progetto Aspettiamo! Si tratta di una storia sull’adozione, fatta per lo più di sensazioni, quelle che accompagnano la trafila del percorso adottivo sia dal lato dei futuri genitori sia dal lato dei futuri figli. Questa storia, scritta da Giovanna Pignataro, e divenuta albo illustrato sotto le mani di Tiziano Squillace, sembrava più completa con l’aggiunta di un video, per la precisione un documentario, che potesse raccontare delle storie vere di adozione. Francesco di Martino, documentarista di fiducia, ha subito abbracciato l’idea, aggiungendovi naturalmente il suo punto di vista. È nato così Aspettiamo! Il film, un documentario di finzione: si è deciso di raccontare tre storie vere, prese in luoghi diversi e con presupposti diversi. Francesco e Giovanna sono partiti con le registrazioni dalla voce dei loro protagonisti, in seguito hanno tradotto le storie in sceneggiatura e poi si è passati alle riprese con gli attori che hanno impersonato le tre coppie di genitori adottivi. Il libro di partenza è uscito con Marotta&Cafiero e stampato anche grazie ad una campagna di crowdfunding. Il film di fatto è autoprodotto.

Cast e maestranze sono del Siracusano? In quali location avete girato?

Essendo il regista di Noto, ed essendo necessario tenere bassi i costi, tutte le persone coinvolte nel film sono più o meno del territorio. Stessa cosa per le location che sono state scelte in modo che non fossero precisamente riconoscibili di modo che non si resti legati ad alcuni luoghi particolari, ma che possano essere storie del mondo.

Ecco le parole dello stesso regista: “Abbiamo girato tra Noto, Rosolini e Catania. Una buona parte degli attori sono netini (Carola Pennavaria, che tra l’altro canta nel teaser del corto, Salvatore Tringali, Carlo Genova), due invece da paesini ai piedi dell’Etna (Marta Allegra e Angela D’Amico) mentre uno è ispicese (Giovanni Peligra), tutti attori abbastanza preparati e appartenenti al mondo del teatro. Per loro questo progetto è stato sicuramente una scommessa, una prova, visto che hanno cercato di interpretare al meglio i personaggi senza imitarli (tutti gli attori hanno studiato a fondo i personaggi attraverso le interviste fatte alle coppie vere da me e Giovanna)  ma acquisendone la storia e farla propria.  E soprattutto su ogni scena hanno cercato di non seguire le battute della sceneggiatura ma dei discorsi personali, soprattutto nelle interviste frontali che abbiamo inscenato.

È capitato anche di porre loro delle domande che nel copione non c’erano… e li ho trovati sempre pronti a dare una risposta come se la storia la stessero vivendo loro. In sintesi un esperimento per noi, ma soprattutto per loro.

Il corto è stato pensato per la rete o ci potrà essere una sorta di promozione e distribuzione? Sono previste presentazioni?

Il corto sarà abbinato al libro pubblicato, all’interno del quale c’è un link per scaricarlo. Sicuramente sarà presentato, non appena pronto, insieme al libro che è uscito da pochi giorni.

Secondo quale ottica è visto il tema dell’adozione nel corto? Quale finalità vi siete prefissi nel realizzarlo?

Il libro da cui è partito il progetto si sofferma sulla costante presenza di due mondi paralleli, quello dei genitori adottivi e quello dei bambini che saranno adottati. Il film segue invece le vicende delle coppie di genitori delle tre storie soffermandosi sulle loro difficoltà, sensazioni, sull’enorme mole di stress che comporta il percorso adottivo. La volontà è riflettere su che cosa comporti intraprendere questa strada, per tutti coloro che vi sono coinvolti. Trattandosi di bambini, il tutto è anche delicato e poetico, ma parallelamente ci sono enormi scogli da sormontare e accendere un po’ la luce su di essi non è male…

Per saperne di più: https://www.youtube.com/watch?v=bnSLL3RSmo0

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2219:la-riccioli-su-mariannina-coffa-saffo-netina-dell-800&catid=17&Itemid=143

La Riccioli su Mariannina Coffa, Saffo netina dell’800

Salvo Amato
Sabato, 08 Aprile 2017 08:45
https://www.facebook.com/plugins/like.php?app_id=262357397227600&channel=http%3A%2F%2Fstaticxx.facebook.com%2Fconnect%2Fxd_arbiter%2Fr%2F96nq-xsaNcg.js%3Fversion%3D42%23cb%3Df24a35b42633744%26domain%3Dwww.lacivettapress.it%26origin%3Dhttp%253A%252F%252Fwww.lacivettapress.it%252Ff202588f1b1a4e%26relation%3Dparent.parent&container_width=123&href=http%3A%2F%2Fwww.lacivettapress.it%2Fit%2Findex.php%3Foption%3Dcom_content%26view%3Darticle%26id%3D2219%3Ala-riccioli-su-mariannina-coffa-saffo-netina-dell-800%26catid%3D17%3Acultura%26Itemid%3D143&layout=button_count&locale=en_US&sdk=joey&send=true&show_faces=false&width=450
http://platform.twitter.com/widgets/tweet_button.5c39137502ea1894df4434ae5ed041c5.en.html#dnt=false&id=twitter-widget-0&lang=en&original_referer=http%3A%2F%2Fwww.lacivettapress.it%2Fit%2Findex.php%3Foption%3Dcom_content%26view%3Darticle%26id%3D2219%3Ala-riccioli-su-mariannina-coffa-saffo-netina-dell-800%26catid%3D17%26Itemid%3D143&size=m&text=La%20Riccioli%20su%20Mariannina%20Coffa%2C%20Saffo%20netina%20dell%E2%80%99800&time=1492865727340&type=share&url=http%3A%2F%2Fwww.lacivettapress.it%2Fit%2Findex.php%3Foption%3Dcom_content%26view%3Darticle%26id%3D2219%3Ala-riccioli-su-mariannina-coffa-saffo-netina-dell-800%26catid%3D17%26Itemid%3D143&via=cooltemplates
inShare

La conferenza nei locali della biblioteca di Noto. Durante l’incontro, organizzato dal Rotaract, musiche eseguite dal maestro Gabriele Bosco al violino, mentre Giuseppe Puzzo, verseggiatore egli stesso, recita alcune liriche della poetessa e propri componimenti inediti

La Civetta di Minerva, 24 marzo 2017

“Mariannina Coffa, Una donna tante donne – La poetessa dell’Ottocento che parla alle donne di oggi”: questo il titolo dell’incontro che si terrà domani, venerdì 25 marzo, alle ore 17,30 presso la Biblioteca comunale “Principe di Villadorata” di Noto in via Nicolaci, biblioteca che custodisce amorosamente gli scritti della poetessa e patriota netina. L’incontro si inserisce nella programmazione del Rotaract volta alla valorizzazione del territorio e delle sue risorse culturali in senso lato.

Mariannina Coffa (Noto, 1841-1878), enfant prodige della borghesia netina nel passaggio difficile ed esaltante insieme dalla monarchia borbonica al Regno d’Italia, è stata dunque figlia, sorella, amica – corrispose con gli intellettuali dell’epoca pur senza muoversi dalla Sicilia –, innamorata (fu protagonista di un amore tipicamente romantico con Ascenso Mauceri, musicista e autore di tragedie), sposa malmaritata di un possidente terriero di Ragusa, madre (perse tra l’altro due dei cinque figli), patriota e poetessa (accompagnò con la sua poesia e le sue riflessioni i moti risorgimentali e la sua complessa personalità e spiritualità la portò ad un tentativo di emancipazione dagli stilemi dell’epoca verso soluzioni originali): interpretò ognuno di questi ruoli nonostante i limiti della propria condizione di donna, di siciliana, nonostante la malattia e le incomprensioni del contesto familiare e socio-culturale.

La conferenza, tenuta da Maria Lucia Riccioli, docente e scrittrice, autrice tra l’altro di un romanzo storico, “Ferita all’ala un’allodola”, incentrato proprio su Mariannina Coffa, giurata per due anni consecutivi del concorso di “Inchiostro e anima” intitolato alla Capinera di Noto, alla Saffo netina, tanto per ricordare alcune delle immagini cui la Coffa è stata associata, autrice di un saggio sulla prima tesi di laurea dedicata alla poetessa e inserito nel volume “Sguardi plurali” (Armando Siciliano Editore) curato da Marinella Fiume e uscito per raccogliere i lavori dell’omonimo convegno, oltre che di una lettera immaginaria alla Coffa pubblicata per i tipi di LiberAria in “Letteratitudine 3: letture, scritture, metanarrazioni” (a cura di Massimo Maugeri), sarà moderata da Federica Piluccio, presidente del Rotaract club Noto Terra di Eloro; le musiche che accompagneranno l’evento saranno eseguite dal maestro Gabriele Bosco al violino, mentre Giuseppe Puzzo, estimatore della Coffa e verseggiatore egli stesso, reciterà alcune liriche della poetessa e propri componimenti inediti.

A quasi centoquarant’anni dalla scomparsa della poetessa, la sua biografia e le sue opere presentano ancora fertili campi di indagine (pensiamo alla recente scoperta ad opera di Stefano Vaccaro di un inedito rinvenuto nella biblioteca del Castello di Donnafugata).

L’incontro del 25 marzo sarà occasione di riflessione sul modello femminile incarnato dalla Coffa e offrirà lo spunto per ricordare l’incendio del 25 marzo 1911, nel quale persero la vita le “camicette bianche” (pensiamo allo straordinario lavoro di Ester Rizzo per ridare nome dignità e memoria a queste donne), le operaie della Triangle Waist Company: tra di esse c’era una ragazza netina, Gaetana Midolo, cui è stata dedicata la rotatoria di Piazza Nino Bixio. Nel mese dedicato alle donne, ricordare un’emigrata e una figura del nostro Risorgimento non sembrerà un’operazione azzardata.

Si laurea in lettere discutendo la tesi in latino colto

Maria Lucia Riccioli
Lunedì, 03 Aprile 2017 08:07

Gianluca Vindigni: “E’ un’autentica vocazione. Già al liceo scientifico scoprii di essere sempre più portato per questa lingua, la cui perfezione grammaticale mi travolgeva, che per la matematica. Mi ha sorpreso che scrivesse di me anche Repubblica”

La Civetta di Minerva, 24 marzo 2017

Il 6 marzo scorso Gianluca Vindigni, studente di Vittoria (RG), vincitore come secondo classificato di due certamina nazionali di lingua latina per universitari, espletati a Mascalucia (CT), rispettivamente nel 2015 e nel 2016, è diventato dottore di Lettere classiche laureandosi con una tesi intitolata “De C. Iulii Caesaris sermone commentatio critica”.

Fin qui niente di strano. Ma la tesi è stata sia scritta che esposta (parlando) interamente in latino.

“La Civetta di Minerva”, incuriosita da quella che in passato era la prassi e oggi sembra roba da nerd, ha contattato Gianluca Vindigni, che ha suscitato attorno a quello che poteva essere un traguardo personale e privatissimo un piccolo ma significativo clamore mediatico…Ecco come ha risposto alle nostre domande (in italiano, non preoccupatevi!)

Si attendeva un’attenzione di questo tipo? Non è affatto frequente che una tesi di laurea sia scritta e addirittura discussa per intero in latino…

Ammetto che non mi sarei mai aspettato un successo mediatico di tale grandezza per la mia tesi di laurea. Non tanto perché voglio sminuire il mio lavoro – oggettivamente sono pochi oggigiorno i ragazzi realmente appassionati ed interessati a scrivere e parlare il latino – ma poiché non avrei mai pensato di essere così apprezzato da docenti e giornalisti. Ho avuto una commissione molto disponibile, educata e cordiale, che mi ha permesso di poter realizzare questo mio piccolo sogno, sebbene ancora coi piedi per terra so per certo che la strada è lunga. Sono rimasto sorpreso, lo ammetto, di aver trovato un mio articolo persino sul giornale “La Repubblica”, ma evidentemente la notizia deve aver scosso ed incuriosito parecchi giornalisti e lettori. Non posso che esserne felice!

Torniamo indietro: su quale argomento verte la sua tesi e come mai ha deciso di scriverla nella lingua di Cicerone?

La mia è una tesi filologica incentrata sulla lingua di Cesare, sul suo usus scribendi. L’idea di scrivere una tesi di laurea assolutamente grammaticale mi balenava in testa già da tantissimi anni, considerando che uscii dal liceo scientifico totalmente malato di grammatica latina, a tal punto che da allora non è trascorso un giorno della mia vita in cui io non abbia toccato un manuale di grammatica o non abbia letto classici. La lingua di Cesare da me è stata sempre apprezzata, ed anche in particolar modo direi, per cui ringrazio il mio relatore Vincenzo Ortoleva per avermi serenamente consentito di svolgere la tesi su un argomento e su un autore da me amatissimo. Mi è sempre piaciuto scovare le cosiddette “eccezioni” alla regola nei vari autori, classificarle, analizzarle, e darne una possibile spiegazione. Proprio in questo modo svolsi la mia tesi su Cesare, analizzando principalmente tutte quelle apparenti infrazioni alle regole che sono presenti nei suoi commentari, classificandole e raggruppandole secondo un corretto criterio.

Da dove nasce questo amore per la lingua latina?

Nasce già dai primi anni di liceo scientifico, trascorsi nella mia benamata Vittoria, sotto gli insegnamenti di Daniele Liberto, ora mio grande amico e un tempo mio insegnante di lettere, che mi fece totalmente invaghire di grammatica latina. Giorno dopo giorno scoprivo di essere sempre più portato per questa lingua che per le materie scientifiche, la cui perfezione grammaticale mi travolgeva continuamente. Scoprii di avere quasi una vocazione, di riuscire col tempo a leggere, tradurre, pensare e scrivere il latino senza eccessive difficoltà, così che decisi di intraprendere la carriera di classicista iscrivendomi in lettere classiche all’università degli studi di Catania, a costo di dover imparare la lingua greca da autodidatta; impegno che, tra l’altro, mi fece spendere circa due anni e mezzo in più. L’amore per il latino parlato, invece, nacque dopo il diploma, durante i primi anni di università, seguendo appassionatamente su YouTube i video del Prof. Luigi Miraglia, fondatore della notissima accademia Vivarium Novum e vivissimo cultore del latino parlato, che ebbi l’onore di conoscere poi di persona.

Secondo te come mai proprio nella patria dei Romani, l’Italia, gli studi classici sembrano regredire?

Gli studenti trovano ostico il Latino almeno a pari merito con la matematica… alcuni studiosi ed opinionisti attribuiscono questo alla eccessiva semplificazione dei percorsi didattici, in cui l’unica difficoltà, gli ultimi scogli, sarebbero rappresentati proprio dalla versione di Latino e dal compito di Matematica.

Questione di metodo, di scarsa motivazione…? Come la vedi?

Su questo non posso dire più di tanto, giacché ai miei tempi vi erano ancora cinque ore di latino settimanali al liceo scientifico tali da poter spingere col programma, ma oggi come oggi essendo state scese a tre credo più difficile che dei ragazzi decidano di iscriversi in lettere classiche, anche se chiaramente la speranza che ciò possa continuare a verificarsi non muore mai. C’è troppo poco latino ormai, purtroppo. Per il metodo non saprei cosa dire: io studiai col metodo tradizionale e finii per innamorarmi pienamente della grammatica latina, ma oggigiorno sta divampando qua e là anche il metodo naturale, adottato da moltissime scuole, su cui varie sono le opinioni, sia positive che negative. Sebbene io non lo conosca e difenda ancora il vecchio metodo tradizionale grazie al quale appresi il latino, non posso tuttavia biasimarlo, non essendone ancora venuto a conoscenza. Sarebbe un giudizio a priori, da ipocriti. Credo però che l’unica salvezza dei tempi moderni siano i docenti, giacché, secondo la mia personale esperienza, credo che si possa giungere alla piena passione di una materia anche e soprattutto grazie all’apporto di un ottimo docente, che sappia trasmettere oltre alla cultura anche la propria passione ed il proprio amore.

Potresti dedicare un saluto in latino ai nostri lettori?

Utinam vobis omnibus lingua Latina probetur!

E ancora…

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2215:un-corto-sulle-adozioni-girato-tra-noto-rosolini-e-catania&catid=17&Itemid=143

Un corto sulle adozioni girato tra Noto, Rosolini e Catania

Maria Lucia Riccioli

La Civetta di Minerva, 24 marzo 2017

Tre storie. Tre desideri che si riassumono in uno solo: essere genitori. Un corto sul delicato e attuale tema dell’adozione è stato girato nel Siracusano. “La Civetta di Minerva” si è incuriosita e ha incontrato per voi i responsabili del progetto, Giovanna Pignataro e Francesco Di Martino.

Come è nata l’idea del corto? È un lavoro autoprodotto o qualcuno ha investito in questo progetto?

“La casa dei conigli di Nola ha iniziato il progetto Aspettiamo! Si tratta di una storia sull’adozione, fatta per lo più di sensazioni, quelle che accompagnano la trafila del percorso adottivo sia dal lato dei futuri genitori sia dal lato dei futuri figli. Questa storia, scritta da Giovanna Pignataro, e divenuta albo illustrato sotto le mani di Tiziano Squillace, sembrava più completa con l’aggiunta di un video, per la precisione un documentario, che potesse raccontare delle storie vere di adozione. Francesco di Martino, documentarista di fiducia, ha subito abbracciato l’idea, aggiungendovi naturalmente il suo punto di vista. È nato così Aspettiamo! Il film, un documentario di finzione: si è deciso di raccontare tre storie vere, prese in luoghi diversi e con presupposti diversi. Francesco e Giovanna sono partiti con le registrazioni dalla voce dei loro protagonisti, in seguito hanno tradotto le storie in sceneggiatura e poi si è passati alle riprese con gli attori che hanno impersonato le tre coppie di genitori adottivi. Il libro di partenza è uscito con Marotta&Cafiero e stampato anche grazie ad una campagna di crowdfunding. Il film di fatto è autoprodotto.

Cast e maestranze sono del Siracusano? In quali location avete girato?

Essendo il regista di Noto, ed essendo necessario tenere bassi i costi, tutte le persone coinvolte nel film sono più o meno del territorio. Stessa cosa per le location che sono state scelte in modo che non fossero precisamente riconoscibili di modo che non si resti legati ad alcuni luoghi particolari, ma che possano essere storie del mondo.

Ecco le parole dello stesso regista: “Abbiamo girato tra Noto, Rosolini e Catania. Una buona parte degli attori sono netini (Carola Pennavaria, che tra l’altro canta nel teaser del corto, Salvatore Tringali, Carlo Genova), due invece da paesini ai piedi dell’Etna (Marta Allegra e Angela D’Amico) mentre uno è ispicese (Giovanni Peligra), tutti attori abbastanza preparati e appartenenti al mondo del teatro. Per loro questo progetto è stato sicuramente una scommessa, una prova, visto che hanno cercato di interpretare al meglio i personaggi senza imitarli (tutti gli attori hanno studiato a fondo i personaggi attraverso le interviste fatte alle coppie vere da me e Giovanna)  ma acquisendone la storia e farla propria.  E soprattutto su ogni scena hanno cercato di non seguire le battute della sceneggiatura ma dei discorsi personali, soprattutto nelle interviste frontali che abbiamo inscenato.

È capitato anche di porre loro delle domande che nel copione non c’erano… e li ho trovati sempre pronti a dare una risposta come se la storia la stessero vivendo loro. In sintesi un esperimento per noi, ma soprattutto per loro.

Il corto è stato pensato per la rete o ci potrà essere una sorta di promozione e distribuzione? Sono previste presentazioni?

Il corto sarà abbinato al libro pubblicato, all’interno del quale c’è un link per scaricarlo. Sicuramente sarà presentato, non appena pronto, insieme al libro che è uscito da pochi giorni.

Secondo quale ottica è visto il tema dell’adozione nel corto? Quale finalità vi siete prefissi nel realizzarlo?

Il libro da cui è partito il progetto si sofferma sulla costante presenza di due mondi paralleli, quello dei genitori adottivi e quello dei bambini che saranno adottati. Il film segue invece le vicende delle coppie di genitori delle tre storie soffermandosi sulle loro difficoltà, sensazioni, sull’enorme mole di stress che comporta il percorso adottivo. La volontà è riflettere su che cosa comporti intraprendere questa strada, per tutti coloro che vi sono coinvolti. Trattandosi di bambini, il tutto è anche delicato e poetico, ma parallelamente ci sono enormi scogli da sormontare e accendere un po’ la luce su di essi non è male…

Per saperne di più: https://www.youtube.com/watch?v=bnSLL3RSmo0

Un articolo che mi riguarda e soprattutto riguarda Mariannina Coffa…

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2219:la-riccioli-su-mariannina-coffa-saffo-netina-dell-800&catid=17&Itemid=143

La Riccioli su Mariannina Coffa, Saffo netina dell’800

Salvo Amato
Sabato, 08 Aprile 2017 08:45 (significativo che l’articolo on line sia uscito giorno 8 aprile, giorno dell’anniversario del matrimonio di Mariannina Coffa, che sposò nella Cattedrale di Siracusa Giorgio Morana proprio il giorno di Pasqua del 1860, l’8 aprile…).

La Civetta di Minerva, 24 marzo 2017

“Mariannina Coffa, Una donna tante donne – La poetessa dell’Ottocento che parla alle donne di oggi”: questo il titolo dell’incontro che si terrà domani, venerdì 25 marzo, alle ore 17,30 presso la Biblioteca comunale “Principe di Villadorata” di Noto in via Nicolaci, biblioteca che custodisce amorosamente gli scritti della poetessa e patriota netina. L’incontro si inserisce nella programmazione del Rotaract volta alla valorizzazione del territorio e delle sue risorse culturali in senso lato.

Mariannina Coffa (Noto, 1841-1878), enfant prodige della borghesia netina nel passaggio difficile ed esaltante insieme dalla monarchia borbonica al Regno d’Italia, è stata dunque figlia, sorella, amica – corrispose con gli intellettuali dell’epoca pur senza muoversi dalla Sicilia –, innamorata (fu protagonista di un amore tipicamente romantico con Ascenso Mauceri, musicista e autore di tragedie), sposa malmaritata di un possidente terriero di Ragusa, madre (perse tra l’altro due dei cinque figli), patriota e poetessa (accompagnò con la sua poesia e le sue riflessioni i moti risorgimentali e la sua complessa personalità e spiritualità la portò ad un tentativo di emancipazione dagli stilemi dell’epoca verso soluzioni originali): interpretò ognuno di questi ruoli nonostante i limiti della propria condizione di donna, di siciliana, nonostante la malattia e le incomprensioni del contesto familiare e socio-culturale.

La conferenza, tenuta da Maria Lucia Riccioli, docente e scrittrice, autrice tra l’altro di un romanzo storico, “Ferita all’ala un’allodola”, incentrato proprio su Mariannina Coffa, giurata per due anni consecutivi del concorso di “Inchiostro e anima” intitolato alla Capinera di Noto, alla Saffo netina, tanto per ricordare alcune delle immagini cui la Coffa è stata associata, autrice di un saggio sulla prima tesi di laurea dedicata alla poetessa e inserito nel volume “Sguardi plurali” (Armando Siciliano Editore) curato da Marinella Fiume e uscito per raccogliere i lavori dell’omonimo convegno, oltre che di una lettera immaginaria alla Coffa pubblicata per i tipi di LiberAria in “Letteratitudine 3: letture, scritture, metanarrazioni” (a cura di Massimo Maugeri), sarà moderata da Federica Piluccio, presidente del Rotaract club Noto Terra di Eloro; le musiche che accompagneranno l’evento saranno eseguite dal maestro Gabriele Bosco al violino, mentre Giuseppe Puzzo, estimatore della Coffa e verseggiatore egli stesso, reciterà alcune liriche della poetessa e propri componimenti inediti.

A quasi centoquarant’anni dalla scomparsa della poetessa, la sua biografia e le sue opere presentano ancora fertili campi di indagine (pensiamo alla recente scoperta ad opera di Stefano Vaccaro di un inedito rinvenuto nella biblioteca del Castello di Donnafugata).

L’incontro del 25 marzo sarà occasione di riflessione sul modello femminile incarnato dalla Coffa e offrirà lo spunto per ricordare l’incendio del 25 marzo 1911, nel quale persero la vita le “camicette bianche” (pensiamo allo straordinario lavoro di Ester Rizzo per ridare nome dignità e memoria a queste donne), le operaie della Triangle Waist Company: tra di esse c’era una ragazza netina, Gaetana Midolo, cui è stata dedicata la rotatoria di Piazza Nino Bixio. Nel mese dedicato alle donne, ricordare un’emigrata e una figura del nostro Risorgimento non sembrerà un’operazione azzardata.

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2140%3Adon-luca-saraceno-e-le-domande-su-cristo-la-vita-e-il-mondo&catid=69&Itemid=200

Ecco il link ad uno dei miei ultimi articoli usciti per LA CIVETTA DI MINERVA…

Nell’ultimo libro del sacerdote i quesiti assoluti e perenni che s’incarnano nel nostro quotidiano. Scrittura colta, narrativa, poetica e pregna di pensiero; le meditazioni hanno un piglio di racconto

La Civetta di Minerva, 24 febbraio 2017

Contaminando le parole di papa Francesco e Milan Kundera, Lec, Kierkegaard e Kant, interrogando il Vangelo, padre Luca Saraceno – parroco e docente di Ermeneutica filosofica e Storia della filosofia moderna e contemporanea presso lo Studio Teologico San Paolo di Catania, docente invitato di Filosofia sistematica all’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Metodio di Siracusa –, che si era occupato in un precedente volume – La saggezza delle lacrime. Papa Francesco e il significato del pianto (EDB, Bologna 2015) – del senso del piangere umano e divino, in Tempo di domande. La passione di Gesù si racconta (EDB, Bologna 2016) chiede ai testi sacri, a se stesso e ai lettori il senso delle domande di Gesù, disquisisce sull’arte della domanda e pone Cristo, la vita di ognuno di noi e del mondo come domanda assoluta e perenne, che si incarna nel quotidiano, con le sue scelte e i suoi dubbi, i rovelli e le illuminazioni.

Scegliamo questo momento per presentare ai lettori de La Civetta di Minerva questo volumetto, insieme a Con gli occhi di Maria. La preghiera del Rosario (uscito sempre per i tipi delle Edizioni Dehoniane di Bologna nel 2016), proprio perché dopo gli effimeri fasti del Carnevale inizia un tempo forte e significativo: “La Quaresima, tempo di preparazione al passaggio della grazia, è il frammento che raccoglie domande umane e divine; la Pasqua, spazio di contemplazione amorosa e operosa, è il frattempo che racchiude racconti fraterni e filiali” (p. 7).

La scrittura di Padre Luca è colta, narrativa, poetica e pregna di pensiero insieme; le meditazioni, pensate per ogni stazione della Via Crucis o per le poste del Rosario nel caso del volume sulla Madonna, hanno un piglio di racconto e di pausa contemplativa insieme, con il gusto della parola scelta e preziosa. Con gli occhi di Maria. La preghiera del Rosario rappresenta infatti una meditazione su Maria, un invito a ripensare la preghiera del Rosario e la vita stessa (di cui l’antica e sempre nuova preghiera è figura, simbolo, allegoria, col suo percorso vocale, mentale e spirituale sulla trama della ripetizione di Ave, Pater e Gloria), attraverso i misteri della compassione, della misericordia (leitmotiv dell’anno giubilare appena trascorso), attraverso la vita di Maria e Gesù e la nostra.

Approfitto per rinnovare la mia attestazione di stima verso il direttore Franco Oddo e il vicedirettore Marina De Michele per la loro passione e il loro impegno per un giornalismo non allineato.

Grazie anche a tutta la redazione per i sacrifici e il tempo per scrivere rubato ad altro.

Per finanziare LA CIVETTA DI MINERVA, che è sostenuta solo da sponsor privati ed è un esempio di stampa libera da vincoli, l’idea è quella del crowdfunding, cioè la ricerca di fondi.

La civetta, animale sacro a Minerva: il simbolo del giornalismo che raccoglie informazioni e poi le analizza e le argomenta offrendole alla società perché diventino l’humus di un pensiero critico.

Da questa interpretazione del giornalismo  nel settembre del 2009 nasce il progetto dell’edizione cartacea del La civetta di Minerva, giornale antimafia, no profit.

http://www.lacivettapress.it/ it/

Difesa dell’ambiente e del territorio,  multiculturalismo, welfare, etica politica, economia sostenibile, lotta contro ogni forma di sfruttamento, prevaricazione e corruzione sono i nostri temi.

In soli sette anni di attività abbiamo sostenuto – nonostante la scarsità di risorse e quasi solo grazie ai nostri stessi contributi – importanti battaglie nel settore delle energie rinnovabili, della gestione privata del servizio idrico, contro la  costruzione del rigassificatore di Priolo-Melilli, a favore del blocco delle trivellazioni petrolifere in Val di Noto. Poi, tra le nostre numerose inchieste, quella “storica” sulla Procura della Repubblica di Siracusa ci è valsa il premio giornalistico nazionale Mario Francese 2012.

Tuttavia la nostra battaglia per la legalità ci ha portato più nemici che introiti e adesso la Civetta rischia la chiusura definitiva. Abbiamo bisogno di voi per salvarla!
Le donazioni verranno usate per finanziare il giornale e le attività che possano contribuire a tenerlo in vita e a promuoverne la diffusione.

Il nome di ogni donatore verrà stampato in uno spazio dedicato del giornale che potrà accogliere anche proposte e considerazioni (previa valutazione della loro liceità). Ciascuno riceverà il PDF del numero in uscita che presto potrete leggere anche grazie ad un’app.

———————————————————————–

The owl, sacred to the roman goddess Minerva: the symbol of aan active journalism, which collects, analyzes and discuss information in order to provide society with a booster for critical thought .

This interpretation of journalism led to the birth, in september 2009, of  the anti-mafia, non-profit, print newspaper, La Civetta di Minerva.

http://www.lacivettapress.it/it/

Our mission is to oppose environmental threats, corruption, exploitement, and abuse of power; and to promote multiculturalism, welfare, ethical politics, and sustainable economy.

Even though we had little money – motly provided by the journalists ourselves – in seven years we fought important battles: against water privatization; against the building of the regasification unit in the high risk area of Priolo-Melilli; against oil drilling in the historical area of Val di Noto. Among our many investigative reports, the “famous”one on the judges of the Procura della Repubblica di Siracusa was rewarded with the national Mario Francese prize for anti-mafia journalism.

However, our battle for legality brought us more ennemies than funds and now La Civetta risks to close for ever. We need you to save it!
Your donations will be used to support the newspaper and every activity which can contribute to its survival and outreach.

The name of every donor will be printed in a specific section of the newspaper, where your ideas and proposals can also be hosted (after previous evaluation of their legitimacy). Moreover, every donor will receive a PDF version of next issue and will be able to read it through an app.

http://www.lacivettapress.it/it/

LA CIVETTA esce ogni due venerdì e poi molti articoli confluiscono nel sito, dove troverete anche aggiornamenti e novità.

Poeti e scrittori del Val di Noto a confronto e PoesiAvola…

25 venerdì Ago 2017

Posted by mlriccioli in Eventi culturali, Letteratura, Musica

≈ 5 commenti

Tag

#trekking, Ada Neri, al-Mu'tamid, Alessio Di Giovanni, Angelo Rullini, Annamaria Piccione, Antonella Monica, Antonietta Gnerre, associazione Aliantide, Associazione culturale Aliantide, Bar Girlando, Beatrice Monroy, Benito Marziano, Biagio Iacono, Cafè de Flore, Caffè Letterario Salvatore Quasimodo, Carlo Sorgia, Casa del Libro Rosario Mascali, Centonove, Chiesa di Santa Lucia al Gonfalone, Ciao Libri, Ciccio Urso, Controparola, Corrado Calafiore, Corrado Carbè, Corrado Denaro, Corrado Iacono, Dacia Maraini, Danilo Pistone, Domenico Pisana, Elena Doni, Ferita all'ala un'allodola, FIDAPA, Fildis Teocrito, Flannery, Frammenti letterari, Franca Cavallo, Francesco Urso, Giovanni Fronte, Giovanni Parentignoti, Giovanni Stella, Giuseppe Eroe, Giuseppina Boccaccio, Historica edizioni, I Festa del Libro di Siracusa, Ibn Hamdis, Il Maggio dei Libri, Inchiostro e anima, InciZine – Regalami un incipit, Intorno a Voglio il mio cielo – La scoperta di un inedito sulla Coffa, Istituto Brunelleschi, Istituto comprensivo “Paolo Orsi”, Istituto Lombardo Radice, Kaos festival di Montallegro, Konrad, L'Erudita Editrice, La carovana degli artisti, La Nuova Sesia, La Repubblica, La Sicilia, Laura Costantini, Le Cuspidi, Leima edizioni, Letterando InFest, Letteratitudine, Libreria Editrice Urso, Libreria Modusvivendi, Liceo “M.F. Quintiliano”, Liceo “Matteo Raeli”, Lighea, Liliana Calabrese, Loredana Faraci, Lucia Corsale, Luigi La Rosa, Luisella Pacco, Maria Barone, Maria Lucia Riccioli, Maria Rita Pennisi, Mariannina Coffa, Mariannina Coffa Caruso, Mariannina e le altre, Marinella Fiume, Matteo Raeli, Mia Vinci, Navarra Editore, Noto, Noto per Mariannina, Perrone Lab, Piazza XVI Maggio, Piero Mandia, Poesia, Poesiavola, Poeti e scrittori del Val di Noto a confronto, POST SCRIPTA, Premio Portopalo - Più a Sud di Tunisi, RAI, Remo Bassini, Salvatore Conti, Salvatore Di Pietro, San Corrado, Sciacca, Scripta volant, Scrivere? Non è un mestiere per donne, Sebastano Burgaretta, Semaforo Rosa, Sguardi plurali, Simona Lo Iacono, Società Italiana delle Letterate, Stefano Cintoli, Stefano Palumbo, Tempo solidale, Tutto su Noto, Umberto Confalonieri, Una marina di libri, Valentina Spallino

Quando la poesia diventa occasione di confronto e di incontro… poeti da tutto il Val di Noto e oltre (Bergamo, Vigevano… rappresentate da Ada Neri e da Maria Barone, l’Irpinia da Antonietta Gnerre, qui in vacanza, il Trentino con il signor Cantileno, aficionado degli incontri poetici di Ciccio Urso e tanti altri…).
A Noto mi legano un anno di insegnamento e gli studi relativi a Mariannina Coffa, la poetessa e patriota netina (1841-1878) protagonista di diversi saggi e articoli pubblicati su libri e giornali e soprattutto del mio romanzo FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA.

Noto, 25 AGOSTO 2017 – POETI E SCRITTORI DEL VAL DI NOTO A CONFRONTO, a cura di Francesco Urso
7ª Edizione della consolidata manifestazione “Poeti e scrittori del Val di Noto a confronto”, che ogni anno si svolge il venerdì sera della festa di San Corrado a Noto.
in questo video di Liliana Calabrese è il momento dell’intervento della poetessa e scrittrice siracusana Maria Lucia Riccioli, che dopo aver citato altri studiosi della poetessa netina Mariannina Coffa, comincia a leggere passi del suo testo “Ferita all’ala un’allodola”. Libro al momento esaurito e che si può leggere tramite la Biblioteca comunale.
Poi l’intervento del poeta netino Carmelo Denaro con una poesia dedicata a Maria, sua moglie. dopo cinquantasett’anni di matrimonio.
Infine la poetessa avolese Carmela Di Rosa.

LILIANA CALABRESE, MARIANNINA COFFA E “OMBRA ADORATA”

25 AGOSTO 2017 – POETI E SCRITTORI DEL VAL DI NOTO A CONFRONTO 
7ª Edizione della consolidata manifestazione “Poeti e scrittori del Val di Noto a confronto”, che ogni anno si svolge il venerdì sera della festa di San Corrado a Noto.
In questo video di Ciccio Urso si vede Liliana Calabrese Urso, che in Piazza XVI Maggio a Noto, in prossimità del busto marmoreo dedicato a Mariannina Coffa, parla ulteriormente della poetessa nettino e delle sue poesie.
Le prime tre edizioni di quest’evento si svolsero in locali concessi senza problemi dalle Amministrazioni comunali di allora, mentre le ultime edizioni si svolgono in modo informale e contro ogni logica prevedibile attraverso un trekking poetico per il corso principale di Noto, con soste nelle tre piazze più idonee per soste poetiche, e cioè Piazza XVI Maggio, Piazza del Municipio e, infine, sulla scalinata della Chiesa di San Francesco all’Immacolata.
Si partecipa prenotandosi con un messaggio a info@libreriaeditriceurso.com, o aggiungendosi anche all’ultimo momento, declamando una propria poesia o una propria scrittura, oppure qualsivoglia scrittura di altri, senza censura e senza programmazione premeditata.
E il tutto avviene entro limiti di buon senso e civiltà, senza dispendio di denaro pubblico e senza altri fini se non quelli dell’esaltazione della bellezza e della poesia.
Grazie a quanti fanno di tutto per esserci, abitando a Noto, in provincia, e soprattutto a quelli, che, anche, collaborano, provenendo da realtà lontane dalla città barocca e a tutti quelli che ci seguono virtualmente e che individuano un senso positivo nel nostro operare.
Viva la poesia.

I video della playlist di “Poeti e scrittori del Val di Noto a confronto”: https://www.youtube.com/playlist…

Per saper di più: http://www.libreriaeditriceurso.com/poetiscrittorivaldinoto… 
Sei poeta o scrittore, e vuoi prenotarti per una successiva manifestazione? 
Contattaci in info@libreriaeditriceurso.com.

Nessun testo alternativo automatico disponibile.

Un ringraziamento particolare a Miriam Vinci (suo il post http://ciaolibri.it/2017/08/26/poetiscrittori-del-val-di-noto/).

Pubblico altro materiale relativo sia a questo che agli incontri poetici precedenti…

L'immagine può contenere: sMS e cibo

VERSO LA SETTIMA EDIZIONE DI “Poeti e scrittori del Val di Noto a confronto” – Venerdì 25 agosto 2017 dalle 21,00
I VIDEO RICORDO
https://youtu.be/RVhdeiMsRFM
In questo video di Valentina Spallino​ l’intervento della poetessa e scrittrice siracusana Maria Lucia Riccioli con una sua poesia in lingua siciliana.
Poi Maria Lucia Riccioli dà delle interessanti informazioni storiche e artistiche sui monumenti presenti nella Piazza, e specialmente sulla poetessa Mariannina Coffa. 
Il trekking di poeti e scrittori per piazze di Noto si svolgeva il 26 agosto 2016, nel venerdì della Festa netina di San Corrado.
Come ogni anno, senza costi per la comunità e senza quote di adesione per i partecipanti realizzammo la sesta edizione di “Poeti e scrittori del Val di Noto a confronto”.
Con tanta bellezza, creatività e assolutamente senza programmazione di nulla, con intervento estemporaneo e assolutamente agevolato,di poeti e scrittori di più città della Sicilia, per un evento da ricordare per la sua originalità, senza uomini di potere, o “personaggi” dell’establishment culturale.

I video della playlist di “Poeti e scrittori del Val di Noto a confronto”: https://www.youtube.com/playlist…

Per saper di più: http://www.libreriaeditriceurso.com/poetiscrittorivaldinoto… 
Sei poeta o scrittore, e vuoi prenotarti per una successiva manifestazione? 
Contattaci in info@libreriaeditriceurso.com.

http://www.libreriaeditriceurso.com/

Ecco foto e video relativi alla serata del 18 agosto scorso…

L'immagine può contenere: 13 persone, persone che sorridono, persone in piedi e spazio all'aperto

Eccomi per una foto di gruppo insieme agli altri poeti e scrittori protagonisti al bar Girlando della lettura poetica organizzata da Ciccio Urso e Liliana Calabrese…

L'immagine può contenere: sMS

Il bar Girlando ha ospitato l’iniziativa…

L'immagine può contenere: 1 persona, in piedi e spazio al chiuso

Eccomi a leggere una splendida poesia di Wislawa Szymborska…

SULLA MORTE, SENZA ESAGERARE

Non s’intende di scherzi,
stelle, ponti,
tessitura, miniere, lavoro dei campi,
costruzione di navi e cottura di dolci.
Quando conversiamo del domani
intromette la sua ultima parola
a sproposito.
Non sa fare neppure ciò
che attiene al suo mestiere:
né scavare una fossa,
né mettere insieme una bara,
né rassettare il disordine che lascia.
Occupata a uccidere,
lo fa in modo maldestro,
senza metodo né abilità.
Come se con ognuno di noi stesse imparando.
Vada per i trionfi,
ma quante disfatte,
colpi a vuoto
e tentativi ripetuti da capo!
A volte le manca la forza
di far cadere una mosca in volo.
Più di un bruco
la batte in velocità.
Tutti quei bulbi, baccelli,
antenne, pinne, trachee,
piumaggi nuziali e pelame invernale
testimoniano i ritardi
del suo svogliato lavoro.
La cattiva volontà non basta
e perfino il nostro aiuto con guerre e rivoluzioni
è, almeno fin ora, insufficiente.
I cuori battono nelle uova. Crescono gli scheletri dei neonati.
Dai semi spuntano le prime due foglioline,
e spesso anche grandi alberi all’orizzonte.
Chi ne afferma l’onnipotenza
è lui stesso la prova vivente
che essa onnipotente non è.
Non c’è vita
che almeno per un attimo
non sia immortale.
La morte
è sempre in ritardo di quell’attimo.
Invano scuote la maniglia
d’una porta invisibile.
A nessuno può sottrarre
il tempo raggiunto.

evento

Venerdì 18 agosto 2017 a partire dalle 21
nel Bar Girlando di Corrado Iacono, in prossimità di Piazza Umberto I

EVENTO APERTO A CHIUNQUE VOGLIA RECITARE PROPRIE POESIE O DI ALTRI POETI SENZA CENSURE E PROGRAMMAZIONI
con l’unica necessità di adeguarsi al tempo a disposizione e alla voglia di aggiungere bellezza alla manifestazione…
“POESIAVOLA”, quinta edizione!
Senza costi per nessuno, senza soldi da dare al Comune,
e senza riceverne dalla Pro Loco, gratis per i poeti, a costo zero per la Libreria Editrice Urso.

Il tutto per la voglia di poesia, nonostante tutte le difficoltà…
A cura di Francesco Urso e con la partecipazione di alcuni poeti di questo gruppo di Facebook
e del gruppo “Libri di-versi in diversi libri”.
PER ADERIRE invia un messaggio a info@libreriaeditriceurso.com
Per saperne di più: http://www.libreriaeditriceurso.com/poesiavola.html
PASSATE PAROLA!
VOI DOVETE SOSTITUIRVI ALLA STAMPA
E AI MEZZI DI INFORMAZIONE RADIOTELEVISIVI CHE CI IGNORANO!

Nel corso della serata, leggeremo anche a caso poesie tratte da libri pubblicati dalla Libreria Editrice Urso e di poeti che non partecipano più per un motivo o un altro ai nostri incontri che si distinguono comunque per semplicità, leggerezza e passione nell’impegno di coordinamento di un amplissimo universo creativo (per citare solamente alcuni di questi autori: Giovanni Stella, Sebastiano Burgaretta, Benito Marziano, Giovanni Parentignoti, Angelo Rullini, Giuseppina Boccaccio, Corrado Calafiore, Giuseppe Eroe, Umberto Confalonieri, ecc.).

Ecco altro materiale sulla Libreria Editrice Urso e le sue iniziative…

http://ciaolibri.it/2017/06/30/libri-di-versi-in-diversi-libri-20172018/#comment-3

GIUGNO 30, 2017 DI MIA

LIBRI DI-VERSI IN DIVERSI LIBRI 2017/2018

I POETI SON TORNATI…

Amanti della poesia! Voglio presentarvi un concorso molto interessante a cui potete partecipare e di cui io stessa ho cari ricordi: “Libri di versi in diversi libri”, realizzato dall’editore Francesco Urso, responsabile della Libreria Editrice Urso di Avola, in provincia di Siracusa.

Libri di-versi in diversi libri

…è un concorso letterario internazionale di lingua italiana, ormai giunto alla settima edizione e che ha avuto molto successo grazie alla collaborazione di molti poeti e al passaparola! …e soprattutto grazie all’ingrediente principale: l’Amore per la poesia!

Ecco il link per leggere il regolamento:

Regolamento Libri di-versi in diversi libri edizione 2017/2018

Vi invito a partecipare, avete tempo fino al 31 luglio! E gli autori selezionati in finale, riceveranno in regalo una copia della loro raccolta poetica! Non è stupendo veder vivere le proprie poesie? e respirarne il profumo tra le pagine?

Ecco qui la raccolta delle copertine “a sorpresa” realizzate dall’editore in base alle emozioni suscitate dalle raccolte poetiche dei singoli autori.

Una più bella dell’altra, ed è stata una piacevole sorpresa vedere il mio libro tra i selezionati!

Vi mostro la copertina della mia raccolta poetica:

Partecipare è stata una bellissima esperienza, confrontarsi con altri poeti, conoscere la loro poesia e la loro anima variopinta di emozioni è qualcosa di unico e imperdibile, vi racconto la magnifica giornata che ho trascorso…

Poetare per le vie di Noto è stata un’esperienza molto suggestiva, Libri di-versi in diversi libri, non è soltanto un concorso di poesia che mira a pubblicizzare editore autore e poesie, ma è un concorso che porta a spasso l’Anima tutta, interamente, ed il poeta stesso, è un concorso che abbraccia pienamente il cuore e la persona rendendola piena. Tra le vie del paese, location barocca incantevole: Noto, il poeta ritrova se stesso e vive magiche emozioni circondato di luce che avvolge e riscalda.

L’incontro tra poeti ed editore è avvenuto presso la Porta Reale:

Qui ho conosciuto poeti di tutta Italia e qui ha avuto inizio il percorso poetico barocco.

Prima tappa è stata la chiesa dell’Immacolata, dove, con gli amici poeti, abbiamo sostato leggendo poesie e dialogando con il gentilissimo prete della chiesa che ci ha accolto.

Dopo aver letto poesie presso la Chiesa dell’Immacolata, abbiamo ripreso il cammino lungo il Corso Vittorio Emanuele:

Fino ad arrivare dinnanzi al gioiello barocco per eccellenza: la Cattedrale! O Duomo di San Nicolò.

Qui abbiamo reso omaggio al Santo Patrono della città: San Corrado Confalonieri, leggendo poesie di devozione all’interno del Duomo.

Tra Duomo e Municipio, abbiamo continuato a poetare, complice un’atmosfera barocca meravigliosa, un clima primaverile e persone stupende dall’animo sensibile.

Il percorso poetico è terminato presso piazza XVI Maggio, immersi nel barocco tra il teatro e la chiesa di San Domenico:

E la premiazione dei primi tre classificati è avvenuta in un locale di Avola, comune vicino Noto, dove la poesia è stata omaggiata ancora ed ogni libro presentato.

Ad accompagnare la manifestazione poetica, la splendida voce di Liliana Calabrese, moglie dell’editore Francesco Urso:

Il vincitore del concorso, primo classificato, è stato Carlo Sorgia:

Ecco qui la copertina della raccolta poetica vincente:

E conclusosi l’edizione 2016/2017 dedicata al poeta scomparso Salvatore Di Pietro, è stata inaugurata la nuova:  edizione 2017/2018 dedicata al poeta, recentemente scomparso, Corrado Carbè.

Per partecipare, riporto il link con il regolamento:

Regolamento Libri di-versi in diversi libri 2017/2018

Di poetare non si smette mai, perché la poesia è respiro continuo del mondo, respiro del quotidiano vivere, e partecipare a questo concorso come poetessa è stata una bellissima esperienza perché resta nel cuore il ricordo di una incantevole giornata e lo sguardo indimenticabile di chi è poeta nell’Anima. Conoscere poeti di tutta Italia, respirare la loro arte, venire a conoscenza delle loro tradizioni, della storia della loro terra, delle loro passioni, non c’è nulla di più emozionante che questo vivere!

Parteciperò ancora perché poetare è un continuo commuoversi dell’Anima.

Vi riporto un articolo scritto dalla docente e scrittrice Maria Lucia Riccioli, sulle due giornate conclusive del concorso, pubblicato sul giornale quindicinale “La Civetta di Minerva” del 24 Marzo 2017 :

Fatevi avanti poeti, questo è il nostro tempo, armiamoci di carta penna e tastiera, e viviamo!

Link concorso:

Regolamento Libri di-versi in diversi libri 2017/2018

Ringrazio tutti voi poeti, l’editore Urso, ed il fotografo Flavio Casoni per aver acconsentito gentilmente all’utilizzo delle sue foto.

Ho riportato un bel post tratto dal blog – nato recentissimamente – di Mia Vinci, che ringrazio per aver riportato il mio articolo scritto per LA CIVETTA DI MINERVA proprio per l’occasione (il blog si chiama CIAO LIBRI perché… leggere è salutare!)

Ecco altro materiale sul rapporto tra me, Liliana Calabrese e Ciccio Urso e il gruppo dei poeti che si riconosce nelle loro iniziative di promozione della poesia come utopia ed esperienza compartita…

PER IL PIACERE DI INTRODURRE POESIA NEL QUOTIDIANO
In questo video di Valentina Spallino l’intervento della poetessa e scrittrice Maria Lucia in Piazza XVI Maggio a favore della poesia e a testimoniare, come fa da sempre, il suo amore e interesse per Mariannina Coffa. Sullo sfondo, a destra del video il candido busto marmoreo di Mariannina assiste all’evento.
Il trekking di poeti e scrittori per piazze di Noto si svolgeva venerdì 26 agosto 2016, per la sesta volta, nel venerdì della Festa netina di San Corrado.
Come ogni anno, senza costi per la comunità e senza quote di adesione per i partecipanti siamo giunti alla sesta edizione di “Poeti e scrittori del Val di Noto a confronto”.
Con tanta bellezza, creatività – e assolutamente senza programmazione di nulla – e ci viene da aggiungere, senza uomini di potere, o “personaggi” dell’establishment culturale, abbiamo realizzato con intervento di poeti e scrittori di più città della Sicilia un evento da ricordare per la sua originalità.
Seguono altri video di Valentina Spallino nella nostra playlist: https://www.youtube.com/playlist?list…

Per saper di più:http://www.libreriaeditriceurso.com/p…

Sei poeta o scrittore e vuoi prenotarti per una successiva manifestazione?
Contattaci in info@libreriaeditriceurso.com

Bella esperienza… una serata poetica itinerante e perfettamente informale com’è nello stile di Liliana Calabrese, tra l’altro magnifica performer, e Ciccio Urso, infaticabili promotori di poesia…

https://www.facebook.com/giusy.ferrante.18/videos/1418454274834564/ (video della performance di Giusy Ferrante, palermitana)

Io ho avuto il piacere e l’onore di parlare di Mariannina Coffa in piazzetta Ercole (Piazza XVI maggio) davanti al busto del Niccoli, spiegando le lapidi e i monumenti legati alla poetessa e al nostro Risorgimento; dopo un’altra sosta presso la Cattedrale, ai piedi della scalinata della Chiesa di San Francesco all’Immacolata – di cui serbo un ricordo speciale perché ebbi modo anni fa di cantarvi – ho letto alcuni versi della Coffa dedicati a San Corrado Confalonieri, patrono di Noto… naturalmente ho anche letto qualche passo del mio romanzo FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA dedicato alla figura della poetessa e patriota netina.

Ricevo e pubblico… grazie a Ciccio e Liliana Urso per il loro entusiasmo e il loro amore per la poesia!

POETI E AMANTI DELLA POESIA
PARTECIPATE…
Non aspettatevi inviti personali o particolari sollecitazioni! Da noi si partecipa liberamente, e se si vuole! E, soprattutto, senza costi pubblici e del tutto gratis per i partecipanti.
VENERDÌ 26 AGOSTO 2016 DALLE 21,00
LA SESTA EDIZIONE DI
“Poeti e scrittori del Val di Noto a confronto”
DEDICATA
A IBN HAMDIS
MARIANNINA COFFA
E A GIOVANNI FRONTE
liberamente – per quel che riguarda i partecipanti – con scritture in prosa o poesie proprie, o di altri autori sarà il 26 agosto 2016
a partire dalle ore 21 in Piazza XVI Maggio (detta Piazza “Ercole”) a Noto (Sr) a fianco del monumento a Mariannina Coffa e, poi, lungo il corso principale di Noto, con due soste, una davanti al Municipio e alla Cattedrale di Noto, e un’altra davanti alla Chiesa dell’Immacolata.

PASSATE PAROLA!
Visto il carattere informale e libertario della manifestazione abbiamo bisogno di tutta la vostra solidarietà.

…Custodisca Iddio una casa di Noto,
e fluiscano su di lei le rigonfie nuvole!
Con nostalgia filiale anelo alla patria, verso cui mi attirano
le dimore delle belle sue donne.
E chi ha lasciato l’anima a vestigio di una dimora,
a quella brama col corpo fare ritorno….
Viva quella terra popolata e colta,
vivano anche in lei le tracce e le rovine!
Io anelo alla mia terra,
nella cui polvere si son consumate le membra e le ossa dei miei avi.
E chi ha lasciato il cuore a vestigio di una dimora,
a quella brama col corpo fare ritorno…

Ibn Hamdîs
(poeta arabo-siciliano, 1056-1133)

Nacque a Noto (Siracusa), e dopo aver preso parte alle lotte contro i normanni emigrò alla corte di Siviglia accolto dal sovrano – anche lui poeta – al-Mu’tamid. Qui vi rimase fino al 1091; poi venne espulso e si rifugiò presso le corti di Algeria e Tunisia. La sua produzione poetica – bacchica ed elegiaca – fu molto vasta e conta circa seimila versi. In una epoca di vasti disordini politici, nessuno seppe esprimere come questo poeta l’amore, il dolore e una struggente nostalgia per la bella terra di origine. Si spense in esilio, e probabilmente a Maiorca, quando il potere degli Altavilla si era oramai definitivamente consolidato in Sicilia.

Liliana Calabrese canta “Poesia” a Noto per “Poeti e scrittori del Val di Noto a confronto” (26 agosto 2016)

Ecco un altro video sempre realizzato in piazza XVI Maggio…

Carmelo Denaro, poeta di origini netine, e residente a Siracusa, dà il via poeticamente ma forma scherzosa e si rivolge agli astanti, tanto da far sorridere tutti.
Siamo in Piazza XVI Maggio a Noto, davanti al busto marmoreo dedicato a Mariannina Coffa…
Stiamo realizzando la sesta edizione di “Poeti e scrittori del Val di Noto onfronto”.

Video… con un omaggio ai fratelli terremotati del Centro Italia.

Noto (Sr) 26 agosto 2016 – Una foto in evidenza con il poeta Franco Monello!

Erano presenti – e articolavano armoniosamente le loro poesie – poeti di Avola, Noto, Siracusa, Agrigento, Palermo, Milano, Alessandria, ecc.
Foto dedicata anche a tutti gli altri che c’erano, e che hanno contribuito alla riuscita della manifestazione, nonché a tutti quelli che ovunque nel mondo seguono e apprezzano il … Altro…

— con Liliana Moreal, Salvatore Spadaro, Roberto Totò Candileno, Antonina Coletta, Franco Monello,Cettina Sortino, Salvatore Conti, Carmela Di Rosa,Giusy Ferrante, Liliana Calabrese Urso, Maria Lucia Riccioli, Lilia Delizia Urso, Pietro Mandia eSalvatore Elera

 
 Per te, in ricordo di una serata magica (grazie a Liliana Calabrese)

Ricordo la mia prima partecipazione alla manifestazione… era appena uscito il mio romanzo sulla poetessa e patriota netina Mariannina Coffa, FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA.

Mariannina copertina

Per i tipi di Perrone Lab nel gennaio 2011 è uscito il primo romanzo di Maria Lucia Riccioli, “Ferita all’ala un’allodola”, dedicato alla figura della poetessa e patriota risorgimentale Mariannina Coffa Caruso.

Il romanzo è stato presentato a Siracusa presso il Palazzo della Cultura di Siracusa (Palazzo Impellizzeri) da Luigi La Rosa e Simona Lo Iacono il 27 febbraio 2011.

Successivamente è partita la tournée di presentazioni che ha toccato Acireale (Istituto Brunelleschi, Fidapa), Catania (Istituto Lombardo Radice, Cafè de Flore), Palermo (Libreria Modusvivendi), Raffadali (Le Cuspidi), Siracusa (Liceo “M.F. Quintiliano”, Istituto comprensivo “Paolo Orsi”), Roma (Chiesa di Santa Lucia al Gonfalone).

L’autrice è stata tra i relatori del convegno dedicato a Mariannina Coffa con un intervento sul trattamento romanzesco della poetessa (Noto, Palazzo Impellizzeri, Archivio di Stato, 12 aprile 2011).

Un dibattito sul suo romanzo e le donne del Risorgimento è uscito su “Letteratitudine” e su “Flannery”; il libro è stato recensito, tra gli altri, da Luigi La Rosa su “Centonove”, dalla scrittrice e giornalista Lucia Corsale (La Sicilia), da Maria Rita Pennisi (La Sicilia), dallo scrittore e giornalista Remo Bassini (La Nuova Sesia), da Loredana Faraci (La Repubblica, edizione di Palermo), da Luisella Pacco (Konrad).

Il romanzo è entrato nella top five relativa alla narrativa più venduta in Sicilia (La Repubblica, edizione di Palermo, 15 maggio 2011) ed è stato segnalato dal libraio Stefano Palumbo come libro rappresentativo della scrittura siciliana sempre su La Repubblica – Palermo.

L’autrice è stata invitata al Letterando InFest di Sciacca, durante il quale ha presentato il romanzo insieme ad Elena Doni del gruppo “Controparola”, collettivo di giornaliste e scrittrici fondato da Dacia Maraini.

In occasione de “Il Maggio dei Libri 2012”, campagna nazionale per la promozione della lettura patrocinata dall’Unesco e dalla Presidenza della Repubblica, ha vinto il concorso letterario per incipit di romanzi editi “InciZine – Regalami un incipit”, organizzato da Scripta volant e dall’Associazione culturale “Aliantide”. Una volanzine con l’incipit di “Ferita all’ala un’allodola” è stata distribuita gratuitamente in tutta Italia durante le manifestazioni collegate all’iniziativa.

Il 13 ottobre 2012 è stata premiata come vincitrice ex aequo della sezione “Frammenti letterari” nell’ambito del premio “Portopalo – Più a Sud di Tunisi” per il suo romanzo “Ferita all’ala un’allodola”.

In occasione del convegno nazionale del 21 – 22 dicembre 2012 dedicato al bicentenario di Matteo Raeli ospitato al Palazzo Trigona di Noto un brano di “Ferita all’ala un’allodola” è stato inserito in un pannello e nel catalogo della mostra realizzata da docenti e allievi del Liceo “Matteo Raeli” di Noto.

Nell’aprile 2013 l’incipit di “Ferita all’ala un’allodola” è stato pubblicato, insieme alla sinossi e alla biografia dell’autrice, sul primo numero della rivista on line a cartacea POST SCRIPTA, a cura dell’associazione Aliantide.

Il romanzo è stato presentato durante la mostra-mercato “Io valgo” organizzata dalla FIDAPA di Siracusa presso i locali della Provincia regionale dal 21 al 23 maggio 2013 ed è stato rieditato nel giugno 2013 dalla casa editrice L’Erudita.

Il 9 giugno del 2013 l’autrice ha presentato il proprio lavoro editoriale presso il complesso di San Domenico a Palermo in occasione di “Una marina di libri”, manifestazione organizzata da Navarra Editore.  Ha preso parte inoltre all’estemporanea di scrittura presso la Cappella di Santa Barbara nell’ambito della stessa kermesse.

Il 29 giugno 2013 ha preso parte alla manifestazione “I Festa del Libro di Siracusa”, organizzata dalla Biblioteca comunale di Siracusa e da Tempo solidale: è stata protagonista di un incontro con i lettori ed è stata una delle autrici coinvolte nell’incontro-dibattito degli scrittori siracusani con la cittadinanza.

Nel gennaio 2014 è risultata finalista, insieme – tra gli altri – a Beatrice Monroy e agli scrittori di Leima edizioni, del Kaos festival di Montallegro (AG) con il suo romanzo.

L’8 febbraio 2014 presso la Casa del Libro Rosario Mascali di Siracusa si è tenuta una conversazione tra l’autrice e la scrittrice Annamaria Piccione a proposito della riedizione di “Ferita all’ala un’allodola”.

Il 14 febbraio 2014, presso la Sala Gagliardi di Noto, è stata tra le relatrici di “Semaforo rosa”, convegno dedicato a “Mariannina e le altre” insieme a Marinella Fiume, avvocate, psicologhe e scrittrici sul tema della violenza contro le donne in nome di Mariannina Coffa. L’evento è stato promosso dal Comune di Noto con il coordinamento artistico dell’associazione “Lighea”.

L’8 marzo, per Historica Edizioni, è uscita l’intervista realizzata con la scrittrice e giornalista Rai Laura Costantini, pubblicata insieme agli interventi di altre autrici nell’e-book “Scrivere? Non è un mestiere per donne”. L’opera è poi uscita anche in versione cartacea.

Il 13 maggio ha svolto una conferenza sul suo romanzo per la Fildis Teocrito di Siracusa presso l’I.T.C. “Alessandro Rizza” di Siracusa con il violinista Danilo Pistone.

1l 14 settembre 2014 nell’ambito del Premio letterario nazionale “Alessio Di Giovanni” il suo romanzo ha ricevuto una segnalazione di merito vincendo il premio della Presidenza.

Il 7 novembre 2014 ha preso parte al convegno “Sguardi plurali” dedicato a Mariannina Coffa nell’ambito della manifestazione “Noto per Mariannina”, conversando con Marinella Fiume e Biagio Iacono sull’epistolario curato dagli stessi ed è stata intervistata da Vincenzo Rosana per “Tutto su Noto”.

Il 28 febbraio, presso il Palazzo della Cultura di Modica, è stata ospite del XII appuntamento del Caffè letterario “Salvatore Quasimodo”, presieduto da Domenico Pisana che ha introdotto l’autrice e il romanzo “Ferita all’ala un’allodola” insieme a Lucia Corsale, con letture a cura di Franca Cavallo e Antonella Monica, musiche a cura del pianista Stefano Cintoli.

Il 7 novembre 2015, in qualità di giurata della terza edizione del concorso letterario “Inchiostro e anima” dedicato alla poetessa e patriota netina Mariannina Coffa Caruso e organizzato da “La carovana degli artisti” ha presenziato presso la sala Gagliardi di Noto (SR) alla cerimonia di premiazione; un suo racconto e un suo scritto di ringraziamenti hanno aperto il volume antologico pubblicato in occasione della manifestazione.

Il 4 maggio, presso la Sala Gagliardi di Noto (SR) ha presenziato in qualità di relatrice e di autrice di uno dei saggi presenti nel volume (“Intorno a Voglio il mio cielo – La scoperta di un inedito sulla Coffa”) alla presentazione di “Sguardi plurali” (a cura di Marinella Fiume, Armando Siciliano Editore), atti dell’omonimo convegno di studi sulla poetessa e patriota netina Mariannina Coffa.

Ferita-all'ala-sito-piccolo

Lo ricordo copincollandovi il post che scrissi allora…

A Noto, presso la Loggia del Mercato, in Via Rocco Pirri (esattamente alle spalle del Palazzo Nicolaci-Villadorata) venerdì 24 agosto a partire dalle 19.30 si svolgerà l’evento

POETI E SCRITTORI DEL VAL DI NOTO A CONFRONTO
(SECONDA EDIZIONE)
L’evento è principalmente rivolto agli autori della Libreria Editrice Urso, agli amici del Gruppo “Libri di-versi in diversi libri”, agli iscritti al “Forum dei cammini europei del pellegrino” e a quanti, pur non facendo parte attivamente di questi contesti, vogliano rendere visibile la loro creatività.

Contatta al più presto Francesco Urso per essere inserito in programma (info@libreriaeditriceurso.com).
…HANNO GIÀ DATO LA LORO ADESIONE:
Carmela Di Rosa, Benito Marziano, Sonia Alia, Salvatore Di Pietro, Cettina Lascia Cirinnà, Nino Muccio, Peppe Montalto, Corrado Marescalco, Mary Di Martino, Orazio Di Rosa, Mia Vinci, Salvatore Spadaro, Nino Guarino, Federico Guastella, Maria Barone, Gioacchino Scorsonelli, Franco Perricone, Giuseppe Cristofani, Margherita Moncada, Marco Urso, Roberta Coffa, Giuseppe Rosana, ecc.

CON INTERVENTO DI LILIANA CALABRESE (VOCE E CHITARRA)

(Vedi le foto della prima edizione Noto ex Convitto Ragusa 26 agosto 2011 in https://www.facebook.com/media/set/?set=a.10150268001432914.329416.255299387913&amp%3Btype=3)Visualizza altro

Ci sarò anch’io per parlare di FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA (Perrone Lab) e naturalmente di Mariannina Coffa.

https://letteratitudinenews.wordpress.com/2013/06/29/ferita-allala-unallodola-di-maria-lucia-riccioli/ (IL DIBATTITO SUL LITBLOG LETTERATITUDINE)

La casa editrice L’Erudita ha ripubblicato il romanzo FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA, di Maria Lucia Riccioli (incentrato sulla vita della poetessa Mariannina Coffa). Vi proponiamo la quarta di copertina di Lia Levi, la bandella di Paolo Di Paolo e la prefazione di Luigi La Rosa

Segui il dibattito su “Ferita all’ala un’allodola” suLetteratitudineBlog

* * *

di Lia Levi

Una ricerca storica tanto approfondita e minuziosa farebbe presupporre
un romanzo che tragga il suo valore dalla forza dei fatti. Niente di più
sbagliato.
I fatti – e quali fatti – restano, ma sopra di loro Mariannina prende il volo per offrirsi come uno dei più trepidi e irradianti personaggi del nostro panorama letterario. E lo stile della Riccioli! Basterà leggersi la magistrale scena delle nozze in cattedrale in un’alba livida e la sposa “presa di freddo”, presagio di un amaro destino.
Una prosa sfumata e robusta, mai dimentica di ritmo e poesia in un
impianto di scrittura senza cedimenti né pause, in una parola, che va dritta al cuore.

* * *

di Paolo Di Paolo

Per sentirsi in esilio, a volte, non è necessario andare lontano. Accade di sentirsi in esilio nel proprio corpo, nella propria casa, nel proprio tempo. Accade di sentire estranee persone che dovrebbero essere familiari, quelle che abbiamo intorno da sempre. Marianna, in questo romanzo, scopre che il proprio talento – scrive versi da quando era bambina – non è un vantaggio, ma un ostacolo. È donna, intanto: in una Sicilia – la sua città di Noto, bella e dolente – che osserva con sospetto le sue ansie di libertà. L’Italia è ancora il cantiere faticoso del Risorgimento: un tempo carico di attese, di molte speranze destinate a infrangersi. Maria Lucia Riccioli si inabissa in questo secondo Ottocento siciliano riafferrandone i dettagli, le atmosfere, il senso di qualcosa – un progetto, un ideale – che, sul punto di compiersi, si perde. E si affida a una piccola, straziante storia vera: quella di Mariannina Coffa, che insegue con ostinazione il suo sogno di poetessa e di donna libera. Mariannina legge, scrive, cerca di entrare in dialogo con un mondo intellettuale che un po’ la ammira, un po’ ne diffida. Mariannina si innamora: di un giovane maestro di pianoforte. Ma il suo destino è scritto: un padre e una famiglia nemica hanno già deciso per lei, dovrà sposare un possidente terriero. Mariannina, ostaggio della sua stessa vita, non si arrende: continua a scrivere, a cercare. Fugge via dal marito. Non rinuncia a niente di sé, anche se il cammino è duro. Maria Lucia Riccioli la segue passo per passo, giorno per giorno, mentre una pioggia nera si accanisce su Noto e sulle illusioni. I libri, i versi, la musica, nuovi spazi e possibilità del pensiero. Con una prosa elegante, ricca di intarsi, spesso poetica, Ferita all’ala un’allodola ci porta fino al punto in cui il dolore e l’ingiustizia possono spezzare la forza di volontà e la fedeltà a sé stessi. Pur di restare ciò che davvero e intimamente sente di essere, Mariannina corre tutti i rischi: con un coraggio, una vitalità che, facendo resistenza a un mondo vecchio, ottuso, prepotente, cominciano a cambiarlo.

* * *

di Luigi La Rosa

Quella di Mariannina Coffa – netina per natali ma affratellata all’universale per vocazione e libertà di spirito – rappresenta una delle parabole umane ed esistenziali più drammatiche e interessanti di tutto il Risorgimento italiano.
Poeta tormentato e altamente civile, sensibile agli afflati della giustizia sociale e della modernità, artista eclettica, corrispondente vivace delle maggiori voci del suo tempo, femminista, spiritista ma prima d’ogni cosa donna e patriota, la Mariannina che vien fuori dalle pagine di questo romanzo si lascia leggere e interpretare alla luce di un assoluto nitore letterario e storiografico.
La fuga dai rigidi schemi famigliari, gli strazi della maternità, l’amore negato, la solitudine e la passione politica sono solo alcuni degli aspetti di una vicenda che ha del leggendario. Nell’assecondare le pieghe del racconto e le verità del personaggio la scrittura di Maria Lucia Riccioli ne restituisce lo splendore evocativo, insieme alla genialità ribelle e dolorosa e alla statura indiscutibilmente intellettuale.
Sullo sfondo del racconto, i giorni tumultuosi ed emozionanti dell’Italia nascente, consapevole del proprio coraggio e disposta a lottare per il diritto all’identità. Un libro intimo e struggente sulle necessità del genio e della Storia, ma non meno attento, non meno sensibile alle motivazioni poeticissime del cuore. In una parola: bellissimo.

* * *

 

Maria Lucia Riccioli, nata il 18 settembre 1973 nella città di Archimede, Santa Lucia e Vittorini, insegna Lettere negli Istituti superiori.
Scrive da sempre, in dialetto siciliano e in lingua, in versi e in prosa: aforismi, fiabe, novelle, racconti.
È stata semifinalista al II Campionato nazionale della lingua italiana condotto da Luciano Rispoli (TMC).
Ha partecipato a varie rassegne e concorsi (tra cui Volo Rapido e Tiro Rapido Porsche, Roma Noir eCarabinieri in giallo 4, primo premio con pubblicazione nei Gialli Mondadori) e alcuni dei suoi lavori sono apparsi su quotidiani, riviste ed antologie.
Ha frequentato i corsi di scrittura creativa tenuti da Silvana La Spina, Claudio Fava e  Luigi La Rosa.
“Ferita all’ala un’allodola” (Perrone Lab, Roma 2011) è il suo primo romanzo, insignito del Premio “Portopalo – Più a Sud di Tunisi” e apprezzato da pubblico e critica.
Scrive, tra gli altri, sui noti siti letterari “Letteratitudine” e “Letteratu” e cura il blogwww.marialuciariccioli.wordpress.com.

© Letteratitudine

https://letteratitudinenews.wordpress.com/2013/09/30/mariannina-coffa/

Ricordiamo la poetessa Mariannina Coffa (Noto, 30 settembre 1841 – Noto, 6 gennaio 1878) nell’anniversario della nascita proponendo il romanzo a lei dedicato da Maria Lucia Riccioli intitolato “Ferita all’ala un’allodola” (L’Erudita edizioni)

Gli interventi di Lia Levi, Paolo Di Paolo e Luigi La Rosa – Il dibattito su LetteratitudineBlog – L’intervento dell’autrice a “Letteratitudine in Fm“

Nota dell’autrice (2011-2013)

di Maria Lucia Riccioli

Rieditare un libro vuol dire spiegare le ragioni di un viaggio. L’imbarcarsi per nuovi lidi, nuove interpretazioni. Verso nuovi lettori.
Un romanzo è la storia di un incontro.
Mariannina Coffa ed io ci siamo sfiorate, incrociate. Tra i corridoi del Liceo “Matteo Raeli”. Tra i vicoli e le inferriate di
Noto e Ragusa. Tra marmi, versi e scartafacci d’archivio. Tra le note di spartiti belliniani e verdiani. Per poi incontrarci in queste pagine, intrise delle suggestioni di un’epoca amata e studiata in letteratura e in storia.
Anni di ricerche, di stesure e riscritture, di scoramenti e illuminazioni.
Poi, come per tutte le creature, anche quelle fatte di fogli, arriva il momento di spiccare il volo.
“Ferita all’ala un’allodola” ha viaggiato tra Noto e Siracusa, a Militello, a Catania, Acireale, Raffadali. Al Festival della Letteratura di Sciacca. A Palermo. A Portopalo, più a sud di Tunisi. A Roma.
Nelle librerie, tra i banchi delle scuole, in sale e palazzi. In una chiesa. Nei regni del virtuale.
Conservo. Inviti e sorrisi, commenti e petali di fiori. Complimenti e perplessità, domande curiose e recensioni. Fotografie. Video e commenti su Internet. La storia dell’accoglienza di un libro passa attraverso canali prevedibili e insoliti insieme, vecchi e nuovi.
Perché rieditare questo romanzo, quando ormai sono sopiti gli entusiasmi per il centocinquantesimo compleanno della nostra difficile unificazione?
Il libro è uscito nel 2011, ma non è stato solo un lavoro d’occasione.
La stagione risorgimentale è una questione quanto mai aperta. Eppure questo ancora non basta.
Mariannina Coffa è una siciliana, una poetessa, una donna. E le ragioni di una vita – pur essendo l’esistenza della poetessa e patriota netina un volo dalla breve parabola – non possono esaurirsi in un percorso pur lieto qual è stato finora quello del mio romanzo.
Rieditarlo vuol dire ripensare all’incontro fra una donna del 1860 e una degli anni Duemila.
Percorrere dedali di scale e portoni, compulsare scaffali per seguire Mariannina Coffa, interrogarla, leggere la sua vita attraverso la mia e la mia attraverso la sua, scandagliare il senso di una stagione politica esaltante e complessa vuol dire ripiegarsi all’indietro per capire e cercare nel passato altre chiavi di lettura del presente. Della condizione delle donne oggi, specie delle artiste. Della Sicilia e dell’Italia odierna, figlie di quella stagione come le scrittrici lo sono di Mariannina e di tutte le altre che la Storia ci ha consegnato o ha spazzato via.
Il mio approccio – coincidenza? serendipità? – è stato all’inizio conoscitivo ma poi è divenuto sentimentale, adesione pietosa al personaggio che è stato ed è persona – quanto mi è pesata la responsabilità di ridarle voce! – , restituzione di un’esistenza che ha ancora da dire.
E poi: lavoro sul linguaggio, che è la forma delle cose, non semplice involucro di parole. Libretti d’opera, italiano d’archivio, dialetto, versi, proclami, tutto il mio amore per la letteratura sono confluiti nella partitura di questo romanzo. Scriverlo è stato musicare la Storia. Darle ritmo e melodia utilizzando tutta la gamma delle sonorità di cui sono stata capace.
E adesso lo riconsegno al pubblico, con una trepidazione simile e diversa insieme rispetto a due anni fa.

* * *

Maria Lucia Riccioli, nata il 18 settembre 1973 nella città di Archimede, Santa Lucia e Vittorini, insegna Lettere negli Istituti superiori.
Scrive da sempre, in dialetto siciliano e in lingua, in versi e in prosa: aforismi, fiabe, novelle, racconti.
È stata semifinalista al II Campionato nazionale della lingua italiana condotto da Luciano Rispoli (TMC).
Ha partecipato a varie rassegne e concorsi (tra cui Volo Rapido e Tiro Rapido Porsche, Roma Noir eCarabinieri in giallo 4, primo premio con pubblicazione nei Gialli Mondadori) e alcuni dei suoi lavori sono apparsi su quotidiani, riviste ed antologie.
Ha frequentato i corsi di scrittura creativa tenuti da Silvana La Spina, Claudio Fava e  Luigi La Rosa.
“Ferita all’ala un’allodola” (Perrone Lab, Roma 2011) è il suo primo romanzo, insignito del Premio “Portopalo – Più a Sud di Tunisi” e apprezzato da pubblico e critica.
Scrive, tra gli altri, sui noti siti letterari “Letteratitudine” e “Letteratu” e cura il blogwww.marialuciariccioli.wordpress.com.

© Letteratitudine

https://letteratitudinenews.wordpress.com/2012/09/16/premio-piu-a-sud-di-tunisi-2012/

Ufficializzati i vincitori della VII edizione del Premio Nazionale di Giornalismo, Saggistica e Letteratura “Più a sud di Tunisi”, che si svolge a Portopalo di Capo Passero, borgo marinaro siciliano, in provincia di Siracusa, collocato geograficamente al di sotto del parallelo della capitale tunisina. Un appuntamento incentrato sul giornalismo, la saggistica e la narrativa di qualità. Tra i temi scelti quest’anno spiccano un reportage sulla tragica campagna italiana in Russia della seconda guerra mondiale, la lotta alla pedofilia, il binomio tra calcio e giornalismo d’inchiesta e l’integrazione degli immigrati. Il Premio è patrocinato dalla Provincia Regionale di Siracusa, dal Comune di Portopalo e dalla Camera di Commercio di Siracusa.
Nella categoria “Giornalismo” il premio è andato a Pino Scaccia. L’inviato speciale del Tg1 Rai è stato premiato per il libro “Lettere dal Don” (Rai Eri), reportage nei luoghi della tragica “Campagna di Russia” della seconda guerra mondiale, dove migliaia di soldati italiani persero la vita, a settant’anni da quei tragici eventi. Il comitato organizzatore del Premio – composto da operatori del mondo della comunicazione (giornalisti, editori, webmaster, scrittori e documentaristi) – ha attribuito due riconoscimenti nella sezione “Saggistica”: a don Fortunato Di Noto per “Abbiamo ritrovato la vita” (San Paolo), un libro drammatico ma pieno di speranza sulle piccole vittime dei pedofili, ed aMaurizio Martucci, autore del libro “Non scherzo” (Eraclea Libreria Sportiva), meticolosa inchiesta sulla tragica morte del calciatore italiano Luciano Re Cecconi nel gennaio del 1977.

Maria Lucia Riccioli – con il libro “Ferita all’ala un’allodola” (Lab), incentrato sulla vita della netina Mariannina Coffa (poetessa e artista, personaggio di rilievo del Risorgimento Italiano) – e Michele Giardina – con “Un uomo di Borgata” (Prova d’Autore), romanzo sul tema dell’immigrazione, della solidarietà e dell’integrazione dei migranti – sono i vincitori della sezione “Frammenti Letterari”.

Le menzioni speciali “Capo Passero” sono andate al giornalista Alfio Di Marco (per un ampio reportage sul faro “Cozzo Spadaro” di Portopalo pubblicato sul quotidiano La Sicilia) ad Andrea Rebolino – (conduttore della trasmissione web-radiofonica “Librando”, su Dimensione Radio SR) e alla docente Silvana Scrofani (per un saggio incentrato sulla violenza sulle donne).

Tra i vincitori delle precedenti edizioni del “Più a sud di Tunisi” spiccano i nomi di Giulio Albanese, Alfio Caruso, Claudio Monici, Maurizio Di Schino, Nello Scavo, Vincenzo Grienti, Felice Cavallaro e Sandro Petrone. La cerimonia di consegna si svolgerà sabato 13 ottobre 2012 – con inizio alle ore 21 – al Teatro Comunale “Gozzo” di Portopalo (Siracusa).

fonte: SiracusaNews

–

© Letteratitudine

https://letteratitudinenews.wordpress.com/2014/11/03/mariannina-coffa-di-marinella-fiume/

MARINELLA FIUME
ci racconta
MARIANNINA COFFA (la poetessa, il nuovo libro, il convegno)

Il 7 e l’8 novembre 2014, a Noto, il convegno “Mariannina Coffa: sguardi plurali” (a fine post, la locandina relativa all’evento)

Mariannina Coffa, la donna inquieta, l’intellettuale antesignana, la poetessa visionaria

di Marinella Fiume

Mariannina Coffa Caruso (1841-1878) – la “Saffo”, la “Capinera di Noto” – è una poetessa vissuta negli anni cruciali tra le battaglie risorgimentali e l’assestamento del nuovo Stato unitario. La sua vicenda umana, per certi versi comune a tante borghesi dell’Ottocento – e non solo in Sicilia – si evolve in chiave originale attraverso il contatto con filoni di pensiero riconducibili alla Massoneria, al Magnetismo o Mesmerismo animale, al Sonnambulismo, allo Spiritismo, al Raffaellismo, all’Omeopatia. Attraverso una ricostruzione accurata dei codici culturali e simbolici del contesto e la lettura integrale del suo ricco Epistolario custodito presso la Biblioteca “Principe di Villadorata” di Noto (SR), è possibile seguirne le tracce private e pubbliche che, insieme a uno spaccato inedito della Sicilia di quegli anni, ci restituiscono il dramma esistenziale e le progressive tappe della presa di coscienza di una donna inquieta, di una poetessa visionaria, di un’intellettuale antesignana che affida a una protesta metafisica la possibilità di un riscatto e di una realizzazione personale, in un’epoca alle soglie della scoperta dell’inconscio.
A Noto (Siracusa), il 30 settembre 1841, dall’avvocato Salvatore Coffa Ferla di accesi spiriti antiborbonici ed esiliato a Malta dopo i fatti del ‘48 insieme a Matteo Raeli, futuro Ministro dell’Italia unita, e da donna Celestina Caruso, nasceva Mariannina. La sua era tra le più illustri famiglie della borghesia delle professioni, di spicco per meriti culturali tanto per ascendenza paterna che materna: il nonno materno, Giuseppe Caruso Olivo, era medico, l’avo paterno, Giuseppe Coffa, segretario dell’Accademia dei Trasformati, latinista e dilettante scrittore di teatro. In questo vivace ambiente liberale dominato dalla cultura e dalla sociabilità massoniche, di quella Noto che doveva essere ancora per pochi anni capovalle prima che il titolo andasse a Siracusa, si svolge l’infanzia della “sensitiva” Mariannina.
Dà segni precoci di vocazione poetica e a dieci anni frequenta il Collegio laico Peratoner di Siracusa, dove apprende i primi rudimenti di versificazione da Francesco Serra Caracciolo. Nel 1852, gli viene affiancato come precettore, a Noto, l’intransigente sacerdote Corrado Sbano che guida sapientemente le sue letture e disciplina il suo estro.
Un primo saggio di poesie scritte a dodici anni è pubblicato a Siracusa nel 1855; un altro, a cura di parenti e amici, vede la luce a Noto nel 1859. Il successo che arride a questi volumetti e la fama che viene acquistando le meritano diplomi di varie Accademie italiane e straniere, come quella di Scienze e Lettere di Parigi.
Dal 1855 al 1859, seppur senza continuità, le vengono impartite lezioni di piano dall’avvenente Ascenzio (o Ascenso, come lei ama chiamarlo) Mauceri, drammaturgo e musicista di belle speranze, che ha studiato al Conservatorio di Napoli, liberale del circolo di Matteo Raeli e suo protetto.
L’amore sboccia spontaneo tra questi due figli del secolo, appassionati del melodramma e di Byron, entrambi soci della rinomata Accademia netina dei Trasformati e frequentatori degli stessi salotti, dove la poetessa è ricercata, fanciulla, per l’ispirata vena improvvisatrice, assai in voga in quegli anni.
La formale promessa di matrimonio fatta dai Coffa ad Ascenso – da cui ci si aspettava un glorioso futuro di drammaturgo, come dimostrava l’apprezzamento ai suoi Drammi da parte di molti intellettuali siciliani ed anche fiorentini – non viene rispettata dalla famiglia di lei ,che preferisce un più vantaggioso matrimonio di convenienza col proprietario terriero ragusano Giorgio Morana.
Già nel ‘59 entra nella vita della poetessa il democratico magnetista e omeopata originario di Augusta, dott. Giuseppe Migneco che, chiamato a Noto per la cura efficacemente messa a punto delle epidemie di colera, dopo il suo ritorno dall’esilio comminatogli su denuncia del Tribunale dell’Inquisizione, è ospite in casa Coffa. Quella sera Mariannina sperimenta gli effetti di quel “sonnambulismo indotto” e quelle tecniche estatiche che approfondirà in seguito e le cui visioni canterà nella produzione poetica successiva alla prima stagione patriottica.
Le lettere di Mariannina al precettore, ai familiari, agli amici e ai conoscenti, ma particolarmente l’Epistolario amoroso ricostruiscono il rapporto con Ascenso dagli anni del fidanzamento al 1872, anno in cui l’uomo decide di interrompere bruscamente e senza un’apparente ragione la relazione epistolare. Le lettere ad Ascenso e le altre al precettore, ai familiari, agli amici e ai conoscenti, scritte dopo che la poetessa è divenuta la Signora Morana, una mal mariée come tante aristocratiche e borghesi della Sicilia del XIX secolo, descrivono l’inferno domestico nella sua casa di Ragusa, in quella città fredda ed emarginata dell’interno dell’isola, accanto a un marito succube del padre, un suocero rozzo e violento che le rimprovera l’esiguità della dote, le apre la corrispondenza e le vieta la scrittura perché “rende le donne disoneste”, a delle cognate da cui non può attendersi comprensione. Una quotidianità fatta di pesanti incombenze domestiche, di mal tollerate e ravvicinate gravidanze che minano il suo gracile fisico, di malattie e mortalità dei figli, ma fatta anche dell’angosciante senso di colpa per aver ceduto al volere dei genitori quel fatidico 8 aprile 1860.
L’ineluttabilità della separazione, l’invito alla realtà presente, l’orgoglio ferito restano invece il tasto preferito nelle sue lettere da Ascenso, che non le perdonerà mai quel cedimento e il suo debole carattere, mentre cercherà di ricondurre il dialogo ai temi impersonali della conversazione tra amici e intellettuali.
Nel 1864, in occasione di una grave malattia che porterà alla morte una figlioletta, l’insofferente coscienza del presente e la drammatica impotenza a cambiare una vita non scelta esploderanno nella “crisi isterica con estasi e sognazione spontanea”, che il medico ragusano Filippo Pennavaria descrive nel “caso clinico”.
L’anno precedente veniva pubblicata a Torino la terza raccolta di Canti a cura dell’ammiratore avvocato Michele Bertolami, altre poesie compaiono sparse in vari periodici.
I rapporti tra la poetessa e il medico omeopata e magnetista dott. Migneco riprendono dopo il matrimonio di lei: gli si rivolgerà per la salute dei figli, dopo che la medicina allopatica gliene avrà “uccisi due”, ed egli li curerà a distanza con rimedi omeopatici. A lui e alle sue metodiche del magnetismo animale e dell’omeopatia affiderà anche la salute propria, quando la malattia del corpo e della psiche si aggraverà, facendosi accompagnare dal marito nella casa di Catania del medico e risiedendovi alquanti giorni. Alle dottrine del “sapiente maestro”, cui dedicherà un’Ode, affiderà l’ultima possibilità di “protesta metafisica”, di redenzione e sublimazione del dolore e di conseguimento di una improbabile felicità. Il magnetismo fu infatti, non solo un nuovo modo di guarigione individuale, ma una speranza di palingenesi socio-politica e di rivendicazione di un nuovo protagonismo delle donne. Diverrà socia di numerose società occultiste magnetiche, “spirituali” e teosofiche, in Italia e all’estero, come la “Società magnetica d’Italia” con sede a Bologna e quella “Società Elorina” fondata a Noto dal dott. Lucio Bonfanti, vecchio democratico, medico omeopata e referente netino del Migneco.
La svolta, forse non imprevista, aprirà una nuova stagione poetica che veicolerà nella produzione di questi anni un fitto simbolismo esoterico, inedito nel panorama letterario tardo-romantico italiano: scriverà in stato “d’estasi magnetica” poesie visionarie e profetiche.
Si aprirà, così, l’ultima fase della vita della donna, quella della coscienza e di un’autonomia recuperata proprio a causa della malattia, nella quale, contro la volontà della famiglia e nell’indifferenza del marito, si allontanerà da Ragusa per farsi curare a Noto dal dott. Lucio Bonfanti, il vecchio democratico del ‘60, nemico del moderato Coffa e dei medici allopatici a lui vicini; scriverà parole di odio contro i genitori e i loro “ipocriti” amici, dichiarerà la volontà di divorziare dal marito, si rassegnerà a vivere lontano dai figli, finirà i suoi giorni nella miseria, nell’inedia e nell’abbandono, assistita solo dalle cure del Bonfanti e di pochi altri amici.
Un’estrema lucida coerenza le fa concludere i suoi giorni, a 36 anni, non col perdono, ma con un lucido desiderio di vendetta. E se il Comune non avesse decretato il lutto cittadino e i pubblici funerali, alla sua morte, avvenuta all’alba del 6 gennaio 1878, la “capinera di Noto” sarebbe stata sepolta nella bara dei poveri. Ai funerali, nessuno della famiglia ragusana.
La seguirà nella tomba, l’8 febbraio dello stesso anno, il padre, mentre il Migneco morirà a Catania il 1 febbraio 1884 e Ascenso Mauceri, Preside del Liceo di Noto e marito mancato della poetessa, che curerà la pubblicazione postuma di un volume di sue poesie, il 13 aprile 1893. Il medico omeopata Lucio Bonfanti, che assistette pietosamente la poetessa morente, si spegne in ombra nel 1880.

* * *

voglio il mio cieloIl libro

Il nuovo libro edito da Bonanno, appena approdato nelle librerie, Voglio il mio cielo. Lettere di Mariannina Coffa al precettore, ai familiari, agli amici, è diviso in due parti: la prima, di Marinella Fiume, è un saggio critico sul contesto politico e culturale, le vicende biografiche e la poesia della netina; la seconda, scritta con Biagio Iacono, comprende tutto il corpus delle lettere scritte dalla Nostra al precettore, canonico Corrado Sbano, ai familiari e agli amici, praticamente per tutto il corso della sua breve vita. Un vero e proprio scoop è l’ultimo capitolo: “Il giallo dei manoscritti scomparsi” nel quale, attraverso documenti inediti dell’Archivio di Stato di Noto, si ricostruiscono gli eventi subito dopo la morte della poetessa, con la scomparsa degli scritti che ci sottraggono opere probabilmente pregevoli della Nostra, e la lite giudiziaria tra il medico curante, l’omeopata dott. Lucio Bonfanti – che pretende il pagamento delle cure e dei prestiti fatti alla poetessa abbandonata dai familiari nei mesi che preludevano alla morte – e il vedovo Giorgio Morana – che accusa il medico di averla fatta morire per l’uso di un sistema di cura non riconosciuto dalla medicina allopatica.

* * *

Il Convegno

Il Sindaco del Comune di Noto Corrado Bonfanti e l’Assessore alla Cultura Cettina Raudino, riconoscendo l’alto valore della poesia della Coffa, orgoglio del Campanile e testimonianza di una figura esemplare di donna, di un’intellettuale precorritrice dei tempi – e perciò all’epoca non sempre compresa-, la onora con un importante Convegno che si terrà a Noto tra il 7 e l’8 novembre e che vedrà la partecipazione di studiosi ed esperti di fama nazionale: dal prof. Santi Fedele dell’Università di Messina, che inquadrerà storicamente la figura, al prof. emerito Nicolò Mineo, che relazionerà sulla sua Poetica, alla prof. Maria Conforti dell’Università la Sapienza di Roma, che relazionerà sulla Medicina in Italia e in Sicilia nell’Ottocento, alla prof. Ida Fazio, dell’Università di Palermo, che inquadrerà la figura della Coffa nell’ambito degli studi di Storia di genere. Saranno presenti anche studiosi locali della poetessa, come Stefano Vaccaro, Angelo Fortuna, Enzo Papa, Salvatore Martorana, Maria Lucia Riccioli e Paola Liotta. Non mancherà il momento della drammatizzazione e della musica: la prima affidata a Lucia Sardo e a Donatella Liotta per la regia di Beppe Rosana, la seconda a Carlo Muratori. Il Convegno, dal titolo “Sguardi Plurali”, ad indicare la pluralità di approcci per la comprensione a tutto tondo della donna e della poetessa, una due giorni che si svolgerà nelle prestigiose cornici barocche di Palazzo Impellizzeri e di Palazzo Trigona, è stato organizzato da un Comitato scientifico presieduto dall’infaticabile Assessore Raudino e formato, oltre che da studiosi locali, dalla direttrice della Biblioteca civica “Principe di Villadorata” di Noto, Carmen Tiralongo e dalla responsabile dell’Archivio di Stato di Noto Giuseppina Calvo. A corredo del Convegno, una preziosa mostra di inediti tratti dall’Archivio di Stato, dalla Biblioteca comunale e dal Museo delle carte, dal titolo “Mariannina Coffa: la coscienza della donna, la maturità della poetessa”, inaugurerà i lavori.

https://marialuciariccioli.files.wordpress.com/2014/10/mariannina-sguardi-plurali-programma.jpg?w=678&h=710

© Letteratitudine

Se ne parla anche nel sito della SIL, la Società Italiana delle Letterate.

http://www.societadelleletterate.it/2014/10/convegno-su-mariannina-coffa/

Copertina-Incizine1

La volanzine con l’incipit di FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA.

Opere finaliste KAOS 2014

KAOS FESTIVAL e le opere finaliste, tra cui FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA.

DSC04612

Io al KAOS FESTIVAL.

Mariannina e Angelo

L’angelo del monumento alla poetessa…

Scrivere non è un mestiere per donne

La copertina del volume con un’intervista fattami da Laura Costantini e la citazione degli scritti della Coffa.

DSC04866

Recensione su LA CIVETTA DI MINERVA (grazie ad Alessandra Privitera)

invito fildis riccioli (1)

L’evento FILDIS TEOCRITO.

Un tè con l'autore

Il tè con l’autore a cura di Paola Liotta…

Carlo Muratori e Mariannina Coffa 4 marzo 2016

Carlo Muratori alla Biblioteca dei Cappuccini con la raccolta postuma della poetessa.

Mariannina Coffa ANDY WARHOL 14 febbraio 2014

SEMAFORO ROSA.

20150301_162728[1]

Ricordo della splendida presentazione modicana.

https://www.youtube.com/results?search_query=maria+lucia+riccioli

Qui trovate i booktrailer e l’intervista di Vincenzo Rosana oltre ad altro materiale sui miei libri e le mie attività.

Molti altri ricordi sono presenti in rete e soprattutto nel mio cuore.

Ringrazio presentatori, relatori, recensori… e soprattutto i miei venticinque lettori.

IL TREKKING DEI POETI E SCRITTORI PER PIAZZE DI NOTO
Ieri sera (venerdì 26 agosto 2016) come al solito con tanta bellezza e creatività abbiamo realizzato con intervento di poeti e scrittori di più città della Sicilia la sesta edizione di “Poeti e scrittori del Val di Noto a confronto”. In questo video del gen. Piero Mandia l’inizio della manifestazione in Piazza XVI Maggio. Seguono altri video di Valentina Spallino.

POESIAVOLA…

17 giovedì Ago 2017

Posted by mlriccioli in Eventi culturali, Letteratura, Musica

≈ Lascia un commento

Tag

#trekking, al-Mu'tamid, Alessio Di Giovanni, Angelo Rullini, Annamaria Piccione, Antonella Monica, associazione Aliantide, Associazione culturale Aliantide, Bar Girlando, Beatrice Monroy, Benito Marziano, Biagio Iacono, Cafè de Flore, Caffè Letterario Salvatore Quasimodo, Carlo Sorgia, Casa del Libro Rosario Mascali, Centonove, Chiesa di Santa Lucia al Gonfalone, Ciao Libri, Ciccio Urso, Controparola, Corrado Calafiore, Corrado Carbè, Corrado Denaro, Corrado Iacono, Dacia Maraini, Danilo Pistone, Domenico Pisana, Elena Doni, Ferita all'ala un'allodola, FIDAPA, Fildis Teocrito, Flannery, Frammenti letterari, Franca Cavallo, Francesco Urso, Giovanni Fronte, Giovanni Parentignoti, Giovanni Stella, Giuseppe Eroe, Giuseppina Boccaccio, Historica edizioni, I Festa del Libro di Siracusa, Ibn Hamdis, Il Maggio dei Libri, Inchiostro e anima, InciZine – Regalami un incipit, Intorno a Voglio il mio cielo – La scoperta di un inedito sulla Coffa, Istituto Brunelleschi, Istituto comprensivo “Paolo Orsi”, Istituto Lombardo Radice, Kaos festival di Montallegro, Konrad, L'Erudita Editrice, La carovana degli artisti, La Nuova Sesia, La Repubblica, La Sicilia, Laura Costantini, Le Cuspidi, Leima edizioni, Letterando InFest, Letteratitudine, Libreria Editrice Urso, Libreria Modusvivendi, Liceo “M.F. Quintiliano”, Liceo “Matteo Raeli”, Lighea, Liliana Calabrese, Loredana Faraci, Lucia Corsale, Luigi La Rosa, Luisella Pacco, Maria Lucia Riccioli, Maria Rita Pennisi, Mariannina Coffa, Mariannina Coffa Caruso, Mariannina e le altre, Marinella Fiume, Matteo Raeli, Mia Vinci, Navarra Editore, Noto, Noto per Mariannina, Perrone Lab, Piazza XVI Maggio, Piero Mandia, Poesia, Poesiavola, Poeti e scrittori del Val di Noto a confronto, POST SCRIPTA, Premio Portopalo - Più a Sud di Tunisi, RAI, Remo Bassini, Salvatore Conti, Salvatore Di Pietro, Sciacca, Scripta volant, Scrivere? Non è un mestiere per donne, Sebastano Burgaretta, Semaforo Rosa, Sguardi plurali, Simona Lo Iacono, Società Italiana delle Letterate, Stefano Cintoli, Stefano Palumbo, Tempo solidale, Tutto su Noto, Umberto Confalonieri, Una marina di libri, Valentina Spallino

http://www.libreriaeditriceurso.com/

evento

Venerdì 18 agosto 2017 a partire dalle 21
nel Bar Girlando di Corrado Iacono, in prossimità di Piazza Umberto I

EVENTO APERTO A CHIUNQUE VOGLIA RECITARE PROPRIE POESIE O DI ALTRI POETI SENZA CENSURE E PROGRAMMAZIONI
con l’unica necessità di adeguarsi al tempo a disposizione e alla voglia di aggiungere bellezza alla manifestazione…
“POESIAVOLA”, quinta edizione!
Senza costi per nessuno, senza soldi da dare al Comune,
e senza riceverne dalla Pro Loco, gratis per i poeti, a costo zero per la Libreria Editrice Urso.

Il tutto per la voglia di poesia, nonostante tutte le difficoltà…
A cura di Francesco Urso e con la partecipazione di alcuni poeti di questo gruppo di Facebook
e del gruppo “Libri di-versi in diversi libri”.
PER ADERIRE invia un messaggio a info@libreriaeditriceurso.com
Per saperne di più: http://www.libreriaeditriceurso.com/poesiavola.html
PASSATE PAROLA!
VOI DOVETE SOSTITUIRVI ALLA STAMPA
E AI MEZZI DI INFORMAZIONE RADIOTELEVISIVI CHE CI IGNORANO!

Nel corso della serata, leggeremo anche a caso poesie tratte da libri pubblicati dalla Libreria Editrice Urso e di poeti che non partecipano più per un motivo o un altro ai nostri incontri che si distinguono comunque per semplicità, leggerezza e passione nell’impegno di coordinamento di un amplissimo universo creativo (per citare solamente alcuni di questi autori: Giovanni Stella, Sebastiano Burgaretta, Benito Marziano, Giovanni Parentignoti, Angelo Rullini, Giuseppina Boccaccio, Corrado Calafiore, Giuseppe Eroe, Umberto Confalonieri, ecc.).

Ecco altro materiale sulla Libreria Editrice Urso e le sue iniziative…

http://ciaolibri.it/2017/06/30/libri-di-versi-in-diversi-libri-20172018/#comment-3

GIUGNO 30, 2017 DI MIA

LIBRI DI-VERSI IN DIVERSI LIBRI 2017/2018

I POETI SON TORNATI…

Amanti della poesia! Voglio presentarvi un concorso molto interessante a cui potete partecipare e di cui io stessa ho cari ricordi: “Libri di versi in diversi libri”, realizzato dall’editore Francesco Urso, responsabile della Libreria Editrice Urso di Avola, in provincia di Siracusa.

Libri di-versi in diversi libri

…è un concorso letterario internazionale di lingua italiana, ormai giunto alla settima edizione e che ha avuto molto successo grazie alla collaborazione di molti poeti e al passaparola! …e soprattutto grazie all’ingrediente principale: l’Amore per la poesia!

Ecco il link per leggere il regolamento:

Regolamento Libri di-versi in diversi libri edizione 2017/2018

Vi invito a partecipare, avete tempo fino al 31 luglio! E gli autori selezionati in finale, riceveranno in regalo una copia della loro raccolta poetica! Non è stupendo veder vivere le proprie poesie? e respirarne il profumo tra le pagine?

Ecco qui la raccolta delle copertine “a sorpresa” realizzate dall’editore in base alle emozioni suscitate dalle raccolte poetiche dei singoli autori.

Una più bella dell’altra, ed è stata una piacevole sorpresa vedere il mio libro tra i selezionati!

Vi mostro la copertina della mia raccolta poetica:

Partecipare è stata una bellissima esperienza, confrontarsi con altri poeti, conoscere la loro poesia e la loro anima variopinta di emozioni è qualcosa di unico e imperdibile, vi racconto la magnifica giornata che ho trascorso…

Poetare per le vie di Noto è stata un’esperienza molto suggestiva, Libri di-versi in diversi libri, non è soltanto un concorso di poesia che mira a pubblicizzare editore autore e poesie, ma è un concorso che porta a spasso l’Anima tutta, interamente, ed il poeta stesso, è un concorso che abbraccia pienamente il cuore e la persona rendendola piena. Tra le vie del paese, location barocca incantevole: Noto, il poeta ritrova se stesso e vive magiche emozioni circondato di luce che avvolge e riscalda.

L’incontro tra poeti ed editore è avvenuto presso la Porta Reale:

Qui ho conosciuto poeti di tutta Italia e qui ha avuto inizio il percorso poetico barocco.

Prima tappa è stata la chiesa dell’Immacolata, dove, con gli amici poeti, abbiamo sostato leggendo poesie e dialogando con il gentilissimo prete della chiesa che ci ha accolto.

Dopo aver letto poesie presso la Chiesa dell’Immacolata, abbiamo ripreso il cammino lungo il Corso Vittorio Emanuele:

Fino ad arrivare dinnanzi al gioiello barocco per eccellenza: la Cattedrale! O Duomo di San Nicolò.

Qui abbiamo reso omaggio al Santo Patrono della città: San Corrado Confalonieri, leggendo poesie di devozione all’interno del Duomo.

Tra Duomo e Municipio, abbiamo continuato a poetare, complice un’atmosfera barocca meravigliosa, un clima primaverile e persone stupende dall’animo sensibile.

Il percorso poetico è terminato presso piazza XVI Maggio, immersi nel barocco tra il teatro e la chiesa di San Domenico:

E la premiazione dei primi tre classificati è avvenuta in un locale di Avola, comune vicino Noto, dove la poesia è stata omaggiata ancora ed ogni libro presentato.

Ad accompagnare la manifestazione poetica, la splendida voce di Liliana Calabrese, moglie dell’editore Francesco Urso:

Il vincitore del concorso, primo classificato, è stato Carlo Sorgia:

Ecco qui la copertina della raccolta poetica vincente:

E conclusosi l’edizione 2016/2017 dedicata al poeta scomparso Salvatore Di Pietro, è stata inaugurata la nuova:  edizione 2017/2018 dedicata al poeta, recentemente scomparso, Corrado Carbè.

Per partecipare, riporto il link con il regolamento:

Regolamento Libri di-versi in diversi libri 2017/2018

Di poetare non si smette mai, perché la poesia è respiro continuo del mondo, respiro del quotidiano vivere, e partecipare a questo concorso come poetessa è stata una bellissima esperienza perché resta nel cuore il ricordo di una incantevole giornata e lo sguardo indimenticabile di chi è poeta nell’Anima. Conoscere poeti di tutta Italia, respirare la loro arte, venire a conoscenza delle loro tradizioni, della storia della loro terra, delle loro passioni, non c’è nulla di più emozionante che questo vivere!

Parteciperò ancora perché poetare è un continuo commuoversi dell’Anima.

Vi riporto un articolo scritto dalla docente e scrittrice Maria Lucia Riccioli, sulle due giornate conclusive del concorso, pubblicato sul giornale quindicinale “La Civetta di Minerva” del 24 Marzo 2017 :

Fatevi avanti poeti, questo è il nostro tempo, armiamoci di carta penna e tastiera, e viviamo!

Link concorso:

Regolamento Libri di-versi in diversi libri 2017/2018

Ringrazio tutti voi poeti, l’editore Urso, ed il fotografo Flavio Casoni per aver acconsentito gentilmente all’utilizzo delle sue foto.

Ho riportato un bel post tratto dal blog – nato recentissimamente – di Mia Vinci, che ringrazio per aver riportato il mio articolo scritto per LA CIVETTA DI MINERVA proprio per l’occasione (il blog si chiama CIAO LIBRI perché… leggere è salutare!)

Ecco altro materiale sul rapporto tra me, Liliana Calabrese e Ciccio Urso e il gruppo dei poeti che si riconosce nelle loro iniziative di promozione della poesia come utopia ed esperienza compartita…

PER IL PIACERE DI INTRODURRE POESIA NEL QUOTIDIANO
In questo video di Valentina Spallino l’intervento della poetessa e scrittrice Maria Lucia in Piazza XVI Maggio a favore della poesia e a testimoniare, come fa da sempre, il suo amore e interesse per Mariannina Coffa. Sullo sfondo, a destra del video il candido busto marmoreo di Mariannina assiste all’evento.
Il trekking di poeti e scrittori per piazze di Noto si svolgeva venerdì 26 agosto 2016, per la sesta volta, nel venerdì della Festa netina di San Corrado.
Come ogni anno, senza costi per la comunità e senza quote di adesione per i partecipanti siamo giunti alla sesta edizione di “Poeti e scrittori del Val di Noto a confronto”.
Con tanta bellezza, creatività – e assolutamente senza programmazione di nulla – e ci viene da aggiungere, senza uomini di potere, o “personaggi” dell’establishment culturale, abbiamo realizzato con intervento di poeti e scrittori di più città della Sicilia un evento da ricordare per la sua originalità.
Seguono altri video di Valentina Spallino nella nostra playlist: https://www.youtube.com/playlist?list…

Per saper di più:http://www.libreriaeditriceurso.com/p…

Sei poeta o scrittore e vuoi prenotarti per una successiva manifestazione?
Contattaci in info@libreriaeditriceurso.com

Bella esperienza… una serata poetica itinerante e perfettamente informale com’è nello stile di Liliana Calabrese, tra l’altro magnifica performer, e Ciccio Urso, infaticabili promotori di poesia…

https://www.facebook.com/giusy.ferrante.18/videos/1418454274834564/ (video della performance di Giusy Ferrante, palermitana)

Io ho avuto il piacere e l’onore di parlare di Mariannina Coffa in piazzetta Ercole (Piazza XVI maggio) davanti al busto del Niccoli, spiegando le lapidi e i monumenti legati alla poetessa e al nostro Risorgimento; dopo un’altra sosta presso la Cattedrale, ai piedi della scalinata della Chiesa di San Francesco all’Immacolata – di cui serbo un ricordo speciale perché ebbi modo anni fa di cantarvi – ho letto alcuni versi della Coffa dedicati a San Corrado Confalonieri, patrono di Noto… naturalmente ho anche letto qualche passo del mio romanzo FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA dedicato alla figura della poetessa e patriota netina.

Ricevo e pubblico… grazie a Ciccio e Liliana Urso per il loro entusiasmo e il loro amore per la poesia!

POETI E AMANTI DELLA POESIA
PARTECIPATE…
Non aspettatevi inviti personali o particolari sollecitazioni! Da noi si partecipa liberamente, e se si vuole! E, soprattutto, senza costi pubblici e del tutto gratis per i partecipanti.
VENERDÌ 26 AGOSTO 2016 DALLE 21,00
LA SESTA EDIZIONE DI
“Poeti e scrittori del Val di Noto a confronto”
DEDICATA
A IBN HAMDIS
MARIANNINA COFFA
E A GIOVANNI FRONTE
liberamente – per quel che riguarda i partecipanti – con scritture in prosa o poesie proprie, o di altri autori sarà il 26 agosto 2016
a partire dalle ore 21 in Piazza XVI Maggio (detta Piazza “Ercole”) a Noto (Sr) a fianco del monumento a Mariannina Coffa e, poi, lungo il corso principale di Noto, con due soste, una davanti al Municipio e alla Cattedrale di Noto, e un’altra davanti alla Chiesa dell’Immacolata.

PASSATE PAROLA!
Visto il carattere informale e libertario della manifestazione abbiamo bisogno di tutta la vostra solidarietà.

…Custodisca Iddio una casa di Noto,
e fluiscano su di lei le rigonfie nuvole!
Con nostalgia filiale anelo alla patria, verso cui mi attirano
le dimore delle belle sue donne.
E chi ha lasciato l’anima a vestigio di una dimora,
a quella brama col corpo fare ritorno….
Viva quella terra popolata e colta,
vivano anche in lei le tracce e le rovine!
Io anelo alla mia terra,
nella cui polvere si son consumate le membra e le ossa dei miei avi.
E chi ha lasciato il cuore a vestigio di una dimora,
a quella brama col corpo fare ritorno…

Ibn Hamdîs
(poeta arabo-siciliano, 1056-1133)

Nacque a Noto (Siracusa), e dopo aver preso parte alle lotte contro i normanni emigrò alla corte di Siviglia accolto dal sovrano – anche lui poeta – al-Mu’tamid. Qui vi rimase fino al 1091; poi venne espulso e si rifugiò presso le corti di Algeria e Tunisia. La sua produzione poetica – bacchica ed elegiaca – fu molto vasta e conta circa seimila versi. In una epoca di vasti disordini politici, nessuno seppe esprimere come questo poeta l’amore, il dolore e una struggente nostalgia per la bella terra di origine. Si spense in esilio, e probabilmente a Maiorca, quando il potere degli Altavilla si era oramai definitivamente consolidato in Sicilia.

Liliana Calabrese canta “Poesia” a Noto per “Poeti e scrittori del Val di Noto a confronto” (26 agosto 2016)

Ecco un altro video sempre realizzato in piazza XVI Maggio…

Carmelo Denaro, poeta di origini netine, e residente a Siracusa, dà il via poeticamente ma forma scherzosa e si rivolge agli astanti, tanto da far sorridere tutti.
Siamo in Piazza XVI Maggio a Noto, davanti al busto marmoreo dedicato a Mariannina Coffa…
Stiamo realizzando la sesta edizione di “Poeti e scrittori del Val di Noto onfronto”.

Video… con un omaggio ai fratelli terremotati del Centro Italia.

Noto (Sr) 26 agosto 2016 – Una foto in evidenza con il poeta Franco Monello!

Erano presenti – e articolavano armoniosamente le loro poesie – poeti di Avola, Noto, Siracusa, Agrigento, Palermo, Milano, Alessandria, ecc.
Foto dedicata anche a tutti gli altri che c’erano, e che hanno contribuito alla riuscita della manifestazione, nonché a tutti quelli che ovunque nel mondo seguono e apprezzano il … Altro…

— con Liliana Moreal, Salvatore Spadaro, Roberto Totò Candileno, Antonina Coletta, Franco Monello,Cettina Sortino, Salvatore Conti, Carmela Di Rosa,Giusy Ferrante, Liliana Calabrese Urso, Maria Lucia Riccioli, Lilia Delizia Urso, Pietro Mandia eSalvatore Elera

 
 Per te, in ricordo di una serata magica (grazie a Liliana Calabrese)

Ricordo la mia prima partecipazione alla manifestazione… era appena uscito il mio romanzo sulla poetessa e patriota netina Mariannina Coffa, FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA.

Mariannina copertina

Per i tipi di Perrone Lab nel gennaio 2011 è uscito il primo romanzo di Maria Lucia Riccioli, “Ferita all’ala un’allodola”, dedicato alla figura della poetessa e patriota risorgimentale Mariannina Coffa Caruso.

Il romanzo è stato presentato a Siracusa presso il Palazzo della Cultura di Siracusa (Palazzo Impellizzeri) da Luigi La Rosa e Simona Lo Iacono il 27 febbraio 2011.

Successivamente è partita la tournée di presentazioni che ha toccato Acireale (Istituto Brunelleschi, Fidapa), Catania (Istituto Lombardo Radice, Cafè de Flore), Palermo (Libreria Modusvivendi), Raffadali (Le Cuspidi), Siracusa (Liceo “M.F. Quintiliano”, Istituto comprensivo “Paolo Orsi”), Roma (Chiesa di Santa Lucia al Gonfalone).

L’autrice è stata tra i relatori del convegno dedicato a Mariannina Coffa con un intervento sul trattamento romanzesco della poetessa (Noto, Palazzo Impellizzeri, Archivio di Stato, 12 aprile 2011).

Un dibattito sul suo romanzo e le donne del Risorgimento è uscito su “Letteratitudine” e su “Flannery”; il libro è stato recensito, tra gli altri, da Luigi La Rosa su “Centonove”, dalla scrittrice e giornalista Lucia Corsale (La Sicilia), da Maria Rita Pennisi (La Sicilia), dallo scrittore e giornalista Remo Bassini (La Nuova Sesia), da Loredana Faraci (La Repubblica, edizione di Palermo), da Luisella Pacco (Konrad).

Il romanzo è entrato nella top five relativa alla narrativa più venduta in Sicilia (La Repubblica, edizione di Palermo, 15 maggio 2011) ed è stato segnalato dal libraio Stefano Palumbo come libro rappresentativo della scrittura siciliana sempre su La Repubblica – Palermo.

L’autrice è stata invitata al Letterando InFest di Sciacca, durante il quale ha presentato il romanzo insieme ad Elena Doni del gruppo “Controparola”, collettivo di giornaliste e scrittrici fondato da Dacia Maraini.

In occasione de “Il Maggio dei Libri 2012”, campagna nazionale per la promozione della lettura patrocinata dall’Unesco e dalla Presidenza della Repubblica, ha vinto il concorso letterario per incipit di romanzi editi “InciZine – Regalami un incipit”, organizzato da Scripta volant e dall’Associazione culturale “Aliantide”. Una volanzine con l’incipit di “Ferita all’ala un’allodola” è stata distribuita gratuitamente in tutta Italia durante le manifestazioni collegate all’iniziativa.

Il 13 ottobre 2012 è stata premiata come vincitrice ex aequo della sezione “Frammenti letterari” nell’ambito del premio “Portopalo – Più a Sud di Tunisi” per il suo romanzo “Ferita all’ala un’allodola”.

In occasione del convegno nazionale del 21 – 22 dicembre 2012 dedicato al bicentenario di Matteo Raeli ospitato al Palazzo Trigona di Noto un brano di “Ferita all’ala un’allodola” è stato inserito in un pannello e nel catalogo della mostra realizzata da docenti e allievi del Liceo “Matteo Raeli” di Noto.

Nell’aprile 2013 l’incipit di “Ferita all’ala un’allodola” è stato pubblicato, insieme alla sinossi e alla biografia dell’autrice, sul primo numero della rivista on line a cartacea POST SCRIPTA, a cura dell’associazione Aliantide.

Il romanzo è stato presentato durante la mostra-mercato “Io valgo” organizzata dalla FIDAPA di Siracusa presso i locali della Provincia regionale dal 21 al 23 maggio 2013 ed è stato rieditato nel giugno 2013 dalla casa editrice L’Erudita.

Il 9 giugno del 2013 l’autrice ha presentato il proprio lavoro editoriale presso il complesso di San Domenico a Palermo in occasione di “Una marina di libri”, manifestazione organizzata da Navarra Editore.  Ha preso parte inoltre all’estemporanea di scrittura presso la Cappella di Santa Barbara nell’ambito della stessa kermesse.

Il 29 giugno 2013 ha preso parte alla manifestazione “I Festa del Libro di Siracusa”, organizzata dalla Biblioteca comunale di Siracusa e da Tempo solidale: è stata protagonista di un incontro con i lettori ed è stata una delle autrici coinvolte nell’incontro-dibattito degli scrittori siracusani con la cittadinanza.

Nel gennaio 2014 è risultata finalista, insieme – tra gli altri – a Beatrice Monroy e agli scrittori di Leima edizioni, del Kaos festival di Montallegro (AG) con il suo romanzo.

L’8 febbraio 2014 presso la Casa del Libro Rosario Mascali di Siracusa si è tenuta una conversazione tra l’autrice e la scrittrice Annamaria Piccione a proposito della riedizione di “Ferita all’ala un’allodola”.

Il 14 febbraio 2014, presso la Sala Gagliardi di Noto, è stata tra le relatrici di “Semaforo rosa”, convegno dedicato a “Mariannina e le altre” insieme a Marinella Fiume, avvocate, psicologhe e scrittrici sul tema della violenza contro le donne in nome di Mariannina Coffa. L’evento è stato promosso dal Comune di Noto con il coordinamento artistico dell’associazione “Lighea”.

L’8 marzo, per Historica Edizioni, è uscita l’intervista realizzata con la scrittrice e giornalista Rai Laura Costantini, pubblicata insieme agli interventi di altre autrici nell’e-book “Scrivere? Non è un mestiere per donne”. L’opera è poi uscita anche in versione cartacea.

Il 13 maggio ha svolto una conferenza sul suo romanzo per la Fildis Teocrito di Siracusa presso l’I.T.C. “Alessandro Rizza” di Siracusa con il violinista Danilo Pistone.

1l 14 settembre 2014 nell’ambito del Premio letterario nazionale “Alessio Di Giovanni” il suo romanzo ha ricevuto una segnalazione di merito vincendo il premio della Presidenza.

Il 7 novembre 2014 ha preso parte al convegno “Sguardi plurali” dedicato a Mariannina Coffa nell’ambito della manifestazione “Noto per Mariannina”, conversando con Marinella Fiume e Biagio Iacono sull’epistolario curato dagli stessi ed è stata intervistata da Vincenzo Rosana per “Tutto su Noto”.

Il 28 febbraio, presso il Palazzo della Cultura di Modica, è stata ospite del XII appuntamento del Caffè letterario “Salvatore Quasimodo”, presieduto da Domenico Pisana che ha introdotto l’autrice e il romanzo “Ferita all’ala un’allodola” insieme a Lucia Corsale, con letture a cura di Franca Cavallo e Antonella Monica, musiche a cura del pianista Stefano Cintoli.

Il 7 novembre 2015, in qualità di giurata della terza edizione del concorso letterario “Inchiostro e anima” dedicato alla poetessa e patriota netina Mariannina Coffa Caruso e organizzato da “La carovana degli artisti” ha presenziato presso la sala Gagliardi di Noto (SR) alla cerimonia di premiazione; un suo racconto e un suo scritto di ringraziamenti hanno aperto il volume antologico pubblicato in occasione della manifestazione.

Il 4 maggio, presso la Sala Gagliardi di Noto (SR) ha presenziato in qualità di relatrice e di autrice di uno dei saggi presenti nel volume (“Intorno a Voglio il mio cielo – La scoperta di un inedito sulla Coffa”) alla presentazione di “Sguardi plurali” (a cura di Marinella Fiume, Armando Siciliano Editore), atti dell’omonimo convegno di studi sulla poetessa e patriota netina Mariannina Coffa.

Ferita-all'ala-sito-piccolo

Lo ricordo copincollandovi il post che scrissi allora…

A Noto, presso la Loggia del Mercato, in Via Rocco Pirri (esattamente alle spalle del Palazzo Nicolaci-Villadorata) venerdì 24 agosto a partire dalle 19.30 si svolgerà l’evento

POETI E SCRITTORI DEL VAL DI NOTO A CONFRONTO
(SECONDA EDIZIONE)
L’evento è principalmente rivolto agli autori della Libreria Editrice Urso, agli amici del Gruppo “Libri di-versi in diversi libri”, agli iscritti al “Forum dei cammini europei del pellegrino” e a quanti, pur non facendo parte attivamente di questi contesti, vogliano rendere visibile la loro creatività.

Contatta al più presto Francesco Urso per essere inserito in programma (info@libreriaeditriceurso.com).
…HANNO GIÀ DATO LA LORO ADESIONE:
Carmela Di Rosa, Benito Marziano, Sonia Alia, Salvatore Di Pietro, Cettina Lascia Cirinnà, Nino Muccio, Peppe Montalto, Corrado Marescalco, Mary Di Martino, Orazio Di Rosa, Mia Vinci, Salvatore Spadaro, Nino Guarino, Federico Guastella, Maria Barone, Gioacchino Scorsonelli, Franco Perricone, Giuseppe Cristofani, Margherita Moncada, Marco Urso, Roberta Coffa, Giuseppe Rosana, ecc.

CON INTERVENTO DI LILIANA CALABRESE (VOCE E CHITARRA)

(Vedi le foto della prima edizione Noto ex Convitto Ragusa 26 agosto 2011 in https://www.facebook.com/media/set/?set=a.10150268001432914.329416.255299387913&amp%3Btype=3)Visualizza altro

Ci sarò anch’io per parlare di FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA (Perrone Lab) e naturalmente di Mariannina Coffa.

https://letteratitudinenews.wordpress.com/2013/06/29/ferita-allala-unallodola-di-maria-lucia-riccioli/ (IL DIBATTITO SUL LITBLOG LETTERATITUDINE)

La casa editrice L’Erudita ha ripubblicato il romanzo FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA, di Maria Lucia Riccioli (incentrato sulla vita della poetessa Mariannina Coffa). Vi proponiamo la quarta di copertina di Lia Levi, la bandella di Paolo Di Paolo e la prefazione di Luigi La Rosa

Segui il dibattito su “Ferita all’ala un’allodola” suLetteratitudineBlog

* * *

di Lia Levi

Una ricerca storica tanto approfondita e minuziosa farebbe presupporre
un romanzo che tragga il suo valore dalla forza dei fatti. Niente di più
sbagliato.
I fatti – e quali fatti – restano, ma sopra di loro Mariannina prende il volo per offrirsi come uno dei più trepidi e irradianti personaggi del nostro panorama letterario. E lo stile della Riccioli! Basterà leggersi la magistrale scena delle nozze in cattedrale in un’alba livida e la sposa “presa di freddo”, presagio di un amaro destino.
Una prosa sfumata e robusta, mai dimentica di ritmo e poesia in un
impianto di scrittura senza cedimenti né pause, in una parola, che va dritta al cuore.

* * *

di Paolo Di Paolo

Per sentirsi in esilio, a volte, non è necessario andare lontano. Accade di sentirsi in esilio nel proprio corpo, nella propria casa, nel proprio tempo. Accade di sentire estranee persone che dovrebbero essere familiari, quelle che abbiamo intorno da sempre. Marianna, in questo romanzo, scopre che il proprio talento – scrive versi da quando era bambina – non è un vantaggio, ma un ostacolo. È donna, intanto: in una Sicilia – la sua città di Noto, bella e dolente – che osserva con sospetto le sue ansie di libertà. L’Italia è ancora il cantiere faticoso del Risorgimento: un tempo carico di attese, di molte speranze destinate a infrangersi. Maria Lucia Riccioli si inabissa in questo secondo Ottocento siciliano riafferrandone i dettagli, le atmosfere, il senso di qualcosa – un progetto, un ideale – che, sul punto di compiersi, si perde. E si affida a una piccola, straziante storia vera: quella di Mariannina Coffa, che insegue con ostinazione il suo sogno di poetessa e di donna libera. Mariannina legge, scrive, cerca di entrare in dialogo con un mondo intellettuale che un po’ la ammira, un po’ ne diffida. Mariannina si innamora: di un giovane maestro di pianoforte. Ma il suo destino è scritto: un padre e una famiglia nemica hanno già deciso per lei, dovrà sposare un possidente terriero. Mariannina, ostaggio della sua stessa vita, non si arrende: continua a scrivere, a cercare. Fugge via dal marito. Non rinuncia a niente di sé, anche se il cammino è duro. Maria Lucia Riccioli la segue passo per passo, giorno per giorno, mentre una pioggia nera si accanisce su Noto e sulle illusioni. I libri, i versi, la musica, nuovi spazi e possibilità del pensiero. Con una prosa elegante, ricca di intarsi, spesso poetica, Ferita all’ala un’allodola ci porta fino al punto in cui il dolore e l’ingiustizia possono spezzare la forza di volontà e la fedeltà a sé stessi. Pur di restare ciò che davvero e intimamente sente di essere, Mariannina corre tutti i rischi: con un coraggio, una vitalità che, facendo resistenza a un mondo vecchio, ottuso, prepotente, cominciano a cambiarlo.

* * *

di Luigi La Rosa

Quella di Mariannina Coffa – netina per natali ma affratellata all’universale per vocazione e libertà di spirito – rappresenta una delle parabole umane ed esistenziali più drammatiche e interessanti di tutto il Risorgimento italiano.
Poeta tormentato e altamente civile, sensibile agli afflati della giustizia sociale e della modernità, artista eclettica, corrispondente vivace delle maggiori voci del suo tempo, femminista, spiritista ma prima d’ogni cosa donna e patriota, la Mariannina che vien fuori dalle pagine di questo romanzo si lascia leggere e interpretare alla luce di un assoluto nitore letterario e storiografico.
La fuga dai rigidi schemi famigliari, gli strazi della maternità, l’amore negato, la solitudine e la passione politica sono solo alcuni degli aspetti di una vicenda che ha del leggendario. Nell’assecondare le pieghe del racconto e le verità del personaggio la scrittura di Maria Lucia Riccioli ne restituisce lo splendore evocativo, insieme alla genialità ribelle e dolorosa e alla statura indiscutibilmente intellettuale.
Sullo sfondo del racconto, i giorni tumultuosi ed emozionanti dell’Italia nascente, consapevole del proprio coraggio e disposta a lottare per il diritto all’identità. Un libro intimo e struggente sulle necessità del genio e della Storia, ma non meno attento, non meno sensibile alle motivazioni poeticissime del cuore. In una parola: bellissimo.

* * *

 

Maria Lucia Riccioli, nata il 18 settembre 1973 nella città di Archimede, Santa Lucia e Vittorini, insegna Lettere negli Istituti superiori.
Scrive da sempre, in dialetto siciliano e in lingua, in versi e in prosa: aforismi, fiabe, novelle, racconti.
È stata semifinalista al II Campionato nazionale della lingua italiana condotto da Luciano Rispoli (TMC).
Ha partecipato a varie rassegne e concorsi (tra cui Volo Rapido e Tiro Rapido Porsche, Roma Noir eCarabinieri in giallo 4, primo premio con pubblicazione nei Gialli Mondadori) e alcuni dei suoi lavori sono apparsi su quotidiani, riviste ed antologie.
Ha frequentato i corsi di scrittura creativa tenuti da Silvana La Spina, Claudio Fava e  Luigi La Rosa.
“Ferita all’ala un’allodola” (Perrone Lab, Roma 2011) è il suo primo romanzo, insignito del Premio “Portopalo – Più a Sud di Tunisi” e apprezzato da pubblico e critica.
Scrive, tra gli altri, sui noti siti letterari “Letteratitudine” e “Letteratu” e cura il blogwww.marialuciariccioli.wordpress.com.

© Letteratitudine

https://letteratitudinenews.wordpress.com/2013/09/30/mariannina-coffa/

Ricordiamo la poetessa Mariannina Coffa (Noto, 30 settembre 1841 – Noto, 6 gennaio 1878) nell’anniversario della nascita proponendo il romanzo a lei dedicato da Maria Lucia Riccioli intitolato “Ferita all’ala un’allodola” (L’Erudita edizioni)

Gli interventi di Lia Levi, Paolo Di Paolo e Luigi La Rosa – Il dibattito su LetteratitudineBlog – L’intervento dell’autrice a “Letteratitudine in Fm“

Nota dell’autrice (2011-2013)

di Maria Lucia Riccioli

Rieditare un libro vuol dire spiegare le ragioni di un viaggio. L’imbarcarsi per nuovi lidi, nuove interpretazioni. Verso nuovi lettori.
Un romanzo è la storia di un incontro.
Mariannina Coffa ed io ci siamo sfiorate, incrociate. Tra i corridoi del Liceo “Matteo Raeli”. Tra i vicoli e le inferriate di
Noto e Ragusa. Tra marmi, versi e scartafacci d’archivio. Tra le note di spartiti belliniani e verdiani. Per poi incontrarci in queste pagine, intrise delle suggestioni di un’epoca amata e studiata in letteratura e in storia.
Anni di ricerche, di stesure e riscritture, di scoramenti e illuminazioni.
Poi, come per tutte le creature, anche quelle fatte di fogli, arriva il momento di spiccare il volo.
“Ferita all’ala un’allodola” ha viaggiato tra Noto e Siracusa, a Militello, a Catania, Acireale, Raffadali. Al Festival della Letteratura di Sciacca. A Palermo. A Portopalo, più a sud di Tunisi. A Roma.
Nelle librerie, tra i banchi delle scuole, in sale e palazzi. In una chiesa. Nei regni del virtuale.
Conservo. Inviti e sorrisi, commenti e petali di fiori. Complimenti e perplessità, domande curiose e recensioni. Fotografie. Video e commenti su Internet. La storia dell’accoglienza di un libro passa attraverso canali prevedibili e insoliti insieme, vecchi e nuovi.
Perché rieditare questo romanzo, quando ormai sono sopiti gli entusiasmi per il centocinquantesimo compleanno della nostra difficile unificazione?
Il libro è uscito nel 2011, ma non è stato solo un lavoro d’occasione.
La stagione risorgimentale è una questione quanto mai aperta. Eppure questo ancora non basta.
Mariannina Coffa è una siciliana, una poetessa, una donna. E le ragioni di una vita – pur essendo l’esistenza della poetessa e patriota netina un volo dalla breve parabola – non possono esaurirsi in un percorso pur lieto qual è stato finora quello del mio romanzo.
Rieditarlo vuol dire ripensare all’incontro fra una donna del 1860 e una degli anni Duemila.
Percorrere dedali di scale e portoni, compulsare scaffali per seguire Mariannina Coffa, interrogarla, leggere la sua vita attraverso la mia e la mia attraverso la sua, scandagliare il senso di una stagione politica esaltante e complessa vuol dire ripiegarsi all’indietro per capire e cercare nel passato altre chiavi di lettura del presente. Della condizione delle donne oggi, specie delle artiste. Della Sicilia e dell’Italia odierna, figlie di quella stagione come le scrittrici lo sono di Mariannina e di tutte le altre che la Storia ci ha consegnato o ha spazzato via.
Il mio approccio – coincidenza? serendipità? – è stato all’inizio conoscitivo ma poi è divenuto sentimentale, adesione pietosa al personaggio che è stato ed è persona – quanto mi è pesata la responsabilità di ridarle voce! – , restituzione di un’esistenza che ha ancora da dire.
E poi: lavoro sul linguaggio, che è la forma delle cose, non semplice involucro di parole. Libretti d’opera, italiano d’archivio, dialetto, versi, proclami, tutto il mio amore per la letteratura sono confluiti nella partitura di questo romanzo. Scriverlo è stato musicare la Storia. Darle ritmo e melodia utilizzando tutta la gamma delle sonorità di cui sono stata capace.
E adesso lo riconsegno al pubblico, con una trepidazione simile e diversa insieme rispetto a due anni fa.

* * *

Maria Lucia Riccioli, nata il 18 settembre 1973 nella città di Archimede, Santa Lucia e Vittorini, insegna Lettere negli Istituti superiori.
Scrive da sempre, in dialetto siciliano e in lingua, in versi e in prosa: aforismi, fiabe, novelle, racconti.
È stata semifinalista al II Campionato nazionale della lingua italiana condotto da Luciano Rispoli (TMC).
Ha partecipato a varie rassegne e concorsi (tra cui Volo Rapido e Tiro Rapido Porsche, Roma Noir eCarabinieri in giallo 4, primo premio con pubblicazione nei Gialli Mondadori) e alcuni dei suoi lavori sono apparsi su quotidiani, riviste ed antologie.
Ha frequentato i corsi di scrittura creativa tenuti da Silvana La Spina, Claudio Fava e  Luigi La Rosa.
“Ferita all’ala un’allodola” (Perrone Lab, Roma 2011) è il suo primo romanzo, insignito del Premio “Portopalo – Più a Sud di Tunisi” e apprezzato da pubblico e critica.
Scrive, tra gli altri, sui noti siti letterari “Letteratitudine” e “Letteratu” e cura il blogwww.marialuciariccioli.wordpress.com.

© Letteratitudine

https://letteratitudinenews.wordpress.com/2012/09/16/premio-piu-a-sud-di-tunisi-2012/

Ufficializzati i vincitori della VII edizione del Premio Nazionale di Giornalismo, Saggistica e Letteratura “Più a sud di Tunisi”, che si svolge a Portopalo di Capo Passero, borgo marinaro siciliano, in provincia di Siracusa, collocato geograficamente al di sotto del parallelo della capitale tunisina. Un appuntamento incentrato sul giornalismo, la saggistica e la narrativa di qualità. Tra i temi scelti quest’anno spiccano un reportage sulla tragica campagna italiana in Russia della seconda guerra mondiale, la lotta alla pedofilia, il binomio tra calcio e giornalismo d’inchiesta e l’integrazione degli immigrati. Il Premio è patrocinato dalla Provincia Regionale di Siracusa, dal Comune di Portopalo e dalla Camera di Commercio di Siracusa.
Nella categoria “Giornalismo” il premio è andato a Pino Scaccia. L’inviato speciale del Tg1 Rai è stato premiato per il libro “Lettere dal Don” (Rai Eri), reportage nei luoghi della tragica “Campagna di Russia” della seconda guerra mondiale, dove migliaia di soldati italiani persero la vita, a settant’anni da quei tragici eventi. Il comitato organizzatore del Premio – composto da operatori del mondo della comunicazione (giornalisti, editori, webmaster, scrittori e documentaristi) – ha attribuito due riconoscimenti nella sezione “Saggistica”: a don Fortunato Di Noto per “Abbiamo ritrovato la vita” (San Paolo), un libro drammatico ma pieno di speranza sulle piccole vittime dei pedofili, ed aMaurizio Martucci, autore del libro “Non scherzo” (Eraclea Libreria Sportiva), meticolosa inchiesta sulla tragica morte del calciatore italiano Luciano Re Cecconi nel gennaio del 1977.

Maria Lucia Riccioli – con il libro “Ferita all’ala un’allodola” (Lab), incentrato sulla vita della netina Mariannina Coffa (poetessa e artista, personaggio di rilievo del Risorgimento Italiano) – e Michele Giardina – con “Un uomo di Borgata” (Prova d’Autore), romanzo sul tema dell’immigrazione, della solidarietà e dell’integrazione dei migranti – sono i vincitori della sezione “Frammenti Letterari”.

Le menzioni speciali “Capo Passero” sono andate al giornalista Alfio Di Marco (per un ampio reportage sul faro “Cozzo Spadaro” di Portopalo pubblicato sul quotidiano La Sicilia) ad Andrea Rebolino – (conduttore della trasmissione web-radiofonica “Librando”, su Dimensione Radio SR) e alla docente Silvana Scrofani (per un saggio incentrato sulla violenza sulle donne).

Tra i vincitori delle precedenti edizioni del “Più a sud di Tunisi” spiccano i nomi di Giulio Albanese, Alfio Caruso, Claudio Monici, Maurizio Di Schino, Nello Scavo, Vincenzo Grienti, Felice Cavallaro e Sandro Petrone. La cerimonia di consegna si svolgerà sabato 13 ottobre 2012 – con inizio alle ore 21 – al Teatro Comunale “Gozzo” di Portopalo (Siracusa).

fonte: SiracusaNews

–

© Letteratitudine

https://letteratitudinenews.wordpress.com/2014/11/03/mariannina-coffa-di-marinella-fiume/

MARINELLA FIUME
ci racconta
MARIANNINA COFFA (la poetessa, il nuovo libro, il convegno)

Il 7 e l’8 novembre 2014, a Noto, il convegno “Mariannina Coffa: sguardi plurali” (a fine post, la locandina relativa all’evento)

Mariannina Coffa, la donna inquieta, l’intellettuale antesignana, la poetessa visionaria

di Marinella Fiume

Mariannina Coffa Caruso (1841-1878) – la “Saffo”, la “Capinera di Noto” – è una poetessa vissuta negli anni cruciali tra le battaglie risorgimentali e l’assestamento del nuovo Stato unitario. La sua vicenda umana, per certi versi comune a tante borghesi dell’Ottocento – e non solo in Sicilia – si evolve in chiave originale attraverso il contatto con filoni di pensiero riconducibili alla Massoneria, al Magnetismo o Mesmerismo animale, al Sonnambulismo, allo Spiritismo, al Raffaellismo, all’Omeopatia. Attraverso una ricostruzione accurata dei codici culturali e simbolici del contesto e la lettura integrale del suo ricco Epistolario custodito presso la Biblioteca “Principe di Villadorata” di Noto (SR), è possibile seguirne le tracce private e pubbliche che, insieme a uno spaccato inedito della Sicilia di quegli anni, ci restituiscono il dramma esistenziale e le progressive tappe della presa di coscienza di una donna inquieta, di una poetessa visionaria, di un’intellettuale antesignana che affida a una protesta metafisica la possibilità di un riscatto e di una realizzazione personale, in un’epoca alle soglie della scoperta dell’inconscio.
A Noto (Siracusa), il 30 settembre 1841, dall’avvocato Salvatore Coffa Ferla di accesi spiriti antiborbonici ed esiliato a Malta dopo i fatti del ‘48 insieme a Matteo Raeli, futuro Ministro dell’Italia unita, e da donna Celestina Caruso, nasceva Mariannina. La sua era tra le più illustri famiglie della borghesia delle professioni, di spicco per meriti culturali tanto per ascendenza paterna che materna: il nonno materno, Giuseppe Caruso Olivo, era medico, l’avo paterno, Giuseppe Coffa, segretario dell’Accademia dei Trasformati, latinista e dilettante scrittore di teatro. In questo vivace ambiente liberale dominato dalla cultura e dalla sociabilità massoniche, di quella Noto che doveva essere ancora per pochi anni capovalle prima che il titolo andasse a Siracusa, si svolge l’infanzia della “sensitiva” Mariannina.
Dà segni precoci di vocazione poetica e a dieci anni frequenta il Collegio laico Peratoner di Siracusa, dove apprende i primi rudimenti di versificazione da Francesco Serra Caracciolo. Nel 1852, gli viene affiancato come precettore, a Noto, l’intransigente sacerdote Corrado Sbano che guida sapientemente le sue letture e disciplina il suo estro.
Un primo saggio di poesie scritte a dodici anni è pubblicato a Siracusa nel 1855; un altro, a cura di parenti e amici, vede la luce a Noto nel 1859. Il successo che arride a questi volumetti e la fama che viene acquistando le meritano diplomi di varie Accademie italiane e straniere, come quella di Scienze e Lettere di Parigi.
Dal 1855 al 1859, seppur senza continuità, le vengono impartite lezioni di piano dall’avvenente Ascenzio (o Ascenso, come lei ama chiamarlo) Mauceri, drammaturgo e musicista di belle speranze, che ha studiato al Conservatorio di Napoli, liberale del circolo di Matteo Raeli e suo protetto.
L’amore sboccia spontaneo tra questi due figli del secolo, appassionati del melodramma e di Byron, entrambi soci della rinomata Accademia netina dei Trasformati e frequentatori degli stessi salotti, dove la poetessa è ricercata, fanciulla, per l’ispirata vena improvvisatrice, assai in voga in quegli anni.
La formale promessa di matrimonio fatta dai Coffa ad Ascenso – da cui ci si aspettava un glorioso futuro di drammaturgo, come dimostrava l’apprezzamento ai suoi Drammi da parte di molti intellettuali siciliani ed anche fiorentini – non viene rispettata dalla famiglia di lei ,che preferisce un più vantaggioso matrimonio di convenienza col proprietario terriero ragusano Giorgio Morana.
Già nel ‘59 entra nella vita della poetessa il democratico magnetista e omeopata originario di Augusta, dott. Giuseppe Migneco che, chiamato a Noto per la cura efficacemente messa a punto delle epidemie di colera, dopo il suo ritorno dall’esilio comminatogli su denuncia del Tribunale dell’Inquisizione, è ospite in casa Coffa. Quella sera Mariannina sperimenta gli effetti di quel “sonnambulismo indotto” e quelle tecniche estatiche che approfondirà in seguito e le cui visioni canterà nella produzione poetica successiva alla prima stagione patriottica.
Le lettere di Mariannina al precettore, ai familiari, agli amici e ai conoscenti, ma particolarmente l’Epistolario amoroso ricostruiscono il rapporto con Ascenso dagli anni del fidanzamento al 1872, anno in cui l’uomo decide di interrompere bruscamente e senza un’apparente ragione la relazione epistolare. Le lettere ad Ascenso e le altre al precettore, ai familiari, agli amici e ai conoscenti, scritte dopo che la poetessa è divenuta la Signora Morana, una mal mariée come tante aristocratiche e borghesi della Sicilia del XIX secolo, descrivono l’inferno domestico nella sua casa di Ragusa, in quella città fredda ed emarginata dell’interno dell’isola, accanto a un marito succube del padre, un suocero rozzo e violento che le rimprovera l’esiguità della dote, le apre la corrispondenza e le vieta la scrittura perché “rende le donne disoneste”, a delle cognate da cui non può attendersi comprensione. Una quotidianità fatta di pesanti incombenze domestiche, di mal tollerate e ravvicinate gravidanze che minano il suo gracile fisico, di malattie e mortalità dei figli, ma fatta anche dell’angosciante senso di colpa per aver ceduto al volere dei genitori quel fatidico 8 aprile 1860.
L’ineluttabilità della separazione, l’invito alla realtà presente, l’orgoglio ferito restano invece il tasto preferito nelle sue lettere da Ascenso, che non le perdonerà mai quel cedimento e il suo debole carattere, mentre cercherà di ricondurre il dialogo ai temi impersonali della conversazione tra amici e intellettuali.
Nel 1864, in occasione di una grave malattia che porterà alla morte una figlioletta, l’insofferente coscienza del presente e la drammatica impotenza a cambiare una vita non scelta esploderanno nella “crisi isterica con estasi e sognazione spontanea”, che il medico ragusano Filippo Pennavaria descrive nel “caso clinico”.
L’anno precedente veniva pubblicata a Torino la terza raccolta di Canti a cura dell’ammiratore avvocato Michele Bertolami, altre poesie compaiono sparse in vari periodici.
I rapporti tra la poetessa e il medico omeopata e magnetista dott. Migneco riprendono dopo il matrimonio di lei: gli si rivolgerà per la salute dei figli, dopo che la medicina allopatica gliene avrà “uccisi due”, ed egli li curerà a distanza con rimedi omeopatici. A lui e alle sue metodiche del magnetismo animale e dell’omeopatia affiderà anche la salute propria, quando la malattia del corpo e della psiche si aggraverà, facendosi accompagnare dal marito nella casa di Catania del medico e risiedendovi alquanti giorni. Alle dottrine del “sapiente maestro”, cui dedicherà un’Ode, affiderà l’ultima possibilità di “protesta metafisica”, di redenzione e sublimazione del dolore e di conseguimento di una improbabile felicità. Il magnetismo fu infatti, non solo un nuovo modo di guarigione individuale, ma una speranza di palingenesi socio-politica e di rivendicazione di un nuovo protagonismo delle donne. Diverrà socia di numerose società occultiste magnetiche, “spirituali” e teosofiche, in Italia e all’estero, come la “Società magnetica d’Italia” con sede a Bologna e quella “Società Elorina” fondata a Noto dal dott. Lucio Bonfanti, vecchio democratico, medico omeopata e referente netino del Migneco.
La svolta, forse non imprevista, aprirà una nuova stagione poetica che veicolerà nella produzione di questi anni un fitto simbolismo esoterico, inedito nel panorama letterario tardo-romantico italiano: scriverà in stato “d’estasi magnetica” poesie visionarie e profetiche.
Si aprirà, così, l’ultima fase della vita della donna, quella della coscienza e di un’autonomia recuperata proprio a causa della malattia, nella quale, contro la volontà della famiglia e nell’indifferenza del marito, si allontanerà da Ragusa per farsi curare a Noto dal dott. Lucio Bonfanti, il vecchio democratico del ‘60, nemico del moderato Coffa e dei medici allopatici a lui vicini; scriverà parole di odio contro i genitori e i loro “ipocriti” amici, dichiarerà la volontà di divorziare dal marito, si rassegnerà a vivere lontano dai figli, finirà i suoi giorni nella miseria, nell’inedia e nell’abbandono, assistita solo dalle cure del Bonfanti e di pochi altri amici.
Un’estrema lucida coerenza le fa concludere i suoi giorni, a 36 anni, non col perdono, ma con un lucido desiderio di vendetta. E se il Comune non avesse decretato il lutto cittadino e i pubblici funerali, alla sua morte, avvenuta all’alba del 6 gennaio 1878, la “capinera di Noto” sarebbe stata sepolta nella bara dei poveri. Ai funerali, nessuno della famiglia ragusana.
La seguirà nella tomba, l’8 febbraio dello stesso anno, il padre, mentre il Migneco morirà a Catania il 1 febbraio 1884 e Ascenso Mauceri, Preside del Liceo di Noto e marito mancato della poetessa, che curerà la pubblicazione postuma di un volume di sue poesie, il 13 aprile 1893. Il medico omeopata Lucio Bonfanti, che assistette pietosamente la poetessa morente, si spegne in ombra nel 1880.

* * *

voglio il mio cieloIl libro

Il nuovo libro edito da Bonanno, appena approdato nelle librerie, Voglio il mio cielo. Lettere di Mariannina Coffa al precettore, ai familiari, agli amici, è diviso in due parti: la prima, di Marinella Fiume, è un saggio critico sul contesto politico e culturale, le vicende biografiche e la poesia della netina; la seconda, scritta con Biagio Iacono, comprende tutto il corpus delle lettere scritte dalla Nostra al precettore, canonico Corrado Sbano, ai familiari e agli amici, praticamente per tutto il corso della sua breve vita. Un vero e proprio scoop è l’ultimo capitolo: “Il giallo dei manoscritti scomparsi” nel quale, attraverso documenti inediti dell’Archivio di Stato di Noto, si ricostruiscono gli eventi subito dopo la morte della poetessa, con la scomparsa degli scritti che ci sottraggono opere probabilmente pregevoli della Nostra, e la lite giudiziaria tra il medico curante, l’omeopata dott. Lucio Bonfanti – che pretende il pagamento delle cure e dei prestiti fatti alla poetessa abbandonata dai familiari nei mesi che preludevano alla morte – e il vedovo Giorgio Morana – che accusa il medico di averla fatta morire per l’uso di un sistema di cura non riconosciuto dalla medicina allopatica.

* * *

Il Convegno

Il Sindaco del Comune di Noto Corrado Bonfanti e l’Assessore alla Cultura Cettina Raudino, riconoscendo l’alto valore della poesia della Coffa, orgoglio del Campanile e testimonianza di una figura esemplare di donna, di un’intellettuale precorritrice dei tempi – e perciò all’epoca non sempre compresa-, la onora con un importante Convegno che si terrà a Noto tra il 7 e l’8 novembre e che vedrà la partecipazione di studiosi ed esperti di fama nazionale: dal prof. Santi Fedele dell’Università di Messina, che inquadrerà storicamente la figura, al prof. emerito Nicolò Mineo, che relazionerà sulla sua Poetica, alla prof. Maria Conforti dell’Università la Sapienza di Roma, che relazionerà sulla Medicina in Italia e in Sicilia nell’Ottocento, alla prof. Ida Fazio, dell’Università di Palermo, che inquadrerà la figura della Coffa nell’ambito degli studi di Storia di genere. Saranno presenti anche studiosi locali della poetessa, come Stefano Vaccaro, Angelo Fortuna, Enzo Papa, Salvatore Martorana, Maria Lucia Riccioli e Paola Liotta. Non mancherà il momento della drammatizzazione e della musica: la prima affidata a Lucia Sardo e a Donatella Liotta per la regia di Beppe Rosana, la seconda a Carlo Muratori. Il Convegno, dal titolo “Sguardi Plurali”, ad indicare la pluralità di approcci per la comprensione a tutto tondo della donna e della poetessa, una due giorni che si svolgerà nelle prestigiose cornici barocche di Palazzo Impellizzeri e di Palazzo Trigona, è stato organizzato da un Comitato scientifico presieduto dall’infaticabile Assessore Raudino e formato, oltre che da studiosi locali, dalla direttrice della Biblioteca civica “Principe di Villadorata” di Noto, Carmen Tiralongo e dalla responsabile dell’Archivio di Stato di Noto Giuseppina Calvo. A corredo del Convegno, una preziosa mostra di inediti tratti dall’Archivio di Stato, dalla Biblioteca comunale e dal Museo delle carte, dal titolo “Mariannina Coffa: la coscienza della donna, la maturità della poetessa”, inaugurerà i lavori.

https://marialuciariccioli.files.wordpress.com/2014/10/mariannina-sguardi-plurali-programma.jpg?w=678&h=710

© Letteratitudine

Se ne parla anche nel sito della SIL, la Società Italiana delle Letterate.

http://www.societadelleletterate.it/2014/10/convegno-su-mariannina-coffa/

Copertina-Incizine1

La volanzine con l’incipit di FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA.

Opere finaliste KAOS 2014

KAOS FESTIVAL e le opere finaliste, tra cui FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA.

DSC04612

Io al KAOS FESTIVAL.

Mariannina e Angelo

L’angelo del monumento alla poetessa…

Scrivere non è un mestiere per donne

La copertina del volume con un’intervista fattami da Laura Costantini e la citazione degli scritti della Coffa.

DSC04866

Recensione su LA CIVETTA DI MINERVA (grazie ad Alessandra Privitera)

invito fildis riccioli (1)

L’evento FILDIS TEOCRITO.

Un tè con l'autore

Il tè con l’autore a cura di Paola Liotta…

Carlo Muratori e Mariannina Coffa 4 marzo 2016

Carlo Muratori alla Biblioteca dei Cappuccini con la raccolta postuma della poetessa.

Mariannina Coffa ANDY WARHOL 14 febbraio 2014

SEMAFORO ROSA.

20150301_162728[1]

Ricordo della splendida presentazione modicana.

https://www.youtube.com/results?search_query=maria+lucia+riccioli

Qui trovate i booktrailer e l’intervista di Vincenzo Rosana oltre ad altro materiale sui miei libri e le mie attività.

Molti altri ricordi sono presenti in rete e soprattutto nel mio cuore.

Ringrazio presentatori, relatori, recensori… e soprattutto i miei venticinque lettori.

IL TREKKING DEI POETI E SCRITTORI PER PIAZZE DI NOTO
Ieri sera (venerdì 26 agosto 2016) come al solito con tanta bellezza e creatività abbiamo realizzato con intervento di poeti e scrittori di più città della Sicilia la sesta edizione di “Poeti e scrittori del Val di Noto a confronto”. In questo video del gen. Piero Mandia l’inizio della manifestazione in Piazza XVI Maggio. Seguono altri video di Valentina Spallino.

Libri diversi in diversi libri…

02 domenica Lug 2017

Posted by mlriccioli in Eventi culturali, Letteratura, Musica

≈ Lascia un commento

Tag

#trekking, al-Mu'tamid, Alessio Di Giovanni, Annamaria Piccione, Antonella Monica, associazione Aliantide, Associazione culturale Aliantide, Beatrice Monroy, Biagio Iacono, Cafè de Flore, Caffè Letterario Salvatore Quasimodo, Carlo Sorgia, Casa del Libro Rosario Mascali, Centonove, Chiesa di Santa Lucia al Gonfalone, Ciao Libri, Ciccio Urso, Controparola, Corrado Carbè, Corrado Denaro, Dacia Maraini, Danilo Pistone, Domenico Pisana, Elena Doni, Ferita all'ala un'allodola, FIDAPA, Fildis Teocrito, Flannery, Frammenti letterari, Franca Cavallo, Francesco Urso, Giovanni Fronte, Historica edizioni, I Festa del Libro di Siracusa, Ibn Hamdis, Il Maggio dei Libri, Inchiostro e anima, InciZine – Regalami un incipit, Intorno a Voglio il mio cielo – La scoperta di un inedito sulla Coffa, Istituto Brunelleschi, Istituto comprensivo “Paolo Orsi”, Istituto Lombardo Radice, Kaos festival di Montallegro, Konrad, L'Erudita Editrice, La carovana degli artisti, La Nuova Sesia, La Repubblica, La Sicilia, Laura Costantini, Le Cuspidi, Leima edizioni, Letterando InFest, Letteratitudine, Libreria Editrice Urso, Libreria Modusvivendi, Liceo “M.F. Quintiliano”, Liceo “Matteo Raeli”, Lighea, Liliana Calabrese, Loredana Faraci, Lucia Corsale, Luigi La Rosa, Luisella Pacco, Maria Lucia Riccioli, Maria Rita Pennisi, Mariannina Coffa, Mariannina Coffa Caruso, Mariannina e le altre, Marinella Fiume, Matteo Raeli, Mia Vinci, Navarra Editore, Noto, Noto per Mariannina, Perrone Lab, Piazza XVI Maggio, Piero Mandia, Poesia, Poeti e scrittori del Val di Noto a confronto, POST SCRIPTA, Premio Portopalo - Più a Sud di Tunisi, RAI, Remo Bassini, Salvatore Conti, Salvatore Di Pietro, Sciacca, Scripta volant, Scrivere? Non è un mestiere per donne, Semaforo Rosa, Sguardi plurali, Simona Lo Iacono, Società Italiana delle Letterate, Stefano Cintoli, Stefano Palumbo, Tempo solidale, Tutto su Noto, Una marina di libri, Valentina Spallino

http://ciaolibri.it/2017/06/30/libri-di-versi-in-diversi-libri-20172018/#comment-3

GIUGNO 30, 2017 DI MIA

LIBRI DI-VERSI IN DIVERSI LIBRI 2017/2018

I POETI SON TORNATI…

Amanti della poesia! Voglio presentarvi un concorso molto interessante a cui potete partecipare e di cui io stessa ho cari ricordi: “Libri di versi in diversi libri”, realizzato dall’editore Francesco Urso, responsabile della Libreria Editrice Urso di Avola, in provincia di Siracusa.

Libri di-versi in diversi libri

…è un concorso letterario internazionale di lingua italiana, ormai giunto alla settima edizione e che ha avuto molto successo grazie alla collaborazione di molti poeti e al passaparola! …e soprattutto grazie all’ingrediente principale: l’Amore per la poesia!

Ecco il link per leggere il regolamento:

Regolamento Libri di-versi in diversi libri edizione 2017/2018

Vi invito a partecipare, avete tempo fino al 31 luglio! E gli autori selezionati in finale, riceveranno in regalo una copia della loro raccolta poetica! Non è stupendo veder vivere le proprie poesie? e respirarne il profumo tra le pagine?

Ecco qui la raccolta delle copertine “a sorpresa” realizzate dall’editore in base alle emozioni suscitate dalle raccolte poetiche dei singoli autori.

Una più bella dell’altra, ed è stata una piacevole sorpresa vedere il mio libro tra i selezionati!

Vi mostro la copertina della mia raccolta poetica:

Partecipare è stata una bellissima esperienza, confrontarsi con altri poeti, conoscere la loro poesia e la loro anima variopinta di emozioni è qualcosa di unico e imperdibile, vi racconto la magnifica giornata che ho trascorso…

Poetare per le vie di Noto è stata un’esperienza molto suggestiva, Libri di-versi in diversi libri, non è soltanto un concorso di poesia che mira a pubblicizzare editore autore e poesie, ma è un concorso che porta a spasso l’Anima tutta, interamente, ed il poeta stesso, è un concorso che abbraccia pienamente il cuore e la persona rendendola piena. Tra le vie del paese, location barocca incantevole: Noto, il poeta ritrova se stesso e vive magiche emozioni circondato di luce che avvolge e riscalda.

L’incontro tra poeti ed editore è avvenuto presso la Porta Reale:

Qui ho conosciuto poeti di tutta Italia e qui ha avuto inizio il percorso poetico barocco.

Prima tappa è stata la chiesa dell’Immacolata, dove, con gli amici poeti, abbiamo sostato leggendo poesie e dialogando con il gentilissimo prete della chiesa che ci ha accolto.

Dopo aver letto poesie presso la Chiesa dell’Immacolata, abbiamo ripreso il cammino lungo il Corso Vittorio Emanuele:

Fino ad arrivare dinnanzi al gioiello barocco per eccellenza: la Cattedrale! O Duomo di San Nicolò.

Qui abbiamo reso omaggio al Santo Patrono della città: San Corrado Confalonieri, leggendo poesie di devozione all’interno del Duomo.

Tra Duomo e Municipio, abbiamo continuato a poetare, complice un’atmosfera barocca meravigliosa, un clima primaverile e persone stupende dall’animo sensibile.

Il percorso poetico è terminato presso piazza XVI Maggio, immersi nel barocco tra il teatro e la chiesa di San Domenico:

E la premiazione dei primi tre classificati è avvenuta in un locale di Avola, comune vicino Noto, dove la poesia è stata omaggiata ancora ed ogni libro presentato.

Ad accompagnare la manifestazione poetica, la splendida voce di Liliana Calabrese, moglie dell’editore Francesco Urso:

Il vincitore del concorso, primo classificato, è stato Carlo Sorgia:

Ecco qui la copertina della raccolta poetica vincente:

E conclusosi l’edizione 2016/2017 dedicata al poeta scomparso Salvatore Di Pietro, è stata inaugurata la nuova:  edizione 2017/2018 dedicata al poeta, recentemente scomparso, Corrado Carbè.

Per partecipare, riporto il link con il regolamento:

Regolamento Libri di-versi in diversi libri 2017/2018

Di poetare non si smette mai, perché la poesia è respiro continuo del mondo, respiro del quotidiano vivere, e partecipare a questo concorso come poetessa è stata una bellissima esperienza perché resta nel cuore il ricordo di una incantevole giornata e lo sguardo indimenticabile di chi è poeta nell’Anima. Conoscere poeti di tutta Italia, respirare la loro arte, venire a conoscenza delle loro tradizioni, della storia della loro terra, delle loro passioni, non c’è nulla di più emozionante che questo vivere!

Parteciperò ancora perché poetare è un continuo commuoversi dell’Anima.

Vi riporto un articolo scritto dalla docente e scrittrice Maria Lucia Riccioli, sulle due giornate conclusive del concorso, pubblicato sul giornale quindicinale “La Civetta di Minerva” del 24 Marzo 2017 :

Fatevi avanti poeti, questo è il nostro tempo, armiamoci di carta penna e tastiera, e viviamo!

Link concorso:

Regolamento Libri di-versi in diversi libri 2017/2018

Ringrazio tutti voi poeti, l’editore Urso, ed il fotografo Flavio Casoni per aver acconsentito gentilmente all’utilizzo delle sue foto.

Ho riportato un bel post tratto dal blog – nato recentissimamente – di Mia Vinci, che ringrazio per aver riportato il mio articolo scritto per LA CIVETTA DI MINERVA proprio per l’occasione (il blog si chiama CIAO LIBRI perché… leggere è salutare!)

Ecco altro materiale sul rapporto tra me, Liliana Calabrese e Ciccio Urso e il gruppo dei poeti che si riconosce nelle loro iniziative di promozione della poesia come utopia ed esperienza compartita…

PER IL PIACERE DI INTRODURRE POESIA NEL QUOTIDIANO
In questo video di Valentina Spallino l’intervento della poetessa e scrittrice Maria Lucia in Piazza XVI Maggio a favore della poesia e a testimoniare, come fa da sempre, il suo amore e interesse per Mariannina Coffa. Sullo sfondo, a destra del video il candido busto marmoreo di Mariannina assiste all’evento.
Il trekking di poeti e scrittori per piazze di Noto si svolgeva venerdì 26 agosto 2016, per la sesta volta, nel venerdì della Festa netina di San Corrado.
Come ogni anno, senza costi per la comunità e senza quote di adesione per i partecipanti siamo giunti alla sesta edizione di “Poeti e scrittori del Val di Noto a confronto”.
Con tanta bellezza, creatività – e assolutamente senza programmazione di nulla – e ci viene da aggiungere, senza uomini di potere, o “personaggi” dell’establishment culturale, abbiamo realizzato con intervento di poeti e scrittori di più città della Sicilia un evento da ricordare per la sua originalità.
Seguono altri video di Valentina Spallino nella nostra playlist: https://www.youtube.com/playlist?list…

Per saper di più:http://www.libreriaeditriceurso.com/p…

Sei poeta o scrittore e vuoi prenotarti per una successiva manifestazione?
Contattaci in info@libreriaeditriceurso.com

Bella esperienza… una serata poetica itinerante e perfettamente informale com’è nello stile di Liliana Calabrese, tra l’altro magnifica performer, e Ciccio Urso, infaticabili promotori di poesia…

https://www.facebook.com/giusy.ferrante.18/videos/1418454274834564/ (video della performance di Giusy Ferrante, palermitana)

Io ho avuto il piacere e l’onore di parlare di Mariannina Coffa in piazzetta Ercole (Piazza XVI maggio) davanti al busto del Niccoli, spiegando le lapidi e i monumenti legati alla poetessa e al nostro Risorgimento; dopo un’altra sosta presso la Cattedrale, ai piedi della scalinata della Chiesa di San Francesco all’Immacolata – di cui serbo un ricordo speciale perché ebbi modo anni fa di cantarvi – ho letto alcuni versi della Coffa dedicati a San Corrado Confalonieri, patrono di Noto… naturalmente ho anche letto qualche passo del mio romanzo FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA dedicato alla figura della poetessa e patriota netina.

Ricevo e pubblico… grazie a Ciccio e Liliana Urso per il loro entusiasmo e il loro amore per la poesia!

POETI E AMANTI DELLA POESIA
PARTECIPATE…
Non aspettatevi inviti personali o particolari sollecitazioni! Da noi si partecipa liberamente, e se si vuole! E, soprattutto, senza costi pubblici e del tutto gratis per i partecipanti.
VENERDÌ 26 AGOSTO 2016 DALLE 21,00
LA SESTA EDIZIONE DI
“Poeti e scrittori del Val di Noto a confronto”
DEDICATA
A IBN HAMDIS
MARIANNINA COFFA
E A GIOVANNI FRONTE
liberamente – per quel che riguarda i partecipanti – con scritture in prosa o poesie proprie, o di altri autori sarà il 26 agosto 2016
a partire dalle ore 21 in Piazza XVI Maggio (detta Piazza “Ercole”) a Noto (Sr) a fianco del monumento a Mariannina Coffa e, poi, lungo il corso principale di Noto, con due soste, una davanti al Municipio e alla Cattedrale di Noto, e un’altra davanti alla Chiesa dell’Immacolata.

PASSATE PAROLA!
Visto il carattere informale e libertario della manifestazione abbiamo bisogno di tutta la vostra solidarietà.

…Custodisca Iddio una casa di Noto,
e fluiscano su di lei le rigonfie nuvole!
Con nostalgia filiale anelo alla patria, verso cui mi attirano
le dimore delle belle sue donne.
E chi ha lasciato l’anima a vestigio di una dimora,
a quella brama col corpo fare ritorno….
Viva quella terra popolata e colta,
vivano anche in lei le tracce e le rovine!
Io anelo alla mia terra,
nella cui polvere si son consumate le membra e le ossa dei miei avi.
E chi ha lasciato il cuore a vestigio di una dimora,
a quella brama col corpo fare ritorno…

Ibn Hamdîs
(poeta arabo-siciliano, 1056-1133)

Nacque a Noto (Siracusa), e dopo aver preso parte alle lotte contro i normanni emigrò alla corte di Siviglia accolto dal sovrano – anche lui poeta – al-Mu’tamid. Qui vi rimase fino al 1091; poi venne espulso e si rifugiò presso le corti di Algeria e Tunisia. La sua produzione poetica – bacchica ed elegiaca – fu molto vasta e conta circa seimila versi. In una epoca di vasti disordini politici, nessuno seppe esprimere come questo poeta l’amore, il dolore e una struggente nostalgia per la bella terra di origine. Si spense in esilio, e probabilmente a Maiorca, quando il potere degli Altavilla si era oramai definitivamente consolidato in Sicilia.

Liliana Calabrese canta “Poesia” a Noto per “Poeti e scrittori del Val di Noto a confronto” (26 agosto 2016)

Ecco un altro video sempre realizzato in piazza XVI Maggio…

Carmelo Denaro, poeta di origini netine, e residente a Siracusa, dà il via poeticamente ma forma scherzosa e si rivolge agli astanti, tanto da far sorridere tutti.
Siamo in Piazza XVI Maggio a Noto, davanti al busto marmoreo dedicato a Mariannina Coffa…
Stiamo realizzando la sesta edizione di “Poeti e scrittori del Val di Noto onfronto”.

Video… con un omaggio ai fratelli terremotati del Centro Italia.

Noto (Sr) 26 agosto 2016 – Una foto in evidenza con il poeta Franco Monello!

Erano presenti – e articolavano armoniosamente le loro poesie – poeti di Avola, Noto, Siracusa, Agrigento, Palermo, Milano, Alessandria, ecc.
Foto dedicata anche a tutti gli altri che c’erano, e che hanno contribuito alla riuscita della manifestazione, nonché a tutti quelli che ovunque nel mondo seguono e apprezzano il … Altro…

— con Liliana Moreal, Salvatore Spadaro, Roberto Totò Candileno, Antonina Coletta, Franco Monello,Cettina Sortino, Salvatore Conti, Carmela Di Rosa,Giusy Ferrante, Liliana Calabrese Urso, Maria Lucia Riccioli, Lilia Delizia Urso, Pietro Mandia eSalvatore Elera

 
 Per te, in ricordo di una serata magica (grazie a Liliana Calabrese)

Ricordo la mia prima partecipazione alla manifestazione… era appena uscito il mio romanzo sulla poetessa e patriota netina Mariannina Coffa, FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA.

Mariannina copertina

Per i tipi di Perrone Lab nel gennaio 2011 è uscito il primo romanzo di Maria Lucia Riccioli, “Ferita all’ala un’allodola”, dedicato alla figura della poetessa e patriota risorgimentale Mariannina Coffa Caruso.

Il romanzo è stato presentato a Siracusa presso il Palazzo della Cultura di Siracusa (Palazzo Impellizzeri) da Luigi La Rosa e Simona Lo Iacono il 27 febbraio 2011.

Successivamente è partita la tournée di presentazioni che ha toccato Acireale (Istituto Brunelleschi, Fidapa), Catania (Istituto Lombardo Radice, Cafè de Flore), Palermo (Libreria Modusvivendi), Raffadali (Le Cuspidi), Siracusa (Liceo “M.F. Quintiliano”, Istituto comprensivo “Paolo Orsi”), Roma (Chiesa di Santa Lucia al Gonfalone).

L’autrice è stata tra i relatori del convegno dedicato a Mariannina Coffa con un intervento sul trattamento romanzesco della poetessa (Noto, Palazzo Impellizzeri, Archivio di Stato, 12 aprile 2011).

Un dibattito sul suo romanzo e le donne del Risorgimento è uscito su “Letteratitudine” e su “Flannery”; il libro è stato recensito, tra gli altri, da Luigi La Rosa su “Centonove”, dalla scrittrice e giornalista Lucia Corsale (La Sicilia), da Maria Rita Pennisi (La Sicilia), dallo scrittore e giornalista Remo Bassini (La Nuova Sesia), da Loredana Faraci (La Repubblica, edizione di Palermo), da Luisella Pacco (Konrad).

Il romanzo è entrato nella top five relativa alla narrativa più venduta in Sicilia (La Repubblica, edizione di Palermo, 15 maggio 2011) ed è stato segnalato dal libraio Stefano Palumbo come libro rappresentativo della scrittura siciliana sempre su La Repubblica – Palermo.

L’autrice è stata invitata al Letterando InFest di Sciacca, durante il quale ha presentato il romanzo insieme ad Elena Doni del gruppo “Controparola”, collettivo di giornaliste e scrittrici fondato da Dacia Maraini.

In occasione de “Il Maggio dei Libri 2012”, campagna nazionale per la promozione della lettura patrocinata dall’Unesco e dalla Presidenza della Repubblica, ha vinto il concorso letterario per incipit di romanzi editi “InciZine – Regalami un incipit”, organizzato da Scripta volant e dall’Associazione culturale “Aliantide”. Una volanzine con l’incipit di “Ferita all’ala un’allodola” è stata distribuita gratuitamente in tutta Italia durante le manifestazioni collegate all’iniziativa.

Il 13 ottobre 2012 è stata premiata come vincitrice ex aequo della sezione “Frammenti letterari” nell’ambito del premio “Portopalo – Più a Sud di Tunisi” per il suo romanzo “Ferita all’ala un’allodola”.

In occasione del convegno nazionale del 21 – 22 dicembre 2012 dedicato al bicentenario di Matteo Raeli ospitato al Palazzo Trigona di Noto un brano di “Ferita all’ala un’allodola” è stato inserito in un pannello e nel catalogo della mostra realizzata da docenti e allievi del Liceo “Matteo Raeli” di Noto.

Nell’aprile 2013 l’incipit di “Ferita all’ala un’allodola” è stato pubblicato, insieme alla sinossi e alla biografia dell’autrice, sul primo numero della rivista on line a cartacea POST SCRIPTA, a cura dell’associazione Aliantide.

Il romanzo è stato presentato durante la mostra-mercato “Io valgo” organizzata dalla FIDAPA di Siracusa presso i locali della Provincia regionale dal 21 al 23 maggio 2013 ed è stato rieditato nel giugno 2013 dalla casa editrice L’Erudita.

Il 9 giugno del 2013 l’autrice ha presentato il proprio lavoro editoriale presso il complesso di San Domenico a Palermo in occasione di “Una marina di libri”, manifestazione organizzata da Navarra Editore.  Ha preso parte inoltre all’estemporanea di scrittura presso la Cappella di Santa Barbara nell’ambito della stessa kermesse.

Il 29 giugno 2013 ha preso parte alla manifestazione “I Festa del Libro di Siracusa”, organizzata dalla Biblioteca comunale di Siracusa e da Tempo solidale: è stata protagonista di un incontro con i lettori ed è stata una delle autrici coinvolte nell’incontro-dibattito degli scrittori siracusani con la cittadinanza.

Nel gennaio 2014 è risultata finalista, insieme – tra gli altri – a Beatrice Monroy e agli scrittori di Leima edizioni, del Kaos festival di Montallegro (AG) con il suo romanzo.

L’8 febbraio 2014 presso la Casa del Libro Rosario Mascali di Siracusa si è tenuta una conversazione tra l’autrice e la scrittrice Annamaria Piccione a proposito della riedizione di “Ferita all’ala un’allodola”.

Il 14 febbraio 2014, presso la Sala Gagliardi di Noto, è stata tra le relatrici di “Semaforo rosa”, convegno dedicato a “Mariannina e le altre” insieme a Marinella Fiume, avvocate, psicologhe e scrittrici sul tema della violenza contro le donne in nome di Mariannina Coffa. L’evento è stato promosso dal Comune di Noto con il coordinamento artistico dell’associazione “Lighea”.

L’8 marzo, per Historica Edizioni, è uscita l’intervista realizzata con la scrittrice e giornalista Rai Laura Costantini, pubblicata insieme agli interventi di altre autrici nell’e-book “Scrivere? Non è un mestiere per donne”. L’opera è poi uscita anche in versione cartacea.

Il 13 maggio ha svolto una conferenza sul suo romanzo per la Fildis Teocrito di Siracusa presso l’I.T.C. “Alessandro Rizza” di Siracusa con il violinista Danilo Pistone.

1l 14 settembre 2014 nell’ambito del Premio letterario nazionale “Alessio Di Giovanni” il suo romanzo ha ricevuto una segnalazione di merito vincendo il premio della Presidenza.

Il 7 novembre 2014 ha preso parte al convegno “Sguardi plurali” dedicato a Mariannina Coffa nell’ambito della manifestazione “Noto per Mariannina”, conversando con Marinella Fiume e Biagio Iacono sull’epistolario curato dagli stessi ed è stata intervistata da Vincenzo Rosana per “Tutto su Noto”.

Il 28 febbraio, presso il Palazzo della Cultura di Modica, è stata ospite del XII appuntamento del Caffè letterario “Salvatore Quasimodo”, presieduto da Domenico Pisana che ha introdotto l’autrice e il romanzo “Ferita all’ala un’allodola” insieme a Lucia Corsale, con letture a cura di Franca Cavallo e Antonella Monica, musiche a cura del pianista Stefano Cintoli.

Il 7 novembre 2015, in qualità di giurata della terza edizione del concorso letterario “Inchiostro e anima” dedicato alla poetessa e patriota netina Mariannina Coffa Caruso e organizzato da “La carovana degli artisti” ha presenziato presso la sala Gagliardi di Noto (SR) alla cerimonia di premiazione; un suo racconto e un suo scritto di ringraziamenti hanno aperto il volume antologico pubblicato in occasione della manifestazione.

Il 4 maggio, presso la Sala Gagliardi di Noto (SR) ha presenziato in qualità di relatrice e di autrice di uno dei saggi presenti nel volume (“Intorno a Voglio il mio cielo – La scoperta di un inedito sulla Coffa”) alla presentazione di “Sguardi plurali” (a cura di Marinella Fiume, Armando Siciliano Editore), atti dell’omonimo convegno di studi sulla poetessa e patriota netina Mariannina Coffa.

Ferita-all'ala-sito-piccolo

Lo ricordo copincollandovi il post che scrissi allora…

A Noto, presso la Loggia del Mercato, in Via Rocco Pirri (esattamente alle spalle del Palazzo Nicolaci-Villadorata) venerdì 24 agosto a partire dalle 19.30 si svolgerà l’evento

POETI E SCRITTORI DEL VAL DI NOTO A CONFRONTO
(SECONDA EDIZIONE)
L’evento è principalmente rivolto agli autori della Libreria Editrice Urso, agli amici del Gruppo “Libri di-versi in diversi libri”, agli iscritti al “Forum dei cammini europei del pellegrino” e a quanti, pur non facendo parte attivamente di questi contesti, vogliano rendere visibile la loro creatività.

Contatta al più presto Francesco Urso per essere inserito in programma (info@libreriaeditriceurso.com).
…HANNO GIÀ DATO LA LORO ADESIONE:
Carmela Di Rosa, Benito Marziano, Sonia Alia, Salvatore Di Pietro, Cettina Lascia Cirinnà, Nino Muccio, Peppe Montalto, Corrado Marescalco, Mary Di Martino, Orazio Di Rosa, Mia Vinci, Salvatore Spadaro, Nino Guarino, Federico Guastella, Maria Barone, Gioacchino Scorsonelli, Franco Perricone, Giuseppe Cristofani, Margherita Moncada, Marco Urso, Roberta Coffa, Giuseppe Rosana, ecc.

CON INTERVENTO DI LILIANA CALABRESE (VOCE E CHITARRA)

(Vedi le foto della prima edizione Noto ex Convitto Ragusa 26 agosto 2011 in https://www.facebook.com/media/set/?set=a.10150268001432914.329416.255299387913&amp%3Btype=3)Visualizza altro

Ci sarò anch’io per parlare di FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA (Perrone Lab) e naturalmente di Mariannina Coffa.

https://letteratitudinenews.wordpress.com/2013/06/29/ferita-allala-unallodola-di-maria-lucia-riccioli/ (IL DIBATTITO SUL LITBLOG LETTERATITUDINE)

La casa editrice L’Erudita ha ripubblicato il romanzo FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA, di Maria Lucia Riccioli (incentrato sulla vita della poetessa Mariannina Coffa). Vi proponiamo la quarta di copertina di Lia Levi, la bandella di Paolo Di Paolo e la prefazione di Luigi La Rosa

Segui il dibattito su “Ferita all’ala un’allodola” suLetteratitudineBlog

* * *

di Lia Levi

Una ricerca storica tanto approfondita e minuziosa farebbe presupporre
un romanzo che tragga il suo valore dalla forza dei fatti. Niente di più
sbagliato.
I fatti – e quali fatti – restano, ma sopra di loro Mariannina prende il volo per offrirsi come uno dei più trepidi e irradianti personaggi del nostro panorama letterario. E lo stile della Riccioli! Basterà leggersi la magistrale scena delle nozze in cattedrale in un’alba livida e la sposa “presa di freddo”, presagio di un amaro destino.
Una prosa sfumata e robusta, mai dimentica di ritmo e poesia in un
impianto di scrittura senza cedimenti né pause, in una parola, che va dritta al cuore.

* * *

di Paolo Di Paolo

Per sentirsi in esilio, a volte, non è necessario andare lontano. Accade di sentirsi in esilio nel proprio corpo, nella propria casa, nel proprio tempo. Accade di sentire estranee persone che dovrebbero essere familiari, quelle che abbiamo intorno da sempre. Marianna, in questo romanzo, scopre che il proprio talento – scrive versi da quando era bambina – non è un vantaggio, ma un ostacolo. È donna, intanto: in una Sicilia – la sua città di Noto, bella e dolente – che osserva con sospetto le sue ansie di libertà. L’Italia è ancora il cantiere faticoso del Risorgimento: un tempo carico di attese, di molte speranze destinate a infrangersi. Maria Lucia Riccioli si inabissa in questo secondo Ottocento siciliano riafferrandone i dettagli, le atmosfere, il senso di qualcosa – un progetto, un ideale – che, sul punto di compiersi, si perde. E si affida a una piccola, straziante storia vera: quella di Mariannina Coffa, che insegue con ostinazione il suo sogno di poetessa e di donna libera. Mariannina legge, scrive, cerca di entrare in dialogo con un mondo intellettuale che un po’ la ammira, un po’ ne diffida. Mariannina si innamora: di un giovane maestro di pianoforte. Ma il suo destino è scritto: un padre e una famiglia nemica hanno già deciso per lei, dovrà sposare un possidente terriero. Mariannina, ostaggio della sua stessa vita, non si arrende: continua a scrivere, a cercare. Fugge via dal marito. Non rinuncia a niente di sé, anche se il cammino è duro. Maria Lucia Riccioli la segue passo per passo, giorno per giorno, mentre una pioggia nera si accanisce su Noto e sulle illusioni. I libri, i versi, la musica, nuovi spazi e possibilità del pensiero. Con una prosa elegante, ricca di intarsi, spesso poetica, Ferita all’ala un’allodola ci porta fino al punto in cui il dolore e l’ingiustizia possono spezzare la forza di volontà e la fedeltà a sé stessi. Pur di restare ciò che davvero e intimamente sente di essere, Mariannina corre tutti i rischi: con un coraggio, una vitalità che, facendo resistenza a un mondo vecchio, ottuso, prepotente, cominciano a cambiarlo.

* * *

di Luigi La Rosa

Quella di Mariannina Coffa – netina per natali ma affratellata all’universale per vocazione e libertà di spirito – rappresenta una delle parabole umane ed esistenziali più drammatiche e interessanti di tutto il Risorgimento italiano.
Poeta tormentato e altamente civile, sensibile agli afflati della giustizia sociale e della modernità, artista eclettica, corrispondente vivace delle maggiori voci del suo tempo, femminista, spiritista ma prima d’ogni cosa donna e patriota, la Mariannina che vien fuori dalle pagine di questo romanzo si lascia leggere e interpretare alla luce di un assoluto nitore letterario e storiografico.
La fuga dai rigidi schemi famigliari, gli strazi della maternità, l’amore negato, la solitudine e la passione politica sono solo alcuni degli aspetti di una vicenda che ha del leggendario. Nell’assecondare le pieghe del racconto e le verità del personaggio la scrittura di Maria Lucia Riccioli ne restituisce lo splendore evocativo, insieme alla genialità ribelle e dolorosa e alla statura indiscutibilmente intellettuale.
Sullo sfondo del racconto, i giorni tumultuosi ed emozionanti dell’Italia nascente, consapevole del proprio coraggio e disposta a lottare per il diritto all’identità. Un libro intimo e struggente sulle necessità del genio e della Storia, ma non meno attento, non meno sensibile alle motivazioni poeticissime del cuore. In una parola: bellissimo.

* * *

 

Maria Lucia Riccioli, nata il 18 settembre 1973 nella città di Archimede, Santa Lucia e Vittorini, insegna Lettere negli Istituti superiori.
Scrive da sempre, in dialetto siciliano e in lingua, in versi e in prosa: aforismi, fiabe, novelle, racconti.
È stata semifinalista al II Campionato nazionale della lingua italiana condotto da Luciano Rispoli (TMC).
Ha partecipato a varie rassegne e concorsi (tra cui Volo Rapido e Tiro Rapido Porsche, Roma Noir eCarabinieri in giallo 4, primo premio con pubblicazione nei Gialli Mondadori) e alcuni dei suoi lavori sono apparsi su quotidiani, riviste ed antologie.
Ha frequentato i corsi di scrittura creativa tenuti da Silvana La Spina, Claudio Fava e  Luigi La Rosa.
“Ferita all’ala un’allodola” (Perrone Lab, Roma 2011) è il suo primo romanzo, insignito del Premio “Portopalo – Più a Sud di Tunisi” e apprezzato da pubblico e critica.
Scrive, tra gli altri, sui noti siti letterari “Letteratitudine” e “Letteratu” e cura il blogwww.marialuciariccioli.wordpress.com.

© Letteratitudine

https://letteratitudinenews.wordpress.com/2013/09/30/mariannina-coffa/

Ricordiamo la poetessa Mariannina Coffa (Noto, 30 settembre 1841 – Noto, 6 gennaio 1878) nell’anniversario della nascita proponendo il romanzo a lei dedicato da Maria Lucia Riccioli intitolato “Ferita all’ala un’allodola” (L’Erudita edizioni)

Gli interventi di Lia Levi, Paolo Di Paolo e Luigi La Rosa – Il dibattito su LetteratitudineBlog – L’intervento dell’autrice a “Letteratitudine in Fm“

Nota dell’autrice (2011-2013)

di Maria Lucia Riccioli

Rieditare un libro vuol dire spiegare le ragioni di un viaggio. L’imbarcarsi per nuovi lidi, nuove interpretazioni. Verso nuovi lettori.
Un romanzo è la storia di un incontro.
Mariannina Coffa ed io ci siamo sfiorate, incrociate. Tra i corridoi del Liceo “Matteo Raeli”. Tra i vicoli e le inferriate di
Noto e Ragusa. Tra marmi, versi e scartafacci d’archivio. Tra le note di spartiti belliniani e verdiani. Per poi incontrarci in queste pagine, intrise delle suggestioni di un’epoca amata e studiata in letteratura e in storia.
Anni di ricerche, di stesure e riscritture, di scoramenti e illuminazioni.
Poi, come per tutte le creature, anche quelle fatte di fogli, arriva il momento di spiccare il volo.
“Ferita all’ala un’allodola” ha viaggiato tra Noto e Siracusa, a Militello, a Catania, Acireale, Raffadali. Al Festival della Letteratura di Sciacca. A Palermo. A Portopalo, più a sud di Tunisi. A Roma.
Nelle librerie, tra i banchi delle scuole, in sale e palazzi. In una chiesa. Nei regni del virtuale.
Conservo. Inviti e sorrisi, commenti e petali di fiori. Complimenti e perplessità, domande curiose e recensioni. Fotografie. Video e commenti su Internet. La storia dell’accoglienza di un libro passa attraverso canali prevedibili e insoliti insieme, vecchi e nuovi.
Perché rieditare questo romanzo, quando ormai sono sopiti gli entusiasmi per il centocinquantesimo compleanno della nostra difficile unificazione?
Il libro è uscito nel 2011, ma non è stato solo un lavoro d’occasione.
La stagione risorgimentale è una questione quanto mai aperta. Eppure questo ancora non basta.
Mariannina Coffa è una siciliana, una poetessa, una donna. E le ragioni di una vita – pur essendo l’esistenza della poetessa e patriota netina un volo dalla breve parabola – non possono esaurirsi in un percorso pur lieto qual è stato finora quello del mio romanzo.
Rieditarlo vuol dire ripensare all’incontro fra una donna del 1860 e una degli anni Duemila.
Percorrere dedali di scale e portoni, compulsare scaffali per seguire Mariannina Coffa, interrogarla, leggere la sua vita attraverso la mia e la mia attraverso la sua, scandagliare il senso di una stagione politica esaltante e complessa vuol dire ripiegarsi all’indietro per capire e cercare nel passato altre chiavi di lettura del presente. Della condizione delle donne oggi, specie delle artiste. Della Sicilia e dell’Italia odierna, figlie di quella stagione come le scrittrici lo sono di Mariannina e di tutte le altre che la Storia ci ha consegnato o ha spazzato via.
Il mio approccio – coincidenza? serendipità? – è stato all’inizio conoscitivo ma poi è divenuto sentimentale, adesione pietosa al personaggio che è stato ed è persona – quanto mi è pesata la responsabilità di ridarle voce! – , restituzione di un’esistenza che ha ancora da dire.
E poi: lavoro sul linguaggio, che è la forma delle cose, non semplice involucro di parole. Libretti d’opera, italiano d’archivio, dialetto, versi, proclami, tutto il mio amore per la letteratura sono confluiti nella partitura di questo romanzo. Scriverlo è stato musicare la Storia. Darle ritmo e melodia utilizzando tutta la gamma delle sonorità di cui sono stata capace.
E adesso lo riconsegno al pubblico, con una trepidazione simile e diversa insieme rispetto a due anni fa.

* * *

Maria Lucia Riccioli, nata il 18 settembre 1973 nella città di Archimede, Santa Lucia e Vittorini, insegna Lettere negli Istituti superiori.
Scrive da sempre, in dialetto siciliano e in lingua, in versi e in prosa: aforismi, fiabe, novelle, racconti.
È stata semifinalista al II Campionato nazionale della lingua italiana condotto da Luciano Rispoli (TMC).
Ha partecipato a varie rassegne e concorsi (tra cui Volo Rapido e Tiro Rapido Porsche, Roma Noir eCarabinieri in giallo 4, primo premio con pubblicazione nei Gialli Mondadori) e alcuni dei suoi lavori sono apparsi su quotidiani, riviste ed antologie.
Ha frequentato i corsi di scrittura creativa tenuti da Silvana La Spina, Claudio Fava e  Luigi La Rosa.
“Ferita all’ala un’allodola” (Perrone Lab, Roma 2011) è il suo primo romanzo, insignito del Premio “Portopalo – Più a Sud di Tunisi” e apprezzato da pubblico e critica.
Scrive, tra gli altri, sui noti siti letterari “Letteratitudine” e “Letteratu” e cura il blogwww.marialuciariccioli.wordpress.com.

© Letteratitudine

https://letteratitudinenews.wordpress.com/2012/09/16/premio-piu-a-sud-di-tunisi-2012/

Ufficializzati i vincitori della VII edizione del Premio Nazionale di Giornalismo, Saggistica e Letteratura “Più a sud di Tunisi”, che si svolge a Portopalo di Capo Passero, borgo marinaro siciliano, in provincia di Siracusa, collocato geograficamente al di sotto del parallelo della capitale tunisina. Un appuntamento incentrato sul giornalismo, la saggistica e la narrativa di qualità. Tra i temi scelti quest’anno spiccano un reportage sulla tragica campagna italiana in Russia della seconda guerra mondiale, la lotta alla pedofilia, il binomio tra calcio e giornalismo d’inchiesta e l’integrazione degli immigrati. Il Premio è patrocinato dalla Provincia Regionale di Siracusa, dal Comune di Portopalo e dalla Camera di Commercio di Siracusa.
Nella categoria “Giornalismo” il premio è andato a Pino Scaccia. L’inviato speciale del Tg1 Rai è stato premiato per il libro “Lettere dal Don” (Rai Eri), reportage nei luoghi della tragica “Campagna di Russia” della seconda guerra mondiale, dove migliaia di soldati italiani persero la vita, a settant’anni da quei tragici eventi. Il comitato organizzatore del Premio – composto da operatori del mondo della comunicazione (giornalisti, editori, webmaster, scrittori e documentaristi) – ha attribuito due riconoscimenti nella sezione “Saggistica”: a don Fortunato Di Noto per “Abbiamo ritrovato la vita” (San Paolo), un libro drammatico ma pieno di speranza sulle piccole vittime dei pedofili, ed aMaurizio Martucci, autore del libro “Non scherzo” (Eraclea Libreria Sportiva), meticolosa inchiesta sulla tragica morte del calciatore italiano Luciano Re Cecconi nel gennaio del 1977.

Maria Lucia Riccioli – con il libro “Ferita all’ala un’allodola” (Lab), incentrato sulla vita della netina Mariannina Coffa (poetessa e artista, personaggio di rilievo del Risorgimento Italiano) – e Michele Giardina – con “Un uomo di Borgata” (Prova d’Autore), romanzo sul tema dell’immigrazione, della solidarietà e dell’integrazione dei migranti – sono i vincitori della sezione “Frammenti Letterari”.

Le menzioni speciali “Capo Passero” sono andate al giornalista Alfio Di Marco (per un ampio reportage sul faro “Cozzo Spadaro” di Portopalo pubblicato sul quotidiano La Sicilia) ad Andrea Rebolino – (conduttore della trasmissione web-radiofonica “Librando”, su Dimensione Radio SR) e alla docente Silvana Scrofani (per un saggio incentrato sulla violenza sulle donne).

Tra i vincitori delle precedenti edizioni del “Più a sud di Tunisi” spiccano i nomi di Giulio Albanese, Alfio Caruso, Claudio Monici, Maurizio Di Schino, Nello Scavo, Vincenzo Grienti, Felice Cavallaro e Sandro Petrone. La cerimonia di consegna si svolgerà sabato 13 ottobre 2012 – con inizio alle ore 21 – al Teatro Comunale “Gozzo” di Portopalo (Siracusa).

fonte: SiracusaNews

–

© Letteratitudine

https://letteratitudinenews.wordpress.com/2014/11/03/mariannina-coffa-di-marinella-fiume/

MARINELLA FIUME
ci racconta
MARIANNINA COFFA (la poetessa, il nuovo libro, il convegno)

Il 7 e l’8 novembre 2014, a Noto, il convegno “Mariannina Coffa: sguardi plurali” (a fine post, la locandina relativa all’evento)

Mariannina Coffa, la donna inquieta, l’intellettuale antesignana, la poetessa visionaria

di Marinella Fiume

Mariannina Coffa Caruso (1841-1878) – la “Saffo”, la “Capinera di Noto” – è una poetessa vissuta negli anni cruciali tra le battaglie risorgimentali e l’assestamento del nuovo Stato unitario. La sua vicenda umana, per certi versi comune a tante borghesi dell’Ottocento – e non solo in Sicilia – si evolve in chiave originale attraverso il contatto con filoni di pensiero riconducibili alla Massoneria, al Magnetismo o Mesmerismo animale, al Sonnambulismo, allo Spiritismo, al Raffaellismo, all’Omeopatia. Attraverso una ricostruzione accurata dei codici culturali e simbolici del contesto e la lettura integrale del suo ricco Epistolario custodito presso la Biblioteca “Principe di Villadorata” di Noto (SR), è possibile seguirne le tracce private e pubbliche che, insieme a uno spaccato inedito della Sicilia di quegli anni, ci restituiscono il dramma esistenziale e le progressive tappe della presa di coscienza di una donna inquieta, di una poetessa visionaria, di un’intellettuale antesignana che affida a una protesta metafisica la possibilità di un riscatto e di una realizzazione personale, in un’epoca alle soglie della scoperta dell’inconscio.
A Noto (Siracusa), il 30 settembre 1841, dall’avvocato Salvatore Coffa Ferla di accesi spiriti antiborbonici ed esiliato a Malta dopo i fatti del ‘48 insieme a Matteo Raeli, futuro Ministro dell’Italia unita, e da donna Celestina Caruso, nasceva Mariannina. La sua era tra le più illustri famiglie della borghesia delle professioni, di spicco per meriti culturali tanto per ascendenza paterna che materna: il nonno materno, Giuseppe Caruso Olivo, era medico, l’avo paterno, Giuseppe Coffa, segretario dell’Accademia dei Trasformati, latinista e dilettante scrittore di teatro. In questo vivace ambiente liberale dominato dalla cultura e dalla sociabilità massoniche, di quella Noto che doveva essere ancora per pochi anni capovalle prima che il titolo andasse a Siracusa, si svolge l’infanzia della “sensitiva” Mariannina.
Dà segni precoci di vocazione poetica e a dieci anni frequenta il Collegio laico Peratoner di Siracusa, dove apprende i primi rudimenti di versificazione da Francesco Serra Caracciolo. Nel 1852, gli viene affiancato come precettore, a Noto, l’intransigente sacerdote Corrado Sbano che guida sapientemente le sue letture e disciplina il suo estro.
Un primo saggio di poesie scritte a dodici anni è pubblicato a Siracusa nel 1855; un altro, a cura di parenti e amici, vede la luce a Noto nel 1859. Il successo che arride a questi volumetti e la fama che viene acquistando le meritano diplomi di varie Accademie italiane e straniere, come quella di Scienze e Lettere di Parigi.
Dal 1855 al 1859, seppur senza continuità, le vengono impartite lezioni di piano dall’avvenente Ascenzio (o Ascenso, come lei ama chiamarlo) Mauceri, drammaturgo e musicista di belle speranze, che ha studiato al Conservatorio di Napoli, liberale del circolo di Matteo Raeli e suo protetto.
L’amore sboccia spontaneo tra questi due figli del secolo, appassionati del melodramma e di Byron, entrambi soci della rinomata Accademia netina dei Trasformati e frequentatori degli stessi salotti, dove la poetessa è ricercata, fanciulla, per l’ispirata vena improvvisatrice, assai in voga in quegli anni.
La formale promessa di matrimonio fatta dai Coffa ad Ascenso – da cui ci si aspettava un glorioso futuro di drammaturgo, come dimostrava l’apprezzamento ai suoi Drammi da parte di molti intellettuali siciliani ed anche fiorentini – non viene rispettata dalla famiglia di lei ,che preferisce un più vantaggioso matrimonio di convenienza col proprietario terriero ragusano Giorgio Morana.
Già nel ‘59 entra nella vita della poetessa il democratico magnetista e omeopata originario di Augusta, dott. Giuseppe Migneco che, chiamato a Noto per la cura efficacemente messa a punto delle epidemie di colera, dopo il suo ritorno dall’esilio comminatogli su denuncia del Tribunale dell’Inquisizione, è ospite in casa Coffa. Quella sera Mariannina sperimenta gli effetti di quel “sonnambulismo indotto” e quelle tecniche estatiche che approfondirà in seguito e le cui visioni canterà nella produzione poetica successiva alla prima stagione patriottica.
Le lettere di Mariannina al precettore, ai familiari, agli amici e ai conoscenti, ma particolarmente l’Epistolario amoroso ricostruiscono il rapporto con Ascenso dagli anni del fidanzamento al 1872, anno in cui l’uomo decide di interrompere bruscamente e senza un’apparente ragione la relazione epistolare. Le lettere ad Ascenso e le altre al precettore, ai familiari, agli amici e ai conoscenti, scritte dopo che la poetessa è divenuta la Signora Morana, una mal mariée come tante aristocratiche e borghesi della Sicilia del XIX secolo, descrivono l’inferno domestico nella sua casa di Ragusa, in quella città fredda ed emarginata dell’interno dell’isola, accanto a un marito succube del padre, un suocero rozzo e violento che le rimprovera l’esiguità della dote, le apre la corrispondenza e le vieta la scrittura perché “rende le donne disoneste”, a delle cognate da cui non può attendersi comprensione. Una quotidianità fatta di pesanti incombenze domestiche, di mal tollerate e ravvicinate gravidanze che minano il suo gracile fisico, di malattie e mortalità dei figli, ma fatta anche dell’angosciante senso di colpa per aver ceduto al volere dei genitori quel fatidico 8 aprile 1860.
L’ineluttabilità della separazione, l’invito alla realtà presente, l’orgoglio ferito restano invece il tasto preferito nelle sue lettere da Ascenso, che non le perdonerà mai quel cedimento e il suo debole carattere, mentre cercherà di ricondurre il dialogo ai temi impersonali della conversazione tra amici e intellettuali.
Nel 1864, in occasione di una grave malattia che porterà alla morte una figlioletta, l’insofferente coscienza del presente e la drammatica impotenza a cambiare una vita non scelta esploderanno nella “crisi isterica con estasi e sognazione spontanea”, che il medico ragusano Filippo Pennavaria descrive nel “caso clinico”.
L’anno precedente veniva pubblicata a Torino la terza raccolta di Canti a cura dell’ammiratore avvocato Michele Bertolami, altre poesie compaiono sparse in vari periodici.
I rapporti tra la poetessa e il medico omeopata e magnetista dott. Migneco riprendono dopo il matrimonio di lei: gli si rivolgerà per la salute dei figli, dopo che la medicina allopatica gliene avrà “uccisi due”, ed egli li curerà a distanza con rimedi omeopatici. A lui e alle sue metodiche del magnetismo animale e dell’omeopatia affiderà anche la salute propria, quando la malattia del corpo e della psiche si aggraverà, facendosi accompagnare dal marito nella casa di Catania del medico e risiedendovi alquanti giorni. Alle dottrine del “sapiente maestro”, cui dedicherà un’Ode, affiderà l’ultima possibilità di “protesta metafisica”, di redenzione e sublimazione del dolore e di conseguimento di una improbabile felicità. Il magnetismo fu infatti, non solo un nuovo modo di guarigione individuale, ma una speranza di palingenesi socio-politica e di rivendicazione di un nuovo protagonismo delle donne. Diverrà socia di numerose società occultiste magnetiche, “spirituali” e teosofiche, in Italia e all’estero, come la “Società magnetica d’Italia” con sede a Bologna e quella “Società Elorina” fondata a Noto dal dott. Lucio Bonfanti, vecchio democratico, medico omeopata e referente netino del Migneco.
La svolta, forse non imprevista, aprirà una nuova stagione poetica che veicolerà nella produzione di questi anni un fitto simbolismo esoterico, inedito nel panorama letterario tardo-romantico italiano: scriverà in stato “d’estasi magnetica” poesie visionarie e profetiche.
Si aprirà, così, l’ultima fase della vita della donna, quella della coscienza e di un’autonomia recuperata proprio a causa della malattia, nella quale, contro la volontà della famiglia e nell’indifferenza del marito, si allontanerà da Ragusa per farsi curare a Noto dal dott. Lucio Bonfanti, il vecchio democratico del ‘60, nemico del moderato Coffa e dei medici allopatici a lui vicini; scriverà parole di odio contro i genitori e i loro “ipocriti” amici, dichiarerà la volontà di divorziare dal marito, si rassegnerà a vivere lontano dai figli, finirà i suoi giorni nella miseria, nell’inedia e nell’abbandono, assistita solo dalle cure del Bonfanti e di pochi altri amici.
Un’estrema lucida coerenza le fa concludere i suoi giorni, a 36 anni, non col perdono, ma con un lucido desiderio di vendetta. E se il Comune non avesse decretato il lutto cittadino e i pubblici funerali, alla sua morte, avvenuta all’alba del 6 gennaio 1878, la “capinera di Noto” sarebbe stata sepolta nella bara dei poveri. Ai funerali, nessuno della famiglia ragusana.
La seguirà nella tomba, l’8 febbraio dello stesso anno, il padre, mentre il Migneco morirà a Catania il 1 febbraio 1884 e Ascenso Mauceri, Preside del Liceo di Noto e marito mancato della poetessa, che curerà la pubblicazione postuma di un volume di sue poesie, il 13 aprile 1893. Il medico omeopata Lucio Bonfanti, che assistette pietosamente la poetessa morente, si spegne in ombra nel 1880.

* * *

voglio il mio cieloIl libro

Il nuovo libro edito da Bonanno, appena approdato nelle librerie, Voglio il mio cielo. Lettere di Mariannina Coffa al precettore, ai familiari, agli amici, è diviso in due parti: la prima, di Marinella Fiume, è un saggio critico sul contesto politico e culturale, le vicende biografiche e la poesia della netina; la seconda, scritta con Biagio Iacono, comprende tutto il corpus delle lettere scritte dalla Nostra al precettore, canonico Corrado Sbano, ai familiari e agli amici, praticamente per tutto il corso della sua breve vita. Un vero e proprio scoop è l’ultimo capitolo: “Il giallo dei manoscritti scomparsi” nel quale, attraverso documenti inediti dell’Archivio di Stato di Noto, si ricostruiscono gli eventi subito dopo la morte della poetessa, con la scomparsa degli scritti che ci sottraggono opere probabilmente pregevoli della Nostra, e la lite giudiziaria tra il medico curante, l’omeopata dott. Lucio Bonfanti – che pretende il pagamento delle cure e dei prestiti fatti alla poetessa abbandonata dai familiari nei mesi che preludevano alla morte – e il vedovo Giorgio Morana – che accusa il medico di averla fatta morire per l’uso di un sistema di cura non riconosciuto dalla medicina allopatica.

* * *

Il Convegno

Il Sindaco del Comune di Noto Corrado Bonfanti e l’Assessore alla Cultura Cettina Raudino, riconoscendo l’alto valore della poesia della Coffa, orgoglio del Campanile e testimonianza di una figura esemplare di donna, di un’intellettuale precorritrice dei tempi – e perciò all’epoca non sempre compresa-, la onora con un importante Convegno che si terrà a Noto tra il 7 e l’8 novembre e che vedrà la partecipazione di studiosi ed esperti di fama nazionale: dal prof. Santi Fedele dell’Università di Messina, che inquadrerà storicamente la figura, al prof. emerito Nicolò Mineo, che relazionerà sulla sua Poetica, alla prof. Maria Conforti dell’Università la Sapienza di Roma, che relazionerà sulla Medicina in Italia e in Sicilia nell’Ottocento, alla prof. Ida Fazio, dell’Università di Palermo, che inquadrerà la figura della Coffa nell’ambito degli studi di Storia di genere. Saranno presenti anche studiosi locali della poetessa, come Stefano Vaccaro, Angelo Fortuna, Enzo Papa, Salvatore Martorana, Maria Lucia Riccioli e Paola Liotta. Non mancherà il momento della drammatizzazione e della musica: la prima affidata a Lucia Sardo e a Donatella Liotta per la regia di Beppe Rosana, la seconda a Carlo Muratori. Il Convegno, dal titolo “Sguardi Plurali”, ad indicare la pluralità di approcci per la comprensione a tutto tondo della donna e della poetessa, una due giorni che si svolgerà nelle prestigiose cornici barocche di Palazzo Impellizzeri e di Palazzo Trigona, è stato organizzato da un Comitato scientifico presieduto dall’infaticabile Assessore Raudino e formato, oltre che da studiosi locali, dalla direttrice della Biblioteca civica “Principe di Villadorata” di Noto, Carmen Tiralongo e dalla responsabile dell’Archivio di Stato di Noto Giuseppina Calvo. A corredo del Convegno, una preziosa mostra di inediti tratti dall’Archivio di Stato, dalla Biblioteca comunale e dal Museo delle carte, dal titolo “Mariannina Coffa: la coscienza della donna, la maturità della poetessa”, inaugurerà i lavori.

https://marialuciariccioli.files.wordpress.com/2014/10/mariannina-sguardi-plurali-programma.jpg?w=678&h=710

© Letteratitudine

Se ne parla anche nel sito della SIL, la Società Italiana delle Letterate.

http://www.societadelleletterate.it/2014/10/convegno-su-mariannina-coffa/

Copertina-Incizine1

La volanzine con l’incipit di FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA.

Opere finaliste KAOS 2014

KAOS FESTIVAL e le opere finaliste, tra cui FERITA ALL’ALA UN’ALLODOLA.

DSC04612

Io al KAOS FESTIVAL.

Mariannina e Angelo

L’angelo del monumento alla poetessa…

Scrivere non è un mestiere per donne

La copertina del volume con un’intervista fattami da Laura Costantini e la citazione degli scritti della Coffa.

DSC04866

Recensione su LA CIVETTA DI MINERVA (grazie ad Alessandra Privitera)

invito fildis riccioli (1)

L’evento FILDIS TEOCRITO.

Un tè con l'autore

Il tè con l’autore a cura di Paola Liotta…

Carlo Muratori e Mariannina Coffa 4 marzo 2016

Carlo Muratori alla Biblioteca dei Cappuccini con la raccolta postuma della poetessa.

Mariannina Coffa ANDY WARHOL 14 febbraio 2014

SEMAFORO ROSA.

20150301_162728[1]

Ricordo della splendida presentazione modicana.

https://www.youtube.com/results?search_query=maria+lucia+riccioli

Qui trovate i booktrailer e l’intervista di Vincenzo Rosana oltre ad altro materiale sui miei libri e le mie attività.

Molti altri ricordi sono presenti in rete e soprattutto nel mio cuore.

Ringrazio presentatori, relatori, recensori… e soprattutto i miei venticinque lettori.

IL TREKKING DEI POETI E SCRITTORI PER PIAZZE DI NOTO
Ieri sera (venerdì 26 agosto 2016) come al solito con tanta bellezza e creatività abbiamo realizzato con intervento di poeti e scrittori di più città della Sicilia la sesta edizione di “Poeti e scrittori del Val di Noto a confronto”. In questo video del gen. Piero Mandia l’inizio della manifestazione in Piazza XVI Maggio. Seguono altri video di Valentina Spallino.

LA CIVETTA DI MINERVA del 30 giugno 2017

30 venerdì Giu 2017

Posted by mlriccioli in Eventi culturali, Letteratura, Musica

≈ Lascia un commento

Tag

17 minuti, Accademia Vivarium Novum, adozione, adozioni, aedo, Alessandra Nateri Sangiovanni, Algra Editore, Angela D’Amico, Anna Brancati, Anna Lorenzano, Annandrea Vitrano, Antonella Santoro, Antonino Causi, Antonio Capodicasa, Archimede, Armando Siciliano Editore, Ascenso Mauceri, Aspettiamo!, Augusta, Benito Marziano, biblioteca, Biblioteca comunale Principe di Villadorata, Camicette bianche, canti, Capinera di Noto, Capo d'Orlando, Caravaggio, Carlo Genova, Carlo Muratori, Carola Pennavaria, Caruso, Castello di Donnafugata, Castello Eurialo, Castello Maniace, Catania, Cerniera lampo, Cettina Lascia Cirinnà, Chierzi, Chopin, Christian Bianca, Cineteatro Aurora, CineTeatro Vasquez, Circolo Unione Augusta, Claudio Casisa, club, Con gli occhi di Maria. La preghiera del Rosario, Concetta Corridore, Corrado Bono, Corrado Carbè, corto, Cristina Gennaro, Daniele Liberto, Davide Giannelli, Deborah Lentini, Dies Irae, Don Luigi Maria Epicoco, Don Raffaele Aprile, EDB, Edizioni Dehoniane, Edizioni Il Foglio, Epipoli, Ester Rizzo, Etna, Faro Santa Croce, Fausto Politino, Federica Piluccio, Federico Guastella, Ferita all'ala un'allodola, film, filosofo e critico, Folkstudio Ensemble, Fondazione Piccolo di Calanovella, fondazioni, Francesca Corsico, Francesco Bazzano, Francesco Di Martino, Fulvia Toscano, Gaetana Midolo, Gariele Bosco, Gianfranco D'Amico, Gianluca Macelloni, Gianluca Vindigni, Giardini Naxos, Giorgio Bassani, giornale, Giovanna Pignataro, Giovanni Catalano, Giovanni Peligra, Giovanni Pelligra, Giuseppe Puzzo, Giuseppina Calvo, Gordiano Lupi, Grazia La Gatta, Historica edizioni, Hollis Hammonds, I Cilliri, I Soldi Spicci, Il giovane Montalbano, Il Sipario, Ilenia D’Izzia, Inchiostro e anima, Inda, intervista, Istituto Superiore di Scienze Religiose San Metodio, Italia Nostra, Joe Schittino, Kent Haruf, Kierkegaard, La cantata di li rujni, La casa dei conigli, La Civetta di Minerva, La giara di Brucoli, La Riccioli su Mariannina Coffa, La sirena, Latino, Le Fate editore, Lec, Letteratitudine 3, letture, LiberAria Editrice, Libreria Editrice Urso, Lighea, Lilia Urso, Liliana Calabrese, Luca Raimondi, Luigi Ficara, Luigi Lombardo, Luigi Miraglia, Manuela Magi, Marco Urso, Maria, Maria Antonietta Ferraloro, Maria Barone, Maria Chiara Quartu, Maria Pia Vido, Maria Restuccia, Maria Teresa Arturia, Maria Teresa Azzarelli, Marianinfa Terranova, Mariannina Coffa, Mariannina una donna tante donne, Marinella Fiume, Marotta&Cafiero, Marta Allegra, Massimo Maugeri, Matteo Blundo, metanarrazioni, Mimma Raspanti, Mimmo Contestabile, Miriam Vinci, Multisala Planet, Neapolis, Nino Motta, Nola, Noto, Noto Terra di Eloro, Orazio Caruso, Orazio Parisi, organizzato dal Rotaract, Ornella Vella, Ortigia, padre Luca Saraceno, Palma di Montechiaro, Papa Francesco, parchi Letterari, Pesah, Piazza Nino Bixio, piazze, Pietro Vizzini, Pioggia e settembre, poesie, Polizia stradale, Principe di Villadorata, Progetto Icaro, Riccardo Lionelli, Rita Stanzione, Rosario La Ciura, Rosolini, Rotaract, Saffo netina, Sale, Salvatore Tringali, Salvatore Zuppardo, Salvo Amato, Santa Lucia alla Badia, Santa Margherita del Belice, scuole, sensazioni, Sguardi plurali, Simona Forte, Siracusa, soprattutto, Stefania Cannata, Stefano Pulvirenti, Stefano Vaccaro, storie, Studio Teologico San Paolo, SulidArte, Taormina, teaser, Tempo di domande. La passione di Gesù si racconta, Tiziana Squillace, Tiziano Squillace, Tomasi di Lampedusa, Triangle Waist Company, Unesco, Vangelo, Vera Parisi, World Heritage List

Ecco il nuovo numero del giornale bisettimanale LA CIVETTA DI MINERVA!

 
Sostieni il nostro impegno: chiedilo in edicola. Per te è solo un euro, per noi un grande aiuto, per la realtà sociale un mezzo di informazione libero, unico e originale. Non fermiamo le poche voci che sono svincolate da chi decide cosa e quando bisogna sapere. L’informazione è potere. Riappropriamoci della capacità di avere un nostro strumento d’informazione. Ti aspettiamo!
Ecco alcuni dei miei ultimi articoli…
http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2504:diventare-prete-ha-reso-la-mia-vita-un-capolavoro&catid=69&Itemid=200

“Diventare prete ha reso la mia vita un capolavoro”

  • Email
Maria Lucia Riccioli

 

Categoria: Chiesa e dintorni

 

Lunedì, 10 Luglio 2017 17:28

Don Raffaele Aprile: “Anche il diaconato ti stravolge l’esistenza, ma la meta, l’arrivo, il senso di un cammino messo a servizio di Gesù ha trovato il suo punto di fusione nel giorno dell’ordinazione presbiteriale”

La Civetta di Minerva, 16 giugno 2017

Si avvicina la festa degli apostoli Pietro e Paolo, celebrata dalla Chiesa il 29 giugno. Due figure diverse e controverse per certi aspetti nella loro sequela: Pietro, il pescatore di anime che dapprima segue Gesù, poi lo rinnega e infine, ribadendo il proprio amore verso di Lui, sarà colui che pasce l’umanità-gregge nel nome del Cristo, pronto all’estrema testimonianza; Saulo zelante persecutore della nuova setta, accecato a Damasco e poi, ribattezzato col nome di Paolo, traghettatore dei nuovi credenti dall’ebraismo al cristianesimo, predicatore infaticabile, martire anch’egli.

Il sacerdozio e la vita consacrata costituiscono – oltre all’incardinamento in una nuova realtà, quella del votarsi completamente a Dio – il rinnovarsi continuo nella storia della Chiesa della vita come testimonianza e missione, dono di se stessi per la comunità.

È sempre più difficile che oggi un giovane o una giovane decidano di scommettere tutto nel nome di Cristo, di mettere la propria vita a disposizione degli altri e della Chiesa. Ne abbiamo parlato con don Raffaele Aprile, giovane presbitero che proprio nel giorno di San Pietro e Paolo festeggerà il primo anno di sacerdozio.

Cosa vuol dire per lei essere sacerdote?

Un anno da prete. E sono sempre più felice di esserlo! “Renditi conto di ciò che farai, imita ciò che celebrerai, conforma la tua vita al mistero della croce di Cristo Signore”, posso dire con le parole tratte dall’ordinazione presbiterale: per un prete l’anniversario più importante non è il compleanno, ma il giorno in cui è diventato sacerdote. Da quel giorno tutto cambia. Vero: anche il diaconato (che è il gradino precedente a quello del sacerdozio) ti stravolge l’esistenza, ma la meta, l’arrivo, il senso di una vita messa a servizio di Gesù trova il suo punto di fusione nel giorno dell’ordinazione presbiterale. Da quel giorno ogni cosa che fai la fai (la dovresti fare, la devi fare!) nel nome di Cristo: la gente questo si aspetta da te, anche se tu non si senti mai degno né pronto di “essere” Lui nel mondo.

A chi sente di dovere un ringraziamento?

Dopo un anno di sacerdozio posso solo balbettare un grazie a coloro che mi hanno sopportato e supportato… Grazie a Dio, perché è diventato il sogno che ha reso la mia vita un capolavoro. Grazie a coloro ai quali provo a donare ciò di cui io vivo, giorno per giorno, perché sono loro gli strumenti e i colori di quel capolavoro. E grazie anche a chi, magari da lontano e in silenzio, mi stima, mi incoraggia, mi vuole bene. “Pascite, qui est in vobis, gregem Dei, … forma facti gregis ex animo” (1Pt 5,2-3). In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi”. Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: “Seguimi” (Giovanni 21,18-19).

Solenni celebrazioni per il Sacro Cuore di Gesù

  • Email
Maria Lucia Riccioli
Categoria: Chiesa e dintorni
Giovedì, 29 Giugno 2017 14:53
La Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime il 18 giugno porta in missione a Piana degli Albanesi il reliquiario

La Civetta di Minerva, 2 giugno 2017

Chiuso il mese di maggio con la devozione al Cuore Immacolato di Maria e le relative feste (Maria Ausiliatrice il 24 maggio), si apre il mese di giugno dedicato tradizionalmente al Sacro Cuore di Gesù.

La nostra città ospita una parrocchia dedicata a questa particolare devozione, che rappresenta l’amore misericordioso che spinse Gesù a farsi fratello dell’umanità e a donare per essa la vita; ogni anno una settimana è dedicata a funzioni sacre e a momenti di gioiosa fraternità per ricordare il Sacro Cuore di Gesù e le rivelazioni a Santa Margherita Alacoque (per gli eventi legati alla parrocchia, potete consultare http://lmajorca.blogspot.it/).

La Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime dal canto suo anche nel mese di giugno continuerà ad accogliere i pellegrini, a portare il reliquiario in missione (recente è il viaggio a Cefala Diana di Palermo, dal 25 al 27 maggio scorsi, mentre a giugno è prevista una nuova missione a Piana degli Albanesi e il 18 ci sarà la solenne processione del Corpus Domini), ad evangelizzare i più giovani (inizierà infatti il Grest), nelle opere di carità: il 3 e il 4 giugno è il primo fine settimana del mese e si raccoglieranno offerte per i bisognosi assistiti dalla Casa della Carità.

“Uno dei problemi è quello di comprendere la teoria e poi cercare di calare la teoria nella pratica quotidiana”. E ancora: “Dio nessuno lo ha mai visto, ci dice Giovanni, ma quando amiamo cominciamo a capire qualcosa di Dio. Nessuno può amarsi da solo. Abbiamo continuamente bisogno di uscire dal nostro egoismo”.

Queste le parole di don Luigi Maria Epicoco Ft, sacerdote aquilano impegnato nell’evangelizzazione anche tramite i social network (come padre Raffaele Aprile, per i cui versi rimandiamo a http://cursillossiracusa.blogspot.it/p/le-poesie-di-don-aprile.html), di recente ospite della Basilica Santuario Madonna delle Lacrime per una catechesi sulla famiglia: autore anche di libri per le Edizioni San Paolo, come “Solo i malati guariscono – L’umano del (non) credente”, don Epicoco ha focalizzato il proprio intervento sull’amore umano e divino, la cui sede è proprio nel nostro cuore e in quel Cuore che a giugno la Chiesa si appresta a venerare.

71° della Repubblica. Libro su un confinato per 13 anni

Maria Lucia Riccioli
Sabato, 17 Giugno 2017 15:24
Al Centro Turiddu Bella presentato il volume di Giorgio e Cecilia Càsole. Prossimi appuntamenti il 15 giugno col semiologo Salvo Sequenzia e il 23 all’Istituto “Privitera” lo spettacolo Inno all’Amore tra canti siciliani e musica

La Civetta di Minerva, 2 giugno 2017

Il CSTB, Centro Studi di Tradizioni popolari “Turiddu Bella”, è intitolato alla memoria del celebre poeta e cantastorie di Mascali, memoria tenacemente coltivata dalla figlia Maria Bella Raudino e dai suoi soci. L’associazione è anche iscritta al registro delle espressioni immateriali (R.E.I.), che raccoglie tutto quello che costituisce patrimonio memoriale dell’umanità, proprio per il suo impegno nella raccolta, custodia e valorizzazione di ciò che attiene alle tradizioni popolari: ricordiamo l’annuale Trofeo di poesia popolare siciliana (che in ben venticinque edizioni ha scandagliato lo “stato dell’arte” della poesia popolare), la pubblicazione della pregevole rivista “Ethnos”, oltre agli incontri e agli spettacoli promossi in tanti anni di attività, vantando anche prestigiose e qualificate collaborazioni con Università e centri di ricerca.

Ieri, 1 giugno, presso la Sala “Corrado Ventaglio” di Viale Cadorna 160 a Siracusa (sede del CSTB), si è svolta la conferenza sul libro di Cecilia e Giorgio Càsole “Il ragazzo che fece sventolare la bandiera rossa”, relatori Salvatore Santuccio, Alessio Lo Giudice, Ulisse Signorelli e Carmelo Saraceno: dopo l’introduzione di Orazio Carpino, presidente dell’ANPPIA (Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti), la discussione si è incentrata sulla vicenda di Giuseppe Motta, antifascista siracusano confinato tra l’altro anche a Ventotene per 13 anni complessivi, periodo in cui maturò la convinzione che l’Europa dovesse diventare un’alleanza tra popoli. Copia omaggio del libro, particolarmente adatto a ricordare i settantuno anni della nostra Repubblica, è stata donata agli intervenuti.

Ecco le attività del Centro relative al mese di giugno: il 15 giugno il semiologo Salvo Sequenzia (con interventi di Melinda Miceli, Lalla Bruschi e Giorgio Guarnaccia) relazionerà sul volume “Locuzioni siracusane – Detti, motti e massime con note esplicative del dialetto siracusano” di Santi Moncada, mentre il 23 giugno, in occasione della Giornata mondiale della musica, presso l’Istituto “Giuseppe Privitera” in Viale Regina Margherita a Siracusa, si terrà lo spettacolo “Inno all’amore”, tra canti siciliani e musica, a cura di Dominella Santoro (voce) e del pianista Salvino Strano.

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2397:al-palazzo-impellizzeri-di-noto-storie-di-donne-in-atti-d-archivio&catid=17:cultura&Itemid=143
Ecco uno dei miei ultimi articoli confluiti sul sito…

Interessante mostra documentaria su 400 anni di vicende femminili. Non solo aborti, stupri e delitti ma anche testamenti e figure storiche. Donne dalle condizioni socioeconomiche diverse, donne dalle storie variegate, donne da conoscere e ricordare

La Civetta di Minerva, 19 maggio 2017

Sarà visitabile fino al 31 maggio 2017 – quindi anche durante l’Infiorata – nei saloni espositivi di Palazzo Impellizzeri, sede della Sezione di Noto dell’Archivio di Stato di Siracusa, la mostra documentaria ”Storie di donne nei documenti d’archivio”.

L’esposizione, inaugurata a marzo con un evento teatrale suggestivo, l’emozionante performance delle artiste Chiara Spicuglia, Rina Rossitto e Miriam Scala, che hanno dato respiro e anima con “Voci di donne” a Gaetana Midolo, Marianna Ciccone e Franca Viola, accompagnate dal gruppo dei ragazzi del S.Cuore –,  è stata realizzata utilizzando la documentazione proveniente da vari fondi archivistici: fascicoli processuali della Gran Corte Criminale, atti notarili, atti dell’Università di Noto e Prefettura, tutti documenti riferiti a vicende e figure femminili del nostro territorio vissute nell’arco di quattrocento anni.

Regestazione ed allestimento della mostra sono stati curati dalle archiviste della Sezione di Noto, Giuseppina Calvo e Anna Lorenzano, con la collaborazione di Maria Teresa Azzarelli. Coordinatore della mostra è Concetta Corridore, direttore dell’Archivio di Stato di Siracusa. Importante anche il contributo di Salvatore Zuppardo, che ha realizzato la brochure esplicativa dell’esposizione.

Il visitatore sarà suggestionato da tante voci provenienti dal passato: quella del charaullo – meraviglia lessicale per una tradizione tipicamente siciliana – che motus amore divino perdona la moglie adultera nel 1551, quella di Eleonora Nicolaci che parla attraverso il proprio testamento, quella del letterato e scienziato avolese Giuseppe Bianca che ringrazia la poetessa e patriota netina Mariannina Coffa per il dono della sua pubblicazione “Nuovi Canti” (1859)…

Interessante notare anche il progresso della condizione femminile (vedi il documento sull’Unione donne italiane ad esempio) nell’ambito dell’istruzione e dell’introduzione alle professioni.

Toccante leggere l’atto di nascita di Gaetana Midolo, che morì appena quindicenne nel rogo della fabbrica newyorkese “Triangle Waist Company”: insieme a tante altre operaie, sfruttate e sottoposte a condizioni di lavoro disumane, è una delle “camicette bianche” la cui vicenda ha dato origine alla tradizione dell’8 marzo e che è stata studiata da Ester Rizzo (il volume sulle ricerche della studiosa è edito da Navarra editore e ha permesso di dare un nome e far intitolare vie ed altri spazi pubblici alle operaie, 24 delle quali siciliane, morte nell’incendio della fabbrica di camicie).

Agghiaccianti le notizie relative ad aborti stupri e quelli che oggi chiameremmo con parola moderna “femminicidi”: Barbara e tante, troppe ragazze e perfino bambine (intollerabile la bestiale violenza su una bimba di quattro anni) gridano ancora il proprio dolore per le torture e la morte inflitte loro da conoscenti, parenti, tutori oltre che sconosciuti.

Donne dalle condizioni socioeconomiche diverse, donne dalle storie variegate, donne da conoscere e ricordare.

La mostra permette quindi di ripercorrere secoli di storia non solo locale sulla condizione femminile: fare memoria può servire non solo a riascoltare le voci delle donne del passato ma a farsene ispirare per migliorare le condizioni di vita e lavoro di chi ancora, sfruttato, umiliato e vittima di violenza, non trova voce né giustizia.

Ecco la rubrica Chiesa e dintorni, dove troverete vari articoli sulla vita del Santuario e non solo…
http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=69&Itemid=200
http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2303:le-parole-di-muratori-in-dies-irae-come-un-canto-d-aedo&catid=17&Itemid=143

Storie del Settecento siciliano rivivono animate dalla forza scenica e musicale dell’artista. E di teatro-canzone in effetti si tratta, basato sui testi e le musiche della sua omonima e recente pubblicazione. Il progetto è impreziosito dalle opere dell’artista americana Hollis Hammonds

La Civetta di Minerva, 21 aprile 2017

Ieri 20 aprile alle ore 21, presso il CineTeatro “Aurora” di Belvedere (un plauso particolare va a Nino Motta per le sue rassegne di cinema d’essai e per l’organizzazione di eventi lontani dal mainstream dove cinema, musica e parola si fondono), Carlo Muratori e il Folkstudio Ensemble hanno presentato in anteprima nazionale lo spettacolo di teatro-canzone “Dies irae – La cantata di li rujni”, basato sui testi e le musiche della sua omonima e recente pubblicazione (Le Fate editore), cui è accluso “Catastrofi e storie di popolo”, un libro dello storico Luigi Lombardo, da cui sono tratti anche i testi delle storie che ha musicato Muratori. Il progetto è impreziosito dalle opere dell’artista americana Hollis Hammonds.

Storie del Settecento siciliano che rivivono animate dalla forza scenica e musicale dell’artista. Una lingua siciliana arcaica, apocalittica, teatrale, roboante nella emozionante rappresentazione dello smarrimento popolare dinanzi alla morte e alla distruzione. Processioni di santi e di beate chiamate a raccolta per intercedere e arginare la rabbia di un Dio furente e vendicativo contro i peccati dell’uomo.

La determinazione della gente di Sicilia a sperare per risorgere dalle macerie. Scene di un vissuto popolare dinanzi alle catastrofi mai archiviato definitivamente come l’attualità dei nostri giorni sembra riproporci.

Muratori dipana la sua narrazione all’interno di un’inedita struttura musicale dove convergono recitativi e arie cantate, parole per una musica senza tempo. L’artista si muove tra le sembianze di un moderno cantastorie, un novello personaggio delle Cantate barocche e un cantautore dalle raffinate intuizioni.

Sul palco insieme a Muratori le attrici Cristina Gennaro e Ilenia D’Izzia, i musicisti Maria Teresa Arturia pianoforte e fisarmonica, Christian Bianca al violino, Matteo Blundo alla viola, Stefania Cannata al violoncello, Francesco Bazzano alle percussioni.

“Dies irae” secondo le stesse parole del “chianta-autore”, come ama autodefinirsi, “è il racconto di una umanità dolente che prende sulle sue spalle una catastrofe come il terremoto o l’eruzione dell’Etna e attraverso tutta una serie di riti propiziatori e purificazioni che ottiene grazie a Maria e ai Santi risorge dalle sue macerie”. Un racconto fatto nella lingua dei nostri avi, il metro endecasillabo tanto caro a Dante Alighieri che il popolo siciliano utilizza con una maestria straordinaria: “Ratimi aurenzia gentili signuri / cosi trimenni vorrò accuminzari / Cumanna Cristu pi li piccaturi / e ogni uomo c’avissi a pinzari”.

“Succurru a vui supremu Criaturi / dati forza a sta lingua spiegari / ‘n vènniri di notti a li cincu uri / menu ‘na quarta se è giustu parrari / forti la terra accuminzau a trimari”.

Parole che i richiamano cantàri, i poemi epici, che hanno un che di omerico, di canto d’aedo.

Muratori con “I Cilliri” aveva esplorato il repertorio folk siciliano, approfondendo nei suoi lavori successivi la ricerca sul patrimonio etnoantropologico della Sicilia (pensiamo a “Pesah” e ai riti siciliani della Pasqua, con i “lamienti” sul Cristo condannato e morto in Croce e il dolore mariano); con il libro-cd “Sale” aveva regalato un viaggio fatto di mare e salgemma nella Sicilia attuale, in quella del ricordo e della Storia (il nostro dibattuto Risorgimento, i fatti di Bronte, la poetessa Mariannina Coffa…).

Adesso con “Dies irae” – ricordiamo che sono le prime due parole della celeberrima sequenza del Requiem: “il giorno dell’ira” – un’indagine poetico-musicale sul terremoto del 1693 che cambiò il volto della Sicilia sudorientale e le eruzioni dell’Etna, sul modo siciliano di rappresentare e autorappresentarsi.

“Nel mio romanzo la generazione che ha scavalcato il millennio”

Maria Lucia Riccioli
Martedì, 09 Maggio 2017 17:27
Orazio Caruso: “Scrivendolo, pagina per pagina, mi accorgevo come <Pioggia e settembre> fosse sempre più ariostesco…”

 

La Civetta di Minerva, 21 aprile 2017

Il circolo letterario dell’Istituto Superiore “Antonello Gagini” di Siracusa in collaborazione con l’Unione Ciechi e Ipovedenti di Siracusa, Sicilia Turismo per tutti e La Casa del Libro ha presentato giovedì 20 aprile il romanzo “Pioggia e settembre” (Algra Editore, copertina dell’artista catanese Alessio Grillo), un romanzo di Orazio Caruso. A conversare con l’autore, Simona Lo Iacono; parole e musica sono state curate dagli allievi dell’Istituto Gagini: Alessia La Corte, Caterina Pisana, Giona Savà, Andrea Livia. “La Civetta di Minerva” ha intervistato l’autore per voi.

Pioggia e settembre… titolo particolarmente evocativo. Come è nato? Come si lega alla trama del tuo nuovo romanzo?

Un titolo chimico. Mi piaceva l’idea di accostare due elementi per vedere come si sarebbero combinati, quale miscela nuova ne sarebbe venuta fuori. Settembre è il vero inizio dell’anno con la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno. È il punto più basso, il “grado zero”, da cui tutto può ricominciare. La pioggia che “cade” è un simbolo polisemico e ambivalente. La apocalittica “hard rain” di Bob Dylan, ma anche il lavacro risolutivo di tante commedie americane…

I tuoi “debiti” letterari: nel tuo romanzo corrono vene ariostesche (per la quête interminata vissuta dai tuoi personaggi e il finale aperto ad esempio), calviniane (mi torna in mente la Bradamante de “Il cavaliere inesistente”)… cosa puoi dirci in proposito?

Man mano che si faceva, pagina dopo pagina, mi sono accorto quanto il romanzo fosse ariostesco nello spirito e, in parte, nella forma, soprattutto nello sguardo partecipe e amoroso nei confronti della materia narrata, nella felice e disinvolta aspirazione ad inseguire i tanti personaggi e le loro storie a grappoli. Calvino è una lettura consolidata, un grande maestro di narratologia, un esempio di scrittore che non dorme sugli allori e sulla ripetizione di forme realizzate con successo, uno sperimentatore.

L’11 settembre 2001 è un punto di non ritorno della Storia, così come settembre è un periodo “mitico” (la vendemmia o più prosaicamente il Capodanno per chi studia e lavora nella scuola, tempo di raccolta autunnale delle energie in vista dell’inverno): penso a Pavese e alle Langhe. L’umanità oltre l’umanità che racconti nel libro è nel mese di settembre a tuo modo di vedere?

Oh Pavese, uno degli autori che ha segnato la mia giovinezza, letto e metabolizzato, sempre presente, in filigrana, nei miei testi! Uno stile narrativo che possiede la ritmicità della poesia.

Ci sono eventi che condensano i cambiamenti storici. La caduta delle Torri Gemelle è uno di questi. Nel romanzo presento la generazione che a vent’anni ha scavalcato il millennio piena di speranze (non ci dimentichiamo che lo slogan del movimento no-global era “un altro mondo è possibile!”) ed invece si è trovata “atterrata” dentro un labirinto apparentemente privo di uscite e di prospettive. Io racconto lo smarrimento di questa generazione senza padri e senza riferimenti, ma lascio presagire la possibilità di una rinascita.

Vignola Etnea è divenuta ormai il luogo-non luogo della tua scrittura: che peso hanno la dimensione reale e quella mitica nei paesaggi di “Vignola”?

Vignola è reale e mitico nello stesso tempo. Potevo scegliere di ambientare le mie storie in un paese reale, magari quello in cui sono nato, ma poi ho capito che non era quello che cercavo. Vignola è un paese ed è anche tutti i paesi. Così le storie che vi ambiento sono storie di provincia, ma l’impero è fatto di sterminate province. Vignola mi consente di evitare due trappole: il bozzettismo strapaesano del borgo natio e l’astratta ambientazione in una metropoli contemporanea.

Lo stile del romanzo – e non solo di questo tuo ultimo lavoro – è una tarsia di citazioni, di dialoghi, monologhi, un intreccio di persone e prospettive. Credi di aver trovato una tua cifra espressiva?

Sogno un romanzo breve con un intreccio semplice e scritto con uno stile piano, magari un po’ poetico, composto tutto in un modo, togliendo e nascondendo il più possibile. Forse ci riuscirò. Finisterre vi si avvicinava. Ultimamente ho letto Le nostre anime di notte di Kent Haruf che ne è un ottimo esempio.

“Cerniera lampo”, come i denti di una zip nelle vite di giovani

Maria Lucia Riccioli
Lunedì, 01 Maggio 2017 11:29
Il romanzo di Luca Raimondi e Joe Schittino nel ventennale della sua prima uscita. Un “Come eravamo” che ci catapulta nelle paninerie degli anni Ottanta e Novanta, tra rassegne di film, idealismi politici, conflitti familiari, psicodrammi scolastici, media sempre più invadenti…

 

 

La Civetta di Minerva, 21 aprile 2017

Oggi venerdì 21 aprile alle ore 18.30 presso il Biblios cafè di via del Consiglio reginale a Siracusa – la libreria-caffetteria nel cuore di Ortigia – Luca Raimondi e Joe Schittino converseranno insieme a Gianfranco Damico su “Cerniera lampo”, romanzo che, in occasione del ventennale della sua prima uscita, ritorna nelle librerie per i tipi delle Edizioni Il Foglio di Gordiano Lupi.

“Cerniera lampo”, salutato da Giuseppe Culicchia (autore del cult book “Tutti giù per terra”) come “un romanzo che fa sorridere e riflettere”, è stato scritto da Raimondi e Schittino a soli diciassette anni e sarà interessante capire come gli autori sono intervenuti sul testo per aggiornarlo e rivederlo.

La cerniera lampo del titolo fa riferimento agli interventi (davvero casuali?) di una serie di eventi, che si incastrano come i denti di una zip nelle esistenze degli adolescenti Dino e Teo, di una professoressa di arte, Lara, e del marito Gianfranco, un ex carabiniere scrittore velleitario.  La crisi matrimoniale degli adulti e la voglia di rivalsa degli adolescenti determinerà una torma di equivoci tragicomici, narrati con uno stile variegato che rispecchia la galleria dei personaggi e delle situazioni descritte.

Un Bildungsroman dunque, un romanzo di formazione in cui i ragazzi si confrontano col caotico mondo della scuola e delle relazioni; un “Come eravamo” che ci catapulta nelle paninerie degli anni Ottanta e Novanta, tra rassegne di film, idealismi politici, conflitti familiari, psicodrammi scolastici, media sempre più invadenti, alla ricerca di un senso dell’esistenza, sempre più nebulosa e difficile da afferrare.

Il romanzo rappresenta quasi un “prequel” dei romanzi di Luca Raimondi “Se avessi previsto tutto questo” e “Tutto quell’amore disperso”, anch’essi editi dalle Edizioni Il Foglio: “Cerniera lampo” si pone infatti come antefatto delle tragicomiche vicissitudini dell’antieroe Carlo Piras.

Luca Raimondi e Joe Schittino, enfant prodige, performer e compositore siracusano (in appendice al romanzo i lettori troveranno una partitura precedentemente inedita, composta per l’occasione; ricordiamo che un mese fa è uscito il cd di Schittino “Visioni”, diciotto canti per voce e pianoforteedito da BAM MUSIC), sono due perfetti rappresentanti della cosiddetta “new wave” siracusana; il loro relatore sarà invece Gianfranco Damico, life coach e formatore, autore di due libri per Urra Feltrinelli, “Piantala di essere te stesso!”, e “Il Codice segreto delle relazioni”. Ad essi si è  affiancato “Le emozioni sono intelligenti”.

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2261%3Aspesso-gli-adulti-trasmettiamo-ai-ragazzi-modelli-negativi&catid=48&Itemid=144

Il Comandante della Polizia Stradale a colloquio coi ragazzi delle scuole. “Assurdo che accada un incidente per un selfie”. “Proviamo una grande tristezza quando suoniamo un campanello per comunicare un lutto sulla strada”

 

La Civetta di Minerva, 7 aprile 2017

La vita vale più di un selfie: con il messaggio dei giovani vincitori del contest sulla sicurezza stradale si è conclusa il 5 aprile, presso il Multisala Planet (Cineteatro Vasquez) di Siracusa, una delle fasi più significative della manifestazione dedicata alla diciassettesima edizione del Progetto “Icaro”, promosso dalla Polizia di Stato con la collaborazione del Miur e della Facoltà di Psicologia dell’Università “La Sapienza” di Roma.

Il comandante della polizia stradale Antonio Capodicasa ha parlato con noi de “La Civetta di Minerva” sia da professionista che come uomo e padre, mostrando il lato umano del lavoro quotidiano proprio e di quelli che chiama “i miei ragazzi”: rischiano la vita ogni giorno per la nostra sicurezza gli “angeli in blu”, come li ha definiti Mimmo Contestabile, maestro delle cerimonie sempre impeccabile e ironico – media partner dell’iniziativa sono SiracusaOggi.it ed FM Italia, con Anna Brancati e Ornella Vella dallo studio a coinvolgere gli studenti, tra cui quelli dei Licei Quintiliano, Corbino ed Einaudi di Siracusa, nell’elaborazione di uno status su WhatsApp per ideare uno slogan sulla sicurezza.

Significativa la messa in scena, ad opera della compagnia “Il Sipario”, dello spettacolo “17 minuti”, lavoro teatrale del regista e attore Riccardo Lionelli: flash tratti da quella che potrebbe essere la quotidianità dei ragazzi, fatta di lezioni a scuola, compiti a casa e uscite con gli amici, amori e dissapori, lacrime di rabbia e gioia, di gelosia e dolore. Al centro della pièce, la fretta che avvolge con le sue spire le nostre vite, l’invasività dei social network se permettiamo loro di condizionare la nostra esistenza, la necessità di compiere le scelte giuste e di avere modelli educativi validi – contro il narcisismo patologico che ormai ha preso possesso di chi dovrebbe fare da guida alle giovani generazioni.

Ma ecco la nostra conversazione con il comandante Capodicasa.

Qual è lo scopo che vi siete proposti?

L’obiettivo non è quello di fare paternali o di illustrare agli studenti gli articoli del codice della strada, ma cercare di divertire ed emozionare i giovani per farli riflettere sui comportamenti e sulle scelte che possono impattare sulla propria vita e su quelle degli altri.

Da dove è partita l’idea che ha dato vita a questo progetto?

Dalla quotidianità del nostro lavoro di funzionari di polizia. La repressione fa parte dei nostri compiti istituzionali, ma si è pensato di investire sulla formazione per prevenire gli incidenti e sensibilizzare soprattutto i giovani, anche se spesso siamo noi adulti a sbagliare e a trasmettere modelli negativi di comportamento: i ragazzi sono lo specchio delle nostre scelte sbagliate. Non vorremmo mai, come funzionari di polizia e soprattutto come esseri umani, suonare a un campanello, alzare una cornetta, digitare su un palmare un numero per comunicare un lutto che è come un ergastolo del dolore.

Toccante in questo senso la testimonianza di Deborah Lentini, mamma di Stefano Pulvirenti, che ha detto “Basta” alle foto di ragazzi che perdono la vita sulla strada, “Basta” al dolore delle mamme come lei, come quelle di Chierzi e Caruso (ricorderete certamente gli ex corbiniani falciati da un terribile incidente) e tante altre che nessuna sentenza potrà mai risarcire.

Quali sono stati i riscontri dell’iniziativa?

C’è stata nel corso degli anni una contrazione significativa del numero delle vittime: dai circa 8000 morti l’anno siamo passati a poco più di 3400. Anche le tipologie di infrazioni che noi sanzioniamo sono cambiate: oggi, forse anche grazie al Progetto Icaro, c’è una maggiore consapevolezza dei rischi che si corrono mettendosi alla guida in modalità scorretta e sapere che il 74% dei ragazzi che hanno partecipato al progetto ha cambiato la propria mentalità alla guida di un veicolo per noi è un grandissimo risultato.

Che risonanza ha avuto il progetto?

L’Italia ormai è capofila nell’Unione Europea su questa tematica: con il nome di “Icarus” il progetto è diventato una ricerca ad ampio respiro che coinvolge ricercatori, studiosi, fondazioni e associazioni.

La legge del 2016 sull’omicidio stradale ha avuto una ricaduta significativa sul vostro lavoro?

Sicuramente. Non si parla più di omicidio colposo ma di omicidio stradale con la legge 41 del 23 marzo 2016 ed è un cambiamento importante; stiamo assistendo a una modificazione di certi comportamenti sbagliati alla guida. Adesso la nostra sfida è la lotta – oltre che naturalmente che contro la guida in stato di ebbrezza o dopo l’assunzione di stupefacenti – al multitasking: è assurdo che si provochino incidenti per inviare un sms o scattare un selfie (si calcola che compiere queste operazioni mentre si è alla guida equivalga a procedere alla cieca dai quattrocento agli ottocento metri circa).

Come avete trovato l’approccio comunicativo più adatto per arrivare ai giovani?

La comunicazione passa attraverso il divertimento, la musica, il ballo. La stessa pista teatrale proposta è stata un percorso per giungere a veicolare il messaggio finale.

Testimonial d’eccezione del progetto sono stati “I soldi spicci”, il duo comico formato da Annandrea Vitrano e Claudio Casisa (imminente l’uscita del loro primo film, dopo l’enorme successo sui social, con oltre un milione di visualizzazioni per i loro video che ritraggono in chiave ironica e intelligente aspetti della quotidianità; Casisa ha anche preso parte ad un episodio de “Il giovane Montalbano”): vicini al mondo dei ragazzi, hanno saputo divertire e nello stesso tempo, secondo le loro stesse parole, “approfittando della popolarità, far giungere ai giovani come noi dei messaggi positivi”.

E ancora…

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2262:un-film-sulla-storia-vera-del-tracomatosario-di-bivona&catid=17:cultura&Itemid=143

Tratto da un libro del giornalista Carmelo Miduri, si girerà a Noto. Tra i  ricoverati nell’ospedale il figlio di un mafioso di Portella della Ginestra. Carabiniere scopre una verità inattesa

La Civetta di Minerva, 7 aprile 2017

Monti Sicani, anno scolastico 1960-1961. Tempo di emigrazione, di fame, di malattie che oggi associamo ai paesi del Terzo e Quarto mondo. Una parola che fa paura: tracoma. Un misterioso sanatorio bianco, teatro di cure contro la cecità, di severità, di punizioni come in un campo di prigionia. Tra gli ospiti dell’ospedale, il figlio di uno dei mafiosi di Portella della Ginestra. Un carabiniere indaga e scoprirà una verità inattesa.

Questa la trama del racconto del giornalista Carmelo Miduri “I bambini della Croce bianca”, edito da Arnaldo Lombardi, che in autunno diverrà un film per la produzione di Paolo Ghezzi grazie ad un protocollo d’intesa con il Comune di Noto, location delle riprese; verranno utilizzate risorse professionali del luogo e si tenterà di valorizzare architetture e paesaggi di quella che è certo una perla del Barocco siciliano.

La storia, realmente avvenuta nel comune di Bivona in provincia di Agrigento, diverrà dunque un film per la regia di Andrea Zaniol; tra gli interpreti, Francesco Di Lorenzo, Gennaro Piccirillo e Lorenzo Falletti. Tra gli artisti siciliani cui è stato proposto di collaborare c’è inoltre il musicista – o come ama definirsi il “chiantautore” – Carlo Muratori.

Il libro “I bambini della Croce Bianca” nelle primitive intenzioni di Miduri, autore sia di saggi che di opere di narrativa, sarebbe dovuto diventare un’opera teatrale, ma l’incontro con l’attore Di Lorenzo ha fatto virare l’operazione verso tutt’altri lidi. Significativa e toccante è stata l’esperienza del ritorno nei luoghi dove la storia ha avuto origine: Bivona e il tracomatosario. La documentazione fotografica, l’incontro con i protagonisti superstiti di una vicenda triste, fatta di povertà, abbandono, sofferenza hanno reso più intensa la scrittura della sceneggiatura.

L’iniziativa non solo contribuirà a gettare nuova luce su una vicenda del nostro recente passato spesso sepolto nell’oblio, ma potrà essere l’occasione di convogliare nuove energie per legare le produzioni cinematografiche alla valorizzazione del nostro territorio – pensiamo al Collettivo Frame Off composto da giovani professionisti che hanno investito nel campo documentaristico e che si sono lanciati in questa nuova sfida.

CHI E’ CARMELO MIDURI

Carmelo Miduri (Augusta 1951), giornalista professionista. Ha lavorato per vari

quotidiani ed altri mezzi di informazione. Esperto di comunicazione di impresa, ha

ricoperto ruoli di responsabilità nei servizi di comunicazione di varie organizzazioni, docente in corsi di Comunicazione, direttore di pubblicazioni tecniche, autore di

documentari televisivi.

Ha pubblicato saggi e testi di narrativa: Dal vostro corrispondente (Studioemme Edizioni, 1988), Siracusa anni ottanta (Romeo Edizioni, 1990), La boa e il terremoto

(Ediprint, 1991), Il tempo che non ricorderai (Lombardi Editore, 2002), Lezioni di comunicazione (Lombardi Editore, 2003), Un anno in quaranta e-mail (Lombardi

Editore 2005), L’Ufficio Stampa nella Comunicazione Pubblica (Lombardi Editore, 2012, Raffineria di Augusta, Storia di uomini e di progresso (ExxonMobil, 2015), Psico-Intervista alla Crisi ( Lombardi Editori, 2016).

E ancora…

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2284:decennale-di-letteratitudine-con-maugeri-ideatore-del-blog&catid=17&Itemid=143

Dieci anni sono un’eternità nel vorticoso fluire di post consumati in pochi secondi, eppure non sembra inutile volgersi indietro per rimirare il cammino compiuto per poi solcare nuovi spazi su carta e pixel

La Civetta di Minerva, 7 aprile 2017

Un tempo artisti, poeti e intellettuali si ritrovavano nelle accademie, poi venne il tempo dei caffè letterari,luoghi di elaborazione artistica e spesso laboratori politici, di certo volano per le nuove idee, centri di propaganda per le correnti innovatrici in ogni ambito del sapere.

Oggi è tempo di social, di piazze virtuali: Twitter, Facebook e tutte le piattaforme che consentono di condividere testi, immagini, video. I blog – diari di bordo telematici, mi piace definirli – sono stati e sono ancora per certi versi una via di mezzo tra l’incontro de visu e quello mordi e fuggi dei like e dei tweet: botteghe, laboratori, officine in cui il blogger scrive e condivide post a tema oppure OT, off topic. Alcuni di questi sono dei punti di riferimento per gli intellettuali o gli appassionati di letteratura e non solo, anche se il loro ruolo di filtro e catalizzatore di energie e materiali ora sembra polverizzato tra le bacheche di Facebook sulle quali tendono ormai a spostarsi le discussioni on line.

Oggi, venerdì 7 aprile alle ore 18, presso la Casa del Libro Rosario Mascali in via Maestranza a Siracusa,Simona Lo Iacono (scrittrice e magistrato, autrice de “Le streghe di Lenzavacche” per i tipi di E/O, romanzo finalista al Premio Strega 2016) presenterà insieme a Daniela Sessa, docente di Lettere del Liceo Quintiliano di Siracusa, il volume “Letteratitudine 3 – Letture, scritture e metanarrazioni (LiberAria editore), curato dallo scrittore e blogger Massimo Maugeri, ideatore del blog “Letteratitudine”, che festeggia il decennale. Interpreteranno alcuni dei “fantasmi” letterari del libro Arianna Vinci, Beatrice Margagliotti e Sofiya Vlasova.

Il 10 marzo scorso Massimo Maugeri era stato ospite dell’Istituto Tecnico Commerciale P. Branchina di Adrano (CT) nell’ambito della manifestazione “Viaggio tra le parole”, mentre la prima assoluta di “Letteratitudine 3” si è tenuta presso La Feltrinelli di Catania il 17 gennaio in occasione della serata inaugurale del nuovo anno di incontri della libreria.

“Letteratitudine 3” viene dopo altri due volumi (editi da Azimut e Historica Edizioni) in cui Maugeri ha fatto il punto del suo decennale lavoro, trasformando in cartaceo il meglio delle discussioni di quello che è uno dei blog d’autore del gruppo Kataweb/L’Espresso. Il taglio di questo libro, che chiude quasi un’ideale trilogia, è differente: possiamo leggerlo sia come un manuale di lettura che come un prontuario di scrittura – possiamo infatti sbirciare nell’antro di quelli che sono gli alchimisti della letteratura italiana (e non solo) contemporanea –, possiamo “navigarlo” quasi come un blog o un sito Internet per saltare da uno scrittore a un personaggio a un libro. Particolarmente interessante è la sezione dedicata alle autofiction, ai racconti ideati dagli scrittori per presentare i loro libri, quasi una sorta di selftailer, mentre è un vero e proprio tuffo nella passione per la lettura il poter leggere le lettere a personaggi letterari e autori scomparsi. Particolarmente opportuno per ricordare un faro della nostra letteratura è il l’omaggio a Vincenzo Consolo, raccolta di saggi che chiude il volume.

Massimo Maugeri, che all’attività di blogger unisce quella di collaboratore di testate come “Il Venerdì” di Repubblica, su Radio Hinterland cura e conduce Letteratitudine in Fm, trasmissione culturale di libri e letteratura, scrive romanzi, racconti e saggi; Trinacria Park (Edizioni E/O, 2013), inserito da Panorama nell’elenco dei dieci migliori romanzi italiani pubblicati nel 2013, è stato insignito del Premio Vittorini, del quale purtroppo segnaliamo la scomparsa, perché ha rappresentato un emblema di siracusanità. Maugeri ha anche ricevuto premi come l’Addamo, il Martoglio, il Portopalo – Più a Sud di Tunisi e il Premio Internazionale Sicilia “Il Paladino”, per ricordare soltanto quelli siciliani.

L’evento di oggi servirà a ricordare il decennale del blog e i fili da questo creati fra autori, librai, bibliotecari, traduttori, editori, accademici, esperti e semplici lettori, istituti italiani di cultura all’estero e università: tutto quanto gravita intorno al libro è gravitato tra le pagine virtuali di “Letteratitudine” con la sua costola dedicata alle news letterarie.

Dieci anni sono un’eternità nel vorticoso fluire di post consumati in pochi secondi, eppure non sembra inutile volgersi indietro per rimirare il cammino compiuto per poi solcare nuovi spazi su carta e pixel e magari trovare nuovi sentieri in un mondo come quello editoriale che ha visto la rivoluzione di Internet, la nascita dell’e-book e l’esplodere dei social con l’orizzontalizzazione della conoscenza. Non sembra nostalgico rileggere nomi e nickname che si rincorrevano sulle autostrade telematiche, ritrovandosi in autogrill virtuali per condividere frasi, versi, citazioni, recensioni, riflessioni, auguri, scherzi letterari… Come dimenticare Sergio Sozi (il ponte con la Slovenia insieme alla moglie Veronika Simoniti, traduttrice), Carloesse Sirotti Speranza, Eventounico, Enrico Gregori, Laura Costantini e Loredana Falcone, Gea, Cristina Bove, Maria Di Lorenzo, Stefano Mina, Francesco Didò Didomenico, Salvo Zappulla, Teresa Santalucia Scibona, Fausta Maria Rigo, solo per ricordare qualche nome? Rubriche dedicate al diritto, alla scuola, alle alternative ai classici, cene letterarie, collaborazioni… per dieci anni è stato possibile accalorarsi dietro un monitor ticchettando di libri su una tastiera, magari a tu per tu con l’autore del libro che ci aveva tanto emozionato, insieme a tanti altri come noi che compartiscono l’amore per la lettura e la scrittura.

“Letteratitudine” forse ha addirittura travalicato le primitive intenzioni del suo ideatore, che voleva unire Letteratura e “sicilitudine” contro la solitudine, superando i limiti di lati- e longitudine. Un blog multidimensionale, poliedrico come le geometrie evocative della copertina del volume.

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2281:ad-augusta-si-vuole-intitolare-alla-sirena-lighea-una-piazzetta&catid=18:provincia&Itemid=145

Ad Augusta si vuole intitolare alla sirena Lighea una piazzetta

Maria Lucia Riccioli
Sabato, 22 Aprile 2017 09:55

Al Faro Santa Croce. A sessant’anni dalla morte di Tomasi di Lampedusa il direttore di Naxoslegge e una studiosa incontrano i liceali

La Civetta di Minerva, 7 aprile 2017

“La sirena”, racconto lungo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, è conosciuto anche col titolo di “Lighea”, nome che la moglie dell’autore aveva scelto per chiamare la protagonista – essere di mezzo tra il reale e il fantastico – della novella, scritta nell’inverno del 1956-1957 durante una purtroppo brevissima ma felice stagione narrativa dello scrittore de “Il Gattopardo”.

Pubblicato solo postumo nel 1961 da Feltrinelli, il racconto (il cui manoscritto era stato consegnato da Elena Croce, figlia di Benedetto, filosofo e critico, a Giorgio Bassani, curatore e prefatore del volume) narra l’incontro fra Rosario La Ciura, classicista e professore in pensione, e il giovane nobile Paolo Corbera di Salina, laureato in legge, bon vivant e galleggiatore nel mare magnum del giornalismo.

Dalle conversazioni dei due nella Torino del 1938, nebbiosa e cupa, si passa al piano dei ricordi: il professore rivelerà al giovane l’incontro fatato con la sirena Lighea, avvenuto sulle coste ancora selvagge di Augusta, in una Sicilia a metà tra la realtà e il mito.

Sabato 8 aprile, nell’ambito di “Naxoslegge”, in collaborazione con il Liceo classico “Megara” di Augusta, SulidArte, La giara di Brucoli, Circolo Unione Augusta, Italia Nostra, Historica Edizioni, Fulvia Toscano, direttore artistico di Naxoslegge, e Maria Antonietta Ferraloro, studiosa di Tomasi di Lampedusa – si terranno comunque altri incontri in vari comuni siciliani, nonché in luoghi cari all’autore del Gattopardo, come Ficarra, la Fondazione Verga a Catania, Santa Margherita del Belice, Palma di Montechiaro, Capo d’Orlando con la Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella, Ragusa-Donnafugata, Giardini Naxos, Taormina, Palermo e Messina, con il coinvolgimento di enti, scuole, fondazioni, parchi Letterari, accademie e associazioni – incontreranno i ragazzi del Liceo di Augusta; verrà inoltre proposta l’intitolazione di una piazzetta a Lighea di Tomasi di Lampedusa presso il Faro Santa Croce. Interverranno la dirigente scolastica M.C. Castorina e le docenti Di Venuta e Insinga, oltre alle autorità e alle associazioni partner dell’iniziativa.

La casa editrice Historica edizioni di Francesco Giubilei, il più giovane editore italiano, pubblicherà una sorta di cahier di viaggio dell’esperienza per celebrare nel biennio 2017/2018 i sessant’anni trascorsi dalla morte dello scrittore e dalla prima pubblicazione de “Il gattopardo”.

Particolarmente significativa è la volontà di legare le parole di Tomasi ai luoghi che le hanno ispirate, in un’ottica non solo di valorizzazione ma soprattutto di custodia della memoria.

 http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2214:tra-avola-e-noto-echeggiar-di-versi-per-la-festa-della-poesia&catid=18&Itemid=145

Tra Avola e Noto echeggiar di versi per la festa della poesia

Marialucia Riccioli
Giovedì, 06 Aprile 2017 00:19
https://www.facebook.com/plugins/like.php?app_id=262357397227600&channel=http%3A%2F%2Fstaticxx.facebook.com%2Fconnect%2Fxd_arbiter%2Fr%2F96nq-xsaNcg.js%3Fversion%3D42%23cb%3Dfdc85a380fe3a8%26domain%3Dwww.lacivettapress.it%26origin%3Dhttp%253A%252F%252Fwww.lacivettapress.it%252Ff1cb3d9ed91827c%26relation%3Dparent.parent&container_width=123&href=http%3A%2F%2Fwww.lacivettapress.it%2Fit%2Findex.php%3Foption%3Dcom_content%26view%3Darticle%26id%3D2214%3Atra-avola-e-noto-echeggiar-di-versi-per-la-festa-della-poesia%26catid%3D18%3Aprovincia%26Itemid%3D145&layout=button_count&locale=en_US&sdk=joey&send=true&show_faces=false&width=450
http://platform.twitter.com/widgets/tweet_button.5c39137502ea1894df4434ae5ed041c5.en.html#dnt=false&id=twitter-widget-0&lang=en&original_referer=http%3A%2F%2Fwww.lacivettapress.it%2Fit%2Findex.php%3Foption%3Dcom_content%26view%3Darticle%26id%3D2214%3Atra-avola-e-noto-echeggiar-di-versi-per-la-festa-della-poesia%26catid%3D18%26Itemid%3D145&size=m&text=Tra%20Avola%20e%20Noto%20echeggiar%20di%20versi%20per%20la%20festa%20della%20poesia&time=1492865354930&type=share&url=http%3A%2F%2Fwww.lacivettapress.it%2Fit%2Findex.php%3Foption%3Dcom_content%26view%3Darticle%26id%3D2214%3Atra-avola-e-noto-echeggiar-di-versi-per-la-festa-della-poesia%26catid%3D18%26Itemid%3D145&via=cooltemplates

Riempite strade, piazze, cortili e chiese con note di armonia, canti, musica. Questa edizione dedicata a Salvatore Di Pietro, l’anno prossimo a Corrado Carbè

La Civetta di Minerva, 24 marzo 2017

Domenica 19 marzo, in occasione della Festa mondiale della poesia ad Avola, declinata in due giorni speciali tra Avola e Noto, si sono concluse la quindicesima edizione di “Dalle otto alle otto” e la sesta edizione di “Libri di-versi in diversi libri” dedicata a Salvatore Di Pietro: Carlo Sorgia, Alessandra Nateri Sangiovanni e Maria Pia Vido si sono classificati rispettivamente al primo, secondo e terzo posto in quella che non è tanto una tenzone letteraria ma un’occasione di incontro, scambio e crescita nel nome della poesia: in un tempo arido e materialista, in cui scrivere versi sembrerebbe anacronistico e del tutto inutile, poesia è anche riempire strade, piazze, cortili e chiese di Avola e Noto di armonia, canti, musica e, soprattutto, poesie, “celebrando” secondo l’anima di questo concorso, il libraio-editore Ciccio Urso, sostenuto come sempre da Liliana Calabrese, dai giurati e dal manipolo di artisti del Val di Noto che seguono le loro iniziative, “la magia della creatività, spontaneamente e senza programmazione, nonostante l’indifferenza di intellettuali egocentrici e della massa insignificante che ci circonda, e, soprattutto, senza sindaci e assessori e a personaggi di potere, perché l’unico potere abbracciato da ciascuno è quello della fantasia e della bellezza di un verso, dell’incontro con un accadimento inaspettato, ma collegato a ciascuno, e l’adesione entusiastica di persone graditissime”.

Tra i giurati, docenti e poeti: Maria Barone, Corrado Bono, Liliana Calabrese, Antonino Causi, Francesca Corsico, Luigi Ficara, Benito Marziano, Orazio Parisi, Vera Parisi, Fausto Politino, Maria Restuccia, Lilia Urso, Marco Urso e i poeti vincitori Giovanni Catalano, Manuela Magi, Maria Chiara Quartu, Pietro Vizzini, Nina Esposito.

Sono state consegnate le targhe della memoria dedicate a poeti sparsi in diverse città italiane e grazie all’intervento di poeti di diverse regioni italiane, compresa la Sardegna, è stato raggiunto l’obiettivo di creare ponte con gli altri, ascoltando e uscendo da sé, diventando ideali punti di riferimento e modelli di vivere creativo positivo, da moltiplicare nel mondo.

La nuova edizione del concorso letterario verrà come ormai consuetudine dedicata a un poeta amico della Libreria Editrice Urso, scomparso anzitempo, e cioè al poeta-scrittore Corrado Carbè scomparso il 20 febbraio 2017 nel mentre stava partecipando alla precedente edizione di questo Concorso, dove, tra l’altro, si classificava al sesto posto della classifica finale, insieme a Cettina Lascia Cirinnà, Mimma Raspanti, Federico Guastella, Rita Stanzione, Simona Forte, Marianinfa Terranova, Antonella Santoro, Gianluca Macelloni, Grazia La Gatta.

Meritano una menzione particolare e vanno incoraggiati i giovani artisti: in un’edizione di qualche anno fa Davide Giannelli scriveva che quando saprai che stai per morire, / dalle tue ceneri di nuovo un sorriso. / E la tua melodia canterai (da Vivere d’amore).

Miriam Vinci, selezionata nell’edizione 2016/2017, ben rappresenta l’anelito giovanile alla Bellezza nonostante il grigiore del quotidiano e le difficoltà dell’esistenza e ci piace chiudere proprio con i suoi versi, che con voce fresca in ritmi franti ricantano i temi eterni della poesia, tra illusioni ingenue dell’età ed echi leopardiani:

Ed è in questa nudità / che vorrei / vestiti di poesia.

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2215:un-corto-sulle-adozioni-girato-tra-noto-rosolini-e-catania&catid=17&Itemid=143

Un corto sulle adozioni girato tra Noto, Rosolini e Catania

Marialucia Riccioli
Domenica, 09 Aprile 2017 11:10
https://www.facebook.com/plugins/like.php?app_id=262357397227600&channel=http%3A%2F%2Fstaticxx.facebook.com%2Fconnect%2Fxd_arbiter%2Fr%2F96nq-xsaNcg.js%3Fversion%3D42%23cb%3Df35241b8e7dec3%26domain%3Dwww.lacivettapress.it%26origin%3Dhttp%253A%252F%252Fwww.lacivettapress.it%252Ff31d524fcc7d1c%26relation%3Dparent.parent&container_width=123&href=http%3A%2F%2Fwww.lacivettapress.it%2Fit%2Findex.php%3Foption%3Dcom_content%26view%3Darticle%26id%3D2215%3Aun-corto-sulle-adozioni-girato-tra-noto-rosolini-e-catania%26catid%3D17%3Acultura%26Itemid%3D143&layout=button_count&locale=en_US&sdk=joey&send=true&show_faces=false&width=450
http://platform.twitter.com/widgets/tweet_button.5c39137502ea1894df4434ae5ed041c5.en.html#dnt=false&id=twitter-widget-0&lang=en&original_referer=http%3A%2F%2Fwww.lacivettapress.it%2Fit%2Findex.php%3Foption%3Dcom_content%26view%3Darticle%26id%3D2215%3Aun-corto-sulle-adozioni-girato-tra-noto-rosolini-e-catania%26catid%3D17%26Itemid%3D143&size=m&text=Un%20corto%20sulle%20adozioni%20girato%20tra%20Noto%2C%20Rosolini%20e%20Catania&time=1492865595780&type=share&url=http%3A%2F%2Fwww.lacivettapress.it%2Fit%2Findex.php%3Foption%3Dcom_content%26view%3Darticle%26id%3D2215%3Aun-corto-sulle-adozioni-girato-tra-noto-rosolini-e-catania%26catid%3D17%26Itemid%3D143&via=cooltemplates
inShare

Da tre storie vere un libro e un film, finanziato in parte grazie al  crowdfunding. Le responsabili del progetto: “Gli attori ne hanno acquisito e fatta propria l’esperienza”

La Civetta di Minerva, 24 marzo 2017

Tre storie. Tre desideri che si riassumono in uno solo: essere genitori. Un corto sul delicato e attuale tema dell’adozione è stato girato nel Siracusano. “La Civetta di Minerva” si è incuriosita e ha incontrato per voi i responsabili del progetto, Giovanna Pignataro e Francesco Di Martino.

Come è nata l’idea del corto? È un lavoro autoprodotto o qualcuno ha investito in questo progetto?

“La casa dei conigli di Nola ha iniziato il progetto Aspettiamo! Si tratta di una storia sull’adozione, fatta per lo più di sensazioni, quelle che accompagnano la trafila del percorso adottivo sia dal lato dei futuri genitori sia dal lato dei futuri figli. Questa storia, scritta da Giovanna Pignataro, e divenuta albo illustrato sotto le mani di Tiziano Squillace, sembrava più completa con l’aggiunta di un video, per la precisione un documentario, che potesse raccontare delle storie vere di adozione. Francesco di Martino, documentarista di fiducia, ha subito abbracciato l’idea, aggiungendovi naturalmente il suo punto di vista. È nato così Aspettiamo! Il film, un documentario di finzione: si è deciso di raccontare tre storie vere, prese in luoghi diversi e con presupposti diversi. Francesco e Giovanna sono partiti con le registrazioni dalla voce dei loro protagonisti, in seguito hanno tradotto le storie in sceneggiatura e poi si è passati alle riprese con gli attori che hanno impersonato le tre coppie di genitori adottivi. Il libro di partenza è uscito con Marotta&Cafiero e stampato anche grazie ad una campagna di crowdfunding. Il film di fatto è autoprodotto.

Cast e maestranze sono del Siracusano? In quali location avete girato?

Essendo il regista di Noto, ed essendo necessario tenere bassi i costi, tutte le persone coinvolte nel film sono più o meno del territorio. Stessa cosa per le location che sono state scelte in modo che non fossero precisamente riconoscibili di modo che non si resti legati ad alcuni luoghi particolari, ma che possano essere storie del mondo.

Ecco le parole dello stesso regista: “Abbiamo girato tra Noto, Rosolini e Catania. Una buona parte degli attori sono netini (Carola Pennavaria, che tra l’altro canta nel teaser del corto, Salvatore Tringali, Carlo Genova), due invece da paesini ai piedi dell’Etna (Marta Allegra e Angela D’Amico) mentre uno è ispicese (Giovanni Peligra), tutti attori abbastanza preparati e appartenenti al mondo del teatro. Per loro questo progetto è stato sicuramente una scommessa, una prova, visto che hanno cercato di interpretare al meglio i personaggi senza imitarli (tutti gli attori hanno studiato a fondo i personaggi attraverso le interviste fatte alle coppie vere da me e Giovanna)  ma acquisendone la storia e farla propria.  E soprattutto su ogni scena hanno cercato di non seguire le battute della sceneggiatura ma dei discorsi personali, soprattutto nelle interviste frontali che abbiamo inscenato.

È capitato anche di porre loro delle domande che nel copione non c’erano… e li ho trovati sempre pronti a dare una risposta come se la storia la stessero vivendo loro. In sintesi un esperimento per noi, ma soprattutto per loro.

Il corto è stato pensato per la rete o ci potrà essere una sorta di promozione e distribuzione? Sono previste presentazioni?

Il corto sarà abbinato al libro pubblicato, all’interno del quale c’è un link per scaricarlo. Sicuramente sarà presentato, non appena pronto, insieme al libro che è uscito da pochi giorni.

Secondo quale ottica è visto il tema dell’adozione nel corto? Quale finalità vi siete prefissi nel realizzarlo?

Il libro da cui è partito il progetto si sofferma sulla costante presenza di due mondi paralleli, quello dei genitori adottivi e quello dei bambini che saranno adottati. Il film segue invece le vicende delle coppie di genitori delle tre storie soffermandosi sulle loro difficoltà, sensazioni, sull’enorme mole di stress che comporta il percorso adottivo. La volontà è riflettere su che cosa comporti intraprendere questa strada, per tutti coloro che vi sono coinvolti. Trattandosi di bambini, il tutto è anche delicato e poetico, ma parallelamente ci sono enormi scogli da sormontare e accendere un po’ la luce su di essi non è male…

Per saperne di più: https://www.youtube.com/watch?v=bnSLL3RSmo0

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2219:la-riccioli-su-mariannina-coffa-saffo-netina-dell-800&catid=17&Itemid=143

La Riccioli su Mariannina Coffa, Saffo netina dell’800

Salvo Amato
Sabato, 08 Aprile 2017 08:45
https://www.facebook.com/plugins/like.php?app_id=262357397227600&channel=http%3A%2F%2Fstaticxx.facebook.com%2Fconnect%2Fxd_arbiter%2Fr%2F96nq-xsaNcg.js%3Fversion%3D42%23cb%3Df24a35b42633744%26domain%3Dwww.lacivettapress.it%26origin%3Dhttp%253A%252F%252Fwww.lacivettapress.it%252Ff202588f1b1a4e%26relation%3Dparent.parent&container_width=123&href=http%3A%2F%2Fwww.lacivettapress.it%2Fit%2Findex.php%3Foption%3Dcom_content%26view%3Darticle%26id%3D2219%3Ala-riccioli-su-mariannina-coffa-saffo-netina-dell-800%26catid%3D17%3Acultura%26Itemid%3D143&layout=button_count&locale=en_US&sdk=joey&send=true&show_faces=false&width=450
http://platform.twitter.com/widgets/tweet_button.5c39137502ea1894df4434ae5ed041c5.en.html#dnt=false&id=twitter-widget-0&lang=en&original_referer=http%3A%2F%2Fwww.lacivettapress.it%2Fit%2Findex.php%3Foption%3Dcom_content%26view%3Darticle%26id%3D2219%3Ala-riccioli-su-mariannina-coffa-saffo-netina-dell-800%26catid%3D17%26Itemid%3D143&size=m&text=La%20Riccioli%20su%20Mariannina%20Coffa%2C%20Saffo%20netina%20dell%E2%80%99800&time=1492865727340&type=share&url=http%3A%2F%2Fwww.lacivettapress.it%2Fit%2Findex.php%3Foption%3Dcom_content%26view%3Darticle%26id%3D2219%3Ala-riccioli-su-mariannina-coffa-saffo-netina-dell-800%26catid%3D17%26Itemid%3D143&via=cooltemplates
inShare

La conferenza nei locali della biblioteca di Noto. Durante l’incontro, organizzato dal Rotaract, musiche eseguite dal maestro Gabriele Bosco al violino, mentre Giuseppe Puzzo, verseggiatore egli stesso, recita alcune liriche della poetessa e propri componimenti inediti

La Civetta di Minerva, 24 marzo 2017

“Mariannina Coffa, Una donna tante donne – La poetessa dell’Ottocento che parla alle donne di oggi”: questo il titolo dell’incontro che si terrà domani, venerdì 25 marzo, alle ore 17,30 presso la Biblioteca comunale “Principe di Villadorata” di Noto in via Nicolaci, biblioteca che custodisce amorosamente gli scritti della poetessa e patriota netina. L’incontro si inserisce nella programmazione del Rotaract volta alla valorizzazione del territorio e delle sue risorse culturali in senso lato.

Mariannina Coffa (Noto, 1841-1878), enfant prodige della borghesia netina nel passaggio difficile ed esaltante insieme dalla monarchia borbonica al Regno d’Italia, è stata dunque figlia, sorella, amica – corrispose con gli intellettuali dell’epoca pur senza muoversi dalla Sicilia –, innamorata (fu protagonista di un amore tipicamente romantico con Ascenso Mauceri, musicista e autore di tragedie), sposa malmaritata di un possidente terriero di Ragusa, madre (perse tra l’altro due dei cinque figli), patriota e poetessa (accompagnò con la sua poesia e le sue riflessioni i moti risorgimentali e la sua complessa personalità e spiritualità la portò ad un tentativo di emancipazione dagli stilemi dell’epoca verso soluzioni originali): interpretò ognuno di questi ruoli nonostante i limiti della propria condizione di donna, di siciliana, nonostante la malattia e le incomprensioni del contesto familiare e socio-culturale.

La conferenza, tenuta da Maria Lucia Riccioli, docente e scrittrice, autrice tra l’altro di un romanzo storico, “Ferita all’ala un’allodola”, incentrato proprio su Mariannina Coffa, giurata per due anni consecutivi del concorso di “Inchiostro e anima” intitolato alla Capinera di Noto, alla Saffo netina, tanto per ricordare alcune delle immagini cui la Coffa è stata associata, autrice di un saggio sulla prima tesi di laurea dedicata alla poetessa e inserito nel volume “Sguardi plurali” (Armando Siciliano Editore) curato da Marinella Fiume e uscito per raccogliere i lavori dell’omonimo convegno, oltre che di una lettera immaginaria alla Coffa pubblicata per i tipi di LiberAria in “Letteratitudine 3: letture, scritture, metanarrazioni” (a cura di Massimo Maugeri), sarà moderata da Federica Piluccio, presidente del Rotaract club Noto Terra di Eloro; le musiche che accompagneranno l’evento saranno eseguite dal maestro Gabriele Bosco al violino, mentre Giuseppe Puzzo, estimatore della Coffa e verseggiatore egli stesso, reciterà alcune liriche della poetessa e propri componimenti inediti.

A quasi centoquarant’anni dalla scomparsa della poetessa, la sua biografia e le sue opere presentano ancora fertili campi di indagine (pensiamo alla recente scoperta ad opera di Stefano Vaccaro di un inedito rinvenuto nella biblioteca del Castello di Donnafugata).

L’incontro del 25 marzo sarà occasione di riflessione sul modello femminile incarnato dalla Coffa e offrirà lo spunto per ricordare l’incendio del 25 marzo 1911, nel quale persero la vita le “camicette bianche” (pensiamo allo straordinario lavoro di Ester Rizzo per ridare nome dignità e memoria a queste donne), le operaie della Triangle Waist Company: tra di esse c’era una ragazza netina, Gaetana Midolo, cui è stata dedicata la rotatoria di Piazza Nino Bixio. Nel mese dedicato alle donne, ricordare un’emigrata e una figura del nostro Risorgimento non sembrerà un’operazione azzardata.

Si laurea in lettere discutendo la tesi in latino colto

Maria Lucia Riccioli
Lunedì, 03 Aprile 2017 08:07

Gianluca Vindigni: “E’ un’autentica vocazione. Già al liceo scientifico scoprii di essere sempre più portato per questa lingua, la cui perfezione grammaticale mi travolgeva, che per la matematica. Mi ha sorpreso che scrivesse di me anche Repubblica”

La Civetta di Minerva, 24 marzo 2017

Il 6 marzo scorso Gianluca Vindigni, studente di Vittoria (RG), vincitore come secondo classificato di due certamina nazionali di lingua latina per universitari, espletati a Mascalucia (CT), rispettivamente nel 2015 e nel 2016, è diventato dottore di Lettere classiche laureandosi con una tesi intitolata “De C. Iulii Caesaris sermone commentatio critica”.

Fin qui niente di strano. Ma la tesi è stata sia scritta che esposta (parlando) interamente in latino.

“La Civetta di Minerva”, incuriosita da quella che in passato era la prassi e oggi sembra roba da nerd, ha contattato Gianluca Vindigni, che ha suscitato attorno a quello che poteva essere un traguardo personale e privatissimo un piccolo ma significativo clamore mediatico…Ecco come ha risposto alle nostre domande (in italiano, non preoccupatevi!)

Si attendeva un’attenzione di questo tipo? Non è affatto frequente che una tesi di laurea sia scritta e addirittura discussa per intero in latino…

Ammetto che non mi sarei mai aspettato un successo mediatico di tale grandezza per la mia tesi di laurea. Non tanto perché voglio sminuire il mio lavoro – oggettivamente sono pochi oggigiorno i ragazzi realmente appassionati ed interessati a scrivere e parlare il latino – ma poiché non avrei mai pensato di essere così apprezzato da docenti e giornalisti. Ho avuto una commissione molto disponibile, educata e cordiale, che mi ha permesso di poter realizzare questo mio piccolo sogno, sebbene ancora coi piedi per terra so per certo che la strada è lunga. Sono rimasto sorpreso, lo ammetto, di aver trovato un mio articolo persino sul giornale “La Repubblica”, ma evidentemente la notizia deve aver scosso ed incuriosito parecchi giornalisti e lettori. Non posso che esserne felice!

Torniamo indietro: su quale argomento verte la sua tesi e come mai ha deciso di scriverla nella lingua di Cicerone?

La mia è una tesi filologica incentrata sulla lingua di Cesare, sul suo usus scribendi. L’idea di scrivere una tesi di laurea assolutamente grammaticale mi balenava in testa già da tantissimi anni, considerando che uscii dal liceo scientifico totalmente malato di grammatica latina, a tal punto che da allora non è trascorso un giorno della mia vita in cui io non abbia toccato un manuale di grammatica o non abbia letto classici. La lingua di Cesare da me è stata sempre apprezzata, ed anche in particolar modo direi, per cui ringrazio il mio relatore Vincenzo Ortoleva per avermi serenamente consentito di svolgere la tesi su un argomento e su un autore da me amatissimo. Mi è sempre piaciuto scovare le cosiddette “eccezioni” alla regola nei vari autori, classificarle, analizzarle, e darne una possibile spiegazione. Proprio in questo modo svolsi la mia tesi su Cesare, analizzando principalmente tutte quelle apparenti infrazioni alle regole che sono presenti nei suoi commentari, classificandole e raggruppandole secondo un corretto criterio.

Da dove nasce questo amore per la lingua latina?

Nasce già dai primi anni di liceo scientifico, trascorsi nella mia benamata Vittoria, sotto gli insegnamenti di Daniele Liberto, ora mio grande amico e un tempo mio insegnante di lettere, che mi fece totalmente invaghire di grammatica latina. Giorno dopo giorno scoprivo di essere sempre più portato per questa lingua che per le materie scientifiche, la cui perfezione grammaticale mi travolgeva continuamente. Scoprii di avere quasi una vocazione, di riuscire col tempo a leggere, tradurre, pensare e scrivere il latino senza eccessive difficoltà, così che decisi di intraprendere la carriera di classicista iscrivendomi in lettere classiche all’università degli studi di Catania, a costo di dover imparare la lingua greca da autodidatta; impegno che, tra l’altro, mi fece spendere circa due anni e mezzo in più. L’amore per il latino parlato, invece, nacque dopo il diploma, durante i primi anni di università, seguendo appassionatamente su YouTube i video del Prof. Luigi Miraglia, fondatore della notissima accademia Vivarium Novum e vivissimo cultore del latino parlato, che ebbi l’onore di conoscere poi di persona.

Secondo te come mai proprio nella patria dei Romani, l’Italia, gli studi classici sembrano regredire?

Gli studenti trovano ostico il Latino almeno a pari merito con la matematica… alcuni studiosi ed opinionisti attribuiscono questo alla eccessiva semplificazione dei percorsi didattici, in cui l’unica difficoltà, gli ultimi scogli, sarebbero rappresentati proprio dalla versione di Latino e dal compito di Matematica.

Questione di metodo, di scarsa motivazione…? Come la vedi?

Su questo non posso dire più di tanto, giacché ai miei tempi vi erano ancora cinque ore di latino settimanali al liceo scientifico tali da poter spingere col programma, ma oggi come oggi essendo state scese a tre credo più difficile che dei ragazzi decidano di iscriversi in lettere classiche, anche se chiaramente la speranza che ciò possa continuare a verificarsi non muore mai. C’è troppo poco latino ormai, purtroppo. Per il metodo non saprei cosa dire: io studiai col metodo tradizionale e finii per innamorarmi pienamente della grammatica latina, ma oggigiorno sta divampando qua e là anche il metodo naturale, adottato da moltissime scuole, su cui varie sono le opinioni, sia positive che negative. Sebbene io non lo conosca e difenda ancora il vecchio metodo tradizionale grazie al quale appresi il latino, non posso tuttavia biasimarlo, non essendone ancora venuto a conoscenza. Sarebbe un giudizio a priori, da ipocriti. Credo però che l’unica salvezza dei tempi moderni siano i docenti, giacché, secondo la mia personale esperienza, credo che si possa giungere alla piena passione di una materia anche e soprattutto grazie all’apporto di un ottimo docente, che sappia trasmettere oltre alla cultura anche la propria passione ed il proprio amore.

Potresti dedicare un saluto in latino ai nostri lettori?

Utinam vobis omnibus lingua Latina probetur!

E ancora…

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2215:un-corto-sulle-adozioni-girato-tra-noto-rosolini-e-catania&catid=17&Itemid=143

Un corto sulle adozioni girato tra Noto, Rosolini e Catania

Maria Lucia Riccioli

La Civetta di Minerva, 24 marzo 2017

Tre storie. Tre desideri che si riassumono in uno solo: essere genitori. Un corto sul delicato e attuale tema dell’adozione è stato girato nel Siracusano. “La Civetta di Minerva” si è incuriosita e ha incontrato per voi i responsabili del progetto, Giovanna Pignataro e Francesco Di Martino.

Come è nata l’idea del corto? È un lavoro autoprodotto o qualcuno ha investito in questo progetto?

“La casa dei conigli di Nola ha iniziato il progetto Aspettiamo! Si tratta di una storia sull’adozione, fatta per lo più di sensazioni, quelle che accompagnano la trafila del percorso adottivo sia dal lato dei futuri genitori sia dal lato dei futuri figli. Questa storia, scritta da Giovanna Pignataro, e divenuta albo illustrato sotto le mani di Tiziano Squillace, sembrava più completa con l’aggiunta di un video, per la precisione un documentario, che potesse raccontare delle storie vere di adozione. Francesco di Martino, documentarista di fiducia, ha subito abbracciato l’idea, aggiungendovi naturalmente il suo punto di vista. È nato così Aspettiamo! Il film, un documentario di finzione: si è deciso di raccontare tre storie vere, prese in luoghi diversi e con presupposti diversi. Francesco e Giovanna sono partiti con le registrazioni dalla voce dei loro protagonisti, in seguito hanno tradotto le storie in sceneggiatura e poi si è passati alle riprese con gli attori che hanno impersonato le tre coppie di genitori adottivi. Il libro di partenza è uscito con Marotta&Cafiero e stampato anche grazie ad una campagna di crowdfunding. Il film di fatto è autoprodotto.

Cast e maestranze sono del Siracusano? In quali location avete girato?

Essendo il regista di Noto, ed essendo necessario tenere bassi i costi, tutte le persone coinvolte nel film sono più o meno del territorio. Stessa cosa per le location che sono state scelte in modo che non fossero precisamente riconoscibili di modo che non si resti legati ad alcuni luoghi particolari, ma che possano essere storie del mondo.

Ecco le parole dello stesso regista: “Abbiamo girato tra Noto, Rosolini e Catania. Una buona parte degli attori sono netini (Carola Pennavaria, che tra l’altro canta nel teaser del corto, Salvatore Tringali, Carlo Genova), due invece da paesini ai piedi dell’Etna (Marta Allegra e Angela D’Amico) mentre uno è ispicese (Giovanni Peligra), tutti attori abbastanza preparati e appartenenti al mondo del teatro. Per loro questo progetto è stato sicuramente una scommessa, una prova, visto che hanno cercato di interpretare al meglio i personaggi senza imitarli (tutti gli attori hanno studiato a fondo i personaggi attraverso le interviste fatte alle coppie vere da me e Giovanna)  ma acquisendone la storia e farla propria.  E soprattutto su ogni scena hanno cercato di non seguire le battute della sceneggiatura ma dei discorsi personali, soprattutto nelle interviste frontali che abbiamo inscenato.

È capitato anche di porre loro delle domande che nel copione non c’erano… e li ho trovati sempre pronti a dare una risposta come se la storia la stessero vivendo loro. In sintesi un esperimento per noi, ma soprattutto per loro.

Il corto è stato pensato per la rete o ci potrà essere una sorta di promozione e distribuzione? Sono previste presentazioni?

Il corto sarà abbinato al libro pubblicato, all’interno del quale c’è un link per scaricarlo. Sicuramente sarà presentato, non appena pronto, insieme al libro che è uscito da pochi giorni.

Secondo quale ottica è visto il tema dell’adozione nel corto? Quale finalità vi siete prefissi nel realizzarlo?

Il libro da cui è partito il progetto si sofferma sulla costante presenza di due mondi paralleli, quello dei genitori adottivi e quello dei bambini che saranno adottati. Il film segue invece le vicende delle coppie di genitori delle tre storie soffermandosi sulle loro difficoltà, sensazioni, sull’enorme mole di stress che comporta il percorso adottivo. La volontà è riflettere su che cosa comporti intraprendere questa strada, per tutti coloro che vi sono coinvolti. Trattandosi di bambini, il tutto è anche delicato e poetico, ma parallelamente ci sono enormi scogli da sormontare e accendere un po’ la luce su di essi non è male…

Per saperne di più: https://www.youtube.com/watch?v=bnSLL3RSmo0

Un articolo che mi riguarda e soprattutto riguarda Mariannina Coffa…

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2219:la-riccioli-su-mariannina-coffa-saffo-netina-dell-800&catid=17&Itemid=143

La Riccioli su Mariannina Coffa, Saffo netina dell’800

Salvo Amato
Sabato, 08 Aprile 2017 08:45 (significativo che l’articolo on line sia uscito giorno 8 aprile, giorno dell’anniversario del matrimonio di Mariannina Coffa, che sposò nella Cattedrale di Siracusa Giorgio Morana proprio il giorno di Pasqua del 1860, l’8 aprile…).

La Civetta di Minerva, 24 marzo 2017

“Mariannina Coffa, Una donna tante donne – La poetessa dell’Ottocento che parla alle donne di oggi”: questo il titolo dell’incontro che si terrà domani, venerdì 25 marzo, alle ore 17,30 presso la Biblioteca comunale “Principe di Villadorata” di Noto in via Nicolaci, biblioteca che custodisce amorosamente gli scritti della poetessa e patriota netina. L’incontro si inserisce nella programmazione del Rotaract volta alla valorizzazione del territorio e delle sue risorse culturali in senso lato.

Mariannina Coffa (Noto, 1841-1878), enfant prodige della borghesia netina nel passaggio difficile ed esaltante insieme dalla monarchia borbonica al Regno d’Italia, è stata dunque figlia, sorella, amica – corrispose con gli intellettuali dell’epoca pur senza muoversi dalla Sicilia –, innamorata (fu protagonista di un amore tipicamente romantico con Ascenso Mauceri, musicista e autore di tragedie), sposa malmaritata di un possidente terriero di Ragusa, madre (perse tra l’altro due dei cinque figli), patriota e poetessa (accompagnò con la sua poesia e le sue riflessioni i moti risorgimentali e la sua complessa personalità e spiritualità la portò ad un tentativo di emancipazione dagli stilemi dell’epoca verso soluzioni originali): interpretò ognuno di questi ruoli nonostante i limiti della propria condizione di donna, di siciliana, nonostante la malattia e le incomprensioni del contesto familiare e socio-culturale.

La conferenza, tenuta da Maria Lucia Riccioli, docente e scrittrice, autrice tra l’altro di un romanzo storico, “Ferita all’ala un’allodola”, incentrato proprio su Mariannina Coffa, giurata per due anni consecutivi del concorso di “Inchiostro e anima” intitolato alla Capinera di Noto, alla Saffo netina, tanto per ricordare alcune delle immagini cui la Coffa è stata associata, autrice di un saggio sulla prima tesi di laurea dedicata alla poetessa e inserito nel volume “Sguardi plurali” (Armando Siciliano Editore) curato da Marinella Fiume e uscito per raccogliere i lavori dell’omonimo convegno, oltre che di una lettera immaginaria alla Coffa pubblicata per i tipi di LiberAria in “Letteratitudine 3: letture, scritture, metanarrazioni” (a cura di Massimo Maugeri), sarà moderata da Federica Piluccio, presidente del Rotaract club Noto Terra di Eloro; le musiche che accompagneranno l’evento saranno eseguite dal maestro Gabriele Bosco al violino, mentre Giuseppe Puzzo, estimatore della Coffa e verseggiatore egli stesso, reciterà alcune liriche della poetessa e propri componimenti inediti.

A quasi centoquarant’anni dalla scomparsa della poetessa, la sua biografia e le sue opere presentano ancora fertili campi di indagine (pensiamo alla recente scoperta ad opera di Stefano Vaccaro di un inedito rinvenuto nella biblioteca del Castello di Donnafugata).

L’incontro del 25 marzo sarà occasione di riflessione sul modello femminile incarnato dalla Coffa e offrirà lo spunto per ricordare l’incendio del 25 marzo 1911, nel quale persero la vita le “camicette bianche” (pensiamo allo straordinario lavoro di Ester Rizzo per ridare nome dignità e memoria a queste donne), le operaie della Triangle Waist Company: tra di esse c’era una ragazza netina, Gaetana Midolo, cui è stata dedicata la rotatoria di Piazza Nino Bixio. Nel mese dedicato alle donne, ricordare un’emigrata e una figura del nostro Risorgimento non sembrerà un’operazione azzardata.

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2140%3Adon-luca-saraceno-e-le-domande-su-cristo-la-vita-e-il-mondo&catid=69&Itemid=200

Ecco il link ad uno dei miei ultimi articoli usciti per LA CIVETTA DI MINERVA…

Nell’ultimo libro del sacerdote i quesiti assoluti e perenni che s’incarnano nel nostro quotidiano. Scrittura colta, narrativa, poetica e pregna di pensiero; le meditazioni hanno un piglio di racconto

La Civetta di Minerva, 24 febbraio 2017

Contaminando le parole di papa Francesco e Milan Kundera, Lec, Kierkegaard e Kant, interrogando il Vangelo, padre Luca Saraceno – parroco e docente di Ermeneutica filosofica e Storia della filosofia moderna e contemporanea presso lo Studio Teologico San Paolo di Catania, docente invitato di Filosofia sistematica all’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Metodio di Siracusa –, che si era occupato in un precedente volume – La saggezza delle lacrime. Papa Francesco e il significato del pianto (EDB, Bologna 2015) – del senso del piangere umano e divino, in Tempo di domande. La passione di Gesù si racconta (EDB, Bologna 2016) chiede ai testi sacri, a se stesso e ai lettori il senso delle domande di Gesù, disquisisce sull’arte della domanda e pone Cristo, la vita di ognuno di noi e del mondo come domanda assoluta e perenne, che si incarna nel quotidiano, con le sue scelte e i suoi dubbi, i rovelli e le illuminazioni.

Scegliamo questo momento per presentare ai lettori de La Civetta di Minerva questo volumetto, insieme a Con gli occhi di Maria. La preghiera del Rosario (uscito sempre per i tipi delle Edizioni Dehoniane di Bologna nel 2016), proprio perché dopo gli effimeri fasti del Carnevale inizia un tempo forte e significativo: “La Quaresima, tempo di preparazione al passaggio della grazia, è il frammento che raccoglie domande umane e divine; la Pasqua, spazio di contemplazione amorosa e operosa, è il frattempo che racchiude racconti fraterni e filiali” (p. 7).

La scrittura di Padre Luca è colta, narrativa, poetica e pregna di pensiero insieme; le meditazioni, pensate per ogni stazione della Via Crucis o per le poste del Rosario nel caso del volume sulla Madonna, hanno un piglio di racconto e di pausa contemplativa insieme, con il gusto della parola scelta e preziosa. Con gli occhi di Maria. La preghiera del Rosario rappresenta infatti una meditazione su Maria, un invito a ripensare la preghiera del Rosario e la vita stessa (di cui l’antica e sempre nuova preghiera è figura, simbolo, allegoria, col suo percorso vocale, mentale e spirituale sulla trama della ripetizione di Ave, Pater e Gloria), attraverso i misteri della compassione, della misericordia (leitmotiv dell’anno giubilare appena trascorso), attraverso la vita di Maria e Gesù e la nostra.

Approfitto per rinnovare la mia attestazione di stima verso il direttore Franco Oddo e il vicedirettore Marina De Michele per la loro passione e il loro impegno per un giornalismo non allineato.

Grazie anche a tutta la redazione per i sacrifici e il tempo per scrivere rubato ad altro.

Per finanziare LA CIVETTA DI MINERVA, che è sostenuta solo da sponsor privati ed è un esempio di stampa libera da vincoli, l’idea è quella del crowdfunding, cioè la ricerca di fondi.

La civetta, animale sacro a Minerva: il simbolo del giornalismo che raccoglie informazioni e poi le analizza e le argomenta offrendole alla società perché diventino l’humus di un pensiero critico.

Da questa interpretazione del giornalismo  nel settembre del 2009 nasce il progetto dell’edizione cartacea del La civetta di Minerva, giornale antimafia, no profit.

http://www.lacivettapress.it/ it/

Difesa dell’ambiente e del territorio,  multiculturalismo, welfare, etica politica, economia sostenibile, lotta contro ogni forma di sfruttamento, prevaricazione e corruzione sono i nostri temi.

In soli sette anni di attività abbiamo sostenuto – nonostante la scarsità di risorse e quasi solo grazie ai nostri stessi contributi – importanti battaglie nel settore delle energie rinnovabili, della gestione privata del servizio idrico, contro la  costruzione del rigassificatore di Priolo-Melilli, a favore del blocco delle trivellazioni petrolifere in Val di Noto. Poi, tra le nostre numerose inchieste, quella “storica” sulla Procura della Repubblica di Siracusa ci è valsa il premio giornalistico nazionale Mario Francese 2012.

Tuttavia la nostra battaglia per la legalità ci ha portato più nemici che introiti e adesso la Civetta rischia la chiusura definitiva. Abbiamo bisogno di voi per salvarla!
Le donazioni verranno usate per finanziare il giornale e le attività che possano contribuire a tenerlo in vita e a promuoverne la diffusione.

Il nome di ogni donatore verrà stampato in uno spazio dedicato del giornale che potrà accogliere anche proposte e considerazioni (previa valutazione della loro liceità). Ciascuno riceverà il PDF del numero in uscita che presto potrete leggere anche grazie ad un’app.

———————————————————————–

The owl, sacred to the roman goddess Minerva: the symbol of aan active journalism, which collects, analyzes and discuss information in order to provide society with a booster for critical thought .

This interpretation of journalism led to the birth, in september 2009, of  the anti-mafia, non-profit, print newspaper, La Civetta di Minerva.

http://www.lacivettapress.it/it/

Our mission is to oppose environmental threats, corruption, exploitement, and abuse of power; and to promote multiculturalism, welfare, ethical politics, and sustainable economy.

Even though we had little money – motly provided by the journalists ourselves – in seven years we fought important battles: against water privatization; against the building of the regasification unit in the high risk area of Priolo-Melilli; against oil drilling in the historical area of Val di Noto. Among our many investigative reports, the “famous”one on the judges of the Procura della Repubblica di Siracusa was rewarded with the national Mario Francese prize for anti-mafia journalism.

However, our battle for legality brought us more ennemies than funds and now La Civetta risks to close for ever. We need you to save it!
Your donations will be used to support the newspaper and every activity which can contribute to its survival and outreach.

The name of every donor will be printed in a specific section of the newspaper, where your ideas and proposals can also be hosted (after previous evaluation of their legitimacy). Moreover, every donor will receive a PDF version of next issue and will be able to read it through an app.

http://www.lacivettapress.it/it/

LA CIVETTA esce ogni due venerdì e poi molti articoli confluiscono nel sito, dove troverete anche aggiornamenti e novità.

Ed ecco la rubrica CHIESA E DINTORNI…

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=69&Itemid=200

LA CIVETTA DI MINERVA del 16 giugno 2017

22 giovedì Giu 2017

Posted by mlriccioli in Eventi culturali, Letteratura, Musica

≈ Lascia un commento

Tag

17 minuti, Accademia Vivarium Novum, adozione, adozioni, aedo, Alessandra Nateri Sangiovanni, Algra Editore, Angela D’Amico, Anna Brancati, Anna Lorenzano, Annandrea Vitrano, Antonella Santoro, Antonino Causi, Antonio Capodicasa, Archimede, Armando Siciliano Editore, Ascenso Mauceri, Aspettiamo!, Augusta, Benito Marziano, biblioteca, Biblioteca comunale Principe di Villadorata, Camicette bianche, canti, Capinera di Noto, Capo d'Orlando, Caravaggio, Carlo Genova, Carlo Muratori, Carola Pennavaria, Caruso, Castello di Donnafugata, Castello Eurialo, Castello Maniace, Catania, Cerniera lampo, Cettina Lascia Cirinnà, Chierzi, Chopin, Christian Bianca, Cineteatro Aurora, CineTeatro Vasquez, Circolo Unione Augusta, Claudio Casisa, club, Con gli occhi di Maria. La preghiera del Rosario, Concetta Corridore, Corrado Bono, Corrado Carbè, corto, Cristina Gennaro, Daniele Liberto, Davide Giannelli, Deborah Lentini, Dies Irae, Don Raffaele Aprile, EDB, Edizioni Dehoniane, Edizioni Il Foglio, Epipoli, Ester Rizzo, Etna, Faro Santa Croce, Fausto Politino, Federica Piluccio, Federico Guastella, Ferita all'ala un'allodola, film, filosofo e critico, Folkstudio Ensemble, Fondazione Piccolo di Calanovella, fondazioni, Francesca Corsico, Francesco Bazzano, Francesco Di Martino, Fulvia Toscano, Gaetana Midolo, Gariele Bosco, Gianfranco D'Amico, Gianluca Macelloni, Gianluca Vindigni, Giardini Naxos, Giorgio Bassani, giornale, Giovanna Pignataro, Giovanni Catalano, Giovanni Peligra, Giovanni Pelligra, Giuseppe Puzzo, Giuseppina Calvo, Gordiano Lupi, Grazia La Gatta, Historica edizioni, Hollis Hammonds, I Cilliri, I Soldi Spicci, Il giovane Montalbano, Il Sipario, Ilenia D’Izzia, Inchiostro e anima, Inda, intervista, Istituto Superiore di Scienze Religiose San Metodio, Italia Nostra, Joe Schittino, Kent Haruf, Kierkegaard, La cantata di li rujni, La casa dei conigli, La Civetta di Minerva, La giara di Brucoli, La Riccioli su Mariannina Coffa, La sirena, Latino, Le Fate editore, Lec, Letteratitudine 3, letture, LiberAria Editrice, Libreria Editrice Urso, Lighea, Lilia Urso, Liliana Calabrese, Luca Raimondi, Luigi Ficara, Luigi Lombardo, Luigi Miraglia, Manuela Magi, Marco Urso, Maria, Maria Antonietta Ferraloro, Maria Barone, Maria Chiara Quartu, Maria Pia Vido, Maria Restuccia, Maria Teresa Arturia, Maria Teresa Azzarelli, Marianinfa Terranova, Mariannina Coffa, Mariannina una donna tante donne, Marinella Fiume, Marotta&Cafiero, Marta Allegra, Massimo Maugeri, Matteo Blundo, metanarrazioni, Mimma Raspanti, Mimmo Contestabile, Miriam Vinci, Multisala Planet, Neapolis, Nino Motta, Nola, Noto, Noto Terra di Eloro, Orazio Caruso, Orazio Parisi, organizzato dal Rotaract, Ornella Vella, Ortigia, padre Luca Saraceno, Palma di Montechiaro, Papa Francesco, parchi Letterari, Pesah, Piazza Nino Bixio, piazze, Pietro Vizzini, Pioggia e settembre, poesie, Polizia stradale, Principe di Villadorata, Progetto Icaro, Riccardo Lionelli, Rita Stanzione, Rosario La Ciura, Rosolini, Rotaract, Saffo netina, Sale, Salvatore Tringali, Salvatore Zuppardo, Salvo Amato, Santa Lucia alla Badia, Santa Margherita del Belice, scuole, sensazioni, Sguardi plurali, Simona Forte, Siracusa, soprattutto, Stefania Cannata, Stefano Pulvirenti, Stefano Vaccaro, storie, Studio Teologico San Paolo, SulidArte, Taormina, teaser, Tempo di domande. La passione di Gesù si racconta, Tiziana Squillace, Tiziano Squillace, Tomasi di Lampedusa, Triangle Waist Company, Unesco, Vangelo, Vera Parisi, World Heritage List

Ecco il nuovo numero del giornale bisettimanale LA CIVETTA DI MINERVA!

 L'immagine può contenere: 2 persone, persone che sorridono
Sostieni il nostro impegno: chiedilo in edicola. Per te è solo un euro, per noi un grande aiuto, per la realtà sociale un mezzo di informazione libero, unico e originale. Non fermiamo le poche voci che sono svincolate da chi decide cosa e quando bisogna sapere. L’informazione è potere. Riappropriamoci della capacità di avere un nostro strumento d’informazione. Ti aspettiamo!

71° della Repubblica. Libro su un confinato per 13 anni

Maria Lucia Riccioli
Sabato, 17 Giugno 2017 15:24
Al Centro Turiddu Bella presentato il volume di Giorgio e Cecilia Càsole. Prossimi appuntamenti il 15 giugno col semiologo Salvo Sequenzia e il 23 all’Istituto “Privitera” lo spettacolo Inno all’Amore tra canti siciliani e musica

La Civetta di Minerva, 2 giugno 2017

Il CSTB, Centro Studi di Tradizioni popolari “Turiddu Bella”, è intitolato alla memoria del celebre poeta e cantastorie di Mascali, memoria tenacemente coltivata dalla figlia Maria Bella Raudino e dai suoi soci. L’associazione è anche iscritta al registro delle espressioni immateriali (R.E.I.), che raccoglie tutto quello che costituisce patrimonio memoriale dell’umanità, proprio per il suo impegno nella raccolta, custodia e valorizzazione di ciò che attiene alle tradizioni popolari: ricordiamo l’annuale Trofeo di poesia popolare siciliana (che in ben venticinque edizioni ha scandagliato lo “stato dell’arte” della poesia popolare), la pubblicazione della pregevole rivista “Ethnos”, oltre agli incontri e agli spettacoli promossi in tanti anni di attività, vantando anche prestigiose e qualificate collaborazioni con Università e centri di ricerca.

Ieri, 1 giugno, presso la Sala “Corrado Ventaglio” di Viale Cadorna 160 a Siracusa (sede del CSTB), si è svolta la conferenza sul libro di Cecilia e Giorgio Càsole “Il ragazzo che fece sventolare la bandiera rossa”, relatori Salvatore Santuccio, Alessio Lo Giudice, Ulisse Signorelli e Carmelo Saraceno: dopo l’introduzione di Orazio Carpino, presidente dell’ANPPIA (Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti), la discussione si è incentrata sulla vicenda di Giuseppe Motta, antifascista siracusano confinato tra l’altro anche a Ventotene per 13 anni complessivi, periodo in cui maturò la convinzione che l’Europa dovesse diventare un’alleanza tra popoli. Copia omaggio del libro, particolarmente adatto a ricordare i settantuno anni della nostra Repubblica, è stata donata agli intervenuti.

Ecco le attività del Centro relative al mese di giugno: il 15 giugno il semiologo Salvo Sequenzia (con interventi di Melinda Miceli, Lalla Bruschi e Giorgio Guarnaccia) relazionerà sul volume “Locuzioni siracusane – Detti, motti e massime con note esplicative del dialetto siracusano” di Santi Moncada, mentre il 23 giugno, in occasione della Giornata mondiale della musica, presso l’Istituto “Giuseppe Privitera” in Viale Regina Margherita a Siracusa, si terrà lo spettacolo “Inno all’amore”, tra canti siciliani e musica, a cura di Dominella Santoro (voce) e del pianista Salvino Strano.

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2397:al-palazzo-impellizzeri-di-noto-storie-di-donne-in-atti-d-archivio&catid=17:cultura&Itemid=143
Ecco uno dei miei ultimi articoli confluiti sul sito…

Interessante mostra documentaria su 400 anni di vicende femminili. Non solo aborti, stupri e delitti ma anche testamenti e figure storiche. Donne dalle condizioni socioeconomiche diverse, donne dalle storie variegate, donne da conoscere e ricordare

La Civetta di Minerva, 19 maggio 2017

Sarà visitabile fino al 31 maggio 2017 – quindi anche durante l’Infiorata – nei saloni espositivi di Palazzo Impellizzeri, sede della Sezione di Noto dell’Archivio di Stato di Siracusa, la mostra documentaria ”Storie di donne nei documenti d’archivio”.

L’esposizione, inaugurata a marzo con un evento teatrale suggestivo, l’emozionante performance delle artiste Chiara Spicuglia, Rina Rossitto e Miriam Scala, che hanno dato respiro e anima con “Voci di donne” a Gaetana Midolo, Marianna Ciccone e Franca Viola, accompagnate dal gruppo dei ragazzi del S.Cuore –,  è stata realizzata utilizzando la documentazione proveniente da vari fondi archivistici: fascicoli processuali della Gran Corte Criminale, atti notarili, atti dell’Università di Noto e Prefettura, tutti documenti riferiti a vicende e figure femminili del nostro territorio vissute nell’arco di quattrocento anni.

Regestazione ed allestimento della mostra sono stati curati dalle archiviste della Sezione di Noto, Giuseppina Calvo e Anna Lorenzano, con la collaborazione di Maria Teresa Azzarelli. Coordinatore della mostra è Concetta Corridore, direttore dell’Archivio di Stato di Siracusa. Importante anche il contributo di Salvatore Zuppardo, che ha realizzato la brochure esplicativa dell’esposizione.

Il visitatore sarà suggestionato da tante voci provenienti dal passato: quella del charaullo – meraviglia lessicale per una tradizione tipicamente siciliana – che motus amore divino perdona la moglie adultera nel 1551, quella di Eleonora Nicolaci che parla attraverso il proprio testamento, quella del letterato e scienziato avolese Giuseppe Bianca che ringrazia la poetessa e patriota netina Mariannina Coffa per il dono della sua pubblicazione “Nuovi Canti” (1859)…

Interessante notare anche il progresso della condizione femminile (vedi il documento sull’Unione donne italiane ad esempio) nell’ambito dell’istruzione e dell’introduzione alle professioni.

Toccante leggere l’atto di nascita di Gaetana Midolo, che morì appena quindicenne nel rogo della fabbrica newyorkese “Triangle Waist Company”: insieme a tante altre operaie, sfruttate e sottoposte a condizioni di lavoro disumane, è una delle “camicette bianche” la cui vicenda ha dato origine alla tradizione dell’8 marzo e che è stata studiata da Ester Rizzo (il volume sulle ricerche della studiosa è edito da Navarra editore e ha permesso di dare un nome e far intitolare vie ed altri spazi pubblici alle operaie, 24 delle quali siciliane, morte nell’incendio della fabbrica di camicie).

Agghiaccianti le notizie relative ad aborti stupri e quelli che oggi chiameremmo con parola moderna “femminicidi”: Barbara e tante, troppe ragazze e perfino bambine (intollerabile la bestiale violenza su una bimba di quattro anni) gridano ancora il proprio dolore per le torture e la morte inflitte loro da conoscenti, parenti, tutori oltre che sconosciuti.

Donne dalle condizioni socioeconomiche diverse, donne dalle storie variegate, donne da conoscere e ricordare.

La mostra permette quindi di ripercorrere secoli di storia non solo locale sulla condizione femminile: fare memoria può servire non solo a riascoltare le voci delle donne del passato ma a farsene ispirare per migliorare le condizioni di vita e lavoro di chi ancora, sfruttato, umiliato e vittima di violenza, non trova voce né giustizia.

Ecco la rubrica Chiesa e dintorni, dove troverete vari articoli sulla vita del Santuario e non solo…
http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=69&Itemid=200
http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2303:le-parole-di-muratori-in-dies-irae-come-un-canto-d-aedo&catid=17&Itemid=143

Storie del Settecento siciliano rivivono animate dalla forza scenica e musicale dell’artista. E di teatro-canzone in effetti si tratta, basato sui testi e le musiche della sua omonima e recente pubblicazione. Il progetto è impreziosito dalle opere dell’artista americana Hollis Hammonds

La Civetta di Minerva, 21 aprile 2017

Ieri 20 aprile alle ore 21, presso il CineTeatro “Aurora” di Belvedere (un plauso particolare va a Nino Motta per le sue rassegne di cinema d’essai e per l’organizzazione di eventi lontani dal mainstream dove cinema, musica e parola si fondono), Carlo Muratori e il Folkstudio Ensemble hanno presentato in anteprima nazionale lo spettacolo di teatro-canzone “Dies irae – La cantata di li rujni”, basato sui testi e le musiche della sua omonima e recente pubblicazione (Le Fate editore), cui è accluso “Catastrofi e storie di popolo”, un libro dello storico Luigi Lombardo, da cui sono tratti anche i testi delle storie che ha musicato Muratori. Il progetto è impreziosito dalle opere dell’artista americana Hollis Hammonds.

Storie del Settecento siciliano che rivivono animate dalla forza scenica e musicale dell’artista. Una lingua siciliana arcaica, apocalittica, teatrale, roboante nella emozionante rappresentazione dello smarrimento popolare dinanzi alla morte e alla distruzione. Processioni di santi e di beate chiamate a raccolta per intercedere e arginare la rabbia di un Dio furente e vendicativo contro i peccati dell’uomo.

La determinazione della gente di Sicilia a sperare per risorgere dalle macerie. Scene di un vissuto popolare dinanzi alle catastrofi mai archiviato definitivamente come l’attualità dei nostri giorni sembra riproporci.

Muratori dipana la sua narrazione all’interno di un’inedita struttura musicale dove convergono recitativi e arie cantate, parole per una musica senza tempo. L’artista si muove tra le sembianze di un moderno cantastorie, un novello personaggio delle Cantate barocche e un cantautore dalle raffinate intuizioni.

Sul palco insieme a Muratori le attrici Cristina Gennaro e Ilenia D’Izzia, i musicisti Maria Teresa Arturia pianoforte e fisarmonica, Christian Bianca al violino, Matteo Blundo alla viola, Stefania Cannata al violoncello, Francesco Bazzano alle percussioni.

“Dies irae” secondo le stesse parole del “chianta-autore”, come ama autodefinirsi, “è il racconto di una umanità dolente che prende sulle sue spalle una catastrofe come il terremoto o l’eruzione dell’Etna e attraverso tutta una serie di riti propiziatori e purificazioni che ottiene grazie a Maria e ai Santi risorge dalle sue macerie”. Un racconto fatto nella lingua dei nostri avi, il metro endecasillabo tanto caro a Dante Alighieri che il popolo siciliano utilizza con una maestria straordinaria: “Ratimi aurenzia gentili signuri / cosi trimenni vorrò accuminzari / Cumanna Cristu pi li piccaturi / e ogni uomo c’avissi a pinzari”.

“Succurru a vui supremu Criaturi / dati forza a sta lingua spiegari / ‘n vènniri di notti a li cincu uri / menu ‘na quarta se è giustu parrari / forti la terra accuminzau a trimari”.

Parole che i richiamano cantàri, i poemi epici, che hanno un che di omerico, di canto d’aedo.

Muratori con “I Cilliri” aveva esplorato il repertorio folk siciliano, approfondendo nei suoi lavori successivi la ricerca sul patrimonio etnoantropologico della Sicilia (pensiamo a “Pesah” e ai riti siciliani della Pasqua, con i “lamienti” sul Cristo condannato e morto in Croce e il dolore mariano); con il libro-cd “Sale” aveva regalato un viaggio fatto di mare e salgemma nella Sicilia attuale, in quella del ricordo e della Storia (il nostro dibattuto Risorgimento, i fatti di Bronte, la poetessa Mariannina Coffa…).

Adesso con “Dies irae” – ricordiamo che sono le prime due parole della celeberrima sequenza del Requiem: “il giorno dell’ira” – un’indagine poetico-musicale sul terremoto del 1693 che cambiò il volto della Sicilia sudorientale e le eruzioni dell’Etna, sul modo siciliano di rappresentare e autorappresentarsi.

“Nel mio romanzo la generazione che ha scavalcato il millennio”

Maria Lucia Riccioli
Martedì, 09 Maggio 2017 17:27
Orazio Caruso: “Scrivendolo, pagina per pagina, mi accorgevo come <Pioggia e settembre> fosse sempre più ariostesco…”

 

La Civetta di Minerva, 21 aprile 2017

Il circolo letterario dell’Istituto Superiore “Antonello Gagini” di Siracusa in collaborazione con l’Unione Ciechi e Ipovedenti di Siracusa, Sicilia Turismo per tutti e La Casa del Libro ha presentato giovedì 20 aprile il romanzo “Pioggia e settembre” (Algra Editore, copertina dell’artista catanese Alessio Grillo), un romanzo di Orazio Caruso. A conversare con l’autore, Simona Lo Iacono; parole e musica sono state curate dagli allievi dell’Istituto Gagini: Alessia La Corte, Caterina Pisana, Giona Savà, Andrea Livia. “La Civetta di Minerva” ha intervistato l’autore per voi.

Pioggia e settembre… titolo particolarmente evocativo. Come è nato? Come si lega alla trama del tuo nuovo romanzo?

Un titolo chimico. Mi piaceva l’idea di accostare due elementi per vedere come si sarebbero combinati, quale miscela nuova ne sarebbe venuta fuori. Settembre è il vero inizio dell’anno con la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno. È il punto più basso, il “grado zero”, da cui tutto può ricominciare. La pioggia che “cade” è un simbolo polisemico e ambivalente. La apocalittica “hard rain” di Bob Dylan, ma anche il lavacro risolutivo di tante commedie americane…

I tuoi “debiti” letterari: nel tuo romanzo corrono vene ariostesche (per la quête interminata vissuta dai tuoi personaggi e il finale aperto ad esempio), calviniane (mi torna in mente la Bradamante de “Il cavaliere inesistente”)… cosa puoi dirci in proposito?

Man mano che si faceva, pagina dopo pagina, mi sono accorto quanto il romanzo fosse ariostesco nello spirito e, in parte, nella forma, soprattutto nello sguardo partecipe e amoroso nei confronti della materia narrata, nella felice e disinvolta aspirazione ad inseguire i tanti personaggi e le loro storie a grappoli. Calvino è una lettura consolidata, un grande maestro di narratologia, un esempio di scrittore che non dorme sugli allori e sulla ripetizione di forme realizzate con successo, uno sperimentatore.

L’11 settembre 2001 è un punto di non ritorno della Storia, così come settembre è un periodo “mitico” (la vendemmia o più prosaicamente il Capodanno per chi studia e lavora nella scuola, tempo di raccolta autunnale delle energie in vista dell’inverno): penso a Pavese e alle Langhe. L’umanità oltre l’umanità che racconti nel libro è nel mese di settembre a tuo modo di vedere?

Oh Pavese, uno degli autori che ha segnato la mia giovinezza, letto e metabolizzato, sempre presente, in filigrana, nei miei testi! Uno stile narrativo che possiede la ritmicità della poesia.

Ci sono eventi che condensano i cambiamenti storici. La caduta delle Torri Gemelle è uno di questi. Nel romanzo presento la generazione che a vent’anni ha scavalcato il millennio piena di speranze (non ci dimentichiamo che lo slogan del movimento no-global era “un altro mondo è possibile!”) ed invece si è trovata “atterrata” dentro un labirinto apparentemente privo di uscite e di prospettive. Io racconto lo smarrimento di questa generazione senza padri e senza riferimenti, ma lascio presagire la possibilità di una rinascita.

Vignola Etnea è divenuta ormai il luogo-non luogo della tua scrittura: che peso hanno la dimensione reale e quella mitica nei paesaggi di “Vignola”?

Vignola è reale e mitico nello stesso tempo. Potevo scegliere di ambientare le mie storie in un paese reale, magari quello in cui sono nato, ma poi ho capito che non era quello che cercavo. Vignola è un paese ed è anche tutti i paesi. Così le storie che vi ambiento sono storie di provincia, ma l’impero è fatto di sterminate province. Vignola mi consente di evitare due trappole: il bozzettismo strapaesano del borgo natio e l’astratta ambientazione in una metropoli contemporanea.

Lo stile del romanzo – e non solo di questo tuo ultimo lavoro – è una tarsia di citazioni, di dialoghi, monologhi, un intreccio di persone e prospettive. Credi di aver trovato una tua cifra espressiva?

Sogno un romanzo breve con un intreccio semplice e scritto con uno stile piano, magari un po’ poetico, composto tutto in un modo, togliendo e nascondendo il più possibile. Forse ci riuscirò. Finisterre vi si avvicinava. Ultimamente ho letto Le nostre anime di notte di Kent Haruf che ne è un ottimo esempio.

“Cerniera lampo”, come i denti di una zip nelle vite di giovani

Maria Lucia Riccioli
Lunedì, 01 Maggio 2017 11:29
Il romanzo di Luca Raimondi e Joe Schittino nel ventennale della sua prima uscita. Un “Come eravamo” che ci catapulta nelle paninerie degli anni Ottanta e Novanta, tra rassegne di film, idealismi politici, conflitti familiari, psicodrammi scolastici, media sempre più invadenti…

 

 

La Civetta di Minerva, 21 aprile 2017

Oggi venerdì 21 aprile alle ore 18.30 presso il Biblios cafè di via del Consiglio reginale a Siracusa – la libreria-caffetteria nel cuore di Ortigia – Luca Raimondi e Joe Schittino converseranno insieme a Gianfranco Damico su “Cerniera lampo”, romanzo che, in occasione del ventennale della sua prima uscita, ritorna nelle librerie per i tipi delle Edizioni Il Foglio di Gordiano Lupi.

“Cerniera lampo”, salutato da Giuseppe Culicchia (autore del cult book “Tutti giù per terra”) come “un romanzo che fa sorridere e riflettere”, è stato scritto da Raimondi e Schittino a soli diciassette anni e sarà interessante capire come gli autori sono intervenuti sul testo per aggiornarlo e rivederlo.

La cerniera lampo del titolo fa riferimento agli interventi (davvero casuali?) di una serie di eventi, che si incastrano come i denti di una zip nelle esistenze degli adolescenti Dino e Teo, di una professoressa di arte, Lara, e del marito Gianfranco, un ex carabiniere scrittore velleitario.  La crisi matrimoniale degli adulti e la voglia di rivalsa degli adolescenti determinerà una torma di equivoci tragicomici, narrati con uno stile variegato che rispecchia la galleria dei personaggi e delle situazioni descritte.

Un Bildungsroman dunque, un romanzo di formazione in cui i ragazzi si confrontano col caotico mondo della scuola e delle relazioni; un “Come eravamo” che ci catapulta nelle paninerie degli anni Ottanta e Novanta, tra rassegne di film, idealismi politici, conflitti familiari, psicodrammi scolastici, media sempre più invadenti, alla ricerca di un senso dell’esistenza, sempre più nebulosa e difficile da afferrare.

Il romanzo rappresenta quasi un “prequel” dei romanzi di Luca Raimondi “Se avessi previsto tutto questo” e “Tutto quell’amore disperso”, anch’essi editi dalle Edizioni Il Foglio: “Cerniera lampo” si pone infatti come antefatto delle tragicomiche vicissitudini dell’antieroe Carlo Piras.

Luca Raimondi e Joe Schittino, enfant prodige, performer e compositore siracusano (in appendice al romanzo i lettori troveranno una partitura precedentemente inedita, composta per l’occasione; ricordiamo che un mese fa è uscito il cd di Schittino “Visioni”, diciotto canti per voce e pianoforteedito da BAM MUSIC), sono due perfetti rappresentanti della cosiddetta “new wave” siracusana; il loro relatore sarà invece Gianfranco Damico, life coach e formatore, autore di due libri per Urra Feltrinelli, “Piantala di essere te stesso!”, e “Il Codice segreto delle relazioni”. Ad essi si è  affiancato “Le emozioni sono intelligenti”.

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2261%3Aspesso-gli-adulti-trasmettiamo-ai-ragazzi-modelli-negativi&catid=48&Itemid=144

Il Comandante della Polizia Stradale a colloquio coi ragazzi delle scuole. “Assurdo che accada un incidente per un selfie”. “Proviamo una grande tristezza quando suoniamo un campanello per comunicare un lutto sulla strada”

 

La Civetta di Minerva, 7 aprile 2017

La vita vale più di un selfie: con il messaggio dei giovani vincitori del contest sulla sicurezza stradale si è conclusa il 5 aprile, presso il Multisala Planet (Cineteatro Vasquez) di Siracusa, una delle fasi più significative della manifestazione dedicata alla diciassettesima edizione del Progetto “Icaro”, promosso dalla Polizia di Stato con la collaborazione del Miur e della Facoltà di Psicologia dell’Università “La Sapienza” di Roma.

Il comandante della polizia stradale Antonio Capodicasa ha parlato con noi de “La Civetta di Minerva” sia da professionista che come uomo e padre, mostrando il lato umano del lavoro quotidiano proprio e di quelli che chiama “i miei ragazzi”: rischiano la vita ogni giorno per la nostra sicurezza gli “angeli in blu”, come li ha definiti Mimmo Contestabile, maestro delle cerimonie sempre impeccabile e ironico – media partner dell’iniziativa sono SiracusaOggi.it ed FM Italia, con Anna Brancati e Ornella Vella dallo studio a coinvolgere gli studenti, tra cui quelli dei Licei Quintiliano, Corbino ed Einaudi di Siracusa, nell’elaborazione di uno status su WhatsApp per ideare uno slogan sulla sicurezza.

Significativa la messa in scena, ad opera della compagnia “Il Sipario”, dello spettacolo “17 minuti”, lavoro teatrale del regista e attore Riccardo Lionelli: flash tratti da quella che potrebbe essere la quotidianità dei ragazzi, fatta di lezioni a scuola, compiti a casa e uscite con gli amici, amori e dissapori, lacrime di rabbia e gioia, di gelosia e dolore. Al centro della pièce, la fretta che avvolge con le sue spire le nostre vite, l’invasività dei social network se permettiamo loro di condizionare la nostra esistenza, la necessità di compiere le scelte giuste e di avere modelli educativi validi – contro il narcisismo patologico che ormai ha preso possesso di chi dovrebbe fare da guida alle giovani generazioni.

Ma ecco la nostra conversazione con il comandante Capodicasa.

Qual è lo scopo che vi siete proposti?

L’obiettivo non è quello di fare paternali o di illustrare agli studenti gli articoli del codice della strada, ma cercare di divertire ed emozionare i giovani per farli riflettere sui comportamenti e sulle scelte che possono impattare sulla propria vita e su quelle degli altri.

Da dove è partita l’idea che ha dato vita a questo progetto?

Dalla quotidianità del nostro lavoro di funzionari di polizia. La repressione fa parte dei nostri compiti istituzionali, ma si è pensato di investire sulla formazione per prevenire gli incidenti e sensibilizzare soprattutto i giovani, anche se spesso siamo noi adulti a sbagliare e a trasmettere modelli negativi di comportamento: i ragazzi sono lo specchio delle nostre scelte sbagliate. Non vorremmo mai, come funzionari di polizia e soprattutto come esseri umani, suonare a un campanello, alzare una cornetta, digitare su un palmare un numero per comunicare un lutto che è come un ergastolo del dolore.

Toccante in questo senso la testimonianza di Deborah Lentini, mamma di Stefano Pulvirenti, che ha detto “Basta” alle foto di ragazzi che perdono la vita sulla strada, “Basta” al dolore delle mamme come lei, come quelle di Chierzi e Caruso (ricorderete certamente gli ex corbiniani falciati da un terribile incidente) e tante altre che nessuna sentenza potrà mai risarcire.

Quali sono stati i riscontri dell’iniziativa?

C’è stata nel corso degli anni una contrazione significativa del numero delle vittime: dai circa 8000 morti l’anno siamo passati a poco più di 3400. Anche le tipologie di infrazioni che noi sanzioniamo sono cambiate: oggi, forse anche grazie al Progetto Icaro, c’è una maggiore consapevolezza dei rischi che si corrono mettendosi alla guida in modalità scorretta e sapere che il 74% dei ragazzi che hanno partecipato al progetto ha cambiato la propria mentalità alla guida di un veicolo per noi è un grandissimo risultato.

Che risonanza ha avuto il progetto?

L’Italia ormai è capofila nell’Unione Europea su questa tematica: con il nome di “Icarus” il progetto è diventato una ricerca ad ampio respiro che coinvolge ricercatori, studiosi, fondazioni e associazioni.

La legge del 2016 sull’omicidio stradale ha avuto una ricaduta significativa sul vostro lavoro?

Sicuramente. Non si parla più di omicidio colposo ma di omicidio stradale con la legge 41 del 23 marzo 2016 ed è un cambiamento importante; stiamo assistendo a una modificazione di certi comportamenti sbagliati alla guida. Adesso la nostra sfida è la lotta – oltre che naturalmente che contro la guida in stato di ebbrezza o dopo l’assunzione di stupefacenti – al multitasking: è assurdo che si provochino incidenti per inviare un sms o scattare un selfie (si calcola che compiere queste operazioni mentre si è alla guida equivalga a procedere alla cieca dai quattrocento agli ottocento metri circa).

Come avete trovato l’approccio comunicativo più adatto per arrivare ai giovani?

La comunicazione passa attraverso il divertimento, la musica, il ballo. La stessa pista teatrale proposta è stata un percorso per giungere a veicolare il messaggio finale.

Testimonial d’eccezione del progetto sono stati “I soldi spicci”, il duo comico formato da Annandrea Vitrano e Claudio Casisa (imminente l’uscita del loro primo film, dopo l’enorme successo sui social, con oltre un milione di visualizzazioni per i loro video che ritraggono in chiave ironica e intelligente aspetti della quotidianità; Casisa ha anche preso parte ad un episodio de “Il giovane Montalbano”): vicini al mondo dei ragazzi, hanno saputo divertire e nello stesso tempo, secondo le loro stesse parole, “approfittando della popolarità, far giungere ai giovani come noi dei messaggi positivi”.

E ancora…

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2262:un-film-sulla-storia-vera-del-tracomatosario-di-bivona&catid=17:cultura&Itemid=143

Tratto da un libro del giornalista Carmelo Miduri, si girerà a Noto. Tra i  ricoverati nell’ospedale il figlio di un mafioso di Portella della Ginestra. Carabiniere scopre una verità inattesa

La Civetta di Minerva, 7 aprile 2017

Monti Sicani, anno scolastico 1960-1961. Tempo di emigrazione, di fame, di malattie che oggi associamo ai paesi del Terzo e Quarto mondo. Una parola che fa paura: tracoma. Un misterioso sanatorio bianco, teatro di cure contro la cecità, di severità, di punizioni come in un campo di prigionia. Tra gli ospiti dell’ospedale, il figlio di uno dei mafiosi di Portella della Ginestra. Un carabiniere indaga e scoprirà una verità inattesa.

Questa la trama del racconto del giornalista Carmelo Miduri “I bambini della Croce bianca”, edito da Arnaldo Lombardi, che in autunno diverrà un film per la produzione di Paolo Ghezzi grazie ad un protocollo d’intesa con il Comune di Noto, location delle riprese; verranno utilizzate risorse professionali del luogo e si tenterà di valorizzare architetture e paesaggi di quella che è certo una perla del Barocco siciliano.

La storia, realmente avvenuta nel comune di Bivona in provincia di Agrigento, diverrà dunque un film per la regia di Andrea Zaniol; tra gli interpreti, Francesco Di Lorenzo, Gennaro Piccirillo e Lorenzo Falletti. Tra gli artisti siciliani cui è stato proposto di collaborare c’è inoltre il musicista – o come ama definirsi il “chiantautore” – Carlo Muratori.

Il libro “I bambini della Croce Bianca” nelle primitive intenzioni di Miduri, autore sia di saggi che di opere di narrativa, sarebbe dovuto diventare un’opera teatrale, ma l’incontro con l’attore Di Lorenzo ha fatto virare l’operazione verso tutt’altri lidi. Significativa e toccante è stata l’esperienza del ritorno nei luoghi dove la storia ha avuto origine: Bivona e il tracomatosario. La documentazione fotografica, l’incontro con i protagonisti superstiti di una vicenda triste, fatta di povertà, abbandono, sofferenza hanno reso più intensa la scrittura della sceneggiatura.

L’iniziativa non solo contribuirà a gettare nuova luce su una vicenda del nostro recente passato spesso sepolto nell’oblio, ma potrà essere l’occasione di convogliare nuove energie per legare le produzioni cinematografiche alla valorizzazione del nostro territorio – pensiamo al Collettivo Frame Off composto da giovani professionisti che hanno investito nel campo documentaristico e che si sono lanciati in questa nuova sfida.

CHI E’ CARMELO MIDURI

Carmelo Miduri (Augusta 1951), giornalista professionista. Ha lavorato per vari

quotidiani ed altri mezzi di informazione. Esperto di comunicazione di impresa, ha

ricoperto ruoli di responsabilità nei servizi di comunicazione di varie organizzazioni, docente in corsi di Comunicazione, direttore di pubblicazioni tecniche, autore di

documentari televisivi.

Ha pubblicato saggi e testi di narrativa: Dal vostro corrispondente (Studioemme Edizioni, 1988), Siracusa anni ottanta (Romeo Edizioni, 1990), La boa e il terremoto

(Ediprint, 1991), Il tempo che non ricorderai (Lombardi Editore, 2002), Lezioni di comunicazione (Lombardi Editore, 2003), Un anno in quaranta e-mail (Lombardi

Editore 2005), L’Ufficio Stampa nella Comunicazione Pubblica (Lombardi Editore, 2012, Raffineria di Augusta, Storia di uomini e di progresso (ExxonMobil, 2015), Psico-Intervista alla Crisi ( Lombardi Editori, 2016).

E ancora…

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2284:decennale-di-letteratitudine-con-maugeri-ideatore-del-blog&catid=17&Itemid=143

Dieci anni sono un’eternità nel vorticoso fluire di post consumati in pochi secondi, eppure non sembra inutile volgersi indietro per rimirare il cammino compiuto per poi solcare nuovi spazi su carta e pixel

La Civetta di Minerva, 7 aprile 2017

Un tempo artisti, poeti e intellettuali si ritrovavano nelle accademie, poi venne il tempo dei caffè letterari,luoghi di elaborazione artistica e spesso laboratori politici, di certo volano per le nuove idee, centri di propaganda per le correnti innovatrici in ogni ambito del sapere.

Oggi è tempo di social, di piazze virtuali: Twitter, Facebook e tutte le piattaforme che consentono di condividere testi, immagini, video. I blog – diari di bordo telematici, mi piace definirli – sono stati e sono ancora per certi versi una via di mezzo tra l’incontro de visu e quello mordi e fuggi dei like e dei tweet: botteghe, laboratori, officine in cui il blogger scrive e condivide post a tema oppure OT, off topic. Alcuni di questi sono dei punti di riferimento per gli intellettuali o gli appassionati di letteratura e non solo, anche se il loro ruolo di filtro e catalizzatore di energie e materiali ora sembra polverizzato tra le bacheche di Facebook sulle quali tendono ormai a spostarsi le discussioni on line.

Oggi, venerdì 7 aprile alle ore 18, presso la Casa del Libro Rosario Mascali in via Maestranza a Siracusa,Simona Lo Iacono (scrittrice e magistrato, autrice de “Le streghe di Lenzavacche” per i tipi di E/O, romanzo finalista al Premio Strega 2016) presenterà insieme a Daniela Sessa, docente di Lettere del Liceo Quintiliano di Siracusa, il volume “Letteratitudine 3 – Letture, scritture e metanarrazioni (LiberAria editore), curato dallo scrittore e blogger Massimo Maugeri, ideatore del blog “Letteratitudine”, che festeggia il decennale. Interpreteranno alcuni dei “fantasmi” letterari del libro Arianna Vinci, Beatrice Margagliotti e Sofiya Vlasova.

Il 10 marzo scorso Massimo Maugeri era stato ospite dell’Istituto Tecnico Commerciale P. Branchina di Adrano (CT) nell’ambito della manifestazione “Viaggio tra le parole”, mentre la prima assoluta di “Letteratitudine 3” si è tenuta presso La Feltrinelli di Catania il 17 gennaio in occasione della serata inaugurale del nuovo anno di incontri della libreria.

“Letteratitudine 3” viene dopo altri due volumi (editi da Azimut e Historica Edizioni) in cui Maugeri ha fatto il punto del suo decennale lavoro, trasformando in cartaceo il meglio delle discussioni di quello che è uno dei blog d’autore del gruppo Kataweb/L’Espresso. Il taglio di questo libro, che chiude quasi un’ideale trilogia, è differente: possiamo leggerlo sia come un manuale di lettura che come un prontuario di scrittura – possiamo infatti sbirciare nell’antro di quelli che sono gli alchimisti della letteratura italiana (e non solo) contemporanea –, possiamo “navigarlo” quasi come un blog o un sito Internet per saltare da uno scrittore a un personaggio a un libro. Particolarmente interessante è la sezione dedicata alle autofiction, ai racconti ideati dagli scrittori per presentare i loro libri, quasi una sorta di selftailer, mentre è un vero e proprio tuffo nella passione per la lettura il poter leggere le lettere a personaggi letterari e autori scomparsi. Particolarmente opportuno per ricordare un faro della nostra letteratura è il l’omaggio a Vincenzo Consolo, raccolta di saggi che chiude il volume.

Massimo Maugeri, che all’attività di blogger unisce quella di collaboratore di testate come “Il Venerdì” di Repubblica, su Radio Hinterland cura e conduce Letteratitudine in Fm, trasmissione culturale di libri e letteratura, scrive romanzi, racconti e saggi; Trinacria Park (Edizioni E/O, 2013), inserito da Panorama nell’elenco dei dieci migliori romanzi italiani pubblicati nel 2013, è stato insignito del Premio Vittorini, del quale purtroppo segnaliamo la scomparsa, perché ha rappresentato un emblema di siracusanità. Maugeri ha anche ricevuto premi come l’Addamo, il Martoglio, il Portopalo – Più a Sud di Tunisi e il Premio Internazionale Sicilia “Il Paladino”, per ricordare soltanto quelli siciliani.

L’evento di oggi servirà a ricordare il decennale del blog e i fili da questo creati fra autori, librai, bibliotecari, traduttori, editori, accademici, esperti e semplici lettori, istituti italiani di cultura all’estero e università: tutto quanto gravita intorno al libro è gravitato tra le pagine virtuali di “Letteratitudine” con la sua costola dedicata alle news letterarie.

Dieci anni sono un’eternità nel vorticoso fluire di post consumati in pochi secondi, eppure non sembra inutile volgersi indietro per rimirare il cammino compiuto per poi solcare nuovi spazi su carta e pixel e magari trovare nuovi sentieri in un mondo come quello editoriale che ha visto la rivoluzione di Internet, la nascita dell’e-book e l’esplodere dei social con l’orizzontalizzazione della conoscenza. Non sembra nostalgico rileggere nomi e nickname che si rincorrevano sulle autostrade telematiche, ritrovandosi in autogrill virtuali per condividere frasi, versi, citazioni, recensioni, riflessioni, auguri, scherzi letterari… Come dimenticare Sergio Sozi (il ponte con la Slovenia insieme alla moglie Veronika Simoniti, traduttrice), Carloesse Sirotti Speranza, Eventounico, Enrico Gregori, Laura Costantini e Loredana Falcone, Gea, Cristina Bove, Maria Di Lorenzo, Stefano Mina, Francesco Didò Didomenico, Salvo Zappulla, Teresa Santalucia Scibona, Fausta Maria Rigo, solo per ricordare qualche nome? Rubriche dedicate al diritto, alla scuola, alle alternative ai classici, cene letterarie, collaborazioni… per dieci anni è stato possibile accalorarsi dietro un monitor ticchettando di libri su una tastiera, magari a tu per tu con l’autore del libro che ci aveva tanto emozionato, insieme a tanti altri come noi che compartiscono l’amore per la lettura e la scrittura.

“Letteratitudine” forse ha addirittura travalicato le primitive intenzioni del suo ideatore, che voleva unire Letteratura e “sicilitudine” contro la solitudine, superando i limiti di lati- e longitudine. Un blog multidimensionale, poliedrico come le geometrie evocative della copertina del volume.

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2281:ad-augusta-si-vuole-intitolare-alla-sirena-lighea-una-piazzetta&catid=18:provincia&Itemid=145

Ad Augusta si vuole intitolare alla sirena Lighea una piazzetta

Maria Lucia Riccioli
Sabato, 22 Aprile 2017 09:55

Al Faro Santa Croce. A sessant’anni dalla morte di Tomasi di Lampedusa il direttore di Naxoslegge e una studiosa incontrano i liceali

La Civetta di Minerva, 7 aprile 2017

“La sirena”, racconto lungo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, è conosciuto anche col titolo di “Lighea”, nome che la moglie dell’autore aveva scelto per chiamare la protagonista – essere di mezzo tra il reale e il fantastico – della novella, scritta nell’inverno del 1956-1957 durante una purtroppo brevissima ma felice stagione narrativa dello scrittore de “Il Gattopardo”.

Pubblicato solo postumo nel 1961 da Feltrinelli, il racconto (il cui manoscritto era stato consegnato da Elena Croce, figlia di Benedetto, filosofo e critico, a Giorgio Bassani, curatore e prefatore del volume) narra l’incontro fra Rosario La Ciura, classicista e professore in pensione, e il giovane nobile Paolo Corbera di Salina, laureato in legge, bon vivant e galleggiatore nel mare magnum del giornalismo.

Dalle conversazioni dei due nella Torino del 1938, nebbiosa e cupa, si passa al piano dei ricordi: il professore rivelerà al giovane l’incontro fatato con la sirena Lighea, avvenuto sulle coste ancora selvagge di Augusta, in una Sicilia a metà tra la realtà e il mito.

Sabato 8 aprile, nell’ambito di “Naxoslegge”, in collaborazione con il Liceo classico “Megara” di Augusta, SulidArte, La giara di Brucoli, Circolo Unione Augusta, Italia Nostra, Historica Edizioni, Fulvia Toscano, direttore artistico di Naxoslegge, e Maria Antonietta Ferraloro, studiosa di Tomasi di Lampedusa – si terranno comunque altri incontri in vari comuni siciliani, nonché in luoghi cari all’autore del Gattopardo, come Ficarra, la Fondazione Verga a Catania, Santa Margherita del Belice, Palma di Montechiaro, Capo d’Orlando con la Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella, Ragusa-Donnafugata, Giardini Naxos, Taormina, Palermo e Messina, con il coinvolgimento di enti, scuole, fondazioni, parchi Letterari, accademie e associazioni – incontreranno i ragazzi del Liceo di Augusta; verrà inoltre proposta l’intitolazione di una piazzetta a Lighea di Tomasi di Lampedusa presso il Faro Santa Croce. Interverranno la dirigente scolastica M.C. Castorina e le docenti Di Venuta e Insinga, oltre alle autorità e alle associazioni partner dell’iniziativa.

La casa editrice Historica edizioni di Francesco Giubilei, il più giovane editore italiano, pubblicherà una sorta di cahier di viaggio dell’esperienza per celebrare nel biennio 2017/2018 i sessant’anni trascorsi dalla morte dello scrittore e dalla prima pubblicazione de “Il gattopardo”.

Particolarmente significativa è la volontà di legare le parole di Tomasi ai luoghi che le hanno ispirate, in un’ottica non solo di valorizzazione ma soprattutto di custodia della memoria.

 http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2214:tra-avola-e-noto-echeggiar-di-versi-per-la-festa-della-poesia&catid=18&Itemid=145

Tra Avola e Noto echeggiar di versi per la festa della poesia

Marialucia Riccioli
Giovedì, 06 Aprile 2017 00:19
https://www.facebook.com/plugins/like.php?app_id=262357397227600&channel=http%3A%2F%2Fstaticxx.facebook.com%2Fconnect%2Fxd_arbiter%2Fr%2F96nq-xsaNcg.js%3Fversion%3D42%23cb%3Dfdc85a380fe3a8%26domain%3Dwww.lacivettapress.it%26origin%3Dhttp%253A%252F%252Fwww.lacivettapress.it%252Ff1cb3d9ed91827c%26relation%3Dparent.parent&container_width=123&href=http%3A%2F%2Fwww.lacivettapress.it%2Fit%2Findex.php%3Foption%3Dcom_content%26view%3Darticle%26id%3D2214%3Atra-avola-e-noto-echeggiar-di-versi-per-la-festa-della-poesia%26catid%3D18%3Aprovincia%26Itemid%3D145&layout=button_count&locale=en_US&sdk=joey&send=true&show_faces=false&width=450
http://platform.twitter.com/widgets/tweet_button.5c39137502ea1894df4434ae5ed041c5.en.html#dnt=false&id=twitter-widget-0&lang=en&original_referer=http%3A%2F%2Fwww.lacivettapress.it%2Fit%2Findex.php%3Foption%3Dcom_content%26view%3Darticle%26id%3D2214%3Atra-avola-e-noto-echeggiar-di-versi-per-la-festa-della-poesia%26catid%3D18%26Itemid%3D145&size=m&text=Tra%20Avola%20e%20Noto%20echeggiar%20di%20versi%20per%20la%20festa%20della%20poesia&time=1492865354930&type=share&url=http%3A%2F%2Fwww.lacivettapress.it%2Fit%2Findex.php%3Foption%3Dcom_content%26view%3Darticle%26id%3D2214%3Atra-avola-e-noto-echeggiar-di-versi-per-la-festa-della-poesia%26catid%3D18%26Itemid%3D145&via=cooltemplates

Riempite strade, piazze, cortili e chiese con note di armonia, canti, musica. Questa edizione dedicata a Salvatore Di Pietro, l’anno prossimo a Corrado Carbè

La Civetta di Minerva, 24 marzo 2017

Domenica 19 marzo, in occasione della Festa mondiale della poesia ad Avola, declinata in due giorni speciali tra Avola e Noto, si sono concluse la quindicesima edizione di “Dalle otto alle otto” e la sesta edizione di “Libri di-versi in diversi libri” dedicata a Salvatore Di Pietro: Carlo Sorgia, Alessandra Nateri Sangiovanni e Maria Pia Vido si sono classificati rispettivamente al primo, secondo e terzo posto in quella che non è tanto una tenzone letteraria ma un’occasione di incontro, scambio e crescita nel nome della poesia: in un tempo arido e materialista, in cui scrivere versi sembrerebbe anacronistico e del tutto inutile, poesia è anche riempire strade, piazze, cortili e chiese di Avola e Noto di armonia, canti, musica e, soprattutto, poesie, “celebrando” secondo l’anima di questo concorso, il libraio-editore Ciccio Urso, sostenuto come sempre da Liliana Calabrese, dai giurati e dal manipolo di artisti del Val di Noto che seguono le loro iniziative, “la magia della creatività, spontaneamente e senza programmazione, nonostante l’indifferenza di intellettuali egocentrici e della massa insignificante che ci circonda, e, soprattutto, senza sindaci e assessori e a personaggi di potere, perché l’unico potere abbracciato da ciascuno è quello della fantasia e della bellezza di un verso, dell’incontro con un accadimento inaspettato, ma collegato a ciascuno, e l’adesione entusiastica di persone graditissime”.

Tra i giurati, docenti e poeti: Maria Barone, Corrado Bono, Liliana Calabrese, Antonino Causi, Francesca Corsico, Luigi Ficara, Benito Marziano, Orazio Parisi, Vera Parisi, Fausto Politino, Maria Restuccia, Lilia Urso, Marco Urso e i poeti vincitori Giovanni Catalano, Manuela Magi, Maria Chiara Quartu, Pietro Vizzini, Nina Esposito.

Sono state consegnate le targhe della memoria dedicate a poeti sparsi in diverse città italiane e grazie all’intervento di poeti di diverse regioni italiane, compresa la Sardegna, è stato raggiunto l’obiettivo di creare ponte con gli altri, ascoltando e uscendo da sé, diventando ideali punti di riferimento e modelli di vivere creativo positivo, da moltiplicare nel mondo.

La nuova edizione del concorso letterario verrà come ormai consuetudine dedicata a un poeta amico della Libreria Editrice Urso, scomparso anzitempo, e cioè al poeta-scrittore Corrado Carbè scomparso il 20 febbraio 2017 nel mentre stava partecipando alla precedente edizione di questo Concorso, dove, tra l’altro, si classificava al sesto posto della classifica finale, insieme a Cettina Lascia Cirinnà, Mimma Raspanti, Federico Guastella, Rita Stanzione, Simona Forte, Marianinfa Terranova, Antonella Santoro, Gianluca Macelloni, Grazia La Gatta.

Meritano una menzione particolare e vanno incoraggiati i giovani artisti: in un’edizione di qualche anno fa Davide Giannelli scriveva che quando saprai che stai per morire, / dalle tue ceneri di nuovo un sorriso. / E la tua melodia canterai (da Vivere d’amore).

Miriam Vinci, selezionata nell’edizione 2016/2017, ben rappresenta l’anelito giovanile alla Bellezza nonostante il grigiore del quotidiano e le difficoltà dell’esistenza e ci piace chiudere proprio con i suoi versi, che con voce fresca in ritmi franti ricantano i temi eterni della poesia, tra illusioni ingenue dell’età ed echi leopardiani:

Ed è in questa nudità / che vorrei / vestiti di poesia.

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2215:un-corto-sulle-adozioni-girato-tra-noto-rosolini-e-catania&catid=17&Itemid=143

Un corto sulle adozioni girato tra Noto, Rosolini e Catania

Marialucia Riccioli
Domenica, 09 Aprile 2017 11:10
https://www.facebook.com/plugins/like.php?app_id=262357397227600&channel=http%3A%2F%2Fstaticxx.facebook.com%2Fconnect%2Fxd_arbiter%2Fr%2F96nq-xsaNcg.js%3Fversion%3D42%23cb%3Df35241b8e7dec3%26domain%3Dwww.lacivettapress.it%26origin%3Dhttp%253A%252F%252Fwww.lacivettapress.it%252Ff31d524fcc7d1c%26relation%3Dparent.parent&container_width=123&href=http%3A%2F%2Fwww.lacivettapress.it%2Fit%2Findex.php%3Foption%3Dcom_content%26view%3Darticle%26id%3D2215%3Aun-corto-sulle-adozioni-girato-tra-noto-rosolini-e-catania%26catid%3D17%3Acultura%26Itemid%3D143&layout=button_count&locale=en_US&sdk=joey&send=true&show_faces=false&width=450
http://platform.twitter.com/widgets/tweet_button.5c39137502ea1894df4434ae5ed041c5.en.html#dnt=false&id=twitter-widget-0&lang=en&original_referer=http%3A%2F%2Fwww.lacivettapress.it%2Fit%2Findex.php%3Foption%3Dcom_content%26view%3Darticle%26id%3D2215%3Aun-corto-sulle-adozioni-girato-tra-noto-rosolini-e-catania%26catid%3D17%26Itemid%3D143&size=m&text=Un%20corto%20sulle%20adozioni%20girato%20tra%20Noto%2C%20Rosolini%20e%20Catania&time=1492865595780&type=share&url=http%3A%2F%2Fwww.lacivettapress.it%2Fit%2Findex.php%3Foption%3Dcom_content%26view%3Darticle%26id%3D2215%3Aun-corto-sulle-adozioni-girato-tra-noto-rosolini-e-catania%26catid%3D17%26Itemid%3D143&via=cooltemplates
inShare

Da tre storie vere un libro e un film, finanziato in parte grazie al  crowdfunding. Le responsabili del progetto: “Gli attori ne hanno acquisito e fatta propria l’esperienza”

La Civetta di Minerva, 24 marzo 2017

Tre storie. Tre desideri che si riassumono in uno solo: essere genitori. Un corto sul delicato e attuale tema dell’adozione è stato girato nel Siracusano. “La Civetta di Minerva” si è incuriosita e ha incontrato per voi i responsabili del progetto, Giovanna Pignataro e Francesco Di Martino.

Come è nata l’idea del corto? È un lavoro autoprodotto o qualcuno ha investito in questo progetto?

“La casa dei conigli di Nola ha iniziato il progetto Aspettiamo! Si tratta di una storia sull’adozione, fatta per lo più di sensazioni, quelle che accompagnano la trafila del percorso adottivo sia dal lato dei futuri genitori sia dal lato dei futuri figli. Questa storia, scritta da Giovanna Pignataro, e divenuta albo illustrato sotto le mani di Tiziano Squillace, sembrava più completa con l’aggiunta di un video, per la precisione un documentario, che potesse raccontare delle storie vere di adozione. Francesco di Martino, documentarista di fiducia, ha subito abbracciato l’idea, aggiungendovi naturalmente il suo punto di vista. È nato così Aspettiamo! Il film, un documentario di finzione: si è deciso di raccontare tre storie vere, prese in luoghi diversi e con presupposti diversi. Francesco e Giovanna sono partiti con le registrazioni dalla voce dei loro protagonisti, in seguito hanno tradotto le storie in sceneggiatura e poi si è passati alle riprese con gli attori che hanno impersonato le tre coppie di genitori adottivi. Il libro di partenza è uscito con Marotta&Cafiero e stampato anche grazie ad una campagna di crowdfunding. Il film di fatto è autoprodotto.

Cast e maestranze sono del Siracusano? In quali location avete girato?

Essendo il regista di Noto, ed essendo necessario tenere bassi i costi, tutte le persone coinvolte nel film sono più o meno del territorio. Stessa cosa per le location che sono state scelte in modo che non fossero precisamente riconoscibili di modo che non si resti legati ad alcuni luoghi particolari, ma che possano essere storie del mondo.

Ecco le parole dello stesso regista: “Abbiamo girato tra Noto, Rosolini e Catania. Una buona parte degli attori sono netini (Carola Pennavaria, che tra l’altro canta nel teaser del corto, Salvatore Tringali, Carlo Genova), due invece da paesini ai piedi dell’Etna (Marta Allegra e Angela D’Amico) mentre uno è ispicese (Giovanni Peligra), tutti attori abbastanza preparati e appartenenti al mondo del teatro. Per loro questo progetto è stato sicuramente una scommessa, una prova, visto che hanno cercato di interpretare al meglio i personaggi senza imitarli (tutti gli attori hanno studiato a fondo i personaggi attraverso le interviste fatte alle coppie vere da me e Giovanna)  ma acquisendone la storia e farla propria.  E soprattutto su ogni scena hanno cercato di non seguire le battute della sceneggiatura ma dei discorsi personali, soprattutto nelle interviste frontali che abbiamo inscenato.

È capitato anche di porre loro delle domande che nel copione non c’erano… e li ho trovati sempre pronti a dare una risposta come se la storia la stessero vivendo loro. In sintesi un esperimento per noi, ma soprattutto per loro.

Il corto è stato pensato per la rete o ci potrà essere una sorta di promozione e distribuzione? Sono previste presentazioni?

Il corto sarà abbinato al libro pubblicato, all’interno del quale c’è un link per scaricarlo. Sicuramente sarà presentato, non appena pronto, insieme al libro che è uscito da pochi giorni.

Secondo quale ottica è visto il tema dell’adozione nel corto? Quale finalità vi siete prefissi nel realizzarlo?

Il libro da cui è partito il progetto si sofferma sulla costante presenza di due mondi paralleli, quello dei genitori adottivi e quello dei bambini che saranno adottati. Il film segue invece le vicende delle coppie di genitori delle tre storie soffermandosi sulle loro difficoltà, sensazioni, sull’enorme mole di stress che comporta il percorso adottivo. La volontà è riflettere su che cosa comporti intraprendere questa strada, per tutti coloro che vi sono coinvolti. Trattandosi di bambini, il tutto è anche delicato e poetico, ma parallelamente ci sono enormi scogli da sormontare e accendere un po’ la luce su di essi non è male…

Per saperne di più: https://www.youtube.com/watch?v=bnSLL3RSmo0

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2219:la-riccioli-su-mariannina-coffa-saffo-netina-dell-800&catid=17&Itemid=143

La Riccioli su Mariannina Coffa, Saffo netina dell’800

Salvo Amato
Sabato, 08 Aprile 2017 08:45
https://www.facebook.com/plugins/like.php?app_id=262357397227600&channel=http%3A%2F%2Fstaticxx.facebook.com%2Fconnect%2Fxd_arbiter%2Fr%2F96nq-xsaNcg.js%3Fversion%3D42%23cb%3Df24a35b42633744%26domain%3Dwww.lacivettapress.it%26origin%3Dhttp%253A%252F%252Fwww.lacivettapress.it%252Ff202588f1b1a4e%26relation%3Dparent.parent&container_width=123&href=http%3A%2F%2Fwww.lacivettapress.it%2Fit%2Findex.php%3Foption%3Dcom_content%26view%3Darticle%26id%3D2219%3Ala-riccioli-su-mariannina-coffa-saffo-netina-dell-800%26catid%3D17%3Acultura%26Itemid%3D143&layout=button_count&locale=en_US&sdk=joey&send=true&show_faces=false&width=450
http://platform.twitter.com/widgets/tweet_button.5c39137502ea1894df4434ae5ed041c5.en.html#dnt=false&id=twitter-widget-0&lang=en&original_referer=http%3A%2F%2Fwww.lacivettapress.it%2Fit%2Findex.php%3Foption%3Dcom_content%26view%3Darticle%26id%3D2219%3Ala-riccioli-su-mariannina-coffa-saffo-netina-dell-800%26catid%3D17%26Itemid%3D143&size=m&text=La%20Riccioli%20su%20Mariannina%20Coffa%2C%20Saffo%20netina%20dell%E2%80%99800&time=1492865727340&type=share&url=http%3A%2F%2Fwww.lacivettapress.it%2Fit%2Findex.php%3Foption%3Dcom_content%26view%3Darticle%26id%3D2219%3Ala-riccioli-su-mariannina-coffa-saffo-netina-dell-800%26catid%3D17%26Itemid%3D143&via=cooltemplates
inShare

La conferenza nei locali della biblioteca di Noto. Durante l’incontro, organizzato dal Rotaract, musiche eseguite dal maestro Gabriele Bosco al violino, mentre Giuseppe Puzzo, verseggiatore egli stesso, recita alcune liriche della poetessa e propri componimenti inediti

La Civetta di Minerva, 24 marzo 2017

“Mariannina Coffa, Una donna tante donne – La poetessa dell’Ottocento che parla alle donne di oggi”: questo il titolo dell’incontro che si terrà domani, venerdì 25 marzo, alle ore 17,30 presso la Biblioteca comunale “Principe di Villadorata” di Noto in via Nicolaci, biblioteca che custodisce amorosamente gli scritti della poetessa e patriota netina. L’incontro si inserisce nella programmazione del Rotaract volta alla valorizzazione del territorio e delle sue risorse culturali in senso lato.

Mariannina Coffa (Noto, 1841-1878), enfant prodige della borghesia netina nel passaggio difficile ed esaltante insieme dalla monarchia borbonica al Regno d’Italia, è stata dunque figlia, sorella, amica – corrispose con gli intellettuali dell’epoca pur senza muoversi dalla Sicilia –, innamorata (fu protagonista di un amore tipicamente romantico con Ascenso Mauceri, musicista e autore di tragedie), sposa malmaritata di un possidente terriero di Ragusa, madre (perse tra l’altro due dei cinque figli), patriota e poetessa (accompagnò con la sua poesia e le sue riflessioni i moti risorgimentali e la sua complessa personalità e spiritualità la portò ad un tentativo di emancipazione dagli stilemi dell’epoca verso soluzioni originali): interpretò ognuno di questi ruoli nonostante i limiti della propria condizione di donna, di siciliana, nonostante la malattia e le incomprensioni del contesto familiare e socio-culturale.

La conferenza, tenuta da Maria Lucia Riccioli, docente e scrittrice, autrice tra l’altro di un romanzo storico, “Ferita all’ala un’allodola”, incentrato proprio su Mariannina Coffa, giurata per due anni consecutivi del concorso di “Inchiostro e anima” intitolato alla Capinera di Noto, alla Saffo netina, tanto per ricordare alcune delle immagini cui la Coffa è stata associata, autrice di un saggio sulla prima tesi di laurea dedicata alla poetessa e inserito nel volume “Sguardi plurali” (Armando Siciliano Editore) curato da Marinella Fiume e uscito per raccogliere i lavori dell’omonimo convegno, oltre che di una lettera immaginaria alla Coffa pubblicata per i tipi di LiberAria in “Letteratitudine 3: letture, scritture, metanarrazioni” (a cura di Massimo Maugeri), sarà moderata da Federica Piluccio, presidente del Rotaract club Noto Terra di Eloro; le musiche che accompagneranno l’evento saranno eseguite dal maestro Gabriele Bosco al violino, mentre Giuseppe Puzzo, estimatore della Coffa e verseggiatore egli stesso, reciterà alcune liriche della poetessa e propri componimenti inediti.

A quasi centoquarant’anni dalla scomparsa della poetessa, la sua biografia e le sue opere presentano ancora fertili campi di indagine (pensiamo alla recente scoperta ad opera di Stefano Vaccaro di un inedito rinvenuto nella biblioteca del Castello di Donnafugata).

L’incontro del 25 marzo sarà occasione di riflessione sul modello femminile incarnato dalla Coffa e offrirà lo spunto per ricordare l’incendio del 25 marzo 1911, nel quale persero la vita le “camicette bianche” (pensiamo allo straordinario lavoro di Ester Rizzo per ridare nome dignità e memoria a queste donne), le operaie della Triangle Waist Company: tra di esse c’era una ragazza netina, Gaetana Midolo, cui è stata dedicata la rotatoria di Piazza Nino Bixio. Nel mese dedicato alle donne, ricordare un’emigrata e una figura del nostro Risorgimento non sembrerà un’operazione azzardata.

Si laurea in lettere discutendo la tesi in latino colto

Maria Lucia Riccioli
Lunedì, 03 Aprile 2017 08:07

Gianluca Vindigni: “E’ un’autentica vocazione. Già al liceo scientifico scoprii di essere sempre più portato per questa lingua, la cui perfezione grammaticale mi travolgeva, che per la matematica. Mi ha sorpreso che scrivesse di me anche Repubblica”

La Civetta di Minerva, 24 marzo 2017

Il 6 marzo scorso Gianluca Vindigni, studente di Vittoria (RG), vincitore come secondo classificato di due certamina nazionali di lingua latina per universitari, espletati a Mascalucia (CT), rispettivamente nel 2015 e nel 2016, è diventato dottore di Lettere classiche laureandosi con una tesi intitolata “De C. Iulii Caesaris sermone commentatio critica”.

Fin qui niente di strano. Ma la tesi è stata sia scritta che esposta (parlando) interamente in latino.

“La Civetta di Minerva”, incuriosita da quella che in passato era la prassi e oggi sembra roba da nerd, ha contattato Gianluca Vindigni, che ha suscitato attorno a quello che poteva essere un traguardo personale e privatissimo un piccolo ma significativo clamore mediatico…Ecco come ha risposto alle nostre domande (in italiano, non preoccupatevi!)

Si attendeva un’attenzione di questo tipo? Non è affatto frequente che una tesi di laurea sia scritta e addirittura discussa per intero in latino…

Ammetto che non mi sarei mai aspettato un successo mediatico di tale grandezza per la mia tesi di laurea. Non tanto perché voglio sminuire il mio lavoro – oggettivamente sono pochi oggigiorno i ragazzi realmente appassionati ed interessati a scrivere e parlare il latino – ma poiché non avrei mai pensato di essere così apprezzato da docenti e giornalisti. Ho avuto una commissione molto disponibile, educata e cordiale, che mi ha permesso di poter realizzare questo mio piccolo sogno, sebbene ancora coi piedi per terra so per certo che la strada è lunga. Sono rimasto sorpreso, lo ammetto, di aver trovato un mio articolo persino sul giornale “La Repubblica”, ma evidentemente la notizia deve aver scosso ed incuriosito parecchi giornalisti e lettori. Non posso che esserne felice!

Torniamo indietro: su quale argomento verte la sua tesi e come mai ha deciso di scriverla nella lingua di Cicerone?

La mia è una tesi filologica incentrata sulla lingua di Cesare, sul suo usus scribendi. L’idea di scrivere una tesi di laurea assolutamente grammaticale mi balenava in testa già da tantissimi anni, considerando che uscii dal liceo scientifico totalmente malato di grammatica latina, a tal punto che da allora non è trascorso un giorno della mia vita in cui io non abbia toccato un manuale di grammatica o non abbia letto classici. La lingua di Cesare da me è stata sempre apprezzata, ed anche in particolar modo direi, per cui ringrazio il mio relatore Vincenzo Ortoleva per avermi serenamente consentito di svolgere la tesi su un argomento e su un autore da me amatissimo. Mi è sempre piaciuto scovare le cosiddette “eccezioni” alla regola nei vari autori, classificarle, analizzarle, e darne una possibile spiegazione. Proprio in questo modo svolsi la mia tesi su Cesare, analizzando principalmente tutte quelle apparenti infrazioni alle regole che sono presenti nei suoi commentari, classificandole e raggruppandole secondo un corretto criterio.

Da dove nasce questo amore per la lingua latina?

Nasce già dai primi anni di liceo scientifico, trascorsi nella mia benamata Vittoria, sotto gli insegnamenti di Daniele Liberto, ora mio grande amico e un tempo mio insegnante di lettere, che mi fece totalmente invaghire di grammatica latina. Giorno dopo giorno scoprivo di essere sempre più portato per questa lingua che per le materie scientifiche, la cui perfezione grammaticale mi travolgeva continuamente. Scoprii di avere quasi una vocazione, di riuscire col tempo a leggere, tradurre, pensare e scrivere il latino senza eccessive difficoltà, così che decisi di intraprendere la carriera di classicista iscrivendomi in lettere classiche all’università degli studi di Catania, a costo di dover imparare la lingua greca da autodidatta; impegno che, tra l’altro, mi fece spendere circa due anni e mezzo in più. L’amore per il latino parlato, invece, nacque dopo il diploma, durante i primi anni di università, seguendo appassionatamente su YouTube i video del Prof. Luigi Miraglia, fondatore della notissima accademia Vivarium Novum e vivissimo cultore del latino parlato, che ebbi l’onore di conoscere poi di persona.

Secondo te come mai proprio nella patria dei Romani, l’Italia, gli studi classici sembrano regredire?

Gli studenti trovano ostico il Latino almeno a pari merito con la matematica… alcuni studiosi ed opinionisti attribuiscono questo alla eccessiva semplificazione dei percorsi didattici, in cui l’unica difficoltà, gli ultimi scogli, sarebbero rappresentati proprio dalla versione di Latino e dal compito di Matematica.

Questione di metodo, di scarsa motivazione…? Come la vedi?

Su questo non posso dire più di tanto, giacché ai miei tempi vi erano ancora cinque ore di latino settimanali al liceo scientifico tali da poter spingere col programma, ma oggi come oggi essendo state scese a tre credo più difficile che dei ragazzi decidano di iscriversi in lettere classiche, anche se chiaramente la speranza che ciò possa continuare a verificarsi non muore mai. C’è troppo poco latino ormai, purtroppo. Per il metodo non saprei cosa dire: io studiai col metodo tradizionale e finii per innamorarmi pienamente della grammatica latina, ma oggigiorno sta divampando qua e là anche il metodo naturale, adottato da moltissime scuole, su cui varie sono le opinioni, sia positive che negative. Sebbene io non lo conosca e difenda ancora il vecchio metodo tradizionale grazie al quale appresi il latino, non posso tuttavia biasimarlo, non essendone ancora venuto a conoscenza. Sarebbe un giudizio a priori, da ipocriti. Credo però che l’unica salvezza dei tempi moderni siano i docenti, giacché, secondo la mia personale esperienza, credo che si possa giungere alla piena passione di una materia anche e soprattutto grazie all’apporto di un ottimo docente, che sappia trasmettere oltre alla cultura anche la propria passione ed il proprio amore.

Potresti dedicare un saluto in latino ai nostri lettori?

Utinam vobis omnibus lingua Latina probetur!

E ancora…

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2215:un-corto-sulle-adozioni-girato-tra-noto-rosolini-e-catania&catid=17&Itemid=143

Un corto sulle adozioni girato tra Noto, Rosolini e Catania

Maria Lucia Riccioli

La Civetta di Minerva, 24 marzo 2017

Tre storie. Tre desideri che si riassumono in uno solo: essere genitori. Un corto sul delicato e attuale tema dell’adozione è stato girato nel Siracusano. “La Civetta di Minerva” si è incuriosita e ha incontrato per voi i responsabili del progetto, Giovanna Pignataro e Francesco Di Martino.

Come è nata l’idea del corto? È un lavoro autoprodotto o qualcuno ha investito in questo progetto?

“La casa dei conigli di Nola ha iniziato il progetto Aspettiamo! Si tratta di una storia sull’adozione, fatta per lo più di sensazioni, quelle che accompagnano la trafila del percorso adottivo sia dal lato dei futuri genitori sia dal lato dei futuri figli. Questa storia, scritta da Giovanna Pignataro, e divenuta albo illustrato sotto le mani di Tiziano Squillace, sembrava più completa con l’aggiunta di un video, per la precisione un documentario, che potesse raccontare delle storie vere di adozione. Francesco di Martino, documentarista di fiducia, ha subito abbracciato l’idea, aggiungendovi naturalmente il suo punto di vista. È nato così Aspettiamo! Il film, un documentario di finzione: si è deciso di raccontare tre storie vere, prese in luoghi diversi e con presupposti diversi. Francesco e Giovanna sono partiti con le registrazioni dalla voce dei loro protagonisti, in seguito hanno tradotto le storie in sceneggiatura e poi si è passati alle riprese con gli attori che hanno impersonato le tre coppie di genitori adottivi. Il libro di partenza è uscito con Marotta&Cafiero e stampato anche grazie ad una campagna di crowdfunding. Il film di fatto è autoprodotto.

Cast e maestranze sono del Siracusano? In quali location avete girato?

Essendo il regista di Noto, ed essendo necessario tenere bassi i costi, tutte le persone coinvolte nel film sono più o meno del territorio. Stessa cosa per le location che sono state scelte in modo che non fossero precisamente riconoscibili di modo che non si resti legati ad alcuni luoghi particolari, ma che possano essere storie del mondo.

Ecco le parole dello stesso regista: “Abbiamo girato tra Noto, Rosolini e Catania. Una buona parte degli attori sono netini (Carola Pennavaria, che tra l’altro canta nel teaser del corto, Salvatore Tringali, Carlo Genova), due invece da paesini ai piedi dell’Etna (Marta Allegra e Angela D’Amico) mentre uno è ispicese (Giovanni Peligra), tutti attori abbastanza preparati e appartenenti al mondo del teatro. Per loro questo progetto è stato sicuramente una scommessa, una prova, visto che hanno cercato di interpretare al meglio i personaggi senza imitarli (tutti gli attori hanno studiato a fondo i personaggi attraverso le interviste fatte alle coppie vere da me e Giovanna)  ma acquisendone la storia e farla propria.  E soprattutto su ogni scena hanno cercato di non seguire le battute della sceneggiatura ma dei discorsi personali, soprattutto nelle interviste frontali che abbiamo inscenato.

È capitato anche di porre loro delle domande che nel copione non c’erano… e li ho trovati sempre pronti a dare una risposta come se la storia la stessero vivendo loro. In sintesi un esperimento per noi, ma soprattutto per loro.

Il corto è stato pensato per la rete o ci potrà essere una sorta di promozione e distribuzione? Sono previste presentazioni?

Il corto sarà abbinato al libro pubblicato, all’interno del quale c’è un link per scaricarlo. Sicuramente sarà presentato, non appena pronto, insieme al libro che è uscito da pochi giorni.

Secondo quale ottica è visto il tema dell’adozione nel corto? Quale finalità vi siete prefissi nel realizzarlo?

Il libro da cui è partito il progetto si sofferma sulla costante presenza di due mondi paralleli, quello dei genitori adottivi e quello dei bambini che saranno adottati. Il film segue invece le vicende delle coppie di genitori delle tre storie soffermandosi sulle loro difficoltà, sensazioni, sull’enorme mole di stress che comporta il percorso adottivo. La volontà è riflettere su che cosa comporti intraprendere questa strada, per tutti coloro che vi sono coinvolti. Trattandosi di bambini, il tutto è anche delicato e poetico, ma parallelamente ci sono enormi scogli da sormontare e accendere un po’ la luce su di essi non è male…

Per saperne di più: https://www.youtube.com/watch?v=bnSLL3RSmo0

Un articolo che mi riguarda e soprattutto riguarda Mariannina Coffa…

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2219:la-riccioli-su-mariannina-coffa-saffo-netina-dell-800&catid=17&Itemid=143

La Riccioli su Mariannina Coffa, Saffo netina dell’800

Salvo Amato
Sabato, 08 Aprile 2017 08:45 (significativo che l’articolo on line sia uscito giorno 8 aprile, giorno dell’anniversario del matrimonio di Mariannina Coffa, che sposò nella Cattedrale di Siracusa Giorgio Morana proprio il giorno di Pasqua del 1860, l’8 aprile…).

La Civetta di Minerva, 24 marzo 2017

“Mariannina Coffa, Una donna tante donne – La poetessa dell’Ottocento che parla alle donne di oggi”: questo il titolo dell’incontro che si terrà domani, venerdì 25 marzo, alle ore 17,30 presso la Biblioteca comunale “Principe di Villadorata” di Noto in via Nicolaci, biblioteca che custodisce amorosamente gli scritti della poetessa e patriota netina. L’incontro si inserisce nella programmazione del Rotaract volta alla valorizzazione del territorio e delle sue risorse culturali in senso lato.

Mariannina Coffa (Noto, 1841-1878), enfant prodige della borghesia netina nel passaggio difficile ed esaltante insieme dalla monarchia borbonica al Regno d’Italia, è stata dunque figlia, sorella, amica – corrispose con gli intellettuali dell’epoca pur senza muoversi dalla Sicilia –, innamorata (fu protagonista di un amore tipicamente romantico con Ascenso Mauceri, musicista e autore di tragedie), sposa malmaritata di un possidente terriero di Ragusa, madre (perse tra l’altro due dei cinque figli), patriota e poetessa (accompagnò con la sua poesia e le sue riflessioni i moti risorgimentali e la sua complessa personalità e spiritualità la portò ad un tentativo di emancipazione dagli stilemi dell’epoca verso soluzioni originali): interpretò ognuno di questi ruoli nonostante i limiti della propria condizione di donna, di siciliana, nonostante la malattia e le incomprensioni del contesto familiare e socio-culturale.

La conferenza, tenuta da Maria Lucia Riccioli, docente e scrittrice, autrice tra l’altro di un romanzo storico, “Ferita all’ala un’allodola”, incentrato proprio su Mariannina Coffa, giurata per due anni consecutivi del concorso di “Inchiostro e anima” intitolato alla Capinera di Noto, alla Saffo netina, tanto per ricordare alcune delle immagini cui la Coffa è stata associata, autrice di un saggio sulla prima tesi di laurea dedicata alla poetessa e inserito nel volume “Sguardi plurali” (Armando Siciliano Editore) curato da Marinella Fiume e uscito per raccogliere i lavori dell’omonimo convegno, oltre che di una lettera immaginaria alla Coffa pubblicata per i tipi di LiberAria in “Letteratitudine 3: letture, scritture, metanarrazioni” (a cura di Massimo Maugeri), sarà moderata da Federica Piluccio, presidente del Rotaract club Noto Terra di Eloro; le musiche che accompagneranno l’evento saranno eseguite dal maestro Gabriele Bosco al violino, mentre Giuseppe Puzzo, estimatore della Coffa e verseggiatore egli stesso, reciterà alcune liriche della poetessa e propri componimenti inediti.

A quasi centoquarant’anni dalla scomparsa della poetessa, la sua biografia e le sue opere presentano ancora fertili campi di indagine (pensiamo alla recente scoperta ad opera di Stefano Vaccaro di un inedito rinvenuto nella biblioteca del Castello di Donnafugata).

L’incontro del 25 marzo sarà occasione di riflessione sul modello femminile incarnato dalla Coffa e offrirà lo spunto per ricordare l’incendio del 25 marzo 1911, nel quale persero la vita le “camicette bianche” (pensiamo allo straordinario lavoro di Ester Rizzo per ridare nome dignità e memoria a queste donne), le operaie della Triangle Waist Company: tra di esse c’era una ragazza netina, Gaetana Midolo, cui è stata dedicata la rotatoria di Piazza Nino Bixio. Nel mese dedicato alle donne, ricordare un’emigrata e una figura del nostro Risorgimento non sembrerà un’operazione azzardata.

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=article&id=2140%3Adon-luca-saraceno-e-le-domande-su-cristo-la-vita-e-il-mondo&catid=69&Itemid=200

Ecco il link ad uno dei miei ultimi articoli usciti per LA CIVETTA DI MINERVA…

Nell’ultimo libro del sacerdote i quesiti assoluti e perenni che s’incarnano nel nostro quotidiano. Scrittura colta, narrativa, poetica e pregna di pensiero; le meditazioni hanno un piglio di racconto

La Civetta di Minerva, 24 febbraio 2017

Contaminando le parole di papa Francesco e Milan Kundera, Lec, Kierkegaard e Kant, interrogando il Vangelo, padre Luca Saraceno – parroco e docente di Ermeneutica filosofica e Storia della filosofia moderna e contemporanea presso lo Studio Teologico San Paolo di Catania, docente invitato di Filosofia sistematica all’Istituto Superiore di Scienze Religiose San Metodio di Siracusa –, che si era occupato in un precedente volume – La saggezza delle lacrime. Papa Francesco e il significato del pianto (EDB, Bologna 2015) – del senso del piangere umano e divino, in Tempo di domande. La passione di Gesù si racconta (EDB, Bologna 2016) chiede ai testi sacri, a se stesso e ai lettori il senso delle domande di Gesù, disquisisce sull’arte della domanda e pone Cristo, la vita di ognuno di noi e del mondo come domanda assoluta e perenne, che si incarna nel quotidiano, con le sue scelte e i suoi dubbi, i rovelli e le illuminazioni.

Scegliamo questo momento per presentare ai lettori de La Civetta di Minerva questo volumetto, insieme a Con gli occhi di Maria. La preghiera del Rosario (uscito sempre per i tipi delle Edizioni Dehoniane di Bologna nel 2016), proprio perché dopo gli effimeri fasti del Carnevale inizia un tempo forte e significativo: “La Quaresima, tempo di preparazione al passaggio della grazia, è il frammento che raccoglie domande umane e divine; la Pasqua, spazio di contemplazione amorosa e operosa, è il frattempo che racchiude racconti fraterni e filiali” (p. 7).

La scrittura di Padre Luca è colta, narrativa, poetica e pregna di pensiero insieme; le meditazioni, pensate per ogni stazione della Via Crucis o per le poste del Rosario nel caso del volume sulla Madonna, hanno un piglio di racconto e di pausa contemplativa insieme, con il gusto della parola scelta e preziosa. Con gli occhi di Maria. La preghiera del Rosario rappresenta infatti una meditazione su Maria, un invito a ripensare la preghiera del Rosario e la vita stessa (di cui l’antica e sempre nuova preghiera è figura, simbolo, allegoria, col suo percorso vocale, mentale e spirituale sulla trama della ripetizione di Ave, Pater e Gloria), attraverso i misteri della compassione, della misericordia (leitmotiv dell’anno giubilare appena trascorso), attraverso la vita di Maria e Gesù e la nostra.

Approfitto per rinnovare la mia attestazione di stima verso il direttore Franco Oddo e il vicedirettore Marina De Michele per la loro passione e il loro impegno per un giornalismo non allineato.

Grazie anche a tutta la redazione per i sacrifici e il tempo per scrivere rubato ad altro.

Per finanziare LA CIVETTA DI MINERVA, che è sostenuta solo da sponsor privati ed è un esempio di stampa libera da vincoli, l’idea è quella del crowdfunding, cioè la ricerca di fondi.

La civetta, animale sacro a Minerva: il simbolo del giornalismo che raccoglie informazioni e poi le analizza e le argomenta offrendole alla società perché diventino l’humus di un pensiero critico.

Da questa interpretazione del giornalismo  nel settembre del 2009 nasce il progetto dell’edizione cartacea del La civetta di Minerva, giornale antimafia, no profit.

http://www.lacivettapress.it/ it/

Difesa dell’ambiente e del territorio,  multiculturalismo, welfare, etica politica, economia sostenibile, lotta contro ogni forma di sfruttamento, prevaricazione e corruzione sono i nostri temi.

In soli sette anni di attività abbiamo sostenuto – nonostante la scarsità di risorse e quasi solo grazie ai nostri stessi contributi – importanti battaglie nel settore delle energie rinnovabili, della gestione privata del servizio idrico, contro la  costruzione del rigassificatore di Priolo-Melilli, a favore del blocco delle trivellazioni petrolifere in Val di Noto. Poi, tra le nostre numerose inchieste, quella “storica” sulla Procura della Repubblica di Siracusa ci è valsa il premio giornalistico nazionale Mario Francese 2012.

Tuttavia la nostra battaglia per la legalità ci ha portato più nemici che introiti e adesso la Civetta rischia la chiusura definitiva. Abbiamo bisogno di voi per salvarla!
Le donazioni verranno usate per finanziare il giornale e le attività che possano contribuire a tenerlo in vita e a promuoverne la diffusione.

Il nome di ogni donatore verrà stampato in uno spazio dedicato del giornale che potrà accogliere anche proposte e considerazioni (previa valutazione della loro liceità). Ciascuno riceverà il PDF del numero in uscita che presto potrete leggere anche grazie ad un’app.

———————————————————————–

The owl, sacred to the roman goddess Minerva: the symbol of aan active journalism, which collects, analyzes and discuss information in order to provide society with a booster for critical thought .

This interpretation of journalism led to the birth, in september 2009, of  the anti-mafia, non-profit, print newspaper, La Civetta di Minerva.

http://www.lacivettapress.it/it/

Our mission is to oppose environmental threats, corruption, exploitement, and abuse of power; and to promote multiculturalism, welfare, ethical politics, and sustainable economy.

Even though we had little money – motly provided by the journalists ourselves – in seven years we fought important battles: against water privatization; against the building of the regasification unit in the high risk area of Priolo-Melilli; against oil drilling in the historical area of Val di Noto. Among our many investigative reports, the “famous”one on the judges of the Procura della Repubblica di Siracusa was rewarded with the national Mario Francese prize for anti-mafia journalism.

However, our battle for legality brought us more ennemies than funds and now La Civetta risks to close for ever. We need you to save it!
Your donations will be used to support the newspaper and every activity which can contribute to its survival and outreach.

The name of every donor will be printed in a specific section of the newspaper, where your ideas and proposals can also be hosted (after previous evaluation of their legitimacy). Moreover, every donor will receive a PDF version of next issue and will be able to read it through an app.

http://www.lacivettapress.it/it/

LA CIVETTA esce ogni due venerdì e poi molti articoli confluiscono nel sito, dove troverete anche aggiornamenti e novità.

Ed ecco la rubrica CHIESA E DINTORNI…

http://www.lacivettapress.it/it/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=69&Itemid=200

← Vecchi Post

Articoli recenti

  • Mimi e gnomi alla Libreria NeaPolis! Le foto…
  • Io su LA SETTIMANA ENIGMISTICA!
  • Mariannina Coffa (6 gennaio 1878 – 2023)
  • I miei ultimi pezzi per LA CIVETTA DI MINERVA
  • Il Natale di NOTE TRICOLORI… il nuovo video!

Archivi

  • gennaio 2023
  • dicembre 2022
  • novembre 2022
  • ottobre 2022
  • settembre 2022
  • agosto 2022
  • luglio 2022
  • giugno 2022
  • Maggio 2022
  • aprile 2022
  • marzo 2022
  • febbraio 2022
  • gennaio 2022
  • dicembre 2021
  • novembre 2021
  • ottobre 2021
  • settembre 2021
  • agosto 2021
  • luglio 2021
  • giugno 2021
  • Maggio 2021
  • aprile 2021
  • marzo 2021
  • febbraio 2021
  • gennaio 2021
  • dicembre 2020
  • novembre 2020
  • settembre 2020
  • agosto 2020
  • luglio 2020
  • giugno 2020
  • Maggio 2020
  • aprile 2020
  • marzo 2020
  • febbraio 2020
  • gennaio 2020
  • dicembre 2019
  • novembre 2019
  • ottobre 2019
  • settembre 2019
  • agosto 2019
  • luglio 2019
  • giugno 2019
  • Maggio 2019
  • aprile 2019
  • marzo 2019
  • febbraio 2019
  • gennaio 2019
  • dicembre 2018
  • novembre 2018
  • ottobre 2018
  • settembre 2018
  • agosto 2018
  • luglio 2018
  • giugno 2018
  • Maggio 2018
  • aprile 2018
  • marzo 2018
  • febbraio 2018
  • gennaio 2018
  • dicembre 2017
  • novembre 2017
  • ottobre 2017
  • settembre 2017
  • agosto 2017
  • luglio 2017
  • giugno 2017
  • Maggio 2017
  • aprile 2017
  • marzo 2017
  • febbraio 2017
  • gennaio 2017
  • dicembre 2016
  • novembre 2016
  • ottobre 2016
  • settembre 2016